Il “male minore” porta Male

 

dito nella diga

di Mario Palmaro   da La Nuova Bussola Quotidiana

“Sta per essere girata una nuova puntata della telenovela cattolica dedicata al cosiddetto male minore. Da una decina d’anni, la dottrina del male minore si è impossessata come un demone di importanti fette del mondo cattolico. In base a questa strategia, i cattolici in politica – e gli organi di informazione e formazione che li spalleggiano – non devono più ‘limitarsi’ (sic) ad affermare i principi non negoziabili opponendosi alle iniziative legislative che li negano, ma devono assumere l’iniziativa legislativa promuovendo leggi che affermano quei principi solo in parte, ma che impediscono l’approvazione di leggi peggiori.[…]La logica è sempre la stessa: la linea del Piave morale non è più tracciata da principi invalicabili proclamati anche con l’azione politica e giuridica. Non ci si assesta più su posizioni intransigenti, del tipo: no al divorzio, no all’aborto, no ai bambini in provetta, no all’eutanasia, no al riconoscimento dell’omosessualità come valore che genera uno status giuridico. Per carità, queste posizioni non sono apertamente negate. Semplicemente, scompaiono dal dibattito pubblico.

Il politico di riferimento, al quale i cattolici hanno appaltato i temi eticamente sensibili, su questi principi tace. E diventa molto loquace nel sostenere le soluzioni di compromesso – ovviamente lodate come punto di equilibrio alto e civile – che verranno sostenute in sede parlamentare. Dunque la linea del Piave morale per i cattolici si sposta continuamente: in un certo momento coincide con il rifiuto dei matrimoni gay; in un momento successivo, arrivate le nozze gay, coincide con il rifiuto delle adozioni per i gay; in un momento ancora successivo, giunte le adozioni, il politico cattolico sposta la trincea al punto in cui si richiede che i gay siano conviventi da almeno cinque anni, e facciano la raccolta differenziata correttamente e allevino un cucciolo di cane da almeno tre. E così via. […]

Ma almeno, uno potrebbe chiedere, questa ‘dottrina del male minore’ porta davvero dei risultati? Sì: il disastro. Quando ero bambino, mio padre mi ripeteva spesso l’apologo della diga. Per quanto grande e robusta possa essere una diga – mi diceva – se in quel cemento armato si apre un piccolo forellino, e l’acqua comincia a passarci attraverso, è solo questione di tempo, e prima o poi la diga viene giù tutta quanta. Ecco, la dottrina del male minore ignora che ogni concessione fatta pubblicamente al male e alla menzogna è un buco nella diga della verità. Prima o poi, tutto è travolto dalla logica, distruttiva, del compromesso”.

testo completo su La Nuova Bussola Quotidiana

 

50 pensieri su “Il “male minore” porta Male

  1. Mi son perso qualcosa o manca il piano B per non far cedere d’un colpo la diga?
    Se numericamente e culturalmente si è minoranza in democrazia non è che ti puoi consegnare a uno stoico martirio
    Te ne stai lì, ignorato e ignorabile sulle tue posizioni perdenti ai voti

    Questa logica del male minore è qualcosa cui anche i più volonterosi (ammesso e non concesso ce ne siano di sinceramente volonterosi) son costretti dal non essere forza politica significativa
    Non è quindi una causa delle situazioni ma una conseguenza di cause a monte

    1. ola

      Sono parzialmente d’accordo:

      1. La morale non e’questione di numeri o di minoranze, se e’giusto che la dica debba crollare tutta d’un colpo allora bisogna lasciar crollare la diga tutta d’un colpo, non c’e’altra via. Non e’prendendo il piccone anche noi che la si salverà’. La vera domanda e’quindi: e’davvero moralmente giusto lasciar crollare la diga tutta d’un colpo, come propone l’articolo?

      2. Vediamo cosa dice in proposito la Congregazione per la Dottrina della Fede:
      “Giovanni Paolo II, continuando il costante insegnamento della Chiesa, ha più volte ribadito che quanti sono impegnati direttamente nelle rappresentanze legislative hanno il «preciso obbligo di opporsi» ad ogni legge che risulti un attentato alla vita umana. Per essi, come per ogni cattolico, vige l’impossibilità di partecipare a campagne di opinione in favore di simili leggi né ad alcuno è consentito dare ad esse il suo appoggio con il proprio voto.[19] Ciò non impedisce, come ha insegnato Giovanni Paolo II nella Lettera Enciclica Evangelium vitae a proposito del caso in cui non fosse possibile scongiurare o abrogare completamente una legge abortista già in vigore o messa al voto, che «un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica».[20] ”
      Fonte: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20021124_politica_it.html

    2. @Bri, credo che quel che stigmatizza l’articolo, sia una mentalità che è divenuta prassi.

      Una mentalità che vede il pensiero cristiano e l’agire cattolico, perdente già in partenza, già pronto al compromesso prima ancora di accettare lo scontro, verbale, di idee, di posizioni si spera e non d’altro, ma pur sempre scontro.

      Piano B? Non so… ma la domanda è: che ne è del piano A?

      Vorrei dare una chiave di lettura che riporta ai testi biblici e alla stessa Storia della Salvezza (per quanto mi riesce)

      Qual è il “piano A”? Quello che da sempre il Signore Iddio chiede al Suo Popolo a partire da quello di Israele.
      Dio si è forse scelto una “maggioranza”? Niente affatto. Un piccolo resto invece, un Popolo chiamato alla Santità perché prescelto da Dio in mezzo a Nazioni pagane e idolatre.

      Non erano forse in schiacciante minoranza quando Javhè lo ha liberato dalla schiavitù dell’Egitto?
      E Daniele non era forse a rischio di morte, ma la capacità di profezia donataglia da Dio, lo hanno portato ad alte vette come Consigliere del Re?
      Vogliamo parlare di Anania, Azaria e Misaele, che non si piegarono al decreto del Re di adorare la di lui statua e rischiarono pure la morte? Come si conclude la storia in quel caso?

      Interessante poi come la Potenza di Dio sconfigge tutte le nazioni nemiche del Popolo di Isrlaele che pure erano numericamente sempre inferiori e come irrimediabilmente Israele venga invece sconfitto, quando scende a compromessi o si macchia di infedeltà.
      (Simbolico e da meditare poi il racconto di una serie di sconfitte di cui Israele non si capacita, per poi scoprire che uno dei combattenti aveva sottratto e tenuto per sé oggetti destinati al bottino per lo sterminio…)

      Gli esempi potrebbero essere assai estesi. Ora la domanda è: pur nella adeguate rilettura dei testi dell’Antico Testamento illuminati dal Nuovo, dobbiamo ritenere tutti questi racconti, semplice “narrativa”, non ci dicono nulla, non ci insegnano nulla?
      E se giustamente li interpretiamo per la vita personale e spirituale di ognuno (il combattimento, l’appoggiarsi a Dio, la Fedeltà a Lui e ai Suoi insegnamenti, l’integrità, e potremmo continuare), perché dovremmo dissociarli da quella che è la vita di una Polis che è insieme di individui, che è vita comunitaria?
      In altre parole, chiedere il giusto rigore per le scelte personali e non tradurle in scelte sociali?
      Forse che per il vivere sociale, della Chiesa e della sua realtà sociale (credenti che vivono in una Società), questi scritti, questi insegnamenti divengono romanzate favolette?

      Si badi bene io sto parlando non tanto della Chiesa istituzione (il cui atteggiamento dovrebbe essere unico e univoco – anche se sappiamo non è sempre così), ma dell’attegiamento di ognuno di noi, nello specifico di chi è impegnato in polititca dove le posizioni non sono affatto così chiare e non lo è neppure la “statura morale” – mi spiace, ci vuole anche quella se si è “persone pubbliche” – di chi in politica milita.
      Vogliamo ricordare il cattocomunismo (non ancora estinto), o ricordare quanto peso ha avuto il voto cattolico nell’approvazione del divorzio? Bel pezzo di diga ha ceduto e come la metafora della diga insegna, non è che se ne cede “solo un pezzo” la diga serva più a molto… forse si limiteranno i danni del suo strabordare, forse…

      Fin dai tempi dei vostri padri
      vi siete allontanati dai miei precetti,
      non li avete osservati.
      Ritornate a me e io tornerò a voi,
      dice il Signore degli eserciti.
      Ma voi dite:
      «Come dobbiamo tornare?».
      Può un uomo frodare Dio?
      Eppure voi mi frodate
      e andate dicendo:
      «Come ti abbiamo frodato?».
      Nelle decime e nelle primizie.
      Siete già stati colpiti dalla maledizione
      e andate ancora frodandomi,
      voi, la nazione tutta!
      Portate le decime intere nel tesoro del tempio,
      perché ci sia cibo nella mia casa;
      poi mettetemi pure alla prova in questo,
      – dice il Signore degli eserciti –
      se io non vi aprirò le cateratte del cielo
      e non riverserò su di voi benedizioni sovrabbondanti.
      Terrò indietro gli insetti divoratori
      perché non vi distruggano i frutti della terra
      e la vite non sia sterile nel campo,
      dice il Signore degli eserciti.
      Felici vi diranno tutte le genti,
      perché sarete una terra di delizie,
      dice il Signore degli eserciti.

      (Mal 3, 7-12)

      Il Cristiano non può contemplare nessun tipo di finestra di Overton.
      La sua vita, le sue decisioni, le sue scelte, debbono restare “segno di contraddizione”, “luce per le genti”, quel sale che non può perdere sapore…
      Andremo in minoranza? Non possiamo dimenticare che è Dio il Signore della Storia. Può anche permettere la “minoranza” come persino il Martirio, a noi restare fedeli fermi sulla Roccia, a Lui condurre al Storia sino al suo compimento e al Suo ritorno.

      1. Bri

        @Bariom
        Ringrazio di una base di incomprensione che ti ha consentito di scrivere quanto sopra e a me e a tutti di leggerlo

        Ottimo davvero, come scrive anche Fabrizio.

        Ma, mi in considerazione del fatto che mi piace discutere con voi, ribatto.

        Ok, bello e santo il piano A. Un muro di valori bello e alto e forte. Non si passa. E se passate le nostre ferite grideranno vendetta al cospetto del nostro Signore.
        Perdonatemi se alzo un sopracciglio.
        Ma non c’è anche la lode alla scaltrezza nel vangelo di Luca?
        Scaltrezza a fin di bene chiaramente, non quella dell’amministratore disonesto che pure riceve il plauso del suo padrone.
        E nel muro contro muro, nel martirio di scaltrezza non v’è traccia.
        C’è un esempio encomiabile di fede e fedeltà. Esempio. Fede. Fedeltà.
        Peccato solo che in democrazia (il piano è purtroppo questo) non ci sia nemmeno martirio: solo inconsistenza.

        “i figli di questo mondo, infatti sono più scaltri dei figli della luce”
        E’ solo una sentenza o un invito?

        E tutto ciò senza negare il valore di quello che avete scritto voi.
        C’è solo più di un modo di combattere una battaglia (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/La-bicicletta-di-Bartali-il-racconto-segreto-di-un-eroe-che-salvo-800-ebrei-con-la-sua-bicicletta-e7f7b249-26a9-4a81-98e7-81a777b290d1.html?refresh_ce e http://www.rivistastudio.com/standard/eppure-bartali/)

        PS.
        Mi concedo un appunto semantico: quello sul divorzio non fu voto cattolico. Fu anzi un voto NON cattolico. Alla faccia di chi lo fornì. L’introduzione nel linguaggio dell’espressione “voto cattolico” è esempio di scaltrezza con effetti a lungo termine.

        1. Perdonami Bri, ma l’amministratore disonesto, va contestualizzato:

          «l padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
          Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
          Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
          Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
          Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona»

          In conclusione si parte dal disonesto amministratore per arrivare poi ad un ben più importante discorso sulle ricchezze e il servire mammona e la scaltrezza sta per usare le eventuali ricchezze (eventualmente anche di disonesta provenienza) per “lucrare” indulgenza – senza aprire qui un atavico e scismatico discorso.
          La scaltrezza sta proprio nel guardare al futuro e al futuro nella Vita Eterna, come quando con la mia anche povera elemosina chiedo sempre al “povero” preghiere per l’anima mia.

          Quindi anche volendo ricontestualizzare questa scaltrezza, su altro piano, sinceramente, tu vedi un gran “scaltrezza” nei nostri rappresentanti politici, una scaltrezza per il Regno di Dio… una scaltrezza poi che si potrebbe di certo definire un Dono dello Spirito Santo.

          Pecco certo di superbia, ma io di scaltrezza ne vedo veramente poca, sia Santa che pagana! 😛

          1. Sul “voto cattolico” anche il NON voto ha avuto preciso peso, come è inutile nascondersi che vi fu anche voto attivo…
            O sbaglio?

          2. Bri

            @Bariom
            Ho risposto sotto a Fabrizio su come la vedo io la situazione politica, o meglio su come dovrebbe essere. In sintesi di scaltrezza nemmeno l’ombra. Che volendo è un bene perchè se c’è deve starsene nascosta fino ai risultati finali (è una battuta e un auspicio allo stesso tempo). Una scaltrezza esibita è controproducente.

            La scaltrezza applicata al caso “politico” sta nel capire se non andare allo scontro frontale, o addirittura dissimulare, possa guadagnare un bene per gli altri (o un male minore a seconda delle situazioni e delle possibilità).
            Nel caso delle leggi, scaltrezza potrebbe essere dilazionare i tempi, fingere di accettare compromessi e vedere in seguito. Dirsi subito contrari aprirebbe le porte ad alleanze diverse che avrebbero potuto procedere molto più spedite.
            La scaltrezza dei figli di questo mondo è far credere che si accontenteranno del compromesso
            La scaltrezza dei figli della luce è fingersi felici di un certo livello di compromesso ma non ancora del tutto soddisfatti, un po’ come Penelope col sua tela. Chissà.

            PS.
            La scaltrezza del brano evangelico può sembrare diversa da quella che descrivo, ma è solo questione di applicazione del concetto. Io l’ho usata per contrapporla, a livello di strategia, all’intransigenza che il post suggeriva come alternativa alle logiche di compromesso. E l’ho usato per analogia, considerando che nelle varie interpretazioni date a quel passo di Luca, lo “smarrimento” in merito a tale lode è alto, esattamente come può essere alto lo “smarrimento” nel considerare la possibilità di cedere a compromessi per causare il minor danno possibile date le circostanze i valori in cui si crede.

            1. Si concordo…

              Come anche sul fatto che vi è più di un passaggio nella Scrittura che produce “smarrimento”.
              É anche giusto così. É l’invito ad approfondire e trovare la logica e il giusto senso prima di tutto per la propria vita 😉

    3. BroBro

      Bri, non sono d’accordo con te.
      1 – Minoranza numericamente e culturalmente: non credo che chi vorrebbe difendere i cd “valori non negoziabili” sia numericamente la minoranza in Italia. Sicuramente lo sono dal punto di vista di esposizione mediatica.

      2 – Ammettiamo però che tu abbia ragione: quindi i sensibili ai “valori non negoziabili” sono una sparuta minoranza…bene, se si comportano come la maggioranza, di fatto indietreggiano progressivamente e inesorabilmente, l’unico effetto sarà la loro scomparsa. Una minoranza che volesse difendere ciò in cui crede invece si batte per quei valori. Per esempio, i radicali sicuramente sono e soprattutto erano negli anni 70 una minoranza. Eppure sono riusciti a far passare l’aborto. Come hanno fatto? indietreggiando un centimetro dopo l’altro sulle loro convinzioni, oppure avanzando un millimetro alla vota? ovviamente la seconda.
      Certo questa strategia paga per quanto riguarda i risultati, ma in quanto a numero di poltrone mantenute o conquistate è meno “soddisfacente”.
      Quindi secondo me, i politici cd cattolici, se davvero tenessero ai valori “non negoziabili”,dovrebbero cercare di spostare la “linea del piave” un millimetro più avanti ogni giorno, e non indietreggiarlo sempre più. Es pratico: iniziare a proporre con una certa sistematicità la riduzione delle settimane entro cui si può abortire. Una volta raggiunta la prima riduzione, proporne un’altra e poi un’altra e poi un’altra ancora. Giorno per giorno. E via così. Questa è esattamente la strategia usata dalle altre minoranze (quelle si numeriche), che appunto ha portato ai risultati e meno a ruoli di governo e/o parlamento..

      1. Bri

        @BroBro
        Interessante osservazione
        Ma i radicali erano un partito omogeneo con una linea condivisa, riconosciuta e riconoscibile
        I politici cd cattolici sono sparpagliati senza riconoscimento come tale
        Le battaglie che combatterono i radicali le avrebbero vinte o perse come gruppo non come singoli e pongo l’accento soprattutto al “perdere come singoli” esattamente ciò che umanamente immagino intimidisca i politici cd cattolici oggi
        E’ comprensibile pur se sbagliato. Più comprensibile del numero di poltrone per dire (almeno questo attiene alla sfera umana e non a quello di interesse di partito)
        D’altronde rimosso il senso di appartenenza comune a un soggetto di valori politici ben identificato penso sia davvero difficile combattere come dici tu
        E d’altronde anche la mia proposta di formare cattolici politici si scontrerebbe con questa situazione. Non è una bella situazione 🙁

        In fatto di minoranze, l’evidenza è che il “massaggio” (proprio massaggio, eh) culturale che viene applicato in modo estremamente maggioritario nel senso opposto al messaggio (questo sì, messaggio) cristiano-cattolico
        Concordo quindi che l’essere silenziosi non paghi. Anzi

        1. Brobro

          Quindi? Non capisco dove vuoi arrivare BRI. Ci si impegna x ciò in cui si crede o no? Il 20 giugno dal nulla sono comparsi in piazza da tutta Italia centinaia di migliaia di cittadini. Anche allora dicevano: siete pochi è inutile ecc ecc…e invece nonostante la copertura mediatica iper indirizzata siamo ancora qui. Io rimango dell’idea di un passo alla volta in avanti. No di un passo alla volta indietro

          1. @brobro
            Il passo avanti della gente del 20 giugno è un passo benedetto
            Auspico ne possano seguire altri e altri a vincere da un lato la paura o la ritrosia di molti di mostrarsi cristiani in pubblico dall’altro a testimoniare e difendere i valori in cui si crede
            È ritengo che sia stata utile oltre ogni aspettativa a ritardare l’approvazione del ddl Cirinnà
            Ciò detto come lettura di quanto avvenuto

            Per fare il passo in avanti e ottenere risultati bisogna avere un’identità politica forte: atenzione che non parlo di numeri ma di riconoscibilità, anche se pure i numeri non sarebbero da schifare. A capo del governo c’è casualmente un cattolico che “casualmente” (?) non fa una politica cattolica. È come lui quasi tutti i cattolici del parlamento. Come mai? Non si identificano nemmeno per finta nei valori che dovrebbero vivere. Non si uniscono trasversalmente nemmeno per sbaglio su questioni sulle quali il giudizio cattolico è netto. Quindi sono politici e saran cattolici ma non son certo cattolici politici. quindi, per concludere, chi li fa in parlamento oggi i passi in avanti? non trovate anche voi che manchi una politica cattolica. E che non possa nemmeno esistere se i partiti con le loro logiche annichiliscono le coscienze dei singoli?
            Se è davvero così la situazione, io trovo che il massimo ottenibile da pochi, sparsi volenterosi sia quello di diluire, dilazionare, ritardare il male, perchè di passi in avanti, date le forze in campo, non riesco a vederne la possibilità (non certo l’utilità). Posso sbagliare e ne sarei ovviamente contento 🙂

  2. vale

    ma quel che è successo in Slovenia e Croazia non ha insegnato nulla?

    in Irlanda dove,invece, la chiesa non si è schierata apertamente contro la legge,questa è passata.
    dove vi è ancora un clero combattivo ,tali leggi non passano.

    il clero,la conferenza episcopale italiana e quant’altro si degneranno di prendere una chiara,corale e non accomodante posizione in merito a ridosso delle votazioni ( così da non dare appiglio a scuse su improvvisi vuoti di memoria causa libagioni di fine anno?)

    1. Bri

      @Vale
      Solo per precisare che i casi che riporti tu riguardano referendum popolari e non l’atto del legiferare parlamentare
      Quindi la presa di posizione del clero che invochi ha destinatari del messaggio non paragonabili

      Tant’è che poi nel caso croato, la norma voluta dal referendum per introdurre la definizione in costituzione del matrimonio come esclusivo tra uomo e donna, è stata poi aggirata in parlamento introducendo le unioni civili.
      Si rispetta la costituzione e la volontà popolare formatasi su prese di posizioni ferme e inequivocabili … ma … di fatto … hai perso

      1. vale

        @bri
        facciamo a capirci.

        anche in irlanda era un referendum.

        il punto non è che questa legge sia votata in parlamento a differenza degli altri paesi citati dove ,anche se passata, è stata poi abrogata da referendum.
        ( poi voglio vedere,con le nuove regole, chi e come organizzerà un eventuale referendum abrogativo in Italia su tale questione)

        il punto era ed è la differenza nel prendere posizione pubblicamente e come chiesa sul fatto in questione.

        poi si perde ugualmente? amen.ma almeno non ci si faccia complici,col silenzio o mezze dichiarazioni, di questa roba.

        una volta passata, si allargherà la falla. è accaduto con altre leggi. anche abrogate da referendum. basta cambiare una parolina- e la legge continua ad esserci.

        mi pare che tu veda l’albero e non la foresta.
        ma magari mi son spiegato male io…

        1. Bri

          @Vale
          Chiarisco che siam d’accordo
          I distinguo che ho fatto sono di natura “tecnica”

          Una Chiesa che si permette di parlare prima che un parlamento decida viene “massacrata” per le sue indebite ingerenze in uno stato laico
          Diverso è quando la Chiesa parla al suo popolo

          Quindi la distinzione tra atti parlamentari o referendum non è insignificante

          Poi ho risposto un po’ anche a Fabrizio, sotto …

          1. vale

            @bri

            già.ma è in tale frangente che si vede l’hombre vertical.
            o domani ci vogliamo sentir raccontare che i sedicenti cattolici in parlamento non avevano indicazioni- morali,s’intende- sul da farsi: insomma : ricordare che non è lecito per un cristiano aiutare a compiere il “male” o anche solo stare in silenzio( astensione?) e collaborazionismo.peccato senza se e senza ma.

            poi che i republicones si straccino pure le vesti….

            1. @vale
              Io pongo il discorso nell’ottica di compromettersi per impedire una legge peggiore
              Un no fermo, una testimonianza retta vale più di una riduzione del danno?
              Tanto più che oggi non esiste alcuno schieramento riconducibile ai valori cattolici e pertanto rimangono solo i sedicenti
              Con i limiti di forza del caso

  3. Fabrizio Giudici

    “Se numericamente e culturalmente si è minoranza in democrazia non è che ti puoi consegnare a uno stoico martirio
    Te ne stai lì, ignorato e ignorabile sulle tue posizioni perdenti ai voti.”

    Ma almeno in questo modo è evidente che la posizione cattolica è quella che è e si trova in minoranza. Viceversa, oltre al danno, passa pure la menzogna secondo cui il compromesso è cattolicamente accettabile; cosa che funziona molto bene e subdolamente, perché la cosa avviene sempre a piccoli passi. Da lì ad arrivare allo pseudo-cattolicesimo che ammette divorzio, aborto, eccetera, il passo è breve; infatti arriva sempre.

    Vale ha sostanzialmente ragione, anche se bisogna analizzare la questione più in dettaglio. Non è che si risolve tutto semplicemente con i vescovi che dicono una cosa e il popolo ubbidisce; sennò cadiamo nel clericalismo, il quale è una via senza uscita. Ma certamente i vescovi hanno il dovere di dire chiaro e forte le cose come stanno.

    1. Bri

      @FabrizioGiudici
      Ciao, ben ritrovato

      Premesso che non son in dubbio i giudizi nel merito, penso si parli di strategia per non restare a mani vuote o quanto meno far danni (culturali, morali, …)

      Concordo con te. A piccoli passi arriva sempre. E’ lampante.
      In merito la domanda posta da Ola è interessante: “e’davvero moralmente giusto lasciar crollare la diga tutta d’un colpo”
      Un po’ come la rana che cuoce a fuoco lento e non s’accorge di ciò che le capita
      Forse se la diga crollasse … da un grande male … si aprirebbero più occhi e orecchie e più persone si mobiliterebbero come accade sempre anche in occasione delle catastrofi naturali?
      Boh …

      So che la Chiesa ha il dovere di non lasciar dubbi su dove sta la Verità
      Ma non so come i politici debbano arrangiarsi con tutte le migliori intenzioni anche cattoliche

      Un ultimo pensiero accatastato lì sugli altri (magari qualcuno me li riordina anche): famigerata finestra di overton. Come la disinneschi? Controinformazione ragionata, dibattito, confronto o spostandola di brutto nella direzione in cui cerca di andare?
      E con “spostandola” intendo proprio un ingiustificabile “tutto e subito”

      Ricordo infine che le leggi possono essere cambiate, ma solo da maggioranze politiche. Serve un movimento culturale che produca politici espressione di un mondo cattolico che altrimenti ha una rappresentanza insignificante. Sottolineo movimento culturale (non politico). Come molti osservatori sottolineano che l’esito del referendum sloveno è dovuto alla mancanza di “un adeguato processo culturale” (che sottointende un tempo al tempo e vedrete”, come Hillary Clinton si è permessa di rivelare che “deep-seated cultural codes, religious beliefs, and structural biases have to be changed”. (“Codici culturali profondamente radicati, credenze religiose, e condizionamenti strutturali dovranno essere cambiati”.) così anche noi come comunità dobbiamo lavorare con il medesimo obiettivo perchè è lì che si vince o si perde

      Mamma quant’ho scritto … spero non sian tutte scemenze e che qualcosa si capisca

      1. ola

        @Bri secondo me il testo che ho citato e’molto chiaro in materia. Non ci puo’essere nessun compromesso su cosa sia moralmente accettabile e cosa no. Punto.
        Su quale pulsante debba premere il politico per agire moralmente invece l’equazione “compromesso == male minore == male” non tiene nel 100% dei casi, come scrive GPII.

        1. Bri

          @Ola
          Concordo in pieno
          Non so cosa ho scritto che lasci dubbi in merito (faccina dubbiosa con grattata di capo)
          Forse ho solo scritto troppo 🙂

  4. Fabrizio Giudici

    ” ma … di fatto … hai perso”

    Ma di fatto il popolo il Croazia sa da che parte sta, e sa che il governo ha deciso contro di lui. Le responsabilità sono chiare. La finestra di Overton? Si contrasta in un modo chiaro: mettendo dei paletti a priori e determinandosi a non oltrepassarli qualsiasi cosa succeda. Infatti l’idea di base dietro alla finestra è quella di convincere la gente a spostare i paletti in continuazione.

    1. Bri

      @FabrizioGiudici
      Responsabilità chiare e quindi? Anche noi italiani siam stati truffati da anni di referendum eppure salvo un’incremento degli astenuti non è che le cose sian cambiate

      La finestra di Overton è stata pensata (e pare funzionare a dovere) proprio per beffare chi gioca a difesa dei paletti, o sbaglio?

  5. Fabrizio Giudici

    “Anche noi italiani siam stati truffati da anni di referendum eppure salvo un’incremento degli astenuti non è che le cose sian cambiate”

    Posto che ci sono sempre i due piani: quello concreto, importante, ma anche quello di testimonianza, di chi può anche essere messo in minoranza, ma continua a testimoniare la verità senza compromessi… Poi direi che intanto quegli astenuti che sono incrementati sono quelli che si sono resi conto di essere imbrogliati. Sanno della truffa. È un piccolo segnale positivo e non è detto che poi non diventi determinante. Intanto, rendono molto più volatili i sondaggi e i politici possono contare sempre meno sul consenso, che si è ormai ridotto agli “zoccoli duri” dei partiti. Questo vuol dire che un politico carismatico, che un giorno magari potrebbe arrivare, sarebbe in grado di smuovere grandi numeri e mettere in difficoltà chi in quel momento vive su una maggioranza apparentemente solida, ma in realtà precaria.

    In quanto alla scaltrezza… d’accordo, il punto è che dipende dai risultati. I fatti, non le ipotesi, ma i fatti degli ultimi decenni dimostrano che dopo certi compromessi abbiamo sempre arretrato la linea del fronte. Per me il concetto è semplice: il compromesso è accettabile se è parte di un movimento di attacco, non di difesa. Per esempio: negli USA, negli ultimi anni, anche sulla spinta dei cattolici sono state introdotte norme restrittive sull’aborto. È evidente che sono un compromesso. Tuttavia, sono un compromesso di un trend all'”attacco”, perché la linea del fronte è avanzata, non retrocessa; ad ogni passaggio non ci si accontenta e la Chiesa, per mezzo della sua Conferenza Episcopale, fa chiaramente capire che l’obiettivo non è di fermarsi all’ennesimo compromesso, ma proseguire; e certamente è positivo il fatto che, concretamente, ci siano meno feti soppressi. Contemporaneamente, e non è un caso, nell’opinione pubblica sono sempre di più i contrari. Le due cose ovviamente sono legate, ma in entrambi i sensi: partendo dal sentimento dell’opinione pubblica i politici si sentono più coperti su certe posizioni, ma il trend è a sua volta rafforzato dalla constatazione che c’è in movimento di reazione.

    Tornando all’Italia, è evidente che qui siamo in difesa. Per cui il compromesso porterebbe un arretramento della linea del fronte, e per questo sono contrario.

    1. Bri

      @FabrizioGiudici
      Concordo su tutto

      Leggo anch’io l’astensione crescente con la speranza che venga un giorno intercettata da qualcuno di valore e non dal solito imbonitore. Temo peraltro che anni di fregature rendano refrattari al voto gli astenuti di oggi. Ma continuo a sperare

      E in merito all’approccio del compromesso usato in difesa o in attacco è questione di contesto e di forza.
      In un caso serve a prendere tempo, nell’altro a continuare l’avanzata. Inutile dire quale sia la situazione preferibile 🙂

      E in effetti la presa di tempo è perdente tout-court se contemporaneamente non si lavora per creare (e qui riporto quanto ho scritto prima) “un movimento culturale che produca politici espressione di un mondo cattolico che altrimenti ha una rappresentanza insignificante. Sottolineo movimento culturale (non politico).”
      Per ribaltare i rapporti di forza serve questo lavoro culturale. Si deve mirare a poter contare su cattolici in politica più che su cosiddetti politici cattolici. E’ su questo lavoro culturale che si deve essere pronti e forti nello scontro SENZA COMPROMESSI. Perchè è in atto da lungo corso un contro-lavoro culturale che mira invece a distruggere o espropriarci di tutti i valori in cui crediamo, a sua volta senza compromessi.

      1. ola

        “E in merito all’approccio del compromesso usato in difesa o in attacco è questione di contesto e di forza.
        In un caso serve a prendere tempo, nell’altro a continuare l’avanzata. Inutile dire quale sia la situazione preferibile :-)”

        Io la ho capita diversamente. La discriminante e’se la legge che si va a votare e’peggiorativa o migliorativa dello status quo.
        Nell’esempio di Fabrizio Giudici sopra, una legge che autorizza l’aborto esiste gia’. Qualsiasi nuova legge che ne limiti l’estensione e’quindi da considerarsi un buon compromesso ( attacco ).
        Nella legislazione italiana non esiste al momento nessun tipo di riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso ( come gia’piu’volte su questo blog fatto notare, si possono fare scritture private, ma questo non equivale a un riconoscimento ufficiale ). Ogni nuova legge che preveda un qualche tipo di istituzione normata volta a regolare questo genere di unioni e’quindi da considerarsi un cattivo compromesso ( difesa ).
        Solo nel momento in cui una legge che autorizza i matrimoni fra persone dello stesso sesso sia approvata ( = un male maggiore esiste gia’ ), sara’allora moralmente accettabile qualsiasi compromesso volto a limitarne l’estensione ( ragionando totalmente per assurdo: un politico cattolico sarebbe in quel caso autorizzato moralmente a firmare una legge che prevede, per esempio, un numero massimo di 100 matrimoni all’anno fra persone dello stesso sesso ).

        Almeno, questo e’quello che ho capito io.

        1. Bri

          @Ola
          e che interpretazione dai in situazioni in cui il voto sul compromesso A pur peggiorativo della situazione esistente prevenga il voto sul compromesso B molto peggiorativo rispetto al compromesso A?

          Da come la poni io capisco che in assenza di leggi:
          1. Compromettersi e votare A è male
          2. Nemmeno suggerire A, votare contro ma ritrovarsi con B è ok
          3. Ridurre in futuro B a qualcosa comunque più negativo di A è ok

          Se concordo sull’ultimo punto mi restan dei dubbi sui primi due e sul fatto che il male minore si otterrebbe (date le circostanze di inferiorità, eh, non diversamente, sia chiaro) se il punto 1 fosse ok e quindi il punto 3 potrebbe essere addirittura riformulato come
          3bis. Ridurre in futuro A è ok

          Disclaimer
          Il tutto in linea teorica e senza alcuna certezza delle intenzioni degli attuali politici

          1. ola

            @Bri rispondo sempre per quello che ho capito io:

            Premesso che sul “prevenga” bisogna fare una precisazione: per me “prevenga” si puo’dire solamente quando esiste qualcosa di firmato fra i partiti, per esempio un accordo su un voto di scambio o equivalenti e affidabili garanzie. Tutto il resto e’un “prevenire” solo nella nostra testa. Detto questo:

            Se A e B sono inerenti allo stesso tema ed entrambi sono peggio dello status quo allora non c’e’dubbio che i punti 1., 2. e 3. come da te listati sono corretti. Alla fine avrai una situazione di uscita forse peggiore ( o forse a B ci saresti arrivato lo stesso, solo più tardi … ), ma almeno non grazie al tuo voto.

            Se A e B sono inerenti a temi con priorita’diversa, allora non saprei e lascio volentieri la parola a chi ne sa di piu’: per esempio se esistesse la possibilità’ di un voto di scambio unioni fra persone dello stesso sesso contro limitazioni alla legge sull’aborto, li’ immagino occorra valutare caso per caso la priorita’dei temi trattati. In questo caso mi aspetterei decisamente una parola dei vescovi.

            1. @ola
              A e Binerenti lo stesso tema
              Se quindi è come dici, il singolo parlamentare si comporta bene in coscienza, se pur potendo limitare i danni ad A lascia che altri approvino B
              Mah, mi fermo anche io, perchè non sono in grado di giudicare con piena comprensione

              1. ola

                Sempre se ho capito bene: “se pur potendo limitare i danni ad A” non e’esatto, perche’ne A ne B sono ancora stati approvati quindi l’unica cosa certa e’un peggioramento dello status quo. Dopo ripeto, se qualcuno ne sa di piu’prego si accomodi e ci illumini. Io piu’che l’articolo che ho riportato sopra della CDF non son riuscito a trovare.

                1. @ola
                  Si il dilemma è quello
                  Poi mi è venuto in mente che ci son materie diverse di peggioramento
                  Quelle contro la vita (eutanasia, aborto …) quelle più generali (unioni omo)
                  Quelle dagli effetti irreparabili e quelle comunque reversibili per quanto negative
                  L’articolo dellaCDF mi pare riferirsi direttamente alle prime
                  Potrei sbagliare, eh

  6. questi “Cattolici” che (cito) “devono assumere l’iniziativa legislativa promuovendo leggi che affermano quei principi solo in parte, ma che impediscono l’approvazione di leggi peggiori”
    mi pare siano stati chiaramente identificati da Papa Francesco quando li chiama “cristiani da pasticceria” 🙁

  7. ola

    “Per me il concetto è semplice: il compromesso è accettabile se è parte di un movimento di attacco, non di difesa.”
    D’accordissimo, la penso allo stesso modo.

  8. …in verità ( lo si vede dalla figura all’inizio del post) il bambino col suo ditino (dicono) salvò la dida dal crollo!
    Ma, però, dedicatevi, voi, invece, se possibile, corpo e anima, a formare una classe politica a vostra immagine e somiglianza e che poi venga eletta. O almeno a plasmare una gioventù che creda nelle cose che credete voi, che poi quando entrassino (se ci entrassino ) in politica affermassino i vostri pricipii. O mirianizzatevi e andate (avendoci tempo) peregrinando per tutta Italia portando la buona novella. Mentre invece, mi sembra a me, siete, e continuate a essere dei piccoli borghesucci telematizzati con gli stessi valori e lo stesso linguaggio e lo stesso stile di vita di tutti (me compreso, ovviamente). Con verniciaturina cristianuccia sopra!

    1. Sulla gioventù ci sto lavorando…
      Il peregrinare portando la Buona Novella, che tu ci creda o no, lo faccio senza essermi “marianizzato” (mi è bastato – si fa per dire – l’essermi scoperto battezzato) non è comunque condizione necessaria.
      Borghesuccio forse… telematizzato certamente.
      Stesso linguaggio, valori, ecc similmente a te, mi spiace Alvise, credo proprio no! Ma tu non ne hai colpa alcuna.

      La “verniciatura cristianuccia” sopra è carina, ma io direi di esser stato “sverniciato” più che riverniciato.

      Buon Anno Alvise. Che tu ti possa convertire (sempre che, ovviamente, avendoci tempo e tutto il resto tra parentesi), che un altro anno è passato ma pare non sia servito 😛

  9. …gli anni passati servono solo a invecchiare. (nel bene e nel male)
    Perchè non ti converti te, a qualcosa di positivo, invece che gli altri?
    ( ah già, te le hai già passate tutte!) (gli altri solo tenebre, dis-graziati!)

    1. Mai detto gli altri siano tenebre! (ti pregherei non mettermi in bocca parole non mie)
      E nessuno è dis-graziato (se non lo vuole ovviamente)
      Hai ragione sono io che mi devo convertire, ci sto lavorando, ma lo spero di te…
      Io ho passato quello che sin qui era buono passassi (per la mia conversione ovviamente).

      Ma cos’hai mangiato che ti è rimasto sullo stomaco Alvise, ti sento un po’ acidino 😛

    1. Veramente mi ci hai fatto “ponzare” su tu…

      Dici l’acidità non è un male? Cmq è quanto meno irritante (come ogni acido ovviamente) quando la riversi sugli altri 😛

  10. Fabrizio Giudici

    “In un caso serve a prendere tempo,”

    Prendere tempo può essere una valida strategia… se si ha veramente intenzione di prendere tempo. Nel paragone militare è il riconsolidare la linea del fronte per il contrattacco successivo (la linea del Piave, effettivamente, fu proprio questo). Ma non è quello che è successo negli ultimi decenni. L’unica parvenza di contrattacco, dove poteva vedersi un compromesso per riconsolidare, è stata la legge 40 con annesso referendum; però poi è stata smantellata pezzo per pezzo dalla magistratura senza che nessun politico cattolico dicesse “bah”. Per cui, non è stato prendere tempo, ma prendersi per il culo (*).

    @Ola Sì, sull’esempio aborto/unioni civili è proprio quello che penso anch’io.

    @Bariom “ma io di scaltrezza ne vedo veramente poca”
    Esatto. Io vedo solo molta colla sotto i culi (*).

    @Bri
    Io non faccio più calcoli politici: ormai non ha senso. L’unica cosa che ha senso è che il popolo di Dio rimanga fedele alla Sua legge, e Dio susciterà politici decenti dalle pietre (perché francamente non vedo da dove altro potrebbe tirarli fuori).

    (*) Scusate, io spesso mi esprimo con gergo da osteria, e mi viene inevitabile quando si tocca il tasto “politica”; anzi, qui mi sto trattenendo.

    1. @Fabriziogiudici
      La presa in giro è inevitabile in condizioni nelle quali manchi una politica cattolica
      Il tema “voto dei cattolici” è solo interessante ai fini elettorali ma si dissolve subito dopo
      Tanto più ora che il sentir comune respinge ogni non laicità come ingerenza
      Ingerenza di che?
      È politica anche un’idea cattolica, eh
      Solo che nessuno lo grida più (se mai qualcuno l’ha fatto)
      Per questo, SE la presa di tempo è sincera, ben vengano i suoi risultati
      Come ben vengano quelli di leggi ridimensionate rispetto al proposito originario
      Certo, queste dilazioni, in attesa che sentenze prevedibili facciano il loro corso, deve essere usata per contrastare la cultura del mondo e rilanciare una cultura cattolica. Altrimenti … si continuerà a scivolare via

  11. Pierre

    Il discorso da fare è semplice. Esiste l’art.29 della Costituzione che presidia la famiglia naturale fondata sul matrimonio. Cioè la famiglia, per la Costituzione, non è una costruzione giuridica, ma è “società naturale”, fondata su un istituto finalizzato alla maternità. Se andate a leggere gli atti dell’Assemblea costituente, potrete appurare che la formula fu pensata proprio per limitare ed evitare successivi tentativi di ridefinizione arbitraria del concetto di famiglia. Se la Corte costituzionale non fosse espressione delle solite consorterie ideologiche dominanti fra gli operatori del diritto, sarebbe la prima ad un impugnare la eventuale legge Cirinnà per incostituzionalità. Il pericolo, oggi, viene da una ideologia, radicale e neo-totalitaria, che vuole spezzare il legame tra i nomi e le cose, perseguire chi gli si oppone, rendere donne e figli oggetti anziché soggetti del diritto. Questa ideologia vuole,”tecnicamente”, cancellare la famiglia uomo-donna-prole, cioè quella naturale ed universale, per chiamare famiglia qualsiasi sodalizio ‘amoroso’ fra persone (siano esse dello stesso sesso, o più di due, o chissà cosa altro). Per impedire questo bisogna difendere la famiglia della bandierina della Manif, al contempo questo non significa ignorare tutte le ipotesi di non-famiglia che possono trovare e spesso già trovano tutela nelle regole del diritto comune civile, nelle leggi valide per tutti, nelle aggravanti di reato valide per tutti (es.motivi abietti),ecc.ecc. Se però perdiamo il concetto di famiglia non ampliamo la libertà ma indeboliamo la società e ci condanniamo al declino. Pensiamo all’importanza della famiglia non solo come luogo di accoglienza e crescita della nuova vita, ma anche come ammortizzatore sociale, come fonte di reddito (le pmi sono in maggior parte imprese familiari)… La famiglia va difesa come cellula base della società, baluardo della sussidiarietà contro gli assolutismi politici e ideologici, risorsa e volano per uscire dalla crisi (che è il prodotto di decenni di neo-malthusianesimo).

  12. Pierre

    Per capire la posta in gioco:

    [da Antonio Maria Sicari, Breve catechesi sul matrimonio, Jaca Book 1990]

    “GIUSSANI. L’interesse del potere è duplice: prima di tutto, distruggendo questa primordiale unità-compagnia dell’uomo, il potere riesce ad avere davanti a sé un uomo isolato: l’uomo solo è senza forza, è privo del senso del destino, privo del senso della sua ultima responsabilità: e si piega facilmente al dettato delle convenienze.

    SICARI. Quindi dietro a tutti i cedimenti sociali a riguardo della famiglia (aborto, divorzio, convivenze, permissivismo sessuale ecc.) c’è sempre uno stesso scopo: quello di far dimenticare che libertà e appartenenza sono la stessa cosa…

    GIUSSANI. Certamente, perché così l’uomo resta un pezzo di materia, un cittadino anonimo. La famiglia è attaccata per far sì che l’uomo sia più solo, e non abbia tradizioni in modo che non veicoli responsabilmente qualcosa che possa esser scomodo per il potere o che non nasca dal potere. La seconda ragione, più profonda, è questa: che distruggendo la famiglia si attacca l’ultimo e più forte baluardo che resiste naturalmente alla concezione culturale che il potere introduce, di cui il potere è funzione: vale a dire, intendere la realtà atomisticamente, materialisticamente, una realtà in cui il bene sia l’istinto o il piacere, o meglio ancora il calcolo.”

    Questo bel libricino di catechismo familiare è stato recentemente ripubblicato:
    http://www.itacalibri.it/it/catalogo/antonio-maria-sicari/breve-catechesi-sul-matrimonio.aspx?ai=18636&avi=18626&LN=it-IT&s=1-92
    Se volete regalarvi qualcosa per il nuovo anno ve lo suggerisco.
    Felice anno a tutti.

  13. Fabio Trezzi

    Il Signore non ha mai scelto “il male minore”. Ha sempre scelto il bene superiore!!

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