Domani 16 Aprile Joseph Ratzinger compirà 85 anni. L’AVVENIRE oggi (15 aprile) gli ha dedicato un inserto speciale con gli auguri di teologi, monaci, scrittori, teologi, giuristi, registi, presentatori, giornalisti etc.
Questi sono gli auguri di Costanza.
Sua Santità, mi suona strano chiamarla così perché a casa lei per i nostri quattro figli è “il nonno Papa”. Lei non immagina quante volte al giorno guardo verso san Pietro, più salda perché lei è lì, a difendere il sacro deposito della fede, a darci la certezza che tutto ciò in cui crediamo non è un parto della nostra fantasia, e possiamo seriamente scommetterci la vita. Come il padre dà al figlio il coraggio di volare alto, così lei fa con noi: accettando di dare la vita dietro Gesù per noi, suoi figli e fratelli, prendendo su di sé, virilmente, i colpi del mondo.
Guardando a un uomo come lei, anche una donna come me riscopre la gioia della sua chiamata specifica. In nessuno slogan femminista, in nessun giornale femminile, in nessuna voce dell’orgoglio rosa ho mai ascoltato parole come le sue per noi donne, che colgono la nostra vera bellezza, ci dicono la verità, ci ricordano che il meglio della nostra vita è fatto di attività orientate al risveglio dell’altro, ci danno il desiderio ardente di spenderla per questo.
Costanza Miriano
che bello costanza, è commovente quello che dici
Auguri al Papa col volto da bambino canuto
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Grazie Costanza! Molto bello, molto familiare e molto autentico! Smack! 😀
Stupende come sempre, le parole di Costanza. E quanto mai vere.
Evviva il Papa!
…e siccome non fa mai male ricordare certe cose (e con tanta sublimità, poi!)…
Grazie per la sua testimonianza di fede nel manifestare l’amore per il Vicario di Cristo.
Costanza, questo te lo rubo per il nostro sito http://www.culturacattolica.it posso?
Grazie
Nerella
certo, anzi grazie.
Penso che questo tuo omaggio al Papa sia un gran regalo per lui. Sentirsi chiamare nonno dev’ essere altrettanto bello per Sua Santità.
Ma visto che vedi il cupolone da casa tua mi dai un suggerimento per un pernottamento con parcheggio in centro?
Grazie Costanza!
Evviva il Papa!
“La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Frate Francesco promette obbedienza e reverenza al signor papa Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana”.
Francesco d’Assisi – Regola bollata
“Non può esservi altra disposizione in un cattolico: difendere “sempre” l’autorità del Papa; ed essere “sempre” docilmente deciso a rettificare la propria opinione, di fronte al Magistero della Chiesa”.
Josè Maria Escriva – Forgia
Caro Filippo Maria, giusto perché l’altra sera Fabio Volo ha detto in tv che san Francesco era “un po’ eretico”… Per fortuna fa ascolti bassissimi.
Caro Luigi, io non vedo il cupolone dalla finestra, purtroppo. Abito in zona san Giovanni, e vedo il Laterano, se ti accontenti. Alle persone che mi chiedono, do l’indicazione di andare dalle suore di via Iberia. Se vuoi ti cerco il numero. Però niente parcheggio, che io sappia. Se vuoi il parcheggio mi devo informare.
Fabio Volo? Chi era costui? 🙂
Purtroppo devo aver letto anche uno dei suoi libri, sai, di quelli che ti cambiano la vita! Il povero San Francesco viene tirato in ballo da tutti… forse fa tendenza, chissà?
Incollo anche quello che viene chiamato “Piccolo Testamento”; ditemi voi se c’è uno più cattolico di Francesco!
“Scrivi che benedico tutti i miei frati che sono ora nell’Ordine e quelli che vi entreranno fino alla fine del mondo.
Siccome non posso parlare a motivo della debolezza e per la sofferenza della malattia, brevemente manifesto ai miei frati
la mia volontà in queste tre esortazioni.
Cioè: in segno di ricordo della mia benedizione e del mio testamento,
sempre si amino tra loro;
sempre amino ed osservino la nostra signora la santa povertà;
e sempre siano fedeli e sottomessi ai prelati e a tutti i chierici della santa madre Chiesa”.
Nonpuoiessereserio: forse ho qualche alloggio utilmente suggeribile, invierò al più presto
“Erede delle promesse divine e figlia di Abramo secondo lo spirito, per mezzo di quell’Israele di cui custodisce con amore le Scritture e venera i Patriarchi e i Profeti; fondata sugli Apostoli e trasmettitrice, di secolo in secolo, della loro parola sempre viva e dei loro poteri di Pastori nel Successore di Pietro e nei Vescovi in comunione con lui; costantemente assistita dallo Spirito Santo, la Chiesa ha la missione di custodire, insegnare, spiegare e diffondere la
verità, che Dio ha manifestato in una maniera ancora velata per mezzo dei Profeti e pienamente per mezzo del Signore Gesù.
Noi crediamo tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio, scritta o tramandata, e che la Chiesa propone a credere come divinamente rivelata sia con un giudizio solenne, sia con il magistero ordinario e universale (Cfr. Dz-Sch. 3011). Noi crediamo nell’infallibilità, di cui fruisce il Successore di Pietro, quando insegna ex cathedra come Pastore e Dottore di tutti i fedeli (Cfr. Dz.-Sch. 3074), e di cui è dotato altresì il Collegio dei vescovi, quando esercita con lui il magistero supremo (Cfr. Lumen gentium, 25).”
(Paolo VI, Professione di Fede, 30 giugno 1968)
“Eretico san Francesco” ???…..tsé!
Meno male che ha fatto ascolti bassissimi, davvero!
Auguri al nostro meraviglioso Papa 🙂
Cara Costanza,splendidi gli auguri. Per il resto volevo dirle che ho regalato il suo libro alle mie tre nuore, ad una nipote e continuerò a diffonderlo, nell’attesa del previsto riguardante i mariti martiri!
santita’ sono sicuro che leggete il blog costanza percio’ le faccio anch’io gli auguri di buon compleanno il signore vi dia forza(costanza se l’avessi dovuto leggere io con una copia avrei risolto il problema ma siccome lo sto regalando a ragazze che voglio bene gia ‘ sto a tre copie meno male che ldc mi fa lo sconto)
Viva il Papa e piaccia a Dio di conservarcelo a lungo!
e’ il Papa che ho apprezzato di più per la sua preparazione teologica e la sua grande umanità.
spero che riesca a ricondurre la Chiesa nei binari della sua vocazione autentica: ovvero la divulgazione delle parole del suo fondatore
auguri nonno
Un papa raro. Con “sense of humour”:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350221
”Una delle regole fondamentali per il discernimento degli spiriti potrebbe essere dunque la seguente: dove manca la gioia, dove l’umorismo muore, qui non c’è nemmeno lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù Cristo. E viceversa: la gioia è un segno della grazia. Chi è profondamente sereno, chi ha sofferto senza per questo perdere la gioia, costui non è lontano dal Dio del Vangelo, dallo Spirito di Dio, che è lo Spirito della gioia eterna”.
http://www.tracce.it/detail.asp?c=1&p=1&id=27970
“Mi trovo di fronte all’ultimo tratto del percorso della mia vita e non so cosa mi aspetta.
So, però, che la luce di Dio c’è, che Egli e risorto, che la sua luce e piu forte di ogni oscurità, che la bontà di Dio è più forte di ogni male di questo mondo”. Lo ha detto Papa Benedetto XVI nell’omelia pronunciata in tedesco nella messa mattutina nella Cappella Paolina, celebrata stamani nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno alla presenza di Vescovi e rappresentanti della Baviera.
“Questa fede – ha sottolineato Papa Ratzinger -mi aiuta a procedere con sicurezza. Questo aiuta noi ad andare avanti, e in questa ora ringrazio di cuore tutti coloro che continuamente mi fanno percepire il sì di Dio attraverso la loro fede”. E “la vita diventa un vero dono se insieme a essa si puo donare anche una promessa che è più forte di qualunque sventura che ci possa minacciare, se essa viene immersa in una forza che garantisce che sia un bene essere un uomo”.
“Così alla nascita va associata – ha detto ancora il Pontefice- la rinascita: la certezza che in verità è un bene esserci. Perchè la promessa è più forte delle minacce”. Ed ecco spiegato il senso del battesimo, ha argomentato ancora, come appartenenza alla “grande, nuova famiglia di Dio che è più forte” di “tutte le forze negative che ci minacciano”.
TMNews
è possibile rivolgere al Santo Padre Benedetto XVI gli auguri in occasione del suo 85.mo compleanno e per il 7.mo anniversario della sua elezione a Sommo Pontefice all’indirizzo di posta elettronica
auguri.benedettoxvi@vatican.va
reperibile sulla homepage della Santa Sede “www.vatican.va”
Fatto! Grazie Ale, presioso come sempre. Smack! 😀
Non dimenticherò mai il giorno della sua elezione. Io tifavo da giorni per il cardinale Ratzinger. La tv in sala accesa in orario “non regolamentare”, io che vado e vengo dalla cucina. La voce che dice “Josephum” e io penso rapidamente: quanti cardinali ci possono essere che si chiamano Giuseppe, Joseph, etc…? Poi sento “Ratzinger” e caccio un urlo da stadio che i vicini ancora ricordano, inizio a ballare con i bambini, mi metto a piangere… al confronto la reazione di mio marito alla vittoria dell’Italia ai mondiali può ritenersi compassata.
Daniela, mi riconosco molto nel tuo racconto, soprattutto per l’urlo da stadio e per la… premonizione su quel “Josephum”!
La premonizione non l’ho avuta, ma la sera che Giovanni Paolo II è salito al Cielo, a quanti mi inviavano sms o mi telefonavano piangendo, ho ripetuto queste precise parole:
“Maria, sua tenera Madre, lo ha portato a festeggiare la Divina Misericordia in Cielo. Piangiamo, ma Lei che ce lo ha donato ci darà un altro Padre, secondo il Suo Cuore.”
Grazie Daniela! Bel video! E mi unisco altuo ballo! In quel momento non ho ballato ma l’urlo l’ho fatto e ho abbracciato chi c’era vicino! 😀
Al suono di “Josephum” io sono caduto in ginocchio con i pugni alzati al cielo… 🙂
(ancora oggi non voglio pensare al colpo che avrei subito se fosse stato un altro Peppino…)
Mondiali… tsé, roba da mammole… 😉
Cyrano alè alè!!!! ;.)
E io, in viaggio in macchina verso la Valtellina con mio marito sotto la pioggia, al suono di “Josephum” ho fatto uno sbalzo degno di una medaglia e la macchina con noi. Grazie al cielo eravamo soli sulla strada. Poi ho pianto di gioia, e a Morbegno ci aspettavano gli amici, e ho abbracciato Susanna Manzin, entrambe fuori dalla gioia. Subito dopo: brindisi!
Se volete leggere, oltre a quello di Costanza, tutti gli auguri “speciali” al Papa pubblicati da Avvenire domenica 15 potete vedere qui:
http://www.avvenire.it/shared/PDF/cpapa.jpg
Non voglio fare polemiche… o forse sì! Ma qualcuno sa spiegarmi cosa vuole dire il monaco (?) Enzo Bianchi quando parla di “cammino di umanizzazione”. Accogliendo l’invito di Cyrano del suo ultimo post non voglio fare il “solone” di turno ma sinceramente di fronte alle parole di questo biblista (?) mi trovo disorientato… cammino di umanizzazione può voler dire di tutto! Per fortuna subito dopo ci sono le parole di Costanza!
D’altronde, come sostiene Bianchi nell’articolo pubblicato su La Stampa il giorno di Pasqua, “Gesù era umanissimo e ciò che aveva di eccezionale non era di ordine religioso ma umano. È con la sua umanità che egli, il Figlio di Dio e la Parola diventata uomo come noi, ci ha portato a Dio”.
http://www.monasterodibose.it/content/view/4423/114/lang,it/
Sto monaco mi “piace” sempre di meno. .. 🙁
Con permesso, il video che è stato inviato dagli amici della Germania di tutti i Blogger cattolici “importanti” 😉
Ebbene, c’è anche il mio e Sursum Corda
Karin: hai dimenticato questo… 😉
http://filiaecclesiae.wordpress.com/2012/04/14/ordinatio-sacerdotalis-iosephi-aloisii-ratzinger/
Vero, Angela! Qui:
http://youtu.be/pNroB8kVwMA
Per un “bilancio” del pontificato:
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/benedetto-xvi-benedict-xvi-benedicto-xvi-14293/
Omelia “a braccio” di Benedetto XVI il giorno del suo compleanno:
“Nel giorno del mio compleanno e del mio Battesimo, il 16 aprile, la liturgia della Chiesa ha posto tre segnavia che mi indicano dove porta la strada e che mi aiutano a trovarla. In primo luogo, c’è la memoria di santa Bernadette Soubirous, la veggente di Lourdes; poi, c’è uno dei Santi più particolari della storia della Chiesa, Benedetto Giuseppe Labre; e poi, soprattutto, c’è il fatto che questo giorno è sempre immerso nel Mistero Pasquale, nel Mistero della Croce e della Risurrezione, e nell’anno della mia nascita è stato espresso in modo particolare: era il Sabato Santo, il giorno del silenzio di Dio, dell’apparente assenza, della morte di Dio, ma anche il giorno nel quale si annunciava la Risurrezione.
Bernadette Soubirous, la ragazza semplice del Sud, dei Pirenei – tutti la conosciamo e la amiamo. Bernadette è cresciuta nella Francia illuminista del XIX secolo, in una povertà difficilmente immaginabile. La prigione, che era stata abbandonata perche troppo insalubre, diventò, alla fine – dopo qualche esitazione –, la dimora della famiglia, nella quale ella trascorse l’infanzia. Non c’era la possibilità di avere formazione scolastica, solo un po’ di catechismo per la preparazione alla Prima Comunione. Ma proprio questa fanciulla semplice, che nel suo cuore era rimasta pura e schietta, aveva il cuore che vede, era capace di vedere la Madre del Signore e in Lei il riflesso della bellezza e della bontà di Dio. A questa fanciulla Maria poteva mostrarsi e attraverso lei parlare al secolo e oltre il secolo stesso. Bernadette sapeva vedere, con il cuore puro e genuino. E Maria le indica la sorgente: lei può scoprire la sorgente, acqua viva, pura e incontaminata; acqua che è vita, acqua che dona purezza e salute. E attraverso i secoli, ormai, quest’acqua viva è un segno da parte di Maria, un segno che indica dove si trovano le sorgenti della vita, dove possiamo purificarci, dove troviamo ciò che è incontaminato. In questo nostro tempo, in cui vediamo il mondo in tanto affanno, e in cui prorompe la necessità dell’acqua, dell’acqua pura, questo segno è tanto più grande. Da Maria, dalla Madre del Signore, dal cuore puro viene anche l’acqua pura, genuina che dà la vita, l’acqua che in questo secolo – e nei secoli che possono venire – ci purifica e ci guarisce.
Penso che possiamo considerare quest’acqua come un’immagine della verità che ci viene incontro nella fede: la verità non simulata, ma incontaminata. Infatti, per poter vivere, per poter diventare puri, abbiamo bisogno che ci sia in noi la nostalgia della vita pura, della verità non travisata, di ciò che non è contaminato dalla corruzione, dell’essere uomini senza macchia. Ecco che questo giorno, questa piccola Santa è sempre stata per me un segno che mi ha indicato da dove proviene l’acqua viva di cui abbiamo bisogno – l’acqua che ci purifica e che dà la vita –, e un segno di come dovremmo essere: con tutto il sapere e tutte le capacità, che pure sono necessari, non dobbiamo perdere il cuore semplice, lo sguardo semplice del cuore, capace di vedere l’essenziale, e dobbiamo sempre pregare il Signore affinché conserviamo in noi l’umiltà che consente al cuore di rimanere chiaroveggente – di vedere ciò che è semplice ed essenziale, la bellezza e la bontà di Dio – e di trovare così la sorgente dalla quale viene l’acqua che dona la vita e purifica.
Poi c’è Benedetto Giuseppe Labre, il pio pellegrino mendicante del XVIII secolo che, dopo diversi tentativi inutili, trova finalmente la sua vocazione di pellegrinare come mendicante – senza niente, senza alcun appoggio e non tenendo per sé nulla di quel che riceveva se non ciò di cui aveva assolutamente bisogno – pellegrinare attraverso tutta l’Europa, a tutti i santuari dell’Europa, dalla Spagna fino alla Polonia e dalla Germania fino alla Sicilia: un Santo veramente europeo! Possiamo anche dire: un Santo un po’ particolare che, mendicando, vagabonda da un santuario all’altro e non vuole fare altro che pregare e con ciò rendere testimonianza a quello che conta in questa vita: Dio. Certo, non rappresenta un esempio da emulare, ma è un segnavia, un dito teso verso l’essenziale. Egli ci mostra che Dio da solo basta; che al di là di tutto ciò che può esserci in questo mondo, al di là delle nostre necessità e capacità, quello che conta, l’essenziale è conoscere Dio. Egli da solo basta. E questo «solo Dio», egli lo indica a noi in modo drammatico. E al tempo stesso, questa vita realmente europea che, da santuario a santuario, abbraccia l’intero Continente europeo rende evidente che colui che si apre a Dio non si estranea dal mondo e dagli uomini, bensì trova fratelli, perché da parte di Dio cadono le frontiere, solo Dio può eliminare le frontiere perché grazie a Lui siamo tutti solo fratelli, facciamo parte gli uni degli altri; rende presente che l’unicità di Dio significa, al contempo, la fratellanza e la riconciliazione degli uomini, l’abbattimento delle frontiere che ci unisce e ci guarisce. Così egli è un Santo della pace proprio in quanto è un Santo senza alcuna esigenza, che muore povero di tutto eppure benedetto con ogni cosa.
E poi, infine, c’è il Mistero Pasquale. Nello stesso giorno in cui sono nato, grazie alla premura dei miei genitori, sono anche rinato dall’acqua e dallo Spirito, come abbiamo appena ascoltato nel Vangelo. In primo luogo, c’è il dono della vita che i miei genitori mi hanno fatto in tempi molto difficili, e per il quale li devo ringraziare. Ma non è scontato che la vita dell’uomo in sé sia un dono. Può veramente essere un bel dono? Sappiamo che cosa incombe sull’uomo nei tempi bui che si troverà davanti – anche in quelli più luminosi che potranno venire? Possiamo prevedere a quali affanni, a quali terribili eventi potrà essere esposto? È giusto dare la vita così, semplicemente? È responsabile o è troppo incerto? È un dono problematico, se rimane a se stante. La vita biologica di per sé è un dono, eppure è circondata da una grande domanda. Diventa un vero dono solo se, insieme ad essa, si può dare una promessa che è più forte di qualunque sventura che ci possa minacciare, se essa viene immersa in una forza che garantisce che è un bene essere uomo, che per questa persona è un bene qualsiasi cosa possa portare il futuro. Così, alla nascita va associata la rinascita, la certezza che, in verità, è un bene esserci, perché la promessa è più forte delle minacce. Questo è il senso della rinascita dall’acqua e dallo Spirito: essere immersi nella promessa che solo Dio può fare: è bene che tu ci sia, e ne puoi essere certo, qualsiasi cosa accada. Da questa certezza ho potuto vivere, rinato dall’acqua e dallo Spirito. Nicodemo chiede al Signore: «Un vecchio può forse rinascere?». Ora, la rinascita ci è donata nel Battesimo, ma noi dobbiamo continuamente crescere in essa, dobbiamo sempre di nuovo lasciarci immergere da Dio nella sua promessa, per essere veramente rinati nella grande, nuova famiglia di Dio che è più forte di tutte le debolezze e di tutte le potenze negative che ci minacciano. Perciò questo è un giorno di grande ringraziamento.
Il giorno in cui sono stato battezzato, come ho detto, era Sabato Santo. Allora si usava ancora anticipare la Veglia Pasquale nella mattinata, alla quale sarebbe seguito ancora il buio del Sabato Santo, senza l’Alleluia. Mi sembra che questo singolare paradosso, questa singolare anticipazione della luce in un giorno oscuro, possa essere quasi un’immagine della storia dei nostri giorni. Da un lato, c’è ancora il silenzio di Dio e la sua assenza, ma nella Risurrezione di Cristo già c’è l’anticipazione del «sì» di Dio, e in base a questa anticipazione noi viviamo e, attraverso il silenzio di Dio, sentiamo il suo parlare, e attraverso il buio della sua assenza intravvediamo la sua luce. L’anticipazione della Risurrezione nel mezzo di una storia che si evolve è la forza che ci indica la strada e che ci aiuta ad andare avanti.
Ringraziamo il buon Dio perché ci ha donato questa luce e lo preghiamo affinché essa possa rimanere sempre. E in questo giorno ho motivo di ringraziare Lui e tutti coloro che sempre di nuovo mi hanno fatto percepire la presenza del Signore, che mi hanno accompagnato affinché io non perdessi la luce.
Mi trovo di fronte all’ultimo tratto del percorso della mia vita e non so cosa mi aspetta. So, però, che la luce di Dio c’è, che Egli è risorto, che la sua luce è più forte di ogni oscurità; che la bontà di Dio è più forte di ogni male di questo mondo. E questo mi aiuta a procedere con sicurezza. Questo aiuta noi ad andare avanti, e in questa ora ringrazio di cuore tutti coloro che continuamente mi fanno percepire il «sì» di Dio attraverso la loro fede.
Alla fine – Cardinale Decano – un cordiale ringraziamento per le Sue parole di fraterna amicizia, per tutta la collaborazione in tutti questi anni. E un grande grazie a tutti i collaboratori dei 30 anni in cui sono a Roma, che mi hanno aiutato a portare il peso della mia responsabilità. Grazie. Amen.”
http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/29075.php?index=29075&lang=it
Non so se è vero, ma l’aneddoto è gustoso…
http://www.orticalab.it/In-conclave-Ratzinger-voto-per
Alessandro: sei un MITO! Anche perché hai rispolverato la TEOLOGIA DEL TORTELLINO… Slurp… slurp… slurp! 😀
E’ tutto attendibilissimo. Grana é uno bravo e serio.
Ancor più gustoso é quest’altro “aneddoto” http://www.orticalab.it/Ratzinger-non-voleva-diventare
E’ un Papa profondamente umano, checchè ne dicano!