Le donne nella Chiesa sono il vento

veliero

di Costanza Miriano     Il Foglio 18 dicembre 2013

Non che corra il rischio, per carità, ma sono ben contenta di non essere Papa (sono già rappresentante di classe). Mi troverei subito a dover affrontare la questione delle donne nella Chiesa, e non saprei davvero da che parte cominciare. Perché si può costruire un albero, si può tessere la stoffa per la vela e montarla, ma non si può programmare il vento. L’uomo nella vita della Chiesa è la struttura, è l’albero. A volte è così forte che è anche il motore, ma il vento sono le donne. Nella dinamica trinitaria di cui l’uomo, maschio e femmina, è immagine e somiglianza, se l’uomo è Gesù Cristo, è la donna che come lo Spirito Santo dà la vita. Ma lo Spirito, il vento, come possono essere scritti in un organigramma? Come si può dare un posto al vento?

Eppure lo si deve fare: lo dice il Papa, lo pensano in tanti e per inciso lo penso anche io. La voce delle donne deve essere più ascoltata nella Chiesa, e non solo quando una si fa notare per qualcosa di speciale, quando ha un carisma speciale. Dovrebbe essere così, che il vento spinge la vela, sempre, ordinariamente. Semplicemente perché è così che funzionano le cose.

Non il sacerdozio alle donne, dunque: la questione non è mai stata veramente aperta, e poi il pastore è un uomo, deve esserlo, perché è la sua struttura antropologica che lo porta a essere guida, a essere quello che indica la strada, quello che prende su di sé i colpi per difendere le sue pecore. Il principio petrino è tutto imprescindibilmente maschile (un mio amico sacerdote dice che se Gesù fosse stato donna non si sarebbe lasciato mettere in croce, si sarebbe preoccupato troppo di lasciare da soli i discepoli, e io, da mamma, confermo). Non la porpora cardinalizia, un contentino che solo clericalizzerebbe le donne, come ha appena detto il Papa, lasciando tutta aperta la questione femminile.

Ma il principio mariano precede quello petrino, scrive il Catechismo. In che forma si potrà arrivare a una maggiore attenzione, un ascolto più sistematico di tante sorelle, laiche o consacrate, davvero non saprei, e non invidio chi dovrà plasmarla, questa forma, magari procedendo per tentativi ed errori e avvicinamenti. So di certo che contrariamente a quanto proclamato dall’ideologia del gender lo sguardo femminile e quello maschile hanno due campi visivi completamente non sovrapponibili.

Per dire, una volta con mio marito abbiamo incontrato un’amica, tutta agitata. Scuoteva il cellulare più o meno come una maracas: “Ho litigato con Andrea e non riesco a chiamarlo, mi si è rotto l’iPhone”

“Argh, hai litigato con Andrea?!” – ho gridato io, esattamente all’unisono con mio marito: “Argh, ti si è rotto l’iPhone?!” Questione di priorità.

L’uomo vuole modificare il mondo, fecondarlo, dandogli una forma, plasmandolo. L’uomo ama risolvere problemi, per questo, tanto per dirne una, gli piace la tecnologia, che gli permette di fare nuove cose. Ama i film d’azione, o i videogiochi, o comunque mettersi davanti a situazioni problematiche e cercare una soluzione. L’uomo esce fuori di sé e agisce.

La donna è più attenta alla dimensione interiore, alle relazioni, ai rapporti. Più che uscire accoglie, più che agire interagisce. La donna è pensata per essere ciclica: volente o nolente una volta al mese si resetta, e questo le permette di rimanere in contatto con la realtà. E nel suo essere ciclica è legata alle stagioni, al tempo, di cui è complice perché lei sa che il tempo è gestazione, è tempo per qualcosa. È attesa per qualcuno. Più interiorizzata – scrive Pavel Evdokimov ne La donna e la salvezza del mondo – più vicina alla radice, la donna si sente a proprio agio nei limiti del proprio essere e con la sua presenza riempie il mondo dall’interno. Poiché alla donna è affidata la vita quando è debole, nel suo formarsi, lei si ricorda che bisogna mangiare, dormire, non si scorda la natura. La donna è l’enciclica che Dio ha regalato a tutta l’umanità, prima che i Papi la riservassero ai soli cattolici.

Questa complementarietà è fondamentale. Quando Dio crea l’uomo a sua immagine la Genesi non dice né che lo fa intelligente, né che lo dota di anima, di volontà. Non dice niente di tutto questo. Dice solo maschio e femmina. Giovanni Paolo II chiedeva ai suoi più stretti collaboratori quante volte al giorno leggessero quel passo. “Dovete farlo, più e più volte ogni giorno, perché lì c’è tutta la verità sull’uomo”. Questa complementarietà è essenziale, e, a volte poco ascoltata nella Chiesa, potrebbe forse segnare il passaggio a una nuova stagione: da una chiesa cristologica a una chiesa trinitaria. La donna, esperta di maternità, di vita, di sofferenza, è dentro la realtà in modo viscerale. C’è una particolare connivenza tra lei, che è messa di fronte ai misteri più gravi della vita, e lo Spirito datore di vita e consolatore. La donna lotta per l’uomo, per la sua salvezza, è per lui come uno specchio positivo che gli mostra il bene e il bello possibili. È predisposta al dono di sé, e infatti si realizza quando può donarsi, che sia a dei figli di carne o no.

Se il messaggio di Gesù è dare la vita, l’unica gara lecita tra uomo e donna è sul dare la vita o lavare i piedi. Ben strana gara questa. Questo è il tipo di emancipazione su cui sarebbe bene riflettere. Questa è la complementarietà che trasforma i problemi in occasioni di novità (a patto che non debba essere io a capire come).

fonte: Il Foglio

 

leggi anche Lettera al Papa

48 pensieri su “Le donne nella Chiesa sono il vento

  1. daniela saccone

    La donna è l’enciclica che Dio ha regalato a tutta l’umanità, prima che i Papi la riservassero ai soli cattolici….. meravigliosa Costanza!!!

  2. marco primavera

    anche una candela di Ikea diventa meravigliosa, in grado di trasformare l’ambiente intorno, se sorretta da un candelabro prezioso: la sua luce acquista un valore infinitamente superiore a quello della candela stessa.. e avrà finalmente senso per questa sciogliersi fino a spegnersi e morire.

  3. Premesso che quello che insegnano i papi sul sd a me sta bene a prescindere, la donna ha la struttura sacerdotale più ancora dell’uomo! Chi, unica a poter comandare a Gesú di scendere dalla croce non lo fece per obbedire alla volontá di Dio? La Madre lasció morire il figlio sulla croce immolandolo perché tutti avessimo l’adozione a figli. E non é questo sacerdozio?

  4. 61Angeloextralarge

    Ottimo post! Concordo. Smack! 😀
    Le donne sono il vento: che bello! Con le mie dimensioni non sono di sicuro un venticello, direi più una tromba d’aria… ma il vento mi piace tantissimo. 😉

  5. vale

    e, anchese-parzialmente-ot ricordo l’anniversario della nascita al cielo di Vaclav havel.

    ed a proposito di donne:

    “Rivedere la signora Bendová fa ripensare proprio alla storia della loro famiglia, paradigmatica dell’ambiente del dissenso. È facile giudicare col senno di poi, come in un film a lieto fine. Queste famiglie, spesso numerose (i Benda avevano 5 figli, i Nemec 6), non erano forse giustificate a prendere le distanze dal dissenso per il bene dei loro figli e fare in modo che finissero gli studi e trovassero lavoro senza ostacoli? Invece queste persone sono andate fino in fondo a quell’esperienza cercando di trasmettere ai figli l’amore alla verità e i motivi per non vivere nella menzogna.”

    http://www.tempi.it/la-dissidenza-non-e-una-professione-ma-una-posizione-esistenziale-havel-e-il-potere-dei-senza-potere

  6. Sara

    Gli articoli di Costanza sono sempre fenomenali!
    Mi chiedo, però – e non è una critica a nessuno, solo una domanda per capire -, da cosa deduciamo che nella Chiesa manchi una maggiore attenzione alla donna e dunque la necessità di colmare questa supposta lacuna. Io semmai vedo e ho sempre visto il contrario! Sin dalle piccole cose: dalla banale presenza numerica, alla disponibilità a ricoprire certi ruoli (che mi rendo conto siano per vocazione più femminili che maschili) quali quello di catechista (io sono catechista e, da quando ci siamo sposati, mio marito è catechista insieme a me, ma dopo anni ancora il parroco e la catechista che coordina il gruppo non riescono a non dire né a non scrivere “le catechiste”…). Io non mi sento poco ascoltata nella Chiesa e non posso in sincerità constatare che il genio femminile non sia ascoltato nella Chiesa; forse ciò potrà avvenire nelle comunità protestanti, ma nella Chiesa Cattolica – dove per l’appunto il principio mariano è centrale e addirittura precedente quello petrino- non mi pare che ciò avvenga né che sia mai avvenuto (anzi, fin dalle origini, la Chiesa è stata l’unico posto in cui la donna non solo non ha mai patito discriminazioni né emarginazioni, ma anzi è stata adeguatamente valorizzata). Dunque non vedo il bisogno di dover avviare qualsivoglia tipo di intervento.

    1. Alessandro

      Sono in sdntonia con Sara.
      Una volta ricordato che le donne prete non rientrano nel disegno di Dio, che volere le donne cardinale è condiscendere al clericalismo (come dice Papa Francesco), e che certo (ancora Francesco) è inammissibile – nella Chiesa come altrove – qualsiasi degenerazione in “servitù” del servizio liberamente offerto dalla donna, non mi riesce di immaginare (certo per limite mio) ipotesi CONCRETE su come le donne potrebbero essere meglio valorizzate nella Chiesa (se qualcuno ha idee in proposito sarei sinceramente interessato a conoscerle).

      Se penso alle realtà parrocchiali, come Sara constato che le catechiste (almeno in Italia) sono netta maggioranza, quindi di fatto le nuove generazioni ricevono i fondamenti della fede da donne e da donne vengono preparate ai sacramenti dell’iniziazione…

      1. Lalla

        Oppure pensiamo agli ordini di suore ospedaliere: piccole suorine sono delle vere e proprie “manager”.

      2. Giovanni da Patmos

        Concordo su tutto il resto, però vorrei aggiungere qualcosa sul seguente punto:

        “non mi riesce di immaginare (certo per limite mio) ipotesi CONCRETE su come le donne potrebbero essere meglio valorizzate nella Chiesa (se qualcuno ha idee in proposito sarei sinceramente interessato a conoscerle).”

        Forse, ma è soltanto una mia impressione, ci vorrebbero più donne in quei posti del vaticano occupati dai monsignori, dove magari le donne non possono entrare. Anche se non so come avviene l’ingresso nei vari dicasteri, cioè se per certi incarici ci voglia necessariamente il presbiterato.

  7. All’incirca dal terzo secolo a.C., con gli stoici, il termine pneuma (soffio, respiro, principio vitale) comincia ad essere accostato a quello di spirito. Il pneuma dà vita al cosmo e lo guida secondo il suo principio. E’ una forza che si manifesta non solo nel singolo uomo ma è presente in tutte le cose come “anima del mondo”.

    A questo concetto, credo, si possa accostare il “vento” misterioso di cui parla Costanza Miriano.

    1. O, come a fatto a chiare lettere, accomunarlo allo Spirito Santo – Ruah in ebraico, sinonimo anche di vento e termine, guarda caso, di genere femminile 😉

  8. Alessandro, anche io nella lettera al Papa avevo scritto questo, che non mi sento poco ascoltata. Però è anche vero che se alcune donne lo fossero di più le cose potrebbero andare ancora meglio. Nell’ottica del servizio, non dell’emancipazione…

    1. Alessandro

      Certo Costanza, perfettamente d`accordo con te, hai già chiarito in altre occasioni come la pensi al riguardo e mi ci ritrovo decisamente, il mio commento non voleva fare le bucce al tuo post odierno ma soddisfare proprio una mia curiosità.
      Mettiamola così: care e cari followers del blog, secondo voi che iniziative concrete si potrebbero assumere per valorizzare il genio femminile al servizio della Chiesa?

      1. Sara

        Lo stesso vale per il mio commento. Grazie, Costanza di aver indirettamente risposto anche a me e di averci ancora una volta richiamato all’ottica del servizio!

  9. Pingback: Le donne nella Chiesa sono il vento

  10. “Argh, hai litigato con Andrea?!” – ho gridato io, esattamente all’unisono con mio marito: “Argh, ti si è rotto l’iPhone?!”

    Un mito! Ritratto azzeccatissimo (almeno io mi ci ritrovo…)

    ..lo sguardo femminile e quello maschile hanno due campi visivi completamente non sovrapponibili.

    Io direi: lo sguardo femminile e quello maschile hanno due campi visivi non completamente sovrapponibili. 😉

    Mi fa piacere leggere il commento di Sara (confermato da Franca – c’è anche Alessandro ma come uomo è meno “parte in causa” ;-)) che si sente adeguatamente valorizzata.
    Io non saprei dire… la mia cara amica Suor Elena Bosetti, è un’altra appassionata sostenitrice del “più spazio alle donne”… poi va a tenere esercizi spirituali a Vescovi e Cardinali… 🙂

  11. 61Angeloextralarge

    Leggendo i documenti su noi donne… che ruolo dare a ttte noi? Educatrici innanzitutto. Catechiste, anche. Servizi caritativi e di assistenza agli ultimi, agli ammalati…

  12. alessandra

    scusate non c’entra niente con le donne e la chiesa, ma forse più di quanto pensiamo,si perchè noi facciamo! ecco ho ricevuto e inoltro , io sono cristiana, cattolica, credente, attenta ai diritti, non etichettabile in tante opinioni e ben inquadrate figure come leggo qui, dai canti gregoriani, ai dialoghi con i non credenti, alla diffidenza per chi non è come loro,all’impossibilità a vedere la bellezza dove questa non si esprime come sono abituati a vederla alcuni…ma ma non mi importano le differenze…e appena arrivata questa mail, da amici così diversi sono stata contenta di potervela inoltrare e questi salti nello spazio sconosciuto sono il vento delle donne? forse di più, sono capire il linguaggio di chi è diverso da noi e fare del nostro motore non solo un servizio, ma un ponte, un’interazione verso quel sentire a cui ci porterà l’amore di Cristo, non uomini, non donne, una fiamma per tutti…
    sono contenta ecco la mail che non c’entra per niente ma che viene da mondi differenti a voi/ noi…Da:
    > Oggetto: I: IMPORTANTISSIMO
    > Data: 10 dicembre 2013 21:24:39 CET
    >
    >
    > Cari amici,
    > è la prima volta nella mia vita che invio la richiesta di firmare una
    > petizione. Non mi piace farlo e questo Vi da’ la misura di quanto io tenga al
    > problema in oggetto. Spero perciò nella Vostra indulgenza.
    > Come noto, io sono un vecchio liberale. Per me chiunque può accoppiarsi con
    > chi o con cosa crede meglio; e non mi scandalizzo se qualcuno ritiene di
    > costruirsi una “famiglia” in stile omo, bi, o penta-sessuale. Né mi turba che
    > una tal aggregazione sia composta da due maschi, una femmina, un dromedario e
    > magari anche da un paio di outsider part-time.
    > Essendo un vecchio liberale però pretendo che i maschi, la femmina e anche il
    > dromedario siano maggiorenni consenzienti. E MAI accetterò che un bambino,
    > magari un orfanello, venga affidato a una tal “famiglia” per soddisfare i
    > pruriti radical chic o le esigenze di marketing di politicanti miserabili.
    > Purtroppo sono anche un vecchio reazionario. Non mi garba che qualcuno si
    > appropri di nomi che appartengono a un oggetto allo scopo di significarne un
    > altro. Famigliadenota qualcosa di preciso e inequivoco dalla notte dei tempi.
    > Matrimonio (da mater, madre) ha un significato inequivocabile. Se i
    > sostenitori di aggregazioni diverse vogliono denominare le loro simpatiche
    > varianti con parole nuove, si accomodino. Nessuno glielo vieterà.
    > Da liberale voglio infine che ogni genitore possa scegliere senza ricatti
    > economici la scuola in cui far educare suo figlio. Pubblica o privata.
    > Ebraica, tedesca, steineriana… (in perfetta Eguaglianza: basta un buono di €
    > 3-4.000 ad alunno, senza aumentare d’un centesimo le tasse). Se un genitore
    > vuol spender di più, metta la differenza. Libertà, si chiama. Ma attenzione:
    > lo Stato pensi a garantire l’algebra, che a promuover perversioni sessuali,
    > tossicodipendenze e ideali politici ci pensiamo noi, ognuno secondo il proprio
    > discernimento. Non pretenda lo Stato di propalare ideologie – incluse quelle
    > di gender – che magari i genitori di quegli allievi giudicanoperversioni.
    > C’è sempre qualche illuminato che pretende di reintrodurre il MinCulPop. E
    > qualcun altro che non glielo permette. Io Vi chiedo di arruolarvi in questa
    > seconda categoria.
    >
    > È infatti già passata alla camera ed è ora in discussione al Senato la
    > proposta di legge Scalfarotto.
    > Ai link di seguito trovate un appello, volto a bloccare la sopraddetta
    > proposta di legge oltre ad ogni altra iniziativa già tristemente avviata (e
    > ancor peggio già finanziata dallo stato – ovvero da noi – senza previa
    > approvazione parlamentare, ne’ consultazione popolare) riguardante
    > l’introduzione dell’ideologia di gender nelle scuole pubbliche.
    >
    > Vi chiedo di firmare questo appello e di fare a vostro turno girare.
    > Scusate lo sfogo.
    >
    > http://www.citizengo.org/it/1122-supporto-famiglia?m=5
    >
    >
    >
    >
    >
    >
    >
    > AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
    > AL PRESIDENTE DEL SENATO
    > AI PRESIDENTI DEI GRUPPI PARLAMENTARI DEL SENATO
    > AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
    > AI PRESIDENTI DEI GRUPPI PARLAMENTARI DELLA CAMERA
    > AI PRESIDENTI DELLE REGIONI
    >
    >
    > APPELLO
    > I sottoscritti
    >
    > RICONOSCONO
    > nel matrimonio liberamente contratto tra un uomo ed una donna il fondamento
    > della famiglia quale società naturale contemplata dall’art.29 della
    > Costituzione;
    >
    > AFFERMANO
    > – che «la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società», e come
    > tale «ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato», secondo
    > quanto sancito dall’art.16, terzo comma, della Dichiarazione Universale dei
    > Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10
    > Dicembre 1948, anche attraverso adeguate politiche fiscali e idonei sussidi
    > economici;
    > – che i genitori hanno il diritto di educare i propri figli in conformità alle
    > loro convinzioni morali e religiose, e che ad essi deve essere garantita non
    > solo la possibilità di scegliere liberamente scuole o altri mezzi necessari
    > per tale educazione, ma anche quella di far frequentare ai propri figli scuole
    > che siano in armonia con le loro convinzioni morali e religiose, con
    > particolare riguardo all’educazione sessuale;
    >
    >
    >
    >
    >
    > FANNO APPELLO
    > a tutte le competenti Istituzioni Pubbliche affinché non vengano introdotte
    > nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa
    > struttura della famiglia, comprimere i diritti dei genitori all’interno della
    > famiglia, violare i diritti alla libertà di opinione e di credo religioso,
    > garantiti e tutelati dagli articoli 21 e 19 della Costituzione, di tutti
    > coloro che pubblicamente dovessero esprimere un giudizio critico nei confronti
    > di orientamenti sessuali diversi da quello naturale tra un uomo ed una donna,
    > o dovessero opporsi ai tentativi di snaturamento dell’istituto familiare,
    > quali ad esempio l’introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso,
    > la possibilità di affidamento ed adozione di minori da parte di coppie dello
    > stesso sesso;
    >
    >
    > SI OPPORRANNO
    > in ogni sede e con ogni mezzo, a qualunque tentativo di distorsione o
    > soppressione dei principi etici sui quali sono attualmente fondati, secondo la
    > vigente normativa, l’Istituto del matrimonio e l’educazione delle giovani
    > generazioni.
    >
    >
    >
    > http://www.citizengo.org/it/1122-supporto-famiglia?m=5
    >

  13. chiara

    Chiara di Bergamo
    Bella e suggestiva l’immagine del vento, ma, c’è un grosso MA: se il palo della nave è storto o troppo pesante o ha altri guai, se le vele sono rotte o troppo fragili ecc. ecc. il vento ha un bel soffiare, tutto resta fermo!! E questo capita spesso. E’ lì il problema: se anche per le donne ci fosse un RUOLO, se per esempio donne che lo desiderano, potessero dedicare la vita allo studio e alla divulgazione della Parola, o all’educazione dei bambini o degli adolescenti o all’accompagnamento ai sacramenti di adulti, nelle case, o alla cura dei malati o a mille altri compiti nella chiesa, anche gli uomini di chiesa dovrebbero, sarebbero obbligati a confrontarsi con loro ; penso alle suore che ,nelle missioni, condividono e spendono la loro vita tra quei popoli, perché non potrebbero concedere il perdono dei peccati, perché non consacrare il pane e il vino con loro?? Pensiamo che durante l’ultima cena ci fossero presenti solo gli uomini? Le donne, FUORI!
    Anche a me non piace l’idea di clericalizzare le donne, ma che anche loro abbiano un ruolo così da non essere in balia della autorità o della simpatia o meno di un parroco.. questo sì, mi sembrerebbe giusto e proficuo per tutti, anche se non senza problemi… Con la mia stima per Costanza Miriano che ha avviato il discorso, saluto tutte e tutti.

  14. 61Angeloextralarge

    La donna nel cuore di Papa Francesco

    Nel cattolicesimo molte donne conducono una Liturgia della Parola, ma non possono esercitare il sacerdozio perché nel cristianesimo il sommo sacerdote è Gesù, un uomo. E la tradizione fondata teologicamente è che ciò che è sacerdotale passa per l’uomo.
    La donna ha un’altra funzione nel cristianesimo, riflessa nella figura di Marta. È colei che accoglie la società, colei che contiene, la madre della comunità. La donna ha il dono della maternità, della tenerezza; se tutte queste ricchezze non si integrano, una comunità religiosa si trasforma in una società non solo maschilista, ma anche austera, dura e mal sacralizzata. Il fatto che la donna non possa esercitare il sacerdozio non significa che valga meno dell’uomo.
    Nella nostra concezione, in realtà, la Vergine Maria è superiore agli apostoli. Secondo un monaco del II secolo, tra i cristiani ci sono tre dimensioni femminili: Maria, come madre del Signore, la Chiesa e l’Anima. La presenza femminile nella Chiesa non è stata sottolineata molto perché la tentazione del maschilismo non ha permesso di dare visibilità al ruolo che spetta alle donne della comunità.
    …Quando parliamo della Chiesa, noi cattolici usiamo il femminile. Cristo si sposa con la Chiesa, una donna. Il luogo in cui si ricevono più attacchi, dove si colpisce di più, è sempre il più importante. Il nemico della natura umana – Satana – attecchisce dove c’è più salvezza, più trasmissione di vita, e la donna – come luogo esistenziale – è risultata la più colpita della storia.
    È stata oggetto di uso, di lucro, di schiavitù, è stata relegata in secondo piano, ma nelle Scritture ci sono casi di donne eroiche che ci trasmettono ciò che Dio pensa di loro, come Ruth, Giuditta… Ciò che vorrei aggiungere è che il femminismo, come filosofia unica, non fa alcun favore a chi dice di rappresentare, perché pone le donne su un piano di lotta rivendicativa mentre la donna è molto più di questo. La campagna delle femministe degli anni Venti ha ottenuto ciò che volevano ed è finita lì, ma neanche una filosofia femminista costante dà alla donna la dignità che merita. In modo caricaturale, direi che corre il rischio di trasformarsi in un maschilismo in gonnella.

    Estratto dal libro “Sobre el cielo y la tierra” dialogo tra Jorge Mario Bergoglio e il rabbino Abraham Skorka, rettore del Seminario Rabbinico Latinoamericano, 2012

  15. chiara

    beh, il femminismo, pur con i suoi eccessi, non ha ottenuto poco, guardiamo la situazione femminile di oggi e confrontiamola con quella di 50 anni fa. La mia non è una posizione di rivendicazione, ma di GIUSTIZIA, sic et simpliciter, e la auspico per la ricchezza della chiesa.E’ chiaro che la donna esplicherà gli stessi compiti con uno stile suo, femminile appunto… ciao. Chiara di BG.

    1. 61Angeloextralarge

      Chiara: credo che ci siano cose che la donna esplicherebbe con uno stile suo, ma credo anche, come hanno scritto alcuni Papa, che la donna dia il massimo di sé stessa in alcune mansioni che le sono più naturali. Leggi qualcosa sull’argomento, scritto proprio da Papi e vedrai che hanno ragione.
      Sono una ex-femminista e ti garantisco che mi piaccio molto di più oggi che non lo sono più. Senza nulla togliere alle battaglie per il voto ed altro, alcuni aspetti del femminismo hanno fatto la loro parte di danni. Noi donne non siamo uomini e non dobbiamo né scimmiottarli né averli come eventuali rivali. Non è per questo che siamo state create.
      A proposito delle missionarie, invece… ne conosco tante… lo sono stata anche io: a nessuna di queste è mai passata per la testa l’idea di assolvere qualcuno dai peccati né di consacrare il pane ed il vino. Se Ministri della Comunione, possono dare la Comunione.

      1. Giusy:

        “Sono una ex-femminista e ti garantisco che mi piaccio molto di più oggi che non lo sono più.”

        …e questo cosa starebbe a dimostrare per quanto riguarda la condizione della donna rispetto a ieri?

        E’ come quando anche Bariom dice: “prima ero un ateo anche io”… come se lui
        si sentisse così più autorevolmente-autorizzato a parlare dell’ateismo!

        Siamo tutti autorizzati uguale!

        1. Alvise che ce l’hai con me?
          Sono autorizzato a parlare dell’ateismo a fronte della mia esperienza vissuta o devo chiedere a te “autorevole” autorizzazione?

          E ammesso che io voglia darmi una qualche autorevolezza che tu supponi mi sia dato, posso essere più credibile io parlando della mia esperienza di passaggio (passaggio = Pasqua) o chi non ne ha alcuna esperienza.

          Non so dimmi tu…

          O forse ho inteso male e non hai supposto nulla, mi hai solo preso a mo’ di esempio… 😉

            1. Ah beh.. che non è un modo di dire, per alcuni è un dato di fatto.

              Che poi alcuni dicano “eh anch’io ci sono passato…” e non sappiano manco di cosa parlano (dico in generale, non tanto e solo su questioni di fede), questo è un altro discorso… 😉

    2. Sara

      Io temo che il problema sia proprio, se non il femminismo in particolare, senz’altro la cultura dominante più in generale, che spinge (purtroppo) talvolta anche la Chiesa ad aprirsi persino troppo al dialogo: prima che qualcuno si scandalizzi, voglio dire che, ferma restando l’opportunità di non arroccarsi sterilmente e di cercare in ogni modo di comunicare le verità di fede all’esterno secondo lo spirito missionario ed evangelizzatore che non deve assolutamente venire meno, trovo certe preoccupazioni non tanto davvero corrispondenti a una reale esigenza, ma influenzate dall’esasperata – ed esasperante – ossessione moderna per i diritti, le pari opportunità, le presunte libertà, e via discorrendo con tutti questi relativisti e politicamente corretti bla bla. Nella Chiesa Cattolica, che è Madre, non vedo come la donna necessiti di una ancora maggiore valorizzazione. Se poi vogliamo parlare dell’officio dei Sacramenti, be’: allora sarà meglio capire bene prima di cosa stiamo parlando e la proposta di affidarli alle donne cadrà da sé.

  16. chiara

    e sì, è proprio lì il problema, nelle ultime 4 righe; leggo, leggo molto e vivo lavorando da sempre in parrocchia e in altri ambiti; non voler dare subito risposte,dai, prova anche tu a riflettere di più…ciao chiara

  17. chiara

    e se non lo vedi tu, non può essere che lo vedano altri? non siamo qui a parlare di questo? grazie per i “bla bla bla politicamente corretti”: non è un etichettare un po’ frettolosamente le interlocutrici??? Ciao Chiara

    1. Sara

      Ti invito a rileggere: parlando dei “politicamente corretti bla bla” non mi riferivo a te (attenzione all’egocentrismo e al vittimismo!), ma stavo riassumendo con un veloce elenco quelle che a me appaiono essere (va meglio così?) le ossessioni moderne.
      A proposito del “non vedo come”, trattasi di espressione con la quale si esprime perplessità circa la posizione opposta a quella sostenuta: non mi sembra che sia questa la parte da controbattere del mio commento.
      Perciò, se vuoi, ti invito di nuovo a rileggere: il senso del mio commento era ben altro. Volendo interloquire, credo sia il caso di farlo sui reali contenuti.

  18. chiara

    va bene, mi metto calma.ti chiedo però anch’io di rileggere il mio scritto: non ho mai accennato a pari opportunità ( che in sé non è una brutta parola!) né di libertà, di rivendicazione di diritti, di voler essere come gli uomini o altre caricature del genere-se tu sapessi la mia storia!..-ma cercavo di far capire che nelle nostre parrocchie e, se vuoi, anche diocesi, le donne ci stanno, ci lavorano,MOLTO; su questo siamo tutti d’accordo, ma se si trovano anche per leggeri motivi in disaccordo con…le autorità, o si adeguano,-in questo siamo bravissime-, o possono solo cambiare aria e sparire. Se invece le donne avessero un ruolo -NON IL SACERDOZIO!- ma un ruolo riconosciuto, guadagnato con lo studio e la preparazione, comunque ufficiale (possiamo chiamarlo in mille modi) anche gli uomini di chiesa, come in ogni buona famiglia, dovrebbero confrontarsi con loro, accettare idee o impostazioni pastorali un po’ diverse ecc.ecc.Non sarebbe un arricchimento per tutti???
    Quanto alle suore che potrebbero condividere i Sacramenti con il popolo con cui già condividono la vita, so di ..lanciare una palla piuttosto difficile, ma vista la situazione e i cambiamenti sociali in…..via di sviluppo, ho voluto osare; quante cose sono evolute anche nella chiesa, quanti studi hanno cambiato valutazioni e interpretazioni della stessa Scrittura, Quando ho citato le “ultime 4 righe” mi riferivo allo scritto di Extralarge. Per oggi basta così. sono molto grata anch’io a Costanza Miriano e la diffondo appena posso. ciao Chiara di BG

  19. sonja b.

    Proprio stamane pensavo :” O Capitano, mio capitano…” una coincidenza? bell’articolo. Tuttavia non sono aggiornata sulla condizione della Donna nella Chiesa quindi finisco con “grazie!”

  20. chiara

    chiara di bergamo.. Cambio un po’ discorso, mi son letta velocemente il blog “La risposta cristiana al razionalismo” di R. Cantalamessa. , ma vedo che non si può più aggiungere niente, perciò lo faccio da qui. Come vorrei parteciparvi l’esperienza ormai ventennale che facciamo a BG! Si sono messe 2 laiche a studiare, con un gruppetto di amiche, la Bibbia antico e nuovo Testamento, leggendola insieme tutta, con i relativi commenti, studiati a casa dalle 2 animatrici. Oggi in BG. e provincia ci sono almeno 40- dico quaranta- gruppi di laiche e laici che fanno questa “lettura continuata della Bibbia” che dura in media 9 o 10 anni -escluso l’estate- .Sono frequentatissimi da persone diverse x età, cultura sesso ecc. Le animatrici- 2 x gruppo- via via approfondiscono sempre meglio lo studio, organizzando vari incontri con i proff. del seminario o biblisti vari ed esperti. C’è in tutti molta vivacità, passione , partecipazione e cultura seria che gira! Provate! perché lasciarlo fare alla COOP? sempre meglio che niente, per carità, so che ..in certi ambiti attira molto l’essere LAICI; CON I LAICI a studiare la Bibbia, ma vi assicuro che , se lo si fa anche nelle parrocchie, senza tanta pretesa, ma solo per studiare, conoscere, discutere, confrontarsi liberamente, la cosa ATTACCA, e come!!!! provarex credere. Ciao Chiara

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