“L’ultimo uomo”, massificato e senza Dio

2016-11-11_095822

di Federico Fenci per  ZENIT

Fabian Society, Thomas Malthus, Edward Bernays, finestra di Overton. Questo caleidoscopio di nomi, rigorosamente anglosassoni, appare indecifrabile ai più. Eppure è al suo interno che si condensa ed esprime il processo antropologico da cui scaturisce – parafrasando il sociologo Zygmunt Bauman – la“società liquida”, popolata da quello che lo scrittore Enzo Pennetta chiama nel suo più recente libro L’ultimo uomo (ed. Circolo Proudhon, 2016).

Il volume è stato presentato ieri presso il Teatro Quirinetta di Roma, in una sala gremita soprattutto di giovani. Relatrice insieme all’autore la giornalista Costanza Miriano. Quest’ultima ha detto di riconoscere la fotografia del mondo contemporaneo descritta nel libro ed ha affermato di essere rimasta impressionata nell’apprendere le ingannevoli trame che hanno plasmato le coscienze negli ultimi due secoli.

Da donna, ha posto particolare attenzione al fenomeno del femminismo, alla cui ascesa l’autore dedica un capitolo. La Miriano ha osservato che anche lei, sebbene cattolica e proficua scrittrice di testi estranei al pensiero dominante, si sente immersa nel magma culturale contemporaneo.

Il femminismo – ha raccolto lo spunto Pennetta – costituisce proprio il paradigma dell’illusione di libertà che contraddistingue il mondo di oggi. La spinta propulsiva di questa ideologia è da attribuire al pubblicista del secolo scorso Bernays, il quale riuscì a veicolare una redditizia campagna promozionale sul dorso della chimera dell’emancipazione femminile.20

La multinazionale del tabacco Lucky Strike, cent’anni fa, ingaggiò questo pioniere dei moderni opinion maker, noto per essere stato nipote di Freud, per incentivare le vendite di sigarette. Bernays riuscì a guadagnare una fetta enorme di mercato fino a quel momento inesplorata: il gentil sesso. Lo fece attraverso un’intuizione, quella di diffondere manifesti che raffiguravano donne con la sigaretta in bocca, suggerendo l’equazione tra fumo e riscatto sociale. Questa icona della donna emancipata e fumatrice fu foraggiata anche da qualche starlet, pagata per apparire in pubblico con la sigaretta tra le labbra e con vestiti dello stesso colore dei pacchetti di “bionde”.

È così che la donna si convinse d’aver iniziato un percorso di liberazione mentre si stava facendo persuadere da un vizio. “Ci hanno fregate”, ha commentato la Miriano. Franca riflessione condivisa da Pennetta. Del resto lo stesso Bernays affermava che il “vero potere esecutivo” non appartiene alla politica: “Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. (…) Sono loro che manovrano i fili…”.

Va riconosciuto a queste eminenze grigie della manipolazione mediatica di avere grande perspicacia. Costoro propinano alle masse l’illusione di essere protagoniste della storia attraverso la realizzazione di una sterile dialettica politica. È in questo senso che va interpretata la fondazione, a fine ‘800, della Fabian Society. Altro non era – ha spiegato Pennetta – che “un finto movimento socialista” britannico che portò alla nascita del partito laburista, da affiancare a quello liberale cosicché vi fossero due facce della stessa medaglia. Divise su alcune questioni specifiche, le attuali centro-destra e centro-sinistra onorano tuttavia con pari reverenza il pensiero dominante su temi etici che sono alla base dell’antropologia moderna.

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Altro non è che un’espressione del fabianesimo la sinistra di oggi che si batte per i matrimoni omosessuali e lascia il proletariato a frantumarsi nella morsa del turbo-capitalismo. “L’ultimo uomo” è dunque un uomo solo, illuso d’essersi conquistato una presunta libertà (soprattutto sessuale) sacrificando sul suo altare tutto ciò che di veramente importante possedeva, ossia i legami familiari e sociali.

Propedeutico a questo processo involutivo furono il malthusianesimo e il darwinismo. Pennetta – che è docente in un liceo di scienze naturali – ha spiegato che dapprima l’economista Malthus, attribuendo la crescita della povertà alla pressione demografica, e poi il biologo Darwin, sostenendo che solo le specie animali più forti sopravvivano al processo evolutivo, furono il pretesto ideologico al feroce colonialismo britannico. “Il darwinismo – ha spiegato Pennetta – è la trasposizione in natura di un modello economico: nella società sopravvive il ricco a discapito del povero e nella selezione naturale della specie soccombe l’animale più debole”.

Queste ideologie sono quindi il laboratorio dell’ultimo uomo (e dell’ultima donna), alla mercé dei consumi, mossi dal solo istinto e privati d’ogni pudore e d’ogni slancio di vero amore. Privati, in una parola, di Dio. Infatti – sosteneva il genetista Julian Huxley: “Il darwinismo ha rimosso dalla sfera della discussione razionale qualsiasi idea di Dio come creatore degli organismi”.

L’uomo che non crede in Dio – osservava con acume lo scrittore inglese Chesterton – finisce però per credere in tutto. I manipolatori delle masse possono allora imbastire quello schema di persuasione chiamato finestra di Overton, per cui una campagna a favore di un’idea passa gradualmente dalla fase in cui quell’idea è inaccettabile al suo sdoganamento mediante una serie di astuti processi mediatici.

Evaporata la distinzione tra bene e male e negata l’esistenza di Dio, nulla potrà più dissuadere “l’ultimo uomo” della bontà di qualsivoglia pratica considerata oggi una nefandezza. Chi vi si opporrà, verrà tacciato di intolleranza da questi abili opinion maker. E il “progresso” sembra proprio “la versione profana della dannazione”, per dirla come il filosofo rumeno Cioran. Per salvarsi non resta che rivolgersi a Dio.

 

56 pensieri su ““L’ultimo uomo”, massificato e senza Dio

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  2. PaulBratter

    OT (ma non troppo)
    Qualcuno sa in quale Vangelo “Cristo ha parlato di una società dove i poveri, i deboli, gli esclusi, siano loro a decidere.”?

    1. Alessandro

      Il fatto è che ormai alle sparate di Bergoglio tramite Scalfari non c’è più reazione da parte di quei cattolici che fino a qualche mese fa denotavano ancora qualche sanarisorsa reattiva.

      Un tempo questo cattolico diceva: no, ma quello non l’ha detto Bergoglio, è Scalfari che glielo attribuisce! No, quella telefonata in cui avrebbe detto così e così non può averla fatta il Papa, sono i giornalisti scoopisti che deformano e inventano!

      Adesso nessuno di costoro dubita più che Bergoglio abbia detto a Scalfari quello che Scalfari ha riferito, visto che in sostanza non ha detto niente di diverso da quanto ha detto urbi e orbi intrattenendosi coi movimenti popolari (?):

      http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/november/documents/papa-francesco_20161105_movimenti-popolari.html

      Nessuno più dubita che Bergoglio abbia detto alla signora o signorina argentina in stato di adulterio di rimanerci e di fare tranquillamente la Comunione (ma in un’altra parrocchia, così si evita lo scandalo!), e nessuno ne dubita più perché è né più e né meno ciò che ha incitato a fare scrivendo l’Amoris laetitia (come egli stesso ha spiegato in risposta ai vescovi della regione Buenos Aires):

      http://www.lastampa.it/2014/04/23/vaticaninsider/ita/nel-mondo/una-telefonata-del-papa-e-si-riparla-della-comunione-ai-divorziati-z5ifnKBXd2OvYnRksxvjvK/pagina.html

      C’è un intorpidimento penoso. Non si reagisce più.

      1. Piero

        Tra l’altro, la cosa ANCORA poiu’ penosa e’ che, nella sua analisi marxista, per quando ovviamente sbagliata ed incompleta, non riesce neppure a capire che la CAUSA delle nuove poverta’ e delle nuove debolezze.
        E non si dica che e’ proprio a causa della sua analisi marxista, visto che anche uno come Rizzo, c’e’ arrivato.
        Non immagina neppure che le cause delle nuove poverta’ siano in un sistema rigidissimo di cambi (parlando di Europa), di criminali politiche di “austerita’”, di esperimenti sociali sulla pelle delle persone (i mini-job da 500 euro al mese sono di norma in Germania, e si stanno introducendo anche qui) che con artifici contabili e/o statistici (basta aver lavorato un’ora per essere annoverati tra gli occupati) vengono fatti passare per misure di “crescita”.
        Non gli sfiora il pensiero che gli indigeni vengono defraudati dalla loro terra perche’ le grandi multinazionali fanno “land-grabbing” per comprare quelle idiozie dei “certificati verdi” per quella panzana colossale del riscaldamento globale.
        Non considera che sotto il ricatto dell’occupazione i governi (corrotti!) del terzo Mondo in pratica REGALANO terre per coltivare le palme da cui si ricava l’olio di palma (la SOLA ragione per cui si usa nell’industria e’ perche’ costa pochissimo!) in cambio della miseria che distribuiscono per tenere impegnata la manovalanza.
        Non comprende che e’ pronto l’esercito industriale di riserva con cui sostituire la popolazione europea, che si accontenta di quattro briciole, estirpata dalle proprie radici…
        No, il peccatore e’ il povero italiano che non divide il poco che ha (ormai) per darlo al “migrante”

      2. Alessandro

        Oggi il cattolico al massimo si preoccupa di non finire nelle liste di proscrizione di Vatican Insider e di Introvigne, bollato come critico di Bergoglio.
        Che tristezza!

      3. PaulBratter

        sembra una frase uscita dal quinto vangelo di Biffi che, ahime, sta per essere superato dalla triste realtà.
        Oppure mi ricorda quelle frasi uscite dai gruppuscoli parrocchiali di fine anni ’70 dove la parola d’ordine era “Gesù il primo comunista della storia” per conciliare senza tanti sforzi l’oratorio e l’eskimo.

        1. Alessandro

          Quinto evangelo:

          “Prostratisi lo adorarono. Poi, aperti i loro scrigni, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Ma disse Giuseppe: L’oro non lo possiamo accettare, perchè è segno di ricchezza e contamina chi lo dà e chi lo riceve”

          Commento:

          “Ma con l’oro questi goffi personaggi hanno superato ogni limite prevedibile.
          Come? Il Figlio di Dio vede la luce in una stalla, si circonda di caprari e di vaccari, volendo in tal modo manifestare la sua volontà di fondare la Chiesa dei poveri, ed ecco che arrivano questi signori a contaminare con la loro ricchezza la pura austerità del quadro. Sotto lo sguardo sbigottito dell’asino e del bue, trovava il suo principio la Chiesa costantiniana.
          E’ mai possibile che questa Chiesa costantiniana nascesse senza contestazioni? Stando a Matteo sembrerebbe quasi che l’oro – emblema e fonte di ogni corruzione – fosse stato tranquillamente accettato dalla sacra famiglia.
          Ma qui veniamo a sapere come si sono svolti veramente i fatti: Giuseppe, uomo taciturno e rude, con dignità e calma, ma con estrema fermezza esprime il suo dissenso, enunciandone la ragione profonda: laddove c’è oro, non ci può essere né Cristo né la Chiesa di Cristo.
          Il frammento è tanto più significativo in quanto ci riferisce la sola frase del falegname di Nazaret di cui abbiamo notizia: poche parole che valgono interi decreti conciliari.”

          1. Alessandro

            Questo frammento del Quanto Evangelo descrive invece perfettamente come funziona la pastorale pastorizia di Bergoglio:

            “Il Regno dei cieli è simile a un pastore che avendo cento pecore e avendone perdute novantanove, rimprovera l’ultima pecora per la sua scarsità di iniziativa, la caccia via e, chiuso l’ovile, se ne va all’osteria a discutere di pastorizia”

            “Cominciamo ad applaudire alle novantanove pecore perdute: non è un comune smarrimento il loro, piuttosto è una forma di protesta contro l’idea stessa di ovile.
            L’immagine dell’ovile evoca la recinzione, la chiusura, la segregazione dagli altri. Come possono gli “altri” unirsi al gregge, se a un certo momento nel loro cammino si imbattono in una barriera?

            Senza dire che la vita di ghetto – al riparo dal pericoli, ma anche dalle emozioni dell’avventura – finisce per deformare la personalità e ingenerare dei complessi, di inferiorità o di superiorità a seconda dei temperamenti, da cui difficilmente si guarisce. Meglio per una pecora il rischio del lupo che la certezza dell’avvilimento nell’ovile.

            Può capitare che il pastore non sia sufficientemente perspicace per rendersene conto: in tal caso bisogna avere il coraggio di forzare la mano. L’esodo di massa, registrato nella parabola, è il mezzo più efficace per fare intendere la ragione a chi si ostina a chiudere gli occhi. Una volta smantellato l’ovile, allora si potrà tornare tutti insieme: pecore, lupi e altri animali, e ci sarà un solo branco senza un solo pastore.

            Nella parabola però il pastore capisce la ragione, tanto che si secca per l’unica pecora rimasta.

            Quest’animale – cui va riconosciuto obbiettivamente un certo non conformismo – basta da solo a rovinare l’avvento di un’epoca nuova: finché c’è lui c’è l’ovile, e finché c’è l’ovile, le pecore in libertà avranno qualche inquietudine sulla saggezza della loro evasione. E non è bene: anche ad essere ben divorate giova una certa interiore tranquillità.

            Fuori dunque, o pecora renitente! Ti si deve necessariamente costringere ad essere libera. Anche perché tu, da sola, fai perdere al tuo custode tempo e fatica, e impedisci così il progresso della cultura.
            Solo quando anche tu avrai preso coraggiosamente il sentiero del bosco, il pastore potrà discutere coi suoi colleghi i mezzi più adatti per far prosperare un allevamento. Solo quando non ci sarà più l’ovile (e neppure le pecore) si potrà elaborare in tutto il suo rigore scientifico – senza compromessi con le condizioni concrete e con la sopravvivenza delle concezioni superate – una vera e compiuta teologia pastorale.”

          2. Fabrizio Giudici

            “Prostratisi lo adorarono. Poi, aperti i loro scrigni, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Ma disse Giuseppe: L’oro non lo possiamo accettare, perchè è segno di ricchezza e contamina chi lo dà e chi lo riceve”

            Questo purtroppo ce lo raccontavano già le suore alle elementari, negli anni ’70. 😦

            1. Alessandro

              E a me i salesiani al liceo negli anni novanta.
              Il revival non passa di moda.

              Devono comandare i poveri, l’oro non lo possiamo accettare, però le multinazionali vanno riverite:

              “I manifesti di Bergoglio sono stati resi noti in questi ultimi anni negli incontri con i movimenti. Per il Papa esiste un dominio mondiale del capitalismo e della finanza, dei tecnocrati, che è all’origine della guerra che insanguina il mondo, a partire dal terrorismo. Questo potere non è mai identificato, ne parla in termini generali.
              Salvo poi incontrare chi incarna questo potere, come accaduto quest’anno per esempio con i patron di Apple, Google, Instagram, Facebook e Vodafone. E tra poco, ai primi di dicembre, dovrebbe incontrare i magnati di Fortune… Tutti hanno portato donazioni cospicue che lui ha accettato. Intanto continua a scagliarsi contro la potenza del capitalismo e fa appello ai movimenti popolari, no global, alternativi, di ispirazione marxista…”

              http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2130452&codiciTestate=1

      4. Giusi

        Ma si rende conto della sua responsabilità? Delle anime che fa perdere? A me sorgono dubbi sulla sua fede……

          1. Enrico Turomar

            Vorresti impedire a dei bravi cattolici di compiere la quotidiana opera di carità verso gli sprovveduti visitatori di questo blog affinché non perdano le loro anime?

            1. Piero

              Tre delle sette opere di misericordia spirituale sono
              – Consigliare i dubbiosi
              – Insegnare agli ignoranti
              – Sopportare pazientemente le persone moleste

              oppure e’ lecita soltanto la “misericordina” bergogliana?

            2. Alessandro

              @Enrico Turomar

              hai poco da sfottere, sai.
              Difendere i palesi e gravi errori di Papa Bergoglio come sventuratamente fai tu non è un buon servizio né alla verità né, di conseguenza, alla Chiesa, che non cresce nell’errore (sia pure quello commesso assecondando il Papa) ma sempre e solo nella verità.
              Assecondare il Papa nell’errore non è essere un buon cattolico (semmai uno zelante clericale): il cattolico è tenuto a respingere l’errore, da chiunque venga, fosse pure dal Papa.

              Ha ragione fra’ Centanni: dinnanzi alle quotidiane e dolorose evidenze sugli errori del Papa, meglio tacere. I fatti sono autoesplicativi, per chi li vuole vedere. Chi si ostina a non vedere, continuerà a non voler vedere.

              E non scherzare tanto sulle anime, perché questi sono tempi straordinari e terribili in cui lo sbandamento terribile di Roma sta mettendo a prova terribilmente le anime, e a repentaglio la loro salvezza. C’è davvero poco, pochissimo da scherzare.

              Prenditelo tutto, il tuo spazio per ossequiare gli errori del Papa. Posso zittirmi anche subito, hai campo libero.
              Ma ascolta, se vuoi, un invito fraterno: non incorrere nella sventurata ilusione di giovare all’anima tua o di qualcun altro nascondendo e/o ossequiando come verità gli errori del Papa.

                  1. Piero

                    Oh beh, ma sara’ sicuramente qualche “strategia pastorale”, come dicono i nostri amici qui, per “avvicinare i lontani”…
                    Domanda: ma quanti “lontani” si sono avvicinati in tre anni?

              1. Alessandro

                A proposito di chi ha cambiato idea, e si è accorto che nell’operato di Papa Bergoglio c’è qualcosina che proprio non va.

                Giovanni Lindo Ferretti su Avvenire nell’ottobre 2014:

                “Il Santo Padre è Francesco e già cumula rimostranze intellettuali, teologico morali, viscerali antipatie. Piace troppo, si dice alla fiera della malevolenza. C’è da rimanere sconcertati nel leggere gli attacchi dei tradizionalisti al Santo Padre così come al tempo di Benedetto si leggevano gli attacchi dei progressisti innovatori.

                Il Santo Padre Francesco è un dono di Dio agli uomini di questi giorni nostri, va ascoltato con mente limpida e cuore puro, almeno per quel che si può e già basterebbe. Se no si è: protestanti, evangelici, riformati, controriformati, sedevacantisti, ortodossi no che è un altro discorso, magari moralmente ineccepibili e persino intellettualmente molto dotati, ma non cattolici.”

                Giovanni Lindo Ferretti su La Verità oggi, novembre 2016:

                “Papa Francesco non mi piace. Il Papa è il Papa e non sono io a dire se va bene o no. Non mi piacciono le sue posizioni sull’immigrazione e le guerre mediorientali. E’ difficile ascoltare un Papa che usa il linguaggio di Hillary Clinton e dice l’esatto contrario di quello che dicono i patriarchi del Medio Oriente.”

        1. Giusi

          Effetto Bergoglio: su Rete 4: Sgarbi che può essere un libertino ma è una persona intelligente: “il matrimonio ha senso solo quando è un Sacramento”. La Borallevi: sei rimasto alla preistoria, Papa Francesco ha cambiato molto………. E non mi si venga a dire che è quello che pensa lei: è una percezione generale ed è ben più di una percezione se si legge la lettera che il Papa ha scritto al clero argentino pubblicata pure dall’Osservatore Romano. E quei poveri santi quattro cardinali che hanno reso pubblica una lettera senza risposta scritta mesi fa sono pazzi?

      5. Giusi

        Si è scomodato persino Amicone che non è certo un “pericoloso” integralista cattolico. Prima Lombardi cercava penosamente di metterci una pezza dicendo che erano interpretazioni di Scalfari (anche se poi venivano riprodotte pari pari in un libro edito dalla LEV). Si ha notizia di cosa faccia quel buontempone di Greg? Finora mi pare che abbia solo diffuso il video del Papa che si scompiscia dalle risate per una battuta dell’anglicano contro i liturgisti. AHAHAHAHAH! Che ridere lo scempio della liturgia!

        Una domanda a papa Francesco dopo la sua intervista a Scalfari

        “Posta l’attendibilità di quanto il fondatore di Repubblica ha riportato del suo dialogo con il Pontefice, mi viene una domanda”

        http://www.tempi.it/una-domanda-a-papa-francesco-dopo-la-sua-intervista-a-scalfari#.WCl_ovnhDIU

        1. Giusi

          Non ne parliamo della portavoce donna. Non ricordo nemmeno come si chiami. Si sono già rivolti a “Chi l’ha visto”?

          1. Fabrizio Giudici

            “Non ne parliamo della portavoce donna. Non ricordo nemmeno come si chiami.”

            Forse la cosa più importante era assolvere ai doveri di pari opportunità.

            Comunque, dell’ultima intervista con Scalfari pare si sia spazientito persino il direttore del Sismografo:

            http://www.marcotosatti.com/2016/11/14/insopportabile-la-non-intervista-di-scalfari-al-papa-parola-di-badilla-direttore-de-il-sismografo/
            http://m.ncregister.com/blog/edward-pentin/latest-pope-scalfari-interview-again-written-from-memory

            È il solito teatrino, così ognuno può credere in quel che gli garba.

  3. Giusi

    Ci sono cose che mi hanno lasciata sconcertata. Non commento. Se ne hanno voglia lo facciano quelli più preparati di me.

    Versione integrale della conversazione di Bergoglio con Spadaro riguardo la Tradizione, la riforma liturgica e le vecchiette.
    Bergoglio_Spadaro.pdf

    fiBergoglio_Spadaro.pdf
    Portable Document FormatScaricaAnteprimaCarica revisione

      1. E’ un PDF e non è un file sempre visibile nel browser…

        Ad ogni modo è raggiungibile: si può salvarlo o visualizzarlo con un lettore pdf.

  4. Diana

    Ma non vi rendete conto che fate il gioco del diavolo, continuando a scagliarvi contro il nostro Santo Padre? Noi siete voi i detentori della Verità assoluta! A me pare che qui facciate lo stesso gioco dei cosiddetti cattolici che si dichiaravano contro Papa Benedetto, perché ritenuto troppo severo. Senza il Papa la Chiesa non ha pastore. Noi siamo solo pecore, anche se qualcuno si sente forse di essere qualcosa di più… L’unico modo che abbiamo per essere sicuri che il Papa metta in atto la volontà del Padre in ogni sua decisione è la preghiera, e voi così osservanti dovreste saperlo. Allora basta con le chiacchiere offensive e mettetevi a fare qualcosa di utile!

    1. Giusi

      Ti sfugge un piccolo particolare: quelli che si scagliavano contro Papa Benedetto sono gli stessi che oggi osannano Bergoglio. In quanto a fare il gioco del diavolo bisogna vedere chi è che lo fa. La Verità è solo quella di Cristo. Chi la sta negando? Fatti una domanda e datti una risposta. Persino quelli del Sismografo si fanno qualche domanda….. sia pure prendendosela con Scalfari non smentito da nessuno…. Ma vedrai che magari salta fuori la portavoce…..

      “INSOSTENIBILE” LA NON-INTERVISTA DI SCALFARI AL PAPA. PAROLA DI BADILLA, DIRETTORE DE IL SISMOGRAFO

      http://www.marcotosatti.com/2016/11/14/insopportabile-la-non-intervista-di-scalfari-al-papa-parola-di-badilla-direttore-de-il-sismografo/

    2. Fabrizio Giudici

      “Ma non vi rendete conto che fate il gioco del diavolo, continuando a scagliarvi contro il nostro Santo Padre?”

      Difendendo la Tradizione non ci si mette certo a fare il gioco del diavolo. Se difendere la Tradizione per te vuol dire mettersi “contro” il Santo Padre… fai un po’ tu.

      “Noi siete voi i detentori della Verità assoluta!”

      Neanche tu. Neanche il Santo Padre.

      “A me pare che qui facciate lo stesso gioco dei cosiddetti cattolici che si dichiaravano contro Papa Benedetto, perché ritenuto troppo severo.”

      È falso mettere le cose sullo stesso piano. La differenza la fa la Tradizione. Chi contestava Benedetto contestava la Tradizione. Guarda caso, chi sostiene incondizionatamente Francesco contesta la Tradizione.

      “Senza il Papa la Chiesa non ha pastore.”

      E chi lo nega? Qualcuno sta contestando il papato? I Luterani semmai lo fanno; oppure Hans Kung. Ma vanno così d’accordo con Francesco… come mai?

      “Noi siamo solo pecore, anche se qualcuno si sente forse di essere qualcosa di più…”

      Ce l’hai presente il CVII quando parla di impegno diretto dei fedeli? E il Codice di Diritto Canonico quando parla di dovere dei fedeli di intervenire? Per non parlare di alcuni interventi di Benedetto XVI in tal senso.

      “L’unico modo che abbiamo per essere sicuri che il Papa metta in atto la volontà del Padre in ogni sua decisione è la preghiera, e voi così osservanti dovreste saperlo. Allora basta con le chiacchiere offensive e mettetevi a fare qualcosa di utile!”

      La preghiera è fondamentale per tutto e non c’è dubbio che da lì si parte. Ma non è “l’unico modo”. Questo lo dici tu. E tu chi sei?

  5. Se devo essere sincera ….per conto mio mi affido alla Parola di Dio che medito con la Sacra Bibbia di Gerusalemme , mi ritrovo solo in questo, le cose del’mondo oramai mi hanno stancate , e penso che non succede nulla che Dio lo vuole, per me è una consolazione,dopo sentire tutta questa confusione, io non sono nessuna , …Dio è tutto in tutti…ciao a voi tutti pace e bene.

  6. Ormai dopo oltre tre anni bisogna rassegnarsi, l’ attuale papa non è proprio il massimo come coerenza e

    chiarezza. Ha l’ ambiguità tipica dei politici e ama molto gli applausi. Gli unici appunti che gli sento dire sono

    contro i cattolici, come se li avesse in “gran dispitto”. Gli altri (luterani, evangelici, maomettani, dittatori comunisti

    come Castro sono una meraviglia), le interviste ama darle al massone campione dell’ anticattolicesimo Scalfari e

    proclama ad alta voce che che ” l’ Islam è una religione di pace” ! L’ unica enciclica sua parla di ecologia,

    Peraltro non sembra per niente preoccupato del progressivo svanire della fede in Cristo nel nostro continente.

    Pensando che nella storia della chiesa non tutti i papi siano stati proprio fedeli allo Spirito Santo, ritengo che qualche

    perplessita’ tra le pecorelle cattoliche sia lecita !

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