Le lezioni della blingibessa

di Cyrano

Lo ammetto: sono un sentimentale (avanti, su, sentiamo chi è che ora dice che l’aveva già capito!). Devo ammetterlo perché quando leggo cose come la lettera di don Antonello che Costanza ci ha proposto ieri (repetita iuvant) è sempre difficile perdere giri, e schiarirsi la voce per iscritto non è una scemenza – già è stato un prodigio per il Caruso di Lucio Dalla, che comunque lo faceva in retto tono cantato… Comunque stavolta Costanza mi sente: ‘sta cosa che dopo di lei scrivo io mi va sempre meno bene!

Ahem, dunque: la cosa fantastica, in ogni caso, è che risulta davvero difficile, sempre più difficile, difficilissimo, sconfinare nell’“off topic”. Che dire, per esempio, del fatto che un missionario d’in capo al mondo non ha trovato troppo audace scrivere a una donna che non ha mai visto per chiederle soldi (a lei e ai suoi amici!), e che questa donna ha ritenuto perlomeno ragionevole pubblicare la di lui lettera sul proprio blog? «Magari che è a corto di idee, e che qualcosa doveva pur scrivere…»: come se non la conoscessimo. «Oppure è che in realtà il missionario non esiste e i soldi se li prende lei»: ehi, questa è degna di Cecchi Paone! Frequenta anche lui il blog? «È che sta finendoooooooo: viene risucchiata nel nulla da cui era emersa anche quest’avventura del blog (bella, non dico di no, per carità, semmai, a mio parere, comunque transitoria)»: no, non ci casco, questo l’ho sgamato!

E non è come un minestrone, per cui (sai) visto che in fondo non parliamo di niente possiamo parlare un po’ di tutto… Non ci sono “off topic” perché una delle cose che il blog ha in comune addirittura con la Chiesa è che li sperimentiamo spuntare entrambi da dove non ce li aspettavamo. Le breaking news di un disastro possono, sì, strapparti una lacrima e forse perfino allentarti la molla del portafogli (oltre che deprimerti, il più delle volte), ma non hanno il potere di farti sapere e sentire che i tuoi interessi sono precisamente quelli di altre persone, che tu non hai neanche mai visto, ma che hanno visto, sentito, toccato e gustato quello che hai visto, sentito toccato e gustato tu. «Di che reggimento siete, fratelli?»: vero, nelle disgrazie ci ritroviamo al limite membri della medesima famiglia – e Ungaretti marca parole di fuoco nel buio – ma non membra del medesimo corpo – questo lo può solo Cristo, che è “nostra pasqua” attraverso l’angoscia e il buio verso la luce e la vera gioia (che non passa).

Quando scopri che il tuo vantaggio combacia con quello di Cristo, e che le aspirazioni e i desidèri di Cristo sono i tuoi, allora stai vivendo (e conoscendo) la Chiesa, e non proverai più stupore che gioia, scoprendo un bel giorno di punto in bianco che stai scorgendo il profilo felpato di Cristo attorno a te – a garanzia che “vale la pena”, in generale, di tutto.

La ragione per cui è “un affare mio” che degli uomini, sulla faccia della terra, abbiano un motivo per non suicidarsi, me l’ha ricordata pochi giorni fa una blingibessa quattrenne (c’è sempre una blingibessa di mezzo) dai cui baci mi sono lasciato spolpare. Ora, la lezione non consiste nei baci, che comunque sono sempre di numero inferiore al bisogno (le blingibesse, non si sa come, sono informate fin dalla più tenera età sulle quotazioni dei baci al dettaglio), bensì nella passeggiata in bici sul far della sera. Raggiunto dalla ciclabile un limitrofo campo coltivato a cereali, la blingibessa ha preso a domandare al padre (un re, naturalmente) il perché delle spighe: la lezione comincia quando uno capisce che al mondo è chi fa le domande che dispensa sapienza, mentre di solito chi dà le risposte è il primo a rendersi conto dell’enormità della lezione che riceve. Perché le spighe?

Papà ha risposto: «Il grano ha quelle lunghe spighe perché i topolini da sotto non arrivino a mangiare i chicchi, ed è coronata da quelle specie di aghi perché neanche gli uccellini da sopra possano scendere a beccarli. Così poi arrivano gli uomini, che vedono quando il grano e maturo e non lo prendono né prima né dopo; con la falce tagliano lo stelo in basso e legano gli steli in fascine. Poi tirano fuori il grano dalle spighe – solo gli uomini sanno come si fa a farlo senza pungersi! – e mettono da parte lo stelo, perché insieme con gli altri servirà per pulire le stalle di quelli che hanno le mucche. Invece il grano viene messo da parte, perché gli uomini sanno aspettare anche se hanno del cibo davanti, e invece di mangiarlo subito lo macinano, ne fanno farina e poi tante delle cose che troviamo in tavola».

La blingibessa ascoltava, ma eravamo noialtri a stupirci di quello che ci aveva fatto dire: per chi è stato inventato il grano? Era veramente stato pensato in modo che soltanto gli uomini potessero mangiarlo? Se le cose stavano così, potevamo tranquillamente continuare a pedalare verso il sole cadente, sicuri che l’indomani sarebbe rispuntato dall’altro lato – non perché finora non ha mai mancato un appuntamento, ma perché il grano non era ancora maturo. Oppure quella del papà era solo una penosa bugia a una creatura cui non va rivelata, finché è possibile, la tragedia di questo vicolo cieco a senso unico che è l’esistenza? E se incliniamo a pensare che così sia, perché la risposta del papà non smette di soffiare in noi un venticello di rivelazione?

La cosa sta così: non ricordo se queste cose le sapevo o no, prima che lei chiedesse il perché delle spighe (mi girava ancora la testa per i baci? Non so, magari torno a fare un test, per amore della scienza…), ma il fatto è che in un mondo in cui le spighe crescono veramente perché gli uomini le lavorino e possano fare ciò che tutti gli animali fanno, ossia mangiare, in un modo infinitamente più elevato e “spirituale”, in un mondo così – e solo in un mondo così – si può dire a ogni uomo che c’è un motivo per non suicidarsi. Ma bisogna sapere il perché delle spighe…

La blingibessa lo sapeva: per questo l’ha chiesto.

105 pensieri su “Le lezioni della blingibessa

  1. fefral

    sono la prima, di nuovo!!! non ho letto il post, ma volevo metter giù il primo commento! buonanotte, vado a leggermi cosa vi siete detti ieri che ho latitato un po’

  2. Adriano

    “Quando scopri che il tuo vantaggio combacia con quello di Cristo, e che le aspirazioni e i desidèri di Cristo sono i tuoi, allora stai vivendo (e conoscendo) la Chiesa, e non proverai più stupore che gioia, scoprendo un bel giorno di punto in bianco che stai scorgendo il profilo felpato di Cristo attorno a te – a garanzia che “vale la pena”, in generale, di tutto.”

    Che invidia… Come si fa?

    1. Succede, Adriano, semplicemente “accade”. Il fatto è che quando è accaduto non ce la fai a sopportare che ad altri non sia “accaduto”, e lavori per questo. Questo è la “missione”, che è condividere l’ansia di Cristo.

  3. Luigi

    Questo è uno dei più bei post che abbia letto qui dentro, non mi ricordo la password per scrivere mi piace

  4. Che meraviglia. Non posso permettermi oggi il lusso di essere giù; la vita, violentemente meravigliosa! E le tracce che Dio ci lascia. Sono commossa. E basta. Grazie

    1. No, la blingibessa della storia non è una delle mie e quel padre non sono io. La spiegazione, concordo, è veramente bellissima.

    2. Peccato, Guido, secondo me ce l’avresti fatta : avrebbe tranquillamente potuto essere tua!
      E poi secondo me di BLINGIBESSA ce nè una sola!!!!!!!!!

  5. fefral

    “a garanzia che “vale la pena”, in generale, di tutto”
    bellissimo post, Cyrano. Dopo aver scritto ieri il mio commento veloce per guadagnare la prima posizione l’ho letto mentre gli occhi mi si chiudevano dal sonno. E mentre leggevo a un certo punto devo essermi addormentata e ho visto un campo di grano e una piccola principessa. E in lontananza un piccolo principe che parlava con una volpe. Mi sono scossa dal sonno pensando “sto finendo off topic”, che c’entra adesso il piccolo principe con il motivo per cui sono state inventate le spighe? Poi però una vocina mi ha suggerito “Non ci sono “off topic””. Ed è proprio così. Ogni cosa, ogni gesto, ogni parola, ogni singolo avvenimento della vita dell’uomo e dell’umanita, fa parte di un disegno bellissimo. Nulla è lasciato al caso, tutto contribuisce al raggiungimento del fine, un fine che è felicità. E la cosa meravigliosa è che questo disegno è nostro, di ogni singolo uomo e ogni singola donna. E’ nostro non solo perchè ci è stato donato, ma anche perchè siamo noi che contribuiamo a completarlo. Buona giorata nei campi di grano a tutti e a ognuno. Grazie piccola principessa che ci ricordi il senso del vivere.

  6. “ma il fatto è che in un mondo in cui le spighe crescono veramente perché gli uomini le lavorino e possano fare ciò che tutti gli animali fanno, ossia mangiare, in un modo infinitamente più elevato e “spirituale”, in un mondo così – e solo in un mondo così – si può dire a ogni uomo che c’è un motivo per non suicidarsi. Ma bisogna sapere il perché delle spighe…” così Cyrano…Ma il “perché” dele cose non esiste, questo noi lo sappiamo, solo ai bambini si racconta queste storie perchè è bello raccontarle e è anche bello che loro se le godano con stupore e meraviglia. Quanto alla conversione del Giappone a Cristo. In Giappone su 127.000.000 di persone solo 500.000 sono cattolici.
    La Chiesa è da sempre che ci prova a catechizzarli. In un articolo apparso sul Sole 24 0re di domenica scorsa si cita un libro del giornalista Eiichiro ToTokumoto in cui si ricostruisce l’alleanza fra massoneria e Chiesa Cattolica che voleva fare del paese, appena sconfitto dagli americani (e con il boom dei suicidi) una terra della croce.

    1. fefral

      @alvì “Ma il “perché” dele cose non esiste, questo noi lo sappiamo, solo ai bambini si racconta queste storie perchè è bello raccontarle e è anche bello che loro se le godano con stupore e meraviglia”
      “se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”
      Solo ai bambini si racconta queste storie, quindi voglio tornare bambina per crederci e goderne con stupore e meraviglia.
      Ciao Alvì!!!

    2. Anche io vorrei, mi riesce solo a momenti, per delle emozioni, ricordi di emozioni, momenti “poetici”, ma mentre penso non trovo perché di nulla
      (nulla ha un perché) (ma posso dire “io fo questo perchè voglio ottenere quest’altro” ma è un altro discorso)

    3. La Chiesa sa di essere e di dover essere lievito, nient’altro, quindi i numeri la preoccupano relativamente (talvolta, è vero, fin troppo). Ma lascia che ti rovesci la domanda: chi l’ha detto che «il “perché” delle cose non esiste, questo noi lo sappiamo»? Io penso che non sia irragionevole accordare fiducia a quel senso di bellezza (tu lo dici: «è bello») che le cose, nei momenti di trasparenza dell’essere, ci suggeriscono. A che serve la poesia? Possibile che sia stupido, sordo e cieco un mondo in cui fiorisce la poesia?

  7. bellissimo post, bellissima favola da raccontare a mille altre blingibesse – appena vorrano arrivare – e grande senso d’infinito che ci strappa un sorriso e ci fa sentire che non saremo mai soli. In fondo non sentirsi soli è una gran cosa per chi è in crisi e – chissà? – può salvare dal suicidio?

  8. fefral

    OFF TOPIC IN DIFESA DEGLI EMOTICONS
    ho letto che ieri si è discusso sull’opportunità di mettere le faccine nei commenti. Propongo una raccolta di firme al fine di proteggere l’uso delle faccine.
    UNA FACCINA PER TUTTI; TUTTI PER LE FACCINE!

  9. sorellastragenoveffa

    Voto anche io per le faccine, ma soprattutto perché FEFRAL scriva il prossimo weekend-post (e sottolineo post, non commento!).
    Cara Fefral, citi spesso la frase più bella del Piccolo Principe, quando la Volpe dice “ci guadagno il colore del grano”.
    Racchiude il senso di tutte le fatiche e le diffcoltà e il motivo per andare avanti nonostante tutto e malgrado tutto. Ogni evento ci lascia qualcosa, ogni cosa racchiude un perché, basta saperla guardare con il giusto cuore.

    “Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
    – Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente –
    disse. – Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno.
    Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila
    altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ora è per me unica al mondo.
    E le rose erano a disagio.
    – Voi siete belle, ma siete vuote – disse ancora. – Non si può morire per voi.
    Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma
    lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata.
    Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho
    riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre
    per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche
    qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.”

  10. Luigi

    Alvise, il perché di tutto è l’Amore di Dio che io sento e sperimento.
    Se mi chiedi perché Dio ci ami non lo so ma è la cosa più bella.
    Un bimbo non si chiede perché sua mamma lo ami ma gli basta che lo ami.

  11. fefral

    Copio da una pagina di un mio contatto di fb “I concetti creano gli idoli. Solo lo stupore conosce (S. Gregorio di Nissa).”
    Penso che non sia off topic

  12. “A chi è come loro sono aperte le porte del regno dei Cieli…”
    Non basta far finta, bisogna ESSERE come bambini per essere principi e blingibesse anche in Cielo. E’ per questo che ci commuove sempre ogni dialogo, dove la nostra presunta saggezza scende dal suo piedistallo non tanto per spiegare ad un livello inferiore le cose che (non) si sanno, quanto per raccogliere nei loro occhi lo stupore di fronte alle realtà meravigliose che ci circondano.
    Grazie Cyrano per questo splendido post. Meriterebbe un capitolo nel capolavoro di SaintExupery.

    1. Questo non lo credo, davvero, ma grazie di cuore dell’apprezzamento: sono contento se ci ha fatto affondare, insieme, per un attimo, gli occhi nel mondo.

  13. Velenia

    Mi piace
    @Alvì smettere di chiedersi il perchè delle cose è smettere di essere uomini,ma tu lo sai bene perchè non hai smesso

    1. Roberto: A me NON mi dà noia che tu creda, benissimo, va bene, ognuno creda liberamente, ma non mi ripetere a ME che le cose stanno così e così etc. io non ci credo a quello che tu credi, sennò,
      ti ho detto, se continui a brontolarmi, vuole dire che mi consideri o un de-mente o un falso che non voglio ammettere che sono un…(che cosa?) Te credi pure a tutto quello che vuoi, nessuno ce l’ha con te, anzi!!!Ieri sono andato a Roma a S.Clemente, dove sotto c’è l’antico altare di Mitra, prima Mitra, poi Gesù, S.Cirillo, e rovine che coprono altre rovine, questo è quello che io penso…reperti archeologici siamo, già, e saremo, tutti
      Velenia: il bello del gioco del perché è che non finisce mai, e come si divertono i bambini, e gli uomini, in questo, ognuno a modo suo!!!
      Gli ometti pensanti che si pretende di essere noi!!!

  14. Luigi

    @Alivse
    Sentire e sperimentare.
    Sentire nel senso di provare, feeling, sentimento.
    Sperimentare nel senso di riscontrare attraverso il mio percorso di vita, le persone che conosco, il creato, la presenza di Dio.

    1. Ho “riscontrato” anch’io persone credenti e non- credenti, (come qui nel blog, e ci si parla e se baruffa , anca, talvolta,) il creato nel senso de “la natura”, Dio mai.

    1. Luigi

      Grande Alvise, sperimentare la presenza di Dio significa dire sempre aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh

  15. Velenia

    @Alvì,bravo,hai perfettamente ragione,il gioco del perchè non finisce mai,a meno che..tu non incontri la risposta

  16. Luigi

    Alvise scrive:
    Ho “riscontrato” anch’io persone credenti e non- credenti, (come qui nel blog, e ci si parla e se baruffa , anca, talvolta,) il creato nel senso de “la natura”, Dio mai.

    Il punto G è proprio lì. Io nel creato e in certi incontri sperimento e sento la presenza di Dio.

  17. giuliana z.

    Questa spiegazione sul come e perchè è fatto il grano, mi ha fatto tornare alla mente una domanda che spesso mi pongo: ma Dio che bisogno aveva di crearci? non stava bene lui da solo? se voleva compagnia aveva proprio bisogno di fare noi, sì ok a sua immagine, ma pur sempre peccatori ed ogni istante dimentichi di Lui?
    Eppure nello stesso momento in cui mi pongo la domanda, sento una fitta al cuore perchè in fondo sono molto contenta di esserci e questo essere contenti forse è un segno che Lui questo voleva, che gli esseri creati fossero felici. Con questo non voglio dire che tutta la vita sia una passeggiata su un bel prato fiorito in leggera discesa e un piacevole venticello che ti sfiora le gote. Anzi, la maggioranza delle volte è un cammino faticoso, a volte drammatico, a volte solo mesto e ogni tanto con punte di letizia. Però in me non è mai venuta meno la certezza di un bene più grande e certo di ogni brutta possibilità della mia personale storia. Ci sono facce precise e nomi precisi (i vostri tutti qui) che mi risvegliano da quel torpore inevitabile che ci distrae. Non è una certezza che si può analizzare al microscopio o sezionare per cercarne le funzioni, i meccanismi. Però è sperimentabile.
    Mi sento come Jodie Foster nel film “Contact”, che dopo essere ritornata da un viaggio nello spazio vuole dimostrare a tutti che quel che ha visto è vero, ma non ha prove concrete, tangibili. Ha solo una esperienza da raccontare. Scusate se è poco! è poco l’esperienza? no, è TUTTO.

  18. Luigi

    Devo imparare anch’io a prendere spunti dal cinema. Una volta andavo al cineforum. Io vivo intensamente il film ma il giorno dopo ho dimenticato tutti i riferimenti: titolo, regista, interpreti, nomi dei personaggi, non mi ricordo nulla. Faccio un grande sorso e mi bevo tutto, rimane solo la sensazione bella o brutta. Non sto parlando ovviamente di film porno.

    1. giuliana z.

      Luigi, in effetti quasi tutti i film che io cito, li ho in “valigia” dai tempi dell’università in cui appunto ero in una specie di direttivo che sceglieva che pellicole proporre per il cineforum. Ne ho visti moltissimi, ma qui ci sono Laura GT e Paul che mi battono di lunga misura…. (la verità è che da quando sono mamma ho perso colpi, vedo poco la tv, il cinema mai e raccatto dvd qua e là…)

  19. Velenia

    @Alvì,appunto “ancora”,sempre meglio,tieni aperta la categoria della possibilità!
    @Luigi:punto G,Film porno?Ma ti stai preparandp pr il concorso a sessuologo del Blog?

    1. giuliana z.

      qui c’è spazio per tutte le professionalità…. però devo dire che come sessuologo preferisco Luigi a Willy Pasini!

    2. Luigi

      Tanta teoria e poca pratica, non credo mi ammetterebbero. Comunque il punto G è uno spumante Metodo Classico, cos’ altro?

    3. Alessandro

      Giuliana, Willy è Cavaliere e Commendatore al merito della Repubblica Italiana… mica cotiche! 🙂

    4. giuliana z.

      infatti, mica cotiche… tutto il maiale così com’è! che poi ‘sti titoli onorifici a un sessuologo… ma quali meriti avrà? quando lo sento parlare mi sembra sempre che scopra l’acqua calda…. ce po’ cuocere le patate!

    1. giuliana z.

      una doccia fredda per Luigi, grazie!
      se ti vai a vedere l’home page di Pasini, analizza così scientificamente il rapporto di coppia e il sesso, che dopo averlo letto una donna nuda ti farà lo stesso effetto di un quarto di bue!

    2. Luigi

      Il quarto di bue dipende dall’ora, ora sono in fase digestiva, ma se me lo chiedi stasera verso le 19.30 fa molto effetto soprattutto se alla griglia.

  20. giuliana z.

    Dal sito del prof Pasini:
    “Circa le relazioni verticali ed orizzontali non confondetevi: mi riferisco alla convenienza di un rapporto democratico, cioè orizzontale, ai fini della longevità della coppia.”

    Ultimamente tutto quel che leggo e vedo mi spinge ad essere molto critica sulla parola “democratico”… non so voi….

  21. giuliana z.

    Scusa Cyrano! siamo passati dal poetico campo di grano alla sessuologia da bar….

  22. Velenia

    @Giuliana,ah è così che si fa la democrazia?Io pensavo che la portasse la cicogna!!
    Basta ho caldo,mi hanno appena diagniosticato la bronchite e non posso andare al mare per una settimana,bassotto n.3 ha la febbre,e a quest’ora sono ancora in ufficio!!Argh

    1. giuliana z.

      Sì oggi sono antidemocratica e ho in antipatia anche tutte le onoreficenze pubbliche! il dott prof Pasini “Dal 1973 ha lavorato come esperto all’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) per i programmi di Family Health and Sex Education” oltre ad essere Cavaliere e Commendatore…. tutte cose che per me hanno lo stesso valore di una sorpresina uscita dal pacco di patatine, senza considerare la fonte che eroga tale onore…..

  23. Velenia

    Ahi,ahi quando sto male divento ancora più velenosa,va bè vado a casa a iniziare il lavoro di madre,moglieecc..

  24. … le rovine della Chiesa di S. Pietro, della grande città de Roma, del Quirinale, eccetra eccetra, ivi incluso il resto del mondo, tutto in mezzo alle paludi e alle giungle,
    quasi non più visibili, grandi statue, crocifissi, mezzelune, e bandiere, e simboli di ogni genere, e segni di distruzione e di morte, sul pianeta che trovarono senza senso possibile, e dipoi, dappertutto, milioni di strani segni ripetuti in in successioni tutte uguali continue (forse formule magiche?) (resoconti economici?) ( citazioni legali?) (o che altre finzioni?)…
    Da “Il pianeta delle scimmie”

    1. Che emozione, Alvi’, quando mi hanno mostrato i codici più antichi della Scrittura: fragilissimi papiri semiconsunti, che hanno trasmesso alla storia le parole su cui miliardi di uomini hanno giocato le loro vite e quella del mondo. Cos’è che decide la durata delle cose?

    1. Alessandro

      Carramba… ditelo al Commendatore Cavaliere così ci fa un libro, poi va da Costanzo (non Costanza) a presentarlo (lo spumante e il libro)!

  25. azzurra

    caro cyrano la spiegazione sul perché delle spighe è bellissima, e sì, sei un tenerone ::)

  26. oboe

    Trovo su fb e condivido con voi :
    L’unico modo di essere esistenzialmente davanti al mistero è diventare un bambino che tiene la mano del Padre. Un bambino tante volte non può capire i misteri né può sapere come fare a farli parlare tra loro. Un bambino non capisce il mistero e ne ha tutto il diritto. Se si è bambini si può sopportare di stare davanti a una cosa che non si capisce, a una soglia che dà su una cosa troppo grande. Il troppo grande è la sua misura, la sua quota, non lo distrugge con la sua grandezza, e lui non si smarrisce in questa pienezza, perché il padre lo tiene per mano. Guarda il mistero con i suoi occhi, tenendosi alla sua mano. (Come Gesù, pp. 204-205)
    Di: Come Gesù

  27. Alberto Conti

    Non ho avuto tempo di intervenire prima ma questo post è semplicemente commovente.

    Mi ha colpito in particolare il commento di Adriano perchè mi è parso chiaro come di fronte a una Bellezza nasce la vera domanda (mentre di fronte a tante parole è più facile che nascano le obiezioni, cfr. commento di ieri); chiedi “come si fa?” l’unica risposta che ti posso dare è tieni sempre accesa questa domanda, questa ricerca di felicità e la risposta si paleserà: “il mendicante è il vero protagonista della storia” (don Giussani)

    1. Adriano

      “tieni sempre accesa questa domanda”
      Grazie, anche se la tua non è una risposta risolutiva.

    2. fefral

      invece penso che la risposta sia risolutiva. Stare nella domanda è quello che conta. Penso che le risposte in questa vita saranno sempre parziali, insufficienti. E proprio questa inadeguatezza delle risposte che possiamo trovare secondo me è la risposta

    3. Adriano

      In questo momento vorrei solo vedere come altre persone hanno risposto, a questa e ad altre domande.
      Poi deciderò se e quale strada intraprendere.
      Anche perché, non trovare/avere una risposta dopo un po´ è abbastanza scoraggiante…

  28. Quell’11 marzo era Giappone, ma era Calvario. E così quel 6 agosto
    1945 ad Hiroshima, e così ogni giorno della vita di ogni uomo. Da quel giorno
    sul Calvario ogni dolore è il dolore di Cristo, ogni tomba è il suo sepolcro.
    Se uno mi dice così cosa rispondo? Rispondo: parla per te, non per me, i giorni della mia vita sono miei e basta, le tombe dei miei morti non sono il sepolcro di Cristo ma del mio babbo e della mia mamma. Sono arrogante?

    1. Capito come?
      Ti devi prostrare, dire: “sia chiaro, il mio commento non è da intendere come una critica” etc. anche se questo potesse sembrare una presa per il culo, ma già dirlo è importante, ammettere di essere humus, certo anche altri diranno che sono humus, ma te devi dire che sei più humus degli humus,, per rendere l’idea…

    2. Fefral

      Alvi’ ma che cacchio dici? Io se voglio criticare critico e non ho mai scritto “non è una critica”.

    3. Adriano

      @ lacorsianumerosei

      Seguirò il tuo consiglio. Visto che sono stato già definito provocatore professionista ecc., potrei provare a ravvedermi in questo modo e così magari otterrò qualche risposta in più.

      @ fefral
      Si vede che sei raccomandata. 🙂

    4. fefral

      macchè raccomandata: se qua dentro mi sono beccata solo con quelli che alvise chiama “voi” e di cui farei parte anche io!
      Io penso che ad alvise (lo sai che ti voglio bene, è una critica ma è una critica molto affettuosa) piaccia fare un po’ la vittima

    5. Alessandro

      Alvise non fare la vittima, quello che deve prostrarsi per poter parlare qua dentro, non sei credibile

    6. fefral

      Io a te non direi così. Ma di fronte al dolore di un amico che non crede e a cui non posso dire che ogni dolore è il dolore di Cristo perchè probabilmente si sentirebbe preso per il culo, io comunque so che quell’amico è come cristo in croce. E’ a me che serve, sai Alvi? e sai che ti dico? se sono io che soffro, io cattolica, io che ci credo davvero che il mio dolore può unirsi a quello di gesù sulla croce, e qualcuno viene da me a ricordarmelo, io forse mi incazzo. Anzi non forse, sicuramente. Perchè non è che questa consapevolezza al cristiano gli toglie il dolore. Non è come una medicina o una droga che addormenta. Anzi sai un’altra cosa? Forse fa anche più male

    7. nonpuoiessereserio

      Alvise scrive: Capito come?
      Ti devi prostrare, dire: “sia chiaro, il mio commento non è da intendere come una critica” etc. anche se questo potesse sembrare una presa per il culo, ma già dirlo è importante, ammettere di essere humus, certo anche altri diranno che sono humus, ma te devi dire che sei più humus degli humus,, per rendere l’idea…

      ma un po’ ti capisco perché ti esprimi come mi esprimevo io in certi blog relativisti (un buon 90% lo sono). Comunque non mi sembra che tu tu ti prostra e guai se lo facessi. Noi siamo sulla stessa tua barca, solo che insistiamo sulla direzione da prendere. Tu non hai nessuna direzione, cosa ti costa venire con noi anche se non sei convinto? Se magna ben dove che te porten bocia.

    8. Adriano

      “Ma di fronte al dolore di un amico che non crede e a cui non posso dire che ogni dolore è il dolore di Cristo perchè probabilmente si sentirebbe preso per il culo”

      Anche diversi che credono si sentono così, quando soffrono… “allora non credevano veramente” direte. Non mi pare. Infatti continuano a credere. Solo che sono decisamente alterati (per non usare altri termini) verso Dio per quello che è successo loro.

      E quindi, forse, sarebbe meglio non credere (più): almeno non si è arrabbiati con un´entità superiore ma ´solo´ con chi cerca di consolarvi parlando dell´entità stessa. Con il vantaggio che con loro passa in fretta… Con Lui no.

    9. no, Alvise, non sei arrogante, ma forse ti stai precludendo una possibilità. Chiaro che chi parla così parla per sé, ma parla anche “a te”: quella è una possibilità di accoglienza del fatto bruto – forse per chi te la propone vale, ma sicuramente può valere anche per te. Altrimenti, certo che puoi privartene. Io continuo a sostenere che non è lo stesso… sono arrogante?

  29. Laura C.

    Ho letto solo adesso il tuo post Cyrano… Se è vero che “la bellezza salverà il mondo”, allora pure tu hai dato il tuo contributo creando tanta bellezza… Non parlo solo della poesia delicata e vibrante che c’è in quello che scrivi, ma anche del fatto che mi fai presente che sono una creatura e che allora c’è anche un Creatore, che mi ha fatta a sua somiglianza e che ha creato tutto per amore… E grazie, perchè qualche volta me lo dimentico e divento triste…

  30. Wow, e chi si aspettava di mietere un raccolto del genere parlando dei campi di grano?! 😀 (sono assolutamente e spudoratamente pro-faccine). Basta altrimenti divampo in vanagloria (e poi non c’è estintore che tenga!): prometto che domani riprendo messaggio per messaggio e rispondo – la giornata al mare, oggi, m’ha cotto. Buonanotte a tutti.

    1. fefral

      non ti preoccupare, non ci sei mancato per niente, siamo stati una meraviglia da soli!

  31. nonpuoiessereserio

    @Giuliana
    “Luigi non fare il vago!” –
    Ma dove vutu che vago mi? Magari vagar pur nelle vicinanze, no vago più da nessuna parte.

  32. fefral

    “E quindi, forse, sarebbe meglio non credere (più): almeno non si è arrabbiati con un´entità superiore ma ´solo´ con chi cerca di consolarvi parlando dell´entità stessa. Con il vantaggio che con loro passa in fretta… Con Lui no”
    Hai ragione Adriano, quando ti arrabbi con Lui non passa in fretta

  33. Francesca Miriano

    Stamattina ho saputo con sgomento che una nostra ex nurse di anestesia non ha trovato un buon motivo per non suicidarsi : dopo aver lasciato su facebook una serie di tracce non raccolte si è incannulata una vena del piede e si è iniettata propofol (il farmaco che ha ucciso Michael Jackson) e curaro long acting.Era sola e disperata e nessuno ha capito quanto lo fosse perchè nessuno è riuscito ad andare oltre il muro che lei aveva alzato-Addio Brigitta.

    1. nonpuoiessereserio

      Mi dispiace Francesca, ne ho visti di questi muri crescere senza poter far molto, quando iniziano a crescere è spesso già troppo tardi. Nei casi che ho conosciuto è sempre stata la mancanza di amore la scintilla ma spesso è anche un disagio indescrivibile rispetto all’ambiente che ci circonda oppure la progressiva perdita di fiducia in se stessi (lavoro che non c’è più). Non so quale sia la causa di questa persona ma mi dispiace molto.

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