Il traguardo

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di Emanuele Fant

Prendo famiglia e automobile e affronto le onde di piena dell’emergenza maltempo. Milano è la capitale di tutte le soddisfazioni, perché oggi si presenta il mio piccolo libro. L’appuntamento è al prestigioso Circolo Filologico, che non so di preciso di che si occupi, ma immagino abitato da lettori seriali con lenti spesse in proporzione alla loro materia cerebrale.

Il navigatore (mai come in questo caso il nome è adeguato, visto che le strade assomigliano a fiumi) mi propone un percorso che comprende l’attraversamento longitudinale di piazza Duomo, una scorciatoia che credo si snodi tra i camerini del teatro alla Scala e un trionfale passaggio in Galleria. È insensibile alle telecamere della Zona Traffico Limitato, tanto quando arrivano le multe lui si mette in standby. Io eseguo, pur di non deludere col ritardo i miei affezionati lettori.

Il traguardo è in pieno centro, dove i parcheggi sono solo a strisce gialle, riservati ai padroni degli attici che con i loro enormi risparmi potevano pure scavarsi un box e non mettere in difficoltà me ora. Dopo troppi giri di ricognizione, abbandono il mezzo su un largo marciapiede, sicuro che con questa pioggia entri in vigore il codice della strada alternativo per il quale valgono sì le regole, ma è apprezzata anche la creatività del guidatore. Io, Laura e i bambini ci fasciamo con mantelle e Domopak e corriamo in direzione del venerato ingresso del nobile palazzo della via signorile.

“Noi ci siamo”, sorride l’editore da in fondo alla sala. Intende lui e il collega autore ospite.  Ci osservano settanta sedie vuote. Proviamo ad aspettare, seduti al tavolo con i microfoni, le bottigliette e i nomi. Lo sciabordio che viene dalla strada rompe a tratti il silenzio: sono mezzi di emergenza diretti in altre direzioni.

Sento un piccolo sollievo, che dà il cambio alla delusione. Sarò uno scrittore di successo in primavera, fiorirò con le margherite di parco Sempione. Adesso, noi sette, andiamo al bar a chiacchierare.

fonte: Credere

9 pensieri su “Il traguardo

  1. candy

    Nell’estate dell’anno scorso ho letto “La mia prima fine del mondo”: e’ un libro scritto semplice, ironico e divinamente coraggioso..se il libro in questione era questo, auguro di cuore all’autore cento di queste primavere di pioggia milanese e di conseguente rinascita, perche’ e’ un libro che ho trovato decisamente ed etimologicamente..Rock! Grazie all’autore per averci raccontato di lui, di fratel Ettore e della Madonna che gli faceva compagnia nel sedile del passeggero!

  2. Io ne ho comperate 5 copie e non so quante volte l’ho riletto e spesso quando parlo prendo a prestito qualche frase.
    Un libro bellissimo!
    Grazie di cuore

    1. carlo

      Vorrei dire che vedere qualcuno che diffonde un proprio (apparente) insuccesso è sempre edificante. Contrasta con lo stile comunicativo di non pochi cristiani (affermati) che invece ostentato i propri numeri e postano gli elogi che ricevono. Grazie dunque per questo esempio. Mi sento di dire che lei, senza volerlo (ed è questo che ha valore) si mostra figlio della più umile di tutte le donne!

  3. Anche io ho letto la mia prima fine del mondo dopo averne letto la recensione sul blog di Costanza. Uno dei pomeriggi meglio spesi della mia vita!

  4. silvana.paindelli@gmail.com

    Sì! Mi sa che me lo compro anch’io! E spero che quello che dovevi presentare in quel giorno di diluvio sia un altro, così ne comprerò due✌

    1. sabina

      Emanuele, grande nella tua umiltà. Ti leggerò di sicuro! E sono certa che a primavera non basteranno settanta sedie!

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