L’aborto e la memoria

di Costanza Miriano

42 milioni e 400mila bambini in UN ANNO sono stati uccisi con un bisturi nel grembo della loro mamma, e non sappiamo quanti ne sono stati espulsi con i veleni delle pillole. Succede nel 2020. Uno dei primi atti ufficiali di Biden, osannato all’unisono da tutta la stampa mondiale e da tutti ma proprio tutti quelli che contano, è stato finanziare le cliniche abortiste con fondi pubblici. Insomma, nel sentire comune l’aborto è indubitabilmente considerato una conquista, istericamente difeso senza condizioni, addirittura fino alla nascita del bambino.

In questo quadro culturale, in cui l’aborto è esaltato e oggettivamente usato come un contraccettivo, mentre se provi a metterlo in discussione ti tirano fuori storie terribili tipo “sì ma se è frutto di stupro e incesto?” (42 milioni e mezzo all’anno?), un sacerdote ha provato a far ragionare la gente a partire dall’olocausto, ed è stato linciato mediaticamente. Eppure il suo ragionamento non fa una piega: l’olocausto è stato una grande tragedia, è avvenuto che qualcuno ha pensato di poter decidere delle vite degli altri. Tutti lo condanniamo chiaramente e senza distinguo, gli dedichiamo giornate della memoria, film, libri, opere di ogni genere, come è giusto che sia, perché non è stato l’unico orrore della storia dell’umanità, ma è stato orrore, ed è vicino a noi nello spazio e nel tempo. Allora, quando ne facciamo memoria, quando ri-cor-diamo, cioè lo rendiamo vivo nel nostro cuore, facciamo che non sia stato invano, cioè che non accada più che sia possibile che qualcuno decida per la vita di un altro.

Perché gridare allo scandalo se un sacerdote, padre Bruno De Cristofaro, dice una cosa così semplice?

Perché soprattutto in una società che si proclama plurale ci sono cose – sempre più numerose – che non si possono dire?

Ci scandalizziamo perché Mengele tracciava una linea a 1,50 metri e stabiliva che chi non arrivasse a quella altezza non avesse diritto di vivere. Oggi c’è chi stabilisce fino a quale settimana i bambini hanno diritto a non essere uccisi, e questo avviene oltre 42 milioni di volte all’anno, 116.164 volte ogni giorno, molto più di un bambino al secondo, e moltissimi di più con le pillole, (che in Italia si possono prendere senza ricetta, anche da minorenni, grazie ministro Speranza).

Eppure Papa Francesco definisce chi abortisce “una persona che chiama un sicario” per liberarsi di un porblema: mi pare dunque che padre Bruno abbia parlato in piena comunione con la Chiesa, senza offendere la memoria dei poveri bambini – e degli adulti e dei vecchi – uccisi nell’orrore dei lager e in tanti altri modi. Non offende neppure le donne, che sono le prime vittime dell’aborto, anche se lì per lì non se ne rendono conto, visto che in questo clima in cui siamo immersi, in questa continua, martellante catechesi del mondo sono spinte in tutti i modi ad abortire, finanziate, aiutate, incoraggiate a uccidere il loro bambino, invece che aiutate a farsene carico se non ce la fanno (ovvio, è molto più comodo per le autorità eliminare un bambino che aiutarlo a crescere).

Certo, anche io con onestà intellettuale mi rendo conto che il paragone può suonare audace alle nostre orecchie, plasmate da anni e anni di propaganda, e poi alcune differenze ci sono: è innegabile che una donna che ha concepito un bambino che non desiderava è chiamata a un grosso sacrificio. La gravidanza e il parto non sono uno scherzo, ed è chiaro che il paragone non è perfettamente calzante. Ma non lo è anche nel senso opposto: quei bambini sono stati chiamati alla vita dalla condotta di un uomo e di una donna, che hanno una responsabilità verso di lui. Non è difficile far sì che quel bambino non sia chiamato alla vita, ma quando c’è, esiste. E’ una persona. Verso di lui io, padre, madre, sono ancora più responsabile che verso chiunque altro: non è vero dunque che l’aborto equivale a un omicidio, l’aborto è più grave perchè la persona che magari volessi uccidere non dipende da me per vivere, non l’ho chiamata alla vita io. L’aborto invece è l’uccisione di una creatura che dovrei difendere, aiutare, accompagnare fino a che sia capace di andare da solo per il mondo, e che ho generato io.

Ieri sentivo le voci delle donne polacche scese in piazza per contestare la legge che rende l’aborto possibile solo in caso di violenza, o di pericolo per la vita della madre: mette sullo stesso piano due vite, quella della madre e del bambino, quindi una legge perfettamente sensata dal punto di vista della filosofia del diritto (non della fede, ma questo è un di più che non possiamo pretendere per legge, non tutti sono forti come la mia amica che ha accolto una figlia nata da una violenza, e ha reso il mondo un posto molto molto più bello grazie a quella bambina meravigliosa; e non tutte sono Chiara Corbella Petrillo o Gianna Beretta Molla, o le tantissime altre mamme anonime che scelgono la vita del proprio figlio prima della propria). Quella donna intervistata in piazza in Polonia (ovviamente alle migliaia della marcia della vita non viene dato un millesimo di quella visibilità, ma pazienza), ha detto: “non voglio far nascere un figlio malato per poi vederlo soffrire”. Ecco, il punto della frase è “vederlo”. Perché, vorrei dirti, cara ragazza ingannata, che quando abortisci tu non lo vedi, ma il tuo bambino viene tagliato a pezzi, quando è vivo. Tu non lo vedi ma lui soffre, e soffre ancora di più perché sente di non essere amato. Soffre perché è dilaniato terribilmente, che è stato poi il motivo per cui il ricchissimo medico abortista newyorkese Bernard Nathanson ha smesso di fare aborti: con un’ecografia ha visto il grido silenzioso di un bambino ucciso nel grembo materno (è appena uscito in Italia il suo libro!). E poi volevo dirti, cara ragazza ingannata, che conosco bambini disabili amatissimi, e dunque felici, forse più di te, e genitori che li amano pazzamente, e che mai e poi mai vorrebbero liberarsi di loro.

Quando una mamma concepisce è una mamma, punto e basta, anche se affitta un sicario, come dice il Papa: questo non cancella il fatto che da quel momento lei è e rimarrà sempre una mamma.

Esprimo dunque solidarietà a padre Bruno, ma soprattutto alle mamme che portano dentro di sé la sofferenza di avere abortito forse perché ingannate o lasciate sole, e gratitudine all’esercito di coloro che si danno da fare perché nessuna donna sia mai abbandonata con il suo fardello, che a volte sembra davvero tanto pesante. La grandezza di una società si vede da come tratta i suoi figli più fragili: questo sarebbe un modo vero di onorare la memoria dell’orrore dell’Olocausto, far sì che mai più nessuno possa decidere della vita di nessun altro, soprattutto dei più deboli, che la comunità si stringa per dare tutti una mano affinché nessuno venga lasciato indietro.

 

52 pensieri su “L’aborto e la memoria

  1. Grazie ancora Costanza, purtroppo non solo il tema ma anche il termine “aborto” è oramai stato eliminato dai discorsi fra cristiani e dalle omelie. Perfino nella giornata per la vita dal pulpito puoi sentire di tutto tranne la parola “aborto”! Forse perchè e’ troppo “divisivo”. 🙁

    1. Mauro

      Quei bambini ci giudicheranno! Siamo in una tale decadenza morale di cui dobbiamo avere paura perche non avremo limiti di cattiveria… grazie ancora Costanza…e accogliamo ogni secondo nel nostro cuore quei bimbi trucidati

      1. Lumpy

        Come ho già scritto e riscritto, la battaglia contro l’aborto deve fondarsi su una base nuova per essere efficace. Pensare che l’aborto lasci una donna dilaniata e distrutta è ormai illusorio e minoritario: lo vedo a scuola. La nuova frontiera dell’abortismo è vantarsene, gridarlo ad alta voce, vedi i casi di Michelle Williams, Selvaggia Lucarelli o di tutti i gruppi facebook “ho abortito e sto benissimo”. Le ragazzine abortiscono e non custodiscono più questo orrore nel cuore, ma ne parlano, ne chiacchierano, se ne vantano col pieno consenso della maggioranza delle madri (che per nessuna ragione avrebbero gradito il “peso” di un nipotino). Teniamo poi conto che ad oggi il primo rapporto sessuale avviene intorno ai 15 anni mentre ci si sposa non prima dei 30. Resta in mezzo un QUINDICENNIO di rapporti genitali più o meno liberi e regolati da contraccezione, pilloline, abortini, pilloline del giorno dopo. Una ragazza che abbia il suo primo rapporto sessuale a 16 anni (e sono ottimista…) e che ad oggi sia considerata “seria”, ovvero abbia 3-4 storie monogame “lunghe”, ovvero da 1-2 anni ciascuna, intervallate da un paio di avventure da una notte e via e si sposi a 32 anni (magari dopo la convivenza di rito), arriva al matrimonio avendo avuto rapporti sessuali con non meno di QUINDICI uomini. Lo ripeto: quindici. E sapete benissimo che è una stima al ribasso. L’aborto per le ragazze di oggi è un’opzione come tante, non apriamo il dramma di chi lo usa come contraccettivo perché la pillola “fa ingrassare” e il maschio di turno “non vuole usare il preservativo”. Ci sono ragazze che abortiscono 1, 2, 3 volte, che prendono la pillola del giorno dopo come contraccettivo regolare. Difficile pensare a loro come “donne distrutte” dall’esperienza abortiva. Le chiese e gli oratori dopo la cresima si svuotano di ragazzini, mentre le discoteche e i locali si riempiono. I genitori sono i primi a rifiutare l’eventuale gravidanza della diciassettenne perché sono troppo impegnati a “rifarsi una vita” con un nuovo compagno o “inseguire se stessi”. Molti degli adolescenti di oggi vivono in famiglie spezzate e variamente ricomposte, dove le promesse matrimoniali sono state spezzate a volte più di una volta e dove ad ogni “infatuazione” della madre è corrisposto un nuovo uomo in casa, in bagno, a tavola, magari anche un nuovo fratellino che ha mezzo il tuo sangue, ma cognome e nonni diversi. In questo caos valoriale, parole come “castità” “sacramento” “apertura alla vita” “sacralità della vita” sono terra straniera, parole vuote e mai sentite, derise spesso dai loro stessi genitori. La generazione nata negli anni ‘80 — ‘90 almeno aveva il mito del “faccio sesso solo quando c’è amore” e la verginità veniva conservata almeno per una relazione amorosa “duratura”. Ora le giovanissime rivendicano orgogliosamente il diritto al sesso fine a se stesso, spopolano social dedicati cone Tinder, dove l’incontro con lo sconosciuto è implicito che avrà un esito sotto le coperte e il giorno dopo tanti saluti. Giovani donne che hanno avuto 20-30 partner sessuali sono ormai la norma. So che sembrano numeri folli, ma ripeto, se il primo rapporto avviene a 15 anni e il matrimonio (magari in chiesa) a 32, dire 20 uomini equivale ad averne avuto uno diverso all’anno o poco più, provate a fare il conto ipotizzandone uno al mese… sono numeri impressionanti.
        Per questa generazione l’aborto è uno dei tanti strumenti che hanno a disposizione nella loro ricerca edonistica del piacere. I figli? No grazie, non ora e se quando deciderò che è l’ora (rigorosamente dai 35 in su) non verranno, allora “affitterò una surrogata come Kim Kardashian”. Chiedete a una sedicenne cosa pensa dell’utero in affitto: vi dirà che è una cosa bella perché generosa, perché le star di hollywood che segue sui social lo fanno. Provate a dire a una sedicenne che l’omosessualità è un peccato: vi riderà in faccia. Difficile continuare a sostenere che tutte queste donne, che tutti questi milioni di aborti abbiano lasciato dietro milioni di donne infrante. In realtà molte di loro (la maggioranza -altrimenti non si spiegherebbero questi numeri in continuo aumento) hanno ripreso la loro vita con indifferenza e se tornassero indietro lo rifarebbero. Basti guardare al caos scatenato per la questione dei bambini non nati seppelliti col nome della madre: nessuna voce si è alzata a difendere quelle croci bianche a cui in tutta fretta è stato tolto il nome della mamma, l’ennesimo rifiuto che questi bimbi devono subire, ed è probabile che la causa finirà con la vittoria delle “madri” perché la sacra privacy è per noi ormai una divinità intoccabile.

        1. Lucia

          Cara Lumpy concordo in tutto. Tu affermi che la lotta all ‘ aborto deve essere condotta su basi diverse, mi chiedo quali…. Temo che non ve ne siano, sotto Papà Benedetto ci si era un po illusi che si potesse condurre con efficacia la battaglia sulla base del diritto naturale ma è stata una sconfitta su tutta la linea, il diritto naturale è difeso da pochi laici filosofi o giuristi che siano, vengono definiti atei bigotti nel migliore dei casi e disprezzati se possibile ancora di più, vengono scacciati dalle università e rischiano il carcere quanto gli intellettuali credenti. Ho letto delle discussioni a riguardo sul web dove i difensori dell ‘aborto, dell’ eutanasia ecc affermano che il diritto naturale in pratica sarebbe la “religione” dei Greci o qualcosa di simile. Secondo me la guerra e non solo la battaglia è persa. Ho letto di una veggente americana che negli anni ’80 – 90 rivelò che Gesù nelle sue visioni afferma che l’ aborto sarebbe stato legalizzato in OGNI Paese del mondo, e se penso che negli anni ‘ 90, dopo quindi la caduta del muro nelle costituzioni del Cile, Irlanda e Argentina vennero inseriti articoli della Costituzione dove esplicitamente si diceva che la vita umana doveva essere difesa fin dal primo istante del concepimento proprio per evitare l ‘ approvazione di leggi abortiste ebbene abbiamo visto come negli ultimi 5 anni in tutte e 3 le Nazioni l ‘ aborto è stato legalizzato. Di più, la veggente faceva intendere che dopo la legalizzazione in tutto il mondo, ci sarebbe stata la fine del mondo. Io non so se queste visioni siano vere, ma tendo a pensare alla luce della deriva della Chiesa che siano uno degli indicatori del Giudizio divino. Mi dispiace solo per le associazioni prolife siano non solo oscurate, disprezzate come Oscurantisti integraliste associazioni nemici dei diritti umane dai laicisti e dalle legislazioni di sempre più Stati ma che ormai lo siano anche dalla gerarchia cattolica, ad esse nessuna passerella con abbracci entusiasti e torta da parte del Papa, ma neanche un tweeter che dica il candidato che sostiene l ‘ aborto, l’ eutanasia e vuole togliere la libertà di espressione a chi difende la vita umana dal concepimento N ON è CRISTIANO……..Questo viene riservato ad altri. Buona giornata

        2. Raffaella

          Brava Lumpy, hai detto semplicemente la verità. Queste sono le nuove generazioni; la battaglia è persa.
          Sarà molto duro ricostruire, sinceramente non so nemmeno come si potrebbe fare.

        3. Bruna Lionetti

          Terribile realtá Lumpy!
          E la cosa piú terribile è
          l’ impotenza che si avverte, ancora piú reale, davanti alla carneficina … prima dei bimbi abortiti…delle bambine- madri!
          A me piú che tristezza veramente, mi viene rabbia, da prenderle a sberle…loro e le star idolatrate…ma poi, ti rendi conto che è parte di tutto il gioco del maligno, omicida e menzognero.
          E quindi, perchè stupirsi?
          Ma, arrendersi, no. Mai

  2. Giovanni

    È innegabile che Bergoglio sia più “morbido” rispetto ai suoi predecessori sull’argomento. Sarà un caso ma anche in Argentina…

  3. Doriana

    Ho 65 anni e sono alla soglia della vecchiaia ma, nonostante siano trascorsi tanti anni, il dolore per aver perso la mia creatura a causa di un aborto spontaneo é ancora talmente vivido che penso con tristezza alle donne che hanno deciso di non conoscere la loro creatura decidendo
    di abortire. La figlia che mi é stata donata dopo quell’evento tragico si é rivelata una creatura
    frutto bellissimo del mistero della vita: il miracolo che due cellule possono creare chiede alla madre di essere accolto proprio per come la vita si manifesta.
    Grazie Costanza dei profondi e accorati pensieri cha ha condiviso con noi.

  4. Nonna Anna Maria

    Io vorrei che in tutte le scuole frequentate dai miei nipoti, anche alle medie, e nelle scuole frequentate da tutti i nipoti di tutte le nonne come me,
    Venga proposta, la lettura dell’articolo:
    L’aborto e la memoria. Aiutati e stimolati,
    magari,

    Dal Padre M. Botta (sarebbe il massimo!)
    Aiutati per una riflessione su un’argomento così importante per la loro vita.

    … Io continuo a pregare e anche a sognare e sperare che tutto questo mondo fondato sulla menzogna sistematicamente presentata come Verità oramai in tutta la società, venga bloccata dal trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Quando Dio vorrà!,

  5. Roberto Coletta

    Brava Miriano
    La Vergine Maria ti custodisca sempre, di dia sempre le forza per affrontare questi temi “tabù ” anche per molti vescovi.
    Coraggio!

  6. Sono una nonna, ho 80, quasi 81 anni.
    Come Nonna Anna Maria, vorrei che venisse proposta, o forse anche imposta, la lettura e la riflessione di ” L’aborto e la memoria”, non solo nelle scuole ma …nelle Chiese,…nelle Omelie, …nelle varie catechesi se e dove ancora si fanno…
    Nei consigli pastorali delle varie Parrocchie…
    Grazie Costanza.
    Anche io continuo a sognare. Pregare. Sperare…..

  7. Vale

    Eppure il pont. Istituto.teologico giov.paolo II sulla famiglia diretto dal Paglia,voluto dal Papa come nuovo responsabile ,sappiamo tutti cosa ha pubblicato sul suo sito Facebook.

    Sostituisco volutamente la parola aborto con omicidio.

    Difendere il diritto all’omicidio è differente da difendere l’omicidio.

    A me pare l’ormai trito gioco delle parti.

    1. Lucia

      Cara Vale la verità è che per la gerarchia che domina adesso in Vaticano un bambino in grembo vale meno di un migrante, dei gay, del riciclo ecc, non so se sia semplicemente perché per interesse si è schierata dall’ altra parte della barricata o perché ci credano proprio, il che è ancora peggio. Buona serata

  8. Giovanna Rispoli

    Cara Costanza,
    grazie davvero sempre.
    Condivido tutto quello che hai scritto e la mia solidarietà al sacerdote.
    Un caro saluto

  9. Paulette

    Prima dell’aborto c’era un atto sessuale senza intenzione di procreare. Spesso si tratta di rapporti prematrimoniali che secondo Suor Elvira le ragazze permettono per paura. E’ quindi la paura da combattere per prima cosa. Insegnare che i maschi vanno amati non viz iati.

    1. Lucia

      Cara Paulette purtroppo non c ‘ è solo un atto sessuale a monte dell’ aborto, oggi come ci dicono le cronache a 12 anni molte ragazzine già fanno sesso e visto che l ‘ età media del primo è ormai unico figlio è verso i 35 anni, direi che ci sono un’ infinità di rapporti e soprattutto ormai si va verso la metà delle donne che per nulla al mondo vogliono figli e andrà sempre peggio. Buona notte

  10. Annalisa

    Cara Costanza, sono commossa,
    condivido tutto quello che hai scritto.
    Mi ha colpito la seguente affermazione :《Conosco bambini disabili amatissimi, e dunque felici…e genitori che li amano pazzamente, e che mai e poi mai vorrebbero liberarsi di loro》.
    Anch’ io conosco genitori con bambini disabili. Quando li osservo provo immensa tenerezza e l’AMORE traspare in ogni loro gesto e in ogni loro parola.
    Grazie Costanza
    Che Dio ti benedica!

  11. Beppe

    guardate questo video (in particolare dal minuto 04:28) e poi ditemi come è andato a finire … perché io non ce la faccio ad andare oltre le prime battute : https://www.youtube.com/watch?v=qWTF-3RpFvk
    .
    Il fatto è che qui si parla molto di donne, ma io mi chiedo : dove sono le donne?
    Io qui vedo solo rottami alla deriva, con una confusione tremenda in testa.
    Gente assolutamente incapace di reggere il timone di una famiglia.
    Ma c’è qualcuno che pensa veramente che un uomo, dotato di un minimo di amor proprio, di un minimo di considerazione nei confronti di se stesso, possa oggi dire a una di quelle tipe : “non ti preoccupare, ci sono qua io, ti do una mano io”?
    Un altro aspetto da considerare sull’aborto è che gli uomini sono scappati via tutti.

  12. Giuseppe

    Grazie Costanza per, quel che scrivi. Anch’io nel mio piccolo cerco divulgare su un social come LinkedIn (ossia un social che non si presterebbe a tali argomenti, ma… “opportuni e non opportuni” s’ha da essere..) la bellezza della Vita (grazie al Signore che ci ha regalato un bimbo di quelli che il Mondo rifiuta e fa a pezzi, ed è complicatamente meraviglioso averlo…) e sottolineare l orrore dell aborto. Solo mi preme dir una scomoda cosa in più. Molta chiesa ha selvaggiamente e sistematicamente denigrato la figura di Donald Trump senza metter in risalto quanto ha detto ma soprattutto fatto per la Vita. Non gli do’ per questo la patente di santo, magari sta pure antipatico, ma i finanziamenti alla macchina della morte Planned Parenthood li ha tolti lui, e lo fatto convintamente. Tanta, troppa chiesa questo o non lo sa o ha voluto non saperlo, tutta soggiogata dai nuovi dogmi, immigrazionismo sempre e comunque, ambiente, salute, mascherine e vaccini sopra ogni altra cosa. Ora le multinazionali della morte, Planned e non solo, possono respirare. Il trumpismo (che Famiglia Cristiana ha stigmatizzato come una piaga dei ns giorni) è stato sconfitto. Ora con san Biden il “cattolico” che la chiesa di oggi desidera, accomodante, sorridente e vaccinato (a tutto) tanti bimbi che potevano nascere non nasceranno mai. Tante donne ingannate si doleranno una vita intera.

    1. Lucia

      Signor Giuseppe mi permetta di aggiungere che negli Usa molti vescovi hanno cercato di mantenere un certo distacco e una certa distanza da Biden prima della sua vittoria(discussa) ma dal Vaticano è giunto l ‘ ordine di tacere riguardo all’ aborto, sposando in pratica la linea del cardinale progressista molto vicino al Papa, Cupich. E vogliamo parlare della solitudine in cui si ritrovate le schiere prolife in Argentina? Purtroppo la Chiesa pagherà, anzi sta già pagando caro tutto ciò, sul sito di Valli c’ erano le stime di frequenza alle funzioni Domenicali degli ultimi 50 anni, in pratica si è passati dal 50 %di presenze al 10 %negli ultimi anni, dopo la fine del lockdown soltanto la metà è tornata e in Argentina così come in Sudamerica c ‘ è un travaso inarrestabile dalla Chiesa cattolica verso i pentecostali notoriamente prolife, anche per questa decisamente minore attività della Chiesa cattolica negli ultimi anni e credo che l’ aver lasciato che il presidente Fernandez andasse avanti nel suo progetto senza una vera opposizione dei vertici sarà una batosta epocale. La gerarchia cattolica davvero rischia di distruggere la Chiesa, per quanto ciò possa sembrare assurdo. Una cosa è certa, in Vaticano vescovi e Cardinali possono scordarsi 8 per mille, o bolo di San Pietro da un bel po di gente in giro per il mondo. Buona serata

  13. Franca

    Grazie Miriano… Ti seguo da tempo leggendo i tuoi libri… L’ altra sera, per caso, ho scoperto il tuo blog leggendo un articolo su don Dolindo Ruotolo… Avevo bisogno di leggere quella riflessione… E così ho scoperto il blog… Dio ti benedica per la schiettezza spirituale con la quale affronti, senza paura, argomenti nei quali sarebbe facile fare i pusillanimi… Chiedo a Dio la tua stessa forza per parlare così ai miei ragazzi a scuola… Sono una prof… e benché non nasconda i miei principi cristiani, so che a volte non è facile portarli avanti… Nella vita ho avuto anche io la mia parte di sofferenza, ma ne ho scoperto il valore fecondo grazie al Cammino Neocatecumenale, che frequento da 24 anni, con tutte le difficoltà che questo comporta, come ogni Cammino di fede.. Ho un nipotino down, Mattia, ultimo di 10 figli e non esagero nel dire che è la nostra, gioia e, spesso, la nostra Medicina negli affanni della vita, per la carica d’ amore e di affetto che riesce a trasmettere a tutti… Che dire!? Mi sento molto amata da Dio, pur nelle difficoltà e nelle prove, non ultima una separazione subita in un matrimonio durato 18 anni, + 10 di fidanzamento… Eppure riesco a non provare rancore e a pregare per lui con sincerità… Credo che tutto questo sia un miracolo di Dio, non certo opera mia… Non ho niente da insegnare a nessuno e invece ho tanto da imparare da persone come te. Per questo ti ringrazio e condivido con te queste riflessioni… Dio ti benedica sempre. Un abbraccio. Franca

  14. L’ha ripubblicato su Vincenza63's Bloge ha commentato:
    Amici miei,
    dal blog di Costanza Miriano mi permetto di ribloggare il suo post su “L’aborto e la memoria” il cui contenuto condivido dal profondo del cuore.
    Vi chiedo di leggerlo e se volete commentare per avere una bella opportunità di dialogo.
    Un abbraccio di cuore ❤ Grazie
    Sempre Vicky!

  15. Lumpy

    Come ho già scritto e riscritto, la battaglia contro l’aborto deve fondarsi su una base nuova per essere efficace. Pensare che l’aborto lasci una donna dilaniata e distrutta è ormai illusorio e minoritario: lo vedo a scuola. La nuova frontiera dell’abortismo è vantarsene, gridarlo ad alta voce, vedi i casi di Michelle Williams, Selvaggia Lucarelli o di tutti i gruppi facebook “ho abortito e sto benissimo”. Le ragazzine abortiscono e non custodiscono più questo orrore nel cuore, ma ne parlano, ne chiacchierano, se ne vantano col pieno consenso della maggioranza delle madri (che per nessuna ragione avrebbero gradito il “peso” di un nipotino). Teniamo poi conto che ad oggi il primo rapporto sessuale avviene intorno ai 15 anni mentre ci si sposa non prima dei 30. Resta in mezzo un QUINDICENNIO di rapporti genitali più o meno liberi e regolati da contraccezione, pilloline, abortini, pilloline del giorno dopo. Una ragazza che abbia il suo primo rapporto sessuale a 16 anni (e sono ottimista…) e che ad oggi sia considerata “seria”, ovvero abbia 3-4 storie monogame “lunghe”, ovvero da 1-2 anni ciascuna, intervallate da un paio di avventure da una notte e via e si sposi a 32 anni (magari dopo la convivenza di rito), arriva al matrimonio avendo avuto rapporti sessuali con non meno di QUINDICI uomini. Lo ripeto: quindici. E sapete benissimo che è una stima al ribasso. L’aborto per le ragazze di oggi è un’opzione come tante, non apriamo il dramma di chi lo usa come contraccettivo perché la pillola “fa ingrassare” e il maschio di turno “non vuole usare il preservativo”. Ci sono ragazze che abortiscono 1, 2, 3 volte, che prendono la pillola del giorno dopo come contraccettivo regolare. Difficile pensare a loro come “donne distrutte” dall’esperienza abortiva. Le chiese e gli oratori dopo la cresima si svuotano di ragazzini, mentre le discoteche e i locali si riempiono. I genitori sono i primi a rifiutare l’eventuale gravidanza della diciassettenne perché sono troppo impegnati a “rifarsi una vita” con un nuovo compagno o “inseguire se stessi”. Molti degli adolescenti di oggi vivono in famiglie spezzate e variamente ricomposte, dove le promesse matrimoniali sono state spezzate a volte più di una volta e dove ad ogni “infatuazione” della madre è corrisposto un nuovo uomo in casa, in bagno, a tavola, magari anche un nuovo fratellino che ha mezzo il tuo sangue, ma cognome e nonni diversi. In questo caos valoriale, parole come “castità” “sacramento” “apertura alla vita” “sacralità della vita” sono terra straniera, parole vuote e mai sentite, derise spesso dai loro stessi genitori. La generazione nata negli anni ‘80 — ‘90 almeno aveva il mito del “faccio sesso solo quando c’è amore” e la verginità veniva conservata almeno per una relazione amorosa “duratura”. Ora le giovanissime rivendicano orgogliosamente il diritto al sesso fine a se stesso, spopolano social dedicati cone Tinder, dove l’incontro con lo sconosciuto è implicito che avrà un esito sotto le coperte e il giorno dopo tanti saluti. Giovani donne che hanno avuto 20-30 partner sessuali sono ormai la norma. So che sembrano numeri folli, ma ripeto, se il primo rapporto avviene a 15 anni e il matrimonio (magari in chiesa) a 32, dire 20 uomini equivale ad averne avuto uno diverso all’anno o poco più, provate a fare il conto ipotizzandone uno al mese… sono numeri impressionanti.
    Per questa generazione l’aborto è uno dei tanti strumenti che hanno a disposizione nella loro ricerca edonistica del piacere. I figli? No grazie, non ora e se quando deciderò che è l’ora (rigorosamente dai 35 in su) non verranno, allora “affitterò una surrogata come Kim Kardashian”. Chiedete a una sedicenne cosa pensa dell’utero in affitto: vi dirà che è una cosa bella perché generosa, perché le star di hollywood che segue sui social lo fanno. Provate a dire a una sedicenne che l’omosessualità è un peccato: vi riderà in faccia. Difficile continuare a sostenere che tutte queste donne, che tutti questi milioni di aborti abbiano lasciato dietro milioni di donne infrante. In realtà molte di loro (la maggioranza -altrimenti non si spiegherebbero questi numeri in continuo aumento) hanno ripreso la loro vita con indifferenza e se tornassero indietro lo rifarebbero. Basti guardare al caos scatenato per la questione dei bambini non nati seppelliti col nome della madre: nessuna voce si è alzata a difendere quelle croci bianche a cui in tutta fretta è stato tolto il nome della mamma, l’ennesimo rifiuto che questi bimbi devono subire, ed è probabile che la causa finirà con la vittoria delle “madri” perché la sacra privacy è per noi ormai una divinità intoccabile.

    1. Alda

      E in tutto questo, che il Signore non ci annienti é già qualcosa di miracoloso
      😢😢😢

    2. ola

      @Lumpy
      Io cerco di partire sempre dalla scienza, in quanto presumo sia piu’l’eccezione che la regola che l’interlocutore sia familiare con i rudimenti del diritto naturale.

      Spesso i cosiddetti “pro-choice” pensano di “seguire la scienza invece delle emozioni” (o religione), ma una volta che gli si dimostra quello che la scienza dice (la vita inizia dal concepimento) allora quantomeno due domande se le fanno… Non ho (ancora) la superbia da pensar di aver veramente fatto cambiar idea a qualcuno, ma a volte chissa’uno pianta un seme e poi germogliera’coi tempi e i modi della Provvidenza.

      Questo pero’presuppone che l’interlocutore si ponga almeno onestamente (Nembrini direbbe “lealmente”) di fronte al problema dell’aborto, con tutto l’indottrinamento pregresso del caso certamente, ma almeno intuisca che e’un problema, e’un qualcosa di grosso di fronte a cui bisogna prender posizione.

      Se ovviamente abbiamo di fronte persone con la statura e la coscienza morale di un pesce rosso (adesso la battuta e’per far ridere, ovviamente son consapevole che ci son dietro drammi più che seri) e’sicuramente al limite dell’impossibile il trovar il terreno comune per incominciare una riflessione.

      Preghiamo per voi educatori, grazie per quello che fate.
      E grazie per l’ottimo articolo.

  16. fra

    Presso qualsivoglia centro commerciale, dentro ogni area di servizio in autostrada come sulle statali e sulle provinciali, all’esterno di tutte le farmacie d’Italia e di Europa troneggiano i distributori automatici di preservativi di ogni formato, materiale e gusto. Manco le sigarette o le bevande sono così diffuse, reperibili in forma anonima e “sicura” (dal punto di vista igienico e sanitario)!!! Ebbene, per quanto io aborri anche il contraccettivo, non si capisce perché chi non vuole figli non faccia ricorso ai condom e alle pillole del prima (non certo del dopo) invece di far germinare una vita e poi sventrarla!!!!
    44 anni fa, quando venne varata la Legge 194/1978 che in Italia aprì le porte all’aborto, ci si poteva ancora imbattere nell’ignoranza sul tema e sugli strumenti, ma oggi – al tempo di internet e dei social- NO: difatti le prime cose che si conoscono, si vedono e si apprendono sono proprie le espressioni del sesso. Nessun pudore. Tutto è esibito, pure in maniera esagerata e sfacciata. Ergo, tranne i casi di stupro, di ingenui minorenni sedotte e abbandonate o di rischi seri per la salute e/o la vita stessa della genitrice (quindi numeri esigui, quasi impercettibili a fronte dei 42 milioni e passa di aborti nel 2020, a proposito, Costanza puoi indicare la fonte di questi numeri?), non esistono ragioni plausibili per sostenere il ricorso all’aborto.
    Non è faccenda da Catechismo, seppure questi resti la miglior bussola sulla faccia della terra, bensì una laicissima espressione della umana ragione, quindi di filosofia del diritto, come pure ricordava il filosofo del diritto Norberto Bobbio che tra il diritto della madre (libertà di scelta), il diritto dello Stato (di controllare i flussi demografici) e il diritto del nascituro (alla vita) riteneva dovesse prevalere quello dei senza voce: i nascituri, proprio perché soggetti più deboli, senza voce e quindi più meritevoli di tutela.
    Purtroppo oggi siamo orfani di uomini liberi e coraggiosi come Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori, Norberto Bobbio, ,ecc.
    I pochi intellettuali di oggi liberi, con la schiena diritta, come Marcello Veneziani, Diego Fusaro e pochi altri vengono emarginati, silenziati oppure, come nel caso di Giuliano Ferrara si autosilenziano dopo 2 anni di gioiosa moratoria contro l’Aborto.
    Pertanto il coraggio che i lustramaniglie del regime non hanno lo sfoderano sacerdoti come don Bruno De Cristofaro. W i sacerdoti coraggiosi come Lui!! W le donne pugnaci come Costanza Miriano che non indietreggiano mai dinanzi ai doveri di verità, manco quando si vedono minacciati la propria persona o il proprio lavoro!

    1. Lucia

      Gentile Fra lei si chiede come mai tanti aborti nonostante tutti i contraccettivi la dirigente Abby Johnson della Planned Parenthood dopo essere diventata prolife rivelò che nelle cliniche della Parenthood vengono volutamente distribuiti contraccettivi a dosaggio molto basso proprio per accrescere il ricorso all ‘ aborto e guadagnarci perché sue parole:”È così che si fanno i soldi”, ma secondo un articolo, non ricordo se lo lessi su eteia o notizie provita i contraccettivi in circola
      circolazione per evitare effetti collaterali gravi sono blandi rispetto a quelli che circolavano i primi decenni, ergo la possibilità di gravidanze è elevata, solo che le ragazze non lo sanno….. Buona giornata

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  18. Beppe

    Penso che mia nonna (terza elementare) si sarebbe espressa in questi termini.
    Eliminando virilità e femminilità, si è annullato il rapporto uomo – donna, da qui divorzi ed aborti in quantità industriale.
    Riscoprite i valori della virilità e della femminilità.
    .
    I maschi e le femmine moderni sono come pesci che stanno nuotando da sempre nell’acqua sporca.
    Se li prendi per la coda e li metti nell’acqua pulita … impazziscono.
    Perché per loro, tronfi del loro relativismo etico, l’acqua pulita è “irrazionale”.
    Ora, se fosse almeno divertente nuotare nell’acqua sporca … ma non è nemmeno divertente.
    Il sesso è diventato una specie di bidone dell’immondizia dove buttare dentro tutte le frustrazioni di una vita senza scopo.

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  20. giovi

    La banalizzazione dell’aborto ha raggiunto livelli incredibili fino a pochi anni fa. L’altro giorno una conoscente di una conoscente mi parlava di una nipote di 16 anni che era di nuovo incinta e non voleva abortire: la biasimava per questo!
    La ragazzina aveva già abortito l’anno prima, perché stavolta no?
    E sì, si trattava di persone disagiate, che magari dovrebbero essere seguite dai servizi sociali e magari lo sono, non saprei.
    Ma il giorno dopo mi è capitata davanti la notizia della fidanzata ventenne di un notissimo calciatore , pure lui ventenne, che, rimasta incinta ( mentre convivevano, non una evenienza strana!) e lasciata dal fidanzato, non ne vuole sapere di abortire : aveva abortito l’anno scorso, perché erano troppo giovani, ma questo bambino lo tiene.
    E il calciatore ( insieme alla di lui mamma), pur riluttante e non essendo d’accordo,perché non si amano più, e l’esperienza dell’aborto era stata una passeggiata che si poteva ripetere, ne rispetta la volontà !
    E qui si tratta di gente ricchissima e mediamente istruita !
    Il figlio non è più un figlio, ma un’ evenienza come un’altra su cui discutere!
    E pure il giornalista che riportava la notizia (notizia documentata nei social dagli stessi protagonisti, non una bufala!), sembrava che parlasse della decisione di tenere o meno un cagnolino, anzi, se avessero deciso o meno di tenere un cagnolino ci sarebbe stato più pathos !

  21. giovi

    Aggiungo una considerazione, davanti alla tiepidezza della chiesa e dei cattolici davanti a questo argomento.
    Anche in CL , da come la vedo io, dal mio punto di vista di “nessuno”, si tende a vedere come quasi fanatici o, nel migliore dei casi, di inefficaci, quelli che si battono per la vita.
    E infatti non se ne parla più, solo si racconta di testimonianze personali, come quelle di tanti tra i cattolici, che accolgono un bambino destinato a morire appena nato. Cosa buona e giusta e di grande testimonianza: io mi commuovo ogni volta, eh!
    Ma io dico, continuando col paragone col nazismo, che a ,e sembra calzantissimo, se ci fosse stata la coscienza , che molti durante il nazismo non avevano e noi invece oggi abbiamo chiarissima ( parlo di noi cattolici) che si tratta di salvare vite umane, un cattolico, ai tempi del nazismo, se ne sarebbe stato zitto e buono a testimoniare personalmente?
    I ragazzi della Rosa Bianca, e tanti altri, pagarono con la vita!
    Boh, non so se mi sono spiegata: non ci capisco più niente.

    1. @ Giovi
      Su questo penso che sia utile confrontarci con le scelte dei primi cristiani. Nel mondo pagano esisteva l’aborto (infatti viene nominato nel giuramento di Ippocrate), ma non penso fosse così diffuso, nel senso di eliminazione prenatale del bambino. Era socialmente abbastanza accettato semplicemente abbandonare i neonati in un bosco a morire, o venderli. Era un diritto dei genitori che nessuno si sognava di mettere in discussione. In fondo anche lì, come nell’aborto, ci si proteggeva emotivamente evitando di guardar morire i neonati, pur sapendo che abbandonandoli in un bosco li stavano condannando. La cosa veniva anche esorcizzata riempendo i miti di figli di re abbandonati che miracolosamente venivano salvati dalla provvidenziale coppia di pastori senza figli. Ora, la famosa lettera a Diogneto ha un passo interessante su questo. Dice che i cristiani sono simili agli altri uomini, fanno gli stessi lavori, sono buoni cittadini, pur comportandosi come “ospiti di passaggio”, ma anche hanno delle “stranezze” tra cui quella di non abbandonare i neonati. Forse siamo tornati a quei tempi. I cristiani del tempo di Diogneto non stavano lì a denunciare l’esposizione dei neonati dicendo che era omicidio. Come per l’aborto, a livello inconscio tutti lo sapevano, ma era più comodo per tutti far finta che non si trattasse di infanticidio, è la legge stessa non lo riconosceva come tale. Quindi, forse, come ai tempi di Diogneto possiamo solo dire che noi questa pratica la rigettiamo, e pregare per tempi migliori. Non so se questo atteggiamento sia troppo rinunciatario, ma mi viene da pensarla così.

      1. giovi

        Ti ringrazio Zimisce, ma faccio fatica ad accettare questa posizione! Davanti ad un omicidio non si può dire “questa pratica la rigettiamo” e pregare per tempi migliori! Vorrei dirlo, capirlo, anche perché è questo che ci viene proposto dalla chiesa, in fondo. Ma non ci riesco.

        Aggiungo che nella mia regione, le Marche, il governo regionale ha rigettato le linee guida che consentono l’uso della pillola abortiva a casa e quelli che, almeno a leggere giornali e social, sono stati più contrari sono stati i cosiddetti cattocomunisti: pie donne che fanno la comunione e che gridano a favore della laicità dello stato, che il promesso sostegno della Regione ( governo di centro-dx) alle mamme , affinché decidano di non abortire, è IPOCRITA, che loro sono cattolicissime e , forse, scrivono proprio “forse”, non abortirebbero mai, ma le donne devono essere libere di abortire quando e quanto vogliono! Assente totalmente in queste dichiarazioni è il figlio, il bambino, la vita umana altra da sé.
        E spiace dirlo, lo dico con grande dolore, questa gente, quello che rappresenta questa gente, è il riferimento del Santo Padre, dico in generale e grossolanamente, ma tant’è.

        1. @ Giovi: Che dire? Farsi avanti, denunciare le ipocrisie, sì, d’accordo. I centri per la vita, finanziamoli, rendiamoli più capillari. Anche queste derive culturali ad un certo punto hanno fine, avvengono anche inversioni di tendenza. Però prepariamoci anche a vivere come ai tempi di Diogneto, tutto suggerisce che la tendenza attuale non si arresterà nel corso delle nostre vite. Mai dire mai però.

      2. Lucia

        Zimisc mi permetta di notare che rispetto ai tempi dei Romani, i Cristiani ANCHE perché non abortivano e non abbandonavano i bambini essi esercitavano un fascino crescente sui pagani tanto che questi ultimi si convertivano, adesso invece se una donna cattolica NON abortisce perché magari c ‘ è una lontana possibilità ad es che nasca un bambino down o semplicemente aspetta il primo bambino a 25 anni e in casa c’ è solo uno stipendio essa suscita riprovazione e sono sempre più persone che si definiscono cattoliche ad appoggiare il “diritto all ‘aborto” come sostiene anche l’ amica che scrive dalle Marche, insomma siamo al contrario di ciò che capitava circa 2000 anni fa. Buona serata

        1. @ Lucia: Non pretendo che sia un’analogia perfetta, ma sono appena andato a leggermi il testo della lettera per intero e le somiglianze con l’oggi sono eccezionali:
          “6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. 7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto [cioè, suppongo, hanno momenti di convivialità, godono della compagnia, ma senza che una festa sia funzionale a portarsi a letto qualcuno]
          […]
          10. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi”

          E rispetto a quanto dici tu, guarda qui:
          “11. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. 12. Non sono conosciuti, e vengono condannati.
          […]
          “1. A dirla in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. 2. L’anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. 3. L’anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo. […] 5. La carne odia l’anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri.”
          [E infatti, diciamolo, in fondo tutta la solidarietà del nostro tempo verso l’aborto nasce dal fatto che si pretende la libertà sessuale completa. Anche Pasolini lo aveva capito ed espresso chiaramente.]

          Quindi direi che anche i comportamenti dei cristiani a quel tempo suscitavano riprovazione, fascino solo su alcuni. Mentre sul fatto che pur dicendosi cristiane vivono come pagani, su questo sì hai ragione, è abbastanza inedito (forse c’è un precedente nella coppia degli Atti che viene fatta fuori da Pietro?).

  22. Maria Cristina

    Una bella omelia del card. Gerhard Ludwig Müller per la festa di S. Agnese: “Se una fanciulla di dodici anni preferiva la fedeltà a Cristo a una vita di umane soddisfazioni, aveva un buon motivo, quello per cui anche noi possiamo resistere non solo alla prova della fede nella pandemia, ma anche alla diabolica tentazione di abbandonare Cristo chiudendo le chiese, sperando nel vaccino e seguendo quanti invocano l’aborto e l’eutanasia come scappatoia“.

    Non dimentichiamo che l’industria dell’ aborto serve anche come “materiale” per l’ industria dei vaccini. Molte ricerche sui vaccini sono fatte su cellule di tessuti fetali abortiti. La Congregazione della Dottrina ha espresso il nulla osta ad essere vaccinati con tali vaccini, che usano linee immortalizzate di cellule fetali.tuttavia rimangono ancora molti dubbi etici. Il Piu’grande di tutti e’ che se anche e’ vero che i vaccini salvano vite umane, e che usare tali vaccini e’ il ” male minore”non e’ pero’certo lecito che la morte di altri esseri umani sia usata Mors tua vita mea: i feti umani come vittime sacrificali sull’ altare della scienza dei vaccini? Non sappiamo forse che PlanetParenthood e’ stata accusata di fare affari nel vendere parti di feti abortiti? Un orribile e demoniaco commercio travestito da ” progressi della scienza”? E davvero come ha detto il papa e’ un obbligo morale vaccinarsi con tali vaccini ?????
    La scienza non diventa forse il nuovo “IDOLO”
    che prende il posto di Dio?

    1. GABRIELLA GIRARDI

      grazie d’accordo con te…. in questo momento la scienza diventa un nuovo “idolo”…. Chiediamoci cosa stiamo facendo a chi stiamo dando ragione, a chi ci affidiamo?
      Io mi fido e mi affido solo a UNO…. DIO!!!!! VIA, VERITA’, VITA

    2. Fermo restando che finchè la legge riconosce anche la necessità di prevenire l’aborto, abbiamo anche ll diritto/dovere di pretendere che quel pezzo di legge sia rispettato.

  23. Artemisio

    Il Signore a volte ci abbandona alla tentazione. Non c’e’ alcun peccato mortale nell’aborto se si considera che ci lascia soli in questo oblio.

  24. Due cose. 1) E` pressoché impossibile convincere a non abortire sulla base della ragione: sempre meno donne sono così sprovvedute da risponderci “toh! non ci avevo pensato”. La stragrande maggioranza di esse ritiene che vada bene togliere di mezzo quel che è percepito come un problema (più o meno fondatamente). Ha ragionissima S.Agostino quando afferma che “la ragione segue il piacere vincente” ossia che PRIMA noi decidiamo cosa ci piace e POI costruiamo le giustificazioni morali per la scelta ormai fatta. L’unica strada è allargare l’orizzonte facendo vedere che è disumano e disonorevole vivere come gli animali, i quali pensano solo alla soddisfazione dei beni primari. Strada non facile ma è l’unica strada.
    2) Questa società è figlia della libertà tecnologica. Le persone sono le stesse di un tempo ma sono cambiate le condizioni. A una maggiore libertà deve corrispondere maggiore autocoscienza e questo NON è avvenuto. Non ancora. Se non distruggiamo il mondo prima o poi progrediremo.
    Quanto alla Chiesa è sempre stato un gran caos. Inutile meravigliarci. Ma Gesù l’ha fatta così. Evidentemente anche questa è l’unica strada.

  25. Gianluca

    …che dire?…sento che il cuore mi si strizza dalla tristezza….e che anche gioisce per la Verità!!!
    Grazie!
    Un abbraccio a te! e a tutti quelli che lottano e sudano per la Verità, che è stupenda e eterna!
    Gianluca

  26. Lumpy

    Il problema è che questa è la prima generazione di donne che entrano nella pubertà in un ambiente completamente scristianizzato. La Fede è un dono, certo, ma è un dono che spesso ci viene consegnato dai nostri genitori. La generazione dei 45-50enni di oggi ha in larga parte ereditato una fede tiepida e post 68 dai loro genitori e così ai loro figli ne ha trasmesso o una versione del tutto di facciata, con i SS Sacramenti presi solo per far contenta nonna e poco più, oppure ha già trasmesso l’ateismo puro. La preghiera, la SS Messa, la Confessione regolare, l’adorazione del Corpo di Cristo, i valori non negoziabili sono elementi rispetto a cui la gran maggioranza dei giovani di oggi si pone non in contrasto, ma con totale indifferenza. Non sanno cosa sono, non interessano, non li percepiscono come qualcosa che li riguardi, anche solo per dire “no, non sono d’accordo”. La religione è cosa passata, vecchia, inadatta ai tempi come una musicassetta, che non sanno neppure come si usava. Ma come potrebbero pensare altrimenti? la stessa chiesa è un edificio vuoto dove dentro ci sono o quattro vecchi o – molto più spesso – nessuno. Ad agosto 2019 ho ospitato per un mese una collega polacca: la prima cosa che ha fatto è stata cercare la chiesa e entrare per presentarsi al sacerdote. O meglio: l’avrebbe voluto fare, peccato che la chiesa fosse chiusa a chiave e il sacerdote irreperibile. Bisognava lasciare un messaggio in segreteria e lui poi avrebbe richiamato. L’ha fatto 5 giorni dopo, dicendo di non aver trovato un momento prima perché troppo occupato nella gestione di più parrocchie (è vero). In questa situazione, tuttavia, se ad una ragazza sul punto di abortire venisse in mente la bisnonna che pregava e sorgesse un moto dal cuore che la trascinasse di fronte alla porta di una chiesa: troverebbe aperto? dentro troverebbe un sacerdote, oppure dovrebbe prendere appuntamento? Sappiamo benissimo tutti quale è la risposta più probabile. Sono finiti i tempi in cui in una chiesa trovavi sempre il don Camillo che conosceva te, la tua famiglia, che ti aveva dato il Santo Battesimo e la Prima Comunione, che aveva sposato i tuoi genitori e che sapeva benissimo – senza bisogno di tante parole – quali turbamenti avevi nel cuore. Ora un giovane che entri in chiesa cercando una parola di conforto, chi troverebbe? Un estraneo, una sottospecie di manager, un sacerdote che macina ogni giorno decine e decine di km per gestire 3-4 parrocchie e che butterebbe lì due frasi di circostanza tra una riunione e l’altra. Oppure: quanti sacerdoti in città vanno cercando gli universitari che lì si sono trasferiti da un paese della provincia? Nessuno. E così anche quei pochi che hanno continuato a frequentare la parrocchia anche dopo la Cresima, magari su spinta della famiglia, lontani dagli occhi dei genitori si lasciano andare e rapidamente prendono altre strade. Quanti sacerdoti, però, ritengono anche questi ragazzi delle pecorelle da andare a cercare? Il problema è che queste non sono pecorelle che scappano via di colpo, ma miti ovini che passo dopo passo, senza neanche accorgersene, si avvicinano sempre di più all’uscita e dapprima girano un po’ lì intorno – ovvero iniziano a saltare qualche Messa, la SS Confessione si fa più rara, la preghiera della sera frettolosa e senza molto impegno – e lentamente, senza far rumore, se ne vanno. E poi diventano adulti, incontrano un partner, vanno a convivere, dopo qualche anno fanno la cerimonia civile simbolica all’americana, perché é tanto bella, poi hanno un figlio, ma guai a battezzarlo, perché “da grande sceglierà lui”. Dell’insegnamento della religione cattolica manco se ne parla, catechismo ovviamente zero, e così la religione non si passa più. E lo fa nell’indifferenza, nell’abbandono generalizzato non ribelle, urlato, violento, di contrasto, ma con la scrollata di spalle di chi getta via una scatola vuota. E l’effetto collaterale più grave è che tutto quello che tocca la religione, come una sorta di re Mida al contrario, diventa non oro ma feccia. La Chiesa dice che l’aborto è un omicidio? W l’aborto. La Chiesa dice che va salvaguardata la famiglia? Abbasso la famiglia, evviva l’amore liquido.Da parte di certa società c’è un così grande astio nei confronti della Chiesa che per principio si disprezzano tutte le sue battaglie come retrograde e passatiste. Se la Chiesa domani dicesse che l’aborto e il divorzio sono un bene, paradossalmente li vedreste tutti pro-life e pro-family, tanto è cieco l’impulso a dar contro le cose difese dalla Chiesa, anche quando rappresenterebbero un bene collettivo. Ma, ritornando all’aborto, sì, ad oggi la battaglia è persa. E lo è anche perché non è più vero in questa società che la famiglia è un bene, è un valore, è una rete collettiva. L’attuale tassazione strozza le famiglie, le vessa, le costringe ad una vita di enormi fatiche che -come Sisifo- ogni giorno riprendono da capo. Al contrario chi ha uno (o nessun) figlio è coccolato dal mercato, più trendy, giovane, levigato, sempre in viaggio e col portafoglio che non piange. è un vincente. La narrazione della famiglia, invece, è sempre perdente: donne sfatte, uomini violenti o perennemente sul divano, sempre a contare il centesimo, sempre a bordo di macchine vecchie e malandate, sempre in ferie al camping Miramare a 40 km da casa e con i panini fatti in casa. Per chi ha il conforto della Fede la famiglia è un dono, sempre, e il consumismo non attacca mai. Ma non sto parlando di chi crede. Sto parlando di chi è lontano dalla Fede e si arrabatta, vessato da tasse, dentista, vestiti che si fanno piccoli, pretese che si fanno enormi. Solitudine, a volte. “Non te l’ha detto il medico di fare figli”, dice la società che chiude i negozi per neonati (avete notato quanto sono diventati rari?) e al suo posto apre megastore per animali (avete notato che ormai ce ne è uno ogni angolo?). Le amiche fuggono all’aperitivo e lasciano la neomamma sola. “quando sarete vecchie e sole ve ne pentirete” “chissenefrega, io avrò soldi abbastanza da pagarmi due badanti e una casa di riposo di lusso, voi avete fatto i figli solo per avere badanti gratis? che tristezza”. E hanno ragione: non si fanno i figli per essere accuditi da vecchi, e poi: quanti figli si prendono in casa genitori anziani, oggi? C’è sempre una scusa buona per spalancare le porte della casa di riposo, sempre. E le poche famiglie che decidono di badare ai loro anziani, pur con mille sacrifici, vengono derisi, umiliati o calunniati (“lo fanno per prendere l’eredità”). No, non si fanno figli per essere accuditi nella vecchiaia. Si fanno quando si crede che esista un futuro, quando si crede che la vita sia una cosa meravigliosa a cui essere chiamati e anche se mi metterai in un ospizio, pazienza, La vita è un regalo gratuito, non la si dona e poi si chiede un contraccambio, non va bene. Anche perché è difficile che a qualcuno -oggi, nel 2021- interessi fare un figlio per essere accuditi da vecchi: anche se per noi è inimmaginabile, queste nuove generazioni che hanno tutto sotto controllo, dalla fertilità alla vita privata gestita tramite social, ancor più in un mondo senza Dio è probabile che tra 50 anni riterranno loro diritto inalienabile decidere se/come/quando andarsene da questo mondo, con una bella punturina preceduta dall’ennesima festa per cui ci sarà party planner apposito. Vorranno avere pieno controllo della loro vecchiaia e se il menù della terza età non dovesse soddisfarli, certamente non rimpiangeranno i figli non avuti, ma lietamente ingurgiteranno l’ennesima pillolina e toglieranno il disturbo. Il vero problema è che in questo mondo senza Dio, non c’è più nessun motivo per fare un figlio.

    1. Valeria Maria Monica

      “Non sono pecorelle che scappano via di colpo”, ma “… ovini che passo dopo passo si avvicinano sempre più all’uscita e lentamente se ne vanno. ”
      Grande, Lumpy.
      È proprio così che sta avvenendo la scristianizzazione della società e la massiccia apostasia nella Chiesa.
      Rane bollite, incapaci di rendersi conto a quale irreparabile perdita di Bene conduce la strada di estraniamento da Cristo che hanno imboccato.
      A volte anche con l’aiuto di pastori che, invece che richiamare le pecore, radunano il gregge e lo conducono loro stessi fuori dal recinto. Gregge in uscita, lo chiamano.

    2. Silvia

      A queste persone che hai descritto così bene, almeno a mio parere, manca però una cosa, un “qualcosa”. E questa mancanza la sentono, non riescono ad anestetizzarla.
      E’ su questo che dobbiamo lavorare, se vogliamo portare il Vangelo nel 2021

  27. vale

    tutto vero. tutto giusto.
    poi la Miriano scrive sempre bene di questioni importanti e plaudo anche al prete dell’articolo.

    la sostanza nel mondo reale è,però, altro:( notare la miserevole giustifica)

    https://www.ilmessaggero.it/roma/news/aborto_farmacologico_senza_ricovero_lazio_pillola_ru486_come_funziona_news-5738607.html

    La Regione Lazio ha recepito le linee di indirizzo del Ministero della Salute per garantire la RU486 anche fuori dal ricovero ospedaliero. La determina regionale propone di «rimuovere gli ostacoli all’accesso alla metodica farmacologica, nell’ottica di assicurare a tutte le donne che richiedono l’IVG un servizio che tenga conto dei dati basati sulle evidenze scientifiche e rispettoso dei loro diritti». Viene dunque garantita alle donne la possibilità «tra regime di ricovero e regime ambulatoriale».

  28. Elena

    Pensare e guardare a quello che succede mi fa paura. È troppo doloroso vedere l’enorme mancanza di consapevolezza della società in generale sul tema dell’aborto. Lumpy descrive bene quello che succede tra tanta, grazie a Dio non tutta, gente. Però mi rivolgo proprio a te Lumpy: di una cosa sono sicura. Il dolore c’è, esiste. E tutte quelle donne lo devono affrontare prima o poi. E quei bambini non sono lì a giudicarci e condannarci. Piuttosto sono i santi Innocenti a cui rivolgere una preghiera di aiuto.
    Vorrei condividere un pensiero: l’aborto non è “cosa” da credenti. È cosa di esseri umani, riguarda tutti. Grazie

  29. Elli

    Gentile Costanza, proprio da qualche giorno penso che bisognerebbe pregare di più per le mamme o future mamme, credo davvero ce ne sia tanto bisogno. Ascolto il rosario su radio Maria ogni tanto o su TV Lourdes, molto raramente sento pregare per le mamme o i papà, perché non organizzare una preghiera costante per un periodo anche breve per le mamme? io sono in attesa della mia prima bambina.
    La ringrazio!

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