Voglio essere sessista

di Costanza Miriano

Ho letto e riletto, ma l’unica cosa che dovrebbe fare una legge del codice penale, cioè definire un reato, non c’è. Non sono una giurista, ma a me questa legge pare davvero scritta da analfabeti giuridici, perché cerca di imporre un atteggiamento culturale attraverso strumenti penali.

Sarebbe assurda anche se fosse scritta da persone che la pensano come me, cioè convinte che il sesso biologico determina alcuni aspetti della nostra vita, e che la realtà ha alcuni paletti che sono belli solidi. Se ci fosse una legge che punisce con il carcere l’eterofobia, o la famigliofobia, o la fobia per le madri e i bambini, le categorie in assoluto più discriminate, io la troverei ridicola esattamente come trovo ridicola questa. Gli atteggiamenti culturali non si cambiano per legge, che è proprio invece lo scopo del ddl Zan Scalfarotto (così come la 194 ha cambiato la percezione della vita nascente, e partendo da esempi estremi ed emotivamente adatti a suscitare empatia ha portato allo sterminio attuale, che vede nel mondo 42 milioni di morti l’anno, altro che Covid).

Insomma, a me va benissimo punire chi discrimina chiunque altro, ma diteci cosa vuol dire discriminare. Questa legge ovviamente non porterebbe alla denuncia di milioni di italiani che pensano che nasci maschio o femmina, punto e basta. Le carceri non potrebbero ospitarci tutti. Servirebbe però come spauracchio a punire i più esagitati, e come fattore di formazione di una nuova cultura.

Lo ripeto, diteci cosa vuol dire omofobia, esattamente.

La lotta contro la realtà dichiarata nel ’68 raggiunge con questa legge il suo punto apicale.

Dire che uno sviluppo armonioso e ordinato della personalità conduce al compimento di un identità che può essere solo maschile o femminile è reato?

Dire che non si vuole che teorie contrarie a questa vengano insegnate nelle scuole è reato?

E’ evidente che la legge crea intenzionalmente un amplissimo cono d’ombra, una zona grigia in cui non saprai mai se puoi essere incriminato e condannato e finire in carcere facendo di queste idee una affermazione pubblica, una battaglia (come quella contro l’utero in affitto).

Eppure questo va necessariamente chiarito.

Cosa significa per esempio misoginia (pare che che questa verrà punita)?

Dire che le donne non hanno certe caratteristiche che le rendono adatte ad alcuni ruoli sarà misoginia, temo. Eppure se devo dire la mia esperienza, la sola vera misoginia che ho sperimentato in prima persona è stata quella che mi ha “costretto” – se volevo mangiare – a tornare al lavoro con un bambino di quattro mesi, per ben due volte. Eppure ero una giovane donna emancipata, che non aveva mai pensato nella sua vita a dedicare tempo alla maternità, occupata come ero a cercare di diventare brava nel lavoro e a fare sport. Poi è successa questa cosa incredibile, cioè che le mie viscere materne hanno ruggito, e tutto il resto è diventato insignificante, è scomparso all’istante alla vista di quel prodigio, un bambino uscito da me. Nessuno mi ha plagiata, nessuno mi ha costretta ad attaccarmi a lui, anzi, sono dovuta tornare al lavoro, un lavoro prestigioso, gratificante e tutto sommato ben retribuito rispetto alla media, che io avrei barattato con i pannolini di mio figlio tutta la vita, guidavo piangendo e odiavo tutte quelle perdite di tempo mentre un’altra donna scaldava il biberon col mio latte e si godeva il MIO bambino. Il mondo del lavoro è stato misogino con me, non ha rispettato il mio essere donna. Ci sono molti modi di essere madre, io volevo esserci il più possibile, ma mi è stato impedito.

Dire che la donna ha bisogno di uno sguardo su di sé è misoginia? Dalle quattro righe che ho letto della polemica fatta contro Morelli dalla Murgia – una che ama moltissimo gli sguardi su di sé, come tutte noi, visto che è ovunque – pare di sì. Eppure non ci trovo niente di male. La donna si trova nello sguardo dell’altro, non c’è assolutamente niente di offensivo a dirlo, così come l’uomo ha bisogno di vedere che è capace di fare delle cose. Non mi danno fastidio i complimenti per strada, anzi mi stupisce se ancora ne arriva qualcuno, sono grata a Dio per l’esistenza degli operai rumeni (aiuto, razzismo!) e di altri amanti dei modelli d’epoca come me. Come ho cercato di spiegare in Quando eravamo femmine, il punto non è rifiutare lo sguardo, ma decidere quale sguardo si cerca. Decidere a chi voglio piacere io. Scegliere lo sguardo più alto e che più ci rispetta (quello di Dio), ma non rifiutare questo bisogno, che ci dice semplicemente che siamo creature in relazione, tutti, uomini e donne.

Sono sessista?

Non so cosa voglia dire. Se dire che ci sono alcune caratteristiche profonde nell’uomo e nella donna sì, lo sono, e rivendico la mia libertà di esserlo. Non penso che ci siano cose che mi sono precluse in quanto donna, penso che ci siano cose che non mi interessano. È perfino ovvio, e trovo offensivo doverlo ripetere, ma siccome a certa gente piace pensarci come dei medievali lo ripeto, che le donne possono guidare banche, astronavi, istituti di ricerca e mega aziende. Siamo brave e forse ci piacerebbe anche, ma se il prezzo è la vita, molte di noi preferiscono dire di no, se questo comporta la rinuncia a ciò che ci è più caro, la custodia delle persone che ci sono affidate.

Non è vero che abbiamo un carico maggiore perché gli uomini se ne fregano – la tesi del libro Bastava chiedere – abbiamo un carico maggiore perché vogliamo che le cose vadano a modo nostro, in molte situazioni non vogliamo mollare il controllo. Io non riordino da sola perché mio marito non lo fa, riordino perché la sua idea di ordine non è la mia (basta che la casa non sia allagata, incendiata, esplosa, e per lui va bene, se la forchetta per girare il sugo è appoggiata sul piano di marmo sopravvive, se i calzini di spugna sono insieme a quelli in microfibra riesce a dormire, lui). Non delego quello che non voglio delegare, non è che non delego perché lui sia un egoista, anzi.

Uomini e donne sono diversi, la donna non è sempre vittima dell’uomo, né ovviamente viceversa. Siamo povere creature ferite dal peccato originale, e dunque incapaci di amare senza la grazia. Quando non ama nella verità e nella libertà, l’uomo è più capace di egoismo e di violenza fisica e verbale, la donna di manipolazione. Rifiuto la versione politicamente corretta del vittimismo femminista, e voglio essere libera di continuare a dire tutto questo e molto altro.

Ecco, sì, sono sessista, come molti altri milioni di persone, noi che non rifiutiamo la realtà bandita ormai dal discorso pubblico.

***

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65 pensieri su “Voglio essere sessista

  1. Giovanna Maria Lindaver

    Grandissima Costanza Miriano, come sempre! Non mollare mai, mi raccomando!

    1. Bonetti Gaspare

      Perché dopo aver letto Avvenire ( pressoché tutti gli articoli )mi resta una sconsolante delusione ? E perché dopo aver letto Costanza mi rinverdisco di gioia e speranza?

  2. Gentile dottoressa,
    il suo articolo è bellissimo e perfettamente condivisibile. L’ho condiviso su Facebook (che probabilmente provvederà alla mia espulsione con ignominia) ed ho tentato di ripubblicarlo sul mio blog ma purtroppo l’opzione “ripubblica” del suo blog non sembra essere attiva. Farò mettere il link sul sito del Centro Culturale Lumen Gentium. Con i migliori saluti. Gianluca di Castri

    1. Laura

      Grazie Costanza! Parlandoci di te, parli di tante di noi, delle nostre fatiche di madri e spose, ma anche delle nostre gioie che troppo spesso non celebriamo. Grazie per
      il tuo amore alla verità che ci tiene desti!!!

  3. Io e mia moglie, anzi, MIA MOGLIE ed io, la pensiamo esattamente come te ! Quante volte ci siamo detti e abbiamo riflettuto quasi con le tue stesse parole. Te l’ho detto personalmente un giorno: tu hai la capacità, la delicatezza, l’equilibrio di dire quel che “noi” mariti… URLEREMMO… e forse di piú ! Io spero che tu possa raggiungere i risultati che insieme agogniamo e che con i “nostri” metodi, …”da uomini” non riusciremo a perseguire anche perché, noi siam fatti per difendere vita anche con la “guerra”… voi per accoglierla e custodirla LA VITA !

  4. Elena Glielmo

    Grazie per quello che dice, cerco di condividere (non sono molto brava), ancora grazie

    1. Lucia

      Vorrei segnalare all’ amica che qualche settimana fa chiedeva aggiornamenti sui bambini di Kiev un articolo di Tempi, intitolato” Come luccica il mercato dei bambini” e che descrive la realtà odierna della famiglia e della società di cui stiamo discutendo anche su questa pagina.

    1. Silvia

      Grazie Costanza, condivido ogni parola e ammiro la tua scrittura chiara ed efficace.
      Detto ciò, dobbiamo agire: dobbiamo assolutamente manifestare uniti e numerosi l’11 luglio nelle piazze di Italia.
      Ti prego quindi, lancia un appello e adoperati come tu puoi per coinvolgere il maggior numero di persone, affinché la nostra dimostrazione fermi questa legge dannosa e devastante.

  5. Alessandro

    Questi cialtroni non vanno tenuti in alcuna considerazione.

    Vogliono mandare in galera chi difende la dottrina cattolica?
    Lo facciano.
    Andremo tutti in galera, preti e laici, io per primo, perché seguiterò a difendere la dottrina cattolica.
    Sarà uno spettacolo meraviglioso.

    1. Durante la persecuzione di Diocleziano vi furono i martiri, i confessori ma anche i “lapsi”, lo stesso avvenne durante le molte altre persecuzioni della storia, la Chiesa nel lungo termine ha sempre vinto e vincerà anche questa volta, se non ci credessimo dovremmo anche affermare che Matteo 28 fu scritto per gioco. Ciò non toglie che in alcuni paesi la persecuzione e l’apostasia sembreranno vincenti per molti decenni e forse secoli: temo che la civiltà cristiana occidentale, corrotta dal relativismo e da altri fattori di decadenza (tutti culturali) sia fra quelle destinate a soccombere e come membro della civiltà cristiana occidentale la quale, piaccia o no, è stata origine del progresso del mondo intero, trovo che ciò sia angosciante . Il cristianesimo vincerà, ma l’Europa resterà cristiana?

    2. Lucia

      Gentile Alessandro non credo, ahimè, che ci sarà una corsa al martirio da tanti cattolici e in realtà non credo che sia tanto un problema di prigione ma l ‘ essere esposti al pubblico ludibrio, la certezza della perdita del lavoro e quindi il dover affrontare un processo che ovviamente andrà avanti per anni per cui si perderebbe anche la casa a e vedersi magari in seguito ciò togliere anche l ‘ affidamento dei figli con l’ accusa capitale di omofobia, a fermare la volontà di esporsi di tantissimi che pure sarebbero contrari al Ddl. Buona serata

      1. Alessandro

        @Lucia

        sì, il mio riferimento al carcere era iperbolico (ma neanche tanto), e provocatoria la previsione che preti e laici sfideranno compatti il ddl e i rigori della legge qualora entrasse in vigore.

        Comunque la dottrina della Chiesa è quella e non può mutare (e il diritto positivo umano nulla può sulla legge di Dio), quindi in questi mesi si vedrà la differenza fra chi, tra Vescovi sacerdoti e fedeli in genere, invita soltanto a testimoniare Cristo e chi è pronto effettivamente – pur con tutte le sue mancanze – a testimoniare Gesù Cristo fronteggiando la persecuzione e la tribolazione in Suo nome.
        Nostro Signore ci aiuterà, sarà sempre al nostro fianco

      2. E ci sarebbe poco da meravigliarsi @Lucia…
        Il Martirio è una chiamata di Dio, che se accettata si incaricherà lo Spirito Santo di dare le forze per portarlo a compimento.
        Nessuno si illuda.

  6. Cristina Fascetti Fiorini

    Grazie Costanza, come spesso ti accade hai questo dono di una parola pacata ma forte e chiara, e dai voce a tanti che condividono. Non so se questa battaglia sarà vinta nelle sedi istituzionali, forse no. Certamente dobbiamo continuare a combatterla nel confronto personale e in particolare con le generazioni più giovani. In questo momento penso ai miei piccoli del catechismo e ai giovani animatori, che in questo brodo culturale purtroppo sono cotti a fuoco lento. È difficile, tutto è contro, ma scottiamoci pur di tirare fuori le nostre rane prima che siano del tutto bollite.
    Ti ricordo in preghiera.
    Cristina Fiorini

  7. Luca Del Pozzo

    Che poi, visto che bisogna stare attenti a cosa si dice e come, ho sempre trovato oltremodo curioso che in italiano diverso si dice etero, non omo. Vorrà mica dire qualcosa ?

  8. nonna Anna Maria

    Grazie carissima Costanza,
    Non te lo dico ogni volta,
    Ma ogni volta faccio una cosa che mi viene bene cioè : Una preghiera, con la certezza che quando il Buon Dio lo riterrà, anche i “malfattori ” di queste leggi abominevoli, … almeno qualcuno! , riacquistino la vista e si ravvedano soprattutto per loro stessi e poi anche per una maggiore pace nostra e delle nostre famiglie.
    Un abbraccio a tutti .

  9. Lumpy

    Cara Costanza,

    ti seguo da molti anni e devo dire che, purtroppo, da quando hai scritto il tuo primo libro nella società molte cose sono cambiate, e in peggio.
    Tu scrivi spesso che quando la donna diventa mamma è un armageddon, un momento sconvolgente che le fa cambiare tutte le priorità e la fa pentire, nel caso, di esserci arrivata troppo tardi. Quindi, la politica dovrebbe occuparsi in primis di questa istanza. Idem si dice spesso che l’aborto è una ferita che la donna si porterà dietro per sempre, un qualcosa che si affronta con immenso dolore. So che tu incontri un sacco di donne che ti confermano questa tesi e ci credo.
    Quel che ti voglio scrivere, però, è questo: attenzione però all’effetto eco: tu incontri tante donne che confermano queste tesi perché la tua fama ti fa fungere da “magnete” per chi già gravita in quell’orbita valoriale, chi più, chi meno.
    Quel che, invece, deriva dalla mia esperienza ventennale di docente liceale e di volontaria per la vita e per la famiglia mi pare purtroppo andare in tutt’altra direzione. Oggi molte, moltissime ragazze dopo il parto questo armageddon, questa ricomposizione delle priorità non la sentono affatto. Zero. Tabula rasa. Rivogliono la loro vita, il loro corpo, la loro pancia piatta, il tempo per la palestra e le amiche, rivogliono il loro lavoro (qualunque esso sia! anche il più umile!) e non sanno gestire quel piccolo marziano arrivato in casa. Non sanno accettare (anche a 40 anni) che il tempo dell’adolescenza è finito e che la genitorialità comporta responsabilità, sacrificio. ORRORE. Una mia ex allieva ha divorziato poco dopo la nascita del figlio e si è fatta tatuare una scritta enorme sul braccio “FANC**O ALL’ORMAI”, per ricordarsi che “non esiste che ormai che hai un figlio non puoi più pensare alla tua felicità”.

    Aggiungiamo poi che ormai le ragazze non vivono più l’esperienza della maternità in modo comunitario, vale a dire in contemporanea con le amiche: una volta si facevano i figli più o meno in contemporanea, magari mentre io ero incinta della mia prima, la mia cara amica era incinta del suo secondo e così via. Insomma: che fosse il primo, il secondo o il terzogenito, il tempo della riproduzione era lo stesso per tutte. Il fatto che si facessero più figli aiutava ulteriormente a creare comunità. Ora, invece, di un gruppo di 10 ragazze 36enni (penso alle più care amiche di mia figlia) chi ha un figlio neonato, chi non ne ha e fieramente non ne vuole, chi ha un undicenne, chi ha due gemelli quattrenni nati da fivet. E poi: quante fanno figli con lo stesso compagno? In altre parole: quante hanno vera esperienza di famiglia naturale? Sempre di un gruppo di una decina di 35enni si contano i conviventi di lunga data, gli sposati, quella che ha fatto tre figli con due uomini diversi, quella che è rimasta incinta di un uomo con cui la relazione si è sciolta prima della nascita ma sono restati amici, quelli che si sono separati facendosi la guerra, quella che vive con nuovo compagno e i figli di lui…

    Insomma: ad attendere una mamma definita “normale”, che studi, si laurei, si sposi col fidanzato e intorno ai 26-27 anni metta al mondo il primo pargolo e poi prosegua un paio d’anni più tardi facendo il fratellino, addirittura con lo stesso padre, non c’è altro che solitudine, tanta solitudine. Le amiche fanno altro, quelli che dovrebbero fare i nonni spesso sono presi dal loro stesso divorzio. La conseguenza è che quella ragazza che 10-15 anni fa sarebbe stata considerata normale, ora è una marziana e in breve tempo si sentirà, una fallita, “solo una mamma” (mentre le sue amiche ancora folleggiano) e inizierà a rimpiangere la vita di prima. è questo è tanto più vero se la mamma in questione non frequenta la parrocchia, se non è credente, oppure una credente tiepida. Se nei vivai parrocchiali è più facile trovare qualche famigliola in formazione, quindi creare una rete di amicizie, se una bis mamma 30enne del 2020 non crede ed è completamente immersa nel mondo, allora la solitudine, lo spaesamento e il senso di “rivoglio la mia vita” è inevitabile. Tutto questo per dire che non possiamo continuare a far finta che la grande maggioranza delle donne di oggi – e soprattutto chi è molto lontana dalla fede – si senta appagata per la nascita di un figlio e voglia stare a casa a goderselo, quando è spesso tutto il contrario, tutto un “rivoglio la mia vita”, “perché mi devo sacrificare”, “qualcuno mi aiuti”, “col cavolo che ne faccio un altro”. E questo non è determinato dal lavoro che si fa: proprio di recente una ragazza che di mestiere fa l’operatore ecologico mi ha detto di voler abortire perché sta mettendo da parte i soldi per rifarsi il seno e non vuole sprecarli in un bambino (testuali parole). Il punto è che si è diffusa una cultura egoista, pervicacemente avversa al sacrificio e in cui l’io viene sempre prima di tutto. Una mia cara amica che lavora in banca e che è interessata ai temi della famiglia ha studiato la questione e ha notato come negli ultimi 10 anni i conti cointestati marito-moglie siano scesi di più del 40%. Le persone si sposano e mantengono il loro conto corrente privato, difficilmente ne aprono uno in comune: sarà una stupidaggine, ma sicuramente è segno di come l’idea di famiglia come nucleo in cui le persone si fondono e dove il noi è meno importante dell’io si sia ormai perso. So che ad ascoltare le tue conferenze troverai sicuramente persone diverse, ma il problema sono gli altri, non quelli che condividono i “nostri” valori, quei valori che una volta erano la normalità.
    Idem il discorso sull’aborto. lavorando con adolescenti ho visto con i miei occhi come questo tragico atto sia venuto via via depenalizzandosi nell’immaginario delle fanciulle e delle loro stesse madri. Le ragazze hanno sempre abortito, purtroppo. Con o senza legge. Semplicemente una volta intuivi che qualcosa di grosso era successo, percepivi intorno alla poverina un’aura pesantissima di dolore, vergogna, senso di colpa, strazio. Oggi? oggi è un diritto, un vanto. Lo fanno e lo dichiarano apertamente, se ne vantano. “Ho potuto scegliere! era solo un grumo di cellule! è un mio diritto! solo i cattolici bigotti credono che sia un omicidio! e i preti pedofili? Voi volete che le donne siano schiave in cucina!! patriarcato! medioevo! omofobi” e così via. Peraltro fomentate dalle loro stesse madri, quelle madri che un tempo piangevano di fronte alla figlia “disonorata”, quelle madri che sognavano per la figlia velo e abito bianco, quelle che oggi le portano a 13 anni dal ginecologo affinché prescriva loro la pillola. e guai a dir loro qualcosa. Esternazioni di persone celebri, come Michelle Williams o Selvaggia Lucarelli, che hanno dichiarato i loro aborti, andandone fiere perché “liberandosi del problema” hanno potuto procedere nella carriera hanno contribuito a sdoganare l’orrore.
    Ho scritto troppo. In realtà volevo dire una cosa semplice, cara Costanza: attenta all’effetto eco. Attenzione a credere che intorno a noi ci sia una maggioranza di persone che – in fondo in fondo – la pensa come noi, che, anche se non hanno Fede, ancora concordano in quel sostrato di valori (la vita, la famiglia, il rispetto per la persona) che fino a pochi anni fa erano la base.

    1. Brunella Lionetti

      Ciao Lumpy ho letto la tua lettera con interesse … pensavo di scrivere a Costanza per il suo bell’ articolo, come sempre pieno di humor e luciditá…ma le tue osservazioni mi hanno pilotato altrove! È vero, purtroppo si potrebbe dire, le attese femminili sono cambiate: non si sogna piú l’ abito bianco, i bebè, e tutto il repertorio- family, tanto osteggiato dalle nuove figure bisessuali, transessuali, asessuali e via dicendo!
      I modelli imposti negli ultimi 20-30 anni chiedono altro: vite libere di seguire i diktat del mercato, della moda, del pensiero nichilista , nella sua omologata trasgressione! E quindi perchè stupirsi?
      Certo, donne come Costanza ce ne sono ancora, e forse non solo tra le credenti (nello specifico cristiano…basti pensare alle famiglie dell’ Islam…forse piú numerose!) ma sembrano di altri tempi
      ( Non intendo dire antiquati, Costanza!)
      non contemporanee alle miriadi di studentesse o donne in carriera o giovani ricercatrici odierne! Un nuovo femminile che non si puó ignorare, per quanto i suoi caratteri non ci somigliano nè forse piacciono! Io ho 58 anni, non sono sposata e non ho figli, non mi sono votata alla carriera nè al club delle fashion victim! In realtá non m’ identifico con un tipo di femminile, ma non condivido
      l’ ideologia gender! Insomma, si puó essere donne, e uomini in tanti modi.
      Non è l’ unicitá il marchio DOC del Creatore? Nulla a che fare con la serialitá industriale, nè tantomeno con quella virtuale. Saluti. Brunella

      1. Lucia

        Chiedo scusa, il mio commento era in risposta di Valeria Maria Monica. Buona sera a tutti

    2. Valeria Maria Monica

      @Lumpy, la tua analisi è molto interessante e, purtroppo, molto realistica. Anche io penso che apparteniamo a una piccolissima minoranza.
      Però arrivo alle conclusioni opposte alle tue: proprio perché siamo rimasti una minoranza sempre più piccola occorre gridare più forte che mai per far sentire la voce della Verità in questo mondo di bugie. Poi chi ci ascolta ci seguirà, o ci considererà stolti e patetici. Non importa. Il nostro dovere è rimanere fedeli alla verità e continuare a testimoniarla. Non ci viene chiesto di diventare la maggioranza, ma di rimanere fedeli alla Verità che abbiamo conosciuto.

      1. Lumpy

        Forse mi sono espressa male: non volevo dire che dobbiamo tirarci indietro, affatto! Volevo solo sottolineare come rispetto ad alcuni anni fa, quando Costanza poteva a buona ragione affermare che la maggior parte delle mamme avrebbero volentieri scambiato quote rosa e potere in cambio della possibilità di stare a casa più a lungo – la mia esperienza con le ragazze di oggi mi spinge a dire che, al di fuori del mondo dei credenti, la maggior parte delle madri vuole tornare al lavoro, qualunque esso sia e, pur avendo sperimentato la magia dell’avere un figlio, sostanzialmente “rivuole indietro la propria vita” e altre rivendicazioni simili. Negli ultimi anni la maternità è stata così tanto oggetto di disprezzo e discriminazione che oggi le ragazze, soprattutto quelle lontane dalla fede, sono spesso del tutto prive di cultura del materno, tanto prive che la stessa nascita di un figlio non rappresenta un momento di svolta e comprensione profonda, dato che spesso l’unica cosa che comprendono è “rivoglio la mia vita”, “rivoglio i miei spazi”, “rivoglio la mia libertà”, “resterà figlio unico”. Altrimenti non si spiegherebbe la MAREA di richieste di aborti del secondogenito in famiglie economicamente assai stabili a cui ho assistito (“perché non me la sento di ricominciare con pappe e pannolini proprio ora che ho ripreso in mano la mia vita…”). Molte donne fanno più facilmente un secondo figlio con un nuovo amore, accecate dalla passione del momento, mentre col marito no, troppa fatica: “uno ci basta”,”non voglio fare la fine dei miei genitori, tutta la vita appresso ai figli, tutta la vita a fare sacrifici e risparmiare, no no”.

        1. sweety

          Buongiorno Lumpy, io ho 36 anni e ancora non ho figli, NON perché non ne voglia e NON perché penso al lavoro e NON perché “folleggio” e NON perché penso alla mia felicità. Non vedo l’ora di avere una famiglia, ma come saprai non sempre è facile trovare non “la persona giusta”, che non esiste e lo sappiamo, ma la persona che vuole formare una famiglia con te. Io ho amiche che a 36 anni hanno 5 figli, amiche che ne hanno uno, amiche super femministe e fan di Michela Murgia che ne hanno 2 o 3, amiche che vanno a Messa tutti i giorni e sono ancora single perché non trovano un compagno di vita, amiche che hanno fidanzati con un figlio da un legame precedente (matrimonio civile, e sono pronti a sposarsi in chiesa adesso che hanno capito la bellezza del matrimonio cristiano)… Tutte situazioni che conosco di persona – in vari contesti sociali, religiosi e vari paesi. Ovviamente ci sono una marea di problemi e di situazioni diverse, e la tua analisi in generale segnala tendenze vere, però mi sembra ingiusto ridurre tutto solo a egoismo. Le mie amiche che si sono sposate a 27 e hanno 4 figli ora non si sentono per niente marziane né fallite, né ci si sentono quelle che a quarant’anni ancora sono single. Anzi, devo dire che almeno tre delle mie amiche che a 40 anni sono ancora single per me sono le persone migliori che abbia mai conosciuto – di una bontà, carità e davvero santità cristiana che ho raramente visto in giro. Eppure spesso sono giudicate egoiste folleggiatrici carrieriste da fuori, soprattutto da “cristiani” che non le conoscono… e so che ne soffrono molto.

          1. Lucia

            Cara Swety non credo che Lumpy intendesse accusare le ragazze attuali di egoismo, ma semplicemente che sono cresciute e quindi vivono e pensano in modo diverso da ciò che era solo 15 anni fa come lei ha detto lei stessa. Una mia amica 43enne mamma di un bimbo di 4 anni mi diceva che capire le mamme trentenni dei compagnetti di suo figlio che pur non lavorando fanno fare ai loro bambini l ‘ orario pieno perche dicevano esplicitamente di non volerli tra i piedi in casae lei invece si chiedeva” ma allora perché li hanno fatti? “. Lumpy parlava di questo, di come la maternità venga vissuto oggi come uno tra i tanti passatempi o qualcosa del genere ma non è una accusa, è solo la disamina del mondo attuale

        2. Mary

          Salve, intervengo poco ma ho letto tutto l’intervento di Lumpy e concordo perfettamente. Purtroppo ci sono tante realtà di cui, come cattolici, non riusciamo ad intercettare l’esistenza , ma che ormai sono maggioranza.
          Io penso sia perfettamente inutile opporsi frontalmente a costoro, perché quello che cambia la vita è prima di tutto l’incontro serio con Cristo. Solo chi conosce Cristo veramente, e cambia per questo il modo di pensare, può infatti dare il senso alle tante cose che noi diamo per scontate ma che evidentemente scontate non sono.
          Perché infatti le donne e gli uomini dovrebbero rinunciare alle belle offerte del mondo, prendendo ciò che ritengono migliore, se non hanno un esempio concreto di donne e uomini cristiani che, pur rinunciando a queste offerte, sono più felici di loro ?
          E’ da rovesciare il paradigma. L’obbedienza ai comandamenti e la rinuncia ai peccati è il frutto dell’incontro con Cristo, altrimenti umanamente è una follia.
          E come si può pretendere che qualcuno faccia una follia (amare invece di essere amato, essere invece di avere, porgere l’altra guancia, e cosi via) se dietro non c’è una ragione forte che lo spinge?
          Per questo credo che nessuna delle nostre ragioni possa essere veramente capita da qualcuno che abbia fatto l’esperienza di fede, e che la prima azione da fare sia l’evangelizzazione con la nostra vita e testimonianza, lasciando a Cristo poi di agire negli altri perché si ravvedano rispetto a certi argomenti.

          1. Valeria Maria Monica

            OMG @Mary! Ma che dici?
            “Perché infatti le donne e gli uomini dovrebbero rinunciare alle belle offerte del mondo, prendendo ciò che ritengono migliore, se non hanno un esempio concreto di donne e uomini cristiani che, pur rinunciando a queste offerte, sono più felici di loro ?”
            Te lo dico io perché: perché, indipendentemente dalla loro adesione interiore al kerigma di Gesù Cristo Figlio di Dio, le condizioni della loro vita umana e terrena sono enormemente migliori in un mondo fondato su valori cristiani. Le “belle offerte del mondo” ( evadere le tasse? Imbrogliare negli affari? Tirare fregature ai clienti? Guidare dopo due spritz? Lasciare il marito con due figli piccoli? Abortire il secondo figlio?) non realizzano la loro vera felicità come petsone umane, anche se il rincoglionimento mediatico ( e satanico) li ha indotti a pensarlo. La dottrina sociale della Chiesa si fonda su questa evidenza: che ciò che il Vangelo ci insegna essere il BENE per i cristiani, esteso alla società continua a costituire il BENE, per tutti, anche per i non cristiani. La tua espressione è insidiosa, come se pensassi che una vita fondata sul Vangelo è una tale pesantezza che non ci si può pretendere che i non cristiani liberamente la accettino. Se un cristiano pensa così della sua esperienza di fede, non c’è pericolo che converta nessuno intorno a lui. Infatti lo abbiamo visto in questi decenni.
            “Io non divorzierei mai, ma se uno non ha la fede e non riesce a sopportare il giogo del matrimonio, meglio che divorzi”
            “Io non abortirei mai, ma tanto abortiscono lo stesso dalle mammane” “Io non sono gay, ma se un gay cerca il Signore chi sono io per giudicare?” e via Ponziopilatando. Di queste ipocrite magnanimità è lastricata la rovina della società italiana negli ultimi decenni.
            “E’ inutile opporsi frontalmente a costoro”, eh?
            Ma no, per carità… Non sia mai opporsi frontalmente a chi vuole sradicare la Verità portando la infelicità e la rovina …
            Qui non stiamo parlando di persone singole, stiamo parlando di leggi e di meccanismi sociali che una volta messi in moto portano inesorabilmente alla distruzione di una civiltà. Con la attiva collaborazione dei cristiani che la pensano come tu hai scritto. Non voglio dire “che la pensano come te”. Ti do il benrficio del dubbio. Forse non ti sei resa conto della portata delle tue parole su un piano politico e sociale.

            1. Valeria Maria Monica

              Quanto ai due interventi di @Lumpy, io li ho intesi più riferiti a un tema di “comunicazione” che di “sostanza”: cioè che Lumpy dubiti che sia possibile un approccio comunicativo fondato sul comune apprezzamento femminile per la maternità. Lumpy dice (se ho capito bene): molte donne non apprezzano più,) la maternità, quindi questo registro comunicativo non funziona.
              Io invece, anche a livello di scelta comunicativa, credo che sia la scelta migliore. Dare per scontato, con naturalezza, che noi abbiamo scelto la parte migliore (È vero).
              Quando si è una minoranza infinitesima, come ci afferma e si conquista o si ri – conquista uno spazio pubblico?
              Non restando zitti e mesti, ma presentandosi affermativi e orgogliosi di se stessi: “Questo sono io, sono diverso da te, e la mia vita è uan figata, guardami!”
              Per me quando Costanza afferma con la più grande naturalezza e autenticità la bellezza del suo essere donna moglie mamma il messaggio può sconcertare e essere rifiutato, dapprima, ma è l ‘unico attraverso il quale si presidia il diritto a esistere e a essere visibilo nella società.
              Come dici?.
              Ti ricorda qualcosa questo approccio? Eh sì è la tecnica usata per anni dalle lobby gay coi gay pride. Impariamo dai figli di questo mondo che notoriamente sono più furbi di noi.

            2. Mary

              Valeria non ho capito…stai per caso teorizzato un cristianesimo senza Cristo ? l’adesione agli stili di vita che Cristo propone sono in buona parte incomprensibili se non seguiti innanzitutto per fede, in colui che ce li ha indicati. altrimenti il cristianesimo diventa una filosofia qualunque, un modo di vivere , una scelta opinabile, ne più ne meno che il comunismo reale o l’indottrinamento di Scientology. Attenzione a pensare che si possa convincere la gente a vivere come i cristiani, anche senza credere pienamente in Cristo. È pura ideologia .

              1. Valeria Maria Monica

                Per l’appunto, @Mary, è come tu stessa dici: “non hai capito” nulla, della mia risposta.
                Il tuo modo di distorcere l’argomento in discussione fa cessare ogni residua voglia di rispondere.
                “Attenzione a pensare che si possa convincere la gente a vivere come i cristiani anche senza credere in Cristo” Ma ti senti????
                Mentre discutiamo del ddl zan, tiri fuori ‘ste considerazioni?
                Guarda, è troppo caldo per ripeterti il concetto che non stiamo parlando di fede e coscienza, ma stiamo parlando di leggi e di società civile. Il ddl zan è una legge liberticida e incostituzionale che viola la libertà di religione, di educazione e di manifestazione del pensiero, e inoltre viola il principio di determinatezza del reato, perché non definisce la cobdotta criminosa. Solo nei più biechi stati totalitari sono esistite leggi liberticide come questa.
                Per tutto questo siamo contro il ddl zan. Che del resto limita anche la libertà religiosa dei musulmani.
                Tu, invece, forse sei a favore del ddl zan. Come l’Avvenire.
                Questo spiegherebbe il tuo modo ondivago di discutere. In effetti mi ricordi tanto lo “stile Avvenire”.
                E mi ricordi anche un’altra persona con cui ho già discusso più volte in questo blog.

                1. Mary

                  Guarda Valeria Maria Monica che sei tu che hai scritto che le persone dovrebbero vivere come cristiani “perché, indipendentemente dalla loro adesione interiore al kerigma di Gesù Cristo Figlio di Dio, le condizioni della loro vita umana e terrena sono enormemente migliori in un mondo fondato su valori cristiani”, presumendo così che si possa vivere come cristiani senza credere in Cristo. Tra i valori cristiani ce ne sono molti che sono universalmente riconosciuti, ma altri che sono perseguibili solo per fede. Ed in ogni caso il catechismo insegna che solo in Cristo c’è la salvezza, non nel seguire le regole di vita come marionette, perchè solo se hai Cristo dentro puoi trovare logica in cose che non hanno logica umana.
                  In ogni caso non capisco questa aggressione verbale, che usi (ho visto gli altri commenti) come un martello. Ti posso assicurare che più sei aggressiva e meno sei credibile. Leggendo il tono del tuo commento mi sarebbe venuto da risponderti da ciociara verace, ma mi trattengo perchè dopo mi dovrei confessare, ma davvero datti una regolata!

    3. Beppe

      @Lumpy
      il tuo intervento getta uno sguardo vivido su una società allucinata che si sta dibattendo come la coda mozzata di una lucertola.
      Siamo spettatori di un tramonto?
      Penso di sì.
      Inutile aspettarsi che valori o passioni si possano condividere in comunione in una società dove ciò che è superficiale e cinico è tenuto per profondo e completo.
      .
      Mentre leggevo il tuo intervento mi è venuta in mente la poesia di Eliot “gli uomini vuoti”.
      Sembra calzare perfettamente alle donne che hai citato :
      “voci secche che mormorano quiete e senza senso, forze paralizzate da una vita senza scopo, non abbiamo nemmeno la consolazione di pensare che siano anime perdute o violente, ma solo banali donne vuote, donne impagliate …
      .
      Esiste un futuro a queste condizioni?

    4. Lucia

      Cara Lumpy concordo su tutto ciò che affermi , l ‘ idea classica della famiglia e tramontata da tempo e l’ idea di mettere al mondo un figlio e sempre meno presente nei trentenni, figuriamoci di quelli più giovani. Negli anni ‘ 90 nel mio paesino qui nel salernitano c’ era ancora chi si sposava a 20 anni e fino al 2000 le separazioni erano molto rare, adesso se qualcuno si separa dopo qualche anno di matrimonio la cosa passa del tutto inosservata per quanto è diffusa. E sempre fino al 2000 I figli unici erano rari, adesso e un fenomeno frequente anche considerato che in genere gli sposi vanno all ‘ altare non prima dei 35 anni. E stato un cambiamento rapido e totale. Credo che Costanza Miriano, Adinolfi, Gandolfini & Co nelle loro battaglie pro_ life e family sottovalutino questa realtà è temo che resteranno ancora delusi. Non siamo più ai tempi di San Giovanni Paolo 2 e neanche di Papa Benedetto quando anche grazie i movimenti religiosi come Rinnovamento nello Spirito, Focolarini, Neocatecumenali & Co la Chiesa e quei laici che credevano nel diritto naturale erano in grado di influenzare il governo e quindi le leggi. Adesso non è più così e d ‘ altronde la cei stessa e il Vaticano sembrano sempre a disagio di fronte a queste tematiche anche perché ormai tanti cattolici sono favorevoli a gender alla legalizzazione dell’ eutanasia e ormai all’ accettazione dell ‘ aborto, lo vedo in famiglia, forse perché sanno che la partita in occidente come sosteneva qualcuno in un commento precedente è già persa?Adesso per la Chiesa stessa sembrano più importanti l ‘ ambiente e ovviamente i migranti, i futuri protagonisti di un’ Europa molto diversa da quella in cui siamo nati. A volte penso che Papa Benedetto xvi abbia scelto di farsi da parte anche per questo.
      Buona serata

      1. Valeria Maria Monica

        Lucia, la Verità non dipende dal gradimento del pubblico.
        Se anche l’Italia si trasformasse in un luogo in cui la fede deve essere tramandata ai figli nel segreto perché si rischia il carcere, non per questo la Verità cesserebbe di essere vera.
        I vari Gandolfini Miriano Adinolfi e tutti i veri cristiani che li hanno seguiti nelle loro battaglie, non lo hanno fatto per calcolo politico illudendosi di “vincere”, lo hanno fatto perché in coscienza hanno sentito come un dovere combattere per il bene fino alla fine, finché è possibile.
        Quanto alla posizione del Vaticano, purtroppo attualmente è l’esatto contrario di quello che descrivi: non è la gerarchia a essere allarmata dalla apostasia dei fedeli, sono i fedeli a essere lasciati soli nella battaglia da una gerarchia indegna.

        1. Lucia

          Cara Valeria io intendevo solo esprimere la mia condivisione di ciò che affermava Lumpy e cioè che i neogenitori attuali non sono più quelli di soli 15 anni fa, ahimè e che secondo me la Miriano, Adinolfi fanno troppo affidamento sia sulla gente comune che sulla gerarchia che se leggi bene i miei commenti come affermi anche tu della famiglia e della battaglia per la vita nascente poco o nulla gli interessa, ormai essa stessa è interessata molto di più ad ambiente e migranti. Non per nulla in questi giorni a Bergamo e emerso l ‘ ennesimo scandalo di preti e relative onlus con la gestione dei migranti, dichiarazione di uno dei don? Ma con i migranti sono arrivati i soldi!!!! Ormai non ne fanno neanche mistero….. Buona giornata

          1. Valeria Maria Monica

            Lucia scusa l’eccessiva irruenza con cui ti ho risposto… in effetti nel tuo intervento erano prrsenti diversi spunti, e io ovviamente, ho contestato quelli con cui non ero d’accordo, non ho sottolineato quelli con cui concordavo, perché mi sembrava supefluo.
            Mi rattrista e mi preoccupa, comunque, la passività e il senso di resa che percepisco tra i cattolici. (In generale)
            Molti, per quieto vivere, non vogliono neppure rendersi conto di quello che sta succedendo, si illudono che siano solo i soliti kattolici complottisti ad agitarsi per niente. Si cullano sereni nel pensiero che il papa, zuppi (dato per prossimo possibile papa), e avvenire con tutti i media diocesani locali vanno d’amore e d accordo col governo, e non riescono a credere che ci sia alcun motivo di preoccupazione nel ddl zan
            Mi paiono gli ebrei che negli anni 20 erano iscritti al partito nazista.
            Mi spaventa però anche il senso di resa che percepisco in altri, più lucidi nel rendersi conto di cosa ci succede intorno ma timidi nel pensare che non ci sia alcuna possibilità di resistenza, tanto gli altri sono troppo numerosi, nessuno più la pensa cone noi, ecc. Uno sbagliato senso di inferiorità che ci impedisce di urlare per salvare noi e gli altri.
            Prima di esssere sopraffatti, combattiamo!!!
            Saremo anche dei piccoli hobbit, ma noi abbiamo ricevuto il messaggio della possibilità di salvezza del mondo, il Vangelo.
            Non ci è consentito rinunciare a combattere, anche se le tenebre avanzano.
            Come Frodo, portiamo con noi la consapevolezza che il viaggio è quasi impossibile, ma siamo chiamati almeno a provare.

            1. Lucia

              Cara Valeria Maria Monica credo che concordiamo su tutto, unica differenza e che tu sembri ancora credere che si possa fare qualcosa per bloccare questa deriva della società occidentale, invece io credo che se anche il ddl zan per qualche miracolo lo si evitasse, ce lo ritroveremo tra 2- 3 anni in una forma anche magari peggiore. Pensiamo ai dico, la Chiesa allora riuscì con una compattezza che adesso non c ‘ è più ad evitarli, ma dopo qualche anno ci siamo ritrovate le unioni civili. Ormai la chiesa italiana sta seguendo il pessimo esempio della ormai ex chiesa tedesca. Non so se stai seguendo le chicche che sta partorendo il famoso sinodo e il Papa tace….. Sarò complottista, malpensante ma credo che il Vaticano abbia fatto una sorta di patto con i poteri forti, migranti contro libertà religiosa e di pensiero.Leggo con interesse l’ Isola di Patmos, e da ciò che padre Levi di Gualdo afferma in alcuni suoi articoli o almeno da quello che io ho inteso, gli slogans, le boutades, i silenzi davanti agli scempi della sinistra internazionalista e massonica e invece le critiche pesanti contro i populisti potrebbero essere un modo per salvare capre e cavoli e permettere alla Chiesa di sopravvivere a quella che secondo lui è la crisi più grave della storia della Salvezza. Ancora una volta ho i miei dubbi. Avere allontanato o emarginato vescovi preti e fedeli che continuavano a credere a peccato, Bene e Male, inferno e Paradiso ma che non si inginocchiano davanti a nozze gay e migranti – Gesù ( solo loro!?) in che modo può salvare la fede e la ragione stessa in un mondo che ormai è assolutamente nemico non solo della fede in Gesù ma proprio di ciò che è trascendentale e di naturale . Non mi è chiaro e di certo non mi rasserena. Ps : Fossi in Zuppi io non mi fiderei troppo di tutti quei pronostici favorevoli e men che meno di chi lo tratta già da Papa. Buona serata

              1. Valeria Maria Monica

                Ahimè, @Lucia, concordiamo proprio su tutto, compreso il fatto che anche io credo che non riusciremo a evitare a lungo il ddl zan e la GPA, visto il governo che ci ritroviamo, scandalosamente sostenuto da una Chiesa degenerata e dal distruttivo pontefice regnante.
                L’unica differenza è che io penso che anche, se ci sentiamo sopraffatti, finché ancora possiamo parlare, scrivere, risvegliare i cattolici dormienti, manifestare, facciamolo!
                Facciamolo per due motivi: se perderemo, avremo la coscienza tranquilla di aver fatto tutto quello che potevamo fare. Ma potrebbe anche darsi che al Signore piacesse vincere con un piccolo esercito, e come potrebbe farlo se il piccolo esercito si scoraggia, si vergogna della sua piccolezza, e non scende neanche in campo?
                Non perdiamo dentro di noi la consapevolezza che, anche se ridotti allo zero virgola, noi siamo nella verità, e chi pensa che Dio NON abbia creato gli uomini “maschio e femmina” è nell’ errore: anche se è più giovane di noi, anche se è nostro figlio, anche se è un pretino tanto intelligente e brillante. Lui ha torto, e il Catechismo della Chiesa Cattolica, con duemila anni di cammino illuminato dallo Spirito Santo, ha ragione. Non facciamoci intimidire.
                PS hai mai letto il Signore degli anelli? Silvana De Mari dice che il fantasy è il genere letterario da leggere per trovare il coraggio di lottare quando la sconfitta appare certa. Ha ragione. Mi sento spesso come un hobbit nel primo capitolo. E so che non c’è altra alternativa: dobbiamo metterci in viaggio per portare l’anello. Anche se ci sentiamo così inadeguati, grassi, inermi e inetti alla battaglia.
                Se sta per arrivare l’Apocalisse, ce ne accorgeremo, ma finché siamo in vita dobbiamo portare l’anello.

    5. Luigi

      Ti ringrazio, Lumpy.
      Forse senza rendertene conto, hai scritto la più bella elegia della “società patriarcale” che fosse possibile comporre.
      Senza nominarla una sola volta, ma semplicemente mostrando cosa accade quando non esiste più.
      E non hai scritto troppo.

  10. vale

    riprendo da “bastabugie”LA VERITA’ CHE CI NASCONDONO SUL BLACK LIVES MATTER
    BastaBugie n.671 del 1 luglio 2020

    “…Senza entrare nel merito del profilo biografico delle sue fondatrici, di per se stesso alquanto rivelatore, basta leggere i 13 principi-guida sbandierati dal movimento per rendersi conto di quali siano i suoi veri obiettivi. Fra questi 13 principi, due sono dedicati all’attivismo omosessualista: causa trans-sessuale (transgender affirming) e causa delle “minoranze sessuali” (queer affirming). Due altri principi vanno espressamente contro la famiglia naturale: smantellamento del nucleo famigliare a favore di non meglio identificati villaggi e comunità (black villages) e ridefinizione del ruolo della donna-madre (black families)…”

    curioso che medesimi fini si mobilitano su entrambe le sponde dell’atlantico,ma anche in altri paesi, nello stesso tempo….

    prosit

  11. Rosa

    Sig.ra Miriano, posso farle una domanda? Cosa intende con peccato originale? Mi riferisco a questa frase:
    “Siamo povere creature ferite dal peccato originale, e dunque incapaci di amare senza la grazia”
    Grazie mille

    1. admin @CostanzaMBlog

      Quello che intende la Chiesa Cattolica nel Catechismo:

      Il peccato originale – una verità essenziale della fede

      388 Col progresso della Rivelazione viene chiarita anche la realtà del peccato. Sebbene il popolo di Dio dell’Antico Testamento abbia in qualche modo conosciuto la condizione umana alla luce della storia della caduta narrata dalla Genesi, non era però in grado di comprendere il significato ultimo di tale storia, che si manifesta appieno soltanto alla luce della morte e della risurrezione di Gesù Cristo. 505 Bisogna conoscere Cristo come sorgente della grazia per conoscere Adamo come sorgente del peccato. È lo Spirito Paraclito, mandato da Cristo risorto, che è venuto a convincere « il mondo quanto al peccato » (Gv 16,8), rivelando colui che del peccato è il Redentore.

      389 La dottrina del peccato originale è, per così dire, « il rovescio » della Buona Novella che Gesù è il Salvatore di tutti gli uomini, che tutti hanno bisogno della salvezza e che la salvezza è offerta a tutti grazie a Cristo. La Chiesa, che ha il senso di Cristo, 506 ben sa che non si può intaccare la rivelazione del peccato originale senza attentare al mistero di Cristo.

      Per leggere il racconto della caduta

      390 Il racconto della caduta (Gn 3) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all’inizio della storia dell’uomo. 507 La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la storia umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori.

  12. Valeria Maria Monica

    Cara Costanza, grazie di aver parlato ancora. In questo silenzio assordante della Chiesa, in questo scenario desolante di piccoli sicari mandati a sconfessare chi dovrebbe rappresentare i nostri pastori, in questa tenebra che avanza, siamo con voi, voi del Family Day, voi che avete più coraggio di tutta la Conferenza Episcopale messa insieme. Ci alzeremo ancora in piedi l’11 luglio.

    1. Brunella Lionetti

      E adesso, rispondo a te Costanza!
      È vero anche quello che dici tu: ho lavorato molto tempo con i bambini, a volte anche privatamente…come dici tu, ho scaldato il latte ( materno o in polvere) di bebè, mentre la mamma era fuori…pensando : che bello abbracciare e prendersi cura di questo bambolino!
      Cosa puó sostituire questa gioia nel mondo? Ma, anche comprendendo le necessitá altre dei genitori, sia economiche sia di altro genere! Mi pare una questione capitale per il genere umano: quale valore ha la cura della vita umana, in tutto il suo essere e svolgersi, fino alla fine?
      Ognuno puó rispondersi considerando lo stile di vita sviluppato per buona parte della Terra! Ma soprattutto, con la consapevolezza del chiedersi, se questo ci rende davvero umani, ancor prima di umani felici! Personalmente, non ho solo seri dubbi, credo proprio di no!
      C’ è molto da rivedere e correggere: ma ci sono persone che davvero desiderano farlo, e s’ impegnano per realizzarlo, partendo proprio dalle personali
      prioritá ? Oppure ci lamentiamo, come sempre e inutilmente, aspettando magari che scenda dal cielo …tra le ali dei bellissimi angeli che siamo abituati a vedere…la civiltá nella quale vorremmo fare parte? Mi pare che il Figlio dell’ uomo abbia indicato con molta chiarezza la Via. Vivendola fino alla morte.
      Nella Veritá della Vita in Dio, chiamato da allora Padre, rendendoci fratelli e sorelle per sempre. Omo e non Omo!

    1. Valeria Maria Monica

      @Marco29:
      Dipende da quale era l’obiettivo.
      Se lo scopo era intimidire e silenziare con il pugno di ferro chi ancora si ostina a resistere al lavaggio del cervello, direi che è scritto in modo adeguato.

      1. Alessandro

        Esatto: stesura perfettamente congruente con lo scopo perseguito dall’estensore

  13. Pingback: Voglio essere sessista – l'ovvio e l'evidente

  14. Silvia

    Grazie Costanza, condivido ogni parola e ammiro la tua scrittura chiara ed efficace.
    Detto ciò, dobbiamo agire: dobbiamo assolutamente manifestare uniti e numerosi l’11 luglio nelle piazze di Italia.
    Ti prego quindi, lancia un appello e adoperati come tu puoi per coinvolgere il maggior numero di persone, affinché la nostra dimostrazione fermi questa legge dannosa e devastante.

  15. Gianluca

    ….ancora una volta eccezionale! Ci sono anch’io , nella lotta e nella preghiera…. e non vedo l’ora che torni la pace, giustizia e amore!

  16. Lucia

    Vorrei segnalare all’ amica che qualche settimana fa chiedeva aggiornamenti sui bambini di Kiev un articolo di Tempi, intitolato” Come luccica il mercato dei bambini” e che descrive la realtà odierna della famiglia e della società di cui stiamo discutendo anche su questa pagina.

  17. Maddalena

    Costanza, condivido il tuo pensiero e sono certa che comunque vada con questa nuova legge, la Verità verrà sempre manifestata dalla Chiesa.
    Certamente in questo Tempo così particolare, bando ai pregiudizi, non bisogna perdere la Fede…essere Uno in Cristo e nella preghiera. Grazie

  18. admin @CostanzaMBlog

    «Questo è un tipico esempio di dittatura del relativismo. Cioè, in nome di alcune idee, essi ritengono non solo di poterle affermare, ma di criminalizzare idee diverse. E quindi un relativismo che diventa in realtà un assolutismo. E qui noi proprio dobbiamo difendere la libertà di espressione, guai se cediamo su questo! E devo dire che in questo caso la CEI si è espressa in maniera tempestiva e chiara; però che cosa è accaduto? Che anche i giornali cattolici continuano a essere piuttosto ambigui, a dire, sì, è così, sotto un certo aspetto, però ci sono anche altre interpretazioni possibili, ecc. ecc. E non si dice invece (…) che se concediamo questa possibilità di censurare giuridicamente, penalmente non delle offese, non delle istigazioni a colpire, ma semplicemente delle valutazioni di ordine antropologico e morale, allora veramente la libertà è in pericolo. E su questo credo anch’io che insistendo e lanciando queste idee alla grande opinione [pubblica] si possano ottenere vastissimi consensi; è ridicolo che la differenza fra uomo e donna possa venire alla fine criminalizzata».
    (Card. Camillo Ruini, 2 luglio 2020)

  19. Mary

    guarda Valeria Maria Monica , che sei tu che hai scritto che per le persone “indipendentemente dalla loro adesione interiore al kerigma di Gesù Cristo Figlio di Dio, le condizioni della loro vita umana e terrena sono enormemente migliori in un mondo fondato su valori cristiani” .
    Dal che è naturale pensare che tu creda che sia possibile vivere come Cristo comanda , senza però credere effettivamente a Cristo. Vedi se è un pensiero cristiano, secondo quello che ho capito del cristianesimo e che mi hanno insegnato non lo è.
    E poi non capisco questa aggressività, ma che sei la padrona delle idee qui dentro ? Distribuisci patenti di credibilita’ a destra e manca senza conoscere minimamente la vita delle persone che scrivono , ma che ne sai delle esperienze di tutti ? Ma impara prima a rispettare le opinioni, invece di metterti sui piedistalli, come un giudice . Mi fermo qui perché da ciociara verace avrei altro da dire , ma poi la lista per il confessionale mi si allungherebbe ancor di più!

  20. Giulia

    La mistificazione dei veri bisogni della donna ha scavalcato ogni ragionevole fantasia distopica, come si usa ora dire: basta scorrere gli articoli di tutti i giornali di oggi sulla morte del “benefattore delle donne” dott. Carlo Flamigni… “Una vita per i diritti delle donne” e altre amenità. Finora solo peana dai giornali di regime. Solo dalla Bussola viene fuori chi era e cosa ha fatto. Costanza, il tuo ragionamento non fa una piega perché è intellettualmente onesto e pieno di forza vitale che viene da Dio.

  21. Roberto C.

    Flamigni era dichiaratamente ateo, ma non era pro-aborto “tout court “. Per lui, l’aborto rimaneva un’ombra nera, sempre una ferita dolorosa. Riteneva che il feto non fosse ancora persona , seppur titolare di diritto alla nascita, e che prevalesse pertanto sempre il diritto della donna (già persona) , in caso di necessità, determinare il destino della creatura nel suo grembo.

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