di Costanza Miriano
Passate le feste, qui in casa nostra è tutta una questione di rientrare in carreggiata, e la questione richiede un bel po’ di tempo. Ci vuole un po’ per ricominciare ad andare a letto a orari decenti, alzarsi senza l’argano e arrivare a scuola possibilmente in un orario approssimativamente e vagamente vicino a quello della campanella.
Un altro dei problemi da affrontare è la gestione dei sacchetti pieni dei dolciumi che la Befana ha lasciato nelle varie calze astutamente dislocate dai figli in casa nostra e in quelle di zii e nonni. Quattro gruzzoli di puro colorante, trigliceridi e grassi saturi, che se non fosse per l’intervento di noi genitori verrebbero sterminati nel giro di poche ore. Il problema è che non si può. Non tanto per preoccupazioni salutistiche, che pure hanno il loro perché. Il problema vero è che i dolci devono essere a piccole dosi, per essere buoni, per farci felici, altrimenti finiranno per nausearci. Insegnare a dosare il piacere, per imparare a spostarlo su un piano più alto, è uno dei compiti dei genitori, forse a mio vedere il fondamentale, quello che avrà ricadute più importanti sul futuro dei figli.
Anche Dio con noi, per educarci, fa così: nella nostra vita ci sono delle oasi, ma sono solo dei momenti, delle gratificazioni che Dio ci regala per farci ristorare. Non possono essere la norma, perché – come noi cerchiamo di insegnare ai nostri figli – questo non ci educherebbe, non sarebbe il nostro bene. La croce, la fatica quotidiana sono un regalo di Dio, la via della salvezza, quello che ci guarisce. Ed è proprio quella croce, esattamente quella che ci è “capitata”, proprio quella giusta per noi. La sapienza celeste l’ha misurata al millimetro, perché non fosse troppo grande per noi, e l’ha pesata fino all’ultimo grammo, perché non fosse troppo pesante. Un dono del suo amore, non una punizione. E Dio non ci lascia mai soli a portare il peso: lui lo ha preso per primo e lui, se gli andiamo dietro, ci insegnerà come fare. E poi ogni tanto ci sono le caramelle…
fonte: Credere
Quanta dolcezza.Grazie
Mi hai un po’ commossa…
Anche me 🙂
Appunti… 🙂
Bellissimo, però devo dirtelo Costanza, ormai è giunto il momento che tu sappia, sei grande abbastanza e sei quasi una fuorilegge in alcuni stati europei: credo che tu possa sapere.
Le campanelle a scuola sono solitamente due. La prima decreta l’orario in cui si può iniziare ad entrare, la seconda l’orario entro cui bisognerebbe già essere nell’edificio. La seconda campanella solitamente si può centrare cercando di mirare alla prima, se miri alla seconda è normale sforare anche quella. 😛
(admin, per errore ho postato lo stesso commento con altro nome, ti prego di non approvarlo: grazie!)
concordo su caramelle e croce, ma anche le caramelle presuppongono la croce dell’attesa, per poterle gustare; e anche la croce ha la sua caramella finale, non è mai fine a se stessa! Rifare il letto la mattina o riordinare la stanza è una gran fatica per mia figlia – che passa da quella ancora più grande di obbedire a me- , però io non posso solo dirle: “lo so che fai fatica, ma questa è la vita, bisogna accettarlo, bisogna fare ciò che si deve”. Io le posso e devo dire anche: “fidati, lo faccio anch’io” (perché l’accompagno, condivido con lei ) e soprattutto, “Guarda ora, com’è bella la tua stanza, com’è piacevole tornarci la sera ed entrare nel letto pulito e ordinato… non ne valeva la pena?”
non è anche questa una caramella?
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energie rinnovate e rinnovabilie ha commentato:
La croce e le caramelle. Un bel post di Costanza Miriano.
A volte, a volte, Dio ci dà di vedere, di “gustare”, che il nostro riposo, la nostra “oasi”… il dolce, la carezza che ci regala, sta proprio lì.
Li su quella croce. Sulla nostra croce, dove sperimentare, più che altrove, l’Amore di Dio.
E Lui ci vuole talmente tanto bene che ci dà le caramelle anche quando non le meritiamo, per infinità bontà. Grazie, Dio
Confermo e ringrazio anch’io 😀
Giusi: che sia Lui l’inventore del carbone dolce?
Angela a me per credere in Dio bastano due cose: il mare e le ciliegie. Chi altri se no?
Purtroppo capita a volte che noi genitori veniamo da un background senza caramelle, neanche quelle di consolazione per intenderci. Il rischio é, come a me succede purtroppo, di voler dare le caramelle non avute nella nostra infanzia ai nostri figli (più ovviamente quelle che spettano a loro!). Mi rendo conto che la mia é una autoanalisi e che già riconoscerla é un bene ma non mi impedisce di sbagliare. Poi grazie a Dio c’è una Mamma che dall’alto vigila e a cui spesso mi rivolgo chiedendoLe un aiuto per fare la mamma in modo decente😊
come è vero e come è difficile imparare a rinunciare agli zuccheri..però le proteine della preghiera e dell’offerta quotidiana,dal rifare i letti ad accogliere stl’ennesima richiesta di ascolto dei figli,sono ottime risorse per abbracciare la Croce e insegnare loro come farlo..grazie Co.
Cara Costanza!
Che bello “insegnare a dosare il piacere per portarlo su un piano più alto”, davvero ispirato, lo affiggo in cucina!
Ti seguo sempre, oggi ti scrivo per la prima volta per ringraziarti, perché mi hai fatto sentire vivo. Soffro di depressione da 20 anni, da quasi 10 mi ripeto (e mi ripetono) che è la croce giusta per me. Io ci credo, per fede e per ragione; il mio problema, infatti, non è la depressione ma il non accettarla. Fuggo furiosamente dal dolore, pur sapendo che è un vicolo cieco. Cerco il piacere e lo stordimento (cibo e alcol) per qualche mezz’ora di sollievo, per il resto, sono un morto che cammina. Sono felice, ho una moglie semplicemente fantastica, e 4 figli. Ho la fede, dono inestimabile. Ma non sono vivo, e vai a dire a un morto che deve abbracciare la croce.
Mi scuso per lo sfogo, il nome è chiaramente falso e non chiedo commiserazione. Sono in cura farmacologica e psicologica da anni, con esiti in chiaroscuro. Ma questo tuo post mi ha fatto sentire vivo per il tempo di un’emozione, e di ciò volevo ringraziarti.
Ciao
Frankie
Frankie: 🙂
un abbraccio a te e alla tua fantastica moglie
Frankie, un forte abbraccio anche da parte mia.
Se può darti una mano…:
http://www.tempi.it/blog/lunico-modo-per-guarire-dalla-depressione-e-una-sana-compagnia#.UuzEqvl5M9Y
Caro Frankie, permettimi in punta di piedi di accostarmi al tuo intervento…
In “punta di piedi” di piedi perché so per esperienza quanto nel dolore sia difficile accettare inviti, “buoni consigli” o peggio “paternali”, né posso accomunare la mia esperienza (se non nella Croce) alla tua e in questo essere forse più “ascoltabile”, ma lasciami dire due parole.
Di dici molto bene, la tua profonda sofferenza non è la depressione (che invero basterebbe), ma in non accettarla…
Il non accettarla, comporta non essere in pace con la propria storia, e in ultima analisi, giudicare Dio per questa nostra storia “fatta male”. Questo, per noi credenti, è come gettare sale sulle ferite, perché la Fede non ci dice solo che Dio esiste, ma che Dio ci è Padre, quindi come può permettere mio Padre (che è onnipotente) questo per me?!
Non sono certo io che posso darti risposte… non la TUA risposta e in questo caso a poco valgono quella “da catechismo” (non che credo non abbino valore, certo hai capito…).
Ma, ma tu NON SEI UN MORTO!
Sei vivo, nella tua sofferenza, ma vivo agli occhi di Dio, Vivo perché se Dio smettesse per un attimo di pensarti di amarti certo allora saresti morto, ma morto nel fisico e nell’anima… semplicemente smetteresti di esistere.
So anch’io che in cereti momenti di buio profondo questo è quasi quello che si desidera, smettere di esistere per porre fine a questo dolore sordo e apparentemente senza senso, ma ti ripeto: tu sei prezioso, unico agli Occhi di Dio.
E se ci pensi bene non solo ai Suoi… forse che non lo sei agli occhi di tua moglie? Dei tuoi figli? Forse che non ti amano così come sei o pensi forse preferirebbero non averti con loro? Io so quanto pur nella seria sofferenza si vorrebbe trattenere a sé chi si ama “a tutti i costi”…
CORAGGIO Frankie, tu sei vivo, forse anche vivo come era Cristo sulla Croce… Lui ha caricato sulle sue spalle TUTTE le nostre sofferenze, le nostre Croci, oltre ai nostri peccati. Abbandona la Tua Croce a Lui.
Ogni volta che fai Eucaristia, è Lui che viene ad abitare in te, è Lui che si fa carne con la tua carne e lui è KIRIOS, Signore, è Lui che ha sconfitto la morte… anche quella morte che dici di provare.
Coraggio… forse Dio proprio in questa Croce vuole incontrarti, vuole farsi conoscere. Non un dio astratto di una fede astratta, ma Dio della tua vita nella Tua Sofferenza.
Ho una cara sorella nella Fede, che dopo anni di profonda depressione, dove il medico che la seguiva diceva la marito “non c’è speranza… sarà così per tutta la vita”, gettando tutto nella Fede, in Cristo, abbracciando la Sua Croce come la storia migliore per lei, ha visto non solo cambiare il suo rapporto con la sua malattia, ma si è vista completamente guarita, tanto da lasciare senza parole lo stesso medico.
Ti abbraccio, oggi mi ricorderò di te nelle mie preghiere.
Caro Frankie
non ascoltare chi ti invita a credere che la “depressione” è la croce giusta per te. La croce è inevitabile, è uno strumento di conversione dove possiamo combattere la buona battaglia, come invita San Paolo, ma non ci viene appiccicata addosso. Il signore ci chiama a prenderla ogni giorno e camminare nella Sua sequela di guarigione.
C’è una “medicina” che potrebbe aiutarti, sempre coadiuvata dal cammino clinico medico, finchè necessario. E’ la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria secondo San Luigi Grignon da Montfort. Potresti fare con la tua famiglia un percorso di discernimento per accogliere l’invito della Mamma celeste a Fatima. Poi semmai un Pellegrinaggio “serio” nella terra delle presunte Apparizioni…..e vedrai miracoli nella tua vita.
Per te LIRReverendo
D’accordo con te LIRReverendo però le apparizioni di Fatima non sono presunte. a meno che non parlassi di quelle di Medjugorje
Giusy.
…tutte le apparizioni sono apparizioni presunte.
Assumi tu che lo siano: se niente esiste, niente può apparire, secondo te. Presunzione, la tua.
Non è vero, non sei tu che lo stabilisci ma la Chiesa. Quelle di Fatima, di Lourdes, del Laus, della Salette, di Guadalupe etc. etc. etc. sono vere, quelle di Medjugorje sono presunte anche se io ci credo. Che stai addì che tu non credi nemmeno alla Madonna?
Il “presunte” poi va riferito al presumere che siano di origine Divina (quindi né di origine para-normale o addirittura demoniaca… ma si sa che nominare il diavolo per Alvise è ancora più astruso che nominare Dio… 😐 )
…le uniche apparizioni degne di fede, per i cristiani, sono quelle che c’è nel Vangelo.
Ma dai…. tipo quali “c’è” nel Vangelo (giusto per sapere, visto che tu sai quali sono valide per i cristiani e non vorrei essermene persa qualcuna!)
Bariom:
…lo conosci anche te il Vangelo (o no?)!
Direi un pochino si, ma visto che insegni cosa si e cosa no, mi metto in ascolto… 😉
……amico caro!
Anche i verbi non sa usare, zzero in filosofia e “non pervenuto” in Teologia.
LIRReverendo
Certo Giusy che mi riferivo a Med.
Le uniche “apparizioni” certe sono quelle del filosofo zzero, ma non credo volute da Dio.
Sempre per te LIRReverendo
“C’è una “medicina” che potrebbe aiutarti, sempre coadiuvata dal cammino clinico medico, finchè necessario. E’ la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria secondo San Luigi Grignon da Montfort.”
…ovviamente!
Alvise: sei un genio… 😉
N.N.: non “incompreso” ma “cje non si fa comprendere”…
Attento a sfregare la lampada, che di extralarge ne escono a fatica.
Sempre LIrreverendo
LIRReverendo: ma il genio è un po’ più extralarge di me ed esce benissimo dalla lampada. Forse fuma un po’, ma… 😉
Hai ragione. Ma esce con la testa o con le tasche?
Dunque…se esce con la testa e fuma, consiglio un po’ di riposo cerebrale e rivedere le ultime 50 puntate di “Amici”.
Se invece esce con le tasche e fuma, direi che forse acqua fredda e un po’ di fissan, farebbe al caso suo.
Una domanda: ma chi è alvise, l’alter ego o la frenia dovuta allo schizzo?
Attendo lumi, non lampadari s’intende.
Sempre per voi LIRReverendo
@LIRReverendo eccoti i lumi (né lampadari, né candelabri)
Alvise è il nome (ai più conosciuto) di Filosofiazzero 😉
Lo vedrai alternato al nick, quindi prendi le giuste misure 🙂
Quindi l’ateo è filosofiazzero, e Alvise è il credente prepuberale?
LIRReverendo
Bisognerebbe chiedere a lui conferma…
Anche se il discernimento su se stessi a volte è fallace 😉
Frankie pregherò per te.
Frankie_Dettori: “la Croce giusta per te”… Ti ripeti: cerca di ripeterti qualcosa di diverso, che so? Che sulla Croce c’è Cristo con te? Ti ripetono: a volte è meglio tacere… Chi può definire ciò che è “giusto” per un altro?
Tu sei vivo, ne sono certa, e la prova è il fatto stesso che lotti non accettando la tua depressione. Se eri morto non lottavi di certo.
Preghiere garantite per te, famiglia e intenzioni.
Isaia 38,18
Poiché non gli inferi ti lodano,
né la morte ti canta inni;
quanti scendono nella fossa
non sperano nella tua fedeltà.
A tutti un grazie di cuore, mi hanno confortato le vostre parole e le vostre preghiere. Ieri sera ho pianto,un pianto liberatorio. Non ricordo nemmeno quando è stata l’ultima volta…io l’ho accettata come una caramella guadagnata dalle vostre preghiere che non mancherò di ricambiare, uno a uno.
Frankie
Coraggio, Frankie! Continuiamo a pregare per te. Prega tantissimo anche tu, con fiducia, con abbandono. Tua moglie e i tuoi figli sono lì con te e già questo è motivo di lode a Dio, ma sono certa che ci sono o ci saranno altri segni di bene e di bello nella tua vita. Coraggio, non sei solo.
Frankie io prego e faccio pregare con un intero gruppo. Non smetto mica!
Frankie, mi unisco alle preghiere per te! Coraggio: sei la pupila dell’occhio di Dio ed Egli ti custodisce gelosamente!
Ciao Frankie! Solo adesso ho letto i tuoi interventi. Anch’io volevo dirti due parole. Io credo che la depressione sia comunque una croce che può guadagnarci il paradiso, a patto che non ci porti ad odiare Dio. Forse la depressione è una malattia del cervello o, forse, è una malattia dell’anima. In tutti i casi tu fai bene a desiderare la serenità e la gioia, perché Dio ci ha creati per la gioia. La gioia è la legittima aspirazione di ciascuno di noi e nessuno sforzo è troppo grande per cercare di raggiungerla. Non trascurare la possibilità che la tua depressione abbia radici spirituali e chiedi a Dio interventi straordinari per guarire dalla tua depressione. Segui il consiglio de LIRReverendo e conta sulle nostre preghiere. Cerca di non abbandonarti all’alcool ed al cibo, che rischiano di diventare vizi.
Ciao caro amico, non dimenticarti che non sei solo. Io pregherò per te.
Per una volta correggerei il tiro, un pò troppo determinista….le croci e le caramelle fanno parte del “pacchetto” della vita…Dio si è fatto compagno per aiutarci a portare le croci, e insegnarci a gustare le caramelle in modo corretto, perchè non diano mal di pancia invece che soddisfazione…non sto ad uscire dall’esempio, che ci si arriva da soli…
La croce mI serve per scoprire che ONO sua figlia e che Lui provvede le caramelle per farmi sentire tutta la sua tenerezza…grazie Costanza!
Grazie Costanza! Invece di “caramelle” definisco “baci” quei momenti-eventi di particolare vicinanza a Dio, di coccole e carezze, di piccoli segnali della Sua presenza. Servono tanto. E’ vero che “il troppo stroppia”, fa’ venire il mal di pancia e altro. Che bello avere una caramella ogni tanto! Ti fa’ venir la voglia della prossima caramella, te la fa’ desiderare.
la cosa brutta è quando non ci bastano più, quando ci sembrano “dovute”, “meritate”.
E’ ufficiale, sono un vero disastro come mamma…
Daniela: non far venire il diabete ai tuoi figli!!! 😉
Mi sa che, invece, devi essere una mamma meravigliosa. 😀
🙂
E non dimentichiamoci le dolorosissime carie ai denti dovute ad un eventuale abuso di zuccheri…
Grazie Costanza!
Semplice, essenziale, ironico quanto basta e sempre, sempre condivisibile e condiviso.
Che meraviglia di illustrazione abbiamo sulla testata del blog!
Lavinia, vero? 😉
Smokey eyes, magrissima e coi tacchi. Ritratto perfetto! 😉
Lo noto adesso quel disegno: ma è bellissimo! L’ha fatto una delle bimbe? Ma che brava! Un talento da coltivare!
sì, l’ha fatto Lavinia
I più felici sono coloro che vivono giorno per giorno come i bambini, portando a spasso le loro bambole che svestono e rivestono,
girando con gran rispetto intorno alla dispensa dove la mamma ha rinchiuso i dolci, e quando infine riescono a ottenere quanto desiderano, lo divorano a piena bocca gridando: “Ancora!”. (Johann Wolfgang Goethe)
d’accordo sull’educare i figli a non fare incetta di piacere, per imparare a goderne a pieno e non a saziasi subito senza apprezzare e godere a pieno. per il resto… che orizzonte ristretto! Perchè non dire che invece tutto è permeato da bellezza e meraviglia? e che in tutto possiamo trovare una luce, un motivo per meravigliarci come un bambino di fronte ad una caramella? Dio non è così cupo…