A Roma la presentazione del libro “Educare al maschile e al femminile“ è stato un successo oltre ogni previsione (QUI la cronaca della serata). Il 31 marzo tocca a Milano.
Differenze e disuguaglianze non sono sinonimi: le prime sono ricchezze. Che vanno valorizzate ed educate. Questa evidenza sta diventando sempre più chiara e diffusa in tutto il mondo. E non solo per ciò che riguarda l’educazione scolastica omogenea.
Per questo abbiamo organizzato una serata per approfondire e per riflettere sulla forza di una educazione, che valorizza le differenti specificità maschili e femminile, per offrire a tutti pari opportunità di sviluppare la propria meravigliosa ed unica personalità.
Come si può farlo oggi? Che tipo di collaborazione può esistere tra scuola e famiglia? In che cosa si differenzia il modello educativo? E ancora più in profondità: che cos’è femminile e cos’è maschile, che cosa è dato e cosa è innato nell’essere femmina o maschio ? che tipo di approccio è richiesto alla famiglia e alla scuola ?
Risponderanno a queste domande, intervistati dalla giornalista Raffaella Frullone, i due ospiti della serata:
Marco Scicchitano*, autore con Tonino Cantelmi del libro “Educare al Femminile e al Maschile”, con tesi scientifiche e sociologiche, esposte in maniera accessibile, ma con rigore scientifico, dimostrerà la fondatezza e la necessità dell’educazione omogenea
Lucia Calvo**, forte della sua esperienza vissuta in scuole omogenee Europee ci aiuterà a comprendere la realtà delle scuole omogenee nel mondo.
31 marzo 2014
Educare al maschile e al femminile : 210.000 scuole nel mondo 40 milioni di alunni
Teatro FAES via Visconti D’Aragona Ore 20.40
**Lucia Calvo :Pedagogista, Direttrice del Colegio Alborada, scuola femminile di Madrid ; docente di lingua inglese. Componente del board di EASSE – European Association for Single-Sex Education – Autrice di numerosi articoli sull’Educazione Omogenea pubblicati sulla stampa spagnola e relatrice a convegni internazionali sul tema.
*Marco Scicchitano : Psicologo e psicoterapeuta, ricercatore clinico presso ITCI – Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale – di Roma dove si occupa di adolescenti e di problematiche dello sviluppo. Docente di Psicologia. Autore con il prof Tonino Cantelmi di “Educare al maschile e al femminile” Ed.Paoline 2013;
Evento in collaborazione con Edizioni Paoline
grazie mille!
Lettera Raccomandata A/R spedita da
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Residente in via ——————————–
ISTITUTO COMPRENSIVO ———————-
Alla cortese attenzione del dirigente scolastico, prof.ssa ——————-.
Oggetto: incontri con i formatori dell’Associazione Arcigay per conto della Regione Toscana all’interno del Progetto Nazionale rivolto alla prevenzione della violenza fisica e psicologica fondata sull’orientamento sessuale, sull’identità e l’espressine di genere.
La presente per negare il nostro consenso alla partecipazione di nostra figlia ————- agli incontri in oggetto. Nel contempo siamo a chiedere che sia consentito a nostra figlia di partecipare ad attività alternativa in luogo dei citati incontri.
I genitori di ——————————-.
Camaiore, li 31/03/2014.
I L B A B B O L A M A M M A
Questa la lettera che, lunedi prossimo invierò al dirigente scolastico. Si accettano consigli, suggerimenti, considerazioni.
@Giancarlo, credo argomentare brevemente questa decisione possa essere utile. Spunti ne sono usciti anche il precedente articolo e punterei personalmente sulla “non titolarità” di figure “indefinite”, se non per l’aderire ad “Arcigay”, a fare “formazione” o anche sola “informazione” di qualsiasi genere.
(non è la solita solfa del “dialogo”… penso comprenderai)
A livello di semplice forma un “non intendiamo acconsentire alla…” piuttosto che “per negare il nostro consenso” (certo la sostanza non cambia)… ma è molto soggettivo.
Poi qualcuno utilmente qui, potrebbe consigliare l’aggiunta di qualche riferimento a legge/regolamento/normativa a cui appoggiare questa comunicazione ( codici e codicilli fanno sempre effetto nelle comunicazioni con qualunque amministrazione 😉 )
Eh no! Troppo facile!
A parte che ritirando i figli da queste attività si finisce per ghettizzarli, perché dobbiamo rendere facile la vita a questi indottrinatori?
Prendetevi un giorno di ferie o un permesso al lavoro e partecipate all’ incontro, perché davanti a dei ragazzini possono raccontare ciò che vogliono, ma davanti ai loro genitori no! E preparatevi una serie di domande “scomode” per questi relatori: per esempio, sostengono che in Italia il pregiudizio omofobo sia molto diffuso, com’è allora che Puglia e Campania hanno due presidenti omosessuali dichiarati?
Oppure battetevi perché ci sia un contraddittorio, come hanno i genitori in un liceo di Modena che aveva invitato Luxuria.
Ti ringrazio Bariom dei suggerimenti. Naturalmente potrei anche chiedere a quale “titolo” potrebbero parlare persone che vengono “qualificate” semplicemente come “formatori dell’Associazione Arcigay”. Però non credo che sia questo il nocciolo del discorso: infatti, se anche potessero sfoggiare le migliori credenziali per potersi fregiare del titolo di formatore, io rifiuterei comunque di affidare la formazione dei miei figli a persone di cui non ho la minima stima e che manifestano idee profonfdamente contrarie alle mie convinzioni. Ma c’è ancora di più, molto di più: il vero nocciolo è che questi “formatori” avrebbero la pretesa di formare i m iei figli non su un qualunque ambito dello scibile umano ( e già la cosa mi darebbe molto fastidio; anzi, non l’accetterei) ma nell’ambito della morale. Cioè, loro avrebbero la faccia tosta di venire a spiegare ai miei figli cosa è bene e cosa è male in determinate situazioni; ed inevitabilmente succederebbe che le loro indicazioni finirebbero per contrastare gravemente con quello che io e mia moglie insegniamo loro quando sono a casa.
Questo, ovviamente, è inaccettabile e non succederà.
Per quanto riguarda i riferimenti giuridici, se ci fosse qualcuno in grado di fornirli, sarebbe molto gradito il contributo.
Grazie in anticipo a tutti coloro che volessero intervenire.
Si hai perfettamente ragione… potrebbero essere i “più qualificatissimi” dell’universo mondo, non per questo avrebbero ipso facto il diritto ad “ammaestrare” i ns. figli.
E’ semmai un punto in più per far traballare la pretesa di… 😉
Oramai è molto diffusa l’idea del “fai da te” anche sulle verità che la natura stessa ci fa capire in virtù della ragione e valide in assoluto. La negazione di questa evidenza è il relativismo etico e morale: ognuno si conia una verità di comodo, ognuno stabilisce ciò che è bene anche se è male e viceversa.
Queste Agenzie di formazione accreditate dal Ministero o dalla Regione Toscana che sono stati chiamati nelle scuole per non farle sentire discriminate, per cui anche loro possono dire una delle molteplici verità, in realtà non hanno riferimento a nessuna verità o idealità: c’è solo quella di comodo. Ciò è tipico di uno stato laico. Il che sarebbe, anche se male, un male minore, ma in questo caso lo Stato laico diventa laicista, cioè non gli importa niente di quello che viene proposto agli studenti, basta che sia garantito un diritto a una pseudo informazione.
Allora noi, caro Giancarlo non bisogna subire una e qualsiasi informazione o verità qualunque, ma dobbiamo dare testimonianza di ciò che crediamo e dobbiamo portare avanti la nostra linea in difesa di valori universalmente riconosciuti e promuovere ciò che la ragione stessa ci fa capire in modo inequivocabile!
Caro Pierfranco, vorrei solo farti notare una cosa: tu hai detto che verità è quello che la ragione ci fa capire. E, poche righe prima, che relativismo sarebbe che “ognuno si conia una verità di comodo”, che “non hanno riferimento a nessuna verità o idealità”. Ora, con cosa differenzi che cosa sia “verità di comodo” da “verità”?
Forza, Giancarlo! E forza a tutti i genitori cattolici che non si arrendono e combattono per i loro figli e il futuro di tutti noi! Preghiere assicurate per voi tutti!
Sara… ma sei il mio angelo custode!
………….. Grazie di tutto, dei complimenti e delle preghiere.
Ciao a tutti
Non ho mai capito questa necessità del corpo docente (ad iniziare dal preside, credo?) di disfarsi delle proprie professionalità interne (già formate per l’occasione, e pagate in tal senso) per lasciare spazio ad entità esterne.
Educazione sessuale? Chiamiamo un medico
Educazione stradale? Un’autoscuola (o un vigile, ma proprio se nessuno d’altro è disponibile)
Contro i disturbi alimentari? Una dietologa (assolutamente donna)
Contro il bullismo? Istruttore arti marziali (questo è quello che mi piace di più!)
Ma l’insegnante di scienze, di filosofia, il preside stesso: che ci stanno a fare?
La responsabilità pedagogica non dovrebbe essere in capo a loro?
intendiamoci, posso capire che per alcuni argomenti, anche per “movimentare” le lezioni, si faccia intervenire qualche persona esterna al corpo docente… Mi aspetterei che il consiglio d’istituto, nonché i genitori fossero informati con largo anticipo.
Un’ultima considerazione (se ne parlava con Bariom qualche giorno addietro): a quale titolo queste persone vengono fatte entrare a scuola? Sono persone adatte a formare ragazzi (insegnanti)? Presentano, a tal motivo, un profilo di equidistanza, imparzialità ed autorevolezza?
E poi: ma perché l’argomento non può semplicemente essere discusso usufruendo del personale già presente a scuola (docenti di altre classi che si scambiano per il tempo necessario)?
…molto d’accordo! (a parte il “profilo” di equidistanza…) (allora perché non la creazione di un certificato di “equidistanza” obbligatorio per tutti?)
Aggiungo, separatamente, un secondo contributo.
Fintantoché un argomento è fuori dal programma ministeriale, credo ci si possa opporre in tante maniere, non ultima quella di esonerare il proprio figlio/a dalla “lezione” e chiedere che la scuola provveda di conseguenza.
Il problema sorge con i temi previsti dal programma ministeriale: quelli non possono assere elusi “a richiesta”.
Non si può chiedere all’insegnante di filosofia di non trattare il nichilismo o il marxismo o le implicazioni della psicanalisi.
Ci si può (si deve) avvalere della possibilità di insegnare, a casa, interpretazioni diverse/alternative , ma sempre concorrenti.
Si deve pretendere che un ragazzo venga giudicato per la sua abilità di argomentare ed articolare un pensiero, piuttosto che per la (presunta) validità del pensiero stesso (o del suo contrario).
Ti parlo da studente: qualsiasi insegnante di filosofia sano di mente è capace di distinguere la bontà di uno studente dalla bontà delle sue idee.
Ho visto una professoressa dichiaratamente schierata a sinistra stuzzicare una studentessa dichiaratamente schierata a destra, ma poi riconoscerle un voto alto in valutazione.
Altrimenti, come si valutano, per esempio, i Presocratici? Platone e Aristotele? i Padri della Chiesa? la Scolastica?
Sfondi una porta aperta: all’orale di maturità sostenni (con fatica ma evidentemente in maniera convincente) l’inferiorità di Manzoni rispetto ai romanzieri suoi coetanei.
Sostenni un’opinione (forse anche sbagliata, sicuramente avversata in italia), ma alla fine il voto mi premiò.
So bene quanto l’esaminatore esterno avversasse l’idea (in effetti ebbe anche modo di dirmelo. Mi consigliò di approfondire la mia critica con una rilettura – cosa che farò, prima o poi…).
Più di tutti, penso che fosse soddisfatto il docente d’italiano.
Ricordo che c’era un saggio che sosteneva la stessa cosa. Andrò a ricercarlo 🙂 Coraggioso senza dubbio comunque!
@fortebraccio
Penso che sarai d’accordo con me che mai, in nessun caso, un programma ministeriale possa includere nel proprio ambito una formazione morale degli studenti in palese contrasto a quello che insegnano i genitori. Ora, siccome credo che, parlando di omofobia, molti sarebbero i genitori non contenti che ai figli vengano insegnate simili idiozie, è impensabile includere nel programma ministeriale l’educazione contro l’omofobia.
Dipende da che scuola. Per quanto riguarda elementari ovviamente no, concordo. Medie se ne può discutere. Superiori è necessario: metà della filosofia studiata è morale! E non credo che sia il caso di non studiare Aristotele solo perchè diceva che gli schiavi sono per natura inferiori agli uomini.
Evidentemente fai finta di non capire. Una cosa è insegnare STORIA DELLA FILOSOFIA, un’altra cosa è insegnare che gli schiavi sono per natura inferiori agli uomoni.
Mi spiace ma, con questo tipo di argomenti, ti squalifichi da solo.
Anche così, la mia opinione rimane: alle elementari ovviamente no, alle medie se ne può discutere, alle superiori è NECESSARIO.
Scusa ma, è necessario… cosa?
“Penso che sarai d’accordo con me che mai, in nessun caso, un programma ministeriale possa includere nel proprio ambito una formazione morale degli studenti in palese contrasto a quello che insegnano i genitori. Ora, siccome credo che, parlando di omofobia, molti sarebbero i genitori non contenti che ai figli vengano insegnate simili idiozie, è impensabile includere nel programma ministeriale l’educazione contro l’omofobia.”
Alle superiori è NECESSARIO inserire nel programma ministeriale (anche solo come conferenza) un progetto sull’educazione contro l’omofobia, al pari di un progetto contro la lotta alle dipendenze o contro l’antisemitismo. Almeno l’argomento verrebbe affrontato in modo (quasi)decente. Lo trovo molto formativo come argomento – formativo intendo nel senso che forma lo spirito critico.
E’ sempre meglio che non parlarne affatto.
Giancarlo:
…e anche le ore di Scienze e di Storia e Filosofia che venissero, d’ora innanzi, per essere giusti, affidate a insegnanti cattolici(che male non gli farà, in ogni caso, ai fanciulli)
Forse, per fare giustizia (per dire) ci vorrebbero due professori per ogni materia (il problema sarà dividere o raddoppiare le ore) uno, come dite voi, appartenente a qualche lobby (per dire) qualsiasi, e un altro alla lobby (per dire) cattolica, per fare pari.
Mi sembra così, oltretutto, chi ne avrebbe vantaggio sarebbe la lobby (per dire) cattolica che si vedrebbe aggiudicate da sola le metà delle ore mentre gli altri si dovrebbero accontentare di dividersela tra loro.
Oltre che evidenziare poco acume, mostri anche poca conoscenza della spartizione scolastica che risulta a maggioranza “mancina”. Vedi atteggiarsi ad ideologo e avere una formazione alla “Focus”, rende la disquisizione scialba e sotto argomentata. Forse era meglio barbiana, ma causa di famiglia ideologizzante hai potuto solo “sedere” su sedie scrostate di rosso, che semmai aizzano il toro, ma quando per rispondere a quanto fa bue + bue rispondesti buattro… il riso riportò ad una primavera inoltrata.
Eppur si muove LIRReverendo
…sì, certo, hai ragione, sarebbe tempo che vi fossero solo, per bilanciare il tempo perduto, insegnanti di provata
(da chi?) fede cattolica che inculchino ai giovani i principi della famiglia così come essa ha da essere ora e sempre per sua natura stessa di suo.
Carissimo
l’arma recondita è la coscienza. ma tra nichilismo e relativismo siamo solo che eredi…del nulla.
Il mese di marx sta per finire, e aprile dolce dormire si fa alle porte. Mi raccomando dormiamo come se fossimo a metà 900, ma ricordiamoci di aver pagato l’assicurazione sui cristalli, almeno per gli eredi.
LIRReverendiztsche
Caro LIRReverendo,
la stagione del pane e del vino è già ormai finita da un pezzo, ma qua mi pare si stia ancora indulgendo un po’ troppo. Sicuro di celebrare la messa solo per i fedeli?
Clockwolderlin
Bisogna chiederlo a Marcellino, ma ora c’è l’ora di antropologia, e la maestra ha chiamato un ingegnere della Vallespluga, che ha indetto il concorso: “bella ciao! Anche con i baffi”.
Mi raccomando solo visioni sode, e cerchiamo di non dimenticarsi la fetta di salame che la Pasqua s’avvicina.
LIRReverender
Certo se c’è pure il fuoco amico……
http://voxnews.info/2014/03/28/shock-libri-gay-per-bambini-in-vendita-in-librerie-vaticano/