Perché ci si divide?

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di Costanza Miriano

Sulla teoria come sempre sarei anche preparata. Per esempio lo so che San Francesco dice di non entrare in risonanza col male del fratello, sennò rimane a te, nel tuo cuore, e finisci per tenere il male dell’altro con te, per impossessartene come di un regalo prezioso. Però quando ho letto certe cose su di noi – Padre Maurizio, Marco Scicchitano, Mario Adinolfi e me – lo ammetto, ci sono entrata, eccome, in risonanza col male altrui.

Quelle che mi sono dispiaciute di più sono state quelle venute dal fuoco amico, e sono state tante e forse anche le più feroci. Insomma, se si inventano delle balle su di noi quelli che la pensano diversamente, pazienza. Anche se sarebbe bello ogni tanto essere criticati nel merito delle cose dette, magari addirittura ragionando sui contenuti. Sarebbe davvero un’iniziativa bizzarra, me ne rendo conto, ma so che uno non può pretendere.

Per cui mi chiedo, e lo chiedo ai lettori di questo blog che sono parecchi, e di diverse matrici, di appartenenze disparate: perché cavolo noi cattolici riusciamo a dividerci su tutto?

Ma è mai possibile che riusciamo a litigare su ogni cosa, a fare una questione su tutto? Non voglio entrare nel merito di nessuna questione, sennò si apre il dibattito, e il punto è che io prima vorrei capire perché ci si divide, non mi interessa chi abbia ragione. Una volta assodato qual è il Bene, e accertato che c’è un Bene assoluto – questo lo darei per scontato, fra di noi – perché non riusciamo a cercare tutti insieme di costruirlo, ognuno col suo stile, coi suoi mezzi, con la sua sensibilità? Perché non ricordiamo che le diverse spiritualità, i movimenti, sono una ricchezza, e che comunque la verità tutta intera la vedremo solo dopo morti, e che il cammino che scegliamo di percorrere qui sulla terra, quella strada e non un’altra, non è la migliore, ma quella che ci assomiglia di più, che si attaglia meglio al passo che possiamo tenere?

Probabilmente, riflettevo in questi giorni, la certezza di avere capito la verità ci rende poco umili. Il resto lo fa il desiderio, anche buono, di portare agli altri la verità di cui siamo certi. Lo zelo di diffondere il bene, la voglia sincera di contribuire alla venuta del regno di Dio.

Il punto è che la Verità è una persona, e quella persona non siamo noi. La verità è Gesù Cristo, e se noi possiamo fare qualcosa per gli altri è giusto voler loro bene, cercando di assomigliare a Gesù, aiutandoli ad alzare lo sguardo verso di lui. Poi anche dire loro quella che a noi sembra la verità, fondati sul Magistero che ci garantisca che quello non è un parto della nostra fantasia, ma solo dopo avere cercato di voler bene. Se ci mettiamo a fare i crociati diventiamo subito ridicoli.

Se noi la Verità l’abbiamo un giorno incontrata, magari ne abbiamo incrociato lo sguardo, o abbiamo sentito i suoi occhi su di noi, dovremmo avere capito che lui – è Gesù la verità – ci chiede di essere come lui, che è innocente e si è fatto carico della monnezza della nostra vita. Se dobbiamo essere come lui anche per noi il percorso deve essere quello: una morte, un passaggio, una salvezza. Non una comoda passerella durante la quale dispensiamo verità stando in poltrona. E se ci è necessaria una morte è perché il problema non sono gli altri, siamo noi che dobbiamo morire a noi stessi. Il mio problema sono io. È il mio peccato, il mio uomo vecchio, che deve rassegnarsi, decidersi a tirare le cuoia.

Questo non esclude che se c’è una battaglia pubblica da combattere si combatte, e lo si fa con tutte le forze. Se c’è da lottare contro una legge che può portare tanta morte, se c’è una colonizzazione ideologica da fronteggiare la si fronteggia con tutti i mezzi. Quello è un altro piano, è il piano politico, pubblico, culturale. L’importante è ricordare che sul piano spirituale il campo di battaglia è il nostro cuore, e il nemico siamo noi.

Solo tenere questo a mente ci permette di non scannarci gli uni gli altri, tra noi cattolici. Quando capisci questo ti fai agnello, entri nella logica di Gesù, cominci ad assorbire le cattiverie degli altri, le lamentele, a portare i pesi, ad accogliere la sporcizia altrui perché sai bene che è uguale alla tua. Solo così riusciamo a superare la sindrome da accerchiamento, e a vincere il mondo, come ha fatto Colui che ha rivoltato l’impero romano come un calzino pur senza aver detto una parola contro.

 

116 pensieri su “Perché ci si divide?

    1. Fr Max

      Il male più antico non è la differenza ma la Divisione. Questo Gesù Cristo l’ha compreso in pieno e ogni volta che lo incontriamo possiamo sperimentarci sempre più sanati da questa atavica fragilità ! Dovremmo provare a guardare e a gustare l’altro con gli occhi di Cristo ! Solo così possiamo crescere nell’accogliere le differenze e forse diminuire nella divisione!

  1. Ci si divide perché nonostante Cristo sia venuto per liberarci dalla schiavitù della Legge (non solo da quella del peccato…) continuamente corriamo a cercarci una “legge” o una “leggina”. Una regola o una regoletta…

    Perché così possiamo dormire sonni tranquilli, metterci il cuore in pace, sentirci nel giusto.

    Il problema è che il più delle volte la regoletta d’oro, la parola magica, la condizione sine qua non, è ritagliata moolto a nostra immagine e somiglianza e naturalmente ci serve anche come metro di misura… eh si! Perché bisogna pur distinguere il bene dal male, i buoni dai cattivi, chi sta dentro da chi – deve – stare fuori!

    Ed ecco voilà, come per incanto, le divisioni (chi alla nostra destra, chi alla nostra sinistra) sono già belle che fatte, la classifica stilata, il cerchio magico è segnato… e come si dice: “non si sono Santi”!
    Nossignori, non ci sono Santi, nessun Santo che ci farà cambiare idea, perché quella è la verità, la verità della legge giusta, della regola certa e probabilmente, tornasse anche Cristo in terra, avrebbe il suo bel da farsi a convincerci del contrario…

    Ho sentito un frase da Don Santoro… si quello morto ammazzato…. che mi ha molto impressionato: convertirsi è decidere che sono più preziose le incertezze di Dio che le nostre certezze (non metto virgolette perché cito a memoria).
    Certo si riferiva anche a ben altro, ma c’è da riflettere anche in questo contesto, perché la Libertà, quella di Dio, è per noi una gran incertezza, ci destabilizza, cozza con la nostra ragione, con il nostro senso del “giusto” e della giustizia, con il nostro bisogno di “regole certe”…
    Così teniamocele strette le nostre certezze da regole certe, lasciamo che divengano steccati e poi muri e poi barricate… che importa! Tanto noi siamo “dentro” e chi è fuori è fuori… peggio per lui!

    😐 🙁

    1. Alvise Scopel

      Bariom…

      …come ho sempre cercato di dire: “noialtri poverini, ne toca lavorar”!

      1. 61angeloextralarge

        Alvise: mi piace il tuo nuovo look! Niente “smack” che non ti piace… se no…

    2. Vanni

      A me è venuto in mente Chesterton: “Gli enigmi di Dio sono più soddisfacenti delle soluzioni dell’uomo”.

  2. paolopancio

    la storia della vostra Chiesa è una storia di eresie, alcune di successo molte altre eliminate più o meno rapidamente: se oggi continuate a dividervi siete nel solco pieno della vostra Tradizione.
    Vorrei solo ricordare che Gesù è morto nel 27 d. C. e che il Cristianesimo è diventato religione di Stato nel 391 d. C.: insomma sono occorsi 350 anni alla vostra Fede “per rivoltare l’Impero Romano”; un buon tempo ma non è un record perché l’Islam a conquistare metà dell’Impero Romano divenuto Cristiano – tutto l’Africa e l’Egitto e la Siria – ci ha impiegato pochi decenni.
    Solo per la precisione

    1. birillo67

      Pochi decenni per conquistare metà dell’impero romano, paolopancio? Buon segno! Significa che era opera di uomini e non di Dio.
      Poichè il tempo di Dio e quello degli uomini sono ben diversi, così come “…i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
      le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore” (Isaia 55, 8).
      Quale altra “istituzione” conosci che abbia resistito per duemila anni a tutte queste intemperie? Nessuna! Perchè “le porte degli inferi non prevarranno” (Mt 16,18) è stato detto solo a Pietro, della Sua Chiesa, dal Cristo di Dio! PACE A TE!

      1. Anonimo69

        @ Birillo

        Beh…….questo non è completamente vero. Il Buddismo (pur con molte divisioni, ma sono forse mancate al cristianesimo?) è anche più vecchio di 600 anni. Lo zoroastrismo pure, l’ebraismo anche di più. Non parliamo poi dell’induismo.
        La religione degli antichi egizi, quando scomparve, aveva ben più di 2000 anni. E intemperie, chi più chi meno, ne hanno avute tutti.
        E’ verissimo che i musulmani avevano conquistato (non convertito), il nordafrica e l’area siriaco-palestinese-mesopotamica, però la fede cristiana di quei popoli (così importanti nella fase del primo cristianesimo) non resistette a lungo all’islamizzazione. D’altronde contro la forza la ragion non vale. A69

  3. Elena Maffei

    Qualche giorno fa ho capito di colpo perché Gesù mette i bambini al centro. .. Immacolata Concezione “spiegata” a un decenne: è finita con un pianto perché “voglio nascere anch’io senza peccato, così è più facile…altrimenti è un continuo peccare e pentirsi!”. Ecco, a parte la serata teologicamente impegnativa per risolvere in qualche modo il mistero, ho capito che sta tutto lì nella sua disarmante semplicita’ e nella sua quotidiana evidenza: ogni giorno davanti al nostro peccato armati solo della forza dei sacramenti, del sostegno dato dalla preghiera e della Parola di Dio. Liberi di fare il male o di affidarci a Dio, come Maria. E ascoltiamo sempre i bambini…

    1. Alessandro Pamela

      La lotta “non è contro essere fatti di carne di sangue, ma con o principati e podestà” che albergano nel nostro cuore e l’obbiettivo del male è di non rendersi cosciente alle nostre menti. Ma potremo seguire Cristo solo dopo essersi resi conto che Lui prima di noi ha vissuto la ingiusta sofferenza, altrimenti rischieriemo di adottare sterili tecniche psicologiche, superficiali trucchetti che non ci apriranno mai al mistero della Risurrezione

  4. salvatore scargiali

    Leggo nella lettera di Costanza che la verità la sapremo tutta dopo la morte; è così !! Siamo troppo poca cosa per pretendere di avere certezze. Leggo anche :”Il punto è che la Verità è una persona, e quella persona non siamo noi. La verità è Gesù Cristo, e se noi possiamo fare qualcosa per gli altri è giusto voler loro bene, cercando di assomigliare a Gesù, aiutandoli ad alzare lo sguardo verso di lui. Poi anche dire loro quella che a noi sembra la verità, fondati sul Magistero che ci garantisca che quello non è un parto della nostra fantasia, ma solo dopo avere cercato di voler bene”. C’è troppa certezza in questo periodo e l’autrice mi mette in confusione, la vedo in confusione, mi fa ritrarre, rimango dispiaciuto. “Ma solo dopo aver cercato di voler bene”, mi sembra una pezza al “garantisca” di prima. Non trovo niente di garantito se non supportato dalla Fede e dalla Speranza. L’unica cosa che è nelle nostre mani è operare con Carità. Di garantito non c’è nulla.

    1. Roberto

      Suvvia, cerchiamo intanto di riportare un pensiero per come è: “la verità tutta intera” la sapremo dopo la morte, non la verità tout court.

      1. salvatore scargiali

        Non cambia la mia perplessità sulle certezze garantite dalla Miriano o dalla dottrina. Un po’ di umiltà le certezze le avremo dopo la morte.

          1. Roberto

            Esatto Thelonious, questo ci dice Salvatore, e d’altronde mi basta ricordare qualcuno dei suoi interventi per essere certo (appunto 😉 ) che nel puro relativismo voleva andare a parare.

            Salvatore, se permetti, con tutto l’affetto che mi riesce per Costanza, tra le certezze “garantite” da Costanza e quelle garantite dalla dottrina (Magistero) c’è un abisso. Che te lo dico a fare?

            1. salvatore scargiali

              Roberto ! Con che certezza esprimi che nel puro relativismo volevo andare a parare !!! Sembra un totem questo relativismo. Siamo in cammino e la ricerca di Dio dovrebbe guidarci, altro che relativismo. Il relativismo è la certezza di ogni opinione, quello che credo è vero, questo è relativismo. L’essere in cammino è dubitare del punto dove si è arrivati è andare oltre. Relativismo è la certezza di posizioni perché proprie o definite da qualcuno, anche se fosse il magistero. La mia preghiera è che il magistero dia guida ma non conclusioni, sostenga la preghiera e non sentenze. I fedeli sono più maturi di quello che si pensa, sanno quando peccano, hanno bisogno più di conforto che di schemi di comportamento e giudizi.

                1. salvatore scargiali

                  Bariom chi invoca uno schema di comportamento non mi convince e non convince neanche se stesso. Ho questa impressione. Troppo comodo. Se si leggono le lettere di San Paolo si vede che spesso egli risponde ad esigenze espresse in tal senso dai fedeli, la voglia di schemi accompagna i fedeli da sempre. Bariom quindi non dico che hai torto, ma San Paolo, se leggi bene, sembra infastidito nel dare risposte o suggerimenti. Il Signore spesso non rispondeva chiaramente ma usava delle parabole. D’altro canto se non hai la libertà di decidere che vale scegliere il bene? I fedeli non invocano o desiderano altro? mi sembra pigrizia menatale solo quello.

          2. salvatore scargiali

            Lo dice la stessa Miriano e lo penso anch’io ” “la verità tutta intera” la sapremo dopo la morte.” Non trovo niente di garantito se non supportato dalla Fede e dalla Speranza, la Fede mi sostiene la Speranza donata dal Signore e sempre la Fede mi sostiene la certezza del bene donato dal Signore. L’unica cosa che è nelle nostre mani è operare con Carità. Di garantito non c’è nulla. Non ci rimane che pregare che il Signore ci rinnovi la Fede ogni giorno,

            1. Thelonious

              Salvatore,

              mi pare però che occorra essere CERTI di alcune cose.
              Non tante, ma alcune si.
              Solo a titolo di esempio:

              1) la resurrezione di Cristo (fondamento di tutta la fede)
              2) presenza reale di Cristo nell’Eucarestia
              3) l’efficacia oggettiva dei sacramenti.

              …. ecc
              In generale cioè, quello che viene definito depositum fidei.
              Poi è vero che la verità TUTTA INTERA la sapremo dopo la morte, perchè la Verità non è una sentenza o, come dici tu, uno schema di comportamento, ma una carne viva (cioè Cristo stesso).
              Ora, “in certis unitas, in dubiis libertas, in omnis caritas”, questo credo sia il succo.
              La Verità non possiamo mai dire di possederLa, perchè è Essa che ci possiede, come diceva BXVI.

              Da qui deriva l’umiltà, non dalla non certezza.
              E dal fatto che Cristo-Verità ultima sia origine di ogni verità penultima deriva anche un atteggiamento ecumenico nel senso che può valorizzare i frammenti di bene, di vero e di bello che si trovano ovunque, dentro e fuori dalla Chiesa visibile.
              Perché tutto il bene deriva ultimamente da Cristo.

              1. salvatore scargiali

                Si è certi per Fede del depositum fidei. Ma lo stesso depositum fidei è frutto di elaborazioni tormentate di tanti concili e lotte tra eresie, non si può pretendere che non venga messo in discussione, quindi va proposto con umiltà, specie se si scende nei dettagli. Io credo perché ho fede, io credo perché il Vangelo è una buona notizia e il Signore ci dice che è la via per la felicità che cerchiamo, una buona scelta. Una via difficile visto che è evidentemente poco praticata, ma il Signore non ci ha detto sia facile. Tra la certezza e il credere per fede c’è differenza, è molto più impegnativo credere per fede che credere perché una cosa è certa, Decidere che una cosa è certa è comodo ti toglie il problema di pensare e decidere, credi e ti senti a posto, ma non funziona così, la vita è complessa e non vorrei finire a pregare vicino all’altare compiacendomi delle mie certezze.

                1. Thelonious

                  “tra la certezza e il credere per fede c’è differenza”.
                  Esistono vari tipi di certezza, e vari metodi di conoscenza.
                  La fede è uno di questi. Non coincide evidentemente con la ragione, ma presuppone l’uso pieno della ragione.
                  Credere per fede significa diventare certi attraverso un metodo di conoscenza. Se la fede fosse contro la ragione sarebbe disumana e sarebbe irragionevole. Io faccio esperienza del contrario, ossia della piena ragionevolezza della fede.
                  Non capisco cosa intendi per “Decidere che una cosa è certa”. La fede non è mica una decisione a tavolino.
                  La certezza di fede mica ce l’hai per decreto

                  1. salvatore scargiali

                    Il discorso si fa complesso e l’italiano non aiuta. Rimane la frase sintesi: Il depositum fidei è frutto di elaborazioni tormentate di tanti concili e lotte tra eresie, non si può pretendere che non venga messo in discussione, quindi va proposto con umiltà, specie se si scende nei dettagli. Se devo proporlo, anche se lo sento certo o se ne sono certo, non posso proporlo come certo ma come proposta da scegliere senza schemi precostituiti e, oserei dire, senza la certezza che la proposta, come la poniamo noi uomini, sia totalmente giusta. Ecco che ritorna la fatica della scelta che vale molto di più a fronte di un depositum fidei che si potesse dare per certo scientificamente. Ciò che divide i cristiani è proprio il modo di proporre il depositum fidei o porsi a lui.

              1. E visto che difficilmente ci si riesce (anche al più timido e schivo che altro non è che manifestazione di orgoglio che non si manifesta apertamente…), ricordarsi che la Santa Umiltà sempre a Dio va chiesta, a modello dell’umiltà che fu di Cristo, sostenuti dalla Spirito Santo.

                😉

                    1. filippofiani

                      Avevo commentato, ma per un errore di sbaglio, il mio pensiero è finito in fondo alla pagina 🙂

    2. Vanni

      Salvatore è in confusione, vede confusione, si ritrae, si dispiace di fronte alle parole semplici, caritatevoli e luminose di Costanza. Ma l’avrà fatta la colazione?

          1. salvatore scargiali

            Tu sorridi facendo battute, dandomi dello stupido, non ho fatto colazione e quindi il cervello è in debito di ossigeno. Come la Miriano non sa leggere quello che scrive anche tu non sai leggere quello che scrivi. Ci si domanda poi perché ci dividiamo.

  5. Angelo

    Lo ammetto non sono molto informato, ma vorrei sapere (se possibile) di quali articoli parli (quelli del “fuoco amico”).
    aiuta il discernimento sperando di non risuonare col male!
    Grazie

    1. admin

      @Angelo
      se ti segnalassi gli articoli contraddirei il post stesso oltre a fornire visibilità e soddisfazione a persone che non la meritano. Ti basti sapere che ci sono articoli che accusano i partecipanti al convegno di fare deliberatamente il gioco delle lobbies LGBT e di essere troppo “Bergogliani” ad articoli che teorizzano l’esatto opposto prefigurando addirittura uno scisma tradizionalista-padano. In mezzo tanti mugugni, rimbrotti, distinguo, invidie su blog e socialnetwork.

          1. Claudio B

            Caspita, mi hai fatto passare un mezz’ora per indagare in rete su questo ricordo che mi hai risvegliato! Era Lily Champagne, alla fine ce l’ho fatta!
            http://www.davinotti.com/index.php?f=28557
            mi ricordavo solo che c’entrava Dorelli e che le musiche erano del grande Luttazzi … “Cornovaglia, Cornovaglia, nostra terra, sacro suolo” se non sbaglio

  6. lorenzo

    vivo in piccolo nella mia parrocchia questo tema: per capire le divisioni bisogna capire le persone, La chiesa è fatta di persone, con i loro interessi , i loro egoismi; per alcuni di loro l’adesione alla Chiesa è strumentale alla loro affermazione personale, o all’arraffare beni di tutti. Sta scritto, il grano crescerà insieme alla zizzania. Non sta scritto che nel nostro Campo non crescerà la zizzania. Giuda docet.

  7. Costanza ha ragione Mario: scrivi benissimo ed esponi chiaramente le ragioni per cui tutti noi cattolici dovremmo essere ecumenici e lavorare assieme per un traguardo che non possiamo conoscere perché siamo vivi nell’nell’aldiqua. Per me neoconvertito da nemmeno sei anni è ancora tanto l’entusiasmo che proprio non comprendo le divisioni…

  8. Roberto

    Costanza, direi che hai fatto la domanda e hai dato la risposta; ma se dovesse venirmi in mente qualcosa che mi parrà intelligente da dire, lo farò XD

    By the way, quando vedo addensarsi cattoliche nubi di tempesta, non so perché spessissimo mi viene in mente questa frase di Tolkien in SdA “Non t’impicciare degli affari degli Stregoni, perché sono astuti e suscettibili.”

  9. «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!».

    Niente di nuovo sotto il sole, le miserie dell’uomo sono sempre le stesse, il peccato originale ci copre con il suo velo e ci impedisce di Vedere.
    In una discussione illuminata dalla luce dello Spirito Santo, molti anni fa, ebbi per un attimo l’impressione di capire cosa comportasse nella nostra vita, essere nati con il peccato originale addosso.
    Mi resta la sensazione di aver percepito, per un istante, la Verità, e di quella chiacchierata conservo il ricordo di emozioni fortissime.
    Non possiamo domandarci “perché” accadono certe cose, si lo so, la tua è una domanda retorica e per altro subito dopo hai presentato la soluzione al problema : facciamoci agnelli obbedienti al nostro Pastore; ma insistere a domandarsi perché si creino certe divisioni presupporrebbe un desiderio di conoscenza poco dissimile da quello di Eva.
    Una volta trovato il perché e individuata l’azione, saremmo tentati di individuare l’agente, additarlo e giudicarlo continuando a cadere sempre più in basso, nell’inferno diabolico (l’inferno del divisore e dei dividendi).
    Ripartiamo da colui che moltiplica, che dona il centuplo.
    Per questo probabilmente sarà di aiuto mettere in atto la sesta opera di misericordia, che ci dice di sopportare pazientemente le persone moleste. Forse Berlicche, fra qualche settimana, ci potrà dare delucidazione su come mai qualcuno preferisce molestare le persone pazienti.

  10. Eliseo del Deserto

    No Costanza, il piano politico non è diverso da quello spirituale. Non possiamo essere cristiani a settori. O il piano spirituale irrora il piano politico o siano schizofrenici e non serve a niente la nostra fede. Sì dobbiamo farci agnelli, per questo non posso condividere gli insulti, le grida di chi avrebbe dovuto amare anche un capriccioso disturbatore bocconiano. Morire a noi stessi non vale solo per gli altri. Vale anche per noi.

  11. Sergio

    Forse semplicemente per orgoglio? Non si lamentavano anche i discepoli che altri scacciavano demoni usando il nome di Gesù pur non facendo di parte del loro gruppo? Non erano sorte divisioni fra i primi cristiani che si dicevano di essere chi di Cefa, chi di Paolo, chi di Apollo? Forse a causa della nostra debolezza, del nostro desiderio di essere, cerchiamo di identificarci con qualcosa, con qualunque cosa, sia essa la più abbietta o la più retta non fa differenza, basta trovare un po’ di vita. In questo modo riusciamo ad identificarci e non possiamo permettere che qualcosa o qualcuno ci tolga questa parvenza di vita che ci siamo trovati. Siamo sicagurati perchè anche se vediamo il bene è il male che compiamo. La buona notizia è che siamo stati amati proprio così da Cristo e “possiamo portare questo tesoro in vasi di creta affinchè sia manifesto che la sublimità di questo amore viene da Dio e non da noi”
    Grazie per il vs. lavoro

  12. Anonimo69

    Il contrasto con chi la pensa diversamente da noi (o da voi) è un male previsto, ma il contrasto che proviene dalla nostra (o vostra) stessa parte (il c.d. “fuoco amico”) è in larga parte imprevisto. Infatti non è soltanto il male ricevuto che offende, ma anche il non averlo previsto.
    Il “fuoco amico” quindi è solitamente visto come un tradimento, per questo l’articolo dice “pazienza con quelli che la pensano diversamente da noi”, ma non dice lo stesso per le parole di quelli che sono (o dovrebbero essere) dalla stessa parte della sig.ra Miriano.
    Sul tradimento ho letto un’interessante, e rivelatrice, frase del filosofo U. Galimberti:”Se il bisogno di rassicurare la propria intrinseca debolezza genera la fedeltà, il bisogno di non annullarsi nell’altro genera il tradimento”. A69

  13. Enrica

    Sarebbe più “intelligente” ammettere certe cadute di stile , mi riferisco al convegno sulla Famiglia di Milano, è non è MALE e non è PARERE CONTRARIO AI CONTENUTI suggerire maggior prudenza ed intelligenza nel gestire un momento pubblico di tale portata.
    Chicca

    1. filippofiani

      Tutt’al più possono essere prese le distanze da chi ha cercato di distorcere il messaggio del convegno per i propri fini e stigmatizzato il comportamento di qualcuno come La Russa, invitando tutti a più tolleranza nei confronti dei molestatori.
      Personalmente non rilevo cadute di stile in un convegno con un format uguale a se stesso da un anno, diverso solo nella cornice.

  14. M.Cristina

    A me sembra che prima della lotta venga una sorpresa, un fascino, per cui di colpo parti e lo fai con chiunque cammina accanto…mi sembra che il Papa lo dica benissimo, e lo ritrovo nella mia esperienza…se cammini per un fascino, cosa ti importa se sei “brutto” tu o quelli che camminano con te? lo sguardo è altrove…cara Costanza, hai ragione quando dici che è un problema di sguardo, e, aggiungerei, di desiderio… noi cosa vogliamo nella vita?

  15. Francesco

    Anni fa, tanti, mi fu detto che sono 2 le cose che non sa fare il diavolo(colui che divide): umiliarsi ed obbedire! Gesù mi ha mostrato l’ umiltà e l’ obbedienza al Padre. La Verità è Gesù Cristo più siamo vicini a Lui più siamo vicini tra di noi, lo sappiamo, eppure continuiamo a dividerci. Quante persecuzioni subiamo nella nostra opera di evangelizzazione anche da parte del clero, cui vogliamo molto bene. Il nostro Maestro e’ Cristo voglio essere della Compagnia dell’ Agnello. Amatevi come io vi ho amato, e siate uno! Questo ci ha dato come comandamento. Il lavoro deve cominciare da me stesso, sono con te Costanza!

  16. Alessandro

    “Per cui mi chiedo, e lo chiedo ai lettori di questo blog che sono parecchi, e di diverse matrici, di appartenenze disparate: perché cavolo noi cattolici riusciamo a dividerci su tutto?”

    Mi sento interpellato, e quindi ti do la sommessa modestissima risposta mia personalissima.

    1) ci si divide su tutto perché i cattolici (al pari dei protestanti e dei musulmani) non sono impermeabili all’azione di Satana, il Divisore, fomentatore di ogni discordia. Conseguenza: anziché gareggiare nello stimarsi a vicenda, anche ciascun cattolico (sottoscritto incluso) è sedotto dall’attrattiva di denigrare il fratello, di sorprenderlo in fallo, per potersi persuadere voluttuosamente di essere più bravo, più intelligente, migliore di lui (e/o della sua “parte”). Gioire solo se si è convinti che l’altro sbaglia è una maliosa tentazione che alletta anche i cattolici. I Santi vincono questa tentazione, perché non hanno bisogno che di Dio (l’Impeccabile) per gioire, e non della contezza del peccato altrui.

    2) ma chi sono questi cattolici? Quelli che assolvono il precetto domenicale? Ammettiamo che siano costoro. Ebbene, realisticamente questi cattolici oggi, in Italia, sono divisi anche perché, pur essendo tutti cattolici e confessando tutti la domenica a Messa il medesimo Credo, hanno convinzioni ahimè notevolmente differenziate – per non dire contrapposte – su molte delle questioni sulle quali lamenti che i cattolici si dividono.
    Per essere sanamente concreti: molti cattolici ce l’hanno con Costanza non solo perché cedono alla tentazione di cui al numero 1, ma perché la ritengono una cattolica integralista, cioè una cattiva cattolica (una cattolica che sbaglia), e la pensano così perché – ad esempio – ritengono che l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità vada cambiato (in quanto debitore di nefasti pregiudizi che occultano l’autentica volontà di Dio al riguardo), che le persone omosessuali siano iniquamente discriminate dalla Chiesa e dalla sua dottrina morale, sicché a loro avviso, Vangelo alla mano, non c’è nulla di male, se non proprio a introdurre nella legislazione il “matrimonio gay”, almeno a “sdoganare” qualche istituto paramatrimoniale che “riconosca” alle persone omosessuali sostanzialmente medesimi diritti di quelli riconosciuti ai coniugi.

    Ma chi ha instillato in questi cattolici queste convinzioni? E’ tutta farina del loro sacco? No, molto spesso queste vedute le hanno apprese da presbiteri e persino da Vescovi (superfluo fare nomi, basta leggere certe interviste di alcuni padri del recente Sinodo straordinario per ricavarne abbondanti esemplificazioni), i quali ritengono complessivamente poco evangelica, e perciò da emendarsi, la dottrina morale della Chiesa sugli omosessuali, sulla contraccezione, sulle unioni di fatto ecc.

    Insomma: i cattolici si dividono anche perché, al loro stesso interno, nientepopodimeno sono divisi sull’obbedienza che “merita” il Magistero della Chiesa. Mica cotiche.
    Così la vedo io.

    1. Giusi

      Son d’accordo con te Alessandro. Come in una famiglia, se manca il padre, non solo come presenza ma anche e soprattutto come autorità che non è sopraffazione ma è riconoscimento rispettoso perchè quello che dice, pensa, fa e pretende è giusto, i figli fanno quel cavolo che vogliono e regna l’anarchia; così nella Chiesa se le pecore hanno Pastori ondivaghi che non li ancorano, non già alle loro opinioni personali, ma alla Parola di Dio (che noi tra Scritture, Dottrina e Magistero non dovremmo avere problemi di interpretazione!), si sparpagliano in mille sentieri. Insomma il pesce marcisce dalla testa!

  17. Elisabetta

    In generale, credo sia perché sempre ci dimentichiamo che dobbiamo convertirci continuamente.
    Nello specifico, per quello che ne capisco, credo che siate finiti in uno scontro in atto all’interno di un movimento, che ha implicazioni sia spirituali che politiche, e ne abbiate subito gli effetti collaterali.

  18. vale

    a parte le battute: un articolo interessante su S. Francesco di Sales: nonostante la sua natura iraconda, San Francesco argomenta e controbatte con rigore, ma non dimentica neppure un istante che il suo primo dovere è nutrire per gli avversari un affetto sincero e accattivante.

    http://www.papalepapale.com/develop/il-cuore-parla-al-cuore-i-fogli-volanti-di-francesco-di-sales/

    ne riporto la fine:

    «ascoltava con pazienza le loro difficoltà senza mai adirarsi, senza mai proferire ingiurie contro di loro, malgrado il calore di una disputa e gli insulti, le derisioni e le calunnie delle quali comunemente si servivano gli eretici; al contrario, egli mostrava un amore cordiale che non era animato da altro interesse che non fosse la gloria di Dio e la salvezza delle anime».

    Queste parole delineano il metodo salesiano raccomandato dalla Chiesa: esposizione semplice chiara della verità, unita a una personale dolcezza. Francesco fuggiva dalle dispute, apprezzando invece le discussioni pacifiche e amichevoli. Era infatti convinto che le dispute non portano alla verità, ma servono solo a mostrare la bravura oratoria dei contendenti. Sono fatte per vincere, non per convincere né per mostrare la verità. Egli era solito affermare che la ragione non è ingannevole (perché, se così fosse, sarebbe una falsità, ovvero una cosa irragionevole), ma il ragionamento sì, poiché molti ingannano se stessi e gli altri con i propri ragionamenti per mantenere la propria reputazione.

    È ancora Paolo VI a sintetizzare: «non è mai violento nelle dispute, ama gli erranti mentre corregge gli errori; e se le sue posizioni sono diverse, egli non usa mai l’opposizione polemica, e avvicina la lucerna alla lucerna; tenace nell’amare, nel pregare e nell’illuminare, sa pazientare a lungo, sa ricondurre gradatamente gli erranti alla pienezza della verità, dalla quale non è lecito ad alcuno di allontanarsi».

    Certo, ci si può chiedere se questa non sia una visione rosea della realtà. Ebbene, la storia ci racconta il frutto del suo metodo: 72000 conversioni operate da un solo uomo. Senza contare quelli che, dopo di lui, seguiranno il suo esempio: tra i tanti don Bosco, che intitolerà proprio a San Francesco di Sales la sua fondazione. Dici poco?

    1. E non è che avesse a fare con avversari tolleranti o “dialoganti”. Qualcuno ha visitato il tempio massimo dei calvinisti a Ginevra, l’ex cattedrale cattolica di San Pietro? E’ una esperienza culturale illuminante, parola mia.

      1. Anonimo69

        @ senm_webmrs

        io che vengo (a torto) un tuttologo, NON l’ho visitato. Cos’ha di particolare? A69

        1. “The nave is generally austere but warm, with a pleasing mix of Romanesque and Gothic architecture. The austerity is due to the former cathedral’s transformation into a Protestant Church in 1536. The Calvinists had little tolerance for religious images and any kind of excess, so they destroyed nearly everything but the bare architecture and whitewashed over the murals.”

          Diciamo che si passeggia in mezzo a un altro kind di excess: le pietre tombali dei vescovi di Ginevra), tutte accuratamente spaccate a colpi di mazza, e la sostituzione degli “idoli cattolici” con idoli d’altro tipo: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/83/Calvin_Chair_Geneva.JPG (vederla e capire che Calvino era meglio evitarlo è tutt’uno) e il monumento a un duca francese della “réligion” http://en.wikipedia.org/wiki/Henri,_Duke_of_Rohan#mediaviewer/File:Henri,_Duke_of_Rohan_tomb.jpg

          1. Anonimo69

            Ah! certamente G. Calvino non doveva essere un personaggio simpatico e con senso dell’umorismo. Uno poi che ha, come sedia preferita, un sedile così scomodo (io, in ufficio, ho una poltrona comoda, ma se potessi averne una più comoda, non ci rinuncerei di certo) …………………..ma del resto, gli psicopatici, in religione e in politica non sono mai mancati.

            Quando alle distruzioni nella cattedrale, sono deprecabili certo, ma nell’europa del ‘5/600 erano la regola: pensiamo alle guerre di religione in Francia, e alla successiva guerra dei 30 anni (che non fu altro che una gigantesca guerra di religione).

            Oggi noi (in occidente, beninteso) discutiamo civilmente, al massimo esce qualche parola grossa e/o tagliente, ma a quell’epoca non c’era da scherzare. Come ora in Siria e Iraq. A69

            1. Non è solo la distruzione materiale. Mi dia pure dell’impressionabile ma visitare quella chiesa è stato “quattro passi in un atmosfera ostile”; ho detto un’Ave Maria e me ne sono andata fuori in cerca di una libreria accogliente o di qualche vetrina di orologi a cucù …

  19. “La bellezza è una cosa terribile e paurosa.
    Paurosa, perchè è indefinibile, e definirla non si può, perchè Dio non ci ha dato che enigmi. Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono.
    Io, fratello, sono molto ignorante, ma ho pensato molto a queste cose. Quanti misteri! Troppi enigmi sulla terra opprimono l’uomo. Scioglili, se puoi, e torna salvo alla riva.
    La bellezza! Io non posso sopportare che un uomo, magari di cure nobilissimo e di mente elevata, cominci con l’ideale della Madonna e finisca con l’ideale di Sodoma. Ancora più terribile è quando uno ha già nel suo cuore l’ideale di Sodoma e tuttavia non rinnega nemmeno l’ideale della Madonna, anzi, il suo cuore brucia per questo ideale, e brucia davvero, sinceramente, come negli anni innocenti della giovinezza.
    No, l’animo umano è immenso, fin troppo, io lo rimpicciolirei. Chi lo sa con precisione che cos’è? Lo sa il diavolo, ecco! Quello che alla mente sembra un’infamia, per il cuore, invece è tutta bellezza. Ma c’è forse bellezza nell’ideale di Sodoma? Credimi, proprio nell’ideale di Sodoma la trova l’enorme maggioranza degli uomini! Lo conoscevi questo segreto, o no?
    La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile, ma è anche un mistero.
    È qui che Satana lotta con Dio, e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini.”
    Fëdor Dostoevskij, da “I fratelli Karamazov”

    “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
    Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
    Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.”
    Mt 10,34-39

  20. È una tristezza questa divisione tra cattolici e credo dipenda dalla mentalità dominante da cui siamo stati assorbiti per osmosi. Lo sto scoprendo ultimamente e mi sembra di capire che se c’è un rapporto personale, leale, sincero, non teorico, con Cristo, si cerca di imitarlo e si riesce (non sempre almeno per me) ad accogliere anche la diversità dell’altro di qualunque tipo sia, anche politica. Ma per amare Cristo occorre averlo incontrato, incontrarlo e lasciarsi da Lui affascinare. Il che è una scelta personale che rende meno difficile la conversione in questa nostra società così intollerante.

  21. La divisione di chi ha creduto che Cristo è l’unica vera Via, da scandalo. E’ il grande problema morale dell’Ecumenismo.

    1. Thelonious

      ma se si parte da una visione autenticamente cristocentrica, che cioè vede in Cristo la vera sorgente di ogni cosa bella, buona e vera si incontri, è possibile valorizzare anche i frammenti di verità che si trovano ovunque, in quanto la loro origine (consapevole o meno), è in Cristo.

      1. Thelonious

        Sto parlando del fatto che se uno riconosce una cosa bella, buona e vera al di fuori della Chiesa visibile, in una visione cristocentrica, quella cosa deriva ultimamente da Cristo, che sia o meno consapevole della cosa.

        Valorizzarlo significa tentare di mettere in relazione quel “frammento di Verità” (per usare questa espressione) con la Verità resa carne.

        1. Thelonious

          “Quindi, stiamo parlando dei “frammenti di verità” che troviamo tra i non battezzati ed all’interno delle dottrine e delle tradizioni e delle religioni: che NON sono la vera Dottrina, la vera Tradizione e la vera Religione.”

          SI

          “E COME? E, soprattutto: a beneficio di CHI?”

          Come: dipende dai casi, non si può fare un manuale, secondo me.
          A beneficio di chi? Bah, direi principalmente, e a Dio piacendo, a coloro che hanno la possibilità di conoscere la Fede Cristiana (o meglio. Cristo stesso, attraverso chi storicamente lo segue)

          1. Thelonious

            boh, ho l’impressione che stiamo parlando due lingue diverse.
            Oppure la stessa lingua, ma con significati diversi… non so come rispondere.

            Condivido l’augurio che Dio ci benedica

  22. Lucia

    Grazie Costanza che ci scuoti dalla nostra mediocrita’ cordiale.
    Grazie a te, a padre Botta, al dott. Scicchittano ed a Mario Adinolfi per la vostra testimonianza semplice r coraggiosa: Siamo con voi!
    so poco – nulla di catechismo, ma mi ricordo che
    Gesu’ l’ha detto: “non sono venuto a portare la pace, ma una spada” (vangelo di Matteo). Secondo me e’ normale che la sua Parola ci provochi ed inneschi una domanda che puo’ dividerci perche’ c’e’ una lotta tra male e bene dentro e fuori di noi: così dobbiamo deciderci se stare con Cristo o no.
    I nostri fratelli nella fede, quelli che sanno i libri a memoria e sono adulti nella fede, dopo tutti questi giorni ancora ci criticano perche’ abbiamo partecipato al convegno di Milano? Ma non hanno da fare anziche’ sterilmente criticare?
    Un giorno capiremo che l’ideologia gender e’ devastante per la famiglia e per l’io.
    Si..perche’ a quelli incosciamente affetti da buonismo relativista ci permettiamo di ricordare che il papa ha parlato espressamente contro l’ideologia che tenta di distrugger la famiglia ed alla fine l’esser umano nella sua unicita’.
    Non guardiamoci indietro senno’ perdiamo la battaglia, ma avanti tutta al grido di battaglia…Agnelli di tutto il mondo uniamoci ed aiutiamoci incoraggiandoci a vicenda a vivere il Vangelo ed a seguire il Pastore!

  23. Con il tempo,leggerò tutte le risposte che ti hanno dato,per ora non posso,ma avevo troppa voglia di abbracciarti e di dirti che questa cosa del “abbiamo bisogno di dividerci su tutto” la comprendo e la condivido con te…e fa tanta amarezza.
    Vedi Costanza,io quando ti leggo,non trovo nulla fra le righe che mi faccia pensare che tu ti senta chissà chi,e che pretenda di avere in mano la verità assoluta.
    Credo che tu mi piaccia proprio per questo,per la semplicità con cui tiri fuori quello che hai dentro.
    secondo me, chi ha doni come te,magari neanche se ne accorge,e cerca semplicemente di essere se stessa e vivere la sua vita.
    Non voglio stare qui ad incensarti,perchè so che non è questo che cerchi,ma voglio dirti che in piccolo a me succede sempre la stessa cosa.
    Non è colpa di nessuno,nè tua,nè mia ,ne di chi legge o vede solo quello che vuole vedere,cambiando completamente il senso di quello che si dice.
    La colpa è sempre e comunque del principe del male che prende i nostri difetti,i nostri vizi,la nostra immensa superbia e ci sguazza….
    Il tuo non entrare in risonanza con il male altrui,mi fa pensare che con il diavolo non si può trattare,non si può sperare di addolcirlo,perchè anche quando sembra amico,lo fa solo per fregarci meglio.
    Dici bene,noi pieni di zelo,pensiamo di aver incontrato la verità,ma non siamo la verità…eppure anche alla verità non è stato riservato un trattamento di favore,anzi!
    Ci stiamo dividendo ancora,discutendo sul Papa…Papa si,Papa no! Chi pensa di sapere più di altri,chi ha studiato e chi pieno di zelo,è convinto in cuor suo di far bene.
    Ci sono caduti in tanti prima di noi, e l’unica cosa che io riesco a vedere è che fa parte della nostra assurda umanità; perchè non accada, bisognerebbe amare veramente i nostri fratelli,e pensare che ferendo loro,feriamo il Signore che li ama. Invece siamo sempre pronti ad offenderci e a offendere e questo non fa di noi solo dei contendenti più che dei fratelli,ma anche dei pessimi cristiani…proprio mentre siamo impegnati a dimostrare che lo siamo più degli altri.

    1. Alvise Scopel

      …se la colpa viene dal Principe del Male e dal peccato originale allora ben poco da stare a questinare, credo!

      1. admin

        Alvise quando scrivi con questa mail devi togliere la “e” che per errore è alla fine di “.com” altrimenti il tuo commento andrà in attesa di approvazione.

  24. Pingback: Perché ci si divide? | Infodirilievo

  25. Ci si divide perché, al di sopra della stessa Verità, ci deve essere la Carità. In mancanza di Carità, si brandisce la Verità (o talvolta anche la verità) come una spada. Ecco perché perseguire la Verità è importante, ma ancora più importante è accompagnarla con la Carità.

  26. 61angeloextralarge

    Grazie, carissima Costanza! Leggendoti mi hai fatto venire in mente: “Un regno diviso in se stesso…”. Questo è purtroppo la nostra situazione spirituale. Siamo divisi anche con noi stessi. Credo che la preghiera, sincera, autentica, disinteressata… aiuti molto… con tanta tantissima buona volontà, ma soprattutto con la decisione di non prevaricare anche quando ci si sente nel giusto. Perché ci si divide? Perché si pensa spesso solo alle proprie ragioni, al proprio orticello spirituale… in pratica all’IO micidiale e divisore, sì, perché nell’IO c’è sempre la bestiaccia, il divisore. Se Gesù avesse pensato al suo IO?

  27. Franca 35

    “La verità non perde nulla del suo splendore dalle ingiustizie che riceve” (A;Rosmini)

  28. Luigi

    Cara Costanza… Le critiche sono piovute anche perché nella relazione di Introvigne si é parlato dei diritti sulla convivenza tra 2 persone (“Noi vogliamo riconoscere i diritti e i doveri che nascono dalla convivenze, nel rispetto delle persone conviventi omosessuali e non”). È vero che la “carta dei diritti delle convivenze” serve per far prendere coscienza che i tanti diritti tanto reclamati sono diritti giá concessi a chi convive (adozioni comprese!!!) ma è vero anche che cristianamente parlando tali “convivenze” contrastanto con la fede che si professa. ragion per cui é chiaro che qui si apre facilmente un dibattito e quindi ci si divida facilemte su chi è totalmente contrario anche a queste convivenze, chi invece prendendo atto che lo stato é laico pur non condividendo per niente tali “presunti diritti” se ne fa comunque una ragione, e chi invece dice che non ha assolutamente nulla in contrario alla carta dei diritti delle convivenze (o unioni di fatto). Credo che se si fosse fermati al “no all’adozione dei bambini a coppie formate da due persone dello stesso sesso” non ci sarebbero state “divisioni” di vedute tra cattolici.

    Detto questo non concordo chi critica i cattolici affermando che ci sono delle divisioni “da sempre”. In tanti casi, ancor di piú di questi tempi ci sono “cristiani” che non sanno nulla sulla fede che professano, e quindi sono piú inclini a vedere le cose secondo il loro “stomaco” che spesso corrisponde con il modo di pensare “del mondo” (e del momento). Attenzione non é che dico che nn debbano essere presi in considerazione, ma solo che é facile che questi seguano strade diverse da quelle del Vangelo e del Magistero (cosí come magari é capitato a tanti di noi prima che “incontrassero” Gesú Cristo). Dio “sorprende” ed é verissimo, ma Gesú ha “insegnato” tante cose (Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.), quindi non é che uno non possa presumere di avere determinate certezze sugli insegnamenti di Cristo che sono stati tramandati nei secoli e che il Magistero ha perfettamente fatto arrivare fino a noi, é sbagliato dire che “non abbiamo certezze”. Bisogna, è vero farsi sorprendere da Dio, perché le Sue vie sono diverse dalle nostre, ma non é che il Signore improvvisamente depenna come cose non buone l’adulterio, la fornicazione o altre cose oppure al contrario abolisce le virtú della caritá, della pazienza, della verginitá, della preghiera. Ogni giorno il Signore “plasma” le anime che in Lui si rifugiano con cuore sincero ed umile, ma non é che contraddice se stesso.

    1. Giusi

      Io ritengo che questo questionario non s’avesse da fare. Allora a questo punto chiediamo ai cattolici se credono in Dio! La Chiesa deve dire che sul matrimonio la dottrina valida è quella stabilita da Gesù Cristo in modo inequivocabile e che la sodomia è peccato. Punto. Che questionario e questionario?

  29. Alvise Scopel

    ..il critianesimo Per me richiede dimolta semplicita’ DI penslerne, non il guazzabuglio da te messe in scena, cunctator non cunctans!

  30. Thelonious

    Concordo con Luigi !
    Per questo alla Messa diciamo. “parola di Dio – rendiamo grazie a Dio” dopo le letture delle lettere di Paolo (o di altri apostoli).
    Se così non fosse diremmo piuttosto “parola di Paolo – rendiamo grazie a Paolo”.

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