Le «Messe beat» non furono solo canzonette

di  Claudia Mancini per LaPorzione.it

Musicisti capelloni con chitarre elettriche, organo e batteria. All’interno della sala ci sono circa tre o quattrocento persone, soprattutto giovani. Per lo meno il doppio sono rimaste fuori, tentando di forzare l’entrata presidiata dalla polizia. È il 27 aprile del 1966 e non è un concerto rock né una manifestazione studentesca tipica di quegli anni ribelli; è la prima esecuzione della cosiddetta «Messa beat».

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Riconoscere la realtà o crearla?

Il 13 ottobre a Genova la convegno su Humanae Vitae Sua Eminenza il cardinal Angelo Bagnasco ha fatto un intervento lucidissimo e di grande bellezza. Questi sono i miei appunti: non il testo che ha pronunciato. Spero di essere stata abbastanza fedele nel riferirlo.

Paolo VI nello scrivere Humanae Vitae raccoglieva le preoccupazioni che allora si diffondevano per l’eccessiva popolazione. Preoccupazioni sospette, spesso dettate da interessi commerciali. In realtà la terra è ancora quasi tutta da coltivare, e offrirebbe risorse per una popolazione molto maggiore di quella attuale. In realtà gli stessi che lanciano inesistenti allarmi sulla bomba demografica – che non esiste – spesso finiscono per comprare le terre, come avviene per esempio in Africa, che potrebbero offrire le risorse più abbondanti. Ricordiamo peraltro che nessuno stato ha diritto a stabilire il numero dei figli consentiti, o a mettere un limite, e su questo tema non ho mai sentito neppure una voce di protesta.

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Sinodo dei giovani, non abbassare l’asticella della fede

di Luca Del Pozzo

In questi giorni che ci separano dal Sinodo dei giovani non ho potuto fare a meno di pensare che è oltremodo grottesco che proprio il beato Paolo VI, che sarà canonizzato il 14 ottobre nel bel mezzo del Sinodo, proprio lui rischia più di ogni altro di uscire con le ossa rotte, metaforicamente parlando s’intende, dai lavori sinodali. Le premesse, inutile girarci intorno, ci sono tutte. All’insegna dell’andazzo che oggi va per la maggiore, il gattopardismo alla rovescia: non cambiare nulla per cambiare tutto.

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Humanae Vitae è la soluzione, non il problema

di Luca Del Pozzo

Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” Alla fine, tutto ruota attorno a questa domanda. Ed è a partire da questa domanda che va inquadrato il dibattito ecclesiale attorno all’Humanae Vitae del Beato e futuro santo Paolo VI, di cui il 25 luglio ricorrerà il 50^ anniversario. Così come, pur con tutti di distinguo del caso, è a partire dalla stessa domanda che va inquadrata anche la questione della morale sessuale e familiare che sarà uno degli argomenti centrali del prossimo Sinodo sui giovani. Senza entrare nel merito dell’enciclica di papa Montini (chi vuole può documentarsi a dovere in primis su questo blog grazie al meritorio lavoro che sta portando avanti Costanza Miriano), ciò che qui interessa sottolineare – e il discorso vale tanto per l’apertura alla vita quanto per altre specifiche questioni – è che c’è una questione, per così dire, “a monte” su cui bisognerebbe soffermarsi.

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Scommettere sulla fede. Note a margine del “Credo del Popolo di Dio”

di Luca Del Pozzo

Ricorreva ieri il cinquantesimo anniversario del “Credo del Popolo di Dio”, la solenne professione di fede proclamata il 30 giugno 1968 dall’allora pontefice e futuro beato Paolo VI sul sagrato di S. Pietro a conclusione dell’Anno della Fede, da lui indetto il 29 giugno 1967 per celebrare il XIX centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo.

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Humanae Vitae: il centuplo quaggiù


Dalla relazione di Costanza Miriano al convegnoHUMANAE VITAE, La verità che risplende” del 9 giugno 2018 a Brescia 

Altro che rivedere l’Humanae Vitae. Altro che mitigare i no. Altro che venire incontro alle esigenze del mondo. Io credo che sia arrivato il tempo di una sorta di vendetta dell’enciclica di Paolo VI. Cinquanta anni fa gli ci era voluto un gran coraggio per promulgarla, erano gli anni della liberazione sessuale, della diffusione della contraccezione di massa, dell’utero è mio e me lo gestisco io. Erano gli anni in cui ci siamo bevuti tutte le bugie e le promesse di chissà quale felicità. Oggi quelle promesse mostrano tutto il loro misero fallimento. Non siamo affatto più felici.

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Humanae Vitae è alleanza totale

di Costanza Miriano

Ieri mi è capitato sotto gli occhi il post di Facebook del noto teologo e politologo Ermal Meta, che diceva a proposito del ministro Fontana  “Ma davvero credete che al buon Dio interessi come raggiungete l’orgasmo? Non gli interessa nemmeno di cosa vi rende felici, ma che siate felici”, come se Fontana avesse detto qualcosa a proposito della vita sessuale delle persone, e non come ha fatto, a proposito del riconoscimento della famiglia (che, dal punto di vista legislativo, non è una questione di orgasmo ma di seminarium rei publicae, Cicerone lo aveva capito senza scomodare Dio, ma lui aveva i neuroni).

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Padre Pio, Paolo VI e L’Humanae Vitae

“Santità,… so che il Vostro cuore soffre molto in questi giorni … soprattutto per la mancanza di obbedienza di alcuni, perfino cattolici, all’alto insegnamento che Voi assistito dallo Spirito Santo e nel nome di Dio ci date.

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Spiacere a tutti per non mentire a nessuno

Dal libro “Le chiavi pesanti” di Domenico Agasso, S.Paolo 1979 – pag.123 – 129

Venticinque giorni dopo scoppiò la vera bomba: fu pubblicata l’enciclica Humanae vitae, con la data del 25 luglio 1968. Una delle più brevi, 31 capitoletti, riassunti ancor più brevemente, in tre sole parole, dagli immediati commenti: «No alla pillola». Cioè “no” a sistemi anticoncezionali usati già in tutto il mondo, con grandioso impulso all’industria farmaceutica, e ormai familiari a molti cattolici. Di più: la “pillola” era penetrata anche nei confessionali, nei consigli o nei consensi dei sacerdoti a un gran numero di fedeli. Dal papa, naturalmente, nessuno si attendeva via libera a ogni forma di impedimento alle nascite.

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A 50 anni dal Concilio. Attualità del Vaticano II (quello vero)

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di Luca Del Pozzo

L’8 dicembre prossimo cadrà il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Ed è fin troppo facile prevedere la mole di articoli e commenti per rintuzzare una polemica mai sopita –  e che ha investito in pieno anche il recente Sinodo sulla famiglia dove, caso mai non fosse chiaro, si sono scontrate prima ancora che due opposte visioni sulla famiglia, due opposte visioni sulla chiesa e il suo rapporto con il mondo – su un evento che, comunque lo si guardi, ha cambiato il volto della Chiesa. Il che, di per sé, non è necessariamente un male, anzi.

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Diritti vs. desideri

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Pubblichiamo il testo che ho preparato per il mio intervento ad Atreju di sabato 26 settembre, e che non ricordo se ho pronunciato esattamente, mi sa di no perché mi hanno detto di tagliare prima ancora che aprissi bocca, ma non sapevo che tagliare così ho fatto secondo l’antica arte giapponese dell’origami (sono andata a caso), e anche perché ero un po’ in difficoltà per la platea molto diversa da quelle davanti alle quali parlo di solito (credo che il disorientamento fosse reciproco: mi guardavano come una marziana). Ne approfitto per dire che, e non è certo per prendere le distanze dal graditissimo invito che mi ha fatto Giorgia Meloni, il mio andare lì non significa in nessun modo un mio schierarmi nella politica intesa come appartenenza partitica. Ricordo che ad Atreju è andato anche Bertinotti. E io sarei andata anche alla festa dell’Unità o di qualsiasi altro schieramento che avesse avuto voglia di ascoltarmi (la verità è che non mi ha invitata nessun altro). Avrei detto esattamente le stesse cose in qualsiasi altro contesto (una difesa dell’Humanae Vitae alla festa di SEL sarebbe stata divertente, effettivamente…), e ne approfitto per chiarire, visto che qualcuno me lo ha chiesto, che non ho nessuna intenzione di fare politica attiva a un livello più alto della riunione condominiale e del consiglio di classe né ora né mai: non ne sarei capace e non mi piacerebbe farlo.     C.M. Continua a leggere “Diritti vs. desideri”

Liberi dalla “cronolatria”

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Paolo VI  Udienza Generale del 3 aprile 1968

«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Matth. 24, 35).

[…] Che cosa è lo studio se non una ricerca di tante, belle e meravigliose verità? Ma che cosa vi dice, a questo proposito, la mentalità moderna, non esclusa quella scientifica? Vi dice che la verità non è immobile, non è definitiva, non è sicura; tanto che oggi si definisce la scuola piuttosto come una ricerca di verità, che non come possesso e conquista di verità. Infatti: tutto cambia, tutto progredisce, tutto si trasforma; il pensiero umano è caratterizzato dal suo movimento, dal suo procedimento storico, dal così detto storicismo, eretto a sistema fino a fare del tempo il generatore e il divoratore delle verità che la scuola viene, man mano, insegnando; la «cronolatria» domina la cultura, con questo risultato, che nulla più è certo, nulla stabile, nulla degno d’essere accettato e creduto come valore al quale si possa confidare la guida e il senso della vita. Continua a leggere “Liberi dalla “cronolatria””

Scambiare la propria cecità con la morte di Dio

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di Paolo VI

[…]  Oggi la verità è in crisi. Alla verità oggettiva, che ci dà il possesso conoscitivo della realtà, si sostituisce quella soggettiva: l’esperienza, la coscienza, la libera opinione personale, quando non sia la critica della nostra capacità di conoscere, di pensare validamente. La verità filosofica cede all’agnosticismo, allo scetticismo, allo «snobismo» del dubbio sistematico e negativo. Si studia, si cerca per demolire, per non trovare. Si preferisce il vuoto. Ce ne avverte il Vangelo: «Gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce» (Io. 3, 19). E con la crisi della verità filosofica (oh! dov’è svanita la nostra sana razionalità, la nostra philosophia perennis?) la verità religiosa è crollata in molti animi, che non hanno più saputo sostenere le grandi e solari affermazioni della scienza di Dio, della teologia naturale, e tanto meno quelle della teologia della rivelazione; gli occhi si sono annebbiati, poi accecati; e si è osato scambiare la propria cecità con la morte di Dio. Continua a leggere “Scambiare la propria cecità con la morte di Dio”

La storia (dei Martiri) si ripete…

Santi Martiri Carlo Lwanga e Compagni (memoria odierna)

cicaccjfdi Gianpiero Pettiti 

Fece un certo scalpore, nel 1920, la beatificazione da parte di Papa Benedetto XV di ventidue martiri di origine ugandese, forse perché allora, sicuramente più di ora, la gloria degli altari era legata a determinati canoni di razza, lingua e cultura. In effetti, si trattava dei primi sub-sahariani (dell’”Africa nera”, tanto per intenderci) ad essere riconosciuti martiri e, in quanto tali, venerati dalla Chiesa cattolica. Continua a leggere “La storia (dei Martiri) si ripete…”

Humanae vitae: rigore, tenerezza e coraggio contro la tecnocrazia (I)

di Andreas Hofer

La liberazione totale è il processo che costruisce la prigione perfetta.
(Nicolás Gómez Dávila)

Oggi è una data storica. Il 25 luglio 1968, nel pieno della Contestazione studentesca, col suo ripudio della morale dei comandamenti, Paolo VI pubblicava infatti uno dei documenti più coraggiosi nella storia della Chiesa: l’enciclica Humanae vitae, con la quale papa Montini ribadiva il «no» del magistero petrino alla logica contraccettiva, sfidando non solo l’opinione pubblica e i poteri del «mondo» ma anche un vasto quanto inedito dissenso interno.
Il papa, pesantemente colpito, ne rimarrà segnato: non pubblicherà più alcuna enciclica nei dieci anni a venire (il famoso “decennio senza encicliche”). Continua a leggere “Humanae vitae: rigore, tenerezza e coraggio contro la tecnocrazia (I)”