Le mamme lo sanno (quasi sempre)

elastigirl

di Maria Elena Rosati  

“Una mamma pensa alla salute dei figli educandoli anche ad affrontare le difficoltà della vita […] aiuta i figli a guardare con realismo i problemi e a non perdersi in essi, ma ad affrontarli con coraggio,[…] si preoccupa soprattutto della salute dei suoi figli, sa curarla sempre con grande e tenero amore; […] una buona mamma aiuta anche a prendere le decisioni definitive con libertà“. Papa Francesco ha spiegato cosìil ruolo della mamma in un discorso tenuto qualche giorno fa  a Santa Maria Maggiore.

In realtà non pensavo di aprire il post citando subito il Papa, ma la sua chiarezza disarmante mi ha convinto. In realtà, mentre pensavo al post sulla mamma, e prima di leggere questo discorso bellissimo, avevo in testa solo una delle domanda più strappacuore del cinema ( insieme al «Perché non mi ami, Jenny?» di Forrest Gump) quella che Marcellino – pane e vino, cresciuto in un convento di frati senza la mamma, rivolge al crocifisso nella soffitta: «Come sono le mamme? Che fanno?». Lo ammetto: prima ancora che arrivi la risposta di Gesù (“ Le mamme danno, danno tutto,  la vita e la luce degli occhi per i figli”), io sono già un fiume di lacrime e pelle d’oca.

Perché a pensarci bene, per una figlia che ancora non è madre, è difficile spiegare come sono le mamme. Tra le immagini che mi vengono subito in mente, prima delle foto di mia madre con uno di noi quattro a turno in braccio, o anche tutti e quattro insieme, c’è l’immagine della Madonna della Tenerezza, e poi Santa Gianna Beretta Molla, e Madre Teresa, e l’elenco sarebbe lungo. E poi, confesso, spunta anche l’immagine di Elastigirl, la mamma del film “Gli Incredibili”, eroina che ha come superpotere l’elasticità , appunto, che le permette di arrivare ovunque per i suoi figli, pure loro supereroi. Perché le mamme sono così, un misto di preoccupazione e amore, stanchezza e fatica, tenerezza e una buona dose di eroismo, che nasce nell’accoglienza  dell’altro, e si trasforma in amorosa autorità.

Non so bene come funziona, ma noto con stupore  e commozione che quando il corpo si apre all’opera della Grazia nell’ accogliere un’altra vita, una donna scopre di poter essere doppia, tripla, quadrupla, di  avere le braccia e il cuore di un’apertura alare speciale, di saper rinunciare a sé, senza rimpianti; e scopre di essere dotata di una buona dose di ansia, che si manifesta quando i figli sono piccoli, e anche molto dopo. Poi, nel tempo e sempre per Grazia, sviluppa i superpoteri, dall’elasticità , che le permette di allungarsi su mille impegni contemporaneamente, alla vista potenziata, con un paio di occhi  invisibili che spuntano all’occasione anche dietro alla testa, per vederti anche a decine di metri ( o anche a chilometri) di distanza. Senza contare il super udito, per ascoltare conversazioni e lamentazioni bofonchiate a mezza bocca, l’olfatto ultra sviluppato per fiutare le bugie, l’ intuito per le espressioni facciali, che manco Tim Roth in “Lie to me”,  la capacità di convincere tutti, dal postino al giardiniere, che è meglio coprirsi di più, perché con i colpi di freddo non si sa mai, che le scale si scendono solo reggendosi al corrimano.

Una mamma educa e cura, e dona tutto il buono che anche a lei è stato donato, di più, e meglio e, insegnando a giudicare le situazioni (ad esempio quando è più opportuno mettere la canottiera, uno degli argomenti su cui ha  quasi sempre ragione), a dire grazie, e a chiedere scusa, ma anche a cucinare un uovo al tegamino, e o a stirare una camicia,  mostra ai figli come stare al mondo.

Abituate a spendersi per gli altri, le mamme non risparmiano nemmeno in errori,  che incassano, segnando così le tappe del distacco dai figli. Perché  tra quello che le mamme fanno, ad un certo punto,  c’è anche il mollare le redini, lasciare andare, perchè, ha spiegato il papa, le madri  “ ci aiutano a crescere, ad affrontare la vita, ad essere liberi, a prendere decisioni definitive con libertà”. Proprio come la Vergine Maria, madre di Dio e modello di tutte le madri, anche per quelle donne che non hanno figli propri, ma che aprendo  il cuore sono diventate madri dei più deboli, di chi è abbandonato, delle donne sole che non ce la fanno, e che il loro figlio non lo vogliono, e dei figli dimenticati, o strappati via.

Come Maria, le madri ci insegnano “ad essere aperti alla vita e ad essere sempre fecondi di bene, fecondi di gioia, fecondi di speranza, a donare vita agli altri, vita fisica e spirituale”, e ricordano ad ogni donna il senso profondo dalla propria vita, quell’accogliere, crescendo ed educando, per arrivare a guardare ogni uomo come un miracolo d’amore, un capolavoro di bellezza, un mistero di Grazia.

Come Maria, infine,  le madri restano sempre belle e, anche quando invecchiano, “non diventano mai brutte”, insegna Gesù a Marcellino; noi figli questo lo sappiamo bene, e i nostri lavoretti delle elementari, quelli che nostra madre avrà conservato nel cassetto del comodino come il più prezioso dei tesori, sono lì,  giusto per ricordarcelo.

fonte > trentamenouno

8 pensieri su “Le mamme lo sanno (quasi sempre)

  1. Valeria Grassi

    Quindi solo chi è mamma qui, potrà capire come mi sto sentendo in questo tempo in cui il mio primogenito, Filippo,all’età di 22 anni ha deciso di partire all’improvviso per l’Australia, all’avventura.
    Senza soldi, senza lavoro, senza la barra del Cristo nel cuore perché come ha detto ” scappo dall’Italia per non sentir parlare di chiesa tutti i giorni, non andrò a cercarlo proprio in Australia”
    Forse qui troverò qualche mamma che non mi dice” dai, sta facendo una bella esperienza, del resto qui in Italia con la disoccupazione e lo schifo che abbiamo cosa potrebbe fare”.
    Qualcuna capirà il senso di affidarlo ogni giorno alla Vergine Maria,ogni giorno nella preghiera…
    Troverò qui qualche mamma che capisce perché, nonostante Filippo non sia il mio unico figlio, dato che dietro lui ce ne sono altri,sto da schifo da quando ieri ci ha comunicato che il suo ritorno a luglio non sarà per sempre ma solo un saluto per poi tornare in quella maledetta Australia che tutti bramano….”perché qui mamma c’è il benessere”……..
    So che tutto concorre al bene, ma stamattina fatico! Grazie per questo articolo!

    1. @Valeria, forse non solo chi è mamma qui potrà capire…

      Sono un padre, un papà di tre figli, mi sento di risponderti persino prima di leggere l’articolo (mi è arrivata la news del tuo commento prima ancora di quello…).
      Mi sento di dirti: “e se Dio nella Sua infinita fantasia, che è Amore e Misericordia, stesse aspettando tuo figlio proprio in Australia?”

      Direi che mai come in una situazione come questa, si “faccia carne” la parabola del figliuol prodigo. “Caro padre (cara mamma) dammi la mia parte di eredità (che i soldi siano i suoi poco cambia…) che… parto per l’Australia! Sono stufo di star qui a “sentir parlare di Chiesa (e di Dio) tutti i giorni…”
      Ma c’è un’eredità, che seppure lui rifiuta, ho non ha chiesto di portare con sé (apparentemente), gli appartiene. Inequivocabilmente gli appartiene e faticherà molto a togliersela dal cuore e dalla mente. E’ l’eredità della Fede che, se è così “stufo” di sentir parlare di Chiesa, evidentemente ha respirato tutti i giorni, sin da bambino.

      Forse in Australia, lo aspetterà una grande delusione o una grande sofferenza e per quanto come madre il pensiero ti atterrisce, acuito dalla lontananza, questa potrebbe essere una benedizione. In fondo, come genitori cristiani, cosa desideriamo sopra ogni altra cosa? Che i nostri figli incontrino Cristo, per vivere di Lui, o che non abbiano mai a patire alcunché? Stolta speranza la seconda, perché oltre che pia illusione, senza l’esperienza della Croce, non c’è esperienza di Resurrezione, non c’è esperienza di Dio, non c’è Fede.

      Forse il Signore lo allontana dalla vostra famiglia (se preferisci permette a tuo figlio nella libertà di figlio, di allontanarsi), per farlo crescere, forse, come capita spesso a ogni genitore, troppo d’appresso stiamo “addosso” ai figli, a prevenire ogni possibile caduta, ogni possibile “sbucciatura di un ginocchio”, finendo per soffocarli…

      Forse tuo figlio, si troverà a mangiare “carrube con i porci” e la tua preghiera sia non tanto che “torni a casa dalla mamma”, ma che ricordi le parole che certamente avrà ascoltato: “Rivolgiti a Dio, figlio mio. Prega, grida e spera in Lui, perché qualunque sia la tua condizione Dio ti ama e ti userà Misericordia…”

      O forse “andrà tutto bene” (cosa è poi il “tutto bene”?), e le sue speranze avranno successo. Prega che questo non impedisca che il suo cuore rimanga aperto a Dio, che lasci in lui aperta la domanda: “Ma è tutta qui la mia vita? O c’è dell’altro… quello di cui mia madre mi parlava?

      I nostri figli devono lasciare la nostra casa. Non sempre lo fanno come noi avremmo voluto, ma sono Figli di Dio prima ancora che nostri. Lui prima di noi e meglio di noi, li lascia liberi, liberi di scegliere, perché desidera e brama il loro Amore Libero e incondizionato. Tuo figlio ha iniziato un cammino alla ricerca di una “libertà”, a te tocca ora la prova nella Fede del suo, ma ancor prima del tuo, trovare l’abbandono alla Volontà di Dio e alla Fiducia in Lui. Non farti abbattere, non angosciarti, non permettere che paure e angoscia minino la tua fiducia in Dio. Anche tu lo avessi ancora nella stanza accanto alla tua, non puoi gestire la sua vita, né proteggerla, né “salvarla” da ogni male. Solo Dio salva (e lo fa a volte per strade misteriose).

      Coraggio, ti abbraccio.

  2. Lidia

    anche in Australia c’è Dio (adattato da Don Camillo :)) anche noi preghiamo. Io, come tuo figlio, di cui sono di qualche anno più grande, devo emigrare, a ottobre, anche se per la vicina Germania. è difficile, mi mancheranno gli amici e la famiglia, e la mamma, certo 🙂 Però non è detto che sia per sempre, e penso che se Dio ha permesso che io abbia trovato un lavoro lì e tu figlio in Australia sarà per il nostro bene, anche se alle nostre mamme dispiace. E cmq credo che se il clericalismo e l’anti-clericalismo arrabbiato che a volte si respirano in Italia scocciano tuo figlio, forse l’ “indifferente” Australia lo aiuterà a capire che Dio non è la CEI (anche se parla anche attraverso la CEI), ma è un Padre a cui l’unica cosa che importa è volerci bene.

  3. L’amore di una mamma e’ quanto di piu’ puro vi possa essere, eppure anch’esso assume forme diverse, in diverse culture e diverse epoche. Indubbiamente le mamme di oggi fanno una vita diversa dalle mamme di quarant’anni fa, che erano a loro volta diverse da quelle di cent’anni fa.
    Conciliare il ruolo di madre ( e di padre) con una societa’ in rapida evoluzione ha dei tempi di transizione che sono piu’ lunghi di una generazione. Per la prima volta nella storia, oggi la societa’ evolve prima della vita delle persone. Il risultato di questo processo lo vivranno le generazioni successive, e le mamme che ne faranno parte, non noi nella nostra vita.

  4. Valeria Grassi

    Io vi ringrazio……stamperò i vostri commenti per poterli rileggere ogni volta che perdo la speranza.
    Perché è questo che mi succede ogni tanto….ma grazie alla comunione in Cristo, si trovano “fratelli” che ti aiutano a tenere lo sguardo rivolto in alto.

  5. “Una mamma educa e cura, e dona tutto il buono che anche a lei è stato donato, di più, e meglio…” “anche per quelle donne che non hanno figli propri, ma che aprendo il cuore sono diventate madri dei più deboli, di chi è abbandonato…”

    Unisco queste due frasi per dire quanto è vero e sorprendente come le donne abbiano la capacità di spendersi e di donare. Oltre che nel loro DNA fisico, che le rende tutte potenzialmente capaci di maternità, anche se non a tutte è fisicamente concesso, questo è nel loro DNA spirituale (se mi si passa il temine…) e credo le due cose non siano affatto disgiunte.

    Io ne sono testimone, nella mia vita, dove il Signore mi ha concesso un nuova Sposa dopo gli anni della vedovanza. Sposa che oltre ad accollarsi quella “borsa” d’uomo che sono, si è fatta carico dei tre figli che si è trovata “in dote” e per loro si spende, si preoccupa, soffre e ama. Certo con l’aiuto di Dio (e mio, per quel che mi compete ;-)) che la sostiene nel fare la Sua Volontà, ma anche con le sue umane capacità, che sono comuni a tante, tante donne, meraviglioso dono all’Umanità.

    1. Giusi

      Borsa non l’avevo mai sentito…… ;-D. Ma le donne vanno matte per borse e scarpe…

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