Che cos’è l’apertura alla vita

Susanna Bo

di Susanna Bo

Nei giorni scorsi si è molto parlato dell’Humanae Vitae e dell’affermazione di Don Chiodi rispetto all’eventuale obbligo, da parte di coppie in particolari situazioni di difficoltà, di fare uso della contraccezione. Avrei voluto scrivere subito qualche considerazione sull’argomento, ma mi sono frenata dopo aver letto la splendida riflessione di Flora Gualdani sul blog di Costanza Miriano: in effetti ha già detto tutto lei, c’è ben poco da aggiungere.

L’unica cosa che posso aggiungere è la mia esperienza: mi sono sposata nel 2003, con un ragazzo meraviglioso ma molto malato. Nei due anni successivi abbiamo avuto due bambine, a diciassette mesi di distanza l’una dall’altra, concepite durante un periodo di relativa “tranquillità” della malattia. Durante la gravidanza della secondogenita, purtroppo, il tumore di mio marito si è ripresentato in maniera tanto sorprendente quanto aggressiva, e lui è morto tre anni dopo. Le bambine avevano quattro anni l’una e due e mezzo l’altra.

Se dovessi dire che cosa è significato, durante il matrimonio con Luigi, l’aver avuto due figlie, non potrei che usare le stesse parole del suo medico: un miracolo. Non era infatti scontato per noi (come non lo è per nessuna coppia, in fondo) diventare genitori. Queste bambine sono state una benedizione inaspettata, in una situazione in cui sarebbe stato quantomeno comprensibile, se non addirittura auspicabile, evitare l’arrivo di un figlio. Forse, potremmo dire che io e Luigi saremmo rientrati in uno di quei casi per cui Don Maurizio Chiodi indicava l’obbligo della contraccezione. E io stessa dopo la nascita della seconda figlia – che è coincisa con l’aggravarsi della malattia – non ho trovato altra strada, inizialmente, che quella della pillola anticoncezionale, per evitare l’arrivo di una terza gravidanza. Non ignoravo, infatti, il Magistero e le sue indicazioni, ma avevo tanta paura e ancor più tanta rabbia verso Dio, che sembrava essere sordo alle mie preghiere. Dopo un paio di mesi, però, d’accordo con Luigi, decisi di imparare a usare i metodi naturali. Non me ne sono mai pentita.

Sette anni fa mi sono risposata e con mio marito Gianni ho avuto altri tre figli, tutti maschi (e io che dieci anni fa lamentavo l’assenza di un uomo in casa… dopo aver conosciuto Gianni sono stata invasa dal testosterone!!). Tre bambini amati e desiderati, e “distanziati” nel loro arrivo attraverso l’uso dei metodi naturali. E’ vero, ammetto che uno dei tre (ma non dirò mai quale, nemmeno sotto tortura) è arrivato un po’ “a rotta di collo”, forse non eravamo del tutto preparati, ma di sicuro non abbiamo mai pensato: questo qui è di troppo. E se non l’abbiamo mai pensato non è perché siamo bravi, buoni o santi, ma perché abbiamo avuto la Grazia, fino ad ora, di non sentirci padroni assoluti delle nostre vite o di quelle dei figli che ci sono stati affidati. E se qualcuno mi chiedesse che cos’è per me, oggi, l’apertura alla vita, risponderei: un dono di Dio. Perché l’apertura alla vita non è qualcosa che ci diamo da soli, è sempre frutto di un rapporto con il Signore, anche un rapporto tiepido e scalcinato come il mio, ma pur sempre un rapporto. E se è vero che i metodi naturali sono sicuramente una ricchezza in se stessi, anche per una coppia che non crede e non va in Chiesa (perché il rispetto del proprio corpo e di quello della persona amata dovrebbe interessare a tutti, anche a chi non ha fede), a maggior ragione sarebbe quantomeno doveroso incoraggiarne la conoscenza, da parte dei nostri pastori, presso le coppie cristiane, piuttosto che parlare di obbligo alla contraccezione.

Oggi ho quarant’anni, cinque figli e l’istinto materno di un tostapane. Non amo i bambini in generale, non mi fermo a toccare le pance delle donne incinte, non vado in brodo di giuggiole se vedo un neonato, ma sono pazza dei miei figli.

Mi commuovo quando vado alle loro recite dell’asilo, quando leggo un loro tema, o la pagella, o quando entro di soppiatto nelle camere e li guardo dormire. Eppure tutti loro mi hanno tolto, a turno in questi anni, ore di sonno, tempo libero, tonicità muscolare e qualche quintalata di autostima (chi ha figlie femmine adolescenti sa di cosa sto parlando). La felicità nell’essere madre di una folta prole, nonostante il mio sconcertante egoismo, mi viene dall’unica certezza che ho e che cerco di vivere all’interno del mio matrimonio: che Dio mi ama. E il suo amore per me è sempre stato pieno, totale.

Insomma, senza preservativo.

15 pensieri su “Che cos’è l’apertura alla vita

  1. Betta

    Bella riflessione! Condivido al 100%! L’apertura alla vita è l’unico modo per noi umani di vivere in armonia e in rispetto: è la base dell’amore. Se arrivi a sperimentarlo, non torni più indietro.

  2. Anche la testimonianza di Susanna ci conferma come l’apertura alla vita, come anche la scoperta dei metodi naturali, fanno parte di un progressivo cammino spirituale che coincide con i fatti della storia, la propria.

    La storia che Dio fa con noi, che non è sempre una rilassante passeggiata tra prati fioriti baciati dal sole del meriggio, ma ha le sue fatiche e i suoi combattimenti.
    Combattimenti che talvolta vedono lo stesso Dio come antagonista.

  3. Antonietta

    Grazie!
    Ho ritrovato in questa testimonianza la stessa fede piena di ragioni che traspare dai tuoi libri, a suo tempo divorati.

  4. Elisa

    Verissimo quello che dice Susanna: l apertura alla vita è un dono di Dio, è un combattimento certo contro il nostro egoismo, le nostre paure. Dare la vita ti rende felice, e non vale solo nell’ accettare i figli che Dio ti dona, vale in tutti i campi. È avere uno sguardo diverso della realtà e dell’altro. Si dice FIDARSI È BENE NON FIDARSI È MEGLIO… be’ fidarsi di Dio è una figata.

  5. Santina

    Bellissimo quello che hai scritto, sicuramente sarà di aiuto a tanti spero, mi dispiace che queste cose lì apprendo solo adesso avrei dovuto conoscerli quando ero giovane , sicuramente la mia vita sarebbe stata diversa e senza rimpianti. Grazie Susanna

  6. vale

    che Dio mi ama. E il suo amore per me è sempre stato pieno, totale.

    bello ,ma non serve più.

    nuova puntata Scalfari-Papa:

    https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1648029805317890&id=197268327060719

    in una nuova intervista con Scalfari, pubblicata da “Repubblica” è lui stesso che esplicitamente lo afferma: “(le anime di chi non è degno del Paradiso) NON VENGONO PUNITE… NON ESISTE UN INFERNO, ESISTE LA SCOMPARSA DELLE ANIME PECCATRICI”.
    COSI’ DICENDO NEGA ADDIRITTURA DUE DOGMI: QUELLO DELL’ESISTENZA DELL’INFERNO E QUELLO DELL’IMMORTALITA’ DELL’ANIMA.

    tana libera tutti.

      1. È già l’ennesima volta che Scalfari avrebbe travisato le parole di un’intervista (evidentemente anche lui non ha il registratore): com’è che, dopo cinque anni, Francesco continua a concedergli interviste? A Magister, solo perché il suo gruppo editoriale violò di poche ore l’embargo sulla Laudato sì (che sarebbe stata appunto presentata di lì a poco), tolsero l’accredito in Santa Sede e l’esposero al pubblico ludibrio dei turiferari: invece oggi nel comunicato della Sala Stampa non c’è mezza parola di biasimo per Scalfari, eppure mettere in bocca ad un Papa quello che non ha detto – oltretutto un’eresia – è cosa gravissima… ah già, dimenticavo che ora lo fanno direttamente pure quelli della Sala Stampa, per lo meno con l’emerito.

  7. Simona

    Grande Susi😊sempre nei nostri cuori 💕 bellissime parole di vita, di verità …

  8. Sara

    Grandissima…nell’uso delle parole ma anche nell’esperienza in cui mi ritrovo molto. Anche io ho l’istinto materno di un tostapane, ma il fatto di non sentirmi piena artefice del mio destino ha contribuito ad avere 6 gravidanze, cinque figli ed uno mai nato e volato in cielo. Ed il bello è che rifarei tutto da capo.

  9. Martina

    Qual è la soluzione che suggerisce a chi vorrebbe essere aperto alla vita ma non gli è stata donata la parte precedente cioè il matrimonio, visto che lei ha avuto questa grazia due volte? Chi è escluso a priori dal più grande dono della vita che le conferisce significato e felicità come può essere partecipe e avere almeno una briciola di tutto questo visto che non gli è stata concessa la fetta?

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