Una pausa di riflessione

lourdes

 di Andrea Torquato Giovanoli

Due giorni alla settimana accompagno mio figlio all’Istituto Don Gnocchi della mia città, dove egli frequenta le sue consuete sedute di fisioterapia. In quei cinquanta minuti in cui lo aspetto, di solito ne approfitto per sgranare un Rosario, seduto piuttosto in disparte, oppure passeggiando per gli ampi corridoi dello stabile o, se è bel tempo, percorrendo il perimetro esterno dell’istituto.

In questi frangenti d’attesa mi ritrovo immerso in una realtà parallela rispetto al mondo esterno, un sorta di città nella città, dove brulica un andirivieni di persone affette dalle più disparate menomazioni, ed incrociando di continuo gli sguardi aperti e sorridenti degli utenti e le espressioni serene ed allegre dei loro accompagnatori, constato piacevolmente stupito come proprio non mi sia possibile eludere l’interlocuzione che sempre mi coglie sul senso profondo della sofferenza dell’uomo.

Non appena affido il mio bambino alla sua fisioterapista, mi ritrovo a guardarmi intorno ed il pensiero mi corre subitaneo ed immediato a Lourdes, poiché anche qui, come in quel luogo ultraterreno, il paradosso del Regno trova il suo più esatto compimento e la logica mondana viene ribaltata: in ogni spazio, infatti, sono i relitti dell’umanità che regnano ed i forti li servono con dedizione. È alla vista di questo miracolo inatteso che si perpetua ogni giorno tra le mura di questo come di tanti altri istituti, che mi si dimostra agli occhi ancora una volta quel segreto manifestato dal Crocifisso: il Mistero di una Redenzione che nella divinità incarnata e patente eleva la miseria dell’uomo nella trasfigurazione del Risorto.

Ad ogni sguardo che incrocio con uno di quei “lieti sofferenti”, infatti, una consapevolezza si rassoda nel mio cuore: ad essi il mondo, in Cristo, deve la sua redenzione. Già: poiché è la sofferenza degli innocenti la più simile a quella del Salvatore, ed ecco anche perché il dolore dei bambini è il più prezioso e potente, in quanto più simile al patimento dell’Innocente assìso sul legno, ed in Lui, corredimente l’umanità. Se infatti il colpevole contrae un debito nei confronti della giustizia divina, l’innocente che soffre paga per colpe che non ha commesso, e quindi acquista un credito, che se offerto a Dio con cuore puro, è in grado di scontare la colpa del peccatore.

Osservando quindi questa comunità di uomini, donne e tanti, tanti bambini, la cui corporeità è avvilita dalle più diverse afflizioni, percorrere gaudente gli spazi attorno a me, comprendo come siano essi a reggere le sorti del mondo: nella partita doppia della salvezza, infatti, ognuno di essi è una voce in “avere” e la sofferenza perpetua che essi portano nella loro carne va a pareggiare le colpe di quelli che si credono “forti” e scontano le pene di coloro che si illudono di essere i “sani”.

Ma questa realtà rimane nascosta agli occhi dei più, e la gente “normale” non vede nessuna salvezza nella sofferenza, la quale ancora resta, di generazione in generazione: “scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani” (1 Cor 1,23). Anzi, allorquando l’uomo più si allontana da Dio, più ritorna in auge quella mentalità goliardica ed antiumana che ricolma di corpi ritenuti difettosi le pendici di quel monte “Taigeto” che ricorre ed accompagna la storia dell’uomo.

Così i malati vengono sterminati fin dal grembo materno od estinti in anticipo rispetto alla loro naturale dipartita, quando arbitrariamente ritenuti non più dignitosamente vivi. Così l’umanità superba rimane cieca a quel Mistero che invece vuole i deboli corredentori in Cristo ed in tal modo il mondo relega nell’oblìo i più magnifici fautori della sua storia, laddove invece innalza sugli altari della memoria quei cosiddetti “grandi” che nella logica del Regno verranno ridimensionati poi tra i più piccolini.

Questa è la realtà che in quei due giorni alla settimana mi si squaderna innanzi e che mi commuove per la sua trascendentale bellezza tanto da diluire il mio Rosario con sentimenti di gratitudine piena a Dio per la Sua grandezza e all’umanità sanante nascosta in quei malati che m’attorniano, facendo della mia indegna orazione una vera Eucaristia.

40 pensieri su “Una pausa di riflessione

  1. Giusi

    In che ottica ribaltata viviamo! Come se poi fosse possibile che un qualcosa che accade non significhi niente! E certamente il più alto significato ce l’ha il dolore dei bambini. Ho conosciuto tramite facebook Camilo un bambino nato con mezzo cuore. I suoi genitori hanno creato una pagina per chiedere preghiere e si è creata una famiglia del cuore. Di bambini malati ce ne sono tanti e io prego tutti giorni per tutti i bambini ammalati del mondo. Ma Camilo per me è diventato emblematico, mi ha trapassato l’anima. Se scorro tutte le sue foto dalla nascita, a un certo punto devo smettere perchè mi manca il respiro, non reggo. E’ vero: attraverso la sofferenza di un bambino si coglie il dolore di Cristo, l’innocenza straziata che ti trapassa l’anima, capisci la spada che ha trafitto Maria. I bambini che soffrono sono santi e ci insegnano a vivere. Camilo ha subito tre interventi a cuore aperto, una legatura del dotto toracico e tante altre cose ma i suoi occhi ridono e io non posso guardare quegli occhi senza commuovermi e senza pensare che gli occhi di Gesù Bambino dovevano essere proprio così: splendenti come stelle. Grazie Camilo!

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  2. “…nella partita doppia della salvezza, infatti, ognuno di essi è una voce in “avere” e la sofferenza perpetua che essi portano nella loro carne va a pareggiare le colpe di quelli che si credono “forti” e scontano le pene di coloro che si illudono di essere i “sani”.”

    Non esiste nessuna partita doppia di questo genere. Se davvero (per il credente) esistesse la credenza in questa forma di contabilità ragionieristica, la croce di Cristo dovrebbe essere digià bastante e avanzante per le colpe di tutti.

    1. “… la croce di Cristo dovrebbe essere di già bastante e avanzante per le colpe di tutti.”
      La tua Alvise non è una considerazione peregrina e ha un fondo di verità… di fatto SENZA il patimento di Cristo non vi sarebbe possibilità di redenzione alcuna e soprattutto di “compensazione” alcuna per il Male del mondo.

      Vera è però anche questa Parola:

      Colossesi 1:24

      Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

      Che va correttamente intesa, ma non mi dilungherò qui io ad esplicarla.
      Sull’assimilazione del dolore umano e delle proprie/altrui sofferenze a quelle di Cristo, molto è stato detto e scritto, non credo faticheresti più di tanto a trovare riscontri.

        1. @Alèudin, non so se sia teologicamente corretto parlare di sacrificio “vicario”…
          Vicario in senso letterale sta per qualcuno che “esercita le funzioni di” (solitamente un superiore) e nella Chiesa troviamo spesso questo termine. Nel caso della Sofferenza e nell’ottica della sua funzione Salvifica non saprei dire se questo termine è adatto.

          Comunque tra le tante illuminanti letture sul tema, certo si può ricordare la “Spe Salvi” di Benedetto XVI e la “Salvifici doloris” del Beato Giovanni Paolo II.
          Una interessate riflessione di Mons. Alessandro Greco che trova spunto in entrambe, si può trovare qui:
          http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/PagineDiocesi/AllegatiArt/195/MC08_06.pdf

  3. @Andrea. la “sofferenza degli innocenti” e sempre tema difficile, scabroso e che rischia di creare scandalo cercando di darvi giustificazione… si può (e si deve, a mio giudizio) però sempre fare lo sforzo di prestare ascolto di chi – come nel tuo caso – ne è testimone diretto, coinvolto in prima persona con la vita, i sentimenti e la propria Fede.

  4. sara s

    Ma che bel post, grazie davvero!
    Da piccola andavo anch’io al don Gnocchi ogni tanto, per farmi fare il busto per la scoliosi. Una cosa molto poco piacevole, anche se nulla in confronto a ciò che vedevo intorno a me. Ricordo anch’io mio padre che mi accompagnava e mi faceva notare le persone malate, con considerazioni nella sostanza simili alle tue. Credo che, insieme a quella piccola croce che mi toccò da piccola, fu un’esperienza molto molto importante per me, che mi ha formato più di mille discorsi.
    “in ogni spazio, infatti, sono i relitti dell’umanità che regnano ed i forti li servono con dedizione”, bellissimo!

  5. Max 78

    E chi ha scelto di far parte di una o dell’ altra “fazione”? Chi per essere colpevole e chi per essere innocente?

  6. Max 78

    Perchè non è stato pubblicato il mio post? Ho detto qualcosa di inconveniente? Giusto per capire e regolarmi la prossima volta.

    1. admin

      caro Max 78 i tuoi commenti non erano censurati ma solo in attesa di essere approvati, è così che funziona su molti blog per i nuovi commentatori ed è così che funziona qui soprattutto in questo momento dove piovono insulti a Costanza Miriano da ogni dove. Qui per fortuna abbiamo la possibilità di tenere duro.

  7. OT per la padrona di casa: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, MENTENDO, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,11-12)

    Bé, amica mia, questa la puoi spuntare dalla lista delle cose da fare… 😉

    PS: siamo tutti con te!!! ^_^

    1. Alessandro

      A proposito dell’offensiva ingiuriosa, violenta e vigliacca scatenata contro Costanza Miriano manipolando le sue parole, oltre a esprimere solidarietà e affetto alla vittima mi preme ricordare che a perpetrare questa abietta campagna diffamatoria, questo linciaccio mediatico sono i seguaci della dottrina omosessualista.

      La quale dunque, una volta di più, si rivela per quello che è: liberticida, intollerante, prepotente, costruita sulla menzogna, sulla manomissione della realtà e sull’intimidazione.

      1. Lalla

        Ti riferisci in generale al dopo-intervista alla zanzara o a qualcosa di più specifico accaduto oggi?

        1. Alessandro

          Si sta propagando su siti gay e media omosessualisti (fatevi un giro sul web, non farò pubblicità a questi signori) la notizia falsa secondo cui Costanza avrebbe detto, nella intervista radiofonica, che i gay sono “geneticamente modificati”. La si sta facendo passare per insana fondamentalista cattolica o per una oca decerebrata prodotto dell’indottrinamento cattolico. Posso solo immaginare gli insulti che sta ricevendo sui social network…

          1. Roberto

            Tutta la mia solidarietà a Costanza!
            [ma le cloache a cielo aperto, accidenti, non sarebbe meglio lasciarle ad appestare l’aria senza averci niente a che fare? e mi riferisco alle zanzare, ovviamente, prima che qualcuno voglia fraintendere quello che ho scritto… ]

          2. Lalla

            Non stupisce, visto che la falsa notizia era già stata riportata da subito così falsata dall'”autorevole” “Fatto quotidiano” 🙁

            1. Lalla

              Lo dico qui a Costanza e ai suoi: sto pregando, come moltissimi, per te e i tuoi. Soprattutto per la tua serenità e perché non venga meno il tuo coraggio, ma anche perché tante orecchie si aprano…

      1. Alessandro:
        .
        ..a proposito delle calunnie e/o delle manipolazioni alle parole di Costanza Miriano, ti riferisci ai tumulti di Granada eccetra, o all’intervista a Costanza a Radio 24? Per quanto riguarda i tumulti di Granada credo (l’ho già detto) che la censura abbia sempre da essere condannata. A proposito invece delle mozzarelle d.o.p., del parto obbligatorio, e di Putin difensore della gioventù russa, queste sono parole che Costanza ha pronunciato (sono nella registrazione)Parole a vanvera. Forse a lei gli sarà sembrato molto cristiano essere poi sputazzata e derisa,.

        1. Giusi

          Putin, impedendo che i bambini vengano dati in adozione ad una coppia gay, effettivamente difende e protegge la gioventù russa. Qualsiasi psicologo, senza le bende sugli occhi e che non fosse servo dell’ideologia dominante (che come dimostra il caso 99 posse è liberticida e intollerante) dovrebbe affermare l’ovvio e cioè che un bambino, per il suo sviluppo armonico, ha bisogno di una figura maschile e di una femminile.. Ed è questo anche il senso della mozzarella dop: gli stessi che ci stressano su quello che mangiamo, sulla nocività della carne, sulle meraviglie del miglio (che a mio avviso va bene per le galline) poi non si preoccupano della “genuinità” della crescita dei bamini. E anche parlare di parto obbligatorio è un’aberrazione, frutto di una mentalità distorta che mette al centro l’io, le proprie passioni bestiali, la propria libertà anche se è libertà di ammazzare. Ma che discorso è: vuoi costringere una donna a partorire? La donna e l’uomo conoscono le conseguenze delle proprie azioni e se ne devono assumere le rsponsabilità in questo come in qualsiasi altro campo. Ti ribalto la domanda: vuoi costringere un bambino, quell’unico e irripetibile bambino a non nascere? Un innocente ad essere ammazzato? Bene: sappi che è sangue di Cristo e che ne renderai conto fino all’ultima goccia anche solo per essere stato complice!

    1. sara s

      sì infatti, io non so niente, ma non ci vuole molto a immaginare dalle vostre parole e conoscendo i media… mi dispiace tanto.

  8. Andrea Torquato Giovanoli:

    …”e tanti, tanti bambini, la cui corporeità è avvilita dalle più diverse afflizioni, percorrere gaudente gli spazi attorno a me, comprendo come siano essi a reggere le sorti del mondo: nella partita doppia della salvezza, infatti, ognuno di essi è una voce in “avere” e la sofferenza perpetua che essi portano nella loro carne va a pareggiare le colpe di quelli che si credono “forti” e scontano le pene di coloro che si illudono di essere i “sani”

    …e tutta un’invenzione tua questa!

  9. Max 78

    Caro Admin;
    avendo visto pubblicati commenti postati dopo un’ora del mio mi è ovviamente sorto il dubbio, comunque caro Andrea ribadisco : E chi ha scelto di far parte di una o dell’ altra “fazione”? Chi per essere colpevole e chi per essere innocente?

  10. 61Angeloextralarge

    Costanza tieni duro… Certo che dai proprio fastidio, eh?
    Preghiere assicurate, anzi aumentate. Lo Spirito Santo continui ad ispirarti e ti dia, anzi vi dia (a te e family) tutto quello che vi è più necessario per portare al termine ogni battaglia, sapendo che la guerra l’ha già vinta Qualcuno che non è un qualcuno qualsiasi. Smack! 😉

  11. 61Angeloextralarge

    Andrea: torno stasera su questo post, dopo averlo letto stamattina.
    Oggi dentro me è risuonato più volte questo tuo concetto: “la sofferenza degli innocenti la più simile a quella del Salvatore… il dolore dei bambini è il più prezioso e potente, in quanto più simile al patimento dell’Innocente assìso sul legno”. Hai ragione.
    Non ho potuto non pensare ai bambini che hanno pagato con la loro vita la stessa nascita del Bambino. Fin dai primissimi tempi, i bambini, sono quelli che sono stati più “vicini” a Gesù. Hanno anticipato con il loro sangue il Sangue di Cristo. E Cristo li ha amati in un modo nuovo, lasciando che si avvicinassero a Lui… loro, considerati tra gli ultimi, accanto a Lui… cercati e portati come esempio. Se non ritorneremo come bambini non entreremo mai nel Regno dei Cieli.
    Un abbraccio ai tuoi figli, uno ad uno. Un abbraccio a tutti i bambini del mondo.

  12. Franca 35

    Bariom, mi permetto di correggere quanto riporti della lettera ai Colossesi di Paolo: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e dò compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne” finalmente corretto nelle ultime edizioni, poichè è chiaro che a Cristo non manca niente. Un caro saluto a tutti.

    1. @Franca grazie.

      Personalmente ho sempre inteso così il senso di quella frase e così mi è stata “comunicata” negli insegnamenti ricevuti.
      Mi auguro così sia stato per i più, o avremmo dovuto aspettare l’ultima “traduzione” (che personalmente trovo abbia anche molte “storture”) per capirne il vero significato. 😉

  13. “Qui nunc gaudeo in passionibus pro vobis, et adimpleo ea, quae desunt passionum Christi, in carne mea pro corpore eius, quod est Ecclesia”

    “Nùn, chaìro en toìs pathèmasin umòv, kaì antenaplerò tà usterémata tòn thlìpheon toù Christoù ev té sarkì mou upér toù sòmatos autoù, ò estin ekklesìa…”

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