Attacco alle radici

di Costanza Miriano 

Adesso, che sia io a difendere l’importanza, il valore, la sacralità del nome è davvero surreale. Io i nomi me li dimentico qualche decimo di secondo dopo averli sentiti, senza battere ciglio. A volte non li sento neanche mentre me li stanno dicendo, tutta presa come sono dall’osservare le facce, per cercare di carpire i segreti più profondi – sarà felice? – da una piega della palpebra, dalla postura. Non mi ricordo un generale, un presidente, una città neanche se mi pagano; attraverso sale piene di gente con un sottile senso di panico, studiando formule generiche e il più possibile vaghe – “eh, che bello, era tanto che mi chiedevo come stessi”; “ti ho pensata” – per prendere tempo nella speranza di ricordarmi come cavolo si chiama quella persona che lo so, ne sono certa, io conosco bene, benissimo.

Eppure anche io, che non me ne ricordo uno neanche per sbaglio, riconosco quanto sono importanti i nomi. Nomina sunt numina rerum. I nomi racchiudono il valore simbolico. I nomi servono a ordinare il nostro mondo culturale. Nella Bibbia i nomi sono segno del rapporto con Dio, che spesso cambia nome ai suoi eletti. E quando l’uomo dà i nomi alle specie naturali ne segna la gerarchia. Gesù stesso, poi, è il verbo incarnato.

Che il nome non sia semplicemente un nome, una composizione casuale di lettere dell’alfabeto, lo sanno anche i promotori della legge appena passata al vaglio di un preconsiglio dei ministri, che vuole rendere più facile per i genitori aggiungere al proprio figlio il cognome della madre, oltre a quello del padre. Lo sanno così bene che è chiaro che il loro obiettivo non è attaccare il nome, ma quello che rappresenta. Chi sostiene – come per esempio sul Corriere della sera Maria Laura Rodotà – che la scelta del cognome dovrebbe essere libera e fatta di comune accordo tra i genitori, in realtà ne fa una questione di patriarcato, di comando, di presunto dominio da sovvertire. Insomma, sostiene la Rodotà, e molte femministe con lei, il piccolo Kevin deve potersi chiamare sia Rossi come la mamma, che Bianchi come il babbo. O magari tutti e due. Rossi Bianchi. O anche Bianchi Rossi. Parità ovunque, nel lavare i piatti e sui documenti.

Ad essere attaccata, diciamo la verità, è l’autorità paterna, l’obbedienza, il senso della gerarchia.

Come tutte le costruzioni ideologiche, anche questa prescinde dalla realtà. Quando non raccogliamo i dati reali e partiamo con le nostre teorie basate solo sulle idee, prendiamo facilmente sonore cantonate. Mi chiedo, tanto per cominciare, come si potrebbe poi, soprattutto a distanza di tempo, mettere ordine nelle parentele, nelle genealogie. Come andare a ritroso nelle generazioni e cercare di ricostruire i legami familiari magari sbiaditi nel tempo. Sarebbe inutile persino andare a cercare i cari tra le lapidi del cimitero, o all’anagrafe della parrocchia, tra i battesimi di tanti decenni fa. Sarebbe una complicazione burocratica, poi, senza fine. Se un Rossi Bianchi si sposa con una Verdi Neri, poi, il figlio come si chiamerà? Quattro cognomi? Ma prima la nonna materna? E se mia suocera si offende? E tutto per che cosa, poi? Per dare l’ennesima picconata alla figura paterna, come se ne avesse ancora bisogno.

Qui non è questione di essere cattolici, che sia chiaro. Gli ambiti in cui noi credenti siamo liberi sono spesso più grandi e vasti di quanto pensiamo, e la questione del cognome non è certo un dogma di fede. Stiamo parlando di non complicare le cose. L’ideologia è talmente accecata nella sua foga – distruggere tutto quello che rimanda a un’autorità – che diventa stupida.

Quanto a me, sono molto orgogliosa di avere contribuito a generare quattro persone che portano il cognome di mio marito. Due di loro, maschi, lo tramanderanno ai loro figli, spero. Anche se quando cerco di vaticinare le somiglianze, e ovviamente mi sembra chiarissimo che tutti i pregi i miei bambini li hanno presi da me, mentre i difetti li attribuisco ai geni di mio marito, io in realtà sono contenta che i miei figli, ai quali ho prestato il mio sangue e il corpo, ho dato il latte, abbiano preso insieme al patrimonio genetico il nome del loro padre. Sono contenta anche per loro: così sanno chi sono, da dove vengono. Sanno chi è il padre che al momento di uscire dal nido li spingerà nel viaggio più importante della vita, quello verso il Padre.

da La Bussola Quotidiana

98 pensieri su “Attacco alle radici

  1. nonpuoiessereserio

    Ma prima di commentare nello specifico questo post mi chiedo se tutti sti politici non hanno un cazzo da fare che perdere tempo con stronzate di tale spessore mentre gli italiani non arrivano a fine mese, qualche giorno fa la proposta di legge contro l’omofobia, oggi i cognomi. Ma chi li paga questa gente? C’è gente che si fa il mazzo tutto il giorno e loro, pagati da noi, perdono tempo a cambiare cose che sono state ponderate da secoli di civiltà, filosofie e scuole di pensiero. E oggi arriva una pinca pallina qualsiasi nel 2011 che pensa di stravolgere tutto per una sua perversione mentale?

    1. Coraggio, Luigiotto, l’intervento andrà bene.
      Nun t’arrabbià.
      (Concordo su tutto, ovvio, solo che sono poco sovente arrabbiata -non so proprio bene il perchè visto che di motivi ce ne sareeeebbero, fuori e dentro di me- ma a quest’ora sono incapace di tutto, anche di nonarrabbiarmi. Facciamo domani, facciamo doman, facciamo dom, facciamo..fac..
      (….ronf…ronf ronf)

  2. federica

    Leggo il post e penso al quadro nel salotto di casa di nonno: un albero genealogico che parte dalla fine dell’800, regalo per i suoi 80 anni. Un quadro enorme perché loro, nonno e nonna, i loro 8 figli li hanno voluti fortemente, proprio loro (il primo con solo una sorella e la seconda figlia unica di genitori molto anziani) che hanno passato l’infanzia a giocare da soli, che si stava in campagna e non si poteva andare coi monelli del paese.

    1. Ora, sarà per quel luccichio negli occhi di nonno ogni volta che una zia annunciava il nome del nascituro, sarà per rendere omaggio ad un uomo che ha portato avanti una famiglia enorme (8 figli, 21 nipoti senza contare altrettanti consorti)con amore ed umiltà, sarà che per quasi 60 anni ha sempre portato il caffè e latte a letto alla nonna…. fatto sta che a casa mia se chiami Giovanni X si girano in 7. E tutti con molto orgoglio.

  3. E se parlavi di doppio cognome alla nonna? Quella ti guardava e, con l’aria di una che ha vinto al superenalotto, ti raccontava la storia della colazione a letto. E poi diceva: “Fossero anche i miei figli così… “.
    Mi sa che anche lei era parecchio orgogliosa di aver “contribuito a generare ” 8 persone con il cognome dell’uomo-del-latte-e-caffè…

    Buona giornata a tutti!!!!!
    🙂 🙂

  4. fefral

    boh, la questione del cognome mi sembra così futile… Alla fine è una convenzione. Cambiare un’abitudine di secoli per stabilire una presunta parità tra madre e padre mi sembra altrettanto inutile come il parlarne.
    L’autorità paterna è minata da ben altri problemi. L’obbedienza è una virtù oggi decisamente fuori moda. Ma non credo che abbia molto a che fare con la scelta del cognome
    Buon sabato a tutti

  5. Esiste vero la faccenda del santo sdegno? Ci si può pure incazzare vero se l’emozione è legata ad un amore santo? Ecco, cercavo un modo per dire ai 4 venti che sono incazzata.
    E provo un po’ di paura per le mie figlie. Ma è anche vera la storia che fa più chiasso un albero – genealogico?! – che cade di una foresta che cresce, no? Maria, fiducia mia!

  6. Alessandro

    quindi Tizio e Caia dovrebbero decidere se loro figlio debba cognomarsi Tiziosco o Caiasca. Già in questa decisione vedo una prevaricazione sul figlio, che dovrebbe lui decidere se cognomarsi Tiziosco o Caiasca (come si permettono Tizio e Caia di decidere per lui/lei?).
    Però prima che il/la figlio/a abbia l’età della ragione un cognome bisogna pur darglielo, un cognome che magari influenzerà la sua salute psichica (metti che gli do solo il cognome del padre, potrei iniettargli negli psiche le tossine superstiti della civiltà patriarcale).

    Quindi o gli do un cognome di fantasia sorteggiando le lettere dell’alfabeto, o sorteggio tra il cognome materno e quello paterno. Sennonché un figlio che sapesse di chiamarsi Tiziosco anziché Caiasca per un colpo di dadi potrebbe adombrarsi (sempre la questione della stabilità psichica da tutelare). Quindi la cosa più logica è imporre al figlio cognome materno e paterno (in quale ordine? non so, forse conta la differenza reti). Le pari opportunità e dignità di genere sono così compiutamente onorate.
    Gigino Caiasca Tiziosco un giorno figlierà con Carletta Semproniasca Meviosco, e il/la/* figlio/a/* s’appellerà Maria Laura Semproniasca Meviosco Caiasca Tiziosco (o Caiasca Tiziosco Semproniasca Meviosco? Conta come ti sei piazzato nel girone eliminatorio).

    Prevedibile insostenibile proliferazione cognomastica nel volgere di poche generazioni. Dice: togliamone qualcuno, di cognome. E con quale diritto? se ogni singolo cognome è stato imposto per onorare la compiuta parità di genere, ogni sottrazione di cognome è uno sconcio vulnus a detta parità.
    Crescete e moltiplicatevi, cognomi!

    1. Alessandro

      Grazie Luigi, buon giornata!

      ho mangiato zizzania, locuste e miele selvatico 😀

  7. In Inghilterra,per i cittadini inglesi il cambio nome/cognome è rapido.Ti basta compilare un form con il nome che vuoi e provvede l’amministrazione ad aggiornare tutto.

  8. Adriano

    Dire che una legge che permette (non obbliga, permette) il cambio del cognome possa minare alla base l’autorità e la gerarchia (???) è come sostenere che la Tour Eiffel possa cadere perché qualcuno le fa solletico con una piuma.

    E’ poi solo una convenzione che si prenda il cognome paterno e già ora (orrore!!! 🙂 ) in Italia e altrove è possibile cambiarlo e (disgrazia!!! 🙂 ) prendere quello della madre.

    Quella degli alberi genealogici e della presunta difficoltà di riconoscere le lapidi al cimitero mi paiono proprio “costruzioni ideologiche” che “prescindono dalla realtà”. E tanto. I tre quarti dei miei parenti hanno un cognome diverso dal mio e non mi pare che i miei legami con loro ne abbiano avuto a male.

    Cara Costanza, non si faccia accecare dalla Sua idea (quella che si voglia “distruggere tutto quello che rimanda a un’autorità”) e veda questa iniziativa per quello che è: rendere facile una semplice scelta (non obbligo) per il cittadino, scelta che già esiste. Inoltre da molto tempo in Spagna si prendono i primi cognomi dei genitori, e non mi pare che siano poi messi così male laggiù, dal punto di vista dell’autorità, né per quanto riguarda la “complicazione burocratica” che Lei paventa.

    Quanto al contenuto del primo commento, dove si critica il parlamento per questa e per un’altra legge (quella sull’omofobia), beh, a prescindere dal fatto che una legge contro l’odio e l’incitazione all’odio è doverosa, mi pare che sia la solita solfa, della serie “piove? governo ladro”.

    Buon appetito!

    1. Adriano, se la cosa è così irrilevante come la dipingi, perché fare una legge in proposito? Per me non è la fine del mondo, intendiamoci, ma quest’idea che ogni traccia di patriarcato vada eliminata dalla nostra cultura è intrinsecamente buona?

      (PS: ti pare che l’autorità paterna nella nostra società sia paragonabile alla Tour Eiffel, quanto a stabilità?)

    2. Adriano

      Cyrano,

      Come ho già scritto qui sotto, preferisco avere l’imbarazzo della scelta.
      Per vedere se è positivo o no eliminare ogni traccia di patriarcato, cosa intendi con questa parola? Idem per la questione stabilità come tour Eiffel…

      1. ma la scelta è tale se si dà tra possibilità effettivamente distinte: ora, per me è appunto una contingenza storica (non insignificante, però!) che da noi il cognome lo si dia in linea paterna, ma se la scelta ti imbarazza vuol dire che per te non si dà in fondo alcuna differenza tra le due possibilità. Quindi perché scegliere? Non ci sarà dell’altro dietro?
        “Idem per la questione stabilità” non l’ho proprio capita: negare l’inflazione paurosa della figura paterna nella famiglia contemporanea è negare la luce del sole. Frattanto, le case produttrici di viagra ringraziano sentitamente.

    3. Alessandro

      Adriano,

      la legge sull’omofobia, che tanto ti eccita, è talmente “doverosa” da essere stata bocciata in partenza per non essere sopravvissuta al vaglio dell’aula sulle pregiudiziali di costituzionalità: alla Camera 293 deputati han considerato incostituzionale il ddl, 250 no (21 astenuti).
      Ora tu potrai anche pensare che non capiscono di Costituzione i deputati di Pdl, Lega e Udc che hanno ritenuto “in contrasto con la no­stra Carta fondamen­tale la proposta che voleva istituire un’ag­gravante specifica so­lo per gli atti offensivi motivati dall’o­mosessualità o dalla transessualità, violando il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini”, io invece penso che abbiano perfettamente ragione, che istituire un’aggravante specifica violi palesemente il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini. Inoltre l’aggravante dei motivi abietti o fu­tili esiste già nell’ordinamento.

      “Inoltre da molto tempo in Spagna si prendono i primi cognomi dei genitori, e non mi pare che siano poi messi così male laggiù”

      hai fatto un bell’esempio: tutto bene in Spagna, dove la scemenza dell’ideologia del gender ha portato a far sì che nei documenti di identità e in ogni atto pubblico non si parli più di “padre” e “madre”, bensì di “genitore A” e “genitore B” (sic!), e dove l’attribuzione a ogni nuovo nato del doppio cognome sarà modificata sempre per ossequiare la scemenza ideologica delle teorie di genere. Accade infatti in Spagna che il primo cognome che si assume sia quello paterno, e che quello materno cada alla generazione successiva. Non sia mai, si lede la parità di genere (tanto più che se i genitori sono dello stesso genere, chi stabilisce qual è il primo cognome, cioè quello paterno?)!. Allora l’infrollito legislatore spagnolo ha deciso che potrebbe risolvere la faccenda l’ufficiale di stato civile. Stabilirà lui quale deve essere il primo cognome del neonato, se genitore A e genitore B non si mettono d’accordo. Che modello, la Spagna!

      Almeno, in Germania in caso di disaccordo tra padre e madre decide il giudice, in Francia… l’ordine alfabetico.

      “Dire che una legge che permette (non obbliga, permette) il cambio del cognome possa minare alla base l’autorità e la gerarchia (???) è come sostenere che la Tour Eiffel possa cadere perché qualcuno le fa solletico con una piuma”

      Bella affermazione qualunquistica: vuoi spiegarci il tuo apoftegma?

    4. Adriano

      Cyrano

      La scelta, per me, è tra più possibilità. Come scegliere tra una famiglia patriarcale e una matriarcale o, in altre parole che una donna sia sottomessa al proprio marito o no. O forse è meglio imporre una soluzione per tutti?

      Sulla “crisi” della figura paterna non so. Non è che fino a ora la sua presunta preminenza abbia poi fatto bene alla società.

      Alessandro

      Legge sull’omofobia. Causa mancanza di mass media italici, ammetto di non aver seguito molto il dibattito su questa legge sull’omofobia. Di per sé, perché non riconoscere il reato di omofobia, equiparandolo come pene agli altri simili (così non ci sono discrepanze)?
      Non mi esprimo sulla comprensione della costituzione da parte dei parlamentari, so solo che più di una volta hanno promulgato leggi poi annullate dalla Corte.
      Ma poi, cosa c’entra con l’argomento in questione?

      Questione Spagna: cosa c’entra chiamare un padre come genitore A e l’altro come genitore B (e da quando succede?) con il fatto di dare due cognomi?

      Tour Eiffel: non credo si tratti di apoftegma ma di una similitudine. E pure abbastanza chiara, mi sembra.

      Genitori dello stesso sesso: non credete possano mettersi d’accordo su quale cognome passare?

      1. Dipende Adriano: il dogma della libertà di scelta è speculare a quello di obbedienza alla natura delle cose. Non intendo minimamente impelagarmi in una discussione cui hai posto premesse di qualunquismo tanto basso (e dovresti sapere che non sono solito chiudere porte al dialogo), ma perché adesso dici che la faccenda dei cognomi è equivalente a quella del patriarcato? Verso stamattina dicevi che la prima questione è ininfluente ai fini della seconda: apprezzo chi cambia parere, ma non chi lo fa pretendendo di aver avuto ragione dall’inizio alla fine. Quella degli effetti nocivi della figura paterna forte la lascio a se stessa.
        Mi permetto poi d’impicciarmi dei fatti di Alessandro, visto che anche con me hai parlato della Tour Eiffel: è una similitudine, certamente, e chiarissima. Questo l’avevamo capito tutti. Quello che resta inspiegato è come possiamo ritenerla plausibilmente comparabile all’argomento di cui parliamo: oppure, se sei ancora convintissimo della saldezza della figura paterna nella nostra società, perché ti sei mostrato più arrendevole di prima, parlando con me? Sarebbe tanto carino, nel momento in cui si è messi alle strette, dire: «Ok, scusate, ho detto una scemenza». Umanissimo, perfino simpatico e tenero. Perché, invece, ostinarsi nell’arrampicarsi sugli specchi?

    5. Alessandro

      Adriano

      Tour Eiffel: vedi Cyrano

      Legge sull’omofobia: “cosa c’entra con l’argomento in questione?”

      Appunto, è quello che mi chiedo. Peccato che l’hai tirata in ballo tu, non io (commento ore 11.38). Quindi prenditela con te stesso.
      Nel merito della legge: “causa mancanza di mass media italici, ammetto di non aver seguito molto il dibattito su questa legge sull’omofobia”. Ecco, allora ne riparliamo se ti va quando avrai approfondito la questione.

      Sulla Spagna: ti ho detto come funzionano le cose lì per quello che riguarda il doppio cognome. La denominazione genitore A e genitore B è parte del portato dell’ideologia di gender, di cui altra parte – coerente con la demenzialità della prima – è quella concernente la procedura escogitata per evitare l’automatismo della caduta del proprio cognome materno nella trasmissione del cognome alla prole.

    6. Adriano

      Cyrano

      Obbedienza della natura delle cose: mi piacerebbe sapere quale sia questa natura e se la stessa debba valere anche per i non credenti. Se non vale per loro, allora perché bisognerebbe imporre loro per esempio l’uso del cognome del padre?

      “ma perché adesso dici che la faccenda dei cognomi è equivalente a quella del patriarcato?”

      E quando l’ho detto? Quando parlo di famiglia patriarcale o matriarcale, faccio un altro esempio di possibilità di scelta. Non metto in relazione le due cose. Avrei potuto scrivere “come scegliere tra il gelato al limone e quello al cioccolato”.

      Se pensassi di aver ragione dall’inizio alla fine non starei qui a scrivere, non credi?

      A me continua a essere evidente che questa legge non possa minare il patriarcato, né vedo nel patriarcato questo grande bene per la società o per i singoli: basta vedere le società dei secoli passati, la giustificazione delle violenze sulle donne (che tra l’altro ho letto era evidente anche in parlamento, quando è stata approvata legge antistupro). Si trattava di una società patriarcale, allora.

      “se sei ancora convintissimo della saldezza della figura paterna nella nostra società”
      E quando ho espresso questa convinzione? Avevo scritto che questa legge secondo me non mina ‘sto patriarcato. Non ho mica scritto che la figura paterna era così salda nella nostra società. Mi pare che i due concetti siano diversi… O no?

      Ribadisco: questo è quanto penso ora. Ma sono disposto a ricredermi davanti alle prove che dimostrino che non è così.

      Alessandro
      Il mio commento sulla legge sull’omofobia era una risposta al commento n. 1 di nonpuoiessereserio delle 00:21. Su questo argomento: anche la legge sullo stupro quindi è inutile, visto che i motivi abbietti o futili esistono nel nostro ordinamento per violenza? D’altra parte esiste una legge sull’apologia del fascismo (esiste ancora?) ma non una sull’apologia del comunismo. E quindi anche questa è anticostituzionale?
      Ma, ribadisco, è fuori tema.

      In un altro commento scrivi che “i genitori sicuramente litigheranno”. Be’ se litigano sul cognome, allora figuriamoci cosa faranno sull’educazione dei figli…

      Tour Eiffel, v. sopra.

      Buona serata a tutti!

    7. Alessandro

      O, per meglio dire, la denominazione genitore A e genitore B è parte del portato dell’ideologia di gender, di cui altra parte – coerente con la demenzialità della prima – è quella concernente la procedura escogitata per stabilire la precedenza del cognome paterno o materno (rectius (!): del genitore A o del genitore B) per il figlio.
      C’è da scommettere che il prossimo passo (coerente con l’ideologia ispiratrice) consisterà nel rivendicare la necessità di evitare la caduta del cognome materno nella trasmissione del cognome alla prole… ne vedremo delle belle, anche perché quando a dare i rispettivi cognomi al “figlio” (si fa per dire) è una coppia omosessuale non saprei come distinguere il cognome materno da quello paterno…

    8. Adriano

      Alessandro

      Quante sono in Spagna le coppie omosessuali con figli? E quante quelle eterosessuali?
      Parliamo pure di casi limite, ma non dimentichiamo che ce ne sono tanti altri che non provocano così tanti problemi…

    9. Alessandro

      Adriano

      legge sull’omofobia: l’hai tirata in ballo tu, dici che è fuori tema, e continui a parlarne.

      “la legge sullo stupro quindi è inutile, visto che i motivi abbietti o futili esistono nel nostro ordinamento per violenza?”

      C’entra niente. La “legge” sull’omofobia in salsa italiana mirava a istituire un’aggravante specifica per gli atti offensivi compiuti in odio contro l’omosessualità o la transessualità dell’offeso. Non vedo proprio che cosa possa giustificare l’introduzione di quest’aggravante specifica (perché le percosse all’omosessuale dovrebbero essere più gravi di quelle all’eterosessuale?).
      Stupro e violenza sessuale: etero od omo, chi subisce violenza sessuale è tutelato dal nostro ordinamento, senza incomodare aggravanti specifiche di sorta.

      “D’altra parte esiste una legge sull’apologia del fascismo (esiste ancora?) ma non una sull’apologia del comunismo. E quindi anche questa è anticostituzionale?”
      Ecco, qui proprio non ti seguo, sarà che sono limitato.

      Buona serata pure a te!

    10. Alessandro

      le coppie omosessuali con figli aumenteranno di numero e saranno sempre meno… casi limite (e comunque non esisterebbero nemmeno questi casi limite se una legislazione sciagurata – ispirata alla sciagurata ideologia di genere – non li avesse resi possibili).

      Comunque le desolanti, avvilenti liti sull’ordine di precedenza dei cognomi coinvolgono soprattutto i genitori eterosessuali… ma no problem, alla fine deciderà… l’ufficiale di stato civile; trasformando la faccenda da penosa a comica…

    11. Adriano

      “le coppie omosessuali con figli aumenteranno di numero e saranno sempre meno… casi limite (e comunque non esisterebbero nemmeno questi casi limite se una legislazione sciagurata – ispirata alla sciagurata ideologia di genere – non li avesse resi possibili).”

      Mah, se un omosessuale ha un figlio secondo te dovrebbero togliergli la prole e metterla in adozione?
      L’essere omosessuale significa non essere un buon genitore?

    12. Alessandro

      un figlio nasce da un maschio e da una femmina che si amano, lo allevano e lo educano. Maschio e femmina. Non ci vuole un master in psicologia per sapere che questo è lo “schema” in cui un figlio può dirsi tale e in cui può crescere senza troppi sconquassi alla psiche (non farmi le solite banali obiezioni; certo, i genitori oltre che essere tali devono comportarsi da genitori, non litigare, amarsi ecc.). Vedi un po’ tu come una coppia di omosessuali possa mettere in piedi questo schema… (non farmi nemmeno la scontatissima banale obiezione: mica un “figlio” di una coppia omosessuale diventa pazzo si butta sotto i treni… certo, per fortuna nella psiche umana sono insite risorse che aiutano a far fronte alle ferite, pure a quelle molto profonde)

      ieri discutevamo tra amici di fare una cooperativa, tre maschi celibi due donne sposate, e di adottare un “figlio” (ma le donne senza i rispettivi mariti), siamo tutti galantuomini e gentildonne e ci vogliamo molto bene, ci siamo convinti per un attimo che saremmo degli ottimi genitori di questo “figlio”, poi abbiamo pensato che un bambino ha dei diritti incomprimibili che avremmo insudiciato facendone oggetto dei nostri esperimenti “genitoriali”

    13. Adriano

      Alessandro,

      Se secondo te è necessario avere una figura maschile e una femminile per crescere “senza troppi sconquassi”, allora secondo te bisognerebbe togliere i figli alle ragazze madri (e ai ragazzi padri) e anche a vedovi e vedove? In fondo anche in questi casi manca una figura genitoriale, non sono coerenti con lo “schema” di cui parli.

      Ripeto la domanda: essere omosessuali vuoli dire essere cattivi genitori?

      Quanto ai problemi dei figli di coppie gay:

      http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/cronaca/figli-gay/figli-gay/figli-gay.html

    14. Alessandro

      “allora secondo te bisognerebbe togliere i figli alle ragazze madri (e ai ragazzi padri) e anche a vedovi e vedove? In fondo anche in questi casi manca una figura genitoriale”

      Ti avevo chiesto di non fare obiezioni banali. Proprio del tipo di quelle che hai appena fatto. Comunque, nonostante la banalità dell’obiezione, dedico due minuti a rispondere: l’orfano cui rimane un genitore è figlio di un padre e di una madre, quindi lo “schema” funziona benissimo (forse non t’hanno detto che prima o poi tutti i figli rimangono orfani, se non muoiono prima dei genitori), la ragazza madre è madre, ha concepito il figlio col seme del padre – maschio – e l’ha cresciuto in grembo per nove mesi, quindi rientra nello schema (se poi il padre è farfallone… cosa vuoi, due genitori possono separarsi dopo anni – già ti parlavo dei litigi delle separazioni ecc., ma lo schema resta).

      “Ripeto la domanda: essere omosessuali vuoli dire essere cattivi genitori?”

      Ripetizione superflua: se avessi letto la mia risposta con attenzione avresti capito che la mia risposta è: una coppia di omosessuali non può essere una coppia di genitori, a dispetto di quanto stabilisca l’ordinamento di questo o di quello Stato.

      Il link che posti dice sostanzialmente niente. I due esperti o presunti tali che intervengono enunciano una sfilza di imbarazzanti amenità:

      – Charmet: “se un figlio viene allevato da due padri [secondo Charmet due maschi=due padri; per dire quanto ha le idee chiare questo psicologo] è INEVITABILE che questi sviluppino anche una parte materna [appunto: a riprova, caro prof. Charmet, che i figli hanno bisogno di un padre e di una madre: con buona pace dei cosiddetti “genitori” omosessuali], e così accade nel caso di famiglia con due madri [secondo Charmet due femmine=due madri; per ribadire quanto abbia le idee chiare questo psicologo]. E i bambini cresciuti in questi contesti non manifestano alcun problema diverso dai loro coetanei”
      Prove, caro Charmet, non apoftegmi. Ma di prove nemmeno l’ombra.

      . Aggiunge Margherita Bottino, sociologa, autrice di diversi saggi sulla “omogenitorialità”, tra cui il libro “La gaia famiglia” [nomen omen]: “Quando una coppia gay decide di fare [?] un figlio, i due padri o le due madri [??; stessa confusione di Charmet] preparano il terreno e invece di nascondersi cercano la massima visibilità. E la società di solito è più pronta di quanto si creda. Il vero problema è la non esistenza giuridica di queste famiglie. I pediatri americani hanno dimostrato che nelle realtà dove il loro status è riconosciuto i bambini sono più sereni…” I pediatri americani hanno dimostrato che? Nomi, cognomi, studi… L’ipse dixit non vale.

      Comunque ti ringrazio del contributo che mostra con chiarezza quale confusione campeggi nei ragionamenti di questi cosiddetti esperti.

    15. Alessandro

      La bioeticista prof. Claudia Navarini:

      “Si cerca affannosamente di esibire studi “scientifici” che confermano la totale innocuità di una struttura pseudo-familiare come quella formata da una coppia omosessuale con eventuali figli adottivi o concepiti artificialmente mediante fecondazione artificiale eterologa. Soprattutto, si cita un pronunciamento dell’Accademia Americana di Pediatria, del 2002, che mostrerebbe come i figli cresciuti da genitori dello stesso sesso non presentino “alcuna alterazione” rispetto a chi viene educato nelle famiglie “tradizionali” (cfr. American Academy of Pediatrics, Committee on Psychosocial Aspects of Child and Family Health, Coparent or second-parent adoption by same-sex parents, in Pediatrics. 2002; 109: 339-340).

      In realtà, vari membri dell’Accademia, nei mesi successivi la pubblicazione, hanno espresso il loro dissenso, dissociandosi pubblicamente dalle conclusioni a cui il testo perviene. Altri pediatri, non membri, si sono indignati presentando dettagliate e pesanti critiche.

      Ironia della sorte, la contestazione più argomentata viene da una pediatra spagnola, Ana Martin-Ancel, del Dipartimento di Pediatria e Neonatologia di un ospedale di Madrid, che sulle pagine della medesima rivista scientifica, Pediatrics, ribadisce come i dati disponibili sullo sviluppo psico-emotivo dei bambini allevati da coppie omosessuali siano scarsi e poco attendibili (A. Martin-Ancel, Adoption by Same-Sex Parents, in Pediatrics. 2002; 110: 419-420).

      Ad esempio, molti studi sono stati compiuti su gruppi ristretti di volontari, reperiti attraverso la pubblicità apparsa sulle riviste per omosessuali, e quindi preventivamente selezionati per indurre una valutazione positiva del fenomeno. Oppure, hanno perso in considerazione madri lesbiche che al momento del concepimento vivevano nell’ambito di relazioni eterosessuali, poi abbandonate, e i cui figli hanno dunque vissuto i primi anni di vita con il padre.

      Inoltre, i gruppi di controllo utilizzati per valutare il comportamento dei figli era spesso formato da donne sole o divorziate e non da “un ambiente familiare in cui padre e madre collaborano armoniosamente all’educazione dei figli” ( ibid. , p. 419). Infine, i risultati raccolti riguardavano spesso bambini molto piccoli, in cui i disturbi legati alla formazione di una personalità equilibrata verosimilmente non si sono ancora manifestati, pur essendo magari già latenti…

      Negli ultimi anni gli studi sul tema si stanno moltiplicano, offrendo dati e risultati sempre più chiari.
      Nel gennaio 2004 l’American College of Pediatricians denunciava – appoggiandosi ad una nutrita bibliografia – gli squilibri psico-evolutivi legati all’assenza di riferimento alla bipolarità sessuale, soprattutto relativamente alla formazione dell’identità, che nasce da una sana identificazione con “il” genitore dello stesso sesso (cfr. American College of Pediatricians, Homosexual Parenting: Is It Time For Change? , 22 gennaio 2004)”

      http://www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1032

    16. Adriano

      Alessandro,

      La tua risposta alla mia “banale obiezione” lascia diversi punti in sospeso.
      Anche nelle coppie omosessuali è necessaria la “partecipazione” da parte di un uomo per le donne e di una donna per l’uomo (forse non t’hanno detto che due lesbiche non possono fare un figlio senza seme maschile e, viceversa, due gay non possono fare un figlio senza ovulo e utero). Ne consegue che, seguendo la tua logica, anche in questo caso “lo “schema” funziona benissimo”.

      Tra l’altro non parli del caso del ragazzo padre… Come mai?

      “una coppia di omosessuali non può essere una coppia di genitori,”
      Ne deduco che, visto che parli sempre di coppia, pensi che un genitore single omosessuale possa esserlo.

      Questione link. Certamente gli articoli che hai linkato dicono tutti la stessa cosa: sono ospitati in siti “leggermente” di parte.
      Libertà e Persona si impegna esplicitamente una famiglia eterosessuale “istituto sul quale si regge l’intero edificio sociale e lo stesso tessuto economico della comunità civile.” (v. sezione “associazione”).
      La Bussola Quotidiana è “Un gruppo di giornalisti cattolici, accomunati dalla passione per la fede,” (sezione “chi siamo”).
      Totus tuus ha tra i propri fini “l?insegnamento, l?approfondimento, l?educazione ai valori cattolici considerati come mezzo affidabile per un progresso solidale teso al miglioramento individuale e collettivo” (sezione FAQ domanda “Ma Totus tuus che si prefigge? ha uno statuto?”)
      Non mi sarei aspettato che si dicesse qualcosa di diverso.

      Ecco invece un articolo pubblicato sullo USA Today (giornale che, da quello che so, tende a essere ‘conservative’)

      http://www.usatoday.com/news/health/2010-01-21-parentgender21_ST_N.htm

      Nello stesso si parla di una review di ben 81 ricerche, dalle quali si deduce che la cosa più importante è la capacità di essere genitori, a prescindere dal sesso e dall’orientamento sessuale. (tra l’altro viene anche riportata un’opinione contrastante – cosa che negli articoli che hai messo tu manca del tutto… Questo mi pare sia prova di una maggiore neutralità, che dici?)

      La ricerca dell’American Psychological Association, così criticata negli articoli che hai riportato, risale al 2005; la review al 2010.

    17. Mi fa una RABBIA che uomini così intelligenti ci credano proprio a certe assurdità così ben confezionandole.

      -MA PERCHE’ DIAMINE SE ALLA FINE DI UN SUPERBO ARTICOLO C’E’ LA FIRMA DI UN CATTOLICO, PERCHE’ DIAMINE IMPROVVISAMENTE LO STESSO ARTICOLO PERDE DI VALIDITA’ QUANTOMENO SCIENTIFICA, MA PERCHE’?

      Ma l’onestà QUANTOMENO intellettuale perchè, perchè, perchè vi slitta via dalla testa?

      Ho finito di arrabbiarmi.
      Scusate se ho alzato la voce.
      Mi capita sul serio max una volta all’anno.

      -E pppporca Svizzera, porca.

    18. Adriano

      Inoltre, ecco un parere del 2010 della terza corte distrettuale della Florida a proposito di un’adozione. Da una parte i servizi sociali, dall’altra un omosessuale.

      http://www.3dca.flcourts.org/Opinions/3D08-3044.pdf

      In esso si legge che entrambe le parti si trovano d’accordo sul fatto che eterosessuali e omosessuali possono essere genitori validi; i servizi sociali sostengono però che l’adozione da parte di omosessuali sia da vietare perché i bambini così potrebbero avere modelli migliori e dovrebbero affrontare meno discriminazioni. Gli stessi servizi sociali permettono l’affidamento e la tutela da parte di omosessuali, ma non l’adozione.

      A pag 17 la corte afferma che l’interesse dei bambini non venga protetto vietando l’adozione da parte di omosessuali.

      “the best interests of children are not preserved by prohibiting homosexual adoption.

      La stessa corte afferma poco prima di basare questa scelta su centinaia di studi pubblicati da riviste scientifiche e revisionati da esperti prima della pubblicazione e dichiara che la questione sia ormai assodata e che sarebbe irrazionale sostenere un’idea differente.

      Insomma, non mi pare che la questione sia poi così assodata… Non credi?

    19. Adriano

      Daniela Yeshua,

      Personalmente non ho mai detto che gli articoli riportati sopra fossero firmati da cattolici. Lo sono? Personalmente non m’interessa la religione di chi lo scrive… Oppure la realtà, i fatti variano in base alla religione degli esperti che li osservano?

      Ho solo fatto notare che gli stessi sono ospitati su siti dove mi meraviglierei di trovare un’opinione diversa, anche se quest’ultima fosse sostenuta da fatti. Tutto qui.

      Suvvia, non t’arrabbiare! 😉

    20. @Adriano diceva: “Insomma, non mi pare che la questione sia poi così assodata… Non credi?”

      Adriano, oggi non abbiamo PIU’ nulla di assodato.
      Oggi è tutto un casino anche perchè di libri da leggere ce n’è davvero tanti, e interessanti lo sappiamo bene quanto.
      Peccato. Peccato che adesso ho più BISOGNO di tornarmene al mio Rosario, che starmene qui a spiegare

      -nonostante tutta la voglia che ne ho fino in gola e i 1000 articoli SCIENTIFICI che in un bischerissimo attimo ti copierei e che nell’attimo immediatamente seguente lasceresti scivolare facendo spallucce con aria interessante appena ti assicuri che non siano firmati dal cattolico di turno- ,

      scriverti pe’ filo e pe’ segno PERCHE’/E/SECONDO/ME di assodato , di qui e in futuro, non ci sarà nemmeno più il barlume del lontanissimo ricordo.
      Io un nome ce l’avrei a tutta questa regia così inopinatamente intelligente.
      Solo che tu non è che non mi crederesti: tu dalla panchina su cui insieme si parlava da un pezzo te ne saresti andato.

      Io cmq mi lecco il mio bel gelato. Da sola sulla mia asprissima panchina del mondo.
      E’ continuare a leccare il gelato, che per me conta.
      Gelato invisibile ed essenziale. Non solo agli occhi.
      Ciò nonostante, per quanto tu non ci creda, è pure il gelato + scientifico che c’è.
      AH:
      gelato con la “g” gigante. Assai.

      [Vedo che sono arrivati altri messaggi mentre ti scrivevo…cacchio, non ho il cansio di leggermeli, adesso.
      Perdonamiiiii Adriano. Ci aggiorniamo stanotte. Un baaaascetto bello beello.]

    21. Adriano

      Oh Daniela

      “nell’attimo immediatamente seguente lasceresti scivolare facendo spallucce con aria interessante appena ti assicuri che non siano firmati dal cattolico di turno- ,”

      Ribadisco: non m’importa della religione di chi li firma. Sarebbe interessante trovare questi stessi articoli su siti non di parte o della parte opposta. Tipo leggere “i genitori gay non vanno bene” su un sito gay o “i genitori gay vanno bene” su un sito cattolico. Io ho provato a fornirne un paio da siti neutri…

      Pensi mi allontanerei dalla nostra panchina se mi parlassi della regia occulta che sospetti? Perché?

      Intanto goditi pure il gelato con la g maiuscola assai.

      Buona notte e un bacetto a te! 🙂

    22. Alessandro

      Adriano

      la tue capacità logiche sono incredibili.

      “una coppia di omosessuali non può essere una coppia di genitori,”
      Ne deduco che, visto che parli sempre di coppia, pensi che un genitore single omosessuale possa esserlo”

      Quel “ne deduco” è un capolavoro di illogicità applicata. Roba che a un esame di logica ti tirano dietro il libretto. E’ come se io avessi scritto “una coppia di banane non può essere una coppia di cetrioli,” e tu dicessi “ne deduco che, visto che parli solo di coppie, una banana può essere un cetriolo”. Zero trentesimi. Bocciatura immediata

      Risparmiami le lezioncine del tipo: “forse non t’hanno detto che due lesbiche non possono fare un figlio senza seme maschile e, viceversa, due gay non possono fare un figlio senza ovulo e utero”. Grazie, c’ero arrivato da me.
      “Ne consegue che, seguendo la tua logica”.
      No, non ne consegue proprio niente.
      In buona logica Tizia madre biologica di Caio concepito col seme di Sempronio e unita omoaffettivamente a Mevia è genitrice biologica di Caio, ma Mevia non è genitore/genitrice di Caio, ergo rispetto a Caio Mevia e Tizia non sono genitori (questo, sempre in buona logica aristotelico-godeliana)

      “Tra l’altro non parli del caso del ragazzo padre… Come mai?” Perché, in buona logica, è equiparabile a quello della ragazza madre, e non ho tempo da buttar via a ripetere sempre le stesse cose

      “Questione link. Certamente gli articoli che hai linkato dicono tutti la stessa cosa: sono ospitati in siti “leggermente” di parte”

      Obiezione risibile: gli interventi si valutano non per la provenienza, ma per l’intrinseco valore. Obiezione risibile e anche offensiva: è come se dicessi che uno studioso omosessuale per il solo fatto di essere omosessuale occulterebbe ciò che scoprisse stridere con le parole d’ordine della cultura gay.

      Potevi risparmiarmi il curriculum dei siti da cui ho tratto i link perché li conosco bene.

      “Ecco invece un articolo pubblicato sullo USA Today (giornale che, da quello che so, tende a essere ‘conservative’)”

      Il link che riferisci dice niente di più di quello che riporti anche tu (“una review di ben 81 ricerche, dalle quali si deduce che la cosa più importante è la capacità di essere genitor”). Come è stato condotto lo studio? Che autorevolezza ha? Dal link non si può capire, e francamente non conosco questo studio. Quindi dovrei esaminarlo nel dettaglio, con l’ausilio di esperti, per dirti qualcosa di più in merito.
      Comunque i risultati cozzano con il parere del college di pediatri americani (ricco di bibliografia) citato dalla Navarini (non è nemmeno vero, come sostieni, che i link che ho segnalato non riferiscono posizioni dissonanti: la Navarini la riferisce, ma rileva che è una posizione bacata):

      http://www.acpeds.org/Homosexual-Parenting-Is-It-Time-For-Change.html

      “La ricerca dell’American Psychological Association, così criticata negli articoli che hai riportato, risale al 2005; la review al 2010”.

      Ciò è totalmente irrilevante: uno studio ben condotto nel 2005 può essere molto migliore di uno mal condotto nel 2010

    23. Alessandro

      Leggo adesso

      “Inoltre, ecco un parere del 2010 della terza corte distrettuale della Florida a proposito di un’adozione. Da una parte i servizi sociali, dall’altra un omosessuale”

      http://www.3dca.flcourts.org/Opinions/3D08-3044.pdf

      In esso si legge che entrambe le parti si trovano d’accordo sul fatto che eterosessuali e omosessuali possono essere genitori validi”

      Questo è scarsamente rilevante. Non mi meraviglio che l’omosessuale pensi che eterosessuali e omosessuali possano essere genitori validi. Quanto ai servizi sociali della Florida, non mi risulta che siano un’autorità scientifica riconosciuta (e comunque sono contrari all’adozione, come rilevi)

      “A pag 17 la corte afferma che l’interesse dei bambini non venga protetto vietando l’adozione da parte di omosessuali.

      “the best interests of children are not preserved by prohibiting homosexual adoption”.

      E’ l’opinabilissima opinione di una corte distrettuale. Niente di più

      “La stessa corte afferma poco prima di basare questa scelta su centinaia di studi pubblicati da riviste scientifiche e revisionati da esperti prima della pubblicazione e dichiara che la questione sia ormai assodata e che sarebbe irrazionale sostenere un’idea differente”.

      Quali studi? Chi ne ha stabilito il valore?

      La conclusione della Corte la dice lunga sui pregiudizi di chi la compone e sulla competenza scientifica (nonché sui pregiudizi) dei suoi consulenti. “La corte dichiara che la questione sia ormai assodata e che sarebbe irrazionale sostenere un’idea differente”: un vero e proprio apoftegma antiscientifico, che trascura sfacciatamentegli studi di segno opposto e viola uno dei precetti basilari della scienza: lasciare l’uscio aperto al dubbio (senza per questo sprofondare nel più totale relativismo).

      In definitiva: la formidabile conclusione della Corte qualifica da sola la serietà con cui è stata affrontata la questione.

    24. Adriano

      Alessandro

      Mi pare tu abbia evitato nei tuoi commenti precedenti di parlare di genitore omosessuale, ma hai sempre parlato di coppia. E anche qui sopra dici lo stesso:

      “ergo rispetto a Caio Mevia e Tizia non sono genitori”
      Quindi, secondo te neanche la madre biologica, se omosessuale, può essere genitore, anche se madre biologica? Ma se Tizia madre biologica di Caio non fosse in coppia con Mevia, allora potrebbe essere genitore?

      Inoltre la Chiesa cattolica afferma che gli omosessuali “devono essere accolti con rispetto” nella Chiesa (2358 Catechismo), mentre le relazioni omosessuali sono considerati “contrari alla legge naturale” (2357). Gli stessi omosessuali “sono chiamati alla castità” (2359). Da quello che ho capito l’omosessuale, se single e casto, è accettato nella chiesa. Se in coppia no.
      Vedi quindi che per la Chiesa, riprendendo le tue parole, una banana va bene ma una coppia di banane no? 🙂

      Le lezioncine che mi chiedi di risparmiarti sono del tutto simili (anche nell’espressione usata) a quella che tu hai pensato di scrivere in precedenza. Ti rendo solo pan per focaccia. 🙂

      “Obiezione risibile: gli interventi si valutano non per la provenienza, ma per l’intrinseco valore.Obiezione risibile: gli interventi si valutano non per la provenienza, ma per l’intrinseco valore.”
      Certo. Ma io l’ho ribadito più volte, parlo del sito dove sono pubblicati questi studi, non del credo/orientamento sessuale degli autori (cosa che ignoro). Ho solo fatto notare che quei link venivano tutti da siti pro-cattolici, per cui, ribadisco, mi sarei meravigliato di trovare informazioni diverse. Invece gli altri link che hai aggiunto solo in un secondo tempo, sembrano provenire da fonti neutre.

      “Il link che riferisci dice niente di più di quello che riporti anche tu ”
      L’articolo che riporto dice molto di più. Esso tra l’altro fa riferimento a una ricerca pubblicata sul Journal of Marriage and Family. Non c’è il link, proprio come i riferimenti negli articoli che hai citato tu prima.
      Per ottenere l’articolo in questione:

      http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1741-3737.2009.00678.x/abstract

      Così puoi analizzarne l’autorevolezza ed esaminarlo nel dettaglio.

      Tra l’altro il tuo link sul sito dell’American College of Pediatricians dice (personalmente non so se condividere) che anche le famiglie monoparentali sono dannose per i bambini che ci vivono… Quindi la mia domanda che avevi liquidato come “banale” non lo è. Eccola:
      – Allora secondo te bisognerebbe togliere i figli alle ragazze madri (e ai ragazzi padri) e anche a vedovi e vedove? In fondo anche in questi casi manca una figura genitoriale –
      Penso che sarai d’accordo che la risposta a questa domanda sia no.

      Mi pare che nello stesso articolo che citi la differenza tra una famiglia monoparentale e quella con un omosessuale sia legata a una serie di fattori rischio, che dovrebbero essere maggiormente presenti nel mondo gay/lesbo… Ma questi rischi (violenza, promiscuità, tossicodipendenza ecc.) non mi sembrano ineluttabili (neanche la ricerca in questione dice ciò). Mi pare che escludere a priori, senza un’analisi caso per caso, che un omosessuale solo perché tale non possa essere un buon genitore è come escludere da un hotel un cliente solo perché italiano, visto che “con gli italiani c’è un maggior rischio di furto” (non mi pare che essere italiani porti ineluttabilmente a fare furti in hotel).

      Quanto al parere della Corte della Florida, se vuoi sapere quali basi poggia lo stesso, basta leggere la sentenza. Una porta aperta nel parere viene lasciata. Nella fretta ho dimenticato di tradurre un “per ora”.

      this court is satisfied that the issue is SO FAR beyond dispute that it would be irrational to hold otherwise;

      I risultati dei link che ho messo cozzano con quelli che hai messo tu? Già lo so e l’ho già scritto.

      Per questo, fino a prova contraria, non vedo poi questa certezza del fatto che un omosessuale, solo per il fatto di essere omosessuale, non possa essere un buon genitore, né più né meno di un genitore single. Come un cattivo marito (o una cattiva moglie) solo per questo fatto, non diventa automaticamente un cattivo genitore.

      Spero di aver espresso in modo chiaro la mia opinione.

      Buona notte.

    25. Alessandro

      Adriano

      “Mi pare tu abbia evitato nei tuoi commenti precedenti di parlare di genitore omosessuale, ma hai sempre parlato di coppia. E anche qui sopra dici lo stesso:
      “ergo rispetto a Caio Mevia e Tizia non sono genitori”
      Quindi, secondo te neanche la madre biologica, se omosessuale, può essere genitore, anche se madre biologica? Ma se Tizia madre biologica di Caio non fosse in coppia con Mevia, allora potrebbe essere genitore?”

      Tizia, in coppia o non in coppia con Mevia, è genitrice biologica di Caio. Ma Tizia e Mevia non sono genitori di Caio

      “Inoltre la Chiesa cattolica afferma che gli omosessuali “devono essere accolti con rispetto” nella Chiesa (2358 Catechismo), mentre le relazioni omosessuali sono considerati “contrari alla legge naturale” (2357). Gli stessi omosessuali “sono chiamati alla castità” (2359). Da quello che ho capito l’omosessuale, se single e casto, è accettato nella chiesa. Se in coppia no”

      No, sei troppo drastico. Anche l’omosessuale non casto è accettato nella Chiesa, che ama tutti i suoi figli. Anch’io, che forse sono peccatore non meno di un omosessuale non casto, sono accettato nella Chiesa, madre affettuosa e pazienti con i suoi figli (tutti bisognosi di purificazione)

      “Vedi quindi che per la Chiesa, riprendendo le tue parole, una banana va bene ma una coppia di banane no?”

      Non è questione di andare bene o no: l’omosessuale casto non pecca contro la castità, l’omosessuale non casto pecca contro la castità.

      “Le lezioncine che mi chiedi di risparmiarti sono del tutto simili (anche nell’espressione usata) a quella che tu hai pensato di scrivere in precedenza. Ti rendo solo pan per focaccia”

      Allora difendi l’idea del taglione! 🙂
      Bene, allora interrompo le lezioncine. Mi disarmo seduta stante 🙂

      “Obiezione risibile: gli interventi si valutano non per la provenienza, ma per l’intrinseco valore.”Certo. Ma io l’ho ribadito più volte, parlo del sito dove sono pubblicati questi studi, non del credo/orientamento sessuale degli autori (cosa che ignoro). Ho solo fatto notare che quei link venivano tutti da siti pro-cattolici, per cui, ribadisco, mi sarei meravigliato di trovare informazioni diverse. Invece gli altri link che hai aggiunto solo in un secondo tempo, sembrano provenire da fonti neutre”

      Non ti seguo: se dici che sono siti pro-cattolici e che quindi ti saresti meravigliato di trovare informazioni diverse stai sostenendo che il sito sia partigiano, cioè facilmente indiziabile di essere poco attendibile. Cioè appunto stai sostenendo che gli interventi NON si valutano per l’intrinseco valore, ma per la provenienza.

      Comunque, se concordi sul fatto che un lavoro vada valutato in sé stesso e non in base al medium che lo propone, allora non c’è da adoperarsi a rinvenire fonti “neutre” o presunte tali.

      “Il link che riferisci dice niente di più di quello che riporti anche tu ”
      L’articolo che riporto dice molto di più. Esso tra l’altro fa riferimento a una ricerca pubblicata sul Journal of Marriage and Family. Non c’è il link, proprio come i riferimenti negli articoli che hai citato tu prima.
      Per ottenere l’articolo in questione:

      http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1741-3737.2009.00678.x/abstract

      Così puoi analizzarne l’autorevolezza ed esaminarlo nel dettaglio”

      Non ho la competenza (né il tempo) per farlo, incaricherò qualcuno. Comunque i due studi principali citati da Navarini sono consultabili entrambi online. Il link a uno l’ho già dato, ecco l’altro

      http://www.frc.org/get.cfm?i=IS01J3#edn48

      “Tra l’altro il tuo link sul sito dell’American College of Pediatricians dice (personalmente non so se condividere) che anche le famiglie monoparentali sono dannose per i bambini che ci vivono… Quindi la mia domanda che avevi liquidato come “banale” non lo è. Eccola:
      – Allora secondo te bisognerebbe togliere i figli alle ragazze madri (e ai ragazzi padri) e anche a vedovi e vedove? In fondo anche in questi casi manca una figura genitoriale –
      Penso che sarai d’accordo che la risposta a questa domanda sia no”.

      Certo, non vanno tolti i figli, perché il mio famoso “schema” (chiamiamolo così) in questi casi è rispettato. E nemmeno l’American College of Pediatricians propone di togliere i figli al genitore vedovo, alla ragazza madre ecc.
      Le famiglie monoparentali possono dare più problemi di quelle biparentali, ma certo una famiglia biparentale con dei tangheri come genitori può anche fare molto peggio… non c’è limite al male che le persone possono fare, da sole o in coppia…

      “Mi pare che nello stesso articolo che citi la differenza tra una famiglia monoparentale e quella con un omosessuale sia legata a una serie di fattori rischio, che dovrebbero essere maggiormente presenti nel mondo gay/lesbo… Ma questi rischi (violenza, promiscuità, tossicodipendenza ecc.) non mi sembrano ineluttabili (neanche la ricerca in questione dice ciò)”
      Certo: si parla di tendenze accentuate, non di fato ineluttabile.

      “Mi pare che escludere a priori, senza un’analisi caso per caso, che un omosessuale solo perché tale non possa essere un buon genitore è come escludere da un hotel un cliente solo perché italiano, visto che “con gli italiani c’è un maggior rischio di furto” (non mi pare che essere italiani porti ineluttabilmente a fare furti in hotel)”

      Hai un’opinione eccessivamente negativa degli italiani 🙂

      In generale i cosiddetti “genitori” omosessuali, per quanto benintenzionati, fanno danni rilevanti sulla psiche del c.d. “figlio”. Per questo non devono poterne adottare. Se poi alcuni ne fanno un po’ meno (ciò dipende da mille variabili imponderabili), sono più contento che se ne facessero di più, ma ciò non toglie che ne facciano (e lo dico senza malanimo nei confronti degli omosessuali).

      “Quanto al parere della Corte della Florida, se vuoi sapere quali basi poggia lo stesso, basta leggere la sentenza. Una porta aperta nel parere viene lasciata. Nella fretta ho dimenticato di tradurre un “per ora”.”

      Anche con quel “per ora” l’affermazione non è sostenibile, perché evidentemente trascura gli studi di segno opposto

      “I risultati dei link che ho messo cozzano con quelli che hai messo tu? Già lo so e l’ho già scritto. Per questo, fino a prova contraria, non vedo poi questa certezza del fatto che un omosessuale, solo per il fatto di essere omosessuale, non possa essere un buon genitore…”

      Mi spiace, nego paritatem: gli studi citati da me sono dell’American College of Pediatricians e del Family Research Council. Un review di due sociologi non può stare al pari. La bilancia continua a pendere a favore degli studi citati da Navarini (allmeno per me, poi ognuno pensi quello che vuole).
      Ciò non toglie che lo studio dei due sociologi vada esaminato attentamente. Ma dubito che siamo di fronte alla pietra filosofale in grado di smentire gli altri due studi (e la bibliografia che li sostiene).
      Comunque, vedrò di procurarmelo, questo studio indicato da te.

      Chiare le rispettive posizioni, credo

      Buona notte anche a te

    26. Adriano

      Alessandro

      Intanto grazie per i link che hai fornito. E’ interessante, almeno per me, scambiare opinioni con chi la pensa diversamente e vuole parlarne.

      Questione siti dei link. Per “provenienza” avevo inteso l’autore dei vari studi, ma non il sito dove vengono pubblicati. Uno studio può essere scritto da un cattolico su un sito pro gay o da un gay su un sito pro-cattolico.
      Ribadisco: un’affermazione contraria all’adozione da parte di omosessuali è meno ovvia se pubblicata su un sito pro gay (come trovarne una a favore su un sito pro-cattolico) e, a mio avviso, ha pure basi più solide visto che il medium, come lo chiami tu, influenza ciò che viene pubblicato.

      Le review di cui parlo hanno coinvolto centinaia di studi pubblicati in riviste specializzate e revisionati da esperti. Non so se, come dici tu, la bilancia possa pendere a favore di quanto citato dalla Navarini…

      “Hai un’opinione eccessivamente negativa degli italiani :-)”
      No, ne sono stato vittima. E, se vuoi, posso farti l’elenco dei nomignoli che ci vengono affibbiati all’estero. 🙂

      Buona giornata

    27. Alessandro

      Adriano

      Bene, un po’ per uno qualche link interessante da leggere l’abbiamo dato, speriamo di aver contribuito seriamente a farsi un’idea sulla questione!

      E poi ognuno vedrà dove pende la sua bilancia 🙂

      Mi dispiace che tu sia stato vittima di pregiudizi anti-italiani… però, visto che mi sembra tu abbia viaggiato parecchio, potresti raccontarci magari qualche… retroscena sulle magagne che affliggono i nostri amici non italiani… non saranno mica perfetti nemmeno loro 🙂

      Buona giornata anche a te

    28. Adriano

      “Mi dispiace che tu sia stato vittima di pregiudizi anti-italiani… però, visto che mi sembra tu abbia viaggiato parecchio, potresti raccontarci magari qualche… retroscena sulle magagne che affliggono i nostri amici non italiani… non saranno mica perfetti nemmeno loro”

      Una sola frase: tutto il mondo è paese. 🙂

  9. Adriano

    E poi, se si vuole “scongiurare” questa “pandemia” di cognomi, basta prevedere di poter passarne solo uno dei propri alla progenie.
    Difficoltà di scelta? Certo, come ogni volta che c’è più di un’opzione.
    Personalmente preferisco avere questo imbarazzo che essere obbligato a fare qualcosa che considero illogico.

    1. Alessandro

      “basta prevedere di poter passarne uno”. E, di grazia, chi è titolato a stabilire quale passare? Il neonato (no: troppo piccolo, per decidere)? I genitori? Litigheranno certamente, quindi chi? un giudice (e su che base: su quale cognome gli suona meglio?). Famo testa o croce, gratta e vinci. l’ufficiale dell’anagrafe. E questo sarebbe l’incomprimibile pregiatissimo diritto da rivendicare: che uno dell’anagrafe o un lancio di monetina decidano il mio cognome?

    2. -Si, dai, pur’ io.

      Anche perchè è dalla legge 197 che tutte le leggi che INVECE danno sana possibilità di scelta -non solo ai sani e dunque è una conquista- mi garbano e non poco. No, no che non ne faccio -solo- una questione di “democrazia”. Non c’entra nulla, almeno in questo, la democrazia a mio super/modesto/avviso. Ne faccio proprio una questione della solita questione delle “pari opportunità”.
      Non tutti credono nel santissimo/eccellentissimo/ e senza un filo d’ironia/ PATRIARCATO.

      Io ci credo e alla grande.
      Ma fin quando non si tratta d’ammazzar nessuno, o le idee di nessuno, io sono per la possibilità di scelta e per quella sua difesa a oltranza.
      MENTRE E’ CHIARO CHE INTANTO, tutte le volte che posso avere voce in capitolo -quando voto, o in un blog, o al bar cogli amici, etc- è la difesa del cognome di papà che io personalmente reclamo. Aggiungendoci dunque anche il mio, alla prole che avrò col futuro FAMOSISSIMO marito che verrà.

      (Ma mi son persa dei commenti, mi accorgo solo adesso che l’alert della mia posta indica siano arrivati nuovi messaggi….E datemi ‘n attimooooo!
      – leggo…..
      ma…ma…ma….che c’entra mo l’omofobia? Non ditemi che mo qui mi date dell’omofoba perchè io AMO gli omosessuali ma aborrisco l’mosessualità?
      Cavolo, ok, vado in rewind, mi ritocca rileggermi tutti i commenti e dall’inizio.
      E uffàààààààààà.)

      Candy Candy trullalà.

  10. Vergogna!!! Noi siamo qui a dibattere questioni “futili” (ma sì, dài, che ogni uno si potesse levare e mettere il cognome il nome la sigla come gli paresse a lui!!!) e intanto al povero Luigi stanno per manomettergli la proboscide!!!
    E poi ancora una domanda di carattere para-teologico: ma la copulazione, in se stessa, in assoluto, come fatto a se stante specifico eccetra è peccato? E se fosse peccato che peccato (cosiddetto) sarebbe, tra quegl’altri possibili?

    1. Sei un fenomeno Alvise!!! Solo tu puoi risollevare dallo stallo certe situazioni! Spiegami di più su Luigi, ché forse nei giorni scorsi mi sono perso qualcosa. Per quanto riguarda la domanda parateologica, in venti secoli la risposta è stata fondamentalmente o “sì, certo” o “no, certo” (appena intervallata da qualche sporadico periodo di “vediamo, dipende da…”). Oggigiorno i teologi fanno ampio uso di analogie corporee (e sessuali), soprattutto nei campi dell’ascetica e della trinitaria (e sulla prima di queste ci mette lo zampino anche la psicanalisi). Non è, però, che “nel passato” (come si sente dire generalmente) la risposta fosse “sì” mentre oggi è “no”: Tommaso pone con molta serenità e serietà la questione del piacere unitivo nel paradiso terrestre – il quale sarebbe stato, ahinoi, infinitamente più forte di quanto non sia con la natura indebolita dal peccato. Questo è quanto…

  11. Luigi

    Tranquilli, la prolunga dorme sonni tranquilli, quiete prima della tempesta, troppa quiete a dire il vero, dato che nessuno solletica la sua attenzione. Ne riparliamo fra un mese o due. Continuate a parlar di cognomi, radici e fasoi. Dandy Dandy trullala sei un mito.

    1. Luigi

      Candy non Dandy stupido correttore automatico. Ecco, il correttore automatico rappresenta proprio la concezione dell’omologazione, del politically correct. Ma mi lasciassero in pace, uffa sempre appresso a dirmi che devo fare.

  12. Alessandro

    Uno sta a parlare seriamente di cognomi e patronimici e quell’altro sempre una sola cosa c’ha in testa, e la copula di qua, e la copula di là… trullallerotrullallà

    – io non mi chiamo più Homer Simpson, mi chiamo MAX POWER. Le piace? L’ho preso da un phon

  13. Costanza.Ma ti vengono, così, spontanee, tutte queste avversioni verso ogni
    iniziativa terrena: Sì, lo so, il ridicolo, forse i secondi fini satanici, la necessità di dedicarsi
    (i politici, che iddio li fulmini!!!)a problemi seri, (no, come raccontava DiPietro, che alle volte è simpatico, anche se lo vuole fare sempre per forza il simpatico e questo non è simpatico, che si parla in parlamento della lunghezza della coda dei cani, a parte che di tutto si parla in parlamento purtroppo anche troppo) ma a un certo punto invece di andare a rivedere sempre le pulci a tutti i miscredenti (di solito, è questo che non puoi soffrire, che ci sia i miscredenti e che questi miscredenti vogliano (anche loro) pigliare delle decisioni, ma a un certo punto io direi con Laura MACHISSENEFREGA!!!!

    1. Io DA QUANDO ME LA FACCIO CON VOI ho il terrore solo di una cosa:
      che un giorno un terrorista mi rapisca (certamente “cecato” = non vedente) e mi obblighi, per salvare in cambio il mondo – orientale e non -, a scegliere chi buttare dalla torre: ditemi infatti chi tra TUTTI VOI MITICISSIMI, VOI PROPRIO TUTTI, potrei mai scartare.

      No. Non c’è l’opzione di buttare la principessa.
      No, nemmeno l’Admin. E nemmeno…
      Allora????????????????????????????????????????????????

    2. Alessandro

      dolce donzella, trasferisciti da Alvise: maneggia divinamente coltelli scalpelli e martelli, mena come un fabbro, è un mago con colt e winchester, ha munizioni e vettovaglie per resistere a un assedio di giorni in attesa dei rinforzi (arrivano i nostriiiiiii!), se un satanasso prova a rapirti gli cambia i connotati, e pure il cognome, ohhh se glielo cambia…

    3. nonpuoiessereserio

      Alvise, pian coi trasferimenti, qui non siamo nell’Eden citato da Cyrano, che poi caro Cyrano, ma se erano solo in due? voglio dire? più di tanto… che poi ovvio, il mondo era vuoto non avevano sovraffollamenti, detrazioni, coinquilini, esattori e soprattutto televisioni, palestre e concorrenti.

  14. Antonio

    Mettiamola così, Adriano.

    Assecondando questa tua smania, arriverà un giorno in cui la stessa Legge a cui tu ti appelli per avere “più possibilità”, “infinite possibilità”, ti priverà anche della libertà stessa di dire “voglio l’imbarazzo della scelta!”.

    E quando non potrai più nemmeno coltivare tale passione, perché divenuto reato, cosa farai?

    Un abbraccio a tutti

    1. Adriano

      Spiegami un po’ come una legge che dà maggiore libertà mini la libertà stessa….

  15. Antonio

    Chissà che non arriverà anche il tempo in cui sarò in grado di rispondere degnamente alla tua domanda, caro Alvise…

    1. Adriano non ha capito che non ci sono nè domande né risposte, perchè è giovane, si farà, ne sono sicuro….
      Ma io ti volevo dire, a proposito del filmato, un PAULBRATTER in gran forma, mi è sembrato, o no? (punto interrogativo)

  16. nonpuoiessereserio

    @Adriano
    Più libertà ti danno e meno ce ne sarà per gli altri. Funziona esattamente come la proprietà.

    1. Luigi

      Non solo è vero, ma pure ovvio. Lui vorrebbe spadroneggiare ma è legato a me. Ancora lo tengo a bada.

    2. Che spettacolare schermata tra UOMINI.
      Prima di voi praticamente il nulla.
      Alvise, e Luigi, e Alessandro, e Adriano, e Paul, e poi ancora Alvise, poi Antonio, e poi Luigi e poi di nuovo Adriano, e poi e poi e poi.
      Il mio Re ha questo esercito invisibile. Mi guardo il petto e lo osservo rigonfiarsi di fierezza.
      (E sono 34 anni che pensavo d’essere figlia unica, invece…)

      Io vi voglio tutti. Si può fare?
      Lo so che sono pretenziosetta. Stravero. Ma il terrorista ha detto che è scaduto il tempo nell’attimo stesso di un certo tonfo.
      Alvise, grazie. Era un terrorista noioso da paura.

      ….Ma che gioia avere adesso una torre così affollata…
      E che vergogna, adesso, commuovermi qui da sola, al solo pensiero di avervi per fratelli.

      Cintura nera di karate ma de cheeeee?
      Ah, mi odio quando piango come ‘na mocciosetta.
      E non siete MANCO VIOLA come i miei fioreeeelliniiiiiiiiiiii!

      Andate tutti a quel Paese.

    3. Adriano

      @ nonpuoiessereserio

      “Più libertà ti danno e meno ce ne sarà per gli altri.”

      E in che modo, di grazia, il fatto che la coppia che vive di fianco a casa dà il cognome della madre al figlio limita la tua libertà?

  17. Adriano

    Un padre si comporterebbe diversamente, sarebbe meno padre solo perché suo figlio portasse un cognome diverso?
    E questa patriarchia fa davvero bene?

  18. Barbara Favi

    Tutte le volte che si parla di rilevanza dei nomi, del cambiare nome e di polemiche sui nomi delle cose, mi viene in mente questo –

    http://www.youtube.com/watch?v=iwgJRGyMWGA

    “Sovvertiamo il finale?”.

    Pur venendo da una famiglia con nonno femminista (piu’ della nonna, in effetti), mamma femminista e papa’ che lo e’ diventato visto che eravamo in maggioranza numerica, in casa mia di cambiamenti di cognome non si e’ mai discusso. Sara’ che tutti erano impegnati a mettere insieme pranzo e cena e mantenere la prole? O forse che non abbiamo mai confuso patriarcato e convenzione patrilineare?

  19. Barbara Favi

    Scherzi a parte, da buona ognunista liberale difendo il diritto alla scelta e mi sembrerebbe carino che quando c’e’ accordo fra i genitori di un minore per il cambiamento di cognome o quando il cambiamento e’ richiesto dall’interessato stesso, le procedure burocratiche si snellissero (ma in realta’ sono favorevole allo snellimento della burocrazia tout court).

    L’articolo di Maria Laura Rodota’ l’ho letto (l’ho recuperato qui http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/90af347c88d9eac102a56cee5f2dd123.pdf dopo una breve googleata), e’ ironico, per niente militante e parla principalmente del cambiamento di cognomi “che generano disagio sociale”. A me, in realta’, chiamarmi col cognome di papa’, mamma o della bis-prozia della nipote del fratello del cugino acquisito da parte di mamma (cit) non fa differenza – i miei parenti sono tutte brave persone e un cognome vale l’altro. Credo che se pero’ di cognome facessi Badalamenti o Riina, non la penserei allo stesso modo e mi piacerebbe acquisire il cognome di mia madre quanto prima – e che male ci sarebbe, dopotutto?

    1. Alessandro

      Ma infatti, se uno ha un cognome insostenibile lo cambi. Il problema a mio modo di vedere non sta nei casi limite… se di cognome facessi coglio.. pure io lo cambierei (il cognome)…

  20. Adriano

    “O forse che non abbiamo mai confuso patriarcato e convenzione patrilineare?”

    🙂

  21. @ Adriano
    scriveva: “Pensi mi allontanerei dalla nostra panchina se mi parlassi della regia occulta che sospetti [circa la “liceità” dell’omosessualità] ? Perché?
    Intanto goditi pure il gelato con la g maiuscola assai.
    Buona notte e un bacetto a te! :-)”

    C’è poco di occulto in monsieur Satana, Adry. Credimi. E non te lo dico perchè “mi occupo”, e proprio sul campo, scientificamente/piu’ che posso/dettagliatamente di diagnosi differenziale tra possessione diabolica e psicosi di pura origine psicopatologica.
    E’ la principale occupazione di tutta la mia vita, ad oggi (insieme a qualcos’altra cosina ma sempre nel campo….)
    Poi magari domani farò la giardiniera (finalmente … 🙂 ), ma tutto quello che voglio, adesso e furiosamente, è continuare nelle mie piccinissime ricerche che solo grazie al mio Re si avvalgono di consulenze di veri studiosi (di cui non posso fare nomi, non adesso, e non prima di pubblicazioni, naturalmente, ma mica pe’ me, macchemefrega –> io non so’ e resto NESSUNO (e mi piace pure) che son arguti sul serio. LORO) il cui cervello mi succhio spesso e volentieri, scappando io di qua e di là nei loro studi medici (pazienti “nostri” con psichiatri ) o nel corso di esorcismi (pazienti “nostri” con psichiatri + esorcisti).

    Tutto ciò che è occulto nel demonio riguarda unicamente quel suo pertinacissimo trucco di far credere che non ci sia, e farlo credere ovunque può, ergo quasi ovunque.

    Se proprio hai ancora voglia di rimanere sulla nostra panchina io ho molto piacere di intrattenermi con me.
    A me servono solo due cose, per avere ancora voglia di parlare:
    il tuo ascolto serio che non dà nulla per scontato
    e quel tuo tono garbato che mi piace non poco.

    Adry, io sono solo una donna.
    Io non posso dimostrare l’esistenza di Dio.
    E manco mi interessa, in tutta sincerità.
    Io non ho visioni, non ho interiori locuzioni.
    Eppure per me Dio è il fatto più concreto che ci sia.
    E io -non so davvero per quale diavolo di motivo- sono stata sempre circondata (fino a sposarmene uno, per un pelo) da atei, ma di quelli proprio pensanti, e non solo itineranti.

    E allora un giorno mi sono guardata le mani.
    Ho scoperto che il mio Re mi ci aveva poggiato dentro una specie di rabbia che poi non è proprio rabbia, uno sdegno, come un’impotenza, una fame impetuosa divorata dalla consapevolezza di non riuscire, io, ad affamare proprio nessuno, di non riuscire, io, a portare nessuno alla Fonte (solo con le PAROLE), e ci sbatto contro ogni santo giorno: tutti questi affamati di verità -come lo ero io tempo fa-.
    E allora tutta questa impotenza che leggo negli occhi di chiunque io incontri -sono 9 su 10 tutti atei, quelli che incontro e puntualmente, e tutti lampantemente intelligenti- e mi arrabbio da morire perchè lo sento -lo so che non è facile un bischero, credere, ci sono momenti che non è facile per nessuno, io penso-:
    io lo sento che nessuno al mondo è contento se Dio non esiste. Non sono un genio ma lo sento sul serio.
    E allora vaffangiro a tutti, ahh!!! ….se solo io potessi portarvi, tutti, uno ad uno tutti gli atei che ho incontrato e certo ancora incontrerò, io non posso portarvi ad uno solo degli esorcismi cui assisto, uno solo e manco durante la levitazione del povero posseduto, uno solo, uno però “posseduto di certo”, dove la diagnosi sia stata effettuata ma sul serio -ci vogliono fior fior di menti e per nulla necessariamente cattoliche, quantomeno per quell'”onestà intellettuale che SOSPENDE IL GIUDIZIO”n on serve un solo credente quando hai di fronte l’evidenza del male che esiste, bastano i propri 5 sensi e un po’ di fegato (io la chiamo “grazia”) per riuscire a restare ancora in quella stanza.
    Allora cavolo, Dio non si può dimostrare che esista ma:
    l’Altro, il poveraccio, l’unico vero orfano che c’è -e per SUA eterna scelta- si, scientificamente si può dimostrare che esista.
    Con una diagnosi differenziale, oculatissima, d’accordo. Io sarei pronta. Se questa è la mia strada a me sta bene eccome, purchè il mio Re continui il tutto perchè è dura e non poco, specie al ritorno a casa, sola, con tutte quelle orrende “rivendicazioni”. Vabbè. Basta così.

    Ecco, io mi occuperei, molto nel mio piccolissimo, di questo.

    Di occulto c’è molto poco, qui sotto al Cielo, Adriano che mi sei già caro.
    E’ nel nostro cuore che spesso giochiamo a nascondino, e io ne sono spessissimissimo la prima.

    Per tutti quelli che non gli basta osservare il firmamento per dire che l’ha fatto Dio,
    io mi studio ‘sta diagnosi differenziale tra psicosi e possessione.
    Capì?

    🙂

    Dooooooooooolce nooooooooooootteeeeeeeeeee 🙂 🙂

    1. Adriano

      Daniela Yeshua

      Come vedi ti ho ascoltato.
      Il diavolo? Non so dove sia, ma personalmente non l’ho visto negli omosessuali, se non in alcuni come reazione all’esclusione che subiscono in base anche a idee cattoliche (anche se gli omosessuali vengono accettati dalla Chiesa) c’è del risentimento, della voglia di andare contro, un atteggiamento del tipo “visto che mi credete così, e che la cosa vi dà fastidio, allora faccio in modo di essere come mi credete”.

      Buona giornata!

  22. Alessandro

    “L’ultima astuzia del diavolo fu quella di spargere la voce della sua morte” (Giovanni Papini)

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