Dio ama giocare

 di don Fabio Bartoli

Chiunque sia abituato alla pratica della preghiera quotidiana lo sa: Dio ama giocare. Chi prega impara presto a vedere la Sua mano dietro i piccoli e grandi accadimenti di ogni giorno e in poco tempo comincia ad apprezzare l’umorismo con cui la Provvidenza guida la storia verso “il bene di coloro che amano Dio” (Cfr. Rom. 8,28).

Del resto questa non è una prerogativa solo dei cristiani, anche coloro che hanno altre fedi o i pagani dei tempi antichi sapevano apprezzare “l’ironia della storia” e perfino a volte chi non crede in Dio, sebbene sia non poco contraddittorio attribuire al caso una qualità personale come l’ironia.

Naturalmente se uno crede nel Grande Architetto (o non crede affatto) non riuscirà ad apprezzare la delicatezza sorridente della Provvidenza e parlerà piuttosto di un “destino cinico e baro”, non riuscendo cioè a vedere la benevolenza nascosta nella realtà. Si sentirà deriso, più che destinatario di fantastici ed umoristici scherzi che sono in sostanza una forma d’amore, ed in definitiva in ciò che a noi pare un’irresistibile commedia ai suoi occhi apparirà come una farsa tragica.

Deve essere per questo che siamo inguaribilmente fiduciosi. Non ottimisti, perché l’ottimismo è un’idiozia, ma fiduciosi: uomini cioè che credono non nelle proprie capacità o nella propria volontà, ma nella bontà di Dio e quindi nella sostanziale benevolenza della vita.

Fra i tanti giochi amati dal Padre credo che il suo preferito sia di gran lunga nascondino: Egli ama nascondersi, perché adora essere cercato e trovato e ancor di più ama cercarci e trovarci. Credo che nascondino gli piaccia così tanto che a volte si diverte anche a nasconderci i nostri cari, le persone amate, da cui veniamo temporaneamente separati o distolti, per incitarci a cercarci a vicenda, perché in fondo nascondino è una perfetta metafora dell’amore, perché l’amore è tutto in questa danza di separazioni e ricongiungimenti, allontanamenti e riavvicinamenti, nascondersi e trovarsi appunto.

Ama così tanto questa dinamica che l’ha scritta perfino nella nostra stessa carne, o cos’altro è la morte se non un essere temporaneamente nascosti ai nostri cari per poi ritrovarci in eterno?

29 pensieri su “Dio ama giocare

    1. Ciao Costanza, scusami se uso il blog per chiederti un piacere personale, ma nel dubbio che tu non riesca a leggere una mia eventuale mail entro stasera… mi saluteresti tanto Don Fabio Rosini? (Il mio nome e cognome probabilmente non gli diranno nulla, di solito mi identifica come la moglie di Luigi… gli avevo anche mandato il libro tramite amici romani, ma non so se l’ha poi ricevuto). Grazie, scusa ancora se ho usato il blog…

  1. Mario G.

    Vero, caro don Fabio: “inguaribilmente fiduciosi. Non ottimisti…”
    Grazie per questo tuo breve ma “dirompente” post…

    A presto!

  2. Mi piace don Fabio questo tuo scrivere che condivido riguardo il “rincorrersi e nascondersi” tra l’Amato e l’Amata (che è biblico…)
    Condivido meno la tua lettura “lieve” della morte e della separazione. Questa “dinamica” (della morte) non è stata certo scritta da Dio per una voglia di farsi rincorrere con Lui e tra noi come se fosse un “giocare a nascondino”.

    La morte è entrata nel mondo per l’invidia del diavolo. (Sap. 2,24)

    Così dire che “si diverte anche a nasconderci i nostri cari”, mi fa pensare ad un dio che ha un modo di divertirsi ben sadico… perché per quanto la Fede sostenga fiduciosi e lo Spirito Santo di conceda di “camminare sulle acque della morte”, ma morte è un separazione che procura un dolore indicibile ed alcune morti sono più dolorose di altre (anche Gesù a pianto alla morte Lazzaro che era un amico – non una madre , una moglie, un figlio…).

    Credo anche tu come sacerdote e come uomo abbia fatto questa esperienza, io l’ho vissuta molto molto da vicino.

    Qualcuno ha usato anche la metafora del viaggio: i nostri cari partono per quest’ultimo viaggio che li porta alla meta certa, alla Gioia Piena. Dies Natalis.
    Ma anche i nostri migranti che partivano per una meta più terrena, con la speranza di rivedersi presto (un presto relativo) certo soffrivano e piangevano. Perché comunque quando si ama, stare lontani anche solo per un giorno, fa soffrire e il protrarsi del tempo acuisce spesso il dolore.

    Il salto nella Fede diviene allora una vera e propria “messa alla prova”, perché seppure recitiamo spesso “credo la risurrezione della carne, la Vita Eterna”, ci accorgiamo solo in quell’ora, di quanto la nostra Fede ha bisogno di essere sostenuta e confermata, dalla preghiera, dall’offerta del nostro dolore, dai Sacramenti, dalla fiducia in Dio, dalla Speranza e dall’aiuto dei Fratelli.

    1. Carissimo, ho un immenso rispetto per il dolore di chi ha perso una persona cara, dolore che anche io conosco un poco, sebbene la mia esperienza non sia certo paragonabile alla tua e non avevo alcuna intenzione di sminuirlo, finché siamo nella carne abbiamo bisogno del contatto fisico e perderlo, sia pure temporaneamente, è una lacerazione terribile.
      Ciò che scrivevo però resta vero, sebbene “visto dall’altra parte”; è ciò che penseremo quando potremo finalmente riabbracciare i nostri cari, quando ci ritroveremo definitivamente.
      La consolazione, per chi soffre, sta nella certezza che la separazione non è definitiva, non è (appunto) che un temporaneo essere nascosti in attesa di trovarsi per sempre, la leggerezza con cui guardare a tutto questo non è che Grazia e va chiesta come un miracolo, non può certo essere pretesa né presupposta, ma solo invocata.
      Volentieri pregherò per te.

      1. …amesso che li possiamo riabbracciare, i nostri cari.
        Io credo che l’unica possibilità che abbiamo è di star loro sempre abbracciati nel ricordo, finché c’è vita.
        Di questo io sono sicuro, come voi, immagino, siate sicuri del riabbracciamento post mortem.
        Per quanto riguarda Dio che gioca con le sue creature mi sembra che il gioco a volte diventi pesante (ammettendo l’esistenza di Dio). Ma, dirà qualcuno, noi giochiamo in serie A, dove, se il gioco non fosse anche assai duro, che gioco sarebbe?

        1. “Noi giochiamo in serie A…”

          Ti dirò di più Alvise, noi siamo (sempre) Campioni del Mondo! Perche il nostro “allenatore” è il migliore… dell’Universo tutto! 😉
          —————————
          Venendo a cose più serie, anche il “star loro sempre abbracciati nel ricordo”, può essere un rischio. Ti fa vivere nel passato, spesso ti chiude ad ogni futuro e rimuginare sul tuo dolore. Anche in questo la fede ancora aiuta, perché apre lo sguardo e il cuore verso il futuro. Oltre a quello su questa terra, anche a quello del Cielo.

          1. Mario G.

            Carissimo Bariom condivido appieno questa tua affermazione e spero che la mia cara amica affidandosi fiduciosamente all’amore di Dio scopra quella serenità che tanto desidera e per la quale io prego. Magari la tua forte testimonianza saprà scuoterla dal quella tentazione di ripiegarsi sulle proprie pene… (Conosci la bellissima preghiera di padre L. de Grandmaison?). Per questo ora gli condivido questo tuo commento.

      2. “la leggerezza con cui guardare a tutto questo non è che Grazia e va chiesta come un miracolo, non può certo essere pretesa né presupposta, ma solo invocata…”

        E Dio la concede, ne sono testimone 🙂

        Grazie Don fabio

  3. chiara

    Prego ora per la persona che fa suonare le campane in questo paese, è un’Ave Maria. Non so chi sia morto.

    Prego per lui e per tutti i nostri cari defunti, che aspettando la Resurrezione!

  4. 61Angeloextralarge

    Un post come questo, di lunedì, fa andar bene tutta la settimana! Smack! 😀
    Torno dopo, dopo averlo ri-letto … 😉

  5. 61Angeloextralarge

    don Fabio: grazie per ogni parola. In particolare per aver sottolineato la differenza tra l’ottimismo e l’essere fiduciosi.
    Hai ragione! Il Signore ha una sua ironia tutta particolare, direi “celestiale”, con la quale porta avanti i nostri giorni. La preghiera ci apre gli occhi per vederla e sorriderne assieme a Lui.
    Ringrazio il Signore per le tantissime volte che ma ha fatto e mi fa sorridere delle sue cose, con gioia e serenità.

  6. Fabio Bartoli:
    “sebbene sia non poco contraddittorio attribuire al caso una qualità personale come l’ironia.”
    .
    ..ma non è che uno attribuisce al caso la qualità dell’ironia, ma ironizza sul caso (cosa non da poco!!!).

  7. Michael Mc D.

    Sono sicuro ci sia una logica, una spiegazione chiara, per tutto questo dolore a volte insostenibile e oscuro. Un giorno, è certo, ci verrà spiegato e ogni cosa sarà illuminata e noi potremo capire. Ora accettiamo con fiducia questo grandissimo mistero.

  8. Giovanni Varuni

    Questo post mi fa venire in mente una cosa che io dico sempre ai miei amici non credenti: “Tu lo chiami destino. Io la Chiamo Provvidenza”

  9. Davvero, fa molto bene Dio a continuare a nascondersi, come la ricca donna che rinuncia alle sue appariscenti ricchezze per mettere alla prova chi veramente la ami.
    Chi la segua per la sua vera bellezza che va oltre ogni immaginazione.

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