Cuori in fiamme

 

di Cyrano

«Sto preparando un enorme cuore immenso fatto con fascine di legna secca… quando ripasserai, perché ripasserai (in volo) vero!?!?! …quando ripasserai, al minuto preciso, darò foco, un enorme Cuore tu vedrai, in fiamme!!!».

Beh, che volete: questa andava capitalizzata, e dal momento che l’autore di siffatta dichiarazione (te non t’offendi, vero, Alvise? In fondo non è la prima volta che ti si cita in un post!) s’è lasciato andare fino a ieri ad allusioni ai cuori delle “madonne” del nostro caro blog, mi son dato da fare anch’io per immortalare tanta gagliarda irruenza!

«Ma non è – mi chiesi subito – che Alvise sarà sotto sotto un gran devoto del Sacro Cuore?», e proseguivo, nella mia macchinosa giustificazione: «In fondo è il mese di giugno, una bella pira cuoriforme ci sta tutta!». Certo, effettivamente la forestale potrebbe non apprezzare effusioni di devozione tanto “divampanti”, ma la mia apologia per il romantico piromane della corsia numero 6 resta tutta in piedi: quella al Sacro Cuore è una delle devozioni più tristemente bistrattate e fraintese fra tutte, mentre la bruciante dichiarazione del Nostro ne ha tracciato (inconsapevolmente?) il profilo più aderente.

Torniamo alla povera guardia forestale, che pur ottemperando al ruolo più eroico di cui gli ambienti boschivi italici necessitino in estate (e ne siamo tutti profondamente riconoscenti) fa qui né più né meno che la figura del mondano insipiente: vede un asciutto signore, che ricorda nell’aspetto il Dennis Hopper di Easy Rider, il quale ha appena “dato foco” a un “enorme cuore immenso fatto con fascine di legna secca” e si sta sbracciando, con la torcia ancora accesa in mano, mentre guarda al cielo terso e silente. In alto, qualche sparuto volatile e, lontano, enormemente lontano, un aereo (o sono due?). Soluzione istantanea: è matto. Meschino il vecchio: ora spegniamo l’incendio e interniamo subito lo svitato.

In generale non consiglio a nessuno di ragionare come i matti, ma non di rado – parafrasando Polonio – «c’è della logica nella loro pazzia»: il romantico piromane è la sagoma del devoto del Sacro Cuore, che produce una raffigurazione del suo proprio cuore ed è pronto a evidenziarla in un conflagrante incendio, nella speranza fiduciosa che sarà uno spettacolo gradito agli occhi di chi quel cuore glie l’ha rapito.

Una follia passionale, dunque, sì, ma senza morti, in fondo: non sarebbe molto diversa da una serenata, e in fondo anche la diligente guardia forestale potrebbe comprenderlo benevolmente (ferma restando la comminazione di un’ammenda verosimilmente saporita…). Già, non sarebbe così strano se… se cosa? Se gli occhi cui quel cuore pirotecnico è destinato fossero visibili a tutti, e se lo sventurato poeta incendiario sapesse almeno indicarli con qualcosa in più che poche farfugliate manciate di parole… Allora sì, tutti capirebbero, e la meraviglia del gesto sarebbe tutta contenuta nella sola enormità: ma chi dedica più di dieci secondi a guardare, al ristorante, un ragazzo che, genuflesso ai piedi della sua bella, è testé giunto con un centinaio di rose rosse?

La devozione al Sacro Cuore è l’anima più soda della cosiddetta “devotio moderna” (intesa nella sua accezione più lata): gratitudine commossa per la passione umana di Dio in Cristo, che rivela quanto un amore veramente umano possa essere veramente e nel senso più pieno divino. Il cuore che Cristo tiene in mano non è un minaccioso monito, ma prima di tutto una ferma protesta d’amore: è il segno della piccolezza in cui la divinità ha voluto rendersi conoscibile e riconoscibile, nonché il segno della maestosa dignità che a quella piccolezza Dio, possedendola, conferisce. Per nient’altro che per il Cuore di Cristo Dio può essere cercato e trovato nelle cose piccolissime non meno che in quelle grandissime.

Ricordo ancora bene i giorni in cui, da bimbi, alle elementari, si discuteva animosamente se fosse il cuore o il cervello il “pezzo” più importante del corpo umano: le femminucce, allora, già tirate su a “fiocchetti rosa tra i riccioli”, si gettavano nella romantica difesa delle più ingenue tesi cardiocentriste; i maschietti, probabilmente più per irriflesso spirito di contraddizione che per aver notato che il grigio del cervello si avvicina al loro mitico azzurro (più di quanto potrà mai farlo il rosso di un cuore), diventavano strenui difensori del cerebrocentrismo più marcio. Il pensiero contro il sentimento, la ragione contro la passione, la deduzione contro l’ituizione – imparavamo così gattonando le grandi antitesi della vita, tanto vere e tanto false a un tempo (e comunque sempre buone per intrattenere una non spregevole conversazione tra bambini cresciuti).

Il cuore però resta il cuore: vuoi che ormai sappiamo che “ha le sue ragioni” (e che la ragione non sa comprenderle), vuoi che almeno una volta nella vita una lezione ce l’assesta, dall’adolescenza in poi nessuno – memore della terribile fine del chimico di De Andre’ – si sognerebbe di teorizzare che davvero venga prima il cervello. Di cultura in cultura, di epoca in epoca, di latitudine in latitudine, il cuore viene a indicare il sentimento, la volontà, l’intelligenza… Ciò che ognuno impara prima o poi a ritenere è che il cuore indica insomma “il meglio di sé” (quale che sia), e di questo retroterra vive l’immagine del Sacro Cuore: un’offerta irrimediabilmente impari che invoca un contraccambio inappellabilmente smodato.

E non avremo soggezione dei “teologi” avanzati, che con la puzza sotto al naso schifano le immaginette del Sacro Cuore, né avremo vergogna di considerare che l’amore e la preghiera vivono anche d’intimità (e qualche volta non si disdegnano punte d’intimismo). Poche cose, meno possibile: un “tu”, quello che “io” sono per questo “tu”, e viceversa. Dietro le quinte l’invisibile, l’irripetibile – «expertus potest credere / quid sit Iesum diligere» («chi lo ha provato può credere / che cosa sia amare Gesù») – e sulla ribalta un cuore infiammato, piccolo quanto si vuole, ma deciso a bruciare tutto – «quantum potes, tantum aude / quia maior omni laude / nec laudare sufficis» («osa tutto, fin dove puoi / perché è più grande di ogni lode / e non lo lodi mai abbastanza»).

70 pensieri su “Cuori in fiamme

  1. fefral

    ALVIIIIISEEEE io lo so che non sei matto! Forse qua dentro sei quello con la testa più a posto!!!!

    Cyrano, aldilà del fatto che dovresti riconoscere ad alvise i diritti d’autore, mi piace molto quello che scrivi.
    “E non avremo soggezione dei “teologi” avanzati” macchè soggezione e soggezione ;-). Quello con Cristo è l’incontro con una persona, una storia di amicizia e di amore…. poi possiamo dilettarci a studiarlo, ma è il cuore che ti dice se l’hai incontrato davvero.

  2. alvise

    LUIGI: la finestrella sui monti? E’ così che si vede da casa tua?
    Cyrano: come è imbarazzante vedersi “citati”! Ma comunque, inter nos…
    Il cuore lo intendiamo come erogatore di sentimento allo stato puro
    im-mediato(scusa Alessandro per il trattino!)” Il pensiero contro il sentimento, la ragione contro la passione, la deduzione contro l’ituizione – imparavamo così gattonando le grandi antitesi della vita, tanto vere e tanto false a un tempo ” e così avviene anche ora,
    cose che si provano , ma che non si sa spiegare perché si provano, anche la ragione stessa è una cosa che si prova, che si sente, tutto fa parte della sfera del sentire immaginare, anche la sistemazione razionale cosa è se non che venga dal nostro spirito, o cuore. (nel testo greco dei vangeli ho trovato anche i puri di “cuore” invece che di spirito, o me lo sono immaginato?)

    1. Luigi

      No Alvise, la finestrella che vedi è quella dell’appartamento di Luttach in Valle Aurina dove vado quasi sempre in vacanza d’estate.
      Dalla finestra della mia cucina vedo il mio bello e grande ulivo qualità leccino, si sviluppa con rami sinuosi, gode di una salute formidabile grazie al fatto di essere piantato su un terreno dove sono presenti le vasche biologiche e quindi contribuisco personalmente e direttamente al suo mantenimento, tutto quello che mangio e bevo lui me lo restituisce in olive e olio.

    2. no, non te lo sei immaginato 🙂
      Kardìa è termine tanto “semanticamente straripante” nella koiné quanto lo sarà “mens” nel latino medievale…

  3. alvise

    Alessandro: sul Sole 24 ore di Domenica (Fefral lo dovrebbe aver letto!) c’era un articolo che parlava di un colloquio tra Ratzinger e Habermas (il noioso filosofo) (non che Ratzinger non sia noioso, intendiamoci!) su di scienza e fede (originale!) forse potresti te trovarci te degli spunti anche a proposito della deriva ecologistico germicida del nostro tempo.

    1. Alessandro

      Ratzinger noioso, e te tu che ti credi di non annoiare con codesto dar del noioso a Ratzinger? Fagli gli auguri, che oggi l’è san Pietro e Paolo, e che son 60 anni che è sacerdote!!!

      La deriva igienista ecosostenibile geolatrica antropofobica (ti piacciono ‘sti orridi neologismi, Alvi’?) vien fuori quando l’uomo postmoderno neopagano considera gli omini (maschi e femmini) dei figli ribelli della dea Terra che fanno del male alla loro mammina emettendo CO2 ecc. I geolatri si considerano invece i figli ubbidienti che vogliono far rinsavire quelli indisciplinati. I geolatri per non dar molestia alla mammina non figliano (non vorrai mica sovrappopolare mammina? Oberarla di prole? E poi che figura ci farà alla prova bikini?) e pretendono che gli altri non figlino (fanno i “corsi di sessualità” spiegando che il “rischio” della copula è che nasca un figlio), non mangiano gli animali e sono contro l’estinzione del ramarro pezzato (che delitto togliere la vita ai figli della stessa loro mammina!) ma a favore dell’aborto (così si elimina per tempo qualche probabile futuro persecutore di mamma Terra). Quindi non gli dispiacerebbe che l’umanità scomparisse, perché in fondo considerano l’uomo un errore evolutivo cui sarebbe opportuno che il progredire dell’evoluzione rimediasse, sopprimendolo. Satana, omicida fin dal principio, se la gode. Ma il culto al Sacro cuore e le romantiche pire cuoriformi danno ancora speranza che “non praevalebunt”

  4. alvise

    Pericolo relativismo: potrebbe essere il titolo di un post futuro…
    Chi ha paura del relativismo? Cosa sarebbe in fondo questo “relativismo” anatemizzato se non la riduzione a sistema a principio regolativo del fatto che ci sono tanti modi di pensare di vedere le cose a ragione o senza? Ma se trionfasse questo principio regolativo non ci sarebbe più il “relativismo” ma il relativismo normale di ora e di sempre!Sarebbe come per lo scetticismo, se dovesse essere giusto solo essere scettici che scetticismo sarebbe? Questione questa già discussa milioni di volte…
    E poi come sarebbe un mondo senza “relativismo” o senza relativismo normale, che si avesse tutti gli stessi pensieri? E quali sarebbero questi pensieri(o PENSIERO!)?
    Io in questo sono d’accordo con Franceschina mia tenera amorosa e bistrattata.
    Tutti per uno uno per tutti! Date a Cesare, tutti, nel senso anche del rispetto delle regole
    scritte nei codici, che ci sono voluti secoli per arrivarci,!!!e poi, si starà a vedere. Sennò quale sarebbe la vostra idea?

    1. Luigi

      Il relativismo all’estremo porta alla decodifica anche delle leggi per cui una società non può più gestirsi.
      Dio aiutò Mosé con le tavole per poter arginare un relativismo che andava formandosi sin nell’antichità.
      Gesù ha poi istituito il comandamento dell’amore che come diceva ieri Costanza insieme alla redenzione
      ci dovrebbe spingere a riconoscere e a scegliere Lui come realizzazione della nostra felicità.

    2. Alessandro

      “Chi ha paura del relativismo?”. Te hai paura del relativismo. “Date a Cesare, tutti, nel senso anche del rispetto delle regole scritte nei codici, che ci sono voluti secoli per arrivarci”, ecco, se progredisce il relativismo, non ci sarà rispetto dei codici: un relativista non obbedisce certo ai divieti alle regole (vientato vietare!), se ne frega. E tu non difendi tanto il rispetto reciproco, la fratellanza ecc.? Ma un relativista li relativizza, pensa “li rispetto se mi pare e piace chi è quelll’assolutista (quel non-relativista) prepotente che si permette di biasimarmi di castigarmi se non le rispetto?”
      Quindi, come vedi, a dispetto della tua apologia del relativismo, sei un chiaro esemplare di non relativista (o di relativista molto soft); sei un antirelativista parzialemnte inconsapevole di esserlo.

    3. Io sono profondamente, intimamente e convintamente relativista: sì, tutto è relativo! (A Gesù Cristo, al suo Dio e in modo analogico alla sua Chiesa, beninteso…). 😀

  5. alvise

    Luigi: si ho capito hai ragione la qualità leccino( che sarebbe un apparentarlo al leccio,
    quercus ilex) è molto leggiadra e molto più robusta dell’olivo normale rachitico nostro delle nostre pietraie sgretolate dal sole. Quanto alle fosse biologiche, benissimo, l’eterno misterioso ciclo biologico va a compiersi ovunque!!!!!

  6. giuliana z.

    Bello il Sacro CUore di Gesù che arde d’amore per noi e Lui ce lo porge come a voler dire che il vero amore non si puo’ non ricambiare! e si rivolge al nostro stesso cuore, ai nostri desideri di vero, di bello e di giusto e pretende da 2000 anni di essere la risposta. Chi come me ha sperimentato quell’amore non ne vuole più fare a meno e tronca tutte le cose che impediscono di volare leggeri verso il Grande Cuore.
    E poi apri il giornale e trovi notizie pesanti come pietre: in Nuova Zelanda non sanno come buttare i soldi e si scervellano per salvare un pinguino imperatore che poverino ha perso l’orientamento e s’è mangiato chili di sabbia pensando che fosse neve, lo operano, lo mettono in convalescenza e tra qualche mese un idiota di miliardario noleggerà una rompighiaccio per riportarlo al polo sud! ma… attenzione! la rompighiaccio è pericolosa perchè potrebbe portare con sè batteri dannosi per l’ecosistema antartico! insomma, tutto ‘sto casino per un pinguino. Qui noi ci preoccupiamo di embrioni, mamme surrogate e mamme-nonne e non ci commuoviamo nemmeno un po’ per il pinguino disorientato! ma che cosa vergognosa.
    Io preferisco contemplare il cuore di Cristo innamorato della mia umanità meschina, perchè nel mondo tutte le cose sono ordinate per priorità, tutto è importante, anche il pinguino, ma se i biologi me lo consentono, io mi sento un tantino più importante (l’IO maiuscolo e quindi l’IO di tutti).
    Stai a vedere che appena ridepositano il pinguino sui ghiacci antartici, quello si fa un tuffo e finisce in bocca all’orca di turno?

  7. Antonio

    Aspetta Alessandro. So che non intendi dire quanto a breve evidenzierò, ma è bene essere chiari a riguardo, perché certe considerazioni potrebbero ingenerare tranquillamente alcune idee malsane.

    A mio parere si confondono due piani: quello etico e quello legale. I “codici” stanno alla giustizia quanto gli ecologisti (dato che ci siamo) al paradiso in Terra. E’ più una poetica aspirazione che altro. Senza contare che l’aspirazione è quella di chi, magari in bona fides, si erge a paladino di certe correnti; ben diverso è il discorso riguardo a chi le ha prodotte.

    Tornando a noi, è chiaro che la Legge non corrisponde ad altro che a delle pressioni sociali. E questo da che mondo è mondo. Più una società è sana, più le pressioni saranno “giuste”. La tensione di certo non sarà cattiva. Di conseguenza sono i “codici” i primi a legittimare qualsivoglia tipologia di relativismo. Sottostare ad essi non è indice di mancato relativismo; semmai potrebbe essere il contrario. Perché fino a quando il “codice” mi impone di non uccidere, si può essere più o meno tutti d’accordo. Ma nel momento in cui legalizza un altro omicidio, che è quello di inermi creature che non hanno parola, allora lì mi adeguerei alla moda del momento, che relativizza la dignità umana attraverso l’apposizione di una data di confezionamento ed una di scadenza di ogni essere umano.

    Chi è il relativista? Chi si adegua o chi non si adegua?

    Come spiegheresti, a prescindere dai giudizi di merito, che, “improvvisamente”, un governo a suo dire cristiano (la DC) dovette cedere alle pressanti richieste di rendere legale il divorzio? Non servì nemmeno un referendum abrogativo quattro anni dopo a cambiare le cose. L’Italia “cattolica” voleva che la Legge riconoscesse senza intoppi il divorzio, stop!

    Relativismo e coerenza non vanno di pari passo. Ergo i “codici” sono tutto fuorché fonte di reale civiltà. L’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole? Menomale che ci pensa l’articolo 147 del codice civile, sennò tutti a prendere a pedate in culo i propri bimbi non appena dotati di un assetto tale da riuscire a mettere un piede davanti all’altro.

    Voglio dire, anche il più sprovveduto dà per scontato che i codici altro non siano che il desiderio realizzato delle esigenze (valide o meno) dell’ambiente che le ha prodotte. Osservarle scrupolosamente scongiura la minaccia del relativismo?

    Lo so, mi sono ripetuto. Ma i bambini, che la sanno lunga, sono i primi a mostrarsi immuni a certi trattamenti. Il bimbo è naturalmente ribelle perché avverte nitidamente ciò che noi abbiamo dimenticato. Non tollera che la sua libertà venga limitata a suon di regole e regolette. Il bambino sa che prima deve “capire” il perché di tutti questi “divieti”, per poi realizzare che in realtà non lo sono. O almeno deve essere pienamente convinto dell’autorità di chi gli pone questi fantomatici “paletti”. E a volte penso che la sfrenata sessualizzazione degli infanti sia mirata principalmente a questo: essendo loro i primi, veri portatori di verità, bisogna fare in modo che loro perdano presto questa strutturale e naturale inclinazione, così che davvero nessuno possa più proclamare certe cose.

    E poi, sinceramente, cos’altro c’è da discutere sul relativismo? Si tratta della malattia di chi è legittimamente confuso, ma che in più vorrebbe che anche gli altri fossero affetti dallo stesso male: “siccome per me non esiste una sola verità, non deve esistere nemmeno per gli altri”. Il peccato più grave di chi pretende di sguazzare in certi mari non è la perseveranza, quanto la mancanza di originalità. Continuiamo a dire che tutti hanno ragione, così tutti avranno torto.

    Io sto dalla parte chi vitupera la Chiesa perché non La riconosce per quello che è. Tolta la sua natura divina, non è altro che l’ennesima istituzione umana che discetta sulla qualsiasi, al pari di altre centinaia di filosofi o circoli. Poco importa che ogni tanto sembri azzeccarci.

    L’eterno confuso è colui che produce deliri, mascherandoli da umili domande. Chi cerca davvero la Verità pone domande, che per altri sono solo deliri.

    E’ un film già visto. No, grazie… come se avessi accettato.

    1. Alessandro

      sì, la mia (mi sembra che tu l’abbia colto vista la tua premessa) non era né un’apologia né una liquidazione dei codici.
      Era una specie di breve argomento filosofico ad hominem sollecitato da quanto diceva Alvise. Senza prendere partito pro o contro i codici, dicevo soltanto che chi difende codici norme leggi precetti regole non può essere a un tempo un relativista in senso, per così dire, filosofico, cioè non può essere uno che rifiuta ogni divieto ogni vincolo giuridico ecc. (se il relativista rinuncia a relativizzare un divieto un paletto cessa con ciò stesso di essere pienamente relativista, standocene a detta accezione di “relativismo”).

      Ciò non toglie che anche le leggi i codici ecc. possano essere intrisi di relativismo (che personalemnte contesto con fermezza), cioè possano essere ispirati a vedute del tipo: “non è possibile conoscere alcunché di oggettivamente vero, vale ciò che qui e ora il soggetto tal dei tali stabilisce convenzionalmente valere, ma domani tutto potrà essere rimesso in discussione e quello che oggi vale domani potrà essere rigettato”. E’ chiaro che un “codice” informato da simili vedute sarà relativista in un senso per me inaccettabile e spalancherà le porte a divorzio aborto e quant’altro.

  8. Luigi

    Poi ci si chiede perché si suicidano
    In Svezia hanno aperto l’asilo dei bambini senza sesso: per combattere la discriminazione sessuale i bambini vengono chiamati con il pronome neutro, giocano con Lego e bambole rigorosamente di colore, non si chiamano per nome ma solo “amico”, leggono libri su giraffe maschio che si innamorano e non sfogliano più né Cerentola né Biancaneve. Poi uno si chiede perché in quei paesi il tasso di suicidi e di alcolismo è così alto.

    © – FOGLIO QUOTIDIANO
    di Piero Vietti

  9. Velenia

    Purtroppo non posso fermarmi,un saluto a tutti.Voglio comunicare a tutti quelli che hanno detto una preghierina con questa intenzione che figlio grande ha brillantemente superato gli esami di terza media.Può sembrare scontato, ma nel suo caso non lo è.Ha lavorato duramente e io con lui. Chi vuole continui a ricordarlo nelle preghiere,ne avrà bisogno ancora per molto.Ciao

    1. alvise

      Ma che dici? “Può sembrare scontato, ma nel suo caso non lo è. Ha lavorato duramente e io con lui”. E allora, ve lo siete meritato!!!!
      Certo che non era scontato, nulla è scontato, ma è VOSTRO, SUO
      tutto il merito!!!! Non scherziamo!!!!

  10. alvise

    Ma si può imporre a qualcheduno di essere “relativista”?
    Si puo obbligare vle persone a pensarla in maniera diversa l’uno dall’altro
    per attuare così il regno del relativismo assoluto (se non è una contraddizione).
    Io volevo solo dire che “razionalmente” non si pole arrivare a nessuna conclusione certa
    e condivisa da tutti anche in campo scientifico figuriamoci in quello etico politico sociale.
    Allora cosa si è pensato scrviamo una carta di regole con l’approvazione della maggioranza e proviamo a non saltarci addosso. Naruralemnte questa maggioranza sarà una maggioranza condizionata da situazioni strorico-politiche-culturali-intregalattice eccetra. La carta non sarà mprontata a una validità assoluta. Sarà, appunto, relativa a etc.
    Se io accetto che ci sia una carta come unico sistema per affermare un accordo che con
    la ragione si non si potrebbe raggiungere, non è che io allora divento un dommatista o una testa di cazzo…
    Per esempio, la mproprietà, la successione, sfido chiunque a stabilire “razionalmente” la validità del principio di proprietà eccetra Il valore è solo un valore giuridico cioè ha forza per legge. Certamente tante persone potranno giudicare non giusto questo principio e porteranno le loro ragioni contro, come altri le porteranno a favore. In questo momento della storia “vige2 il principio di proprietà e viene fatto rispettare dalla legge.

    1. Luigi

      Infatti siamo liberi di scannarci e lo facciamo per qualsiasi cosa e da sempre. Dio ha creato il mondo e ci ha lasciati liberi ma non possiamo vivere senza di lui o quantomeno siamo liberi di provarci a nostro discapito.La pienezza della vita e la felicità assoluta è come un labirinto e si raggiunge attraverso una sola Verità Via e Vita.

    2. alvise

      Voi fate confusione tra relativismo e anarchia. Se uno vuole essere vero anarchico deve dare foco a ogni cosa o ritirarsi nelle selve. Se uno è relativista può restare anche se non crede a principi razionali assoluti, ma accetta le regole civili come il minore dei mali. Certo, è anche questo un punto di vista e in quanto tale puzzolente di dogmatismo, allora diciamo così, vietato pensare, se uno pensa è un dommatico, sempre.
      Cyrano, Fefral, Velenia, Luigi, Dani-cor, Giuliana, Roberto, oboe, Raffaella, tutti/e aiutatemi, ditemi che è così!!!!

    3. Luigi

      Quindi l’uomo perfetto è quello pazzo o senza cervello ed ora sembrerebbe anche senza organo genitale.

    4. fefral

      Alvì, il tema non mi intriga tantissimo. Mi sembra sensato (non ho più l’età per fare disquisizioni filosofiche) pensare che esista una sola verità, e che possa essere conoscibile. Che poi il percorso di conoscenza di questa verità duri tutta la vita per il singolo, e tutta la storia se guardiamo all’umanità mi sembra altrettanto sensato. Negare che esista una verità mi sembra quantomeno imprudente. Non credo che il contrario del relativismo sia il dogmatismo. Pensare che una verità esista e cercare di conoscerla mettendoci ogni mezzo non è dogmatismo. Sapersi mettere in discussione ascoltando le ragioni altrui perchè nessuno di noi può ritenersi detentore della verità non è relativismo.
      Ascoltare la verità dalla bocca di Colui che afferma di essere la Verità mi sembra una gran bella figata! E’ dogmatismo questo? No, questa è la fede. Ma lascio a chi studia sui libri il piacere di spiegarlo

      “Viviamo comodi dentro alle nostre virgolette
      Ma il mondo è molto più grande più grande di così
      Se uno ha imparato a contare fino a sette
      Vuol mica dire che l’otto non possa esserci” (Jovanotti)

  11. Oggi non ho la testa, anzi ce l’ho e mi sta scoppiando!

    Torno da una Torino torrida dove non ho combinato nulla nei meandri della burocrazia che cresce gonfia e rigogliosa affianco al relativismo imperante.

    Mi fa specie che più cresce la “liquidità” e la mancanza di etica della società, più siamo invasi da norme e regole assurde che ti rendono la maggior parte della vita un inferno di compilazione moduli. Moduli questi regolarmente sbagliati, perché se non gli scarichi in tempo reale dal web, non valgono, anche se sostanzialmente uguali, ma con una riga in più che poi se non riguarda il tuo caso. La testa non si usa, non c’è spazio per il buon senso. No, il modulo con il codice giusto, leggiamolo, no, non è quello giusto…

    Vince il binomio relativismo morale etico e totalitarismo tecnocratico.

    E noi sempre di più ci incamminiamo verso il GRANDE BUROCRATE, che ci assilla, ci toglie il respiro.

    Ma chi riesci a cercare il bello, il buono ed il giusto in mezzo a questo fiume di carta straccia!!!

    Guardavo desolata Piazza San Giovanni a Torino da via 4 marzo (con google si riesce a capire, per chi non conosce), davanti al duomo, il palazzo degli uffici tecnici. Una visione da brivido. In primo piano un esemplare di architettura anni ’70 in mattoncini, sicuramente fatto secondo tutte le regole urbanistiche ma secondo me da implodere!!!! Un mostro, approvato dagli uffici tecnici, ma un mostro!!!!

    Più lasciamo libero ogni singolo uomo al suo singolo volere, credendo di autodeterminarsi, più gonfiamo il grande stato regolatore con cavilli per rendere schiavo il suo vivere. Poveri illusi questi omini piccoli davanti al gigante lento che tutto richiede, tutto vigila e tutto controlla…

    Meno male che, non avendo la testa, mi resta il cuore, Il Cuore, quello che s’infiamma d’amore per noi nonostante tutto, anzi proprio per tutto. Quello che si è fatto come noi, si è sottomesso alle nostre leggi, si è fatto uccidere secondo le nostre leggi ma che, facendolo, ci ha liberato da esse. Basterebbe aderire al comandamento dell’amore e fiumi di norme sparirebbero!

    Scusate lo sfogo

    1. Alessandro

      per essere una che non ha la testa ragioni a meraviglia 🙂

      Fossero tutti così gli “sfoghi”!

  12. çAlvise,
    Leggo ora la tua richiesta di aiuto!
    credo che il mio intervento/sfogo possa esserti d’aiuto. Per me il relativismo si sposa con la burocratizzazione e non necessariamente con l’anarchia.
    In fondo quello che vediamo è anarchia morale ma pienamente conforme alle regole.
    La rivoluzione ha superato i moti “è vietato vietare”, oggi vogliamo tutto messo nero su bianco, il disordine regolamentato….
    Oggi mi sento assolutamente dani il tormento e l’exstasis…

  13. alvise

    E’ vero, un altro modo più gajardo de vedè erpapa!!! “fricchettone” !!!! Vedi il pregiudizio (mio)come non me l’aveva fatto vedere?

  14. alvise

    FEFRAL: sei riuscita a farmi sentire uno stupido chiacchierone barboso, e barbuto, in effetti uno si lascia trascinare da discussioni che poi risultano consistenti nelle solite cosedette e ridette o lette e rilette o studiate le solite frasi i soliti incastri mentali da cui non si pole mai uscire ma si potrebbe almeno fare a meno di ripeterli sempre come unico sistema perché i pensieri non impestino il mondo ….
    Orsuvvìa, mi riscuoto subito da questo torpore della mnte e dell’anima e 1 vo nell’orto a vedre se i pomodori…2 annaffiare 3 pensare per la cena 4 pensavo. una bella insalata greca che come la fo io non la fa nessuno con feta greca 5 pane fresco che ho gia comprato oggi alla COOOOOOP!!!! 6 una frittatina di zucchine con ova della gallina proprio 7 stasera voglio bere della Vernaccia di S. Gimignano della fattoria di Pietrafitta che mi hanno detto che è bona secca asciutta vigorosa 8 ne voglio bere il più possibile

    1. Luigi

      Mi intriga molto la filosofia dell’insalata con la feta greca e ancor di più la vernaccia, ieri ho comprato un Muller Thurgau spumante brut alla Coop a 4,70. Vedremo. Dani e Fefral voi siete l’essenza del pensiero filosofico.

    2. fefral

      c’era la tua amica commessa alla coop?
      Non sei barboso… sono io che non sono brava a fare discorsi complicati

    3. fefral

      ecco c’è quello che studia filosofia e teologia… perchè non spieghi un po’ tu? 😉

  15. alvise

    Dani-cor: anche te mi fai passare da burocrate, me , che sono all’età delle ” pietre”!!!!

    1. DaniCor

      Non a te! Tu che fai un bel mestiere di altri tempi! Per me sei più medioevale che cavernicolo (e guarda che amo il Medioevo!)

    1. T’è piaciuto il duetto con Fefral, Alvi’? 😉
      Non so darti informazioni più precise di quelle che altri ti hanno dato (e che a occhio e croce mi sembrano di buona approssimazione), ma ti svelo subito un maligno motto gesuitico su quelli che entrano da loro dopo i quarant’anni: “Ha dato la carne al mondo e ora viene a dare le ossa alla Compagnia”! 🙂 Son terribili, sono!

    1. fefral

      va bene far giocare le femmine coi trenini e i maschi con le bambole (anche i papà tengono in braccio i loro piccoli, e li nutrono e li curano tante volte meglio di noi). Ma mi chiedo: ‘sti bimbi svizzeri la pipì non dovranno farla ogni tanto? E come glielo spiegano che alcuni hanno il pisellino e altri no se fanno tutto ma tutto insieme in maniera indiscriminata?

  16. Alessandro

    il problema non è che Luigia giochi col trenino e Raffaele con la bambola, grave è che i maschi siano costretti a giocare con le bambole e le femmine coi trenini… me lo vedo il/la pedagogista occhiuto/a (o semplicemente pedagogista neutro) correggere il maschio che, ovviamente, dopo un po’ le bambole non se le filerà manco per niente: “gioca con ‘sta bambola, non fare il discriminatore già da piccolo!”. Questi “impediscono ai maschi di trasformare un bastoncino in una spada e di urlare facendo la lotta”, quindi stanno rovinando ‘sti disgraziati; impedire a un maschietto di vedere una spada in un bastoncino vuol dire devastargli la testa… non so che fine faranno dei bambini in cui reprimono il sano desiderio di giocare alla lotta facendosi una bella gridata… poveretti! (ma visto che in Europa ci sono organismi severi che vigilano sui diritti di tutto e tutti e in proposito impartiscono lezioni ai cattolici, nessuno si muove per fermare questo scempio?)
    Questione pipì:, non lo so come fanno e non lo voglio sapere, non mi ci far pensare…

    1. fefral

      beh…. io ho mio figlio che (da poco senza pannolino) ogni tanto mi chiede “ma le sorelline ce l’hanno il pisellino?” E’ una domanda assolutamente spontanea, a cui rispondere, ovviamente, con la verità. I piccoli svizzeri non le fanno ‘ste domande?

  17. E’ lecito fare delle sperimentazioni del genere con i bambini? Fossero dei cani ci sarebbe lo scatenamento mondiale, l’insorgenza dei geolatri…
    Il pinguino più l’asilo mi fanno solo peggiorare il mal di testa.

    1. Alessandro

      non volevo contribuire ad aggravare il tuo mal di testa, Dani…
      magari una preghiera al Sacro Cuore è un buon farmaco per tenere a bada l’emicrania oltre che la geolatria

      approfitto per rivolgere un pensiero al Papa che oggi festeggia il sessantesimo di ordinazione sacerdotale e ha tenuto un’omelia toccante rievocando quel giorno lontano nella solennità del SS. Apostoli Pietro e Paolo.

  18. Luigi

    Il delirio culturale è arrivato. Ma dov’è che si può scrivere scemi a queste persone?

  19. ALVISE, non c’è un limite d’età per entrare in un Istituto religioso. Tieni conto che, nello specifico, per diventare gesuita ci vogliono dieci anni di studi, più o meno

    1. Alessandro

      allora facciamo i conti, Alvise è un finto vecchio e c’ha un fisicaccio, tra una decina d’anni sarà ancora in gamba, quindi si può fare Alvise!

  20. appaio e scompaio solo per dare la buonanotte, per dire che il salvato e poi divorato dall’orca mi ha fatto morire dal ridere (Giuliana), che sebbene non sia una intenditrice di vini il Muller thurgau o come si scrive mi piace un sacco, che Alessandro mi fa sganasciare, che mi associo alle preghere per il figli di Velenia, e che i bambini che crescono senza identità sessuale mi fanno davvero una gran pena, poveretti, e si dovrebbe pregare anche per loro che finora non c’entrano niente.
    Ho la connessione di nuovo perché siamo di nuovo in pediatria, Filippo è ancora una volta alle prese col solito virus, ma sembra che lo riescano a tenere sotto controllo e anche tutto il resto sembra a posto. Abbiamo passato 15 giorni insieme tutti e 4 e ci siamo ricaricati, ora affronteremo questi successivi 15 con coraggio e determinazione.
    Lui è un eroe, e poi oggi in particolare ho percepito che non siamo soli, non che non lo sapessi, ma ogni tanto è bene avere delle conferme (come dice Fefral, ogni tanto il monologo si fa dialogo e allora si capisce la differenza).
    un abbraccio a tutti, a domani.

    1. Un abbraccio grande e un bacio a Filippo che disegna animali fantastici come nessun altro, il ché mi fa morire, visto che amo il fantasy!

  21. Roberto

    Alvise, la proprietà privata si difende razionalmente affermando che essa è indispensabile per la libertà umana. Chi nega la proprietà privata nega e odia la libertà umana, vuole erigere la Torre di Babele. Odiare la libertà umana è, per un essere umano, irrazionale, perché significa odiare una delle caratteristiche che fa degli esseri umani (e quindi anche di se stesso) ciò che è.

    Piuttosto, cosa mi dici di questa follia delle scuole svedesi? Questo è un frutto mostruoso del relativismo, una palese manifestazione della volontà di distruggere fino alla radice l’identità umana negandone in modo schizofrenico qualsiasi realtà. Quindi è ben possibile imporre agli altri il relativismo. Il relativismo è una ideologia e un pensiero totalitario, non vuole lasciare spazio ad altro che a se stesso. Data che è questo il suo fine (come per ogni altra ideologia), è razionalmente parlando, interiormente contradditorio.

    1. Alessandro

      Sì, il relativismo (nel senso in cui ne parli tu, Roberto) è assolutista (vuole squalificare tutto ciò che lo contrasta), e quindi è intimamente contraddittorio. Ma al relativista non interessa la contraddizione razionale: il prepotente non si fa troppi scrupoli logico-filosofici…

    2. Roberto

      E infatti! E poi non vorrai mica osservare troppo la realtà e ragionarci sopra? Così potresti scoprire che ci sono cose che devi chiamare “vere” e altre “false” e imboccare la strada dell’intolleranza e della mancanza di rispetto verso chi si è messo a testa in giù, guarda il mondo a gambe all’aria e vuol pure sentirsi dire che ha ragione. Vergogna! Pensare è il primo passo per chiudersi all’altro ed è peccato mortale contro il “dialogo”. Che, Alessandro, non lo sapevi? Smettila subito, cattivo!

    3. fefral

      non so perchè ieri avevo letto svizzera non svezia…. bene, sono un po’ più lontani da noi, abbiamo ancora un po’ di tempo per rovinare la vita ai nostri figli dicendo loro se sono maschi o femmine

  22. alvise

    Non mi torturate!!! Va, bene, d’accordo, gli svedesi sono HORRIPILAR!!!
    La proprietà privata è garantita dallo Stato.
    Si può stare tranqulli, per il momento!!!

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