Er circolo del libbero pensiero

cats

Un gatto bianco, ch’era presidente
der Circolo der Libbero Pensiero
sentì che un gatto nero,
libero pensatore come lui,
je faceva la critica
riguardo a la politica
ch’era contraria a li pensieri sui.

“Giacche nun badi alli fattacci tui,
-Je disse er gatto bianco inviperito-,
rassegnerai le proprie dimissione
e uscirai da le file der partito:
che qui la poi pensà liberamente
come te pare a te, ma a condizione
che t’associ a l’idee der presidente
e a le proposte de la commissione!”
“E’ vero, ho torto, ho aggito malamente…”
Rispose er gatto nero.
E pe restà ner Libero Pensiero
Da quela vorta nun pensò più gnente.

TRILUSSA – 1920

29 pensieri su “Er circolo del libbero pensiero

  1. 61Angeloextralarge

    “la poi pensà liberamente come te pare a te, ma…”: c’è sempre un ma nella libertà umana.

    1. Giovanni da Patmos

      Piano, per favore. La paternità di quello che mi si attribuisce non è mia.

      «Nell’agire morale l’ultimo giudizio spetta alla coscienza di ognuno rettamente formata»

      L’espressione “rettamente formata” è del teologo cattolico Bernard Haring: http://www.stpauls.it/fc97/3197fc/3197fc04.htm

      nella sostanza confermata anche dal catechismo:

      1783 […] Una coscienza ben formata è retta e veritiera. […]

      http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s1c1a6_it.htm

  2. Tom Mariner

    Suddài, sempre a provocare…formarsi una coscienza è un compito in coscienza ineludibile. La conosci benissimo la differenza, non puoi fingerti ingenuo facendo l’acuto…non regge, filosofiazzero!

    1. A uno che scappava der gabbione
      Je dissero: “sta’ qui, dentro ar sicuro
      Qui pure te poi fa’ la comunione
      C’è la luce, de fori è tutto scuro.
      Ma prima che l’avessero incantato
      Zitto zitto se n’era già che annato!

  3. Amedeo

    @filosofiazzero E secondo te non e’ cosi’? Secondo te Hitler e Stalin non hanno agito secondo la loro coscienza?

    1. Agivano secondo la LORO coscienza, appunto. A questo proposito vale la pena di ascoltare un certo teologo tedesco:

      «[…] in occasione di una disputa tra colleghi, a proposito del potere di giustificazione della coscienza erronea [….] qualcuno obiettò a questa tesi che, se ciò dovesse avere un valore universale, allora persino i membri delle SS naziste sarebbero giustificati e dovremmo cercarli in paradiso. Essi infatti portarono a compimento le loro atrocità con fanatica convinzione ed anche con un’assoluta certezza di coscienza. Al che un altro rispose con la massima naturalezza che le cose stavano proprio così: non c’è proprio nessun dubbio che Hitler ed i suoi complici, che erano profondamente convinti della loro causa, non avrebbero potuto agire diversamente e che quindi, per quanto siano state oggettivamente spaventose le loro azioni, essi, A LIVELLO SOGGETTIVO, SI COMPORTARONO MORALMENTE BENE [maiuscolo del compilatore]. Dal momento che essi seguirono la loro coscienza — per quanto deformata —, si dovrebbe riconoscere che il loro comportamento era per loro morale e non si potrebbe pertanto mettere in dubbio la loro salvezza eterna. Dopo una tale conversazione fui assolutamente sicuro che c’era qualcosa che non quadrava in questa teoria sul potere giustificativo della coscienza soggettiva, in altre parole: fui sicuro che doveva esser falsa una concezione di coscienza, che portava a simili conclusioni» (http://www.ratzinger.us/modules.php?name=News&file=article&sid=16)

  4. …io, da parte mia, quello che ho fatto, è stato solo riportare le parole del Beato (lui) Newman. Stop.
    Dla problema della “coscienza” comunque, secondo me, non se ne viene fuori proprio. Limitata è la nostra mente e limitati sono i modi con cui essa si pone problemi a se stessa!

  5. vale

    segnalazione di servizio per i costanzini ed i mirianidi

    oggi una fogliata intera de “il Foglio” (pag.V inserto) tutta scritta dalla sciùra Miriano. con una chicca ( la foto provocatorissima che campeggia a centro pagina.quei mattacchioni del “foglio”…..)

  6. vale

    a proposito di libero pensiero( ovvero di pensarla come il padrone del vapore)

    “…è per questo che chi si oppone alle teorie del gendr in alcuni paesi rischia il posto di lavoro( forse leggendo l’incredibile decalogo che l’unar, ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del ministero pari opportunità vorrebbe imporre ai giornalisti,anche noi: esempio.dire “utero in affitto” sarà discriminatorio,occorrerà dire “gestazione di sostegno”….”
    ecco, appunto. la neolingua controllata da un’altra vagonata di burocrati a stipendio perpetuo, che ti dirà come dire quel che devi dire.
    il grande fratello era disneyland al confronto….

  7. Matteo F.

    No filosofiazzero non regge perché qui nessuno è alfiere del libero pensiero, se non coi limiti della coscienza e della morale, secondo l’insegnamento della Chiesa cattolica. Che, come diceva don Milani, si trova in libreria a 20 centesimi (oggi sono 20 euro) e di cui nessuno fa mistero. Anzi per la cui fedeltà ognuno si prende dell’intollerante spesso in via preventiva, senza neppure poter spiegare la propria complessa posizione (ognuno ha diritto di avere il proprio libero pensiero e di esprimerlo, nel limite dell’offesa personale, dell’ordine pubblico e del buon costume, con un occhio all’educazione dei giovani di cui minimamente la società civile dovrebbe farsi carico. Neppure troppo talebana, come concezione, io direi… ma forse sono omofobo e liberticida).
    Il ridicolo è invece chi al “libero pensiero” si rifa ogni minuto, e poi è il peggio oscurantista di tutti.
    Ps.: il gatto nero è costretto a rinunciare a pensare per non essere escluso dal consesso, il tuo che fugge dal gabbione je dicono stai qui, ma nessuno lo costringe. Se ci pensi, non è differenza da poco.

  8. Matteo F.:
    …no, hai ragione, non è differenza da poco!

    Quanto allo scegliere “secondo coscienza”:
    Ci sono donne che, come Chiara Corbella Petrillo, scelgono di morire o di rischiare di morire per far nascer il bambino che aspettano, altre invece che decidono di curarsi e il bambino non nasce.
    Non decidono tutte “in coscienza”?

  9. vale

    aho,alvise, che palle. in coscienza vale per tutto. anche se ammazzando tua madre o tuo figlio o tua moglie-visto che sei sposato- sei convinto di far loro un favore o un atto di pietà( ovviamente non cristiana.) è possibile che finisci sempre in ‘sta banalità?( ove ,per banalità intendo una definizione che adattandosi a tutto non significa nulla)
    perché: o ci/mi dai una definizione di coscienza o buona volontà che dir si voglia o è sempre la solita fuffa.

    1. .vale:
      ..che palle, sì, hai ragione, però chi si trovasse nelle condizioni di Chiara Corbella Petrillo (e sono tante persone) dovrà pur scegliere di fare qualcosa, o di non fare nulla, in coscienza o meno. Chi scegliesse di vivere sarebbe meno rispettabile di chi scegliesse di morire? Perché?

  10. vale

    no, guarda che non mi riferivo alle condizioni della corbella. mi riferivo a quel che te intendi per coscienza.
    che poi ,se uno non crede al cristianesimo, ovvio, sia rispettabilissimo in scelte “estreme” simili mi pare scontato.
    è che te spesso usi i termini in accezioni che significano altro.
    vorrei una tua definizione di coscienza. così la prossima volta so di che parli.( e che non stai gettando il sasso nello stagno solo per vedere le onde che si propagano….)

  11. Difficile dare una definizione unica del termine coscienza. Nell’accezione che usiamo noi in questi argomenti del blog, e cioè “agire secondo coscienza”, potrebbe voler dire agire dopo avere seriamente ponderato se una azione che abbiamo intenzione di compiere sia conforme ai dettami della nostra coscienza. A questo punto occorrerebbe definire in cosa consista questa coscienza secondo i cui dettami eccetra…

    E ora, per sdrammatizzare, incollo anche io un sonetto romanesco del Belli, che potremmo intitolare:

    “Quelli erano tempi!”

    Com’è ita a ffiní la ribbijjone
    c’aveva da sfascià Ppiazzacolonna?
    Ce l’ha mmesse le mane la Madonna!
    È vvienuto Sanpietro cor bastone!

    La bbarca de la fede nun z’affonna,
    nun ha ppaura un cazzo de bbarbone:
    duncue chi vvò alloggià ssenza piggione,
    ce vienghi a rriprovà cco la siconna.

    Pe ffà mmejjo addannà li ggiacobbini
    mo ss’ariveste ’n’antra truppa vera,
    e sse sò ttrovi ggià li tammurrini.

    Già s’arippezza a nnovo la bbanniera;
    e ddoppo a li sordati papalini
    je s’ha da fà ’na statua de scera.

    1. LIRReverendo

      CCC 1789 Alcune norme valgono in ogni caso:
      — Non è mai consentito fare il male perché ne derivi un bene.
      — La « regola d’oro »: « Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro » (Mt 7,12).76

      E per risdrammatizzare:

      Se invece del vitello te danno er mulo
      tu magna statte zitto e…..

      Tra ggiacobbini e papalini, meglio un Natalino, Santo ovviamente.
      Sempre per voi LIRReverendo

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