Quando eravamo femmine

mirianoQUANDOcover ridotta

di Costanza Miriano

Ho avuto una grossa difficoltà nello scrivere Quando eravamo femmine. Cioè una in più oltre a quelle solite – la casa gelata di notte, i colpi di sonno tra l’una e le due, la fame atavica verso le tre, la difficoltà nell’approvvigionamento notturno di beni atti a fornire le condizioni minime alla scrittura, quali il chococaviar Venchi, il salame e la Coca light. La difficoltà aggiuntiva di questo libro è stata che io avrei voluto raccontare tutta la sorellanza che ho scoperto da quando le persone che conosco e incontro sono aumentate di circa mille volte rispetto ai tempi in cui avevo un numero di amici normali (i tempi in cui nella mia rubrica i nomi erano salvati come Elisabetta, Luca, Giovanni e non Crisitinagenovamammadicinque o Ericareliquiamilano o Federicachiesanuova). Avrei voluto raccontare parte della bellezza conosciuta praticamente in tutta Italia, da Catania a Rovereto (o Pinerolo? È più a nord?), ma era troppa, troppa roba, e troppo pochi i neuroni rimasti liberi dopo le giornate trascorse a lavorare, a star dietro ai figli, a fare tutte le cose che noi mamme sappiamo bene e che tutte facciamo, mettendoci insieme però anche un’esagerazione di mail messaggi telefonate. E così tante sere sono finite in un nulla di fatto, a contemplare lo schermo – rigorosamente bianco – e poi a dormire sfinita con lo sterno sul tavolo e lo spigolo del tavolo in fronte.

Ecco, non so cosa ne sia venuto fuori, sono ancora troppo vicina alla tela: devo allontanarmene per vedere da lontano l’effetto che fa. Il desiderio era quello di scrivere un libro corale che facesse parlare insieme alla mia le voci di tante donne ascoltate, incontrate, conosciute. Non ne ho raccontate le storie perché spesso sono vicende appena adombrate, vagamente intuite, solo accennate. Quello che spero di avere riportato è il timbro di tante voci che non si riconoscono nei modelli di donna oggi prevalenti, e che qui ho cercato di raccontare alle mie bambine.

Ogni donna ha bisogno di una sguardo che la definisca: qualcuno che le dica che è bella. Ma quello che definisce ogni donna non è la risposta alla domanda (“quanto sono bella, io?”), quanto piuttosto la nostra scelta: chi vogliamo che risponda a quella domanda? Chi vogliamo che ci dica che siamo belle? In fondo, nella più intima verità di noi stesse, quello che ci definisce è “a chi voglio piacere io?”. Ognuna di noi vuole piacere a qualcuno, anche quelle apparentemente più autonome, perché l’indipendenza è un’illusione (io manco ci provo, a fare finta). Quindi, ripeto, a chi voglio piacere io?

Quello che ho sperimentato è che quando la mia risposta è “a Dio”, quando chiedo al Signore di restituirmi lo sguardo di amore che desidero sono più piena, più felice, dipendo di meno dagli altri e riesco ad amarli in modo più libero, non come chi si aggrappa, ma come chi si apre generosamente, perché sa che la sua pienezza non è messa in crisi da niente.

Siamo complicate, ogni tanto la nostra complicazione prende il comando. Talora sbarelliamo, è vero, sono pronta ad ammetterlo serenamente. Altre volte produciamo pensieri inconsulti, e, certo, pochi minuti prima saremmo state pronte a giurare, sinceramente, che noi non saremmo mai state capaci di pensieri tanto folli, di parole tanto meschine, di azioni tanto irragionevoli. Eppure dieci minuti dopo le abbiamo fatte. Il fatto è che siamo piene di contraddizioni. Come tutti gli esseri umani, ma un po’ più dei maschi. Un maschio se vuole ti asfalta. Una femmina cerca di diventare la tua miglior nemica.

La soluzione non è scandalizzarci delle nostre contraddizioni, tanto non serve a niente. Non serve neppure dire “io non cambierò mai”, perché è vero, non cambieremo mai. Non da sole. La soluzione è ricomporre le nostre contraddizioni appoggiandole in Dio. Maria è la donna della contraddizione ricomposta. È lui che pareggia i conti col nostro cuore ferito, deluso, in attesa. Per questo per noi donne, soprattutto da una certa età in poi, è fondamentale mettere in moto una vita spirituale che ci protegga da noi stesse, dal dolore, che ci renda feconde davvero, che ci renda capaci di far vivere tutti quelli che ci sono affidati.

Secondo me le donne non diventano sacerdoti perché il sacerdozio a cui sono chiamate è quello del cuore: offrire ogni giorno sull’altare il nostro cuore stanco, imparare a ballare il ballo dell’obbedienza nel quotidiano, imparare a dire i sì di cui hanno bisogno tutti quelli che possiamo chiamare alla vita, ma a dirli con il sorriso e con la gioia di chi sa di essere piena e totalmente amata.

Quando questa pienezza ci manca non è colpa degli uomini cattivi, né del lavoro nel quale ci verrebbe impedito di realizzarci: è che l’abbiamo cercata nel posto sbagliato. In questo libro provo anche a ragionare con le mie bambine su parecchie bugie che ci hanno detto sulla liberazione sessuale, sul lavoro, sull’accoglienza alla vita. Bugie che ci hanno lasciate più sole e più tristi di prima. Ovviamente non possono mancare consigli fondamentali quali quelli sull’assoluta necessità di stendere dei punti luce sugli zigomi (c’è anche un patetico tentativo di dare una valenza spirituale alla stesura del primer prima del fondotinta).

È il tempo di tornare regine, di riprendere il nostro ruolo altissimo: noi siamo quelle che danno la vita, biologica e non. Noi siamo quelle che aiutano la vita quando è più debole. Noi siamo quelle che stabiliscono che timbro ha la vita di un’epoca, di un paese intero. Questo è il meglio della nostra vocazione, e da un certo punto della nostra storia abbiamo avuto un po’ troppa fretta di dimenticarcene. Forse non ci siamo rese conto di quanto abbiamo perso noi, e di quanto rischiamo di far perdere a quelli che dipendono da noi, perché intorno a una donna realizzata e felice la vita fiorisce, mentre intorno a una donna che lascia il controllo alla pazza di casa la morte trionfa. Ecco, questo vorrei spiegare alle mie bambine, questo, soprattutto, ho imparato da tante donne veramente feconde – che siano madri o no – incontrate in tutta Italia (e ormai anche fuori), donne unite da una profonda sorellanza. Donne spesso silenziose agli occhi del mondo e unite da una compagnia lieta, forte, capace di alleanza e generosità, con cui incoraggiarsi le une con le altre quando il ballo dell’obbedienza si fa stanco, i piedi incespicano per la stanchezza, gli occhi si chiudono o si annebbiano dal pianto. Donne capaci, quando serve, anche di dirsi qualcosa di veramente scomodo. “Hai la pelle mista, ma ti voglio bene lo stesso”.

QUANDO ERAVAMO FEMMINE su Amazon

QUANDO ERAVAMO FEMMINE
Lo straordinario potere delle donne
Anno: 2016
Euro 15.00
Isbn: 978-88-454-2608-7

26 pensieri su “Quando eravamo femmine

  1. Valeria Maria Monica

    Cara Costanza, ma in questi giorni terribili per l’Italia non pensi ci siano altri temi più pressanti che stanno angosciando i tuoi lettori, uomini e donne?
    La leggerezza va bene, ma davanti alla implosione della democrazia in Italia, con l’entusiastjco sostegno della Chiesa, forse l’eterno argomento di come sono fatte le donne lo si potrebbe anche mettere da parte.

      1. Valeria Maria Monica

        Bariom, hai appena confermato l’evidenza di quello che ho detto: che la democrazia in Italia è realmente implosa silenziosamente su se stessa, se perfino a una persona profonda come te sembra “normale” quello che sta succedendo, e io ti sembro una “divergent” che dovrebbe andare a rinchiudersi in appositi blog per la gente come lei.

        1. Mi salverò dalle prossime ben più gravi accuse forse solo per l’uso fatto del condizionale, ma non ci spero molto.

          Buona Domenica.

  2. Alda

    In effetti, Bariom…
    É vero che stiamo vivendo una situazione estrema dove solo Dio ci può aiutare, quindi ben vengano preghiere, rosari, novene e suppliche varie, ma bisogna anche tenere i piedi per terra e gli occhi aperti…
    Parlare di vaccini come fossero la panacea quando invece sono LA CAUSA di tutto l’orrore che stiamo vivendo vuol dire non voler vedere, non voler essere consapevoli di tutti i morti (di tutte le età) che questi stanno provocando nel mondo. Una signora (bergogliana fino al midollo e ovviamente vaccinata) mi ha detto che lei non si interessa di politica, quando ho cercato di dissuaderla.
    Tanti “cristiani” la interpretano così, come se il problema fosse solo etico-morale dei feti abortiti☹️☹️
    E visto che il papa ha dato l’ok allora siamo tutti manlevati, anche dal pensare….
    Che Dio abbia pietà di noi😧

    1. Allegra

      Sono d’accordo con Valeria e Alda.
      Al contempo voglio intendere questo “silenzio stampa” di Costanza come necessità di tempo e discernimento per portare ad una riflessione pacata che eviti di alimentare ulteriormente la divisione tra noi. Ovviamente non si può far finta di niente, quello che sta accadendo è gravissimo, ma sappiamo anche che dietro a tutto c’è “l’omicida sin dal principio” a cui non importa un fico secco se stiamo dalla parte della ragione o del torto, gli importa che nei nostri cuori ci sia rancore e odio. Mentre attendiamo che Costanza ci offra una delle sue abituali profonde e proficue riflessioni restiamo in preghiera chiedendo a Dio di liberarci dal Male che sta dilagando. Sappiamo tutti che i tempi che ci aspettano sono terribili, ma ricordiamoci della promessa di Maria a Fatima “alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”

      1. Sottoscrivo il tuo pensiero Allegra, al contempo vorrei ricordare che anche laddove sia il Nemico a porci sotto assedio, come per Giobbe non c’è nulla che Dio non permetta.

        E’ bene quindi continuando il combattimento contro l’Avversario, domandarci cosa chi chiede, indica, quale il senso di questa “Parola di Dio” per la nostra vita?
        Perché se è facile (forse) comprendere che con questa pandemia, Dio chiama il mondo a conversione, demolisce le sue (del mondo) sicurezza, fa vacillare i suoi (del mondo) idoli – basterebbe leggere l’Ufficio della Letture di ogni giorno in questi giorni – più complesso è (forse) comprendere cosa vuole da noi credenti, come Chiesa e come singoli, ognuno nel suo combattimento feriale.
        Certo è che la divisione, il giudizio, l’accusa del fratello verso il fratello, son problema e responsabilità nostre. Il Nemico ci crea l’occasione e fa leva sulla nostra debolezza, ma a noi la scelta e nella debolezza a chi chiedere aiuto.

        Buona Domenica

    2. Alda questa è la tua visione della questione e io non ci voglio neppure entrare dato che si entra in visioni che oramai sono fideistiche (e spesso manichèe) ancor più granitiche della fede in Gesù Cristo che più di ogni altra dovremmo professare.

      Banalmente potrei risponderti: “e quante vite sono state salvate?”
      Veramente credi che tutti i precedenti vaccini a fronte di epidemie nel passato non abbiano avuto anche gravi controindicazioni? La differenza oggi sta tutta nel “dio web” dove tutti si abbeverano da fonti più o meno limpide (e moltissime inquinate) e tutti diventano “tuttologhi”.

      Hai cercato di dissuadere un persona dal vaccinarsi… sei certa che sia lo Spirito Santo a suggerirtelo? Conosci veramente il bene per costei? E se la tal persona si dovesse ammalare e morire di Covid (probabilmente per te di covid non si muore)? O per conseguenza sua uno dei suoi cari? Io ci andrei cauto, visto che poi non sappiamo dissuadere spesso chi ci sta intorno dal commettere un peccato (non mi pare la vaccinazione rientri tra questi).
      Prega Dio che ti dia discernimento sulla tua vita che già sarebbe gran cosa, perché Dio avrà certamente pietà di noi, ma i superbi Dio li guarda da lontano, laddove la superbia è presumere di “sapere” e voler guidare altri a ciò che non sia la Volontà di Dio.

      Qui mi fermo e mi sgancio del tutto, dato che si aprirà certamente un “flame” che non mi interessa per nulla.

      Buona Domenica.

      1. Roberto di Francia

        Signor Bariom,

        trovo gravissima (per un cattolico) la sua linea di pensiero, riassunta dalla frase “e quante vite sono state salvate?”, che sembra suggerire la liceità di IMPORRE (è questo che indigna) un trattamento medico che sta causando più morti e menomazioni gravi di tutti vaccini messi insieme da 30 anni a questa parte (fonte https://vaers.hhs.gov/data.html), perché eviterEBBE un numero maggiore di morti di COVID.

        Come dire che se per salvare 1000 persone, il governo ne deve ammazzare a sangue freddo 10, il gioco vale la candela.

        Libero di non rispondere a questo “flame”, ma vorrei che tutti i lettori di questo sito si ponessero, in tutta onestà, questa domanda.

        1. La domanda contiene già la risposta, ma come altri lettori trovo preoccupante minimizzare e avallare sistematicamente quanto sta succedendo nel Paese e anche nel mondo cattolico, come se questo fosse il migliore dei mondi possibili e la Chiesa stesse conoscendo una nuova primavera. Personalmente, mi ricorda certa propaganda di stampo cinese, incluso l’invito a migrare in altri blog. Credo ne derivi anche una indiretta perdita di credibilità del messaggio che si propone qui.

        2. Trova gravissimo (libero di trovare gravissimo ciò che crede) che che SEMBRA e dato che utilizza fortunatamente una forma condizionale, la questione per me si ferma qui.

          1. Roberto di Francia

            Sono il primo a rallegrarmi che questa non sia la sua posizione. E spero, quella di nessun altro in questo blog. Purtroppo, non posso dire la stessa cosa dai discorsi che sento altrove. Buona giornata.

  3. Valeria Pigozzi

    Ciò che mi ha indotto a comportarmi da troll (piombare con un commento provocatorio in margine a un post che parlava di tutt’altro ) è proprio la esasperazione contro questo asfissiante “sopire, troncare” della Chiesa 2.0, ben rappresentato in questo caso dal complesso degli interventi di Bariom.
    Non posso che rispettare la volontà di  Costanza di tacere pubblicamente su queste questioni dilanianti, governo e vaccino, ma sono sempre più sconvolta dal comportamento ormai costante degli uomini di Chiesa che si adoperano per reprimere ogni voce critica dei laici sul vaccino, sul governo e sul green pass, usando argomenti moralistici in modo talmente improprio da arrivare quasi alla manipolazione psicologica.
    Conosco persone che non vogliono e non riescono ad accettare un confronto sul tema vaccino, perché il papa lo pubblicizza talmente tanto che parlarne male sembra un peccato contro il magistero della Chiesa.
    E ormai altrettanto blindata è la  discussione politica.
    La cosa surreale è che questa Chiesa 2.0,  che non vede, non sente e non parla davanti ai laici che esprimono critiche, ma li marginalizza nei blog tradizionalisti come in riserve indiane, deridendoli con sufficienza; questa Chiesa alla vaccinara, con gli occhi serrati davanti alla gente che manifesta in piazza contro il green pass perché non ha altri canali per essere ascoltata; questa Chiesa cinica che non rispetta il diritto alla obiezione di coscienza dei singoli contro una industria vaccinale che utilizza sistematicamente i corpi delle vittime della industria abortiva, questa Chiesa schizofrenica…indice un SINODO dedicato all’ascolto!!!
    Ci sarebbe da ridere, se la gravità del momento ci lasciasse qualche voglia di ridere.

    1. Mai avrei pensato di rappresentare la voce della “Chiesa 2.0” (qualunque cosa questo significhi), per certo cara Valeria Pigozzi alias Valeria Maria Monica, il tuo “trollare” e il tuo accorato sfogo è bene più rappresentativo di certo pensiero che veramente non vedo differire in nessun modo da quello di certa parte del mondo. Nel mondo ma non del mondo si diceva un tempo, ma questo è altro discorso giusto?.

      Sempre più convinto che dovresti cercare conforto, non saprei dire se “spirituale”, in altri lidi, ma non per dire “non dovresti essere qui” (chi sono io per dirlo), ma nel chiedermi cosa ancora ti trattiene.

      1. Valeria Maria Monica

        Bariom, io sono irruenta, ma tu incarti in modi forbiti dei contenuti che sono altrettanto aggressivi.
        Spiegami che differenza sostanziale c’è tra il dire “Non dovresti essere qui e il dire “Non so cosa ti trattiene qui”:
        in ebtrambi i casi, tu tiri una riga all’interno della Chiesa, di qua chi la pensa come te – cioè, immagino, chi non critica il papa e la CEI – , di là le Valerie Marie Moniche che non si sa bene se appartengano più al “mondo” o a “altri lidi”, presumo tu alluda a lidi non in comunione con la Chiesa di Roma, giusto? (Se tu parlassi chiaro sarebbe più facile interpretarti)
        Io invece, guarda caso, mi sento tuttora parte di una Chiesa di cui tu fai parte assolutamente quanto me.
        Io non desidero affatto che la Chiesa si divida in due, ma che ritrovi la sua unità, resistendo al veleno di dissoluzione e di reciproco disprezzo seminato così a piene mani per dividere fratello da fratello, sorella da sorella.
        E se sono ancora qui a trollare, se seguo tutto quello che viene pubblicato, è perché dal primo Family Day sono legata a Costanza da grande ammirazione, stima e gratitudine per tutto quello che scritto e fatto, per la testimonianza e il ruolo pubblico che si è trovata a rivestire nella difesa di valori che sono anche i miei.
        E questa ammirazione non viene meno anche quando intervengo in modo polemico. Anzi, sono intervenuta in modo provocatorio proprio perché avrei desiderato un dialogo anche su questi temi, ma non è una cosa che si possa pretendere.
        Infine, intervengo ancora su questo blog – e grazie alla pazienza dei padroni di casa che ancora me lo permettono- perché qui intervengono persone di diverse sensibilità ecclesiali, e a me interessa molto capire “cosa pensano” “quelli che “non la pensano come me”. Proprio perché sono convinta che un percorso di riunificazione nella Chiesa ci debba essere, e che sia sbagliato, sbagliatissimo assecondare la politica di divisione e marginalizzazione delle sensibilità ecclesiali divergenti portata avanti dalla Chiesa 2.0 , nella quale c’è posto per tutti tranne che per chi, ad esempio, non si vuole vaccinare o vorrebbe ricevere la Comunione sulle labbra.
        ( Nota a piè pagina: La Chiesa 2.0 è la Chiesa Cattolica come la vediamo ora, plasmata a immagine del papa regnante: cioè la Chiesa della CEI, la Chiesa di Avvenire, la Chiesa che fa votare per il PD e per i 5 stelle, la Chiesa di Bassetti che incorona Draghi, la Chiesa che va braccetto con l’ONU e con Greta, la Chiesa liquida, smart, cool e green. E vaccinara, che obbliga i preti a vaccinarsi)

        1. “Chiesa di cui tu fai parte assolutamente quanto me.
          Io non desidero affatto che la Chiesa si divida in due, ma che ritrovi la sua unità, resistendo al veleno di dissoluzione e di reciproco disprezzo seminato così a piene mani per dividere fratello da fratello, sorella da sorella.”

          Questa parte la sposo come mia, sul resto del tuo “posizionare” me, sei fuori strada.

          Sul mio eventuale posizionare te (del tutto virtuale e che vale zero nella sostanza) anche questo parte dal mio leggerti, io sarò criptico (non mi pareva), tu anche troppo irruenta (parole tue) e dalla tua irruenza partivo per dire, una sorta di “…eh quindi?” Cosa vorresti sentirti dire qui o perché qui si dovrebbe parlare di ciò di cui tu vorresti sentir parlare? In che termini poi?
          E’ molto chiaro che esistono due fronti contrapposti che non comunicano ma semplicemente si scontrano.

          Vuoi il mio parere? Costanza fa BENISSIMO ad entrare in questo ginepraio, anche perché su questo sciagurato argomento Gesù Cristo pare non centrare mai nulla (nel mio piccolo ho cercato di farlo presente) e laddove non si parla di Cristo e di ciò che accade in vista di Lui, abbiamo solo e sempre il ragionare del Mondo e del Divisore.
          In Cristo la Chiesa 1 o 2 o 3.0 che dir si voglia, ritrova l’unità che vai cercando, non certo su confronti ideologici, virologici o statistici.

          Spero di essere stato chiaro.
          Ti saluto da fratello a sorella in Cristo.

          1. Valeria Maria Monica

            Cato Bariom, non sei stato chiarissimo, ma cercherò di interpretare il tuo pensiero sforzandomi di non stravolgerlo, per poterti rispondere nel merito e arrivare a una comprensione dei rispettivi pensieri.
            La tua affermazione “su questo sciagurato argomento (argomento “vaccino”, presumo) sembra che Gesù Cristo non c’entri mai nulla, e laddove non si parla di Cristo e di ciò che accade in vista di Lui abbiamo sempre e solo il ragionar del mondo e del divisore”
            mi lascia proprio sconcertata.
            Infatti, anche se sono d’accordo con te che la missione della Chiesa non è certo ragionare sul vaccino, ma annunziare Cristo, salvezza e redenzione di tutti gli uomini, dai virologi ai no vax, ciò non toglie che i laici hanno il dovere (anzi nella Chiesa è il loro carisma specifico) anche di agire nel mondo, giudicando le cose del mondo alla luce del Vangelo.
            In questo senso, credo che tra cristiani si possano, anzi “si debbano” dibattere domande come “è necessario che lo stato ponga l’obbligo del vaccino covid in questo frangente storico? È utile? È lecito?” senza che ciò rappresenti un “escludere Gesù Cristo dalla nostra vita”.
            Anzi, se risulterà confermato , come sembra sempre più evidente, che i vaccini sono per i giovani e giovanissimi molto più rischiosi del covid stesso, avremmo il dovere, come cristiani, di alzare la nostra voce per difendere i ragazzi da questa violenza inutile.
            Sono terreni su cui ci si deve muovere alla luce della fede e con gli strumenti della ragione e della conoscenza, evitando però che opinioni diverse su questioni “terrene” come l’utilità del vaccino creino una divisione tra cristiani.
            Ma a questo scopo, chi veramente dovrebbe fare un passo indietro non sono i laici, sono i pastori. Il papa non ha alcuna infallibilità papale sui vaccini, ha solo la sua opinione personale, idem i vescovi, e il loro uscire dal perimetro del loro munus docendi li espone a condizionare pesantemente le opinioni dei fedeli in campi nei quali non hanno alcuna assistenza celeste che li tuteli dal prendere cantonate. Inoltre i fedeli che dissentono dalle opinioni dei pastori su simili questioni terrene vengono trattati come eretici, e questo sì che crea una frattura insanabile nella Chiesa.
            Questa, caro Bariom, è la mia posizione, e quando dici che “è in Cristo che la Chiesa trova la sua unità e non certo su confronti statistici, virologici eccetera” mi verrebbe da chiederti come mai pensi che le due cose siano in alternativa. Io penso che ciò che Dio ci chiede è che, uniti in Cristo, ragioniamo serenamente, e alla luce della ragione che Dio ci ha dato, sulle migliori scelte sanitarie e politiche per il bene di tutti.
            Un sincero abbraccio fraterno in Cristo.

    2. Valeria,
      Ho letto con molto interesse i tuoi interventi e, nel caso volessi, saresti la benvenuta su Coscienza Maschile, dove si può parlare di Chiesa (anche 2.0) e di Covid in tutta tranquillità.
      Non temiamo critiche, che forse seguiranno, per delegittimarci. Non siamo infalllibili ma non fingiamo di non vedere i fatti: come diceva (spero metaforicamente) Chesterton, “fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.
      Può darsi che sarai tu a dire, per i motivi più diversi di non voler avere a che fare con noi. Ma come ha scritto un mio utente, stiamo vivendo una battaglia per la sopravvivenza come cattolici e come esseri umani e in un campo di battaglia ci sono solo due schieramenti, non tre o dieci; e sarà sempre più difficile non scegliere una parte con posizioni incerte o ambigue.
      Come scrisse già decenni fa Marshall McLuhan, questa volta non saranno in gioco ideologie o culture ma (e non mi riferisco solo a questioni legate all’emergenza sanitaria) la stessa sopravvivenza del’umanità.

  4. Valeria Pigozzi

    Oops ho dimenticato di usare il solito nickname, cioè Valeria Maria Monica (secondo e terzo nome di battesimo).

  5. ola

    “Noi siamo quelle che stabiliscono che timbro ha la vita di un’epoca, di un paese intero.”
    Tutto qui. 👏👏👏👏👏

  6. admin @CostanzaMBlog

    In generale vorrei ricordare che l’eventuale invito a migrare ad altri blog e a non considerare opportuni certi commenti spetta a L’Admin del Blog e a Costanza Miriano.

I commenti sono chiusi.