La pace di chi?

Chesterton

«Tutta la storia cristiana ebbe inizio da quel grande avvenimento mondano in cui Erode e Pilato si strinsero la mano. Fino a quel giorno, lo sapevano tutti nella buona società, i due non si parlavano quasi neppure.

Qualcosa li indusse a cercare un reciproco appoggio, la vaga sensazione di una crisi, sebbene ciò che stava accadendo fosse la semplice condanna a morte di una comune banda di criminali. I due capi si riconciliarono precisamente il giorno in cui uno di quei condannati fu crocefisso. Ecco ciò che molti intendono con la parola “pace”: la sostituzione di un regno d’amore con uno di odio».

(Gilbert Keith Chesterton, Voltaire)

47 pensieri su “La pace di chi?

      1. Grazie. Simpatico e benintenzionato, per quanto anche lui (l’autore dell’articolo) sembri soffrire di quel tantino d’imbarazzo e di piccole- a volte grandi – lacune culturali che oggi tanto spesso affliggono le persone colte e bennate quando si tratta di “sacro”.
        «Chi ha fatto fatica a entrare in una bara, entrerà ancor più difficilmente in un santino.» Avrà mai sentito parlare di san Tommaso d’Acquino?
        «E avrà bisogno di altari e pale eroiche come la sua sedia.» Ne abbiamo piene le chiese (quelle vecchie) di altari e pale “eroicI”… basta dare un’occhiata in giro 😉

        1. E poi (sempre in calce all’articolo del Foglio) mi pare un po’ ridicola l’attribuzione ai cattolici di quella pretesa classifica “buoni-cattivi” per gli autori classici. Forse sarà stata la classifica della professoressa d’italiano dell’autore…

          1. Lalla

            Ottime critiche Senm-mistress, concordo. Io personalmente non vedrei l’ora di vederlo riconosciuto Santo; magari sul santino (…ma in formato A3!) ci metterei una foto col sigaro!

      1. Sara

        Effettivamente, in merito a eccezionale lucidità razionale, tra Chesterton e Tacito un’analogia si potrebbe anche impostare…

  1. Alessandro

    Lc 23,11s

    “Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato.
    In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c’era stata inimicizia tra loro.”

    1. “Ad Erode, insieme alle sue guardie, dopo averlo disprezzato, si prese gioco di Lui, facendogli indossare una veste bianca, poi lo rimandò da Pilato: Ed Erode e Pilato in quel giorno stesso diventarono amici, da nemici che erano prima.”
      Opportunismo politico?

  2. JoeTurner

    Considerato che Barak Hussein OBAMA, premio Nobel per la pace 2009, e i più importanti stati d’EUROPA, Europa premio Nobel per la pace 2012, si stanno accordando per bombardare il popolo siriano, a PILATO un premio Nobel per la liberazione di Barabba non glielo avrebbe tolto nessuno.

    1. Lalla

      È esattamente in riferimento a questa attualità che è stato pubblicato il post, credo. Poi, l’analogia vale per mille altri episodi, il patto Molotov Ribbentrop, l’unione d’intenti di fazioni avverse in parlamento (non riesco manco più a chiamarli partiti) nel votare leggi contro la natura umana, e ancora…

  3. Se non ci fossero (e ci fossero sempre state) le guerre, ci sarrebbe (e ci sarebbe sempre stata la pace),
    se non ci sarranno più le guerre ci sarà la pace, ovviamente…

    1. Qualcuno ha detto che la “nostra” pace (vale anche al plurale) è sempre solo tregua tra un guerra e l’altra…

      Se non cambia il cuore dell’uomo, non ci sarà mai la Pace… ma solo tregue più o meno lunghe 😐

  4. …sembra che il cuore dell’uomo, nonostante (lo dico a voi) i 2000 anni di cristianesimo, non sia ancora cambiato.
    E pensare che al principio qualcheduno diceva che quella prima generazione non sarebbe passata che la parusìa finale sarebbe venuta!

    1. Alessandro

      E quale ingenua anima bella può pensare che il cuore dell’uomo cambi? Tutti si nasce col peccato originale, e quand’anche si sia battezzati si è soggetti finché si campa all’inclinazione al male, al fomes peccati. Meglio non illudersi.

      1. Alessandro

        Preciso il senso del mio commento: non è impossibile che il cuore del singolo cambi, ma la via della conversione è difficile, per cui non c’è da meravigliarsi se dopo 2000 anni di cristianesimo la maggior parte dei cuori umani è, a viste umane, lontana da Dio

        1. Alessandro

          Sì Bariom, ineccepibile il tuo commento, Cristo è senza dubbio un infaticabile rigeneratore di cuori. Non volevo darti dell’ingenua anima bella, semplicemente mi era sfuggito il tuo commento e, un po’ provocatoriamente, ho risposto a quello di Alvise 😉

      2. Io caro Alessandro, sarei una di quelle “ingenue anime belle”… e il cuore dell’uomo può cambiare. O più esattamente essere cambiato:

        Ezechiele 36,26
        “vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.”

        Questo io credo, spero e desidero e ho sperimenteto vero quando lascio che il mio “uomo vecchio” sia anch’esso trasformato:

        Colossesi 3
        “Vi siete infatti spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore.”

        Perché non sia più io che vivo, ma Cristo che vive in me…

        Se non fosse vero, guarda, mollo tutto… che si fatica meno 😉

        1. La tua precisazione (che era dovuta, direi…) e il mio commento, sono “arrivati” assieme e direi la tua, risponde al mio.

          1. Alessandro

            Sì, giusto quello che dici, ti ho risposto adesso ma ho sbagliato a collocare la risposta, l’ho messa sotto l’altro mio commento 😉

    2. Già…
      Il problema caro Alvise però non è l’ “inefficacia” del (diciamo) messaggio o la “debolezza” della forza della grazia, perché invero va riconosciuto che il cuore di molti, moltissimi uomini è stato cambiato (non ultimo quello di Sant’Agostino di cui facciamo memoria oggi), il problema è il progressivo allontanarsi del cuore dell’uomo dal “cuore” di Dio… vero oggi, come in ogni tempo.

      1. …un po’ come l’universo dopo il big-bang? (ammesso che la teoria del big bang sia giusta e che la materia si allontani in eterno e non ricada giù indietro)

        1. Il Big-Bang della Storia della Salvezza, della Storia del Cristianesimo e della stessa Storia dell’Uomo è la Nascita di Cristo, la Sua Incarnazione, la Sua Predicazione, la Sua Morte e Resurrezione, che ha illuminato non solo i secoli a venire ma anche quelli passati e i giusti che attendevano la Sua venuta.

          Ora il tuo paragone con la “materia” che si “allontana” (o meglio espande) può essere calzante, come puo essere spunto per chiedersi: “sta continuando ad espandersi, o (come tu dici) non sta ricadendo (o è ricaduta) giù indietro?”

          Questa è la domanda che senza ipocrisia deve porsi ogni cristiano, perchè a ognuno è affidata un po’ di questa “materia celeste” perché si “espanda” e arrivi “sino alla fine del mondo” (o alle estreme periferie, come direbbe il Santo Padre).
          Se questo non accade il problema sta nei “vettori”, nelle particelle di questa “materia” che hanno perduto forza o orientamento (o fede, fuor di metafora…).

    3. Sara

      “nonostante (lo dico a voi) i 2000 anni di cristianesimo”

      Potrebbero essere stati anche 4000, ma il cuore dell’uomo è macchiato dal peccato originale: non dipende dal Cristianesimo se non nella misura in cui, al contrario, se non ci fosse stato, molti cuori che lo sono non sarebbero cambiati, e nella misura in cui adesso sarebbe anche peggio, mancando la luminosa Via che liberamente da 2000 anni possiamo scegliere di intraprendere per stare nel mondo e nelle sue miserie senza appartenere loro.

  5. “Oppure ignorate che noi tutti, battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte

    “Se siamo infatti connaturati con lui, per uan morte simile alla sua, lo saremme anche per una
    somigliante resurrezione.”

  6. 61Angeloextralarge

    Anche io la penso come Bariom. 😉
    Chesterton! Grazie Andreas per averti attaccato anche il virus della chestertonite. Smack! 😀
    Quanti scheletri nell’armadio della pace… 🙁

  7. Vale la pena di riportare qui la seconda lettura dalla Liturgia delle Ore di oggi, che ci ricorda Il Battista, decisamente contemporaneo dei due “neo amici” che l’articolo nomina e visti i commenti che di pace, vita e morte, parlano:

    Dalle «Omelie» di san Beda, il Venerabile, sacerdote
    (Om. 23; CCL 122, 354. 356. 357)
    Precursore della nascita
    e della morte di Cristo

    Il beato precursore della nascita del Signore, della sua predicazione e della sua morte, dimostrò una forza degna degli sguardi celesti nel suo combattimento. Anche se agli occhi degli uomini ebbe a subire tormenti, la sua speranza è piena di immortalità, come dice la Scrittura (cfr. Sap 3, 4). È ben giusto che noi ricordiamo con solenne celebrazione il suo giorno natalizio. Egli lo rese memorabile con la sua passione e lo imporporò del suo sangue. È cosa santa venerarne la memoria e celebrarla in gioia di spirito. Egli confermò con il martirio la testimonianza che aveva dato per il Signore.
    San Giovanni subì il carcere e le catene a testimonianza per il nostro Redentore, perché doveva prepararne la strada. Per lui diede la sua vita, anche se non gli fu ingiunto di rinnegare Gesù Cristo, ma solo di tacere la verità. Tuttavia morì per Cristo.
    Cristo ha detto: «Io sono la verità» (Gv 14, 6), perciò proprio per Cristo versò il sangue, perché lo versò per la verità. E siccome col nascere, col predicare, col battezzare doveva dare testimonianza a colui che sarebbe nato, avrebbe predicato e battezzato, così soffrendo segnalò anche che il Cristo avrebbe sofferto.
    Un uomo di tale e tanta grandezza pose termine alla vita presente con lo spargimento del sangue dopo la lunga sofferenza delle catene. Egli annunziava la libertà della pace superna e fu gettato in prigione dagli empi. Fu rinchiuso nell’oscurità del carcere colui che venne a rendere testimonianza alla luce e che dalla stessa luce, che è Cristo, meritò di essere chiamato lampada che arde e illumina. Fu battezzato nel proprio sangue colui al quale era stato concesso di battezzare il Redentore del mondo, di udire la voce del Padre su di lui e di vedere la grazia dello Spirito Santo scendere sopra di lui.
    Ma a persone come lui non doveva riuscire gravoso, anzi facile e bello sopportare per la verità tormenti transitori ripagabili con le gioie eterne. Per uno come lui la morte non riusciva un evento ineluttabile o una dura necessità. Era piuttosto un premio, una palma di vita eterna per la confessione del nome di Cristo.
    Perciò ben dice l’Apostolo: «A voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui» (Fil 1, 29). Chiama grazia di Cristo che gli eletti soffrano per lui: «Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà esser rivelata in noi» (Rm 8, 18).

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