La preghiamo Santo Padre, non permetta che si usino le sue parole per uccidere Alfie

di Costanza Miriano

Alfie Evans è un bambino gravemente malato a cui 14 mesi fa avevano fatto una prognosi molto infausta: si pensava che sarebbe morto a breve, invece è ancora qui fra noi. Solo che, purtroppo per lui, è inglese, e l’ospedale di Liverpool ha deciso che la sua vita non è degna. I genitori si sono opposti, la cosa è finita davanti a un tribunale, fino all’Alta Corte di giustizia. E mentre Alfie continua a vivere nonostante le previsioni dei medici, il giudice ha ordinato che gli sia staccare il ventilatore. E la cosa intollerabile è che lo ha fatto citando  a sostegno delle proprie tesi un passo della lettera di Papa Francesco a monsignor Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

Caro giudice, non si permetta di usare il Papa per affermare le sue tesi. Non si permetta di sporcare lo sguardo cristiano sulla vita umana. Dica invece la verità: in Inghilterra si è stabilito che c’è uno standard di vita considerato accettabile. Al di sotto di quello la sanità, con l’appoggio della giustizia, uccide, anche contro la volontà dei malati o dei loro genitori, come ha fatto con Charlie Gard. E non è solo una questione economica, perché i genitori avevano raccolto i fondi per sostenere le enormi spese. E’ una questione di giudizio su chi ha diritto a vivere e chi no, una cosa che spalanca un baratro, dalle conseguenze imprevedibili.

Si abbia il coraggio di chiamare le cose con il loro nome – la giustizia inglese ha il potere di vita e di morte sui cittadini – ma che non si usi la parola del Papa, che non si parli di diritti, di dignità della vita. E’ vero, Papa Francesco invita al discernimento, perché il rischio dell’accanimento terapeutico esiste, ed è sempre più delicato discernere, mano a mano che la medicina progredisce. Ne metteva in guardia anche Giovanni Paolo II. Ma che stiano tranquilli gli inglesi, la gente continua imperterrita a morire nonostante i progressi della medicina.

La verità è che il criterio di un cristiano, e a maggior ragione del Papa, è sempre quello della relazione e della persona, come dice lui nella lettera citata a sproposito dal giudice (ignorante? perfido?).

“Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità” dice il passo del Catechismo che il Papa sceglie di citare. Alfie non può parlare, ma i suoi genitori – che hanno la titolarità legale per lui – hanno detto di no: non vogliono che si stacchi la spina. Non si usi dunque il Papa per ammantare di filantropia una decisione spietata, facendo due gravi offese. Una alla nostra fede e alle parole del Papa. Una a un innocente giustiziato.

Alfie ciuccia energicamente il suo ciuccio, interagisce con i suoi genitori, anche se, è vero, non parla e non fa niente, tranne sentire l’amore di chi lo circonda. Dipende da un ventilatore, non guarirà mai. E morirà comunque, anche se lasceranno attaccato quel ventilatore.

Ma, devo darle una notizia, caro giudice Hayden, anche lei morirà, prima o poi. Le auguro molto tardi, in modo che abbia tempo di capire quello che sta facendo. La vita è una malattia mortale, anche per le persone sane. Il criterio è che può vivere solo chi è autonomo? Be’, tanti malati dipendono dalle cure che fanno. Non solo, che so, quelli in dialisi, ma anche quelli che devono la loro vita a dei farmaci. Se è per questo anche un astronauta in orbita nello spazio se lasciato da solo muore, se espulso là fuori senza aria né tutto quello che serve a vivere. E se vogliamo spingere ancora più in là il paradosso, anche il giudice Hayden lasciato solo nel mezzo della foresta amazzonica o nel gelo della Siberia a meno cinquanta gradi da solo non se la caverebbe un gran che bene, suppongo. Tutti dipendiamo dalle condizioni esterne e molto dal sostegno di altri. E allora? Qual è la regola per stabilire chi ha diritto di vivere e chi no? La bombola dell’astronauta è accanimento terapeutico?

E’ chiaro che il criterio non può essere quello dell’autonomia della persona. Ma allora? Cosa rende una vita degna di essere vissuta?

Ci sono persone che vivono in condizioni che il mondo giudica intollerabili, eppure sono più compiute e felici e feconde di tanta gente apparentemente sana, i nevrotici, i pazzi, gli schizofrenici che popolano questo Occidente satollo. C’è un autista di autobus paraguayano, Jose Ocampo, immobilizzato su un letto da venti anni. Può muovere solo qualche dito di una mano, ma riesce a dire in modo appena comprensibile che la vita è bellissima, perché si sente amato. Se parliamo di dignità della persona, a me quelli come Alfie e Jose sembrano dignitosissimi: circondati da amore e cure. E’ l’amore che rende la vita degna, è avere qualcuno vicino che ti dica “è bene che tu ci sia”.

La preghiamo Santo Padre, noi sappiamo che lei cerca di parlare nel modo meno divisivo possibile, andando incontro al mondo, nelle periferie culturali, negli angoli più lontani dalla sensibilità cattolica, dalle rigidità, dalla chiusura di cuore, dal farisaismo di chi si sente popolo eletto.

Sappiamo anche che tante volte ha preferito non puntualizzare, non chiarire troppo anche a costo di essere frainteso per non fare questioni di identità e di orgoglio e di appartenenza, che sono quanto di più lontano dal suo cuore. Ma adesso c’è la vita di un bambino che sta per essere ucciso. Non permetta che venga fatto a nome suo. Non permetta che si usino le sue parole con tanta malizia.

La supplichiamo.

 

55 pensieri su “La preghiamo Santo Padre, non permetta che si usino le sue parole per uccidere Alfie

  1. Mari

    Non ho parole…..come si può strumentalizzare in maniera così diabolica quanto il Papa dice?
    Papa Francesco ci aiuterà a chiarire ….grazie Costanza

  2. Valter Boero

    La preoccupazione, che ormai è una ossessione, dei temi divisivi, fa dimenticare che quando ci si esprime bisogna tener conto un pochino di quel che viene percepito dai nostri interlocutori. Soprattutto se capiscono Roma per toma…
    Valter Boero
    MPV Torino

  3. roberto

    Questo papa parla troppo, deve pregare non parlare., specialmente sugli aeroplani con i giornalisti, quando torna dalle visite apostoliche.

  4. francesco

    non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire

    le parole di bergoglio sono chiarissime. sempre. se poi non le volete sentire…..

  5. rosa

    Inutile bussare li non risponderà nessuno……..
    Come è di regole avvenuto fin adesso.
    Cara Costanza temo che anche tu per il papa sia una della resistenza.

    http://www.corriere.it/cronache/18_febbraio_15/papa-francesco-blog-che-mi-chiamano-eretico-conosco-chi-li-scrive-non-li-leggo-a4b0eaee-11c6-11e8-9c04-ff19f6223df1.shtml

    Mi sa che anche con il caso del povero Alfie continua le telenovela di dire contraddire disdire e mandare avanti gli ascari …ops gli spadaro.

    1. Credo che il Papa non mi conosca, giustamente. Ma se mi conoscesse e leggesse davvero saprebbe che non ho mai detto una sola parola contro di lui. A meno che non si faccia fare i riassunti dai suoi collaboratori, perché alcuni di loro sì, lo so che non mi hanno in simpatia. Il male è negli occhi di chi guarda.

      1. Karmell

        Concordo assolutamente, paragonare i tuoi (mi permetto la “confidenza da blog” dandoti del “tu”) articoli con quelli che offendono il Papa, penso che sia a sua volta offensivo nei tuoi confronti. Basta vedere come tratta lo stesso argomento Socci: basta solo saper leggere ed un po’ di onestà intellettuale…

  6. Lia

    Cara Costanza, sei fantastica! Sottoscrivo il tuo appello. Pregherò per Alfie. Tu continua a dare voce a queste anime innocenti. Un abbraccio.

  7. Francesca Solaroli

    La supplico Santo Padre anch’io, che non sono nessuno, ma che hp vissuto prima da mamma e poi da nonna la grave malattia di una fuglia e poi di una nipote e proprio in questi due fatti molto seri della mia vita ho incontrato il Signore faccia a faccia e ho potuto gustare il suo amore incodizionato e senza alcuna riserva.
    Lasci questa possibilità al mondo che non conosce questo Amore purché é cosi che il Signore ci fa suoi testimoni.

  8. Un paio di precisazioni fattuali.

    È senz’altro vero che le interviste in aereo, e cose simili, andrebbero evitate. Ma il documento citato dal giudice inglese non è un’intervista a braccio: come dice l’articolo che stiamo commentando, è una lettera indirizzata al presidente della PAV e resa pubblica. Dunque niente intervista, niente discorso a braccio, ma un documento ufficiale, preparato preventivamente. Le criticità su alcuni passaggi ambigui furono sollevate immediatamente (cfr. alcuni articoli p.es. su LNBQ). Successivamente, così per caso, la legge sulle DAT che giaceva come molte altre cose nel limbo di una caotica fine legislatura è stata improvvisamente ricalendarizzata, proprio in extremis; il PD ha usato parimenti la lettera del Papa per “tranquillizzare” la componente sedicente cattolica dei propri parlamentari; e la Chiesa gerarchica, salvo rarissime eccezioni, se ne è stata totalmente zitta mentre le DAT venivano approvate. Le parole del giudice inglese, dunque, sono già l’ennesimo frutto avvelenato di quel documento, non il primo.

    Secondariamente, nessuno può sostenere senza cadere nel ridicolo che il blog di Costanza sia tra coloro che “danno dell’eretico” a Francesco. Ora, quell’intervista di Francesco è il solito pasticcio comunicativo: perché, letteralmente, sono molto pochi quelli che danno dell’eretico al Papa. Però è evidente che le parole ed il tono sono stati scelti perché arrivi un senso che va oltre le parole, e include genericamente chiunque abbia il coraggio di dissentire dal mainstream vaticano.

    Sarà colpa dei collaboratori del Papa? Certamente, anche. Però qui i casi sono sostanzialmente due: o se li è scelti Francesco, e allora la responsabilità è sua; oppure se li è fatti imporre, e allora la responsabilità è comunque sua. Infatti essere l’autorità di massimo grado sulla terra ha implicazioni pratiche, tra cui il fatto che non si possono scaricare responsabilità verso l’alto (sempre che, ovviamente, non si vogliano scaricare sul Padreterno).

  9. Gabriella

    Gentile Costanza, perché non inviarla direttamente al Papa?anche con le firme di chi, come me, la condivide? L’ammiro moltissimo, lei ha tanto coraggio e non la manda a dire

  10. Beatrice

    Mi sembra palese che quanto accaduto con la vicenda di Alfie abbia scoperchiato un problema grosso come una casa: la storia del “discernimento” e del “caso per caso” è una bomba che fa crollare tutta la morale cristiana e non solo la questione dell’indissolubilità del matrimonio. Questa nuova pastorale “misericordiosa” (della serie “grandi saldi per tutti i comandamenti”) sta di fatto favorendo l’instaurazione del regno nichilista tanto desiderato da Bonino & co, un regno dove al diritto alla vita verrà sostituito il dovere di morire se non si risponde a certi standard imposti da questa società dei consumi che giudica tutto e tutti sulla base del vile denaro.
    Joseph Seifert, grande teologo amico di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, era stato “misericordiato” (cioè cacciato a calci nel sedere dai misericordiosi) proprio perché in uno scritto aveva fatto notare che la famosa noticina di “Amoris Laetitia” andava a toccare tutti i comandamenti facendo così crollare l’intero edificio della morale cristiana. Riporto un pezzo da un articolo di Marco Tosatti su “La Nuova Bussola Quotidiana”:

    «Il prof. Seifert scrisse a Rocco Buttiglione, che aveva difeso Amoris Laetitia, per esprimergli il suo timore che anche Humanae Vitae e Evangelium Vitae fossero in qualche modo “adattatate” ad Amoris Laetitia. Buttiglione “ha aumentato il mio senso di allarme rispondendo che naturalmente a Humanae Vitae e Evangelium Vitae avrebbe dovuto essere applicato lo stesso discernimento e gli stessi principi dichiarati in Amoris Laetitia. Questo mi ha scosso profondamente”.»

    http://lanuovabq.it/it/seifert-unaltra-vittima-del-misericordismo-di-al

    È chiaro quindi perché Papa Francesco ha scritto quel pezzo contro l’accanimento terapeutico proprio quando in Italia si stava discutendo di biotestamento, un pezzo che è stato interpretato da quasi tutti i giornali come apertura all’eutanasia senza che dalla Santa Sede sia giunta smentita alcuna? È chiaro perché la Bonino è stata definita una “grande italiana”? È chiaro perché sono stati chiamati abortisti conclamati alla Pontificia Accademia per la Vita? È chiaro perché c’è una commissione al lavoro su un ammodernamento dell’Humanae Vitae? E la lista potrebbe continuare, purtroppo, ma per chi avesse ancora dei dubbi consiglio di leggere la testimonianza drammatica di una catechista che lavora da tanti anni (ma chissà ancora per quanto!) presso il Vicariato di Roma:

    https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/02/16/da-roma-un-grido-di-dolore/

    1. Luigi

      “Questa nuova pastorale “misericordiosa” […]”

      Pastorale misericordiosa che consegue però dall’aver gettato nello sgabuzzino tutta la “potenza di fuoco” dottrinaria – antimodernista, antiliberale e antimassonica – del XIX secolo nonché della prima metà del Novecento.

      Senza dimenticare l’invocazione a san Michele arcangelo, espunta come un ferrovecchio quando invece era spada fiammeggiante contro le tenebre.

      “Rome wasn’t built in a day”… beh, vale anche per la sua distruzione…

      Ciao e buon lavoro 😀
      Luigi

  11. Beatrice

    Dico un’ultima cosa e poi basta che ho un sacco di lavoro arretrato da fare… Chi parla solo di misericordia, dimenticandosi della giustizia, finisce immancabilmente col favorire l’ingiustizia. E se non è ingiustizia l’uccisione di un innocente la cui unica colpa è quella di non essere perfetto e di non servire ai fini consumistici della nostra società, allora ditemi voi cosa è ingiustizia!

  12. pietro frisone

    “… E’ l’amore che rende la vita degna, è avere qualcuno vicino che ti dica “è bene che tu ci sia”….”
    Non trovo parole diverse per commentare (ed eventualmente da assumere come guida per qualsivoglia DAT

  13. Pingback: “ALFIE. SPERIAMO CHE IL VATICANO DICA FORTE E CHIARO: NON LO UCCIDETE. MA SE LO FATE, NON SIA IN MIO NOME.” di Marco Tosatti – Anonimi della Croce

  14. CP

    Un altro bambino che vogliono ammazzare perché nessuno sa che cos’abbia ma è escluso che possa guarire, e perché “tutti i dati indicano che è improbabile che provi dolore, ma non possiamo certo escluderlo”.
    Prima i dottori dicono che non risponde agli stimoli, che i suoi sbadigli e movimenti sono solo reazioni automatiche o crisi epilettiche. Poi dicono che però potrebbe sentire dolore, ma non può comunicarlo. E subito dopo dicono che la voce e le carezze dei genitori non gli portano alcun conforto. (Pag. 12 della sentenza: https://www.judiciary.gov.uk/wp-content/uploads/2018/02/alder-hey-v-evans.pdf)
    Il giudice cita il Royal College of Pediatrics che dice che le cure “futili” si possono sospendere, ma bisogna tener conto della volontà dei genitori. E cita il Papa che dice che è lecito sospendere cure SPROPORZIONATE rispetto ai benefici che portano, e che il paziente innanzitutto giudica se una cura è sproporzionata. I genitori di Alfie evidentemente non ritengono il ventilatore una cura sproporzionata. Il giudice dice addirittura che ha visitato Alfie in ospedale e l’atmosfera era bellissima, piena di pace, dignità e perfino felicità (pag. 21]. Quindi, conclude, per il “best interest” di questo bambino, per il suo bene, deve morire il prima possibile. Perché non può guarire, perché non sa respirare da solo, e perché non è escluso che possa talvolta provare dolore.
    Un medico tedesco ha detto che nel suo ospedale farebbero ad Alfie le operazioni necessarie perché possa andare a casa, col ventilatore e quant’altro, e passare il tempo che gli resta con la sua famiglia. Ha detto che in Germania, con la storia che hanno, hanno imparato che certe cose coi bambini severamente handicappati non si fanno. Il giudice si è offeso tantissimo. (Pag. 16)
    Prego che il Papa dica qualcosa, almeno che l’hanno citato a sproposito, ma ogni volta che apre bocca lo citano a sproposito. Soprattutto prego per questa gente così disperata che piuttosto che stare di fronte alla lenta malattia e morte di un bambino preferisce ammazzarlo in fretta.

    1. Francesco Paolo Vatti

      Di che si offende il giudice? Il tedesco ha solo espresso in parole compiute la verità…

  15. Procopio

    A me pare di ricordare che nel Vangelo i farisei erano quelli che sindacavano sul matrimonio ed il ripudio. La durezza dei loro cuori era riguardo nel non accettare l’indissolubilità’ del matrimonio non il contrario.
    Siate misericordiosi con questa povera gente che sta uccidendo un piccoletto.
    Bergoglio non rispondera’ all’appello. Il mondo va in questa direzione e la Chiesa si deve adeguare.

  16. Francesco Paolo Vatti

    Non credo che Bergoglio volesse legalizzare l’eutanasia. Il discorso da lui fatto effettivamente non contiene punti che non siano in linea col Catechismo. L’unico vero problema, è stata l’opportunità temporale: in questo momento, l’eutanasia è un problema più serio dell’accanimento terapeutico e parlare del secondo, lasciando alla seconda poche righe è guardare il dito invece che la luna… Purtroppo, chi si occupa della comunicazione vaticana non sta facendo un gran lavoro…. Mi aspettavo la legge sulle DAT in Italia (detto e fatto), ma non pensavo si arrivasse a questo. Purtroppo, il livello di conoscenza teologica del Papa è molto più alto di quello di chiunque, anche persona di cultura medio-alta e ciò fa sì che i suoi discorsi si prestino spesso a forzature. Speriamo smentisca davvero questa volta! Giro il collegamento anche su un paio di forum…

    1. Purtroppo, il livello di conoscenza teologica del Papa è molto più alto di quello di chiunque, anche persona di cultura medio-alta e ciò fa sì che i suoi discorsi si prestino spesso a forzature

      Non ho capito questo paragrafo.

      1. Cavaliere di San Michele

        Nemmeno io. E secondo me non è necessariamente vero perché nemmeno sarebbe necessario.

        Vedi Pietro e Paolo. A Pietro si chiede di essere fedele e di confermare i suoi fratelli nella fede della Chiesa.

        1. Don Lorenzo Maria Vatti

          ma dai… cerchiamo di non essere semplicisti: Pietro è un pescatore e umanamnte solo Gesù poteva sceglierlo vedendone qualità impercettibili al mondo, Paolo è un erudito, un fariseo perfetto conoscitore della dottrina ebraica e fondatore della religione cristiana.
          Se l’uomo storico Pietro deve “solo” confermare i fratelli, colui che siede oggi sulla sua cattedra ha il compito anche di conservare il “depositum fidei”. Così l’attuale Pietro dovrà essere anche molto Paolo e Francesco certamente lo è.
          Il problema di Francesco è che il sangue latino americano lo rende un po’ troppo “scafato” e partendfo dalla semplicità francescana, discute della più elevata teologia come se fosse nulla, tra i giornalisti nessuno ha intenzione minima di guardare oltre le parole e l’ufficio stampa vaticano non è molto propenso a diffondere il vero pensiero del papa, così ognuno si rende libero interprete di quello che dichiara.

          1. @Don Vatti

            Con tutto il rispetto per la sua buona fede, trovo la sua spiegazione incredibile. A parte il fatto che “discutere della più elevata teologia come se fosse nulla” è una grave mancanza di prudenza, ed è una grande contraddizione con “certamente è anche molto Paolo”, che non discuteva della più elevata teologia come se fosse nulla… Ma come mai l’ufficio stampa vaticano “non è molto propenso”? Chi ne ha nominato i vertici? Se non lavorano bene, perché Francesco non cambia le persone? Ha rimosso vari cardinali perché evidentemente non gli stavano bene. Li ha anche ripresi, pure in modo rude, senza bisogno di passare dall’ufficio stampa. E cosa è diventato l’ufficio stampa, il passaggio obbligato delle esternazioni papali? Francesco non aveva detto che andava ad abitare a Santa Marta proprio per non farsi ingabbiare, e ora si fa condizionare dall’ufficio stampa?

        1. Francesco Paolo Vatti

          Cercherò di spiegarmi (spero) meglio. Mi è capitato di leggere frasi che, di primo acchito, mi sembravano assurde. Poi ci riflettevo, andavo alle reminiscenze del catechismo, cercavo di dare un singolo significato a ogni parola e vedevo che la frase, nella sua interezza, era ineccepibile. Però, solo avendo una preparazione religiosa di un certo livello, solo avendo la voglia di fare fatica a capire (quindi cercando di avere un pregiudizio positivo) e volendo andare il più possibile a fondo delle cose, si coglie il tutto. Se si legge come legge l’uomo della strada, l’uomo scristianizzato di oggi, si hanno il chi sono io per giudicare, si devono fare al massimo due figli, le apparizioni della Madonna non esistono, bisogna staccare la spina. Cioè, una persona di preparazione teologica normale o che, per lo meno, non abbia voglia di faticare, interpreta male. Questo non dico che sia un bene (per rispondere al Cavaliere di San Michele), ma mi pare quello che nei fatti accade. Molte cose che il Papa dice vengono fraintese (spesso ad arte) e il fraintendimento si basa su una falsa semplicità, che è invece spesso arzigogolo. E’ più chiaro così? Altrimenti ci riproverò ancora….
          Scusatemi ancora…

          1. vale

            @vatti

            ma il Papa attuale non doveva essere quello che parlava in modo semplice per farsi comprendere da tutti?
            perché cosi a me pareva di aver capito tra le altre cose – dalla “evangelii gaudium”:

            III. Dal cuore del Vangelo

            34. Se intendiamo porre tutto in chiave missionaria, questo vale anche per il modo di comunicare il messaggio. Nel mondo di oggi, con la velocità delle comunicazioni e la selezione interessata dei contenuti operata dai media, il messaggio che annunciamo corre più che mai il rischio di apparire mutilato e ridotto ad alcuni suoi aspetti secondari. Ne deriva che alcune questioni che fanno parte dell’insegnamento morale della Chiesa rimangono fuori del contesto che dà loro senso. Il problema maggiore si verifica quando il messaggio che annunciamo sembra allora identificato con tali aspetti secondari che, pur essendo rilevanti, per sé soli non manifestano il cuore del messaggio di Gesù Cristo. Dunque, conviene essere realisti e non dare per scontato che i nostri interlocutori conoscano lo sfondo completo di ciò che diciamo o che possano collegare il nostro discorso con il nucleo essenziale del Vangelo che gli conferisce senso, bellezza e attrattiva.

            35. Una pastorale in chiave missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere. Quando si assume un obiettivo pastorale e uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senza eccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa.

            ma se poi serve una laurea -ammesso che poi serva per capire correttamente il pensiero del Pontefice- in teologia per interpretare….

            1. Francesco Paolo Vatti

              A me pare che il messaggio di Francesco I sia tutt’altro che semplice. Probabilmente non ci riesce, non credo che la complicazione sia voluta… C’è un livello immediato, che è quello che riscuote simpatia da parte soprattutto dei lontani, ma, se si guarda bene, quanto viene detto non è semplice, soprattutto non è detto in modo semplice. Ma questo è il mio punto di vista, non pretendo sia la verità. Se altri la vedono diversamente, sono ben lieto di leggere come la vedano.

              1. vale

                @vatti
                infatti non è semplice.

                è che l’immagine di “semplicità” che viene veicolata non corrisponde alla complessità dei suoi scritti.

                capisco che,per rimanere alla “evangelii gaudium”, un discorso programmatico come quello è,per forza di cose,”denso”.

                ma se poi, facendo pure la tara ai primi periodi ed alla scarsa familiarità con l’italiano, gli interventi danno adito ad infinite discussioni ed interpretazioni ( che non sempre vengono chiarite ) la faccenda si fa duretta.

                1. Ma è possibile che siamo qui a fare petizioni perché il Santo Padre dica chiaramente che non si deve ammazzare un bambino e che tantomeno lo si deve fare nel nome del Magistero della Chiesa, e questo non basta a far capire cosa sta succedendo? Ma quanti segni ancora deve mandarci il Padreterno, se ancora si discute sulle cose “semplici” o “complicate”, o sulla questione “istituzione vs carisma” (che, per carità, è un punto assolutamente interessante e ci sarebbe da parlarne, se fossimo in un altro contesto). E che questo non è il solo problema di questo pontificato, perché l’altro giorno stavamo a reagire alla “pastorale di fedeltà per omosessuali”?

                  Spiegatemi: parlare e dire a quel giudice che ha frainteso, è “semplice” o “complicato”?

                  PS E per favore, non riduciamo tutto a Socci, questa è una via di fuga troppo comoda. La lista di chi sta muovendo gravi e argomentate obiezioni a questo pontificato si allunga ogni giorno di più, tra vescovi, cardinali e teologi fedeli a Cristo.

                  1. Francesco Paolo Vatti

                    Sig. Giudici,
                    Capisco la sua amarezza e le sue difficoltà (che sento tantissimo). Però, penso che dobbiamo cercare di vedere le cose in un modo diverso. Innanzitutto, noi stiamo chiedendo che il Papa protesti per l’uso che è stato fatto delle sue parole, non altro; non c’è nessuno, credo, che possa sostenere (e ci mancherebbe altro!) che il Papa abbia voluto che quelle parole venissero usate in quel modo. Casomai si nota una certa afasia….
                    Secondariamente, pur essendo anche io fra i critici, penso che si debba cercare prima di seguire e trovare quello che c’è di buono, poi, se proprio non c’è, si critichi pure. Noto, in certi ambienti che pure sento vicini a me per modo di pensare, che c’è un pregiudizio negativo verso il Papa e credo che l’atteggiamento dovrebbe essere opposto: avere un pregiudizio positivo e poi, semmai, essere smentiti dai fatti e criticare. Lo dico pur ricordando che in casa mia Giovanni XXIII e Paolo VI venivano spesso criticati, ma sempre dopo averli seguiti…

                    1. @Vatti
                      Lei ha perfettamente ragione sul metodo (ovvero: non criticare a priori). Ma il punto rimane, come dice lei, l’afasia su certi argomenti, come quello su cui stiamo discutendo (ma non solo). Risulta che Francesco sia afasico su tutto? Direi proprio di no, tutto il contrario: anzi, sappiamo quanto sia ossessivo (uso il termine usato da molti vaticanisti) su certi argomenti. Abbiamo cinque anni di pontificato, a questo punto, che servono come base statistica.

  17. blaspas59

    Qui allora il problema non é fraintendere quel che dice il Papa, é vedere se i genitori o lo stato deve decidere al posto del paziente.
    Sbagliare bersaglio fa perdere credibilitá ai cattolici per la vita.

  18. diegoarmando

    Caro Francesco Paolo Vatti è proprio così !
    L’Istituzione (Pietro) non può indossare gli abiti del Carisma (Paolo). Pena: “l’incapibilità”.
    La preparazione, anche, ha la propria importanza.
    “Ho amato Giacobbe ed ho odiato Esaù” : YWYH.
    “Ho chiuso i loro occhi perchè pur vedendo non vedano e ho tappato i loro orecchi perchè pur udendo non sentano, in maniera tale che essi non possano convertirsi ed io non sia costreto a sanarli”: GESU’.
    A me pare che la faccenda sia posta in maniera seria.
    La perdita di verticalità nel rapporto Dio-uomo (che Dio desidera essere quello tra Padre-figlio) trasforma la Fede in religione.
    E quindi in una melassa socialista.
    Ora un po’ grigiastri lo siamo tutti. Io però non ricopro una carica istituzionale. E voterò PdF.

  19. exdemocristianononpentito

    Tuttavia (tornando ad Alfie), bisogna dire che forse è possibile (ho detto “possibile” non alro!) che non venga dato corso all’eutanasia, perchè contro la decisione dei giudici c’è anche la volontà espressa dei genitori, che non è poco! .
    INfatti, negli altri casi di eutanasia, i genitori sono d’accordo con la “procedura in questione”‘ se non ne sono loro stessi i proponenti (es. caso englaro) oppure, essa è vouta dallo stesso interessato (casi: dj fabo, welby, nuvoli), ed è ovvio che in queste ultime ipotesi ci sia, materialmente e politicamente, ben poco da fare, però nell’evento in questione, proprio im considerazione del dissenso dei genitori, forse è possibile che il bambino sopravviva.

      1. exdemocristianononpentito

        “Ci mancherebbe”, fino ad un certo punto perché a fronte dei casi come Alfie e Charlie, ce ne sono tanti altri in cui sono stati gli stessi genitori a richiedere l’eutanasia del bambino.

  20. Questa vicenda evidenzia il logico esito delle leggi sull’eutanasia: il disprezzo della vita umana, considerata appartenente allo Stato contro la volontà degli stessi genitori.
    I “casi pietosi” con cui si cerca di far digerire queste leggi ad un’opinione pubblica addormentata sono il preludio all’eutanasia obbligatoria di soggetti, considerati superflui alla società dei consumi.
    E’ urgente per la nostra stessa sopravvivenza riportare al centro i valori cristiani, gli unici in grado di costruire una società vivibile.

    http://coscienzamaschile.com

  21. “La dignità della vita è data dall’essere amato”. E qui 45 minuti di applausi (e sono sempre pochi!). Quanto bisogno c’è di un abbraccio e di una parola per ciascuno di noi! Se poi vogliamo comprendere il perchè di queste tragedie, a mio parere la causa è anzitutto da cercarsi nel crollo della dignità e del ruolo sociale della famiglia, che consente la sostituzione della volontà dei genitori con un giudice terzo, PS Le uccisioni dei bambini deboli e malati a Sparta erano più dignitose perchè non erano segnate da ipocrisia.

  22. Aldo

    Una parola di chiarimento da parte di Papa Francesco?
    Sinceramente Costanza, ci crediamo davvero?

    1. Raffaele G.

      Non ha mai chiarito nulla, né date risposte, altrimenti qualcuno potrebbe chiedergli: perché ha risposto a quello e ai dubia no?
      L’ambiguità è l’asse portante del suo magistero e quelli che la vogliono sfruttare (a cominciare dal giudice inglese) lo fanno, ben sapendo che non arriverà nessuna smentita.
      Dice chi conosce gli ambienti vaticani molto da vicino :”Mai viste pattuglie così agguerrite atte a silenziare il magistero dei papi predecessori e fare una propaganda senza ritegno per questo magistero, rivoltandolo come un pedalino, attribuendogli anche cose che non dice, ma per le quali hanno la certezza che il papa non smentirà mai, perché in qualche modo consenziente.”
      https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/02/16/da-roma-un-grido-di-dolore/

  23. Pingback: “La alziamo la voce si o no????” di Fra Cristoforo – Anonimi della Croce

  24. Sabino

    @Vatti
    Chi ha avuto da Dio il compito di pascere il suo gregge ha l’enorme responsabilità di essere chiaro e univoco quando parla di argomenti che toccano il deposito della fede. Se le sue parole sono equivocate, non puo non spiegarne e precisarne il vero significato, altrimenti con il suo silenzio avalla l’errore,e, nel caso che interessa, l’orrore che un suo scritto possa essere utilizzato per sacrificare l’innocente. Fino ad oggi le precisazioni, chiarissime, ci sono state solo per smentire il cardinale Sarah in tema di liturgia, segno che quando il suo pensiero non e’ compreso sa ben intervenire. Ci sarebbero mille altre cose da dire, ma non voglio alimentare polemiche. Ma un’altra cosa non possa tacerla. Avvenire sta pubblicando delle vignette sacrileghe perché alludono in modo scoperto alla ignobile tesi, ripresa da un autore che non voglio nemmeno nominare, su Gesù e la Maddalena. E non mi dica che Isi tratta del giornale della CEI. Non solo egli e’ il Vescovo di Roma, come spesso si compiace di ricordare, ma quando si tratta di Nostro Signore, il suo Vicario ha il dovere di insorgere contro tali nefandezze pubblicate su un giornale sedicente cattolico e pagato anche con l’8 per mille.

    di farsi capire da loro

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