L’artigianato educativo

di Costanza Miriano

Quando ho letto la traccia degli argomenti previsti per l’incontro di Milano mi sono detta che sarebbe stato proprio interessante da ascoltare: usi di internet, alleanza tra genitori, come vivere la spiritualità in famiglia, e soprattutto adolescenza oggi. Magari mi spiegano questi oggetti misteriosi – soprattutto quelli femminili – che mi girano per casa. Poi ho realizzato che a parlare sarò io, e questo è il problema.

Perché non è che abbia tante certezze sull’educazione, anche perché è una materia che ha a che fare con la libertà di un altro, e allora più che di regole possiamo provare a fare dell’artigianato. Si va per tentativi, insomma, sbagliando un sacco e riprovando, chiedendo anche scusa, ma tenendo qualche punto fermo: il primo, che ho messo quando i quattro pargoli nati in sette anni stavano giocando a bowling con l’unico neurone che riusciva a tenersi attivo dopo le notti insonni, è “siamo più grossi di voi, e questa è casa nostra”. Principio che continua a tenere, sebbene adesso tre su quattro siano più grossi di me, che pure non sono bassissima, dall’alto del mio metro e settantasei, settantotto se tiro su i capelli. Insomma, i figli non sono amici, e su certe cose non si contratta, né tanto meno si decide insieme.

Tecnologia: togliere e nascondere telefoni è il mio vero lavoro, anzi in realtà quello che mi prende più tempo è ritrovarli, allora i figli mi guardano con occhi pieni di rancore, sebbene quella volta che stavano sotto la scatola delle fettuccine e ci ho messo due ore a ricordarlo non fosse colpa mia, perché mentre mi stavo dirigendo verso la lavatrice per metterli nel catino dei panni è scoppiata una rissa per l’uso del controller e io ho cambiato strada mentre avevo già memorizzato l’informazione cellularinelcatino (il mio cassetto della memoria a breve termine è sempre più piccino, mentre i ricordi della prima elementare stanno lì belli larghi e nitidi, dicono che sia l’inizio della demenza senile).

Alleanza tra genitori: qui sono preparatissima, nel senso che sono continuamente tentata di tradirla, cioè di criticare le decisioni che prende mio marito, e di farlo davanti ai figli. Però la teoria la so, ho studiato: piuttosto che litigare e rompere l’alleanza, magari facendo vedere loro una mancanza di stima e di rispetto fra i genitori, meglio una decisione educativa sbagliata però presa in sintonia, anche a costo di ingoiare qualche rospo – cioè tipo quando strozzeresti tuo marito/tua moglie, e ti decidi a fare come dice lui/lei, e poi scopri che aveva ragione, anche se l’ultima volta che lo hai ammesso eri giovane. Oppure scopri che comunque i figli sopravvivono egregiamente anche se prendete una decisione imperfetta.

E poi come trasmettere la fede: qui potrei impiegare ore per dire che non lo so. Non lo so come si trasmette la fede perché la fede è un regalo e un incontro. In quanto regalo possiamo solo chiedere al proprietario, e chiederlo fino a farci sanguinare le ginocchia, che lo dia anche ai nostri figli. In quanto incontro possiamo solo non impedirlo (e anche qui, di nuovo, chiedere fino a farci sanguinare le ginocchia che avvega anche per loro).

Di questo e molto altro parleremo venerdì a Milano e sabato a Roma. Se c’è qualcuno che ha consigli da dare, sono molto interessata. Magari a ‘sto giro mi siedo in platea.

 

10 pensieri su “L’artigianato educativo

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  2. Anna elia

    Per favore metti i video Costanza!! Grazie!!! Farebbero tanto bene a me è a tanti altri .

  3. Beppe

    aggiungerei una delle cose che manca tantissimo oggi : la pazienza.
    Il fare le cose un poco per volta e lentamente, con costanza di impegno.

    1. Luigi

      Verità profonda, Beppe, oggi totalmente obliata.

      Come osservò Romano Guardini, “chi non ama la vita non ha pazienza con essa”.
      La pazienza del contadino e dell’artigiano che si impegnano in un lavoro tenace e metodico, ora dopo ora, giorno dopo giorno.

      Ritmo. Ripetizione. Silenzio.

      “Le nostre decisioni efficaci non sono le decisioni meditate delle ore solenni, dei momenti in cui, attenti e preparati, compiamo i gesti spettacolari dello scegliere e del rifiutare. Le decisioni che governano la nostra vita sono le timide e silenziose preferenze delle ore quotidiane. I momenti gravidi del nostro futuro scivolano taciturni nel mezzo del frastuono della sagra. L’angolo che giriamo, l’amico il cui invito accettiamo, la curiosità che accantoniamo, il lieve gesto di orgoglio o vanità a cui cediamo, tutta la banale routine della nostra esistenza, sono gli espedienti del nostro destino. Lì nascono gli infimi princìpi dalle più vaste conseguenze” (Nicolás Gómez Dávila)

      Buona domenica a tutti (e viva Cristo Rey!).

  4. Natale

    Guido Clericetti in una delle sue belle vignette faceva dire al personaggio maschile (che poi era se stesso): “Prima di sposarmi avevo elaborato 4 teorie educative praticamente perfette; ora che sono padre, ho 4 figli e nessuna teoria educativa”. (il testo è a memoria ma non molto lontano da quello letterale).
    Gentile Costanza credo che la cosa possa confortarla ed é comunque l’unico “consiglio” che sono in grado di fornirle.
    Auguro per i suoi incontri milanesi e romani.

  5. Antonella Albanese

    Immensamente grazie Costanza, in un momento da incubo che stiamo vivendo con le nostre figlie. Ci è stato detto dalla polizia postale che purtroppo abbiamo dovuto contattare che il cellulare che i nostri figli hanno in mano è un’ARMA.
    Ci vediamo domani sera. GRAZIE

    1. Luigi

      “Ci è stato detto dalla polizia postale che purtroppo abbiamo dovuto contattare che il cellulare che i nostri figli hanno in mano è un’ARMA.”

      Verissimo.
      Con in più il fatto che, prima di tutto, è un’arma rivolta contro se stessi…

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