“Il mistero della donna” di Jo Croissant, il libro che mi ha davvero cambiato la vita

“Il mistero della donna” di Jo Croissant torna in Italia in una nuova traduzione a opera di Giovanni Marcotullio dopo essere stato pubblicato negli anni 90 da Ancora.

dalla prefazione di Costanza Miriano

Quando ero una giovane sposa avevo una madre spirituale, una suora di clausura. Era molto paziente, era capace di ascoltare e adesso che ci ripenso mi rendo conto del fatto che non si stancava di ripetermi sempre le stesse cose, ancora e ancora. Però era anche badessa di un monastero, e anche se forse da fuori non sembra, le badesse hanno proprio un peso enorme sulle spalle, e molto, molto da fare.

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Corea cristiana: l’imperdibile mostra che vi state perdendo

di Giovanni Marcotullio

Ero in apprensione, stamattina, mentre salivo in moto e guardavo l’orologio: «Caspita – mi dicevo – la mostra apre alle 10 e io sono ancora qui… chissà se riesco a entrare prima di pranzo… capirai, poi oggi è sabato…».

La nostalgia delle code ai musei…

Mai avrei voluto essere tanto disilluso: di fronte all’ingresso del Braccio di Carlo Magno1 non c’era nessuno – e io prima di pensare che davvero nessunofosse lì in fila per entrare ho chiesto al gendarme se la mostra fosse stata improvvisamente sospesa. «No, si figuri: è aperta! Quello è l’ingresso»Nel corso della visita, fortunatamente, ho potuto vedere che alla spicciolata qualcuno veniva, ma per me che avevo appena attraversato l’Urbe tappezzata di manifesti pubblicizzanti l’ennesimo allestimento di Bodyworlds2 e l’imminente concerto di Giovanni Allevi3, trovare una densa e composta fila sarebbe stato perfino una consolazione.

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«L’epoca dell’aborto sta passando». Intervista con Thérèse Hargot

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ARTICOLO TRATTO DAL LA CROCE 

intervista di Giovanni Marcotullio

 Thérèse, ho letto sulla stampa francese che quella di una decina di giorni fa potrebbe essere l’ultima Marcia per la Vita che abbia avuto luogo in Francia. Nel tuo libro hai definito l’aborto “Servizio clienti della contraccezione”. Non pensi che Una gioventù sessualmente liberata (o quasi) possa presto finire all’Indice?

No, non ho avuto proteste particolari, per il mio capitolo sull’aborto. I media hanno parlato molto poco di questo capitolo, è passato liscio come l’olio perché non ho mai scritto “sono contro l’aborto”. Ho scelto di non pronunciarmi “pro o contro” perché ho 32 anni e sono nata con il diritto all’aborto.

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Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)

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di Costanza Miriano

Biondissima bellissima occhi celestissimi e fisico mozzafiato, poco più che trentenne, tre figli, Thérèse Hargot sembra fatta apposta per spernacchiare tutti i luoghi comuni sul sesso. Questa giovane belga trapiantata a Parigi ma con lunghi trascorsi newyorkesi, infatti, da sessuologa laureata in filosofia, master alla Sorbona, si interroga sui danni della liberazione sessuale e dell’aborto, sostiene l’intelligenza e la ragionevolezza dei metodi naturali, avversa fieramente la pillola e l’eccessiva libertà sessuale dei ragazzi, e ritiene che parlare loro di sesso a scuola come si fa oggi sia estremamente dannoso.

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Pornotossina

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di Giovanni Marcotullio  per La Croce quotidiano

In quest’ultimo anno è la terza volta che mi capita tra le mani un libro che, di riffa o di raffa, tratta il problema della dipendenza sessuale online. Il primo è stato Dipendenza sessuale online del padre gesuita Giovanni Cucci (del quale peraltro conservo bellissimi ricordi accademici). Il secondo è stato Una gioventù sessualmente libera (o quasi) di Thérèse Hargot, che mi è tanto piaciuto da spingermi ad ingegnarmi per portarlo in Italia. Il terzo è stato Pornotossina di Antonio Morra.

 Un gesuita psicologo, una sessuologa filosofa, un webmaster predicatore: il cerchio si chiude senza che ci sia mancato niente. Qualcosa mi dice che questa storia della pornomania ha veramente i tratti di un’emergenza: Cucci analizza le costanti dei casi di dipendenza; la Hargot dedica l’intero primo capitolo del suo libro a bandire una crociata contro la pornografia; Morra spende 150 pagine per svelare i meccanismi dell’assuefazione psicologica (e biochimica, a livello di neurotrasmettitori) alla pornografia. Continua a leggere “Pornotossina”

Misericordia, fede, giudizio e amici geni

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di Costanza Miriano

Giovanni Marcotullio è  un genio, io sono sua amica e ne vado molto fiera. Anche mio marito e i miei figli lo sono, tanto che a casa nostra lui, è una delle massime autorità su svariati temi, dalla teologia a Zerocalcare, passando per lo smalto e le moto, anche se per chiedergli un’opinione devi essere certo di avere un po’ di tempo a disposizione, perché la semplificazione e la sintesi non sono il suo forte (o meglio non erano, perché da quando ha a che fare con un altro mio amico, Mario Adinolfi, ha snellito le procedure comunicative, adesso mi pare più un testaccino che un dottore dell’Augustinianum, e quasi sono stupita della sua decisione di candidarsi alle comunali, perché una simile testa dovrebbe almeno dirigere la Nasa, o, se in politica, fare il segretario generale dell’Onu. Ma magari chissà, lui e Mario in tandem ci arriveranno).

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Amoris lætitia tra Fellay e Melloni: letture ed errori

di Giovanni Marcotullio   per La Croce quotidiano

«A causa della ricchezza dei due anni di riflessioni che ha apportato il cammino sinodale, la presente Esortazione affronta, con stili diversi, molti e svariati temi. Questo spiega la sua inevitabile estensione. Perciò non consiglio una lettura generale e affrettata». Così Papa Francesco nell’introduzione all’Amoris lætitia (AL 7). E prosegue: «Potrà essere meglio valorizzata, sia dalle famiglie sia dagli operatori di pastorale familiare, se la approfondiranno pazientemente una parte dopo l’altra, o se vi cercheranno quello di cui avranno bisogno in ogni circostanza concreta. È probabile, ad esempio, che i coniugi si riconoscano di più nei capitoli quarto e quinto, che gli operatori pastorali abbiano particolare interesse per il capitolo sesto, e che tutti si vedano molto interpellati dal capitolo ottavo» (ibid.) Continua a leggere “Amoris lætitia tra Fellay e Melloni: letture ed errori”

La lieve e tosta misericordia dei Padri

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Come molte case editrici, anche la Tau di Todi ha editato una collana di agili strumenti per chi voglia approfondire le varie sfaccettature del tema che domina il Giubileo appena aperto. Giovanni Marcotullio ha curato un’antologia patristica popolata da antichi e umanissimi giganti “dagli occhi ardenti”. Continua a leggere “La lieve e tosta misericordia dei Padri”

Cara Costanza non sono d’accordo con te (e forse neanche Origene)

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di Giovanni Marcotullio

Cara Costanza,

mi rubo finalmente, e volentieri, qualche minuto per riflettere con te di questa storia delle “due visioni di Chiesa”, su cui hai voluto confrontarti dopo la pubblicazione del tuo post in merito. Quel giorno lessi le tue complesse considerazioni e le condivisi sul mio profilo Facebook, chiosandole così: «Quanto alla tua domanda finale, mi ricordi – e ti ricordo – che il buon vecchio Origene, il quale di suo era piuttosto incline al rigore, imparò pian piano che c’è salvezza anche per chi vive una fede non tematizzata, non impugnata, al limite perfino blanda. “Simpliciores”, li chiamano le traduzioni latine dei suoi testi: sono quelli che accolgono l’annuncio cristiano ma non ne vengono permeati che “fino a un certo punto”. Sono dei comuni “cristiani della domenica”, che per il resto pensano grossomodo come il mondo e neanche lo sanno, e se glie lo fai notare neanche sono in grado di capirlo (ché poi la differenza tra “noi” e loro, se c’è, sta tutta qua, perché a peccati stiamo messi allo stesso modo). Continua a leggere “Cara Costanza non sono d’accordo con te (e forse neanche Origene)”

C’è abbastanza luce, c’è abbastanza buio

Continua la pubblicazione degli articoli di presentazione de La Croce quotidiano in edicola e online dal 13 gennaio 2015

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di Giovanni Marcotullio per La Croce

Che poi fin da subito, mesi prima che arrivassimo in edicola, già si erano scatenati tutti quanti: «Ma perché “La Croce”? Ma scegliamo un nome più laico, no?». E giù proposte, sentenze, botte e insulti (dice che dare del “ciccione” a Mario sia una specie di teorema universale, va bene per argomentare qualunque tesi). Ora, non è che perché siamo un giornale pop vuol dire che qui è il bar dello sport e gli argomenti non contano, anzi… e allora proviamo a prendere sul serio le obiezioni. Dico io – ci sarà una ragione laica per chiamare un giornale “La Croce”? E che tipo di cultura potrà mai voler propalare? Prima ancora, ce l’ha una parola da dire sulla cultura, la croce? Continua a leggere “C’è abbastanza luce, c’è abbastanza buio”