Nascita e sviluppo della nuova ideologia di genere

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Proponiamo nella traduzione di TEMPI.it ampi stralci della Lettera pastorale divulgata a novembre dalla Conferenza episcopale del Portogallo e dedicata alla ”Visione cristiana della sessualità”. Il testo descrive la nascita e lo sviluppo della “nuova ideologia di genere”, indicandone anche i possibili effetti negativi a livello sociale e culturale.

La chiamata ideologica del genere (o gender) si diffonde sempre di più. Tuttavia, non tutti se ne rendono conto e molti non ne riconoscono la portata sociale e culturale, che è stata già qualificata come vera e propria rivoluzione antropologica. Non si tratta semplicemente di una moda intellettuale, bensì comporta un movimento culturale con riflessi sul modo di pensare alla famiglia, la sfera politico-legislativa, l’insegnamento, la comunicazione e la propria lingua corrente (…).

Questo documento nasce con l’obiettivo di rendere più chiare le differenze tra queste due visioni. Ci muove il desiderio di presentare la visione più solida e più fondante della persona, tramandata e valorizzata da millenni, per la quale l’umanesimo cristiano ha molto contribuito. Crediamo che proprio quest’umanesimo, oggi, sia chiamato a contribuire alla riscoperta della profondità e della bellezza di una sessualità umana intesa in modo corretto.

1. LA PERSONA UMANA, SPIRITO INCARNATO
Più che mai, vorremmo chiarificare che, per la visione cristiana dell’uomo, non c’è spazio per il dualismo: il disprezzo del corpo in nome dello spirito o vice-versa (…). La corporeità è una dimensione strutturale della persona, non un accessorio; la persona è corpo, non ha un corpo.

2. A CONFRONTO CON UN FORTE CAMBIAMENTO CULTURALE
Riconosciamo senz’ombra di dubbio che nel corso della storia non si è sempre attribuito lo stesso valore e lo stesso peso sociale all’uomo e alla donna. La donna in particolare è stata vittima non raramente di una grande soggezione (…). Nel desiderio di oltrepassare questa condizione di inferiorità sociale della donna, alcuni hanno portato avanti una distinzione radicale tra sesso biologico e titoli che la società le ha tradizionalmente attribuito. Hanno affermato che l’essere maschio o femmina riguarda una costruzione mentale, più o meno artificiale. Di conseguenza, rigettano tutto quanto abbia a che vedere con i dati biologici (…). E, per associazione di idee, si è passati a rifiutare la validità di tutto quanto riguardi le norme naturali sulla sessualità (eterosessualità, unione monogama, rispetto per la vita dell’embrione, eccetera). (…) [L’ideologia del gender] nega che la differenza sessuale iscritta nel corpo possa identificare la persona; rifiuta la complementarietà naturale dei due sessi; dissocia la sessualità dalla procreazione; sottomette la possibilità naturale di avere figli al desiderio di avere figli; pretende di distruggere la matrice eterosessuale della società.

3. I PRESUPPOSTI DELL’IDEOLOGIA DEL GENERE
Se la differenza sessuale tra uomo e donna è alla base dell’oppressione femminile, allora qualunque forma di definizione di una specificità femminile è sempre una discriminazione ingiusta. Per superare quest’oppressione, si rifiuta la distinzione che vi è in natura tra i sessi, e il genere diventa una scelta individuale. Il genere, dunque, non deve più corrispondere al sesso, ma è una scelta soggettiva (…) allora è indifferente anche la scelta di legarsi a persone dell’altro o dello stesso sesso. Da qui viene l’equiparazione tra le unioni eterosessuali e omosessuali (…). Allo stesso modo, si smette di parlare di maternità e di paternità e si inizia a parlare esclusivamente di genitorialità, creando un concetto astratto, slegato da fattori biologici.

4. RIFLESSI DELL’AFFERMAZIONE E DELLA DIFFUSIONE DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
L’affermazione e la diffusione dell’ideologia di genere si può notare in vari ambiti. Uno di questi è l’attuale ambito linguistico. A cominciare dai documenti ufficiali, si va generalizzando l’espressione “genere” in sostituzione del “sesso” (…), l’espressione “famiglie” invece che “famiglia”, o “genitorialità” invece di “paternità” e “maternità”. Molte persone adesso adottano queste espressioni per abitudine (…). Ma la generalizzazione di queste espressioni non è per nulla innocua. Fa parte di una strategia di affermazione ideologica che compromette la capacità di distinguere delle persone, con conseguenze drammatiche: non si è più in grado di darsi una collocazione e definire quello che c’è di più elementare. Il livello politico e quello legislativo (…) le leggi che permettano l’adozione da parte di genitori dello stesso sesso (si sta discutendo in Portogallo, attraverso la modalità di adozione congiunta), le leggi che permettano il cambiamento di sesso (…). Altro ambito della diffusione dell’ideologia del genere è quello scolastico, visto come mezzo efficace di indottrinamento e trasformazione della mentalità corrente. Questa strategia ha dato origine in vari paesi a movimenti di protesta.

5. LA PORTATA IDEOLOGICA DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
È importante approfondire la portata di questa ideologia, poiché rappresenta un’autentica rivoluzione ideologica. Riflette un soggettivismo relativista portato agli estremi, negando il significato della realtà oggettiva (…). È contraria ad una certa forma di ecologia umana, scioccante in un periodo in cui si esalta così tanto la necessità di rispettare l’armonia prestabilita che sottintende l’equilibrio ecologico ambientale. Su un piano strettamente scientifico, ovviamente, la pretesa di prescindere dai dati biologici nella identificazione delle differenze tra maschi e femmine è a dir poco illusoria. Queste differenze partono dalla struttura genetica delle cellule del corpo umano, per le quali non basta un intervento chirurgico degli organi sessuali esterni per cambiare.

matrimonio-usa-torta6. UOMO E DONNA CHIAMATI ALLA COMUNIONE
Questa comunione si costruisce a partire dalla differenza. Quella più basilare e fondamentale dei sessi non è un ostacolo alla comunione, non è una fonte di opposizione e di conflitto, ma un’occasione di arricchimento reciproco. L’uomo e la donna sono chiamati alla comunione perché solo questa li completa e permette la continuazione della specie, attraverso la crescita di nuove vite. Fa parte della meraviglia del disegno della creazione. La società si costruisce a partire da questa collaborazione tra la dimensione maschile e femminile. In primis nella sua cellula fondamentale, la famiglia (…).

7. COMPLEMENTARIETÀ DELL’ESSERE MASCHIO E FEMMINA
È un fatto che un determinato tipo di visione dell’essere maschio e femmina è servito nel corso della storia a consolidare divisioni di compiti rigide e stereotipate che hanno limitato la realizzazione della donna, rilegata alle faccende domestiche (…) è una conseguenza del peccato. Questo dominio indica un disturbo ed una perdita di stabilità della fondamentale uguaglianza tra uomo e donna. L’ideologia di genere non si limita a denunciare tali ingiustizie, ma pretende di eliminarle negando la specificità femminile. Ciò impoverisce la donna, che perde la sua identità e indebolisce la società, privata di un contributo prezioso e insostituibile come la femminilità e la maternità (…).

8. IL “GENIO FEMMINILE”
In questa prospettiva, bisogna mettere in luce quello che Papa Giovanni Paolo II ha chiamato “genio femminile”. Non si tratta di qualcosa che si esprime solamente all’interno della relazione sponsale (…). Passa attraverso la vocazione alla maternità, senza che questa si esaurisca nella maternità biologica. In questa, tuttavia, si dimostra una speciale sensibilità della donna alla vita. La maternità non è un peso di cui la donna ha bisogno di liberarsi. Quello che si esige è che tutta l’organizzazione sociale appoggi e non ostacoli la concretizzazione di questa vocazione (…).

9. L’INSOSTITUIBILE COMPITO DEL PADRE
(…) L’ambito in cui più si nota l’assenza di questo contributo è l’educazione, da cui si parla del padre come il “grande assente”. Questo può dar inizio ad una serie di conseguenze, come il disorientamento esistenziale dei giovani, la tossicodipendenza o la delinquenza giovanile. Se la relazione con la madre è essenziale nei primi anni di vita, allo stesso modo è essenziale la relazione con il padre, affinché il bambino e il giovane si distacchino dalla madre e così crescano come persone autonome. Non basta l’affetto per crescere: sono necessari regole e autorità, che si accentuano grazie al ruolo del padre (…).

10. LA RISPOSTA ALL’AFFERMAZIONE E ALLA DIFFUSIONE DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
L’ideologia di genere non si contrasta solo con la visione biblica e cristiana, ma anche con la verità della persona e della sua vocazione. Quest’ideologia pregiudica la realizzazione personale e, a medio termine, defrauda la società (…). I cambiamenti legislativi che riflettono la mentalità dell’ideologia di genere – concretamente, la legge che ha ridefinito il matrimonio – non sono irreversibili. E i cittadini e i legislatori (…) sono chiamati a fare tutto quanto in loro potere per revocare questi cambiamenti. Se dovremo assistere all’utilizzo del sistema di insegnamento per affermare e diffondere questa ideologia, è bene tenere presente il primato dei diritti di padri e madri sulla orientamento e sull’educazione dei proprio figli. L’articolo 26 n.3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che «ai genitori spetta la priorità del diritto di scelta sul tipo di educazione dei propri figli». E l’articolo 43, n.2 della nostra Costituzione stabilisce che «lo Stato non si può attribuire il diritto di programmare l’educazione e la cultura secondo qualunque guida filosofica, estetica, politica, ideologica o religiosa». Ad ogni modo, la risposta più efficace alle affermazioni e alla diffusione dell’ideologia di genere deve riflettersi in una nuova evangelizzazione. Si tratta di annunciare il Vangelo come questo è: una buona novella di vita, dell’amore umano, del matrimonio e della famiglia, il che corrisponde alle esigenze più profonde e autentiche di tutte le persone. A questo annuncio sono chiamate, in particolare, le famiglie cristiane, prima di tutto attraverso la propria testimonianza di vita.

fonte: Tempi.it 

 

47 pensieri su “Nascita e sviluppo della nuova ideologia di genere

  1. Davide

    Lettera chiara e coraggiosa.
    Non mi lancio in paragoni tra la situazione italiana e quella portoghese che non conosco per nulla (ma mi documenterò).
    Mi auguro che la CEI possa trarne alcuni spunti, nel momento che reputerà opportuno.
    Intanto la giro ad alcuni amici che non hanno sanno che cosa sia l’ideologia del genere. 😉

    1. Alessandro

      Caro Davide,

      la CEI trarrà spunti positivi se non starà ad ascoltare monsignor Mogavero, che è Vescovo ma che, andandogli stretto quello della Chiesa, s’è fatto un magistero personale, e quindi è favorevole al riconoscimento legale delle unioni di fatto.

      Tra le altre corbellerie, questo Vescovo ha detto: “La legge non può ignorare centinaia di migliaia di conviventi. Senza creare omologazione tra coppie di fatto e famiglie, è giusto che anche in Italia vengano riconosciute le unioni di fatto. Ai conviventi mi pare legittimo riconoscere diritti come la reversibilità della pensione…”

      http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201401/140105mogaverogaleazzi.pdf

      Il Magistero della Chiesa invece dice tutt’altro:

      “In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell’equiparazione legale delle medesime al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest’ultimo, è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva.
      Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all’applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza. (n. 5)

      La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l’unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società.
      Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società. (n. 11)

      Non è vera l’argomentazione secondo la quale il riconoscimento legale delle unioni omosessuali sarebbe necessario per evitare che i conviventi omosessuali perdano, per il semplice fatto della loro convivenza, l’effettivo riconoscimento dei diritti comuni che essi hanno in quanto persone e in quanto cittadini.
      In realtà, essi possono sempre ricorrere – come tutti i cittadini e a partire dalla loro autonomia privata – al diritto comune per tutelare situazioni giuridiche di reciproco interesse. Costituisce invece una grave ingiustizia sacrificare il bene comune e il retto diritto di famiglia allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive per la generalità del corpo sociale (n. 9)”

      (Congregazione per la Dottrina della Fede, “Considerazione circa i progetti di riconoscimento legali tra persone omosessuali”, 2003)

      “Accordando un riconoscimento pubblico alle unioni di fatto, si crea un quadro giuridico asimmetrico: mentre la società assume obblighi rispetto ai conviventi delle unioni di fatto, questi non assumono verso la stessa gli obblighi propri del matrimonio…

      lo Stato e i poteri pubblici non devono istituzionalizzare le unioni di fatto, accordando loro uno statuto simile a quello del matrimonio e della famiglia. Tanto meno equipararle alla famiglia fondata sul matrimonio. Si tratterebbe di un uso arbitrario del potere che non contribuirebbe al bene comune, poiché la natura originaria del matrimonio e della famiglia precede e supera, in maniera assoluta e radicale, il potere sovrano dello Stato…

      L’uguaglianza di fronte alla legge deve rispettare il principio di giustizia, che esige che si tratti ciò che è uguale come uguale, e ciò che è diverso come diverso; cioè che ciascuno abbia ciò che gli è dovuto in giustizia. Questo principio di giustizia si infrangerebbe se si desse alle unioni di fatto un trattamento giuridico simile o equivalente a quello spettante alla famiglia fondata sul matrimonio. Se la famiglia matrimoniale e le unioni di fatto non sono simili né equivalenti nei loro doveri, funzioni e servizi alla società, non possono neanche essere simili né equivalenti nello status giuridico”

      (Pontificio Consiglio per la Famiglia, “Famiglia, matrimonio e unioni di fatto”, 2000).

      Ne parla meritoriamente La Nuova Bussola quotidiana:

      http://www.lanuovabq.it/it/articoli-unioni-civili-ad-alcuni-vescovi-piacciono-8135.htm

      1. Alessandro

        Aggiungo: il Vescovo, illustrando le amenità del suo personalissimo pseudomagistero, nomina a sproposito pure Francesco:

        “Senza equipararle alle coppie sposate, non ci sono ostacoli alle unioni civili. Nel documento in vista
        del Sinodo sulla famiglia, papa Francesco ci invita proprio a riflettere su queste “sfide” a tutto campo”

        Sappia costui che MAI Papa Francesco ha parlato od operato in favore di qualsivoglia riconoscimento legale delle coppie di fatto.

        1. Giusi

          Ah scusa Alessandro, non avevo letto. Ho appena postato le posizioni di questo singolare prelato sull’altro post.

        2. Davide

          Alessandro, grazie per la brutta notizia! 🙁

          Cadono le braccia, ma spero almeno che … vabbè lasciamo stare, meglio pregare, pregare, pregare 😉

        3. Alessandro:
          te citi: “costituisce invece una grave ingiustizia sacrificare il bene comune e il retto diritto di famiglia allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive per la generalità del corpo sociale (n. 9)”
          (in data 2000)

          …si riferisce, il Magistero, a semplici considerazioni di ordine econimico?
          Ma considerato il fatto (come anche suggerito dal dal Magistero) che gli stessi “diritti” delle coppie sposate potrebbero, forse, essere ottenuti anche attraverso la semplice (!) strada del diritto civile, allora cosa vuole dire “allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive etc” ? Vie non nocive economicamente? Moralmente? O che cosa?
          Mi sembra si voglia fare apposta confusione tra economia e morale per confondere le menti della gente ignorante!

          1. LIRReverendo

            Se rileggi con calma il significato delle parole, forse ti sentiresti meno mente ignorante.
            Sempre LIRReverendo

          2. Alessandro

            Alvise:

            1) “Ma considerato il fatto (come anche suggerito dal dal Magistero) che gli stessi “diritti” delle coppie sposate potrebbero, forse, essere ottenuti anche attraverso la semplice (!) strada del diritto civile, allora cosa vuole dire “allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive etc” ?

            Il Magistero afferma che per i conviventi (in particolare, il passaggio che citi riguarda le unioni tra omosessuali) è lecito tutelare situazioni giuridiche di reciproco interesse attraverso il diritto comune (ossia, prevalentemente attraverso strumenti di diritto volontario che i conviventi possono attivare nell’ambito del diritto privato), ma NEGA che sia giusto che i conviventi possano ottenere gli STESSI diritti dei coniugi, e quindi AFFERMA che se la tutela di situazioni giuridiche di reciproco interesse fosse attuata attraverso un provvedimento che attribuisse alla coppia di fatto gli STESSI diritti propri dei coniugi o diritti SIMILI a quelli di cui godono i coniugi in quanto coniugi, allora questo provvedimento configurerebbe un riconoscimento legale (o riconoscimento pubblico) dell’unione di fatto e sarebbe INGIUSTO (“lo Stato e i poteri pubblici non devono istituzionalizzare le unioni di fatto, accordando loro uno statuto SIMILE a quello del matrimonio e della famiglia”), in quanto “accordando un riconoscimento pubblico alle unioni di fatto, si crea un quadro giuridico asimmetrico: mentre la società assume obblighi rispetto ai conviventi delle unioni di fatto, questi non assumono verso la stessa gli obblighi propri del matrimonio”, e in quanto “la famiglia matrimoniale e le unioni di fatto non sono SIMILI né EQUIVALENTI nei loro doveri, funzioni e servizi alla società”, sicché “non possono neanche essere simili né equivalenti nello status giuridico”.

            2) non c’è assoluta alterità ed indipendenza tra economia e morale: è GIUSTO (ecco la MORALE) che la famiglia fondata sul matrimonio goda di un trattamento ECONOMICO diverso da ciò che NON è una famiglia fondata sul matrimonio

            1. .Alessandro:
              ..questo è quanto afferma (cosa sia giusto e ingiusto) il Magistero (ovviamente).
              Ma per due conviventi, non sposati, e quindi presumibilmente neanche cattolici, che valore può avere il Magistero?
              O è secondo te per legge naturale “che la famiglia fondata sul matrimonio goda di un trattamento ECONOMICO diverso da ciò che NON è una famiglia fondata sul matrimonio”? Perché, il Magistero, allora, dice, si creerebbe un quadro giuridico asimmetrico? Ma economicamente o di principio? Perché se i conviventi non dovessero avere diritto a nulla, per salvare la legge naturale, e anche quella sociale (dice il Magistero, che entra anche nel merito di questioni che non lo riguardano) allora peché dare loro la possibilità di adire alla legge civile (amesso che con la legge civile ottenessero in pratica lo stesso che con la equiparazione a coniugati) ? Togliamogli allora, a questo punto (ai conviventi) anche questa possibilità, no?

              1. Alessandro

                “Ma per due conviventi, non sposati, e quindi presumibilmente neanche cattolici, che valore può avere il Magistero?”

                Può darsi che non gli importi nulla

                Sì, per me è di legge naturale che “la famiglia fondata sul matrimonio goda di un trattamento ECONOMICO diverso da ciò che NON è una famiglia fondata sul matrimonio”

                Non penso che i conviventi non abbiano diritto a nulla secondo la legge naturale; secondo la legge naturale a loro non spettano i diritti propri dei coniugi, perché coniugi non sono. Ma se sono malati, hanno gli stessi diritti di ogni malato, e godono ovviamente di tutti gli altri diritti personali e sociali.

      2. @Alessandro, corretta e puntuale precisazione la tua, che per altro, per chi sa leggere fuori dagli schemi ideologizzati pro o contro, nell’affermazione:
        “Accordando un riconoscimento pubblico alle unioni di fatto, si crea un quadro giuridico asimmetrico: mentre la società assume obblighi rispetto ai conviventi delle unioni di fatto, questi non assumono verso la stessa gli obblighi propri del matrimonio…”
        si comprende bene come alla Chiesa sta a cuore il bene comune della Società che – necessita – di basi solide e stabili nella sua cellula primaria che è la famiglia, anche al di là e oltre l’ottica della Fede (anche se chiaramente non a prescindere da essa).

  2. Salvatore Scargiali

    Ci si preoccupa sempre troppo del sesso, ci sono altri problemi dell’uomo trascurati e poco evidenziati. La filosofia di gender è una reazione a una sessuofobia culturale, “secolare” che, oggi, tende finalmente a scomparire. Tutti dovremmo sperare in un cammino di cambiamento che dia ad ognuno, uomo donna o altro che sia, la possibilità di riconoscere, al di fuori di schemi e vecchi paradigmi etici, il proprio carisma e di metterlo a frutto per se e per gli altri in armoniosa sinergia. Il sesso è solo un di cui.

    1. Giancarlo

      L’essere umano può essere “altro”, oltre che uomo o donna? Quali sarebbero gli “schemi e vecchi paradigmi etici”? E, ancora: ma come si può “mettere a frutto il carisma dell’omosessualità, se è ontologicamente sterile? Ma che sta dicendo?

      Scusi, ma lei è cattolico? Così, per capire.

    2. LIRReverendo

      Certo se il sesso è un carisma, allora dobbiamo intendere da chi proviene. Non certo dallo Spirito Santo.
      A meno che non intendi la possibilità di rivedersi e ritrattare la propria sessualità a proprio uso e meschino fine, allora più che sessualità si deve parlare di fantasia, ma nonostante gli sforzi anche quest’ultima non è un carisma.
      Io mi preoccupo della persona (di cui la sessualità è una parte), che ha ricevuto carismi, ma a furia di fantasia, stanno portando via il campo intero, e non per colpa dell’Equitalia.
      Hai ragione sono proprio preoccupato. Ma da certi commenti.
      LIRReverendo

      1. Bisognerebbe capire cosa Salvatore intenda per “al di fuori di schemi e vecchi paradigmi etici”, ma non mi pare abbia parlato di “carisma dell’omosessualità”, né abbia associato la sessualità al carisma.

        Altrimenti, come spesso, non si viene a capo di nulla nel seguire gli interventi…

        1. Giusi

          Bariom tempo fa postai uno scritto, rinvenuto casualmente, ad interpretazione autentica del pensiero di Salvatore Scargiali. Mi ricordo che tu al tempo dicesti qualcosa tipo: ah adesso capisco. Mo’ te lo riposto. E’ di lui medesimo. Ha tutta una fissa con la sessuofobia, col fatto che ci dobbiamo liberà, per carità ognuno è libero di pensarla come vuole ma gli chiederei pure io, come Giancarlo, se è cattolico. A quanto pare lui ritiene di sì, pare che ‘sta liberazione la veda nel Vangelo. E’ da ieri che vado avanti a mah, fammene dire un altro: mah!

          Origini culturali della sessuofobia e della famiglia
          di Salvatore Scargiali

          La sessuofobia, riscontrabile in molte culture, sembra avere origine da problematiche legate alla sopravvivenza della specie umana, all’ “igiene” in senso lato. È evidente che, nelle ere primitive dell’uomo, per la donna rimanere incinta e partorire senza adeguate cure, che oggi definiremmo di carattere sanitario, era esporsi ad un rischio elevato di morte. L’alta percentuale di mortalità al momento del parto e di complicazioni durante la gestazione in una società primitiva ha evidentemente portato a “difendere” il “sesso” femminile, fattore della prosecuzione della specie. Quasi tutte le culture lo hanno reso accettabile solo in adeguate circostanze, come all’interno di una coppia riconosciuta e protetta dalla comunità. Molte di queste usanze, invero, hanno avuto origine da intuizioni che oggi definiremmo “igieniche” dovute al profeta-sacerdote-stregone di turno . Così come la proibizione di cibarsi di alcuni animali o bevande, l’obbligo di fare le abluzioni quotidiane sono divenute regole o leggi religiose, anche la definizione dei comportamenti sessuali sono rientrate negli obblighi o nelle leggi religiose. Inoltre le relazioni uomo donna sono state guidate dall’istinto di trasmissione dei geni, il desiderio di sopravvivenza si è tradotto nella voglia di paternità del maschio. Per assicurarsi la discendenza, la donna veniva protetta e relegata in modo da avere rapporti solo con l’uomo che l’aveva “presa”, il piacere femminile veniva represso per diminuire il pericolo di libertà sessuale da parte di tale sesso, caso più evidente ancora oggi il fenomeno africano dell’infibulazione . Il maschio, più forte, sottometteva la donna per assicurarsi la paternità dei generati. Nel corso della storia, poi, le relazioni sono state guidate non solo dal desiderio di trasmissione dei geni, ma anche dalla voglia di perpetuare in qualche modo la propria esistenza trasmettendo ai propri eredi diretti quello che si è conquistato in vita. La famiglia ha un’origine che potremmo oggi definire di natura economica. La struttura familiare assicurava una gestione sinergica dei beni, che venivano difesi e ampliati per mantenere salda la sicurezza di sopravvivenza e di continuità della specie e del proprio seme. Tali desideri nella storia hanno comportato il dominio delle famiglie più ricche, e, allargando il concetto, il dominio delle etnie più agguerrite e, nel corso della storia, delle nazioni più potenti. Leggi e ideologie hanno difeso e difendono ancora oggi questa impostazione. Ma un cammino di cambiamento si è intrapreso, bisognerà capire quali saranno le spinte giuste per tale evoluzione. Spinte che diano ad ognuno, uomo donna o altro che sia, la possibilità di riconoscere, al di fuori di schemi e vecchi paradigmi etici, il proprio carisma e di metterlo a frutto per se e per gli altri in armoniosa sinergia.

          Da quanto detto prima, oltre che parlare dell’origine del controllo dei rapporti sessuali, si deduce che l’origine della famiglia, e di molte regole religiose di varia natura e credo, non possono essere valutate di carattere trascendente. Le definirei necessarie, decise per utilità sociale e trasmesse alla massa come leggi divine dai leader del momento. Questo inquadra la famiglia o il gruppo familiare non come valore assoluto , ma come struttura economica utile. Sotto questo aspetto può essere soggetta a cambiamenti. Difatti la storia lo conferma e così si presenta ancora oggi. Gli islamici sono poligami; al tempo di Abramo, e per molti secoli, erano in uso le concubine, avendo l’uomo il dovere di mantenere le donne rimaste sole, o perché vedove o perché orfane o non maritate. Nelle isole oceaniche non esisteva la famiglia ma c’era una promiscuità diffusa, dovuta penso all’esiguo numero di persone che vivevano o sopravvivevano in quelle comunità a risorse ristrette. Oggi nel mondo occidentale, grazie alle conoscenze sanitarie raggiunte e grazie anche alla crescita economica, la donna può essere indipendente sessualmente, socialmente ed economicamente. Di fatto oggi accade che quasi tutti i genitori raccomandano alle figlie di assicurarsi l’indipendenza economica; non è più prioritario cercargli un marito come lo era nel pensiero dominante fino a 60 anni fa. Che sia un fatto positivo o meno non lo voglio giudicare, merita una analisi e un dibattito approfondito e forse si potrà dare una valutazione reale nei prossimi 100 anni. Per i cristiani questo non dovrebbe intaccare affatto la loro Fede, chi legge il Vangelo nella sua essenza, sa che il Signore ha insegnato che dobbiamo essere in contatto con Dio attraverso di Lui e che il contatto con Lui si realizza nell’amore verso il prossimo al di sopra di famiglie, parentele o altro. Il Vangelo di Cristo, invero, nel suo messaggio interiore, rimane al di fuori della storia e al di sopra della Legge. Come dico sopra, il compito dell’uomo è ricercare il proprio carisma, metterlo a frutto per se e per gli altri in armoniosa sinergia.

          1. Grazie Giusi.
            Posso solo rispondere (nuovamente): Ah, adesso capisco. 😉
            Se mi si vuol perdonar la mia “smemoratezza” (che non ricordare chi fosse il suddetto Scargiali non credo sia un peccato imperdonabile…), il mio commento non era né pro, né contro… cercavo di capire il filo logico, che si evince chiaramente da quanto ri-ri-porti.

        2. LIRReverendo

          “Il sesso è solo un di cui”. Si deve spiegare il significato, altrimenti diventa un rafforzativo legato al carisma
          Siccome il “di cui” non è presente in sintassi, ma indirizza al per cui….quindi.
          Il nodo è ” uomo, donna o altro che sia”. Ben chiara l’ideologia di fondo acquisita.
          E non percepisco alcun carisma in tale visione.
          Sempre LIRReverendo

  3. Giancarlo

    Questo argomento, l’ideologia di genere, si ricollega, per certi versi, alla visione cristiana della realtà, trattato in http://costanzamiriano.com/2014/01/04/la-ricchezza-della-realta/ . L’ideologia di genere mostra, con esemplare chiarezza, gli effetti nefasti di una visione del mondo che voglia escludere Dio e la creazione. L’effetto immediato ed automatico di questa visione è la perdita di senso, di significato. Così la realtà non è più la realizzazione di un progetto, ma il semplice affastellarsi di materia liberamente interpretabile, da ognuno, secondo le proprie esigenze, intendendo, con la parola esigenze, semplicemente il bisogno di accaparrarsi quanto più piacere possibile ed evitando, a qualunque costo, il dolore. Dove stia la razionalità, tra le due diverse visioni, appare evidente. E, francamente, stupisce come oggi, tanta gente, sia disponibile a negare anche le evidenze più palmari, come quella del significato della sessualità, pur di affermare la propria assoluta autodeterminazione.

    Spero davvero che la chiesa, cominciando dal papa, sappia adeguatamente rispondere a questa sfida antropologica, indicando con la chiarezza e l’autorità che le sono connaturate, la strada da seguire a tutta l’umanità.

  4. “…se «l’atto più sociale dell’uomo è il pensiero», i risultati di questa attività speculativa presenteranno un «poliedro ideologico», una vastissima varietà di idee e di comportamenti legati alla civiltà, che potranno essere indagati e definiti da una «ideologia sociale» o «ideologia delle genti» intesa come «istoria delle idee nei popoli» così come avevano intuito sia Vico che Hegel”

    (Carlo Cattaneo)

  5. …allora ideologìa siamo noi, non è che c’è queste o quell’altre ideologie che dall’esterno vengono a colonizzare il cervello degli uomini, come voi vorreste far credere, e contro cui voi sareste vaccinati dagli anticorpi di Cristo! Qua nessuno è vaccinato! (prova ne siano le chiacchiere che continuiamo a produrre)

  6. …intanto faccio osservare che il commento di Anonimo (che a me mi era sembrato giusto) nel quale diceva che non bisogna mai fermarsi ai titoli dei giornali (vedi i tumulti di Granada) non lo ha considerato nessuno…

    1. Giancarlo

      Non capisco quale sia il commento di anonimo. Comunque, per come la penso io, non qualunque costruzione del pensiero è ideologia. Sono ideologia solo le costruzioni teoriche che non tengono conto della realtà. L’ideologia di genere, per l’appunto, è un chiarissimo esempio di costruzione teorica completamente sganciata dalla realtà.

  7. vale

    sarà anche una c…ta. ma che lo studio sociologico sull’identità di genere stia diventando, o già sia diventato una “ideologia” o una “sottoideologia” all’interno di un liberalismo sfrenato o di un radicalismo di massa mi pare fuor di dubbio.
    ne ha tutte le caratteristiche: le parole d’ordine, la visione del mondo e della società, l’utilitarismo- nel senso degli utili idioti alla lenin-come mezzo di conquista del potere….

  8. …ma come è possibile in un mondo fatto di utili idioti non-essere utili idioti?

    Il fatto è che (credo) non ci si dovrebbe mai impelagare in discussioni che non portano a nulla.
    E tutte le discussioni non portano a nulla.
    Solo come uno vive è “reale”. (Reverendo permettendo!)

  9. …infatti nessuno “vive” da relativista! (come anche, si racconta, per gli scettici, gli scolari di Pirrone, dovevano andarlo a tirare via dalla strada, perché, non credendo lui in nulla, rischiava di essere messo sotto dai carri)…

    1. LIRReverendo

      Se segui il Pirrone rischi di far la fine del Tuberone.
      LIRReverendo un po’ scettico

  10. Attento Alvero

    In realtà l’ideologia gender non sostiene che l’identità sessuale sia frutto di una scelta soggettiva. Al contrario i loro ideologi sono molto rigidi nel sostenere che identità di genere e orientamento sessuale sono innati e irreversibili. Per loro esistono diverse identità sessuali a seconda della combinazione di diversi fattori. Il sesso biologico è solo uno di questi fattori ma non il più determinante. Fin qui forse niente di scandaloso. Il punto critico è che queste identità ‘patchwork’ sono messe tutte sullo stesso piano senza tener conto della specificità dell’unione del maschile con il femminile, che comprende la complementarità, la fecondità, i ruoli culturali di padre e madre. Fa venire il mal di testa, ma è meglio essere precisi, se non si sa contro cosa stiamo combattendo rischiamo di perdere.

    1. Davide

      @Attento Alvero,

      “i loro ideologi sono molto rigidi nel sostenere che identità di genere e orientamento sessuale sono innati e irreversibili. Per loro esistono diverse identità sessuali a seconda della combinazione di diversi fattori. ”

      grazie per la tua precisazione, se corretta, cosa di cui non ho motivo di dubitare, merita di essere approfondita. Puoi darmi un riferimento? Grazie

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