Tutti in classe. Oggi scuola di omologazione

di Federica Galvan

A chi bazzichi minimamente la scuola pubblica, per avere dei figli che la frequentano, non suonerà strano quello che sto per dire.

E cioè che mai come oggi la scuola pubblica italiana – a causa dei programmi ministeriali imposti ai docenti di stampo matematico-tecnicistico ( al bando le suggestioni umanistiche, please!) con griglie entro le quali far rientrare (anche con la forza) tutto e tutti (voti, valutazioni, puntini, punteggi e mezzi punti ) e che portano, necessariamente, ad una piatta valutazione ragioneristica dei ragazzi, nonché per  la dittatura culturale impostaci dall’alto che trova un humus perfetto nelle macerie di una scuola ancora di stampo post-sessanttottino – è fucina di polli in batteria (i nostri figli) che devono omologarsi agli schemi ed essere allenati a non pensare. Continua a leggere “Tutti in classe. Oggi scuola di omologazione”

Un no al pensiero unico che si fa legge

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L’ottimo intervento del senatore Gaetano Quagliariello  in Senato sulle unioni civili.

Signor Presidente, colleghi senatori,

sgomberiamo innanzi tutto il campo da un equivoco: non stiamo discutendo delle unioni civili come vengono intese dal senso comune; non stiamo discutendo del riconoscimento di diritti di mutua assistenza e solidarietà ai conviventi indipendentemente dalla natura sessuale della loro convivenza. Soprattutto non stiamo discutendo di un provvedimento finalizzato a stabilire una condizione di uguaglianza tra i cittadini italiani a prescindere dalle loro scelte sessuali.
Se infatti fosse così, signor Presidente, oltre che con l’uguaglianza questa legge avrebbe a che fare con la libertà. Con la libertà di scegliere senza avere per questo minori diritti personali rispetto a chi ha compiuto scelte differenti dalle mie. Con la libertà di scegliere senza che lo Stato entri nella mia camera da letto per stabilire quali siano i miei diritti e quali non lo siano; se posso contrarre una unione civile o debba limitarmi a stipulare un contratto, o se non abbia accesso a nulla di tutto ciò. Avrebbe a che fare con la laica libertà di scegliere senza pretendere che la mia scelta comporti il diritto di contraddire la natura, comprimere i diritti dei più deboli, mercificare il corpo e la dignità altrui. Continua a leggere “Un no al pensiero unico che si fa legge”

“Se rompiamo le leggi che definiscono la nostra limitatezza creaturale, ne deriveranno disastri”

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di Rodolfo Casadei    – Articolo tratto dal numero di  Tempi in edicola 

«Per me questo è sicuramente un nuovo inizio. Ho lasciato il lavoro che facevo da 35 anni per non essere complice di una menzogna: quella secondo cui viviamo in un sistema democratico dove le decisioni vengono prese dopo un dibattito svolto in base ad argomenti di ragione. Non è così, e continuare a fare il giornalista come prima avrebbe solo legittimato il nuovo establishment e ostacolato la comprensione della realtà che stiamo vivendo da parte della gente».

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Vivere senza Menzogna

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di Aleksandr Isaevič Solženicyn 

Siamo a tal punto disumanizzati, che per la modesta zuppa di oggi siamo disposti a sacrificare qualunque principio, la nostra anima, tutti gli sforzi di chi ci ha preceduto, ogni possibilità per i posteri, pur di non disturbare la nostra grama esistenza. Non abbiamo più nessun orgoglio, nessuna fermezza, nessun ardore nel cuore. Ci basta non staccarci dal gregge, non fare un passo da soli. Ce l’hanno martellato e il concetto ci è entrato bene in testa, ci assicura una vita comoda per il resto dei nostri giorni: l’ambiente, le condizioni sociali, non se ne scappa, l’esistenza determina la coscienza, noi cosa c’entriamo? non possiamo far nulla. Invece possiamo tutto!

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Resa amara di un cattolico di minoranza al demente Zeitgeist, con whisky

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di Antonio Gurrado    Il Foglio

Ho letto e riletto più volte l’editoriale di Giuliano Ferrara sul Foglio rosa di lunedì scorso, trovandolo amaro ben oltre l’intenzione di stigmatizzare il diritto ad abortire rivendicato in copertina da Internazionale, settimanale di gran tendenza aduso a darsi ragione da sé. L’aborto è solo l’aspetto più cruento di una posta in gioco più alta che coinvolge tutto quello che abbiamo – noi che in senso lato possiamo dichiararci militanti di una minoranza conservatrice – detto e fatto in questi ultimi dieci anni.

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La Francia abbandona il progetto gender nelle scuole.

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di Mauro Zanon   Il Foglio

Parigi. Dovranno farsene una ragione le fanciulle di Osez le féminisme! e del Collectif éducation contre les LGBTphobies, che giovedì dalle pagine del Monde hanno chiesto al ministro dell’Educazione nazionale, Benoît Hamon, di ufficializzare quanto prima la generalizzazione del movimento “Abcd de l’égalité”. Perché il programma scolastico pro gender – promosso dall’ex ministro Vincent Peillon e dall’attuale ministro per i diritti delle Donne, Najat Vallaud-Belkacem, con il pretesto di decostruire gli stereotipi sessuali e di lottare contre le disuguaglianze tra maschi e femmine – non andrà oltre lo stadio della sperimentazione (attualmente sono 275 le scuole coinvolte). Continua a leggere “La Francia abbandona il progetto gender nelle scuole.”