Questa sera all’Auditorium Antonianum

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La rivoluzione, oggi, è partire dalla realtà. Da quello che c’è, prima che da quel che si pensa, da quello che esiste prima che da quello che si sente. Tutto il mondo suggerisce il contrario. Salvo impantanarsi in sistemi che alla fine negano la natura dell’uomo, persino nel suo dato biologico. Questa sera con Mario Adinolfi, padre Maurizio Botta, Costanza Miriano, Marco Scicchitano  ci confronteremo su questo. Venite in tanti!

Lunedì 19 maggio 2014 ore 21:00  

Auditorium Antonianum  – Viale Manzoni, 1   Roma

“Il Relativismo che, con la scusa del rispetto delle differenze, omogeneizza nella trasgressione e nella demagogia, consente tutto pur di non assumere la contrarietà che esige il coraggio maturo di sostenere valori e principi. Il Relativismo è, curiosamente, assolutista e totalitario, non permette di differire dal proprio relativismo, in niente differisce dal “taci” o dal “fatti gli affari tuoi”.

Jorge Mario Bergoglio

***

Stasera vi invito all’Antonianum

 

IMG_0238di Mario Adinolfi       da Il Cannocchiale

“Contro i falsi miti di progresso” oggi si muoverà una moltitudine. Si ritrova all’Antonianum, a viale Manzoni 1 a Roma alle 21. Si muoverà una moltitudine per come è: composta da persone diverse, storie diverse, vite diverse. Andrà ad ascoltare quattro persone, anch’esse molto diverse. Non so come sintetizzarle: una mamma, un medico, un prete e un giocatore di poker? Tre scrittori e un tifoso del Toro? Quattro amici che si sono ritrovati in una sorta di bar? Le quattro persone sono padre Maurizio Botta, Costanza Miriano, Marco Scicchitano e chi scrive. Forse ne conoscete qualcuna, forse tutte, forse nessuna. Comunque, conviene passare dall’Antonianum stasera. Hanno tutte e quattro qualcosa da dire. E sicuramente anche voi.

Ma perché una moltitudine dovrebbe oggi ritrovarsi in un dato luogo, a una data ora, nel giorno in cui Grillo va a Porta a Porta, per parlare di “falsi miti di progresso”? Non fatemi svelare la fine del giallo. Posso solo dirvi che se pensate che la parola “mamma” abbia ancora un senso ineliminabile, se non avete ancora capito se siete un genitore 1 o un genitore 2, se pensate che gli uteri non si possano affittare, i bambini non possano essere usati come oggetti di propaganda per la transessualità e l’ideologia del gender, se ritenete che un anziano molto malato vada molto amato e non soppresso, se vi commuovete davanti ai video sui bambini down perché sapete che il 96% dei down concepiti vengono abortiti e lo considerate un orrore, se insomma non vi rassegnate a pensare che il mondo che consegnerete ai vostri figli sarà caratterizzato da un’umanità che nega se stessa, ma ai falsi miti di progresso volete opporre resistenza, allora venite stasera all’Antonianum.auditorium

Venite accompagnati dalla vostra storia, dal vostro vissuto, dai vostri dubbi e dalle vostre domande. Troverete sul palco quattro persone diverse tra loro e sarete in compagnia di centinaia di persone diverse da voi, accomunate dal desiderio di fare un pezzo di strada insieme “tenendoci stretti / tenendosi dritti / che così si fa”. Non so bene cosa accadrà. So che tanti, diversi, si ritroveranno in unità. E pluribus unum. Per compiere un primo passo, insieme.

 

 

115 pensieri su “Questa sera all’Auditorium Antonianum

  1. nadia

    qualcuno ha la possibilità di registrare questo evento magnifico? sarebbe bello poterlo diffondere anche a chi non può venire, tipo a me che abito a treviso..

    1. Giulio

      Condivido ciò che ha scritto Nadia, per favore diffondete anche a noi che siamo fisicamente lontani!

  2. Giancarlo

    Ho nausea. Sto male. Voglio poterlo gridare forte che in una certa chiesa, in certi pastori io non mi riconosco.

    “Il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn benedice la vittoria della drag queen “barbuta” Conchita Wurst all’”Eurovision Song Contest”, la gara canora più popolare d’Europa.
    Secondo Schoenborn, infatti, nel “giardino arcobaleno” del Signore c’è posto per tutti: «nel giardino variopinto del Signore c’è spazio per tutte le moltitudini».”.

    http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/il-cardinale-schoenborn-benedice-la-drag-queen-conchita-wurst/

    1. Giancarlo

      “Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Egualmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne” (Romani 1, 26-28).
      Infine san Paolo si premura di osservare che l’abiezione estrema si ha quando “gli autori di tali cose… non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa” (cfr. Romani 1, 32).

      Ma il cardinale Schoemborn lo sa che chi approva “azioni indegne, atti ignominiosi” è anche peggio di chi le compie? Ma il cardinale Schoemborn davvero pensa che “nel giardino variopinto del Signore” sarà possibile incontrare ogni genere di pervertiti?

      E’ tempo di fare pulizia nella chiesa.

      1. Roberto

        Il Cardinal Schoenborn è un poverello, una figura profondamente patetica, la punta dell’iceberg di una Chiesa, quella austriaca, ridotta in uno stato che definire pietosa è un… pietoso… eufemismo.

        Perciò bisogna sì prendersela, ma con la riserva di sapere le circostanze nelle quali ha raggiunto la posizione che ricopre oggi.

        In bocca al lupo per la relazione di stasera, piuttosto!

    2. @Giancarlo, assolutamente senza alcuna ironia, plaudo a come riporti questa notizia e toni che usi che pur esternando – giustamente – il tuo sconcerto e la tua sofferenza, non travalicano i limiti di ciò che è esternazione del proprio stato d’animo, rispetto il giudizio o gli “appellativi” rivolti a chi ne è coinvolto.
      Lo scrivo non certo perché la mia approvazione sia necessaria, né il mio plauso appunto, ma dato che su questo spesso ho criticato il tuo modo, mi pareva giusto in questo caso fare l’opposto.

      Può essere d’aiuto leggere la traduzione dal tedesco (non conosco il tedesco, mi devo fidare della fonte http://equitatusimperialis.blogspot.it/2014/05/traduzione-di-una-dichiarazione-del.html) della dichiarazione incriminata.

      Traduzione di una dichiarazione del cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna:
      “Così sta scritto sulla prima pagina della Bibbia: „Dio fece gli uomini a propria immagine… Egli li fece come uomo e donna.“ Che meravigliosa questa idea di Dio! Come triste e noioso sarebbe, ci sarebbero solo uomini o solo donne su questo mondo!
      La vita è prima di tutto il giusto vivere attraverso la reciproca attrazione tra uomo e donna. Che splendido e prezioso è il completamento della sessualità/stirpe/generazione. Tutti noi non ci saremmo, un uomo e una donna non ci avrebbero generato, concepito e donato la vita se non attraverso un atto d’amore, il quale era vero e pieno di speranza.
      Come tutti però sappiamo, c’è una svariata molteplicità nel giardino di Dio. Non tutti quelli che sono nati come uomini, si sentono uomini e allo stesso modo per le donne. Come esseri umani meritano rispetto, al quale tutti noi abbiamo diritto. Sono lieto per Thomas Neuwirth, che in arte Conchita Wurst ha avuto un tale successo. Desidero per lui, che questo successo non cresca oltre la testa (non gli faccia montare la testa?) e prego per lui, per la benedizione di Dio alla sua vita.
      Una vittoria della tolleranza? Le ragazze cristiane prigioniere di Boko Haram, obbligate a convertirsi all’islam, sono uno sconvolgente esempio di intolleranza, allo stesso modo la pena di morte per omosessualità in alcuni paesi. […] Sì, il nostro mondo ha veramente bisogno di tolleranza, che significa attenzione per gli altri, anche quando non si condivide l’opinione del prossimo.”

      Ora, presa nella sua interezza, questa dichiarazione parte con il riaffermare ciò che Dio ha creato e voluto in origine per l’Uomo e come l’unione e la procreazione siano destinati appunto all’uomo e alla donna [La vita è prima di tutto il giusto vivere attraverso la reciproca attrazione tra uomo e donna. Che splendido e prezioso è il completamento della sessualità/stirpe/generazione. Tutti noi non ci saremmo, un uomo e una donna non ci avrebbero generato, concepito e donato la vita se non attraverso un atto d’amore, il quale era vero e pieno di speranza.].

      La dichiarazione si fa “ambigua” (o interpretabile in modo ambiguo) nel passaggio successivo:
      [Come tutti però sappiamo, c’è una svariata molteplicità nel giardino di Dio. Non tutti quelli che sono nati come uomini, si sentono uomini e allo stesso modo per le donne. Come esseri umani meritano rispetto, al quale tutti noi abbiamo diritto.]
      Non vi può essere dubbio che TUTTI gli Esseri Umani meritano il rispetto dovuto, ma parrebbe mancare anche solo un accenno al giudizio morale e alle conseguenze del vivere come fatto ineluttabile e naturale di queste “svariate molteplicità” che se torniamo alla Scrittura riportata dallo stesso Schönborn, sono SOLO DUE.

      Può poi sembrare poca cosa, ma mi fa piacere notare che Schönborn chiama “Conchita” con in suo nome di Battesimo che lo identifica come uomo (in arte…), questo perché mentre tutto il resto del mondo appella il giovane Thomas, come “Conchita” o la “donna” barbuta” – e non c’è di che meravigliarsi – lo stesso fanno anche pagine o testi di informazione cattolica, snaturando ciò che è invece nella realtà delle cose e cioè che Thomas Neuwirth è un uomo, che ha scelto nella vita pubblica e dello spettacolo una “maschera”, una finzione (che certo per lui è più vera del fatto biologico) che lo porta ad essere una “drag queen”.
      Il termine letteralmente, potrebbe tradursi in “regina dei – trascinatori o del trascinamento (to drag)” e deriva probabilmente da quello dei “drag singer”, cantanti-trascinatori… diciamo capaci di “trascinare”, incantare, creare un seguito.
      Potremmo ricordare la fiaba del “Pifferaio Magico”, ma potremmo anche in modo più calzante, fare mente locale sul principe della mistificazione, dell’inganno, della “fascinazione”…

      Vorrei essere ben compreso, non si tratta qui di identificare Thomas Neuwirth come “emissario” del Maligno, ma piuttosto come il demonio agisca nel mondo e si presenti come Lucifero – angelo di luce – e presenti quindi il suo agire e i suoi tranelli, non come azioni terrificanti e oscure (quali sono) – chi sano di mente vi ci butterebbe anima e corpo? – ma presenti i suoi sofismi sempre come un possibile bene o ponga un bene “contro” un altro bene.
      In questo caso: “beh bravo, guarda come canta (in-canta)… infondo, se lo merita, guarda come si commuove… se lui (lei) è felice così… ecc, ecc.)
      E’ interessante notare come nel video, che riporta la performance che ha dato al giovane Thomas la vittoria, venga ampiamente giocata la carta della seduzione. Lo stesso video è molto ben confezionato… Se riuscissimo per un attimo ad accettare quella barba su quel volto e su quelle movenze così flessuose e ci facessimo trasportare dalla sonorità di quella voce (mitiche sirene…) non potremmo che esserne affascinati (e lo saranno in molti e molti giovani).
      Ma con un occhio disincantato, non possiamo che notare che ancora una volta il principe di questo mondo, non produce che caricature, parodie di ciò che Dio ha creato in natura. La creature che scimmiotta il creatore…
      Thomas ha avuto successo… ma chi c’è spesso dietro il successo di questo mondo fatto di fama e di lustrini, di onori e di denaro?

      Ecco perché affermazioni “rapide” e sommarie (non si più certo fare una catechesi ogni volta…), possono essere molto rischiose e subdolamente estrapolate da ogni conteso – questo verrebbe fatto anche fossero all’interno di un sapiente e articolato discorso – ma non si può neppure pensare che a scanso di equivoci si passi all’assoluto e persistente “no comment”.

      Questo né a difesa ad oltranza di Schönborn (vi sono anche altre dichiarazioni e posizioni che lasciano perplessi), né ad accusa di Thomas Neuwirth, che vive la sua vita e fa le sue scelte come qualunque giovane che non ha incontrato seriamente Gesù Cristo e probabilmente si trova ora preso in un “ingranaggio” più grande di lui… e non sa neppure quanto.

      1. Giusi

        Proprio ieri in confessione ho parlato con un sacerdote di questo e di altre esternazioni. Lui ha detto che non vede il motivo per il quale un Cardinale debba parlare del vincitore dell’Eurofestival e peraltro in maniera così ambigua da un un punto di vista dottrinale.Ha detto che, purtroppo, molti anche nella Chiesa ammiccano allo spirito del mondo. Ricordo che Schonborn (ma la dieresi come fai a metterla?) si era già fatto notare……..

        http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/vienna-wien-austria-14073/

        Ormai va così…… Un’esternazione al giorno non ci toglie Satana di torno!

      2. Giancarlo

        Thomas Neuwirth è un pervertito, c’è poco da girarci intorno. Il cardinale Christoph Schoenborn non solo non dice che è un pervertito, ma addirittura benedice la vittoria della drag queen e lascia intendere che in paradiso c’è posto anche per questa gentaglia.

        Chi deve fare pulizia nella chiesa? Non io, per fortuna. Il padreterno (speriamo presto!).

          1. Giancarlo

            Bariom, Thomas Neuwirth è un pervertito, su questo sarai d’accordo voglio sperare. Che poi i pervertiti siano gentaglia, questa è una mia opinione personale che, in effetti potevo risparmiare.

            1. Direi che possiamo essere d’accordo intendendo anche, che chiunque di noi si volge al peccato, si “perverte” (si volge al peggio, al male), quindi pervertito si, come possiamo esserlo io e te…
              su questo sarai d’accordo voglio sperare 😉

              1. Giancarlo

                No, non sono d’accordo. Naturalmente anche io e te siamo peccatori, come tutti del resto. Thomas Neuwirth però non è solo un peccatore ma, come dice s. Paolo, “anche approva chi le fa”. Cioè Thomas Neuwirth chiama bene ciò che è male, io questo non lo faccio. Potrebbe anche essere che io commetta peccati più gravi di Thomas Neuwirth, ma non cambio la legge di Dio.

                Mi spiace ma Thomas Neuwirth è un nemico di Dio ed anche un mio nemico. Io non sono un nemico di Dio, sono solo un misero peccatore.

                1. Vedi caro Giancarlo la differenza invece la si potrebbe meglio trovare e stigmatizzare negli atteggiamenti dei due giovani che qui ho riportato riportando due cronache: Thomas Neuwirth e il giovane gay della parrocchia di cui sopra.

                  Di Thomas Neuwirth non sappiamo (o almeno io non so) quanto conosca della Parola di Dio, della Verità e delle Leggi di Dio, quindi – ovviamente – approva ciò che fa, o farebbe altro.
                  La sua è, così tratteggiata, la figura “classica” del peccatore ignaro del suo peccato (e non è che il sapere che la Chiesa dice di dia coscienza del peccato…)

                  Il giovane gay “parrocchiano modello”, se le cose stanno come riportate, è invece pienamente consapevole della Verità, e chiama verità ciò che non è e “perverte” la Verità ai suoi scopi.
                  Si potrebbe quindi ben aggiungere, in questo caso la “depravazione” alla perversione.

                  Poi non sarai/saremo d’accordo, ma non sarebbe la prima volta… 😉 (ne temo l’ultima).

                  1. Giancarlo

                    Sia Thomas Neuwirth che il giovane parrocchiano sono pervertiti e nemici di Dio, ma non perché hanno rapporti contro natura, ma per il fatto che dicono che questi rapporti (contro natura) sono naturali. Non occorre infatti la conoscenza della bibbia per essere consapevoli del fatto che l’uomo è maschio e femmina e che questo fatto ha un significato. Chi volutamente ignora questo significato ed inventa un significato che giustifichi le sue passioni (l’omosessualità è naturale) non può dirsi ignaro.

                    Chiunque abbracci l’ideologia gender lotta consapevolmente contro la legge di Dio, o contro la legge di natura (per gli atei), ed è oggettivamente un nemico di Dio; quindi anche un nemico dell’uomo.

                    1. Bariom

                      Tu “tagli sempre tutto con l’accetta” per poi mettere tutti coloro che stanno al di là del taglio, nella schiera addirittura dei “nemici di Dio”… (non che non esistano).

                      Credo che assimilare la situazione dei due giovani come fai, non sia corretto e non aiuti a far discernimento… Ma tanto tu resterai della tua idea, forte di essere peccatore ma – ovviamente – tra gli “amici” di Dio 😉

                    2. Giancarlo

                      Ci puoi contare sul fatto che voglio stare tra gli amici di Dio. D’altronde è Lui che mi ha scelto come suo amico ed io non posso che gloriamene.

                      Peggio per chi sdegnosamente rifiuta l’amicizia di Dio.

                  1. Giancarlo

                    Certo che devo amare i nemici. Ma amare i nemici non significa certo batter loro una pacca sulla spalla e magari intavolare un dialogo. L’unico modo di amare questi sciagurati è mostrare loro l’errore. Se poi questi si pentono e cambiano vita, allora possiamo con gioia perdonarli ed accoglierli tra noi. Altrimenti stiano per i fatti loro. Lontani!

                    1. Oohhi.. il vangelo secondo Giancarlo… mica bubbole!
                      Possiamo (con gioia) “perdonarli” (??) NOI chi?

                      Altrimenti LONTANI e campanello al collo come si faceva coni lebbrosi…
                      Naturalmente previa iscrizione (nome e cognomi) nella lista dei NEMICI (di Dio, del popolo… di NOI).

                      Sembra di stare sotto Stalin 😉

                    2. Giancarlo

                      Ma no, Bariom, Stalin non c’entra niente. Sono parole di Gesù.

                      1 Gesù disse ai suoi discepoli: «È impossibile che non avvengano scandali, ma guai a colui per colpa del quale avvengono! 2 Sarebbe meglio per lui che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli. 3 State attenti a voi stessi! SE TUO FRATELLO PECCA, RIPRENDILO; E SE SI RAVVEDE, PERDONALO. 4 Se ha peccato contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e ti dice: “Mi pento”, perdonalo».

                      Come vedi, Bariom, esiste il perdono di Dio, ma esiste anche un perdono nostro. Secondo quello che dice Gesù (non io) non possiamo scialare con il perdono. Per tutti quelli che sbagliano, il rimprovero. Per quelli poi che si ravvedono, anche il nostro perdono.

                      Non possiamo prendere a secchiate di misericordia chiunque incontriamo per la strada. IL PERDONO E’ PER CHI LO CHIEDE.

                    3. Giancarlo il perdono è dovuto a chi reca A NOI offesa.
                      E lo scandalo di cui parla Gesù è altra cosa… altrimenti qui dovremmo essere scandalizzati a vita!

                      Perdonami se te lo ripeto, ma dovresti approfondire meglio il senso delle Scritture e non “massificare” sempre tutto.

                      Poi, che te devo dì? Sei convinto così sia così?
                      Pensi dica baggianate (possibilissimo), che il tutto riporti solo a “secchiate di misericordia”?
                      Amen…

                      Però, lo stesso ti invito ad approfondire.
                      A studiare commenti e omelie partendo dai Padri, non solo andando a cercare conferma del tuo pensiero, ma aprendoti anche a ciò che da esso si discosta.

                      Direi possiamo sospendere per ora questa “disputa”… 😉

                    4. Giancarlo

                      Bariom, va bene, cercherò di approfondire. Nel frattempo però, visto che siamo qui, qualcuno di quelli preparati potrebbe anche intervenire per dire una parola di chiarezza. Io sono disponibilissimo a cambiare idea in qualunque momento, però vorrei che mi si spiegasse perché.

                      Sul brano che ho riportato, in merito al perdono, non è affatto scritto che noi dobbiamo perdonare a chi ci reca offesa. E’ scritto invece, nero su bianco: “SE TUO FRATELLO PECCA, RIPRENDILO; E SE SI RAVVEDE, PERDONALO.”. Non è scritto che deve comunque essere perdonato. E’ scritto che DEVE COMUNQUE ESSERE RIMPROVERATO. Poi, SE SI RAVVEDE, dobbiamo perdonarlo.

                      Da dove tu ricavi che dobbiamo comunque perdonare non lo capisco. Del resto, Dio stesso perdona SE E SOLE SE Gli viene richiesto il perdono. Perché noi, che siamo suoi figli, dovremmo fare diversamente? Qualcuno, non necessariamente Bariom, me lo spieghi per favore. Oppure si accetti esplicitamente che IL PERDONO E’ DOVUTO SOLO IN CASO DI RAVVEDIMENTO, cioè dopo che il peccatore si è pentito e ha promesso di non peccare più. Diversamente, perdonare una persona che persiste nell’errore diventa un confermare nell’errore.

  3. Francesca

    Vi prego amici….registrate l’evento di questa sera! Avevo intenzione di prendere un bel freccia rossa ma i saggi di danzaviolinobatteriacoroginnasticartisticaepassaggiodicintura (detto tutto d’un fiato) mi inchiodano a ben più di 500 km di distanza. Provateci, fate di tutto, mandate questa boccata d’ossigeno anche a noi lontani.
    Una preghiera per voi questa sera.

  4. Igino Morini

    Sarebbe bello e importante se l’incontro fosse registrato e reso disponibile. Io sono di Parma, ed essere a Roma è impossibile. Il meglio sarebbe la pubblicazione su youtube. Gli organizzatori lo hanno previsto? Speriamo di sì.

  5. Nuovamente un episodio che coinvolge Schönborn:

    Già nell’aprile di due anni fa il cardinale aveva invitato alla sua mensa un giovane gay di Stützenhofen (Bassa Austria), di 26 anni (la stessa età di Conchita), che viveva con un suo compagno e che era risultato il più votato alle elezioni del consiglio pastorale della sua parrocchia. Il cardinale aveva dichiarato allora di essere rimasto “fortemente impressionato per la fermezza della sua fede, la modestia e la sua disponibilità a una vita di servizio”.
    Da: http://diblas-udine.blogautore.repubblica.it/tag/wolfgang-brandstetter/

    Anche qui, quel che mi preme sottolineare è l’opera dell’ingannatore che purtroppo agisce su molti:
    “…che viveva con un suo compagno e che era risultato il più votato alle elezioni del consiglio pastorale della sua parrocchia.” che presenta come luce, ciò che luce non può essere…

    Giusto per ribadire se fosse necessario: il problema non sta nell’eventuale inclinazione omosessuale del giovane, ma nel suo viverla con tutte le dirette conseguenze in unione con un altro uomo sotto lo stesso tetto.
    Come si può pensare – da parte di tutta una parrocchia sembra – che questo permetta l’aiuto e il discernimento dello Spirito Santo, necessario in qualunque servizio dedicato alla Chiesa (nonché ovviamente alla vita personale)?
    Ciò vale sia ben chiaro, per qualunque situazione oggettiva di stato in peccato grave di qualunque genere.

    Va da sè che se poi il pastore non richiama il gregge che ha risposto alla voce del “ladro”… ci sarebbe veramente di che disperarsi.
    ………………………………….
    Anche qui speriamo la notizia che riporto sia distorta e travisata (e sarei felice fosse smentita), ciò che mi preme è la “morale” che dobbiamo trarne.

  6. Alessandro

    In generale, auspicherei che i Pastori usassero le parole con vigilanza e parsimonia, con l’esclusiva mira di adempiere il proprio ministero di servizio alla Chiesa di Cristo, accantonando ogni tentazione mondana di protagonismo, ricordandosi che non sono degli “opinionisti”, cioè non sono tenuti per mestiere a esprimere pubblicamente un’opinione su quello che il sistema massmediatico impone come “notizia da commentare”, “notizia sulla quale è indispensabile avere un’opinione da far conoscere” (altrimenti non sei alla moda, non sei sintonizzato con il tuo tempo, sei un disadattato).

    Esercitando una santa disciplina della parola e del silenzio, i Pastori sono d’esempio anche a noi del gregge, sovente loquaci fino alla logorrea, smaniosi di notificare la nostra veduta su tutto ciò che altri ritengono essere “notiziabile”, e pertanto spesso sconfinanti nel cicaleccio e nella maldicenza.

  7. Roberto

    Per chi volesse approfondire la figura di Schoenborn e quel che si agita alle sue peraltro fragili spalle, segnalo questi vecchi e interessanti articoli del Mastino di PP, che dà il meglio di sé su questi temi.

    http://www.papalepapale.com/develop/autopsia-della-chiesa-austriaca-parte-1/

    http://www.papalepapale.com/develop/inchiesta-autopsia-della-chiesa-austriaca-parte-2/

    http://www.papalepapale.com/develop/inchiesta-autopsia-della-chiesa-austriaca-3-e-ultima-parte/

    Il Cardinale austriaco, che naturalmente non sa neppure dove stia di casa il dono della fortezza, è proprio un pastore che si corrompe a causa della corruzione dilagante della sua Chiesa discente.
    San Giovanni Paolo II cercò di opporsi alla dilagante corruzione della Chiesa austriaca, innestandovi un pastore forte e coraggioso, il Cardinal Groer.
    Il risultato di questo sforzo di risanamento fu un’aggressione al Cardinal Groer descritta, secondo le parole del Mastino, come segue: “campagna diffamatoria […] implacabile, matta e disperatissima, atroce e senza misericordia, una battaglia campale che non si poteva perdere e che sarebbe suonata, una volta vinta, come monito terrificante negli anni a venire per chiunque non si fosse sdraiato sulla linea dettata dai gruppi progressisti e antiromani” – si allude qui alle infondate e infamanti accuse di pedofilia di cui fu vittima e martire il Cardinale Groer e lo costrinsero all’allontanamento.
    Il Cardinale Schoenborn è il figlio della vittoria di questa guerra da parte dei ribelli antiromani a cui si allude, e davanti alla quale, almeno a mio parere, Roma aveva solo due opzioni percorribili: la via dello scisma, o la via della scelta di una figura di pastore debole.
    Naturalmente, io avrei scelto la via dello scisma, in base alla considerazione che un membro così gravemente appestato dalla cancrena richiede una bella amputazione…
    ma naturalmente non sta a me fare di queste scelte, il che con tutta probabilità è un gran bene, e perciò il Cardinale Schoenborn fu innestato in questo quadro di ribellione e apostasia di fatto.
    Questo non giustifica per nulla il Cardinale Schoenborn, che si sarebbe dovuto preparare ad affrontare la stessa guerra, e al limite lo stesso martirio o uno analogo, del suo predecessore.
    Però il quadro complessivo permette di capire che il suddetto Cardinale è proprio il figlio della sua terra, e perciò questa e altre uscite analoghe non solo non devono stupire, ma sono di quanto più prevedibile ci si possa aspettare.

    Aggiungo come postilla che l’esigenza di pulizia è da me del tutto condivisa: la lettura degli articoli del Mastino consente però di comprendere quanto, nella realtà, sia assai difficile operare in pratica a tale pulizia. Noi tendiamo a pensare che nella Chiesa sia sufficiente, da parte di chi detiene il potere di giurisdizione, la decisione di fare pulizia affinché pulizia si faccia. Ahinoi! Le cose non sono affatto così semplici, e il martirio del Cardinale Groer sta proprio a dimostrarlo.
    Neppure quando la Chiesa poteva confidare nel “braccio secolare” far pulizia era attività così facile: figuriamoci oggi come oggi!

    Poiché su un piano sovrannaturale queste situazioni tragiche sono sempre il frutto del peccato, a noi semplici fedeli sta – a parte evitare il peccato ovviamente – offrire preghiere e sacrifici in riparazione.

    1. Giancarlo

      Quando dico che lo scisma è nei fatti…

      La pulizia è necessaria e presto sarà fatta (se Dio vuole).

      1. Aleph

        Quanti giudizi affrettati su un pastore della Chiesa, su un Cardinale a cui si deve invece rispetto filiale. Sono davvero amareggiata. I pastori vanno bene e vanno obbediti solo quando martellano sugli stessi temi che stanno a cuore a voi, con gli stessi termini che piacciono a voi? Il Card. Schönborn non merita queste calunnie.

        1. Giusi

          Beh insomma di Conchita ha parlato lui e che la Chiesa austriaca sia messa male non è un mistero per nessuno!

            1. “«Ci indigna profondamente il fatto di ritrovarci nella stessa categoria dei preti colpevoli di abusi. Ma siamo amareggiati soprattutto perché non conosciamo un solo caso in cui un colpevole di abusi sia stato scomunicato. (…) Non abbiamo accettato il decreto, ma al contrario lo abbiamo respinto. Non abbiamo mai accettato il processo nella sua struttura e conseguentemente non accettiamo neanche la condanna. Continueremo a impegnarci con maggior forza per la riforma della Chiesa cattolica. Proprio questo modo di procedere mostra con quanta urgenza essa abbia bisogno di un rinnovamento».

              La notizia mi sembra solo comica! Mi chiedo tra l’altro che valore -fattuale-,abbia una scomunica se chi viene scomunicato non riconosce l’autorità dell scomunicante. Potrebbe -paradossalmente- chiunque scomunicare un altro e così via….sempre credendo di stare nel “giusto”!

              1. Giusi

                Se non la riconosce non si capisce che ci sta a fare nella Chiesa, può essere protestante. Ha valore per chi nella Chiesa si riconosce.

                1. La scomunica è una delle tre censure ecclesiastiche previste dal diritto canonico: La scomunica può essere inflitta solo ad una persona fisica, laica od ecclesiastica, non ad enti e confraternite, e cessa con l’assoluzione che può e deve essere data (con le dovute licenze) non appena lo scomunicato si pente sinceramente della colpa commessa. Le altre censure sono l’interdetto e la sospensione a divinis (quest’ultima può essere inflitta solo ai sacerdoti).

                  Scomunicalatae sententiae: è una pena gravissima e la Chiesa vi ricorre come estremo tentativo per riportare un fedele sulla retta via.

                  Le scomuniche si definiscono latae sententiae se scaturiscono da un comportamento delittuoso in quanto tale e non è necessario che vengano esplicitamente comminate da un ente ecclesiastico: chi compie un certo atto si trova ad essere scomunicato ipso facto. Si definiscono invece ferendae sententiae se non sono automatiche, ma devono essere inflitte da un organismo ecclesiale.

                  (Nel caso specidfico mi pare ci si trovi nel caso delle ferendae sententiae)
                  …………………………………………………….
                  Caro Alvise, oltre al significato primo qui sopra espresso (estremo tentativo per… ecc). è chiaro che vi è un significato per la Chiesa tutta e per la Comunità dei Fedeli, che può in tal modo fare discernimento su chi “frequentare” o a chi prestare credito…

                  Ma direi che con un minimo sforzo potevi arrivarci da solo… 😉

                  1. …pensavo di parlare con persone di buon senso (che vedessero anche loro il lato comico, messa in casa etc.) di questa faccenda.
                    Tra l’altro, mi ricordo, mio fratello, ora morto, da ragazzo, io ero bambino gli piaceva vestirsi di paramenti chiesa-simili (mantelli, palandrane, eccetra) e “celebrava ” messe in casa, gli piaceva la stranezza di questo rito, consacrazione inclusa, facendo assistere i suoi amici che gli pareva a tutti di fare qualcosa di magico e mosterioso. a Firenze. Campo di Marte. Vicino allo Stadio Comunale (così si chiamava allora).
                    Grende calciatore, mio fratello, grandissimo, prima dell’artite remautoide che lo bloccò.

                    1. Ah… tu pensavi che fossimo… 😉
                      Anch’io a volte penso tu sia… poi mica sempre lo sei…

                      Poi esser di buon senso e vedere il lato “comico” della cosa, non è detto vadano di pari passo.
                      E anche forse perche proprio di “buon senso” ci si vede poco di “comico”…
                      Ma come tu insegni (in questo sei maestro…) non tutti giudichiamo ciò che è comico alla stessa maniera, né il “buon senso” va sempre nel medesimo… senso.

                      Se ti dovessi citare direi: “Chi può giudicare cosa è di buon senso e cosa no?” 😉

                    2. …proprio cos’! Non lo può giudicare nessuno.
                      E’ esistita anche una filosofia (cosiddetta ) del senso comune (cosiddetto) (common sense).Ma chi lo sapeva quale fosse (davvero) il senso comune.
                      Che occorra rientrare umilmente in seno alla trescendenza?
                      Allora, parlando tutti della stessa cosa nello stesso modo, si sarebbe tutti d’accordo.
                      Sarebbe così facile!

                    3. Infatti ciò avvenne – la babele delle lingue – non tanto e non solo per la generazione del tempo… ma per tutte.
                      Sino ad oggi.

                      Solo per essere superata (guarda caso…) dal “dono delle lingue”, della ormai prossima Pentecoste 😉

    2. Giacché la “amputazione” e sempre ultima razio dato che lascia il corpo comunque menomato e l’arto a null’altro destinato se non all’inceneritore (cosa che in molti vedrebbero come giusta punizione…).
      Stando nella metafora, sappiamo anche come il serio rischio sia che l’infezione si diffonda e intacchi parti vitali del corpo stesso.

      Su un piano soprannaturale, la logica dell’infezione che da un arto intacchi e porti addirittura alla morte del corpo, starebbe a dire che il peccato vincerà e sconfiggerà l’autore stesso della Vita (e/o la Sua chiesa).
      Questo per Fede sappiamo non è possibile e anche qualora dovesse sembrare “tutto finito” come sul Calvario, Dio ha il potere di resuscitare chi vuole e la morte, diretta conseguenza di ogni peccato, è già stata sconfitta… proprio in questo Tempo ne facciamo memoriale e per questo stiamo nella gioia in attesa delle Pentecoste.

      Quindi, come dici bene Roberto, preghiamo, offriamo sacrifici, non temiamo, annunciamo l’Amore di Dio al mondo… e badiamo alla nostra conversione. 😉

      1. Giancarlo

        La chiesa non morirà d’infezione perchè Dio interverrà. Con le buone o con le cattive.

        1. “Con le buone o con le cattive” sa di atteggiamento molto umano che non trova molti riscontri nella scrittura… Dio pur agendo con rigore, durezza e anche “ira”, non può agire con “le cattive”… in Lui non v’è “cattiveria”.

          Si ravvisa invece spesso un questi termini un sottile piacere di un atto punitivo come a dire “ben vi sta!”… speriamo di non ricadere noi a giusta ragione nelle “cattive” del Padre Eterno 😉

          1. Giancarlo

            In effetti ho parlato come magno. Dio non è certamente cattivo, né usa modi o mezzi cattivi. Dio però punisce, eccome se punisce. E non solo con il purgatorio o con l’inferno, ma già su questa terra. Io però non nutro alcun sottile piacere nell’attesa della punizione. Pregusto però il tempo in cui il Regno di Dio trionferà, finalmente su questa terra, ben prima dell’apostasia finale e della fine dei tempi.

          1. Giancarlo

            @61angeloextralarge
            Che c’entra la parabola della zizzania?

            Comunque sono ancora in attesa di qualcuno che mi spieghi perchè il perdono dovrebbe essere obbligatorio.

            Poi avrei bisogno di una cortesia: ci sono due commento di Alessandro, http://costanzamiriano.com/2014/05/19/questa-sera-allauditorium-antonianum/#comment-80398

            e

            http://costanzamiriano.com/2014/05/19/questa-sera-allauditorium-antonianum/#comment-80342

            che risultano completamente vuoti. Potrest incollarmeli nella tua risposta? Grazie.

            1. 61angeloextralarge

              Giancarlo: “La pulizia è necessaria e presto sarà fatta (se Dio vuole).”… Più volte dai tuoi commenti traspare il desiderio che determinati “elementi nocivi” all’interno e all’esterno della Chiesa, debbano finire al rogo. Dopo averli letti non posso non pensare che Gesù, al contrario, ha chiesto di lasciare che crescano insieme, perché non accada che assieme a questi “elementi nocivi” non brucino anche “elementi non nocivi”.

              1. Giancarlo

                Ma no Angela, io non desidero alcun rogo. Io desidererei che fossero corretti gli errori da parte di chi ne ha l’autorità. Siccome, purtroppo, da molti anni questo non avviene più nella chiesa, oggi ci troviamo in un momento di enorme confusione. Avviene così che chiunque (Kasper, Maradiaga, Galantino, Shoemborn, Martini, don Gallo, don Ciotti e chi più ne ha più ne metta) possa dire qualunque cosa senza che mai venga corretto. Ma la confusione regna ormai sovrana anche nel popolo di Dio.

                Non credo che Dio sopporterà ancora a lungo questo sfacelo.

                1. Mi raccomando tienici informati, visto che sembri così vicino ai “pensieri” di Dio… 😉

                  Isaia 55,9

                  Quanto il cielo sovrasta la terra,
                  tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
                  i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

                    1. @Giancarlo ti chiedo scusa, ma l’ironia è dovuta proprio alla “serieta” con cui fai certe affermazioni…
                      Ti rendi conto delle cose che dici? Della posizione in cui poni? Come se tu avessi il dono della profezia o potessi leggere nei piani di Dio…
                      Io già mi accontenterei di avere un po’ di discernimento su cosa Dio vuol fare della MIA vita.

                      Che tu sia convinto è chiaro.., io ti invito a riflettere (magari prendendoti un po’ in giro… così fanno con me quando salgo un po’ troppo “sul predellino”)

                    2. Su questo:
                      http://costanzamiriano.com/2014/05/19/questa-sera-allauditorium-antonianum/#comment-80404

                      so che c’è una domanda in sospeso, ma dovrai darmi atto che non si può trovare tempo e modo a rispondere a tutto, soprattutto quando un argomento richiederebbe un estesa trattazione fatta poi non sui “secondo me”, ma sulla Scrittura e la sua corretta e sapiente interpretazione…

                      Per questo io ti ho dato semplicemente il “la”, invitandoti ad approfondire… penso tu ne abbia i mezzi e le capacità senza che debba porgerti io una “lezioncina”.
                      Sul Perdono sono stati scritti fiumi di parole, ma già facendo una ricerca nella Bibbia, troverai passaggi che vanno ben oltre il “taglio” che hai dato alla questione (pur comprendendo anch’esso in determinate circostanze).

                    3. Giusi, interessante contributo…

                      Va poi tenuto presente che: correzione fraterna – perdono dei peccati (che non ci compete tranne se siamo sacerdoti) – perdono del male (o delle offese di varia natura ricevute, che può configurarsi anche come l’altrui peccato che su di noi ricade) – sono cose diverse.

                    4. Giusi

                      Per la mia esperienza la correzione fraterna è difficilissima. Vale più l’esempio. Anche perchè, per la correzione fraterna, bisogna essere umili, non ritenersi perfetti, non giudicare, avere il dono del discernimento, troppo difficile. Io, di solito, dico come la penso e cerco di vivere quello che dico. L’importante è il rispetto. Come ho già raccontato la mia più cara amica era atea però non ha mai offeso il mio credo nè io ho mai offeso lei. Poi si è convertita (di certo non per merito mio) e a quel punto era lei che mi faceva delle domande ma se nell’altro non c’è il senso del peccato pes es. per non andare a messa non serve a niente dirgli: se non vai a messa sei in peccato mortale. Ci vai tu, preghi anche per lui, cerchi di essere contento (perchè un cristiano dovrebbe esserlo) e forse l’altro si incuriosirà della tua pace.

                    5. Concordo in toto…
                      E anche quando non siamo contenti, perché è umano non esserlo ed è deleterio fingere di esserlo, l’ultima parola sia sempre di fiducia e di benedizione a Dio, che per fede e per esperienza, sappiamo interverrà in nostro aiuto, donandoci la gioia profonda che da Lui proviene, anche quando si è nella prova più dura.

                      Questo interroga più di ogni altra cosa chi ci sta intorno (chiaro che, anche qui, questa gioia o la sia ha, o non la si ha).

                    6. Alessandro

                      Sulla correzione fraterna dice San Tommaso nella Summa (IIª-IIae q. 33)

                      a. 2 respondeo:

                      “la correzione fraterna è [un atto di carità] ordinata all’emendamento dei fratelli.
                      Perciò essa è di precetto in quanto è necessaria a questo fine, e non nel senso che si debba correggere il fratello che sbaglia in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo.”

                      a. 2 ad 3um:

                      “La correzione fraterna può essere omessa…

                      Primo, in maniera meritoria: quando uno la evita per motivi di carità.
                      Scrive infatti S. Agostino: “Se uno evita di rimproverare e di correggere i peccatori perché aspetta un momento più opportuno, o per paura che diventino peggiori, o per paura che impediscano la formazione di altri nella via del bene e della pietà e facciano pressione sui deboli allontanandoli dalla fede, non sembra che ci sia allora un motivo di amor proprio, ma di carità”.

                      Secondo, l’omissione della correzione fraterna può costituire un peccato mortale: cioè quando, come dice ancora S. Agostino [ib.], “si ha paura del giudizio della gente, o delle percosse, o dell’uccisione”; quando però questa paura domina nell’anima tanto da sopraffare la carità fraterna.
                      E ciò avviene quando uno pensa di poter ritrarre con ogni probabilità un peccatore dalla colpa, e tuttavia trascura di farlo per timore, o per egoismo.”

                      Nel respondeo dell’a. 5:

                      “la correzione è resa inopportuna per lo scandalo che la accompagna, se il peccato di chi vuol correggere è conosciuto: perché così egli mostra di correggere non per carità, ma per ostentazione…

                      Terzo, la correzione è resa inopportuna per la superbia di chi fa la correzione: perché così uno minimizza i propri peccati, e in cuor suo preferisce se stesso al prossimo giudicandone con severità le colpe come se lui fosse onesto…

                      Perciò, come il Santo [ib.] ammonisce, “quando siamo costretti a riprendere qualcuno, pensiamo se si tratta di un vizio che noi non abbiamo mai avuto: e allora riflettiamo che siamo uomini, e avremmo potuto averlo.
                      E se si tratta di un vizio che abbiamo avuto nel passato e adesso non abbiamo più, allora ricordiamoci della comune fragilità, affinché quella correzione non sia preceduta dall’odio, ma dalla misericordia.
                      Se poi ci accorgiamo di essere nel medesimo difetto, non rimproveriamo, ma piangiamo insieme e invitiamo gli altri a pentirsi con noi”.

                      Da queste parole dunque risulta che se il peccatore corregge con umiltà non pecca, e non merita una nuova condanna; sebbene allora egli si mostri condannabile per il peccato commesso o di fronte alla coscienza del proprio fratello, o almeno di fronte alla propria.”

                      Nel respondeo dell’a. 6:

                      “Quando perciò si giudica probabile che il peccatore non accetterà l’ammonizione, ma farà peggio, si deve desistere dal correggerlo”.

                      http://www.mysticreader.eu/QUESTIONE%2033.html

                    7. @Alessandro grazie… preziosissimo come sempre nel riportare parole sul cui valore non si può dubitare – data la fonte.

                      @Giancarlo mi permetto di farti notare come vi è ben più di uno spunto su cui riflettere (per te come per ognuno di noi…), anche solo restando nell’ambito della correzione fraterna e di come non tutto – come già ebbi a dire – è “tagliabile con l’accetta” o “bianco e nero” e non tutto è realmente “buono” o diviene tale, anche se lo si può definire cosa buona in assoluto (o in astratto).

                      Le parole di San Tommaso poi, ci invitano ad una seria e profonda analisi interiore personale, prima di passare “ai fatti”, cioè, in estrema sintesi, a mettere prima di tutto in discussione noi stessi, l’atteggiamento e la disposizione del nostro cuore e il nostro stato spirituale, prima ancora di partire “lancia in resta” per l’opera che consideriamo dovuta…

                      Questa “analisi interiore”, che richiede un tempo (il banalissimo contare sino a dieci, come si usa dire – e magari anche sino a venti) potrebbe bastare anche solo a evitare che accesi di zelo, si trascenda nei termini e nei modi, non facendo alcun servizio né la fratello, né alla Verità, né in ultima analisi neppure a noi stessi.

              2. E perché, per l’infinita misericordia di Dio (che a taluni sembra stare tanto stretta…), a ogni “elemento nocivo” è data la possibilità di convertirsi sino all’ultimo istante (altra cosa che… come sopra) 😉

      1. Giancarlo

        Della serie: “La chiesa scoppia di salute!”.

        …Oddio, per scoppiare sta scoppiando…

  8. admin

    La registrazione dell’evento sarà possibile grazie alle eccellenti dotazioni tecnologiche messe a disposizione dall’Auditorium Antonianum (un auditorium di altissimo livello; qualche giorno fa siamo andati con padre Maurizio per un sopralluogo e siamo rimasti veramente impressionati!)

    1. @admin: è il primo auditorium di un’Università Pontificia in cui vado, ma se anche le altre 6 romane (Gregoriana, Lateranense, Salesiana, Santa Croce, San Tommaso d’Aquino e Urbaniana) hanno strutture simili… beh chapeau! 🙂

  9. Giusi

    Consoliamoci con questo arcivescovo e non si dica che pubblico solo apostati!

    Le parole dell’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. SALVATORE LIGORIO, sull’omosessualità.

    “Eccellenza,che cosa pensa dell’omosessualità e degli atti omosessuali?: ” se l’omosessualità rimane solo tale, in castità, nulla. I problemi iniziano con il compimento di atti di quella natura”. Come giudica gli atti omosessuali?:
    ” vado a rifarmi al capitolo primo della lettera di San Paolo che non può essere interpretato a piacimento, quando fa comodo lo si tira da una parte e quando no, lo si dimentica”. Dunque?: “l’atto omosessuale è contro natura. Dio ha creato la specie umana fatta da uomo e donna, un terzo genere non esiste e l’atto sessuale è volto alla riproduzione, cosa che nella omosessualità è impossibile. Pertanto, se siamo nel campo della condotta contro natura e Dio ha creato la natura, viene da se che la pratica di atti omosessuali ci allontana da Dio ed oggettivamente ci toglie il Regno dei Cieli”. Ma esiste la possibilità del pentimento?: ” questa sempre e la pazienza di Dio aspetta sino alla fine, sempre e con gioia, la conversione del peccatore. Perché chi commette atti contro natura versa in uno stato di peccato grave. Il rischio oggettivo di non entrare nel Regno dei cieli esiste, poi la misericordia di Dio può fare tutto”.

    Nella lettera di san Paolo appena citata si parla quasi di castigo verso chi ha commesso atti sessuali disordinati ed immorali: “l’idea del castigo è presente nel caso di chi persevera impunemente in atteggiamenti contrari alla natura umana. Insomma, la mia idea è di fare capire che non è possibile, come spesso si fa per compiacere i giovani o le platee, che si definiscono progressiste, cavalcare l’onda della omosessualità sfrenata. Bisogna aver il coraggio pastorale di dire la verità e di recuperare queste pecorelle smarrite alla retta via, se possibile. A volte si nasce omosessuali, tal altra lo si diventa per vari fattori.
    La mia idea è che un sacerdote, un Vescovo o gli uomini di chiesa abbiano il dovere di fare tornare alla normalità e alla retta via queste creature”. Poi aggiunge: “l’omosessualità e la sessualità sfrenata ed esibita non sono modelli di cui andare orgogliosi, anzi sono falsi modelli, degli errori che ci fanno perdere l’amicizia con Dio. Si rispetti l’omosessuale senza alcuna discriminazione e con un tratto delicato e misericordioso, ma si abbia il coraggio di chiamare le cose con il loro nome”. Ultimamente vi è stata una invasione di trans in Tv: “si sta eccedendo e male pure. Oggi sembra che i normali siano loro e gli etero i diversi, un paradosso. Certo, occorre tendere una mano verso di loro, aiutarli, ma siamo sempre in ipotesi di condotte contro natura”.
    Foto: Le parole dell’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. SALVATORE LIGORIO, sull’omosessualità. “Eccellenza,che cosa pensa dell’omosessualità e degli atti omosessuali?: ” se l’omosessualità rimane solo tale, in castità, nulla. I problemi iniziano con il compimento di atti di quella natura”. Come giudica gli atti omosessuali?: ” vado a rifarmi al capitolo primo della lettera di San Paolo che non può essere interpretato a piacimento, quando fa comodo lo si tira da una parte e quando no, lo si dimentica”. Dunque?: “l’atto omosessuale è contro natura. Dio ha creato la specie umana fatta da uomo e donna, un terzo genere non esiste e l’atto sessuale è volto alla riproduzione, cosa che nella omosessualità è impossibile. Pertanto, se siamo nel campo della condotta contro natura e Dio ha creato la natura, viene da se che la pratica di atti omosessuali ci allontana da Dio ed oggettivamente ci toglie il Regno dei Cieli”. Ma esiste la possibilità del pentimento?: ” questa sempre e la pazienza di Dio aspetta sino alla fine, sempre e con gioia, la conversione del peccatore. Perché chi commette atti contro natura versa in uno stato di peccato grave. Il rischio oggettivo di non entrare nel Regno dei cieli esiste, poi la misericordia di Dio può fare tutto”. Nella lettera di san Paolo appena citata si parla quasi di castigo verso chi ha commesso atti sessuali disordinati ed immorali: “l’idea del castigo è presente nel caso di chi persevera impunemente in atteggiamenti contrari alla natura umana. Insomma, la mia idea è di fare capire che non è possibile, come spesso si fa per compiacere i giovani o le platee, che si definiscono progressiste, cavalcare l’onda della omosessualità sfrenata. Bisogna aver il coraggio pastorale di dire la verità e di recuperare queste pecorelle smarrite alla retta via, se possibile. A volte si nasce omosessuali, tal altra lo si diventa per vari fattori. La mia idea è che un sacerdote, un Vescovo o gli uomini di chiesa abbiano il dovere di fare tornare alla normalità e alla retta via queste creature”. Poi aggiunge: “l’omosessualità e la sessualità sfrenata ed esibita non sono modelli di cui andare orgogliosi, anzi sono falsi modelli, degli errori che ci fanno perdere l’amicizia con Dio. Si rispetti l’omosessuale senza alcuna discriminazione e con un tratto delicato e misericordioso, ma si abbia il coraggio di chiamare le cose con il loro nome”. Ultimamente vi è stata una invasione di trans in Tv: “si sta eccedendo e male pure. Oggi sembra che i normali siano loro e gli etero i diversi, un paradosso. Certo, occorre tendere una mano verso di loro, aiutarli, ma siamo sempre in ipotesi di condotte contro natura”.

  10. Lalla

    Rallegramoci ancor di più, in questa confusione che comprensibilmente turba molti cuori, dell’evento di questa sera e ringraziamo e preghiamo per questi “fantastici quattro” che si fanno carico di tenere alto il vessillo della ragione.

  11. gIUSY:

    …Ma che vita è codesta la tua?! Come fa una persona a stare per ore a spippolare sul computer scavando notizie (se si possono chiamare notizie) dall’ottuso cianciare informatico (prevalentemente dal pettegolezzo psudo-teologico-clericale) (o da scandalosità omosessuali o maomettane o quant’altro)per poi spiattellarcele a noi poveri cristi?!

    1. Giusi

      Alvise, ho pochi contatti mirati dai quali mi arrivano in quattro e quattr’otto! Vedo che ti lamenti solo di quelli che non ti convengono! Di contro sei pronto a levare alti plausi a farneticazioni a te consone!

  12. Roberta

    Buongiorno, volevo sapere se per caso l’incontro di stasera a Roma verrà ripreso in video (per tutte le persone che magari a Roma non riescono ad arrivare stasera) e se si, dove verrà pubblicato.
    Grazie Roberta Sala

      1. Freya

        Che bellissima notizia, io e mio marito ci speravamo proprio! Non fosse stato un lunedì avremmo anche fatto volentieri il viaggio da Genova.

        1. cinzia

          Questa sì che è una bella notizia. venire a Roma per l’occasione non era proprio possibile…

  13. “La rivoluzione, oggi, è partire dalla realtà. Da quello che c’è, prima che da quel che si pensa, da quello che esiste prima che da quello che si sente. ”

    …ma anche dicono:

    «…nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu… nisi intellectus ipse»

    …in “realtà solo discorsi fatti da noi homini!

  14. non si può negare che esistano maschi e femmine, ma poi uno di essere maschio e femmina (nella realtà) ne fa l’uso
    che si vede che ne fa. Non è anche questa una realtà?

    1. Giancarlo

      Si certo. Non tutti gli usi però hanno pari valore. La sessualità ha un significato se correttamente utilizzata, altrimenti non significato.

  15. Giusi

    Complimenti al Nuovo Quartetto Cetra! (Definizione di Adinolfi)

    IL ROMANZO SEMINALE (cronache da una serata all’Antonianum)
    20 maggio 2014 alle ore 7.26

    All’Antonianum alle 23.30 ieri sera guardavo tutte le vostre facce: eravate tanti, tanti, tanti e nessuno si alzava per andare via. Nessuno correva a casa per non perdersi Beppe Grillo a Porta a Porta, nessuno si ricordava che all’indomani la sveglia avrebbe suonato presto per mandarci a lavoro, eravate lì ad ascoltare un prete piemontese che con il pudore degli uomini coraggiosi diceva una cosa bella e sfrontata. Prendiamoci Roma. E il primo passo di un cammino era compiuto.

    Ieri sera contro i falsi miti di progresso ci siamo schierati riempiendo un teatro, platea e galleria. Platea, 572 posti. Galleria, mi pare, un centinaio. Lo abbiamo fatto parlando di ideologia del gender, matrimonio omosessuale, utero in affitto, fecondazione assistita, aborto, eutanasia, eugenetica. Sono questi i falsi miti di progresso, quelli che sembrano “liberare” l’umanità che vuole trasformare i propri desideri in diritti, invece la conduce verso la negazione di sé andando all’assalto del più debole: il bambino che deve nascere o che una volta nato ha problemi, la donna nel suo ruolo materno, l’adolescente a scuola, l’anziano malato.

    I seicento dell’Antonianum ieri sera si sono presi un impegno: non saranno più indifferenti. Ascoltando la simpatia di Costanza Miriano, il rigore scientifico di Marco Scicchitano, qualche parola detta da me tratta da Voglio la mamma, ci siamo presi un impegno: mai più indifferenza e rispetto alla battaglia da combattere su questo terreno essenziale, basta timidezze. Saremo scaltri, efficaci, ci faremo sentire. Lo ha detto padre Maurizio Botta, con un obiettivo preciso: prendiamoci Roma. Prendiamola come si fa come una donna amata, circondandola d’affetto, facendola sentire importante, avendo passione per ogni centimetro del suo corpo. Padre Maurizio ha quasi urlato di voler andare in periferia (“voglio andare a Centocelle”) a ripetere serate come quella di ieri. Perché sì, ora si può dire, non potranno che essercene altre di serate così. Ci prendiamo Roma.

    La frase riecheggia quella scritta da De Cataldo nel suo “Romanzo criminale”, la diceva il Libanese (la figura letteraria che riecheggiava quella tutta reale di Franco Giuseppucci, il capo della banda della Magliana) all’origine dell’epopea che tanto successo ha avuto in libreria, al cinema, con la splendida serie televisiva. Noi dovremo scrivere un “romanzo seminale”. A seminal novel, dicono i critici anglofoni quando vogliono descrivere il successo dal basso, travolgente e inarrestabile anche se inizialmente non supportato da strutture e meccanismi di marketing, di una narrazione.

    Il nostro romanzo seminale è nato ieri. L’ho visto nei vostri volti mentre a mezzanotte ancora mi portavate copie di Voglio la mamma da firmare (a proposito, chi cerca il libro può ordinarlo a adinolfivogliolamamma@gmail.com che è arrivata la seconda edizione). L’ho visto nel modo in cui sorridevate guardando la clip di Brian di Nazareth che ha aperto la nostra serata spiegando praticamente tutto con l’ironia geniale dei Monty Python. L’ho visto perché padre Maurizio parlava di Roma e lui non è di Roma e molti di voi che si stavate ad ascoltare non eravate di Roma. Ma Roma è un simbolo, Roma è cuore, Roma è “capoccia di un mondo infame”.

    Dio quanto è infame questo mondo che fa sì che un bambino possa essere acquistato e venduto per centomila euro, che una donna indiana o ucraina possa essere violata nell’intimità profonda della maternità per pochi spiccioli ed essere considerata solo un utero da affittare, che un anziano malato possa essere soppresso con un’iniezione di cloruro di potassio e che questa possa essergli spiegata come una pratica progressista e benefica, che il 96% dei bambini down siano abortiti e poi ci si commuova tutti ipocritamente davanti a un video che ne spiega la bellezza. Se questo mondo è così infame, c’è davvero bisogno di un romanzo seminale di speranza e lotta contro i falsi miti di progresso che se ne riprenda il cuore.

    Ieri abbiamo compiuto il primo passo. Eravamo tanti, tanti, tanti. Abbiamo scoperto, ho scoperto, che non siamo soli, è stata una carezza al cuore. E hai voglia a dirci che siamo retrogradi, medievali, bigotti o pecoroni. Noi sappiamo che non è vero, siamo semplicemente dei difensori sorridenti dei più deboli, della razionalità, della intensa umanità. Saremo sempre di più. Perché abbiamo detto basta all’indifferenza e alla timidezza. E’ un impegno preso.

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