Attenti a chi vuole mettere le mani sulle menti dei vostri figli. #liberidieducare

#liberidieducare

di Costanza Miriano

Pretendo che da settembre si insegni in tutte le scuole pubbliche, anche in quelle dell’obbligo, il modo di vivere la sessualità proposto dal Vangelo, e tradotto dalla Chiesa, perché è quello giusto. Credo che vivere la sessualità dentro il matrimonio custodisce e salva i nostri cuori, ci rende maturi e fecondi. Pretendo dunque che nessuno possa esigere di essere informato a riguardo, non ce n’è bisogno, perché quella è la Verità, tutti i ragazzi indiscriminatamente dovranno ripetere che la pillola è sbagliata, che l’aborto è un omicidio, che la sessualità buona è dentro un vincolo matrimoniale e aperta alla vita. Pretendo che nessun genitore chieda di essere informato né di firmare un consenso in merito, e che non vengano organizzate attività alternative per chi non voglia ascoltare le lezioni sulla sessualità e sulla affettività che faranno i miei amati sacerdoti, leggendo per esempio in classe Amore e responsabilità di san Giovanni Paolo II invece di descrizioni della fellatio della Mazzucco.
Se un qualsiasi cattolico andasse in giro a dire queste cose verrebbe probabilmente denunciato o minimo preso per pazzo, accusato di essere violento, non rispettoso della libertà di pensiero, gli si direbbe che vuole plagiare le illuminate menti dei cittadini di domani, per rigettarli nell’oscurantismo di noi bigotti cattolici tradizionalisti. Se invece avviene l’opposto, lo si chiama progresso, e i genitori non hanno diritto neanche di essere informati al riguardo, né di autorizzare alcunché. È quello che succede nella maggior parte delle scuole occidentali, è quello che potrebbe succedere in Italia: un indottrinamento sulla sessualità, l’affettività, il genere, senza alcun coinvolgimento delle famiglie.


Troverei gravissimo che questo succedesse a scuola, il posto dove i cervelli non vanno insaccati di informazioni premasticate, ma devono imparare a funzionare più autonomamente possibile, esercitandosi a leggere e scrivere e far di conto, non a toccare i genitali dei compagni per imparare a rispettare la diversità, o a mettere il preservativo in terza media (succede davvero).
Non voglio neanche entrare nel merito, adesso: se sia migliore il modo di vivere la sessualità proposto dalla Chiesa o quello del mondo (per quanto mi riguarda parlano talmente chiaro le vite desolanti delle persone vittime della cosiddetta liberazione sessuale che non ho dubbi). Il punto non è questo.

Il punto è che è assolutamente impossibile, da ogni punto di vista, negare che il modo di intendere affettività e sessualità non è una materia neutra, ma un modo profondamente condizionato dal mondo di riferimento valoriale. Non si tratta di insegnare ai ragazzi come si riproducono i mammiferi da un punto di vista funzionale: se si trattasse di quello, ammesso che non sappiano già tutto, basterebbero una o due lezioncine. L’educazione all’affettività è qualcosa di molto più complesso e delicato, entra in una sfera che ha a che fare con l’identità profonda della persona, e per quanto mi riguarda non è una materia di studio, perché riguarda l’essere uomini e donne, nel modo più sostanziale e fondativo della persona.

Si diventa uomini e donne attraverso cammini che possono prendere molte direzioni, ma la scuola non può avere questo compito. Non può indottrinare, né con Giovanni Paolo II, né coi testi dell’OMS. La scuola deve insegnare un metodo per conoscere, suscitare domande e fornire ai ragazzi strumenti per cercare le risposte. Deve insegnare a faticare sulle strade percorse dai migliori che ci hanno preceduto, deve allenare il cervello, deve insegnare alcune regole fondamentali e non opinabili: prima di tutto come funziona la matematica, come la grammatica, come le lingue straniere. La scuola deve allenare alla fatica, deve educare allo sforzo e al sacrificio di cercare strade proprie nel sapere, partendo dalla consapevolezza di quello che hanno cercato e trovato uomini grandi prima di noi. Io non vorrei sinceramente neanche che insegnasse la sessualità come la intendo io, non vorrei che alle mie figlie venissero spiegati i metodi naturali a scuola, perché questo non è compito della scuola, anche se credo che sarebbe la salvezza di tante vite. Ma è una opinione del catechismo, e di chi ci crede, e noi cattolici rispettiamo chi non la pensa come noi. Invece all’Onu, all’Unione Europea, all’OMS, al Fondo Monetario Internazionale (sì, a quelli che danno prestiti ai paesi poveri solo a patto che introducano l’educazione sessuale – leggi contraccezione – nelle scuole) non interessano affatto uomini e donne capaci di pensare con la propria testa.
Noi genitori, noi che vogliamo il vero bene dei nostri figli, siamo certi che non è compito della scuola insegnare ai ragazzi che tipo di uomini e donne diventare. Non così, non fornendo risposte ideologiche preparate da sedicenti esperti pagati dalle organizzazioni internazionali. Ma avete visto la bibliografia delle linee guida dell’OMS???? Buona parte dei testi citati (le autrici sono, non so perché, quasi tutte donne, femministe, e di diversi orientamenti sessuali) sono di Planned Parenthood, quelli accusati di vendere pezzi di bambini abortiti. Ma possono, quelli, insegnare come essere grandi uomini e grandi donne ai nostri figli? C’è più educazione sessuale nel leggere come si deve Dante, Manzoni, Petrarca, Tasso, Shakespeare, Dostoevskij, Proust, che in ottocento ore di gioco del rispetto. C’è più uomo in una pagina dell’Iliade che in duecento saggi che spiegano il politicamente corretto. C’è più uomo in Orazio che nella Mazzucco, se permettete (ma al classico non avevano proprio niente di meglio da far leggere ai ragazzi?).
Ci sono molte associazioni lgbt che non la pensano così. Loro invece pretendono che nelle scuole si insegni cosa pensare, piuttosto che un metodo. Le pressioni che stanno esercitando per entrare nelle scuole sono davvero violente. E i genitori chiedono garanzie al Ministero. Queste garanzie saranno essere contenute nelle linee guida di attuazione della legge sulla riforma della scuola, che stiamo ancora attendendo. Queste linee guida avrebbero dovuto essere diffuse all’ultima riunione, sottoposte all’attenzione dei genitori. Solo che, contrariamente alle attese, non sono state rese note. E noi genitori pretendiamo che lo siano. Che siano tutelati non tanto i nostri figli, a cui noi possiamo dare un’educazione diversa a casa (contrariamente agli lgbt noi siamo disposti a correre il rischio educativo di mostrare loro qualcosa e lasciare che i nostri figli siano attratti da una bellezza, e non piallati da un’ideologia), ma quelli i cui genitori non hanno gli strumenti, o il tempo, per fare una proposta educativa diversa.

E se siamo scesi in piazza contro una legge che riguardava un numero irrisorio di persone, siamo pronti a farlo di nuovo contro chi vuole mettere le mani sulle menti dei nostri figli.
Fonti riservate dicono che il tavolo di lavoro starebbe preparando delle linee guida che contengono la solita neolingua di “superamento e decostruzione dei stereotipi”, “pregiudizi sull’orientamento sessuale”, “discriminazione di genere” , espressioni come “La differenza sessuale che può essere vissuta secondo uno spettro ampio di inclinazioni, affinità, scelte.” Si parla anche di “ collaborazione con l’UNAR”, le cui intenzioni in merito sono chiarissime, e d’altra parte anche il sito nosiamopari lanciato dal Miur lascia pochissimi dubbi in merito all’idea di sessualità che si vuole imporre nelle nostre scuole, senza che venga coinvolta nessuna Associazione di genitori o di famiglie. Siamo noi, noi genitori, gli unici ad avere la titolarità di questo diritto, come ripete ogni volta che può (persino nell’Amoris Laetitia) anche Papa Francesco, che paragona questi progetti alle ideologie genocide, al nazismo e al comunismo, coi suoi campi di rieducazione. Se i genitori che aderiscono all’ideologia omosessualista vogliono insegnarla ai loro figli, facciano pure, ma a casa loro, non nelle scuole dell’obbligo, non senza che ci sia garantito il diritto almeno all’astensione (come noi portiamo i nostri figli a catechismo fuori dell’orario scolastico).
Noi al contrario non pretendiamo di imporre nulla nelle scuole, ma pretendiamo informazioni e garanzie. Vogliamo sapere, vogliamo poterci astenere dalle ore di educazione sessuale se non siamo d’accordo, esattamente come si astengono quelli che non vogliono l’insegnamento della religione ai loro figli. Sono due materie eticamente sensibili, e noi genitori pretendiamo l’ultima parola.
Un ultimo consiglio, voi del Miur. Preoccupatevi solo di far studiare i ragazzi. E basta. Se volete insegnare l’uomo, fate studiare i classici. Fate studiare Paolo e Francesca, se volete parlare di amore, fate studiare il Tasso o Leopardi. Fate studiare Saffo, se volete, ed Erodoto e Eschilo. I grandi temi dell’umano – il rispetto del diverso, la legge, la guerra, la giustizia – ci sono tutti. E Lucrezio, mica dico san Tommaso. Noi italiani, eredi della cultura greca e latina, abbiamo un patrimonio artistico enorme, non abbiamo niente da farci insegnare, di certo non dagli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Basta con questa sudditanza culturale. Noi non siamo indietro, come vogliono farci credere, siamo avanti anni luce, noi abbiamo fondato la cultura alla quale loro ancora si abbeverano. Sono loro, non noi, a dover seguire le nostre linee guida.

 

Per la libertà di educare, firma la petizione

citizen.org

http://www.citizengo.org/it/35380-difendi-liberta-di-educare-i-tuoi-figli?tc=wp&tcid=24393770

197 pensieri su “Attenti a chi vuole mettere le mani sulle menti dei vostri figli. #liberidieducare

  1. Nunzia

    «Se un qualsiasi cattolico andasse in giro a dire queste cose verrebbe probabilmente denunciato o minimo preso per pazzo, accusato di essere violento, non rispettoso della libertà di pensiero …».
    Articolo esaustivo e condivisibile, ma temo ci sia un errore di fondo.
    Quel cattolico non verrebbe denunciato, semplicemente non verrebbe capito e il perché è presto detto. Molto probabilmente chi dovrebbe capire ha i genitori divorziati risposati e lui fa parte di una famiglia allargata, in cui non tutti i fratelli hanno lo stesso cognome. E se non si sono risposati magari convivono. Sa che la sorella della sua migliore amica convive con il suo ragazzo e sa che quei due per evitare sorprese usano regolarmente la pillola. E si potrebbe continuare variando gli addendi, sapendo che il risultato non cambia.
    Questo è l’ambiente in cui tutti noi, figli compresi, volenti o nolenti siamo immersi e tentare di rimediare è un’impresa titanica.

  2. Klaus B

    Firmo per onor di firma.Ma la mia opinione di insegnante da quasi 30 anni è che pensare di ragionare con taluni esperti del Miur sia pura utopia. Come pure pensare di convincerli che sia un bene per i ragazzi studiare i classici. Alcuni sanno quello che stanno facendo, lo sanno molto bene e per questo continueranno a farlo. Altri sono superficiali e credono di far bene seguendo la corrente. Quelli che ragionano con la loro testa non danno l’impressione di essere la maggioranza. Ed è meglio che qui mi fermi (e lì mi firmi).

  3. Luciana

    Ho partecipato a3 famiglia day sono pronta a scendere in piazza x difendere i bambini , i ragazzi contro questa ideologia nefasta grazie Costanza.

  4. Raffaella

    E ho detto tutto!!! Ma se gli altri si arrogano il diritto di educare i miei figli, io madre, allora, a che servo?!?! Ah, giusto, è proprio a questo punto che loro vogliono portarci … E no miei cari, io e il popolo del family day diciamo NO!!!!

  5. paulette

    Pensando alla mia personale esperienza di catechista, mi è stata anche proibita di parlare del sesto comandamento, mentre in un’altra parrocchia non era proibito ma nessuno ne parlava. Una suora mi disse di non aver paura di parlare del sesto comandamento coi bambini anche se sapeva che avrei avuto tutte le mamme contro di me. Davanti ad un gruppo di una trentina di mamme, parlando dei metodi naturali, una sola mamma era interessata a metterlo in pratica, mentre le altre avevano paura della reazione del marito. C’era chi si sentiva dire in confessione di non usarlo per non sfasciare la famiglia. Secondo le statistiche soltanto il 4% delle coppie usa il metodo naturale. Una mia amica catechista mi disse che al suo corso prematrimoniale le coppie dei fidanzati erano tutte conviventi. Ammettiamo per ipotesi che la scuola rispetterà la decisione dei genitori di non dare lezioni sul sesso, mi chiedo quanti saranno i giovani a ricevere una educazione sessuale coerente in famiglia. Non fino a quando la donna non avrà imparato a superare la sua paura di rifiutare i rapporti prematrimoniali e di usare i metodi naturali nel matrimonio. Non so come sia la situazione nel resto del paese, dove abito io mi sento una voce che grida nel deserto.

    1. @Paulette, “Non fino a quando la donna non avrà imparato a superare la sua paura di rifiutare i rapporti prematrimoniali…”

      Di che anni parli? Certo non di oggi… 😐

      1. Ale

        @Bariom: invece ha ragione Paulette, le donne hanno davvero paura di rifiutare i rapporti prematrimoniali perché oggi la cultura va in un senso opposto ed è difficilissimo dire di no, perché tutti danno per scontato che i rapporti sessuali siano una componente “normale” della relazione, sin dall’inizio. Se dici di no, hai paura di essere lasciata, considerata “strana” e repressa (un mio fidanzatino adolescente mi rise in faccia di tutto cuore quando gli dissi che volevo arrivare vergine al matrimonio…avevamo 17 anni!!!). Il ricatto da parte maschile della serie “se non vuoi avere rapporti con me allora vuol dire che non mi ami” è oggi più forte che mai, perché non ci sono più le norme sociali del passato.

        1. @Ale, se vogliamo prendere le personali esperienze di una, due, tre persone, allora va bene tutto…

          Su base statistica sappiamo che oggi i rapporti sessuali tra i giovani sono la normalità e che l’età soglia si abbassa sempre di più e non credo siano tutte ragazzine preoccupate di perdere il “principe azzurro” se non si concedono.

          Oggi, grazie alla diseducazione e alla spinta di media vari e mentalità dominante, le ragazzine i rapporti li cercano e li vogliono e non sempre necessariamente legati a questioni affettive.

          Se poi state parlando della sparuta minoranza di giovani e non giovani ragazze credenti, beh allora chiamiamo le cose con il loro nome…

          Il fatto di essere considerate “strane”, non dovrebbe costituire problema. Il Cristiano è “strano” agli occhi del mondo (segno di contraddizione) e lo sarà sempre di più o come il sale senza più sapore sarà destinato al calpestio.

          La paura di restare sole (o soli perché potremmo riportare tutto semplicemente all’Uomo) è solo segno della povertà della nostra Fede – e dico nostra non a caso, mi ci metto in mezzo – laddove per mendicare un po’ di affetto, rinunciamo a Dio (che con facilità diciamo di “amare sopra ogni cosa”), a ciò che sappiamo essere il bene, rinunciamo a testimoniare all’altro (partner di turno) che se ci chiede di scegliere tra lui (o lei) e Dio, non ci penseremo due volte! E forse sarà l’altro poi a “cedere” e farsi delle domande, a Dio piacendo magari convertendosi.

          La nostra paura di essere strani o rimanere soli, dice al mondo che non è vero che Dio basta, che Lui è Nostro Padre, che sarà Lui a provvedere a noi e alla nostra felicità…

          Infine la malaugurata situazione ci dice un’altra cosa, che ormai per i nostri figli, è un fatto del tutto accessorio che il fidanzato-a (termine svuotato di ogni senso religioso), abbia in comune con noi la Fede, ma che è un fatto accessorio, anzi del tutto accessorio, meglio piuttosto due begli occhi in cui perdersi (già… magari proprio perdersi…).
          Ma senza la Fede in comune, ben difficile resistere alle tentazioni alle seduzioni, ben duro combattere da soli… (non impossibile a Dio piacendo, ma certo si fatica il doppio).

          Se le premesse in gioventù sono queste, come pensare poi di impostare in un Matrimonio che sia Segno in questa generazione?

          Quindi mi dispiace ma di piagnucolii sulla mentalità del mondo che ci spinge, sulle realtà sociali che non ci sono più, sarebbe meglio fare a meno… oggi ci sono realtà (oggi come sempre) in cui adulti e ragazzini per non abiurare rischiano al vita e noi ci lamentiamo che la nostra società non ci aiuta a difendere la castità e la virtù!

          Questo scrivo non per giudicare qualcuno, perché queste sono le problematiche delle scelte di un Cristiano tutti i giorni, anche le mie, anche per l’educazione dei miei figli (altro bel capitolo su un simile tema… ragazzini lasciati troppo da soli e che della Fede conoscono si e no il Catechismo) e più o meno tutti i giorni siamo chiamati a scegliere tra Cristo e “altro”…
          ———————————————-

          Intanto questa mattina ho visto partire un centinaio di bellissimi ragazzi e ragazze per la GMG. Belli come tanta bella gioventù, ma mi auguro con una luce e uno spirito che li farà brillare nelle tenebre di questi periodi.

          Preghiamo perché tornino arricchiti, edificati, convertiti, cresciuti, testimoni, perché a loro passa il nostro testimone, loro è il futuro. Che vivano questo tempo non solo come un bel viaggio, un momento di Comunione con altri giovani, un incontro con il Santo Padre, ma un incontro con Cristo stesso. Che sia un incontro “vocazionale” a tu per tu con lo Spirito Santo, che susciti sante vocazioni per la Chiesa in Consacrazioni e Matrimoni.

          Salutando e benedicendo mio figlio alla partenza gli ho detto: “Chiedi, chiedi e chiedi a Dio che ti faccia chiarezza su ciò che il tuo cuore desidera, ma soprattutto mettiti in ascolto di ciò che Dio vorrà dirti…”
          La GMG di Santiago, in effetti cambiò la mia vita e se mio figlio oggi c’è ed è in viaggio, è per l’incontro che il Signore aveva preparato per me, con colei che fu mia sposa.

          1. Alessandro

            IL cardinal Biffi sulla “stranezza” cristiana

            “I parenti dicevano: “È fuori di sé” (Mc 3,21), e cercavano di prenderlo e di toglierlo dalla circolazione. Gli scribi davano lo stesso giudizio, ma con una versione, per così dire, “teologica”, e dicevano: “È posseduto da uno spirito immondo” (Mc 3, 30).
            Il discepolo vero e coerente di Gesù non dovrà allora meravigliarsi se riceverà le stesse incomprensioni che non sono state risparmiate al suo Maestro. Chi sta col Vangelo senza sconti e senza attenuazioni, e perciò parla di distacco dai beni, di valore della castità, di amore disinteressato, di matrimonio indissolubile, di assoluta onestà negli affari, di perdono dei nemici, di sofferenza accettata dalle mani di Dio, costui apparirà necessariamente al mondo di oggi come un personaggio strano, sprovveduto, pazzo… Dovremo tenerlo presente, quando ci sentiremo suggerire che bisogna adattare la religione agli usi e costumi dell’uomo di oggi; si tratta piuttosto di trovare all’uomo di oggi una testa che vada bene per il messaggio di Cristo.” (Stilli come rugiada il mio dire. Omelie per le Domeniche del Tempo Ordinario. Anno B, Bologna 2015, pp. 79-80)

            “Il cristiano sarà sempre eterogeneo e disadattato nel mondo. Non può pretendere di credere e proclamare cose così originali come quelle contenute nel suo “credo”, e di poter poi circolare tranquillamente in mezzo agli altri uomini. Chi professa la sua certezza che Gesù Cristo, un uomo morto duemila anni fa, oggi è vivo nel senso proprio e letterale del termine; chi si dice persuaso che un velo di pane sia, nell’Eucaristia, il corpo del Signore; chi va in giro a raccontare di avere in cuore per la vita di grazia la presenza della Trinità misteriosa e vivificante, non deve meravigliarsi se poi gli altri lo lasciano un po’ da parte… Il suo “ghetto” include il Regno dei Cieli, la sua “diversità” è consonanza con le schiere degli angeli, la sua “chiusura” si apre sulle praterie sconfinate della realtà invisibile ed eterna, il suo isolamento è comunione con le tre persone divine.
            Sarà perciò opportuno versare le nostre lacrime non su chi resta “diverso”, ma su chi desidera a tutti i costi confondersi nella folla.” (Contro maestro Ciliegia. Commento teologico a “Le avventure di Pinocchio”, Milano 1977, p. 149)

            1. Alessandro

              e ancora…

              “È facile sentire la stanchezza e il peso di riuscire sgraditi.
              Così può sorgere in noi la vocazione a evitare ogni contrasto, e quindi la tentazione di assimilarci a poco a poco alla mentalità della cultura prevalente; o quanto meno possiamo avvertire l’inclinazione ad ammutolirci sui temi scottanti, tanto per vivere e lasciar vivere in pace. Ma è una tentazione da respingere, un’inclinazione da non assecondare…

              Talvolta abbiamo forse creduto che l’attenuare il nostro servizio alla verità e sostituirlo con uno stile di dire che evitasse ogni spiacevole contraddizione potesse servire a far conoscere e apprezzare la nostra sincera benevolenza verso tutti. In realtà, di solito è servito soltanto a persuadere gli altri che anche noi ci siamo ormai arresi, che la morale cristiana sia ormai cambiata, che la Chiesa non sia più impegnata sul fronte della verità; e questo è un malinteso che non giova né ai singoli né alla società dei nostri tempi.

              Davvero l’amore per i nostri fratelli deve essere sempre la misura di ogni nostro atto e di ogni nostra parola; ma che sia l’amore autentico, l’amore serio, l’amore che vuole il vero bene della persona amata. Sotto l’ispirazione di questo amore noi dovremo avere sempre grande comprensione e misericordia per tutti, quali che siano le loro idee e i loro atti, e insieme grande fermezza nel richiamare quei princìpi di comportamento che soli possono offrire salvezza all’umanità.” (Ragione e vita. A che punto è la notte?, pp. 56-58)

              1. @Alessandro grazie.
                Parole forti e ferme, che mi ricordano la Verità e in cui sento confermato il mio povero dire… 😉

                    1. Alessandro

                      Figurati admin (non è farina del mio sacco, oltretutto), grazie a te e a Costanza per l’ospitalità che mi offrite generosamente su questo blog e per la vostra bella e pulita testimonianza!

            2. vale

              @alessandro

              un solo appunto o domanda -si licet- di delucidazione: è vero che sulla croce disse : perdona loro poiché non sanno quel che fanno ( e prima ancora ricordava di perdonare settanta volte sette. ovvero sempre?).
              ma se quelli che compiono il male, invece, sanno quel che stanno facendo?

              1. Alessandro

                @vale

                Domanda breve risposta breve 😉

                – chi compie peccati gravi con piena avvertenza e deliberato consenso si avvia alla dannazione, se non interviene pentimento sincero. Preghiamo, per noi e per gli altri, che ciò avvenga

                – l’imperativo di perdonare settanta volte sette (cioè sempre) non ingiunge di far finta che Tizio non mi abbia fatto un torto, magari pure molto grave (non è un incitamento a perdere di vista la realtà), ma è prescrizione tassativa, dinnanzi a chi ha mancato nei miei confronti, a nutrire per lui gli stessi sentimenti di Dio (per quanto è concesso a un comune mortale), il che significa continuare ad amarlo senza riserve, pregando e adoperandosi con condotta autenticamente cristiana (ivi compresa l’opera di misericordia della correzione fraterna – “ammonire il peccatore” – rettamente esercitata) perché si emendi e perché possiamo, se non qui almeno in Cielo, riabbracciarci in piena comunione d’amore tra di noi e con Dio.

                1. Alessandro

                  “Preghiamo, per noi e per gli altri, che ciò avvenga” ovviamente significa “che intervenga il pentimento”, non “che cadiamo in dannazione” 😉

          2. Vogliamo poi spendere due parole su quanto appaiono “strani” i maschi che facessero certi discorsi sulla sessualità (non è che non ce ne siano), che non desiderino rapporti prematrimoniali o che anche semplicemente non apprezzino – sposati o meno che siano – commenti, apprezzamente, racconti sulle donne, fatte da amici o allegre brigate in normalissime cene o altre occasioni sociali?

            Perché la Donna “pudica e riservata” ci sta, ma l’omo, che sia omo, se non è un minimo “arrapato” e triviale, ha qualcosa che non funziona! 🙁

            1. Fabrizio Giudici

              Dipende, Bariom, dipende. Penso che tu e Beatrice state parlando di due cose, diciamo così, diverse quantitativamente: è questione di non superare certe soglie. É normale che un uomo, istintivamente, apprezzi la bellezza femminile – come dici, sarebbe effettivamente anormale il contrario. Dall’apprezzare al concupire, fino poi ad arrivare alla magnificazione delle gesta del cacciatore, ce ne passa; per l’appunto, si passa dal non peccato, al peccato veniale, al peccato mortale. D’altronde Gesù era chiaro: si cade nell’adulterio anche solo con il pensiero insistente e compiaciuto. Sono sicuro che sei d’accordo, semplicemente non stavi pensando ai casi a cui invece sta pensando Beatrice.

              Personalmente, ho certamente l’istinto di apprezzare la bellezza femminile e questo non è un problema. Se, tra amici, il discorso cade sulle forme di questa o quella, rimanendo ad un livello decente, non mi faccio problemi. Certe cose possono essere ironiche, e va benissimo. Andare oltre, per non dire poi della narrazione delle gesta dei cacciatori, invece, mi infastidisce profondamente. Infatti raramente mi ci trovo coinvolto. Non posso non contrastare l’apologia di peccato.

              1. Il mio commento poi non tendeva a fare una disanima di cosa possa essere peccato e in che grado (lo hai fatto tu in modo sostanzialmente corretto direi…), ma solo a sottolineare quanto anche l’uomo (maschio) può risultare “strano”, deriso e quant’altro, proprio perché non partecipa a certe “convenzioni”.

                Ma tutto ciò rientra nel discorso più generale (ben delineato dalle citazioni riportate da Alessandro), di quanto diverso deve essere ed è agli occhi altrui, il Cristiano… senza moralismi, giudizi o atteggiamenti solo di facciata.

          3. Luigi

            “Quindi mi dispiace ma di piagnucolii sulla mentalità del mondo che ci spinge, sulle realtà sociali che non ci sono più, sarebbe meglio fare a meno”

            Suvvia, Bariom, non conosci il verbo femminista? 😀

            Se le femminucce cedono, è colpa del bieco ricatto maschile, poverine loro.
            Se invece cedono i maschietti, è perchè sono dei luridi porci.
            Per la serie “santa Maria Goretti, chi era costei?”.

            Ricatto per ricatto, si potrebbe anche ricordare quello tipicamente femminile costituito dai chilometri quadrati di carne esposta in ogni situazione e circostanza, come nemmeno in macelleria si usa più (non fosse altro che per la veganite galoppante); e ogni anno l’esposizione aumenta di un’area pari alla superficie dell’intera Lombardia… 😉

            Ma questo non si può dire, no, poiché secondo il verbo femminista nessuna responsabilità delle proprie azioni deve cadere in capo alle donne; come ricordano a ogni piè sospinto le varie signore delle camelie che invitano gli uomini a diventare femministi o, almeno, allegri (gay, per gli anglofili).

            A questo aspetto va poi aggiunta la sistematica generalizzazione, per cui non ci sono esseri umani maschi unici e irripetibili – ognuno con il proprio straordinario cammino, cadute comprese – ma solo “il sesso maschile”.
            Motivo per cui perfino qui si possono leggere perle del tipo di questa:

            “Poi, con tutto il rispetto per il sesso maschile, ma voi a volte la fate proprio passare la voglia di uscire dalla solitudine o magari sono particolarmente sfortunata io a incontrare solo idioti che mi deludono”

            scritta da Beatrice alle 10:34 del 27 luglio, A.D. 2016.
            Il meno che si possa dire è che, volendo dirsi cattolici, le parole “fortuna” e “sfortuna” sono da eliminare dal proprio vocabolario.
            Per il resto, il livello è del tutto simile a quello dei tanti maschi affermanti che “le donne sono tutte [censura]”.

            Quale sia, infine, il peso stremante di vivere in ambienti esclusivamente maschili quando si cerchi di non indulgere nei comportamenti correnti, è realtà che nessuna donna potrà mai conoscere; grazie al Cielo, aggiungo.
            Riluce quindi in tutta la sua delicatezza l’osservazione, sempre di Beatrice, “mentre l’uomo solo è lo scapolone che si gode la vita più che può!”
            Ma ambendo appunto al titolo di “uomini”, lo zaino va portato nel silenzio.

            “Je lui dirai
            qu’il faut savoir trouver à travers les difficultés et les épreuves,
            cette générosité,
            cette noblesse,
            cette miraculeuse et mystérieuse beauté éparse à travers le monde,
            qu’il faut savoir découvrir ces étoiles,
            qui nous guident où nous sommes plongés
            au plus profond de la nuit
            et le tremblement sacré des choses invisibles.

            Je lui dirai
            que tout homme est une exception,
            qu’il a sa propre dignité
            et qu’il faut savoir respecter cette dignité.

            Enfin, je lui dirai
            que de toutes les vertus,
            la plus importante, parce qu’elle est la motrice de toutes les autres
            et qu’elle est nécessaire à l’exercice des autres,
            de toutes les vertus,
            la plus importante me paraît être le courage, les courages,
            et surtout celui dont on ne parle pas
            et qui consiste à être fidèle à ses rêves de jeunesse.”

            Ciao.
            Luigi

            1. Fabrizio Giudici

              “Suvvia, Bariom, non conosci il verbo femminista? 😀
              Se le femminucce cedono, è colpa del bieco ricatto maschile, poverine loro.”

              Non sono d’accordo con il tuo intervento, Luigi. Stai trascurando il fatto che anche una donna che “la dà” con disinvoltura ha passato un momento in cui ha dovuto decidere per una strada o per l’altra; in quel momento ha subìto quella pressione del gruppo di cui si parla. Una volta imboccata una cattiva strada anche per pressioni esterne, ci mancherebbe, rimanerci è responsabilità personale, ma si entra nel meccanismo delle consuetudini e c’è un fenomeno di “intrappolamento”. Per questo è molto delicato quel momento in cui si decide per la prima volta; specialmente se si cade nel momento in cui non si è ancora maturi.

              Nota anche che stai travisando i commenti di alcune, come Cacciatrice di stelle. Non ha detto che la pressione psicologica è solo maschile: ha fatto l’esempio di una pressione ricevuta da un’altra ragazza.

              “che i tuoi figli ben conoscono, manda i propri figli che hanno i “morosini” in vacanza insieme…”

              E immagino che tu stai dicendo che è sbagliato. Siamo d’accordo. Ora, tu l’hai mai sentito un prete dal pulpito toccare l’argomento e dire che è sbagliato? Io mai. E poi: quella coppia di genitori che è così superficiale, avrà fatto un corso prematrimoniale? E l’educazione dei figli non dev’essere parte dei contenuti? E se poi si arriva all’infame giorno in cui un Papa sdogana le convivenze prematrimoniali, quelli, una volta sposati e diventati genitori, secondo te si porranno qualche scrupolo in più o in meno? Dopotutto se loro hanno consumato prima del matrimonio, e per il Papa non è un problema, perché dovrebbe esserlo per i figli?

              1. @Fabrizio

                ” Ora, tu l’hai mai sentito un prete dal pulpito toccare l’argomento e dire che è sbagliato?”

                Si, su questo devo darti ragione… non portrei dire mai ma “rarissimamente” 😐

                Ma non insultiamo l’intelligenza dei più per favore… se la castità, la verginità è un valore, dobbimao aspettare che ce lo dica un prete dal pulpito che mandare il figli da soli a fare il weekend o la vacanza è dirgli “servitevi pure!”?

                Dai su!…

            2. Lo sappiamo, Luigi, lo sappiamo. Gli uomini che resistono infatti, sono eroi, uomini veri. Andrebbero trattati da tali, invece no, sono gli sfi*ati.
              La pressione in campo femminile è ben diversa, perchè adesso, è pure su due fronti, una volta c’era il rgazzino che insisteva, ma almeno avevi le amiche che ti sostenevano, adesso le amiche(???) ti dicono di darla via senza pensarci…

              Ciò non toglie che, alla fine, ognuno sia responsabile delle azioni che compie.
              Una volta una giornalista mi insultò pesantemente, perchè, sotto ad un suo articolo, osai scrivere che se le donne si lamentano che gli uomini non comprano più la mucca, è perchè loro danno via il latte gratis (con tutta la pressione sociale che vuoi, ma alla fine lo fanno), e non perchè gli uomini siano diventati bamboccioni irresponsabili (anche, ma non è il principale motivo). Apriti cielo. No, la colpa è solo degli uomini. Personalmente dissento. Ampia condivisione delle responsabilità dello sfacelo…

              1. Luigi

                Buongiorno Cacciatrice,

                tengo a precisare che il mio intervento – a differenza di quanto osservato da Fabrizio – era in risposta anche (non solo, per altro) ad alcune osservazioni di Ale e Beatrice (alcune, perché altre cose da loro scritte sono da me condivise).

                I tuoi, di interventi, sono apparsi nel frattempo, per cui proprio non avrei potuto travisarli, anche volendo.

                Questo osservato, mi tocca precisare ancora un punto: il “doppio fronte” c’è anche per gli uomini.

                Non ci sono più, per adeguare il tuo discorso, solo “gli amici” – chiamali amici! – che spingono in una certa direzione; no, da tempo ormai ci sono anche le donne.
                Magari non sempre così “direttamente”, come fanno di solito i maschi (epperò ci sono anche quelle che se al terzo appuntamento non si finisce a letto sei un [censura]), ma certo in forma indiretta spingono, e spingono forte.

                Ho fatto l’esempio ironico dell’abbigliamento; l’ironia però può solo attenuare la pesantezza della realtà, che è sotto gli occhi di ognuno.
                Altro si potrebbe osservare.
                Lo stesso privilegiare determinati modelli maschili da parte di tante donne, cosa è se non un tentativo di selezione?

                Esistono anche gli uomini deboli, non solo le donne.

                Vedono questa straordinaria (e insana) predilizione per farabutti, drogati, metrosexual, obiettori di coscienza, intellò, politicanti, depilati-lampadati, machi da sagra paesana (ovvero, in generale, per uomini senza patria, senza onore, senza Dio)… la vedono giorno dopo giorno, ancor peggio sera dopo sera… finché non succede come per le ragazze: anche loro cedono.
                Anche per loro vale quanto scritto da Fabrizio: “Per questo è molto delicato quel momento in cui si decide per la prima volta; specialmente se si cade nel momento in cui non si è ancora maturi.”

                Per farla breve: non ha alcun senso cercare di stabilire colpe e responsabilità delle une piuttosto che degli altri, tanto meno indulgendo nel femminismo 2.0, come fanno madame Hargot e qualche commentatrice.
                Siamo sulla stessa barca – o barcone 😀 – non ci si salva che tutti insieme…

                Ciao.
                Luigi

                P.S.: Bariom, ricambio la stretta di mano 😉

                1. Beatrice

                  Poi, Luigi, vorrei mi togliessi una curiosità, cos’è esattamente che non condividi di ciò che ha detto la Hargot nell’intervista pubblicata qualche post più indietro da Costanza? Perché sinceramente ho trovato le sue riflessioni puntuali e attente alla situazione odierna. Tu definisci il suo pensiero “femminismo 2.0”, mentre da quel che ho capito io la Hargot ha posizioni opposte a molte femministe del passato e del presente.

            3. Beatrice

              @Luigi
              “Se le femminucce cedono, è colpa del bieco ricatto maschile, poverine loro. Se invece cedono i maschietti, è perchè sono dei luridi porci. Per la serie “santa Maria Goretti, chi era costei?”.”

              Nessuna delle ragazze che ha commentato qui ha mai sostenuto una cosa del genere, io ho semplicemente riportato la testimonianza di un frate che ha assistito a tante scene drammatiche in confessionale, ma nel mio intervento non ho mai dato agli uomini la colpa di tutto quello che non va oggi, mi attribuisci pensieri che non sono miei e non ho mai espresso, io ho parlato di condizionamenti dalla tv, dal cinema, dai romanzi, dall’educazione sessuale che si riceve a scuola e dalla collettività in generale (che comprende i fidanzati, ma anche le amiche, le colleghe, etc.) e ho aggiunto dicendo che i colpevoli silenzi degli educatori cattolici, sia laici che religiosi, aggravano ulteriormente una situazione già di per sé critica.

              “Ricatto per ricatto, si potrebbe anche ricordare quello tipicamente femminile costituito dai chilometri quadrati di carne esposta in ogni situazione e circostanza, come nemmeno in macelleria si usa più (non fosse altro che per la veganite galoppante); e ogni anno l’esposizione aumenta di un’area pari alla superficie dell’intera Lombardia…”

              Scusami se te lo dico, ma questa frase è allucinante e se la pensi veramente mi spiace per te. Sembra di sentire i discorsi inaccettabili di chi tenta di giustificare gli stupri dicendo è colpa di lei perché era poco vestita. Costanza qualche post più indietro ha raccontato dei commenti poco galanti ricevuti a Gerusalemme solo perché portava un top con le spalline che le scopriva leggermente le spalle, ti sembra che quegli uomini siano in qualche modo giustificabili per quel comportamento? Io, no.

              “Il meno che si possa dire è che, volendo dirsi cattolici, le parole “fortuna” e “sfortuna” sono da eliminare dal proprio vocabolario.”

              Hai ragione: ho usato un modo di dire comune, ma la fortuna e la sfortuna non esistono, se ho incontrato gli uomini sbagliati che mi hanno fatto soffrire è perché per qualche ragione io dovevo incontrarli e vivere quelle esperienze, ma mi permetterai di esprimere il desiderio di incontrarne in futuro di diversi.

              “Per il resto, il livello è del tutto simile a quello dei tanti maschi affermanti che “le donne sono tutte [censura]”.”

              La mia puntualizzazione sulle mie esperienze personali serviva proprio a dire che non penso che gli uomini siano tutti dei mascalzoni fedifraghi, ma che probabilmente sono io ad aver incontrato le persone sbagliate.

              “Riluce quindi in tutta la sua delicatezza l’osservazione, sempre di Beatrice, “mentre l’uomo solo è lo scapolone che si gode la vita più che può!””

              Ho capito che ce l’hai con me, ma ora esageri! Qui tu travisi completamente il mio ragionamento attribuendomi pensieri che non sono miei. Io non ho detto che, secondo me, “l’uomo solo è lo scapolone che si gode la vita più che può”, ho detto che questo è il modo di pensare comune, condiviso da molti ma grazie a Dio non da tutti, che vede la donna sola come una triste zitella e l’uomo solo come ho già spiegato più su. Quindi se vuoi attaccarmi a tutti i costi, fallo sulle cose che ho effettivamente detto e non su frasi estrapolate a caso dal contesto in cui si trovavano!

              1. @Beatrice, su questo “Scusami se te lo dico, ma questa frase è allucinante e se la pensi veramente mi spiace per te. Sembra di sentire i discorsi inaccettabili di chi tenta di giustificare gli stupri dicendo è colpa di lei perché era poco vestita.” come forse su altro non vi siete capiti…

                Idea mia… poi semmai dirà Luigi.

                Quello che però noto è che nuovamente quando si tocca l’argomento della progressiva denudazione di ragazzine, ragazze e donne come normale “mise da passeggio” e soprattutto se lo fa un uomo (io ho commentato già alcune volte sull’argomento), spesso si passa per chi pensa “te la sei cercata” o chi vorrebbe introdurre anche da noi il burka, mentre dato “l’ambiente” in cui stiamo dialogando, dovrebbe essere chiaro e condiviso il senso… (al di là dei toni).

                Nè posso pensare che questo andazzo (il progressivo denudamento), tu come dona e donna Cristiana, lo possa condividere o non renderti conto di tutte le implicazioni o risvolti negativi che ciò implica anche se non piace raccontarceli.
                Di fatto per “godere” di certi spettacoli, un tempo dovevi frequentare postriboli o strade malfamate ben conosciute, oggi basta mettersi all’uscita di qualunque istituto scolastico di grado superiore.

                Ho dato a tutte queste ragazze delle prostitute? No, ho detto un’altra cosa… poi chi vuol capire capisca.

                Ciao

                1. Luigi

                  “Idea mia… poi semmai dirà Luigi.”

                  E cosa dovrei dire?
                  Fra l’altro il luogo comune “ma-allora-giustifichi-gli-stupri” è uno dei cavalli di battaglia del femminismo, tanto analogico quanto digitale…

                  Come don Camillo nel famoso episodio del discorso di Peppone, mi limiterò perciò a fare della musica 😀

                  youtu.be/44qNGSHPamk

                  Ciao.
                  Luigi

    2. Stella

      Statisticamente parlando la percentuale di coppie che può usare efficacemente il metodo naturale non è molto lontana dal 4%. Le donne con un ciclo mestruale perfettamente regolare(condizione necessaria e imprescindibile affinché il metodo funzioni) sono, infatti, una risicata minoranza. In tutti gli altri casi il metodo naturale è solo un specchietto per le allodole.

      1. Alessandro

        “Statisticamente parlando la percentuale di coppie che può usare efficacemente il metodo naturale non è molto lontana dal 4%”

        Questi numeri da dove vengono: da un lancio di dadi? da un opuscolo promozionale sui benefici del condom?

    3. Il fatto che decidere di astenersi periodicamente possa sfasciare la famiglia è gravissimo. Vuol dire che quel matrimonio ha serissimi problemi che andrebbero risolti.

      Idem per le mogli che temono la reazione del marito. Vuol dire che non si sentono sicure.

  6. Olinda picariello

    Quando ci si accanisce tanto per divulgare certe ideologie, cari genitori bisogna stare veramente allerti (iniziando a chiedersi il perchè e se è proprio indispensabile la scuola si occupi di questa materia o deve occuparsi d’altro). I danni che procureranno certe ideologie si scopriranno fra qualche anno (anche se non ci vuole molto per capirne lo scopo) e allora rimediare non sarà cosa semplice. Oggi si presenta il problema e OGGI va arginato se non risolto

  7. …ma i rapporti sessuali (cosiddetti) non solo mica solo penetrazionali (benche l’istinto si forte)!
    i sacerdoti e gli educatori (cattolici, ovviamente?)dovrebbero imparare a consentire a i giovani tutte le forme di erotismo non invasisvo, (mi si passi il termine) dove potrebbe trovare appagamento la “maialaggine” immanente a ogni esssere vivente (ci ha fatti Iddio così) (se non si era anche maiali come si faceva a procreare) (prima viene la maialaggine come fatto precipuo inevitabile (Vergina Santa a parte) e poi la procreazione come accidente della maialaggine (cosiddetta, da me).

    1. Che dire Alvise… li manderemo a fare un corso da te (!)
      Pare tu abbia capito tutto della sessualità nella visione Cristiana (che poi sarebbe l’unica propriamente Umana) 😛 🙁

  8. Chi abbia un po’ curiosato nel blog della Hargot, non può non rimanere strabiliato
    del fatto che la Miriano (per il tramite l’abate Hofer) l’abbia voluta rendere nota
    nel suo blog per seminaristi (questo)!

  9. vale

    da “il foglio” di oggi:
    scristianizzare il belgio

    s’è visto a molenbeek come la gran parte degli immigrati musulmani intende il dialogo.

    1. Fabrizio Giudici

      “scristianizzare il belgio”

      Il primate del Belgio, nel frattempo, nonostante la sua promessa di “dialogare”, ha decisamente chiuso la fraternità di cui si parlava qualche settimana fa, co-fondata da padre Zanotti-Sorkine. Sono anticristi venuti a demolire la Chiesa (cit).

      Nel frattempo, in Francia, abbiamo il primo prete europeo martirizzato: sgozzato durante la Messa. Per ora parlano di “squilibrati” e se non fosse tragica, sarebbe da ridere.

  10. Fabrizio Giudici

    Bariom, molto interessante il tuo intervento perché, se mi consenti un attimo di estremizzare, hai perfettamente ragione… e torto marcio nello stesso momento. 🙂

    Mi spiego.

    “Il fatto di essere considerate “strane”, non dovrebbe costituire problema.”
    Esatto. Perché come hai detto bene tu, e di rincalzo Alessandro, il cristiano deve essere “strano” agli occhi del mondo. Questa è la parte in cui hai perfettamente ragione.

    “Quindi mi dispiace ma di piagnucolii sulla mentalità del mondo che ci spinge, sulle realtà sociali che non ci sono più, sarebbe meglio fare a meno… oggi ci sono realtà (oggi come sempre) in cui adulti e ragazzini per non abiurare rischiano al vita e noi ci lamentiamo che la nostra società non ci aiuta a difendere la castità e la virtù!”
    Qui hai contemporanemente torto e ragione. Ovviamente, siccome credo nel principio di non contraddizione, il punto è che mancano alcune considerazioni. Mi sembra che stiamo ignorando l’elefante nella cristalleria che paoletta non ha menzionato esplicitamente, ma ha dato per sottinteso (paoletta, correggimi se sbaglio): quando dice che in una parrocchia le hanno proibito di parlare del sesto comandamento, non vedo come il parroco non possa essere coinvolto (a meno che non abbia abdicato la sua autorità, il che comunque sarebbe una sua colpa). Io non ho esperienze di ragazzini e ragazzine contemporanee perché non ho figli e non sono un educatore (anche se raccolgo le testimonianze di miei coetanei che hanno figli); ma ovviamente ho esperienza dei ragazzini e delle ragazzine degli anni ’80, che erano miei coetanei. Mi sembra di aver già scritto che, in funzione della mia educazione e del mio atteggiamento nei confronti del sesto comandamento, alle medie, alla scuola cattolica sottolineo, mi beccavo regolarmente del “buliccio” (“frocio” in genovese) da parte dei compagni di scuola più attivi. Io ho un carattere forte, mi piace stare nelle minoranze, come diceva Nanni Moretti, me ne frego di quello che dice la gente, come diceva Feynman, anzi, ho anche un lato del carattere che ama la solitudine e quindi la potenzialità di essere “escluso dal giro” non solo non mi toccava, ma in spirito di bastiancontrarietà mi confermava di essere nel giusto. Ma non posso proiettare questo modo di essere su tutti, perché ci sono anche caratteri deboli. Il tuo errore – che ti ho già fatto presente in altri contesti – è proiettare un sano modo di stare al mondo (che evidentemente è tuo, della tua famiglia, così come di molti commentatori qui dentro, e ne siamo tutti soddisfatti) su tutti quanti. Ma non è così. Ci sono spiriti deboli che reagiscono con aggeggiamenti imitativi perché hanno il _terrore_ di essere isolati e non sanno dire di no. Per questo è grave che il contesto mandi questi pressanti segnali sbagliati. Dando per scontato che li dà il mondo, che li dà la scuola pubblica, dovrebbero compensare la Chiesa e la famiglia. Se la famiglia non compensa, perché ci sono un sacco di genitori sballati o fifoni – d’altronde, sociologicamente, oggi sono genitori quelli che sono nati nel periodo del ’68 e post-’68 – è la Chiesa che dovrebbe compensare. Non lo fa. Non lo fa apposta per paura di isolarsi pure lei. Tu hai citato la GMG. Ma io sono molto scettico che tutti quei giovani abbiamo idee ortodosse sul sesto comandamento. Non ho statistiche sui partecipanti della GMG, ma ne ho sugli scout, che è un altro gruppo sociale di giovani nell’area di influenza culturale della Chiesa: e sono statistiche disastrose (prova ne è il fatto che molti di loro hanno partecipato al gay pride e hanno pure preso carta e penna e appoggiato la Cirinnà).

    D’altronde io ricordo benissimo, perché ci passavo davanti tutti i giorni rientrando da scuola, i filmetti non proprio edificanti che negli anni ’80 venivano proiettati in certi cinema parrocchiali; di nuovo, o con responsabilità diretta dei parroci o con loro irresponsabile distrazione. Ho ben presente per esempio il sig. Banfi, il quale ancora si vanta di quelle porcherie (è inoltre responsabile di aver sdoganato l’omosessualità in RAI per due volte, la seconda addirittura il matrimonio gay), eppure dev’essere così ben ammanicato con qualche alto prelato che è sempre sui media ecclesiastici (qui, purtroppo devo dirlo, si registra anche un’imprudenza di Benedetto XVI, che lo ricevette in udienza). La Chiesa – parlo di vescovi, preti, e purtroppo ora anche papi, perché uno dei primi campanelli di allarme su Francesco suonò all’epoca della prima GMG a cui partecipò, e giustificò malamente il non aver parlato del sesto comandamento – ha una gravissima responsabilità: primo, per aver abdicato all’educazione, secondo, per non aver constrastato, ma addirittura in certi casi favorito, cattivi maestri.

    1. @Fabrizio, però io non capisco:

      A) dove avrei proiettato su tutti il mio “sano modo” ecc. ecc.
      Primo, il mio sano modo ecc. ecc. è tutto da dimostrare e io non sono qui a dimostrare nulla su me stesso… mi si perdonerà semmai qualche passaggio autobiografico che semmai parla (o vorrei parlasse) dell’opera del Signore nei mie confronti.
      Secondo il “sano modo” è quello che la Chiesa ci insegna (come le belle citazioni riportate da Alessandro stanno a dimostrare) e quindi non lo dovrei ricordare e far presente alla mia maniera, sul mio vissuto e proprio perché ne sono stato beneficato venendo da un modo di vivere e intendere la sessualità (e non solo) su cui mi lascerai stendere un velo pietoso.

      B) proprio in virtù di questo, perché ben conosco la debolezza e ciò che può fare il vizio, è del tutto fuori luogo la velata accusa (o premura al richiamo che procuri di fare ad ogni occasioni) di pretendere da altri senza un minimo di misericordia per gli spiriti più deboli, perché IO senza CRISTO sono un spirito debole!

      Poi talvolta il tono può risultare acceso ed esigente, a qualcuno può risultare antipatico, ma non so che farci…
      Vedo che altri ben comprendono cosa intendo dire a differenza tua, che ti devi essere fatto una tua idea sul sottoscritto.

      In generale il mio “tono digitale” sale, quando mi pare si cerchino scuse a quelle che sono appunto le nostre debolezze e additiamo società e preti e chissia, di non fare ciò che ci dovrebbe aiutare a fare il bene, quando il bene ben conosciamo.
      Di fatto la questione dei preti e del 6° comandamento, io non l’ho minimamente sfiorata, perché quella non era centro del mio commento. Per te è l’elefante nella cristalliera… io dico che se noi adulti e genitori conosciamo bene l’etica e la morale della sessualità i nostri figli la vivranno sin da quando sono in fasce e non sarà certo la (colpevole concordo) omissione di un prete squinternato a demolire una sana educazione.

      C) Ho scritto che la GMG è il toccasana per la vita spirituale di tutti i giovani?
      Anzi mi pare proprio di essermelo solo augurato, così come me lo auguro per ogni altra occasione per un giovane di entrare in contatto con Dio attraverso la Sua Chiesa…
      Che io ne abbia una forte esperienza (forse che non lo possa raccontare?) ha poca importanza, se non per me e per i miei figli, visto che come ho detto in quell’occasione ho conosciuto la loro madre, ma ciò non comporta una mia visione assoluta, tanto è vero che nella loro libertà solo uno dei miei tre figli è partito per questa edizione.

      Concludendo, ragione o torto, entrambe, nessuna o solo una delle due, sono tue considerazioni a cui ti lascio, ma mi fa piacere che tu abbia trovato l’intervento interesante 🙂

  11. vale

    è saltato il commento.: con decreto del 7 luglio il governo belga dimezzerà da ottobre l’ora di religione cristiana.
    l’obiettivo è trasformare le le strutture cattoliche in “scuole di dialogo”.

    oramai il 43% sceglie religione islamica, il27,9 corsi di “morale laica” e solo il 23,3% religione cattolica.

    prosit

  12. rosa

    nella libera e solidale francistan è stata attacca un chiesa e sgozzato un prede….
    Ma nella vampa d’agosto questo è normale…

  13. Fabrizio Giudici

    @Bariom

    Il problema non è il tuo “sano modo”, né te ne devi giustificare. Anzi, te ne devi vantare (pur nell’imperfezione che ci tocca tutit), e non è certo qualcosa di cui ti sto imputando alcunché.

    “io dico che se noi adulti e genitori conosciamo bene l’etica e la morale della sessualità i nostri figli la vivranno sin da quando sono in fasce”

    È questo il problema, in particolare quel “se”. Tu hai l’esperienza di una Chiesa che ti ha fatto conoscere bene l’etica e la morale della sessualità. In altri casi, invece, non è stato così: la Chiesa non ha educato, e in certi casi ha diseducato. Questo è l’elefante nella cristalleria che dobbiamo smettere di ignorare.

      1. Fabrizio Giudici

        Esatto. Quando ti renderai conto della realtà – che per altro in parecchi ti stiamo descrivendo in vari modi indipendenti, basati sulle nostre esperienze personali, ma fai sempre finta di non leggere queste testimonianze – non sarà mai troppo tardi.

        1. Non ho capito perché le “vostre”(cioè di chi continuamente lamenta disfunzioni e disastri) esperienze personali dovrebbero aver un maggior peso rispetto la mia (peraltro dovremmo allora valutare quale sia il nostro “parco” utenze, conoscenze, esperienze…)?!

          O mi devo mettere anch’io a parlare al plurale per non nessere in minoranza, o la realtà reale e data dalla summa di chi si pronuncia in questo blog in un senso piuttosto che in un altro?

          Io cmq le testimonianze le leggo tutte, poi faccio le mie valutazioni, come perlatro fai tu o anche tu fingi di non leggere qualcosa?

          E cmq Fabrizio, scusa se te lo dico, ma sulla realtà educazione figli, problematiche scuola, catechismi vari, come hai tu stesso affermato, parli per sentito dire e io ci ho combattuto un bel po’ prendendo posizioni anche molto rigide.
          Ora dimi che è il mio modo di screditrare l’interlocutore, ma visto che pretendi di insegnarmi quale sia la realtà, questa è una realtà inconfutabile.

  14. …la Chiesa della sessualità insegna solo” che è peccato”
    …non si riesce a capire da dove i cattolici sposati possano trarre
    la fisiologica eccitazione (maschile e femminile) che a un certo punto servirà (o no?)
    alla copulazione!

    1. Non è quello che insegna, e solo quello che ne hai capito…
      Apprezzo la preoccupazione per i cattolici sposati, ma non angosciarti che la fisiologia eccitazione la si trova, nell’amore che si ha per il coniuge.

  15. Beatrice

    Una volta un frate carmelitano in un’omelia, commentando il passo della Bibbia che narra la vicenda della casta Susanna e dei vecchioni, parlò del sesto comandamento e dei colpevoli silenzi del clero odierno al riguardo. Mi colpì in particolare una cosa: il frate disse di aver visto in confessionale molte ragazze scoppiare in lacrime perché raccontavano di essere state spinte dai fidanzati a commettere peccati contro la purezza sotto la minaccia di essere lasciate oppure dietro l’accusa di non essere “normali” se non si comportavano nell’unico modo presentato come giusto dalla mentalità secolarizzata di oggi. Quindi evidentemente il problema sollevato qui da Paulette e Ale esiste eccome. Ora, io personalmente sono sempre stata considerata “strana” fin dall’asilo e questo mi ha per prima cosa spinto a fregarmene di quello che pensa la gente di me e in secondo luogo mi ha obbligato volente o nolente a convivere con la solitudine: dire che a scuola non sono mai stata tra le ragazze più popolari è un eufemismo! Quindi di fronte a un ricatto del genere da parte di un uomo non ci penserei due volte a piantarlo in un millesimo di secondo, anche perché avrei la prova lampante che non mi ama e per quale ragione dovrei continuare una storia con qualcuno che non rispetta la mia persona e la mia fede? La possibilità di rimanere sola la posso accettare, quella di vivere nella menzogna trascinando una storia con qualcuno che non prova niente per me no: checché ne dicano gli ecclesiastici di qualsiasi livello gerarchico il matrimonio è indissolubile, quindi perché dovrei sprecare la mia unica possibilità con chi si dimostra tanto indegno del mio amore? Poi, con tutto il rispetto per il sesso maschile, ma voi a volte la fate proprio passare la voglia di uscire dalla solitudine o magari sono particolarmente sfortunata io a incontrare solo idioti che mi deludono. Comunque, da vera fan di Jane Austen io sono per il matrimonio d’amore o nulla, però capisco che lo spettro dello zitellaggio spaventi molte donne disposte a scendere a compromessi per racimolare un po’ d’amore a questo mondo e io non le giudico male per questo perché conosco benissimo i problemi che vivrebbero comportandosi in altro modo. Se per un uomo è dura manifestare certe idee e certi atteggiamenti sull’affettività pena il rischio di essere considerati dell’altra sponda, vi assicuro che per una donna è difficilissimo rimanere sola agli occhi di un mondo che la vuole accoppiata a tutti i costi, mentre l’uomo solo è lo scapolone che si gode la vita più che può! Non so se avete presente quando Bridget Jones si trova a cena in mezzo a tante coppie di amici che la deridono neanche troppo delicatamente per il suo essere ancora single alla sua età! Beh, vi assicuro che accade anche in Italia! Conosco poi alcune ragazze a me vicine, e parlo di cattoliche praticanti, che hanno completamente assimilato la mentalità di oggi decidendo liberamente di avere l’intimità propria degli sposi già prima del matrimonio con la persona che poi effettivamente avrebbero sposato. Queste ragazze molto probabilmente in passato sarebbero potute arrivare vergini al matrimonio quando vigeva un diverso modo di pensare. A meno di vivere in un eremo sperduto in qualche angolo della Terra, tutti viviamo immersi in un contesto sociale che ci condiziona, riceviamo messaggi che influiscono sul nostro modo di pensare e spesso la famiglia e la Chiesa non possono nulla contro la forza persuasiva di tali condizionamenti. Se tutti i film e i telefilm mi dicono che non c’è niente di male ad avere certe effusioni col mio ragazzo, se lo stesso messaggio mi viene trasmesso dai romanzi che leggo e se persino a scuola subisco un’educazione sessuale in cui mi viene semplicemente spiegato come non rimanere incinta e quanto benessere fisico diano certe pratiche che solo i bigotti più oltranzisti si ostinano a considerare peccaminose, beh perché dovrei pensarla diversamente visto che tali verità sono condivise praticamente da quasi tutta la collettività (la famosa legge del “così fan tutti”)? Ha ragione Therese Hargot a dire che la rivoluzione sessuale degli anni ’60 ha finto di liberare la donna, ma in realtà l’ha gettata in una schiavitù più pericolosa perché subdolamente celata sotto un’apparenza di libertà, trasformando gli individui della società post-moderna in schiavi che si credono liberi. Quando nel vivere sociale un male arriva ad essere considerato un bene dai più, diventa difficile pensare in maniera divergente dalla massa, soprattutto se nel farlo si rischiano biasimo ed emarginazione (un cristiano magari è preparato dal Vangelo a una tale eventualità, ma il comune cittadino perché dovrebbe correre tali rischi?). Hannah Arendt ne “La banalità del male” spiega mirabilmente come è stato possibile che un’intera nazione della civile Europa si sia piegata ad attuare i piani criminosi di un folle omicida: “E come nei paesi civili la legge presuppone che la voce della coscienza dica a tutti “non ammazzare”, anche se talvolta l’uomo può avere istinti e tendenze omicide, così la legge della Germania hitleriana pretendeva che la voce della coscienza dicesse a tutti: “ammazza”, anche se gli organizzatori dei massacri sapevano benissimo che ciò era contrario agli istinti e alle tendenze normali della maggior parte della popolazione. Il male, nel Terzo Reich, aveva perduto la proprietà che permette ai più di riconoscerlo per quello che è – la proprietà della tentazione. Molti tedeschi e molti nazisti, probabilmente la stragrande maggioranza, dovettero esser tentati di non uccidere, non rubare, non mandare a morire i loro vicini di casa (ché naturalmente, per quanto non sempre conoscessero gli orridi particolari, essi sapevano che gli ebrei erano trasportati verso la morte); e dovettero esser tentati di non trarre vantaggi da questi crimini e divenirne complici. Ma Dio sa quanto bene avessero imparato a resistere a queste tentazioni”. E lo stesso accade oggi: in una società sana il bene è la norma ed è compiuto quindi dalla maggior parte delle persone, mentre il male rimane una tentazione a cui eventualmente cedono in pochi, viceversa in una società malata il male diventa la norma attuata dai più, mentre il bene si trasforma in una tentazione a cui è difficile cedere perché farlo comporta dei rischi che solo in pochi sono disposti a correre. E così oggi sono in assoluto la minoranza quelli che hanno la forza di agire contro-corrente rispettando la castità pre-matrimoniale, nonostante la loro coscienza venga quotidianamente obnubilata dai messaggi provenienti dal mondo. Concludo con una questione che è stata già posta da Fabrizio e che vorrei ribadire qui anch’io: come ho detto prima spesso la famiglia e la Chiesa non possono nulla contro le seducenti sirene mondane che offrono un modo facile e veloce di provare piacere, tuttavia più di una volta, soprattutto negli ultimi tempi, si ha l’impressione che gli educatori cattolici, dai laici ai religiosi, neanche ci provino, diano subito forfait, si arrendano senza nemmeno tentare perché tanto è inutile o peggio perché, dopo tutto, il modo odierno di vedere la sessualità è un modo di pensare che contiene dei semi di verità da valorizzare. Invece, io penso che è proprio quando la verità viene negata o stravolta che bisogna gridarla più forte per permettere che sia conosciuta e arrivi a risvegliare le coscienze sopite dei cristiani ma anche degli uomini di buona volontà. Nessuno chiede di parlare del sesto comandamento in maniera ossessiva e martellante perché si otterrebbe l’effetto contrario, ma neanche tacere del tutto sull’argomento come purtroppo accade spesso oggi. Non ho vissuto in maniera approfondita il pontificato di Giovanni Paolo II perché all’epoca ero troppo giovane e disinteressata alla religione, però ho letto che una volta un ragazzo chiese al Papa cosa potesse fare con la sua fidanzatina senza commettere peccato e Wojtila rispose: “quello che faresti di fronte a tua madre!” Questo è l’esempio perfetto di come ribadire certe verità scomode in maniera divertente: con una battuta di poche parole è stata spiegata tutta la morale sessuale dei cattolici. Di un Papa che parla così oggi ne sento molto la mancanza!

    1. Enrico

      Beatrice,
      ognuno è libero di preferire un Papa ad un altro, però vorrei farti notare che Francesco è Papa da poco tempo e pertanto sacerdoti, catechisti ed educatori vari che ora sarebbero silenziosi sul sesto comandamento si sono formati quasi tutti sotto un Papa diverso da Francesco. Non tutte le colpe, vere o presunte, della Chiesa sono sue.

      1. Fabrizio Giudici

        @Beatrice “però ho letto che una volta un ragazzo chiese al Papa cosa potesse fare con la sua fidanzatina senza commettere peccato e Wojtila rispose: “quello che faresti di fronte a tua madre!””
        @Enrico “Non tutte le colpe, vere o presunte, della Chiesa sono sue.”

        Non tutte le colpe saranno sue, ma da uno che si mostra “insofferente sul piano pastorale verso la rigidezza mostrata da alcuni collaboratori di Wojtyla sui temi d’etica sessuale («vogliono mettere tutto il mondo in un preservativo», commentava con gli amici alla vigilia del conclave) cosa ci si deve aspettare? Citazione da Aleteia: http://it.aleteia.org/2015/07/18/quel-cardinale-strisciante-che-voleva-far-cadere-ratzinger-e-martini/
        Un Papa deve contrastare questa mentalità dei preti, non favorirla.

        1. Enrico

          Fabrizio,

          Il cardinale Bergoglio era ” Sicuro sul piano dottrinale, aperto su quello sociale, insofferente sul piano pastorale verso la rigidezza mostrata da alcuni collaboratori di Wojtyla sui temi d’etica sessuale («vogliono mettere tutto il mondo in un preservativo», commentava con gli amici alla vigilia del conclave)”. Poi, diventato Papa, non è più sicuro sul piano dottrinale ma è rimasto aperto su quello sociale e insofferente ecc. ecc., vero? 🙂
          Ognuno ha diritto alle sue opinioni…

          Personalmente trovo sgradevoli le ‘rivelazioni’ di cardinali e/o persone vicine a cardinali su quanto avvenuto in Concistoro. Il Concistoro è segreto e questo comporta due cose. Prima cosa, non ci sono mai prove che la ‘rivelazione’ riporti fatti realmente accaduti. Seconda cosa, il cardinale, partecipando al Concistoro, ha accettato l’impegno della segretezza, per cui facendo rivelazioni commette un peccato e dimostra al tempo stesso di non essere persona affidabile (avrei qualche problema a confessarmi da lui). Se invece a fare le rivelazioni fosse una persona vicina ad un cardinale, io gli toglierei immediatamente ogni incarico perché o ha tradito la fiducia del cardinale o è un bugiardo (rimarrebbe una terza ipotesi, che gli siano state fatte apposta le confidenze per far sapere certe cose a tutti, in questo caso si dimostrerebbero persone indegne entrambe).

          1. Fabrizio Giudici

            Non capisco il senso della tua osservazione. Non ho commentato l’articolo di Aleteia né le indiscrezioni del Concistoro. Ho riportato una fonte affidabile – cercando una fonte non ostile a Bergoglio – di quella frase offensiva nei confronti del pontificato di GPII – e in ultima analisi del Magistero della Chiesa. Che non è stata pronunciata durante il Concistoro, a quanto si capisce, ma era una nota posizione del prelato. Ma non vi siete stufati di arrampicarvi sugli specchi?

            1. Enrico

              Fabrizio,
              la risposta a te era la prima parte e ribadisco che ognuno sui Papi può avere le proprie legittime opinioni. Io sono stanco di veder attribuire a lui qualsiasi cosa succeda di male e una frase non può sintetizzare un atteggiamento. Nella AL si parla di matrimonio e di preparazione al matrimonio. Se una coppia di fidanzati capisce che non può avere prima del matrimonio l’intimità che avrà dopo, non è ancora preparata al matrimonio, il matrimonio non è solo sesso, lo sappiamo tutti. Ho copincollato parte dell’articolo perché mi aveva fatto sorridere che a quei tempi non ci fossero dubbi sulla correttezza dottrinale del card. Bergoglio.
              La seconda parte era OT, forse avrei dovuto metterla in un altro commento ma avevo pensato che staccarla fosse sufficiente . Qua tutti scrivono e linkano quello che gli pare e io ho scritto su queste rivelazioni perché mi stanno sulle scatole.
              A questo punto sono io però a non capire come una frase riguardante alcuni collaboratori di GPII sia ostile al suo pontificato e addirittura al Magistero. Magari è così (io non lo penso), ma da quella frase da sola non ci si arriva. Quello che ci vedo io è la stanchezza di vedere persone che si occupano magari di pagliuzze relative ad un comandamento e non vedono le travi relative agli altri nove.
              Come forse è stanco, e anche questo è OT, non c’entra con il tuo commento, di giornalisti che, davanti ad una AL che si occupa della famiglia a 360°, riescono solamente a chiedere: comunione sì o comunione no ai divorziati? Dimostrando così che di quello che fa la Chiesa per accompagnare le famiglie non gliene importa una mazza e tutto quello che vogliono è una risposta da usare come titolo per vendere qualche copia in più.

              1. Alessandro

                @Enrico

                “davanti ad una AL che si occupa della famiglia a 360°, riescono solamente a chiedere: comunione sì o comunione no ai divorziati?”

                Smettiamola con questa fanfaluca dei giornalisti ignoranti e maliziosi che riducono la AL a “comunione sì o comunione no”!

                Non so se ti sei accorto che il cardinal Caffarra ha fatto un gesto che da solo dice tutta la gravità della situazione dopo la AL e per colpa di AL: ha supplicato pubblicamente il Papa di fare chiarezza perché, così com’è, AL al capitolo 8 OGGETTIVAMENTE (e non a causa di interpretazioni sprovvedute o malevole del giornalista o del polemista di turno, che pure ci sono e sempre ci saranno) sembra proprio contraddire il Magistero sull’adulterio e la Santissima Comunione!

                Secondo te un uomo tanto colto, riservato, alieno dalla smania della ribalta e filialmente devoto al successore di Pietro come il cardinal Caffarra si sarebbe mai risolto a un atto così vistoso e irrituale se non pensasse che la situazione di caos e licenza prodotta da AL è ormai incresciosa e che il Papa debba intervenire?

                http://www.caffarra.it/intervista110716.php

                Come non accorgersi che, a seguito della medesima AL, l’arcivescovo di Philadelphia ribadisce che i divorziati risposati conviventi more uxorio non possono in alcun caso ricevere l’Eucarestia e all’opposto l’arcivescovo di Chicago fa capire che possono, mentre la conferenza episcopale filippina inneggia all’Ostia ai divorziati risposati sempre nel nome di AL? E’ una situazione sostenibile? Certo che no.
                Si abbia almeno la lucidità di riconoscere che questa situazione insostenibile dipende proprio da come è scritta AL (e dal fatto che chi l’ha firmata tutto fa tranne che fare chiarezza al riguardo).

                E non si dica che anche prima di AL e dell’elezione di Francesco c’erano abusi a riguardo dell’Ostia ai divorziati risposati: prima la confusione c’era ma non discendeva dall’ambiguità del Magistero, ora la confusione è immensamente amplificata e aggravata proprio a causa di un documento firmato dal Santo Padre.

                E non si dica neppure che la questione della comunione ai divorziati risposati è tutto sommato marginale. A parte che la surrettizia sottovalutazione dell’adulterio e la coonestazione della ricezione indegna dell’Eucarestia non possono mai stimarsi questioni marginali, non è chi non veda che ammettere all’Eucaristia, seppure in certi casi (?), i divorziati risposati equivale a lanciare un messaggio quanto mai nocivo, corrosivo e destabilizzante a tutte le coppie di sposi e fidanzati del mondo, del tipo: fate ogni sforzo per essere fedeli, ma non fate della fedeltà matrimoniale un valore assoluto, perché se càpita di dividersi e di mettersi con un altro/un altra in fondo non è così grave, tanto è vero che in certi casi si può comunque fare la Comunione (in forza dai fattori soggettivi attenuanti…).
                E purtroppo AL, al cap. 8, ha parole il cui senso manifesto è oggettivamente (è questo il movente dell’appello di Caffarra) proprio quello di sminuire la gravità dell’adulterio, e con ciò di affievolire agli occhi dei fedeli l’assolutezza del valore della fedeltà matrimoniale e dell’indissolubilità del vincolo.

                1. Alessandro

                  Quindi sconsiglio vivamente chi non abbia una solida formazione cattolica di avventurarsi da solo (se non vuole uscirne frastornato e disorientato) nel dettato sovente oggettivamente confuso e ambiguo di Amoris laetitia. Faccio mio il saggio invito del cardinal Caffarra:

                  “Ai fedeli cattolici così confusi circa la dottrina della fede riguardo al matrimonio dico semplicemente: “leggete e meditate il Catechismo della Chiesa Cattolica nn.1601-1666. E quando sentite qualche discorso sul matrimonio, anche se fatto da sacerdoti, vescovi, cardinali, e verificate che non è conforme al Catechismo, non ascoltateli. Sono ciechi che conducono altri ciechi”

                  1. Enrico

                    Alessandro, non era mia intenzione tornare sulla AL. Volevo solo fare un’ipotesi sul motivo per il quale il Papa aveva risposto ‘Io posso dire: sì. Punto. Ma sarebbe….’ alla domanda di un giornalista che chiedeva se era cambiato qualcosa …(non ho voglia e tempo per citare le esatte parole).
                    Ti riassumo la questione visto che sembra che te la sia persa.
                    Io avevo risposto a questa parte del lungo commento di Beatrice (anche se credo non fosse il punto centrale del suo intervento):

                    ”tuttavia più di una volta, soprattutto negli ultimi tempi, si ha l’impressione che gli educatori cattolici, dai laici ai religiosi, neanche ci provino, diano subito forfait, si arrendano senza nemmeno tentare perché tanto è inutile o peggio perché, dopo tutto, il modo odierno di vedere la sessualità è un modo di pensare che contiene dei semi di verità da valorizzare. Invece, io penso che è proprio quando la verità viene negata o stravolta che bisogna gridarla più forte per permettere che sia conosciuta e arrivi a risvegliare le coscienze sopite dei cristiani ma anche degli uomini di buona volontà. Nessuno chiede di parlare del sesto comandamento in maniera ossessiva e martellante perché si otterrebbe l’effetto contrario, ma neanche tacere del tutto sull’argomento come purtroppo accade spesso oggi. Non ho vissuto in maniera approfondita il pontificato di Giovanni Paolo II perché all’epoca ero troppo giovane e disinteressata alla religione, però ho letto che una volta un ragazzo chiese al Papa cosa potesse fare con la sua fidanzatina senza commettere peccato e Wojtila rispose: “quello che faresti di fronte a tua madre!” Questo è l’esempio perfetto di come ribadire certe verità scomode in maniera divertente: con una battuta di poche parole è stata spiegata tutta la morale sessuale dei cattolici. Di un Papa che parla così oggi ne sento molto la mancanza!”

                    Facevo notare che ognuno poteva avere le preferenze che voleva in fatto di Papi ma non si potevano attribuire a Francesco le colpe di sacerdoti, catechisti ed educatori che si erano formati quando lui non era ancora Papa. Al che Fabrizio:
                    ”Non tutte le colpe saranno sue, ma da uno che si mostra “insofferente sul piano pastorale verso la rigidezza mostrata da alcuni collaboratori di Wojtyla sui temi d’etica sessuale («vogliono mettere tutto il mondo in un preservativo», commentava con gli amici alla vigilia del conclave) cosa ci si deve aspettare?”

                    Da una frase io non credo si possa arrivare a capire che atteggiamento possa avere una persona riguardo ad una questione. Invece Fabrizio dice addirittura che quella frase è:
                    ” offensiva nei confronti del pontificato di GPII – e in ultima analisi del Magistero della Chiesa”
                    Questo era quello di cui intendevo discutere.

                    La AL era marginale. Comunque io l’ho letta, lascio il capitolo VIII e le discussioni ai teologi perché grazie a Dio non mi riguarda, e trovo gli altri capitoli interessanti ed utili.
                    Copio-incollo da un articolo di Magister una risposta del Papa che condivido pienamente.
                    ”R. – Senta, uno degli ultimi papi, parlando sul Concilio, ha detto che c’erano due Concili: quello Vaticano II, che si faceva nella basilica San Pietro, e l’altro il “Concilio dei media”. Quando io convocai il primo sinodo, la grande preoccupazione della maggioranza dei media era: Potranno fare la comunione i divorziati risposati? E siccome io non sono santo, questo mi ha dato un po’ di fastidio, e anche un po’ di tristezza. Perché io penso: Ma quel mezzo che dice questo, questo, questo, non si accorge che quello non è il problema importante? Non si accorge che la famiglia, in tutto il mondo, è in crisi? E la famiglia è la base della società! Non si accorge che i giovani non vogliono sposarsi? Non si accorge che il calo di natalità in Europa è da piangere? Non si accorge che la mancanza di lavoro e le possibilità di lavoro fanno sì che il papà e la mamma prendano due lavori e i bambini crescano da soli e non imparino a crescere in dialogo con il papà e la mamma? Questi sono i grandi problemi! ”
                    Vedi Alessandro, io sono fortunato perché riesco a mantenere la famiglia col mio lavoro e mia moglie ha potuto passare molto tempo con le nostre figlie. Quando sono andate a scuola abbiamo potuto verificare quanta verità ci sia in quel che dice il Papa: bambini non seguiti dai genitori nei compiti e nella crescita, bambini piccoli lasciati soli a casa per pomeriggi interi (e quindi probabilmente in balia della TV) e via dicendo. Io non dico che la questione della Comunione sì o no ai divorziati non sia importante, lo è perché l’Eucaristia è importante, ma se in un’esortazione si parla di famiglia i divorziati non sono e non possono essere il centro, tale che si trascuri tutto il resto. Se si riuscisse a riproporre la famiglia cristiana come un ideale (per chi ne ha la vocazione), non credi che la questione della comunione ai divorziati perderebbe molta importanza, se non altro per il drastico calo del numero dei coinvolti?

                    1. Alessandro

                      “Se si riuscisse a riproporre la famiglia cristiana come un ideale (per chi ne ha la vocazione), non credi che la questione della comunione ai divorziati perderebbe molta importanza, se non altro per il drastico calo del numero dei coinvolti?”

                      Ma il fatto è – ribadisco – che Amoris laetitia, considerata nella sua integralità, presenta non pochi passaggi il cui senso manifesto oggettivamente stride con la “riproposta della famiglia cristiana” nella sua autenticità! E’ quanto lamenta Caffarra (e non solo lui).
                      Bisognerebbe dunque leggere Amoris laetitia omettendo questi passaggi? Ma sarebbe una lettura mutilante, deformante!
                      Quindi, ripeto: se si vuole riproporre con forza l’autentico senso cristiano della famiglia, non ci si affidi ad Amoris laetitia, ma ai moltri altri documenti chiarissimi e inequivoci del Magistero che fanno luce, anche in chiave pastorale, sul senso autenticamente cristiano della famiglia.

                      Cmq il punto d’intesa tra di noi, che voglio valorizzare più di ogni eventuale divergenza, è che entrambi siamo convinti che il valore autentico della famiglia vada rilanciato, riproposto, fatto sempre di nuovo riscoprire e lasciato risplendere nella sua verità e bellezza.
                      Un caro saluto a te e famiglia.

    2. Ale

      Grazie a Bariom per la risposta e grazie anche a Beatrice. Sono d’accordo con quello che dice Beatrice. Lavorando a contatto i ragazzi, ho modo di constatarlo sempre: la cosiddetta “liberazione sessuale” è in realtà schiavitù per tutti ma in modo particolare lo è per le donne e le danneggia profondamente. La sessualità femminile, per natura, è molto diversa da quella maschile e molte ragazze, anche non credenti, si comporterebbero in modo profondamente diverso se imparassero davvero ad avere consapevolezza della propria femminilità e abbandonassero la paura di dire di no. Io insisto che, da parte femminile, questo problema c’è. Se poi esiste anche per gli uomini, questo non lo so.

      1. Fabrizio Giudici

        “abbandonassero la paura di dire di no.”

        Mi hai fatto ricordare che durante la presidenza Reagan la first lady si fece testimonial di una campagna contro la droga che si chiamava “Just say no”:

        https://en.wikipedia.org/wiki/Just_Say_No

        Ora, l’argomento è diverso (droga vs sesso), ma il fenomeno di cui stiamo parlando è lo stesso, ovvero il conformismo con cui vengono bombardati i ragazzi e dal quale dovremmo aiutarli a liberarsi. I risultati di quella campagna si videro, eccome: la pagina di Wikipedia riporta un crollo di quattro volte del consumo di cannabis, e cali – anche se meno vistosi – nell’uso di altre sostanze.

        Ora, ovviamente, gli intelligentoni progressisti denigrano quel programma, perché “troppo semplicistico”. Ignorano il dato reale – fu efficace – perché vivono sempre nel mondo delle loro (sporche) idee e detestano che la realtà sia più semplice di quello che predicano. D’altronde le contorsioni mentali dei loro pipponi sono fondamentali per avere masse di conformisti che dicono sempre di sì.

        Il senso di “Just say no” (che comunque non fu campata per aria, ma aveva il supporto di alcuni studi sociologici) era proprio quello di non far sentire degli “strani” i ragazzi che in realtà non si volevano adeguare, ma temevano di essere emarginati. Io credo che le cose semplici siano quelle che poi funzionano, e anche su altri campi potrebbe funzionare. Dovrebbe essere un leit-motiv anche di noi cattolici.

      2. @Ale scusa se insisto, ma nelle attuali generazioni la differenza di atteggiamento verso la sessualità, ma diciamo pure verso il “sesso” semplicemente, si è profondamente uniformato nel modo peggiore (cioè la femmina a fatto suoi molti dei peggiori atteggiamenti maschili), a motivo e causa di bla bla bla (potremmo scriverne per ore a partire dal femminismo per arrivare allo sciagurato uso dei “social”)…

        Non voglio scandalizzare nessuno qui descivendo gli ultimi passatempi (spesso di gruppo) sessuali preferiti da molti teenagers – scrivo molti non tutti – maschi o femmine che siano, ma visto che ti riferisci anche a “non credenti”, restare fermi a fare valutazioni sulla “paura di dire no” è come stare a valutare se usare la pietra focaia per accendere un fuoco!!

        Non so se ho reso… 😐

        Poi se di “paura di dire no” vogliamo parlare, per parlare di una delle “due cuspide di un’iperbole” ok, ma teniamo presente che parliamo temo di “mosche bianche” e in questo caso, cristianamente parlando, per me vale quanto ho già detto sopra.

    3. @Beatrice,

      “… come ho detto prima spesso la famiglia e la Chiesa non possono nulla contro le seducenti sirene mondane che offrono un modo facile e veloce di provare piacere, tuttavia più di una volta, soprattutto negli ultimi tempi, si ha l’impressione che gli educatori cattolici, dai laici ai religiosi, neanche ci provino, diano subito forfait, si arrendano senza nemmeno tentare…”

      Se come affermi “spesso la famiglia e la Chiesa non possono nulla contro le seducenti sirene mondane” che pare dichiarazione di resa a priori, come meravigliarsi se poi “…gli educatori cattolici, dai laici ai religiosi, neanche ci provino, diano subito forfait, si arrendano senza nemmeno tentare…”

      Siamo poi tanto sicuri che le famiglie IN PRIMIS non abbiano già dato forfait da un pezzo?
      Dobbiamo alzare bandiera bianca ad esempio di fronte a tutto il ciarpame che entra in casa dal “fu tubo catodico”? Tanto per dirne una?

      1. Fabrizio Giudici

        @Bariom “Siamo poi tanto sicuri che le famiglie IN PRIMIS non abbiano già dato forfait da un pezzo?”

        Certo, in molte lo hanno fatto. Male, malissimo. Ma non è l’autorità ecclesiastica che dovrebbe riprenderle a questo punto? Non solo, anche noi, perché il CVII ci ha riconfermati della responsabilità dell’evangelizzazione. Ma è innegabile che la maggior parte dei mezzi di comunicazione cattolici, in Italia, sono nelle mani della gerarchia. Culturalmente, siamo rimasti molto “clericali”, nostro malgrado (*). Quindi, la gerarchia continua ad avere una responsabilità particolare.

        (*) Questo fatto è una nostra responsabilità italiana. In altri paesi d’Europa non so, ma negli USA, per esempio, non è così. Ci sono importanti reti mediatiche come EWTN che, pur fondate da religiose, sono gestite da laici e sono abbastanza indipendenti. Non a caso, da oltreoceano le critiche alla gerarchia fioccano, molto più incisive.

          1. Giusi

            E del canto della marsigliese in solidarietà al prete ucciso ne vogliamo parlare?
            FANTASTICO SCAMBIO DI OPINIONI SU FACEBOOK:
            Massimo Micaletti: ” I giovani della GMG cantano la marsigliese. Niente, abbiamo perso un’altra generazione. Speriamo nella prossima”.
            Francesco Mastromatteo: “A ‘sto punto voglio vedere gli ebrei in pellegrinaggio a Auschwitz che cantano “Deutschland uber alles”.

          2. Ehm…guardate che a corromperli ci sono già riusciti da un pezzo. Ci sono arrivati per la solita via.
            Alla GMG di Colonia (quindi più di dieci anni fa, ormai), la notte della veglia, vi assicuro che nei sacchi a pelo ne succedevano di ogni…

            1. Fabrizio Giudici

              “Alla GMG di Colonia (quindi più di dieci anni fa, ormai)”

              Non ho dubbi. Le GMG, come sono fatte, sono una pessima cosa e qui, spiace dirlo, GPII ha lasciato andare troppo. Ma almeno, immagino, dieci anni fa nei sacchi a pelo erano masculi e fimmine. E almeno GPII dava un messaggio opposto, dal palco. Ora abbiamo il palco che si è adeguato alla situazione.

              @Luigi “Esistono anche gli uomini deboli, non solo le donne.”

              Certo, non ne farei una cosa da “battaglia dei sessi”. Semplicemente, mi pare ovvio che se a commentare sono donne, esce la prospettiva femminile. L’importante è concentrarsi sull’esistenza di queste pressioni, indipendentemente dai dettagli di come sono fatte da dove arrivano.

              @Bariom “Ma non insultiamo l’intelligenza dei più per favore…”

              Esatto: l’intelligenza DEI PIU’. E gli altri? Abbandonati a sé stessi?

              1. “Non ho dubbi. Le GMG, come sono fatte, sono una pessima cosa e qui, spiace dirlo, GPII ha lasciato andare troppo.”
                Eccolo là… niente si salva! GPII che ci hai combinato?

                Anzi faccelo il mini elenco delle cose che si salvano nel tuo lungimirante discernimento Fabrizio.
                Poi magari salta fuori che come per altre cose, nemmeno mai ci sei stato ad una GMG 😐

                Ah già, dimenticavo che tu sei un saccoinformato!

                1. Giusi

                  Bariom dai lo sanno tutti che le Gmg lasciano sul campo un tappeto di preservativi! Domenica alle otto di mattina ero a messa in un santuario. C’era un gruppo di “ggiovani” in partenza per Cracovia davanti alla tomba di una santa. Le ragazze erano in pantaloncini col sedere da fuori e top con spalle e braccia scoperte tipo spiaggia con tanto di sacerdote appresso! Persino un frate del santuario si è avvicinato a dire qualcosa! La domanda è: che vanno a fare di preciso a Cracovia?

                  1. Ecco cosa ho scritto poco fa…? (e non poteva che essere Giusi)

                    Un tappeto di preservativi… (hai fatto un conto, giusto per aver una percentuale di chi si salva e chi no.. di che era degno e chi no?)

                  2. Piero

                    Bariom dai lo sanno tutti che le Gmg lasciano sul campo un tappeto di preservativi!
                    Giusi, spero che questa frase sia solamente ironica (in tal caso, la prossima volta ti prego di mettere su almeno una faccina di “spiegazione”)… Non posso credere che si possa dire una cosa del genere, da una cattolica in un sito cattolico… Ora, va bene tutto, ma ripetere le stesse menzogne degli atei clericali?
                    Ho sempre chiesto loro dove fossero queste montagne di preservativi, e non ho mai visto una foto. Se ci fossero veramente credete che non si sarebbero fatti scappare una simile ghiotta occasione?
                    Non posso certo “garantire” per tutti (anzi non posso garantire per nessuno) e non posso certo escludere che qualche sporadico episodio si sia verificato, ma da qui a parlare di “tappeti”…

                    1. Giusi

                      Piero ma le hai sentite le interviste sul sesso ai giovani del meeting? Puoi dire che la castità venga ancora considerata un valore? Non ho foto dei preservativi né penso che i netturbini fossero dotati di macchina fotografica ma ho molti parenti che vivono a Roma da generazioni, di tutte le età…..

                    2. Piero

                      Ah ma quindi dicevi sul serio??
                      Figurati che quelli dell’UAaAR vanno nei posti dove si sono svolte le GMG a fotografare tutto, pure la spazzatura, figuriamoci se non uscivano fuori…

            2. Fabrizio Giudici

              @Bariom “Ah già, dimenticavo che tu sei un saccoinformato!”

              Quando hai un’attacco di ottusità, faresti meglio ad usare la virtù della prudenza e stare zitto.

              Perché, molto vigliaccamente, accusi me di essere “un sacco informato”? Perché non hai argomenti, sai di avere torto, e cerchi di indebolire la mia affermazione con un attacco personale.

              La testimonianza su Colonia è di Cacciatrice di stelle, che evidentemente a Colonia c’era. Ora, visto che poco fa ti sei vantato di attributi virili, fai una bella cosa: prendi e davanti a tutti rivolgiti a lei e dille “Stai raccontando una cosa falsa”. Fallo. Se non lo fai, vuol dire che non ne hai il coraggio, perché sai che è vero. E se è vero, allora è una cosa vergognosa che questo succeda in iniziative che avrebbero come scopo evangelizzare i giovani e invece li espongono alla corruzione. E se è vergognosa, la responsabilità è di chi l’ha organizzata. E vedi di guarire dalla tua papolatria, perché non è cattolicesimo.

              Ovviamente, noto che stai facendo finta di niente anche a proposito della notizia riferita dalla Bussola e che ho riportato ieri sera. Troppo difficile affrontare la realtà, eh?

              1. Invece per te una testimonianza (che non affermo non essere vera) basta a mandare in vacca tutta una realtà che ovviamente a tuo dire è un errore.

                Alla faccia di chi ha solidi argomenti!

                La tua notizia riportata dalla Bussola, mi è scappata… sai non riesco a stare dietro a tutto, in particolare sono tenuto a stare dietro ai tuoi di interventi o a rispondervi sempre?

                1. Ma hai ragione, dovrei tacere ogni tanto perché sai cosa succede adesso, si aprono le cataratte di melma di tutti quelli che le GMG non possono soffrire che gli dà fastidio questo e quello, che hanno letto quello che ha scritto tizio e caio (compresi altri prelati) e tutti quelli che ne possono parlare bene e hanno visto frutti (perché sempre di un’opera della Chiesa stiamo parlando…), sono i soliti pirla, agelisti e angelotti, anime belle che non hanno capito come va il mondo!

                  Ti saluto.

      2. Vero Bariom, le famiglie hanno alzato bandiera bianca da un pezzo.
        Però è vero anche quello che dicono Beatrice e Ale.
        Le ragazze “deboli”, che vengono influenzate pesantemente dalla cultura dominante esistono. Sono tante. Non c’è bisogno di andare sui social anche se lì ti rendi conto dello squallore.
        La ragazza che si tiene è una che se la tira, che fa la preziosa e si crede chissà chi. Il corpo della ragazza è diventato un diritto. Devi vedere la cattiveria di certe aggressioni verbali nei confronti di chi ha un modo di vivere veramente alternativo. Si va dall’accusa di mentire (perchè, dai, non lo fai? IMPOSSIBILE, stai raccontando un sacco di balle, è IMPOSSIBILE), all’insinuazione sul rapporto con il partner (non lo ami, lui non ti piace, ce l’ha piccolo, hai dei problemi, un trauma da superare, IN REALTA’ HAI UN ALTRO E NON LO DICI), e si finisce con l’insulto gratuito (sei una fi*a di legno, te la tiri, chi credi di essere, RISPETTO ALLE ALTRE -che la danno-).
        Ogni ragazza, giovane o meno, ne ha conosciute diverse di ragazze innamorate che hanno ceduto per paura e pressione. Dopo, diventano mogli che hanno paura, come si scriveva più in alto, di dire di no al marito.

        Una mia compagna delle superiori, non cristiana ma per niente. Voleva aspettare. La RAGAZZA del banco dietro le disse esplicitamente di non rompere e di “dargliela”. Rimasi allibita. A volte penso che, se non ci fossi stata io, che avevo intenzioni ancora più radicali delle sue e dei commenti degli altri non me ne fregava un accidente secco, magari la sua storia sarebbe andata diversamente, magari avrebbe fato cose per le quali non si sentiva pronta.

        1. @Cacciatrice, forse io non mi spiego o si intende che se faccio un commento che va in una direzione, automaticamente ne escludo un’altra…

          Non è che (come direbbe Giusi) vivo su Marte… non è che non abbia figli che vivono nel mondo e non vadano a scuola o si possano beccare sfottò o peggio se non vivono come il mondo (né sto dicendo che i miei figli siano santi, non abbiano cadute o non accettino compromessi…), ma uscendo dal personale, sto dicendo che proprio per le pressioni che ben descrivi, la Famiglia è e deve essere la loro prima difesa, il loro “rifugio”, il loro riferimento, dove riprendere coraggio e sentirsi fortificati.

          Forse che dopo un episodio di sfottò pesante può aiutarli ciò che dice o non dice la maggioranza dei sacerdoti o quello che scrivono o non scrivono pubblicazioni che si dicono Cristiane? Ma per piacere…

          Dirò di più, le Famiglie Cristiane dovrebbero far di tutto per essere più unite, perché il propri figli si frequentino, vedano questi figli che altri ragazzi tali quali a loro vivono, di questi principi, che non sono “marziani”, figlie di “strani genitori”.
          Che ci sono altre Famiglie, altri Genitori, altri Figli, che vivono e combattono per la loro stessa Fede e che da questo combattimento traggono Gioia e pienezza. Che quella che viene loro proposta, per “strana” che sia, è l’unica Verità.

          ( La triste realtà poi è invece, inutile nasconderlo, che tu parli di castità, di verginità e poi la tal famiglia “parrocchiana di serie A” che i tuoi figli ben conoscono, manda i propri figli che hanno i “morosini” in vacanza insieme… 😛 )

          1. No, Bariom, ti spieghi benissimo, a volte sembra però che secondo te e altri la pressione sociale non esista, o sia facilmente ignorabile (per me lo è stata, ma, come dici tu, io avevo una famiglia e una fede solida) e il mondo sia pieno di adolescenti assatanati, quando sono persone fragilissime e basta un niente perchè facciano stupidaggini e si facciano trascinare nel gorgo.

            Hai ragione, la famiglia è l’unica difesa che i ragazzini hanno. Per questo ci tengono a devastarla.

            1. No Cacciatrice, non penso affatto che “la pressione sociale non esista, o sia facilmente ignorabile”, ma il mio fare da controcanto a chi invece pare non guardare altrove se non a “fuori da sè”, può dare quell’impressione…

              La realtà è che più forti sono le pressioni, più forte deve essere quella che San Paolo chiama l’ “armatura di Dio”:

              Efesini 6

              13 Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. 14 State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, 15 e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. 16 Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; 17 prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. 18 Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, 19 e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, 20 del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.

              Diversamente, come ho già detto, alziamo bandiera bianca, che i tempi son crudeli e dichiariamo noi e Cristo con noi, sconfitti!

              1. E hai concluso benissimo:

                “Hai ragione, la famiglia è l’unica difesa che i ragazzini hanno. Per questo ci tengono a devastarla.”

                Sennò perché tanta devastazione che è sotto gli occhi di tutti, se non per uccidere nella culla i Figli di Dio?

                I Santi nascono da Sante Famiglie (ordinariamente poi lo Spirito può suscitare un Santo anche da un debosciato…) e le Sante Famiglie dal seno della Chiesa… e qui giù a pioggia chi punta quindi il dito verso la Chiesa, ma la mia testimonianza è che la mia (santa no, ma il Signore ci sta lavorando…) e tante, tante che conosco, dal seno della Chiesa sono nate, non altrove.

                1. Enrico

                  Bariom,
                  non c’entra col tuo commento ma voglio collegarmi alla vostra discussione.
                  Immagino sappiate che in questi anni si sta parando del tumore della cervice e del vaccino contro il virus HCV. Ho chiesto al mio medico di base cosa ne pensasse e lei mi ha risposto: se una ragazza/donna non ‘va’ con chiunque le capiti, ma solo col suo fidanzato/marito le probabilità di prendere il virus sono praticamente zero.
                  Come ho già scritto in altri commenti, sono un farmacista, credete che nel materiale che l’USL ha mandato sull’argomento in farmacia e alle potenziali utenti del vaccino ci sia scritto questo? NO, l’USL e più in generale lo Stato rinunciano a tutelare la salute dei propri cittadini perché la libertà sessuale deve essere totale (ma una libertà disinformata è veramente libertà?).
                  Comunque anche questo fatto dimostra che natura e Dio non sono mai in contraddizione. Dio chiedendoci di essere monogami ed eterosessuali (qui so di non essere chiaro ma ho fretta e spero si capisca cosa voglio dire: se non mi sbrigo a chiudere la farmacia la gente pensa che sto qui perché ci sono problemi in famiglia) non ci chiede un sacrificio senza senso, ma tutela anche la nostra salute.

                  1. Grazie Enrico del contributo…
                    Posso dirti che sulla tua corretta conclusione non nutrivo il minimo dubbio anche se da profano?
                    Lo stesso infatti accade per le dinamiche diciamo anche psicologiche, dell’individuo, laddove sembra Dio ci chieda “sacrifici inumani”, che invece sono pienamente umani e ci procurano solo benefici

                    D’altronde di che ci si meraviglia visto uno Stato che liberalizza una pillola abortiva come la Ru486, fregandosene di tutte le gravissime controindicazioni (sino al decesso) che quando non sono fisiche sono psicologiche, per le modalità del decorso abortivo!? 🙁

                  2. Enrico

                    Per fortuna nella realtà i virus non si modificano nella maniera in cui li ho fatti modificare io: il papilloma virus umano (HPV) l’ho mutato in quello dell’epatite (HCV).

    1. Ale

      Infatti, da sposati si possono fare nell’intimità della propria casa. Da fidanzati invece non si possono fare, per quello il Papa aveva risposto in quel modo.

  16. paulette

    In Comunità Cenacolo Suor Elvira insegna alle ragazze che se i ragazzi si drogano ,” è perchè voi non avete saputo dirgli di nò, ” e sapete perchè non avete detto di no? Per paura! Si si vi sposeranno anche, ma non avranno mai rispetto per voi”..

    1. @Paulette, questa Suor Elvira la sa lunga…! 😉

      Non tanto sulla questione della droga (il passaggio messo così mi pare un po’ ardito), ma sulla questione del rispetto certamente si.

  17. Fabrizio Giudici

    @Enrico “Da una frase io non credo si possa arrivare a capire che atteggiamento possa avere una persona riguardo ad una questione.”

    Infatti hai ragione: da una frase non si può dedurre niente (magari si potrebbe obiettare che il tono non è appropriato ad un alto prelato, ma facciamo finta di niente). Quando però poi vedi un esortazione apostolica scritta in evidente coerenza con quella frase (cioè in evidente contrasto con il magistero di GPII), si può concludere che quella frase è effettivamente rappresentativa.

    1. Fabrizio Giudici

      Sempre @Enrico “Se si riuscisse a riproporre la famiglia cristiana come un ideale (per chi ne ha la vocazione), non credi che la questione della comunione ai divorziati perderebbe molta importanza, se non altro per il drastico calo del numero dei coinvolti?”

      Qui non ci stiamo capendo già con i termini. “Ideale” è il termine sbagliato, perché la famiglia cristiana è una vocazione (termine che infatti hai usato), se vogliamo parte della sequela di Cristo . Non è un “ideale” perché la parola ha un suo significato astratto. Forse non intendevi usare questo termine in senso stretto; bene. Ma il problema è che la AL lo usa. E non lo usa riferendolo come un comandamento, ma come qualcosa di contrattabile.

      In secondo luogo, risolto il problema terminologico, siamo certamente d’accordo. Ma allora la AL che c’entra? Perché in molti passaggi la mina, la famiglia cristiana, invece di sostenerla. Apre le porte alle convivenze prematrimoniali, e i numeri dicono che questo indebolisce la solidità del futuro rapporto.

      È per questo che Caffarra, come dice Alessandro, invita a riferirsi ad altri documenti. Il CCC, ma anche le encicliche dei Papi precedenti. Quindi: che senso ha aggiungere ad una tradizione già ricca di documenti uno fatto male?

      1. Enrico

        Fabrizio,
        Se si riuscisse a riproporre la famiglia cristiana come modello perfetto a cui aspirare per chi sente la vocazione di passare la vita con un/una compagno/compagna (intendo qui comprendere chi si accontenta di sposarsi civilmente o di convivere) accogliendo gli eventuali figli…. Può andare? Concordo che prima era confuso.
        Riguardo al termine ‘ideale’ nella AL, ci guardavo ieri sera (stavo controllando se era vero che nel paragrafo in cui compare la nota 351 e in quelli più prossimi non si parla di divorziati risposati) e mi era parso che fosse usato nel significato di ‘perfetto, il migliore possibile’, se mi ricordo controllo.
        ‘Apre le porte alle convivenze prematrimoniali’ o prende atto che esistono?

        1. Alessandro

          @Enrico

          Scusa se mi inserisco. Sei proprio sicuro che in AL non si “apra” alle convivenze?

          Che significa il numero 303? Ne riporto un tratto:

          “Naturalmente bisogna incoraggiare la maturazione di una coscienza illuminata, formata e accompagnata dal discernimento responsabile e serio del Pastore, e proporre una sempre maggiore fiducia nella grazia. Ma questa coscienza può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo.”

          Ripeto: che sta dicendo qui Francesco? Per quanto mi lambicchi il cervello, vedo solo un senso manifesto e uno soltanto, a scanso di interpretazione che palesemente falsano il testo: si sta sostenendo che in certi casi chi vive in adulterio o fornicazione (ossia, chi “non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo”) può scoprire “con una certa sicurezza morale” che questa condotta “per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio”, addirittura “la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti”.

          Ma questo è uno sproposito colossale, palesemente incompatibile con il Magistero della Chiesa, il quale Magistero riprova e condanna recisamente senza equivoci la convinzione secondo cui Dio potrebbe in qualche circostanza far mancare al credente la grazia necessaria e sufficiente per obbedire ai Suoi comandamenti (nel caso, ai precetti negativi assoluti “non commettere adulterio” e “non fornicare”), sicché in alcune circostanze qualcuno non potrebbe non trasgredire tali comandamenti!

          Vedi che ha ragione Caffarra? Non c’è solo la questione della comunione ai divorziati risposati… AL è punteggiata di affermazioni il cui senso manifesto OGGETTIVAMENTE è in contraddizione con il Magistero della Chiesa… è più che mai necessario che Francesco intervenga a fare chiarezza…

          1. Enrico

            Alessandro,
            nel brano da te citato si parla di ‘una situazione’, io intendo che si sta parlando di una cosa che c’è già e quindi non c’è lo sdoganamento delle convivenze.
            Per quanto riguarda la presunta incompatibilità col Magistero io la vedo così. Per me sono indicativi ‘PER IL MOMENTO è la risposta’ e ‘benché non sia ANCORA pienamente l’ideale oggettivo ‘. Secondo me Francesco sta parlando di un cammino, non di una situazione statica: voi siete in una situazione di peccato, tuttavia c’è del buono in quello che state vivendo, non avete una coscienza perfettamente formata, con l’aiuto di un Pastore (e della grazia che vi aiuterà sempre di più nel cammino che intraprenderete) andate avanti verso la perfezione.

            1. Alessandro

              Enrico,
              la tua lettura non mi pare proprio che ci stia, perché qui AL dice nientemeno che questo: chi vive in un modo che “non è ancora pienamente l’ideale oggettivo” (cioè – l’ “ideale oggettivo” essendo il matrimonio canonico vissuto in fedeltà – chi si dà all’adulterio o alla fornicazione: non si scappa, di questo si tratta) può “riconoscere con sincerità e onestà” che “per il momento” questo darsi all’adulterio o alla fornicazione “è la risposta generosa che si può offrire a Dio” (!), e addirittura costui può “scoprire con una certa sicurezza morale che quella [risposta]” (cioè di fatto: questo darsi all’adulterio o alla fornicazione) è “la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo” (!)

              Ho già commentato, ma aggiungo: come si può sostenere senza contraddire frontalmente il Magistero che una qualche forma di adulterio e fornicazione possa essere “la risposta generosa che si può offrire a Dio per il momento”?

              Come si può sostenere addirittura lo sproposito che darsi a qualche forma di adulterio o fornicazione sia nientemeno che “la donazione che Dio stesso sta RICHIEDENDO in mezzo alla complessità concreta dei limiti”? Forse che Dio può richiedere mai (e addirittura come una “donazione”, “una risposta generosa”!) a qualcuno in qualsivoglia circostanza di darsi all’adulterio o alla fornicazione?
              Certo che no! E sostenerlo è un’eclatante enormità!

              Ripeto: ha ragione Caffarra. Non c’è solo la questione della comunione ai divorziati risposati… AL è punteggiata di affermazioni il cui senso manifesto OGGETTIVAMENTE è in contraddizione con il Magistero della Chiesa… è più che mai necessario che Francesco intervenga a fare chiarezza…

              1. Enrico

                Alessandro,
                se una cosa tu la vedi in una certa maniera (statica) allora è oggettivamente così e se io la vedo in un’altra (dinamica) che, particolare di non poco conto, sarebbe in linea col Magistero, sbaglio.
                Se il Papa all’inizio di 307 scrive:
                ‘per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in tutta la sua grandezza…Comprendere le situazioni eccezionali non implica mai nascondere la luce dell’ideale più pieno…’
                a me pare che abbia chiarito che ad esempio in questo caso l’unica interpretazione possibile sia la mia.
                Mi pare una conferma anche quanto scritto al 294 parlando delle unioni di fatto, quando scrive che ‘queste situazioni vanno affrontate in maniera costruttiva, cercando di trasformarle in opportunità DI CAMMINO VERSO LA PIENEZZA DEL MATRIMONIO’.
                Poi al 301 scrive ancora:
                ‘mai si pensi che si pretenda di ridurre le esigenze del Vangelo’

                passi piuttosto chiari, no? E invece i passi meno chiari li si legge come se fossero a sé stanti e si pretendono chiarimenti come se si avesse a che fare con la tesi di laurea di uno studente di teologia e non con uno scritto del Papa ( a scanso di equivoci qui non mi sto riferendo a chi discute le proprie idee in un blog, cosa che reputo normale).

                1. Enrico

                  Quanto alle domande di mons. Caffarra, io non me ne ero accorto subito ma la prima domanda o non ha senso o è estremamente offensiva nei confronti del Papa. La nota 351 si trova nel paragrafo 305 e in nessuno dei paragrafi dal 304 al 306, quelli raggruppati sotto ‘le norme e il discernimento’ si parla di divorziati risposati. Non ha quindi senso perché non parlandone dovrebbe essere sottinteso che non si riferisce ai divorziati risposati. Ma il senso della domanda potrebbe anche essere: non lo dici ma io non mi fido di te e voglio che tu dica esplicitamente che non ti riferisci divorziati risposati. Come dire che si ritiene il Papa capace di mettere sue ipotetiche idee davanti al Magistero. E questa è un’offesa molto grave.

                2. Alessandro

                  @Enrico

                  Ma che modo di ragionare è questo? Se ritieni che il numero 303 di Amoris laetitia abbia un significato diverso da quello che a me pare obiettivamente il suo significato manifesto, mostrami, testo alla mano, quale sarebbe questo significato diverso, non allegare altri paragrafi!

                  Che in altri paragrafi di Amoris laetitia vi siano affermazioni pacificamente ortodosse (e chi l’ha mai negato? non certo io) non risolve il problema, anzi palesa solo che Amoris laetitia è un testo intrinsecamente confuso, ambiguo, contraddittorio, che alterna affermazioni pianamente ortodosse ad altre che obiettivamente, nel loro senso manifesto, ortodosse non paiono proprio e perciò si pongono in contrasto con le affermazioni ortodosse del medesimo testo!

                  “si pretendono chiarimenti come se si avesse a che fare con la tesi di laurea di uno studente di teologia e non con uno scritto del Papa”

                  ma di nuovo, che modo di ragionare è questo? Il Papa ha il dovere di confermare il gregge nella fede, quindi il minimo che il Papa debba fare è scrivere documenti chiari, limpidi, che non costringano il lettore a spaccarsi il cervello nel tentativo di rispondere alla domanda: “ma che sta dicendo, qui, il Santo Padre?”.

                  E invece, purtroppo, come il sottoscritto da tempo lamenta e come lamentano cardinali e vescovi e teologi, AL in molte sue parti è tutt’altro che chiara: tant’è che, ad esempio, in merito ai divorziati risposati sulla base dei MEDESIMI paragrafi di AL alcune conferenze episcopali hanno annunciato che daranno l’Ostia ai divorziati risposati, e altre conferenze che non la daranno).

                  Quanto al cardinal Caffarra, scusa ma siamo decisamente al grottesco. Adesso mi vieni a dire che, siccome non si parla esplicitamente di divorziati risposati, Caffarra pensa male (e maliziosamente) interpretando che in quei paragrafi Francesco si riferisca ai divorziati risposati.

                  Allora, se è vero che lì Francesco non si riferisce ai divorziati risposati, ti invito a spiegare tu, testo alla mano e senza arrampicarti sui vetri, di che sta parlando il Papa in quei paragrafi, e segnatamente al n. 305 con la relativa nota 351.
                  Vedrai che

                  1) non riuscirai a mostrare plausibilmente che Francesco non si sta riferendo ANCHE ai divorziati risposati (oltretutto, se non ne stesse parlando in quei paragrafi, vorrebbe dire che in TUTTA l’esortazione non parlerebbe MAI della pastorale dei divorziati risposati: ma che razza di esortazione apostolica sul matrimonio e sulla famiglia sarebbe quella che, nel 2016, non dedicasse almeno un paragrafo chiaro e inequivoco ai divorziati risposati e alla relativa pastorale?)

                  2) non riuscirai, testo alla mano, a mostrare plausibilmente che il Papa sta affermando qualcosa il cui senso manifesto non sia oggettivamente in contrasto con il Magistero della Chiesa.

                  Il problema non è Caffara, il problema è che Amoris laetitia è palesemente scritta male, spesso confusa e foriera di molta confusione. Negarlo non è rendere un buon servigio alla verità né a Francesco.

  18. paulette

    Sono stata un anno nella Comunità Cenacolo , dove ho conosciuto tantissime ragazze di 11 nationalità diverse e non ho incontrato nessuna che non si sia riconosciuta nelle parole di Suor Elvira. Hanno paura della crisi di astinenza che pero dura solo 5 a 7 giorni, ma hanno molto più paura quando s’innamorano e devono far finta di niente. Tutto il resto del tempo ( una media di due a tre anni) viene impiegato alla preparazione del matrimonio cristiano, quindi alla procreazione responsabile e alla educazione dei figli, che anche secondo Caffarra sono valori correlate. Se la procreazione riguarda solo il sesto comandamento, l’educazione della prole riguarda tutti i comandamenti.

  19. Beatrice

    @Bariom
    “Se come affermi “spesso la famiglia e la Chiesa non possono nulla contro le seducenti sirene mondane” che pare dichiarazione di resa a priori, come meravigliarsi se poi “…gli educatori cattolici, dai laici ai religiosi, neanche ci provino, diano subito forfait, si arrendano senza nemmeno tentare…””

    Io ho semplicemente voluto sottolineare quanto sia tosta la realtà con cui hanno a che fare le famiglie di oggi. Spesso famiglie cattolicissime che danno ai figli un’educazione esemplare falliscono nei confronti dei figli non per colpa loro, ma perché la situazione oggi è quella che è: ribadisco che i condizionamenti dall’esterno sono fortissimi spesso invincibili anche per i più santi dei genitori. Questo vuol dire che bisogna arrendersi subito e neanche provare a indirizzare i figli sulla strada giusta? Neanche per sogno! Il vero cristiano non si arrende mai, non si lascia mai abbattere da nessuna difficoltà, ma cerca sempre il bene per sé e per gli altri. Proprio per questo ho ribadito quanto sia pernicioso il silenzio su certe questioni da parte delle gerarchie ecclesiastiche e da parte delle famiglie.

    “@Ale scusa se insisto, ma nelle attuali generazioni la differenza di atteggiamento verso la sessualità, ma diciamo pure verso il “sesso” semplicemente, si è profondamente uniformato nel modo peggiore (cioè la femmina a fatto suoi molti dei peggiori atteggiamenti maschili), a motivo e causa di bla bla bla (potremmo scriverne per ore a partire dal femminismo per arrivare allo sciagurato uso dei “social”)…
    Non voglio scandalizzare nessuno qui descivendo gli ultimi passatempi (spesso di gruppo) sessuali preferiti da molti teenagers – scrivo molti non tutti – maschi o femmine che siano, ma visto che ti riferisci anche a “non credenti”, restare fermi a fare valutazioni sulla “paura di dire no” è come stare a valutare se usare la pietra focaia per accendere un fuoco!”

    Scusami, Bariom, ma io non condivido la tua visione negativa sulle ragazzine di oggi. Da come ne parli tu sembra che siano tutte delle ninfomani in cerca dell’ultima frontiera in fatto di trasgressione sessuale. Sicuramente oggi è scesa tantissimo l’età in cui si hanno le prime esperienze sessuali e sono davvero pochissime le ragazze che arrivano vergini al matrimonio, ma la donna resta comunque sempre la stessa, i suoi desideri e i suoi bisogni non cambiano, e quello che continua a volere sopra a ogni altra cosa è essere amata. Spesso la ragazzina che si concede a chicchessia è semplicemente una persona molto sola che pensa di poter colmare il vuoto che sente dentro sé cercando la temporanea compagnia di qualche sconosciuto. Per un momento riesce a sentirsi importante, desiderata, amata, magari ha avuto carenze affettive da parte di uno dei genitori o entrambi, o magari ha vissuto qualche trauma, o magari è l’unico modo che riesce a trovare per rendersi interessante agli occhi dei coetanei o semplicemente comportarsi in quel modo le dà l’illusione di vivere al massimo la propria vita cogliendo tutte quelle esperienze considerate degne di essere vissute. In ogni caso sono sicura che la maggior parte delle ragazze desidera vivere una storia importante, trovare il grande amore, innamorarsi perdutamente di qualcuno che le ricambi e sono convinta che il più delle volte la prima esperienza sessuale per una donna avvenga all’interno di una relazione stabile che si vuole duratura. Nel macrogruppo di donne in cerca del principe azzurro (per le fan di Jane Austen è Mr Darcy) che, ripeto, secondo me è maggioritario, esistono ragazze che magari desidererebbero aspettare ad avere una certa intimità col proprio innamorato solo dopo il matrimonio, ma non hanno il coraggio di resistere alle pressioni di lui, delle amiche, della società. Oggi, anche nel mondo cattolico (Vincent Vega docet), tutti danno per scontato che dopo alcuni mesi di frequentazione quello sia lo sbocco naturale di una relazione che funziona, quindi una ragazza che volesse mantenersi casta fino alle nozze dovrebbe necessariamente affrontare una spiacevole e imbarazzante conversazione che potrebbe concludersi con la fine della relazione. Di fronte a un’eventualità del genere molte rinunciano in partenza adattandosi al nuovo modo di pensare, spesso auto-convincendosi che quello sia ciò che vogliono anche loro mentre in realtà non è così. Una situazione del genere può certamente interessare anche gli uomini, questo non lo metto in dubbio. Ho detto già prima e ribadisco anche ora che comprendo perfettamente che anche per un uomo avere certe idee e certi atteggiamenti sull’affettività lo metta a rischio di derisione ed emarginazione, quindi anche per gli uomini come per le donne tanto di cappello a chi agisce contro-corrente rispettando la castità pre-matrimoniale. In ogni caso, però, l’unica strategia possibile sia con le donne che con gli uomini, sia con chi ha già avuto esperienze che con gli incerti se averle o meno prima delle nozze, è proprio quella di dire “non abbiate paura di dire no”, “non abbiate paura di andare contro-corrente”, “non abbiate paura di essere considerati strani, antiquati, retrogradi”, “non abbiate paura di essere abbandonati dal partner”. Insomma, bisogna dire la verità e lo si deve fare innanzitutto in famiglia, poi lo deve fare la Chiesa a partire dall’alto fino all’ultimo dei parroci. Uno dei momenti più belli del “Family Day” di gennaio è stato quando Gandolfini si è rivolto ai giovani spronandoli a dare al sesso il giusto valore, che viene invece nascosto e negato dalla cultura dominante. Il sesso non deve essere il punto di partenza di una relazione ma il suo coronamento finale quando la coppia è convinta davvero di voler condividere ogni momento della propria vita insieme, perché è il massimo livello di donazione che un essere umano può offrire. Oltretutto ci sono studi che confermano quanto le coppie che arrivano vergini al matrimonio abbiano una maggiore probabilità di successo rispetto a quelle che hanno rapporti pre-matrimoniali.
    Da come parli tu, Bariom, sembra che chi abbia ormai oltrepassato il limite in fatto di sessualità, non possa più tornare indietro e dirgli di non avere paura di dire di no non avrebbe senso, invece anche quella persona può ancora cambiare stile di vita, può riscoprire il valore della castità anche se ha ormai perso la verginità, nessuno è perduto per sempre, tutti hanno bisogno di essere incoraggiati ad assumere un atteggiamento anticonformista, che nel mondo alla rovescia di oggi significa nientemeno che mantenersi virtuosi! Un esempio di quanto si potrebbe fare oggi per promuovere la castità tra i giovani lo troviamo in America, dove c’è stata un’iniziativa molto bella e secondo me anche efficace, portata avanti da due sposi cattolici, Jason e Crystalina Evert. Questo è il link al video: https://www.youtube.com/watch?v=zMFeMq643xY
    Anche in questo caso, viene usato un modo divertente per trattare argomenti scomodi, che però possono aprire gli occhi agli indecisi e far cambiare idea ai più disinibiti tra i giovani. Sono molto interessanti i commenti iniziali dei ragazzi, che dicono tutti, senza eccezione di sorta, “pensavo sarebbe stato noioso, invece non lo è stato per niente!” A un certo punto si vede anche una ragazza commuoversi perché probabilmente ha finalmente trovato qualcuno che le ha dato delle valide ragioni per assumere un atteggiamento impopolare e l’ha fatta sentire meno “strana” e meno “sola” nelle sue convinzioni. Come si vede in questo caso, dire la verità, certamente in un modo adeguato al contesto e all’uditorio, non può che fare bene al giorno d’oggi. Non capisco proprio perché molti preti e con loro tanti cattolici non lo vedano.

    “La realtà è che più forti sono le pressioni, più forte deve essere quella che San Paolo chiama l’ “armatura di Dio””

    E secondo te come si forma l’armatura di Dio e chi dovrebbe aiutarci a irrobustirla?

    1. @Beatrice,

      “Da come ne parli tu sembra che siano tutte delle ninfomani in cerca dell’ultima frontiera in fatto di trasgressione sessuale.”

      O da come tu interpreti ciò che dico… che peraltro NON corrisponde a ciò che penso.

      “Da come parli tu, Bariom, sembra che chi abbia ormai oltrepassato il limite in fatto di sessualità, non possa più tornare indietro e dirgli di non avere paura di dire di no non avrebbe senso…”

      Ma quando mai!

      Allora se mi riporti una frase che faccia intendere questo mi fai un favore, ma se mi dici “da come parli tu”, mi dispiace non significa un bel nulla e lo rimando al mittente…

      Poi visto che pare tu mi legga, con attenzione forse, ma fraintendendo certo, dovresti aver letto anche (ma ti sarà sfuggito) dove ho parlato di me e da dove provengo, di come certi “limiti” potrei anche dire di averli oltrepassati, ma il Signore mi ha ripescato dal fondo… Come potrei pensare che per altri, quale che sia la condizione non vi sia possibilità di ritorno.

      “In ogni caso, però, l’unica strategia possibile sia con le donne che con gli uomini, sia con chi ha già avuto esperienze che con gli incerti se averle o meno prima delle nozze, è proprio quella di dire “non abbiate paura di dire no”, “non abbiate paura di andare contro-corrente”, “non abbiate paura di essere considerati strani, antiquati, retrogradi”, “non abbiate paura di essere abbandonati dal partner”. Insomma, bisogna dire la verità e lo si deve fare innanzitutto in famiglia…”

      No scusa ma io che ho detto??? E’ solo perché non ho usato le tue stesse parole o l’ho scritto in turco?
      Rileggiti il mio primissimo commento e ciò che ha citato Alessandro a seguire che faccio mio in toto… lì c’è tutto.

      Buonanotte

      1. Beatrice

        @Bariom
        “Su base statistica sappiamo che oggi i rapporti sessuali tra i giovani sono la normalità e che l’età soglia si abbassa sempre di più e non credo siano tutte ragazzine preoccupate di perdere il “principe azzurro” se non si concedono.
        Oggi, grazie alla diseducazione e alla spinta di media vari e mentalità dominante, le ragazzine i rapporti li cercano e li vogliono e non sempre necessariamente legati a questioni affettive.
        Se poi state parlando della sparuta minoranza di giovani e non giovani ragazze credenti, beh allora chiamiamo le cose con il loro nome…”
        “@Ale scusa se insisto, ma nelle attuali generazioni la differenza di atteggiamento verso la sessualità, ma diciamo pure verso il “sesso” semplicemente, si è profondamente uniformato nel modo peggiore (cioè la femmina a fatto suoi molti dei peggiori atteggiamenti maschili), a motivo e causa di bla bla bla (potremmo scriverne per ore a partire dal femminismo per arrivare allo sciagurato uso dei “social”)…”

        Da queste tue affermazioni che ho riportato parola per parola, io ho dedotto che tu avessi una visione negativa sulle ragazzine di oggi e sul loro modo di approcciarsi alla sessualità e io ti ho riportato invece il mio pensiero contrario che ho già espresso prima e riassumo brevemente ora: secondo me, non solo fra le cattoliche, ma in generale gran parte delle ragazze hanno i primi rapporti sicuramente prima del matrimonio, da giovani se non giovanissime, ma comunque quando si innamorano, poi ho parlato dell’esistenza di alcune ragazze particolarmente disinibite che però forse lo sono diventate perché hanno alle spalle una storia particolare che le ha portate ad agire così, questo per dire che è facile giudicare subito una Maria Maddalena dalle sue azioni esterne, ma noi non vediamo il suo cuore (un cuore che si dimostra capace di un amore immenso per Gesù), non conosciamo il suo vissuto, non sappiamo cosa l’abbia spinta a prendere la strada sbagliata, quali condizionamenti o carenze educative e affettive abbia avuto.
        Tra l’altro non sono l’unica ad aver capito che tu avessi dei giovani una brutta opinione per quanto riguarda il loro rapporto con la sessualità, se anche Cacciatrice di stelle ti ha detto: “No, Bariom, ti spieghi benissimo, a volte sembra però che secondo te e altri la pressione sociale non esista, o sia facilmente ignorabile (per me lo è stata, ma, come dici tu, io avevo una famiglia e una fede solida) e il mondo sia pieno di adolescenti assatanati, quando sono persone fragilissime e basta un niente perchè facciano stupidaggini e si facciano trascinare nel gorgo.”

        “Non voglio scandalizzare nessuno qui descivendo gli ultimi passatempi (spesso di gruppo) sessuali preferiti da molti teenagers – scrivo molti non tutti – maschi o femmine che siano, ma visto che ti riferisci anche a “non credenti”, restare fermi a fare valutazioni sulla “paura di dire no” è come stare a valutare se usare la pietra focaia per accendere un fuoco!””

        Qui invece mi è sembrato che tu ritenessi inutile dire a tutti i giovani, anche i non credenti, anche quelli più disinibiti, che non devono avere “paura di dire no”. Invece secondo me è proprio quello che bisogna dire loro: “finora vi siete conformati alla massa mantenendo una vita sessuale disinvolta? Bene, non è troppo tardi per voi! D’ora in avanti dite no al vostro partner, non abbiate paura che i vostri coetanei vi giudichino bigotti o che possiate venire rifiutati da tutti! Troverete chi vi ami veramente e rispetti la vostra dignità e la vostra persona!” Anche una ragazzina non più vergine che volesse a un certo punto cambiare atteggiamento e mantenersi casta, secondo te non vivrebbe anche lei la paura di venire rifiutata dal fidanzatino e dal gruppo di amici di cui fa parte? Secondo me avrebbe paura eccome! Ho usato l’esempio della ragazzina, ma ovviamente il discorso vale anche per un ragazzino.
        La parte sulla tua esperienza personale mi era effettivamente sfuggita, hai fatto bene a ricordarmela, è sicuramente una bella testimonianza!

        1. @Beatrice, ho capito che… non avevi capito.

          Ho meglio ho capito che tu hai preso la mia descrizione di una realtà, o di una sfaccettatura della realtà, dilla come ti pare, ma di realtà si tratta non certo di mie perverse fantasie, e ne hai dedotto o le hai interpretate come un mio giudizio addirittura sulle persone (le ragazzine in questione…).

          Che posso dirti? Un modo distorto di leggere le cose…

          Poi tiri in ballo Cacciatrice che semmai ha detto altra cosa “a volte sembra però che secondo te e altri la pressione sociale non esista…” e questo è già più comprensibile, giacché le mie affermazioni erano – volutamente – piuttosto “tranchant”.

          Infine – e chiuderei qui la querelle – non vedo proprio come la frase: ““Non voglio scandalizzare nessuno qui descrivendo gli ultimi passatempi (spesso di gruppo) sessuali preferiti da molti teenagers… ecc.” possa significare io ritenga inutile “dire a tutti i giovani, anche i non credenti, anche quelli più disinibiti, che non devono avere paura di dire no”…

          Semmai era proprio il contrario, era dire la situazione a cui porre rimedio oggi è ben altro che asciugare le lacrime delle ex-vergini piene di buoni propositi che non hanno poi saputo dire di no…

          Tutto chiaro? Se non lo è, amen… 😉

          Ciao

  20. Fabrizio Giudici

    A proposito di GMG… Giusi si chiedeva cosa fanno a fare i giovani? A sentire l’Antico Testamento 2.0, dove – come nei romanzi distopici – apprendiamo che Sodoma non è mai stata punita:

    http://www.avvenire.it/giovani/Pagine/Galantino-ai-giovani-nella-Gmg-fraternit%C3%A0-e-preghiera-.aspx

    Concelebrando con numerosi sacerdoti italiani e col vescovo della diocesi abruzzese Tommaso Valentinetti, Galantino ha commentato il brano biblico della supplica di Abramo per salvare Sodoma, “una città sulla quale nessuno avrebbe scommesso niente, eccetto Abramo”. Infatti, fa notare Galantino alle centinaia di giovani che gremiscono la bella chiesa barocca a ridosso della collina del Wawel, “la sua preghiera di intercessione e la sua voglia di osare salvano Sodoma. La città è salva perché ci sono i giusti, anche se pochi; ma la città è salva soprattutto perché c’è Abramo, uomo di preghiera, che non fa da accusatore implacabile, non parla contro ma parla a favore.

  21. Fabrizio Giudici

    La discussione Beatrice / Luigi + Bariom sta raggiungendo livelli surreali… perché tutti dicono cose vere, ma vogliono metterle in contrapposizione (onestamente la cosa non è simmetrica: mi ritrovo un po’ di più con Beatrice – e dire che in genere sono criticissimo con il sesso debole su questi temi).

    Molto semplicemente, prendiamo il tema dei centimetri quadrati esposti… Guarda, io sono anche più severo, ma il punto non è questo: stiamo dicendo che le ragazzine sono predestinate a esporre centimetri quadrati? Oppure, visto che il tema di partenza era l’influsso martellante dell’ambiente, anche questo atteggiamento magari ricade nell’incapacità di “just say no”? Perché ci sono eroine dei cartoni animati e dei manga che sono mezze nude, non parliamo poi delle cantanti idoli delle teenager, eccetera. Vengono bombardate già da bambine. È chiaro, e si diceva già prima, che la famiglia dovrebbe tamponare prima di tutto. Ma se quelli che sono genitori di questa generazione già sono stati rovinati dalla mancanza di educazione cattolica trent’anni fa?

    E tanto per andare sul concreto: l’attrice qui sotto, idolo delle teenagers, come vedete, è una che espone centimetri quadrati.

    http://vignette2.wikia.nocookie.net/violetta/images/b/ba/Lodovica_comello_png_by_hazmanot_azarim-d8g3lpu.png/revision/latest?cb=20150424102321

    Bariom, immagino che tu ritenga questo un esempio negativo, giusto? Dunque, questa è quella che è stata chiamata dagli organizzatori della GMG a presentare la “festa” (*) dei giovani italiani (a parte il già detto, che era madrina del gay pride). Li vedi i prelati che corrompono i giovani o fai finta ancora di niente? Preferisci contraddire quello che hai scritto poche ore fa piuttosto che ammettere l’evidenza?

    (*) Tralascio i commenti sull’opportunità di fare la “festa” con il cadavere di padre Jacques ancora caldo, a dimostrazione di quanto si sono impressionati i vertici della Chiesa.

    @Beatrice Mi ritrovo nei passaggi in cui parli di ragazze fragili, con possibili carenze familiari. Ne ho viste un po’, tra le medie e l’università (ovviamente con questo non sto dicendo che non hanno responsabilità personali). Inoltre tempo fa lessi casualmente un breve pezzo con l’intervista a una nota [autocensura] VIP. In un passaggio questo legame di causa-effetto, secondo me, era piuttosto evidente.

    1. @Fabrizio se per te l’immagine che “linki” è un esporre centimetri quadrati scandalosi, beh mi consolo, pensavo peggio…

      Poi sunto del tuo discorso “Ragazzi, giovani tutti, mi raccomando boicottate la GMG in massa che la Chiesa vi frega e vi dannerete l’anima!”

      Sempre la Chiesa, che da madre si è trasformata in matrigna!

      E tutti i vescovi, sacerdoti, animatori, responsabili a vario livello, felici del segno di questi ragazzi che rispondono a questo evento a questa chiamata, ne ho ascoltati diversi da Radio Vaticana (si può ascoltare Radio Vaticana o è pollice verso?!), tutti coglioni, anzi pervertitori della gioventù!

      Che poi che coglioni anche ‘sti ragazzi… c’è chi ha speso più di 800 euro ti tasca propria solo per farsi ‘sto giro e vedere da lontano miss chièquellalì e provare l’ebrezza di lasciare il proprio preservativo a far da tappeto, come si è già detto (Giusi docet).

      Fabrì prendi un po’ d’aria fresca ogni tanto che ormai ti fumano le meningi di un fumo un po’ pensantuccio.

      1. Fabrizio Giudici

        “Poi sunto del tuo discorso “Ragazzi, giovani tutti, mi raccomando boicottate la GMG in massa che la Chiesa vi frega e vi dannerete l’anima!””

        Non fare sunti dei discorsi degli altri, perché non mi pare che tu sia capace. 🙂

        “Sempre la Chiesa, che da madre si è trasformata in matrigna!”

        Dunque, pare che alla GMG sia saltato fuori nientepopodimeno che un manuale di educazione sessuale ufficiale (dai 9 ai 12 anni). Direi che, in puro stile bergogliano, è saltato fuori senza che nessuno ne sapesse niente.

        https://www.lifesitenews.com/news/vatican-releases-explicit-sex-ed-for-teens-that-leaves-aside-parents-and-mo

        L’articolo citato è molto critico, ed elenca tra l’altro:

        * Non condanna comportamenti sessuali come fornicazione, prostituzione, adulterio, contraccettivi, attività omosessuali e masturbazione.
        * L’inferno non è menzionato neanche una volta.
        * Non distingue tra peccato veniale e mortale.
        * Non parla del 6° e 9° comandamento (in realtà, non parla di nessun comandamento)
        * Non nomina la confessione come modo per riconciliarsi con Dio dopo un peccato grave
        * Prevede che i ragazzi in aula (maschi e e femmine) si indichino i genitali, e si parli di “eccitazione”
        * Raccomanda vari film sessualmente espliciti come basi di discussione (il sito li elenca)
        * Dell’aborto non menziona che è un peccato grave, ma solo che causa “forte danno psicologico”
        * Usa l’icona gay Elton John come esempio di persona dotata e famosa (senza citare il suo attivismo immorale). [Questa la dedico ad Adinolfi]
        * Non evidenzia i pregi del celibato.

        C’è anche una lista di qualità, ma francamente non è che devo particolarmente rallegrarmi del fatto che non c’è menzione della teoria del gender.

        Uno dei commenti di chi l’ha letto tutto. “Ho difficoltà a decidere se gli autori stanno tentando di occultare furbamente un cattivo programma o se sono semplicemente totalmente incompetenti. […] Perché usare immagini esplicite che rasentano il porno?”

        Ancora: “Siccome il programma fallisce di onorare il ruolo dei genitori come educatori primari, e fallisce totalmente nel definire e condannare vari peccati sessuali, e usa materiale e film espliciti, il programma non solo fallisce nell’ottenere il risultato, ma potrebbe avere l’effetto opposto di risvegliare nei giovani desideri sessuali disordinati e dare adito alle loro fantasie sessuali. Il programma tenta di istruire i giovani all’importanza della modestia, castità e intimità e lo fa violando gli stessi valori che tenta di istillare. In questo modo contraddice sé stesso. In breve, il programma potrebbe portare i giovani non più vicini a Dio, ma ancora più lontano da lui”.

        Sembra “Il famigerato catechismo olandese, la vendetta”.

        Leggiamo tutto con calma. LifeSiteNews, però, è un sito molto affidabile.

        1. Giusi

          Impressionante Fabrizio! Mi viene in mente Padre Pio: “E’ meglio una chiesa vuota che piena di diavoli!”. Scusa Bariom: io mi ispiro a questi santi “trogloditici”. Padre Pio avrebbe cacciato in malo modo dalla chiesa le ragazze che ho visto in pantaloncini e top: non era molto “misericordioso”…….

          1. San Pio aveva il suo carattere e il suo carisma e aveva ragione soprattutto quando si parla di sostare all’interno di una chiesa e fortunatamente vedo che in molte sono tornati i cartelli di “buona creanza” con annessi taglie di tela per fare da gonna e coprispalle.

            Per il resto questo c’entra poco con quel di cui si sta parlando e la frase “ad effetto” che riporti (ad effetto per come la usi tu, non per come la usò il Santo) starebbe a significare che ci è poco coperta è posseduta? E che tutti quelli che saranno all’aperto, magari sotto il sole, magari ad una GMG, piuttosto che in al Circo Massimo per le confessioni, con i pantaloncini corti (pantoloncini corti NON culi di fuori o sottospecie di mutandine!) sono indegni assatanati?

            Vabbè, si prenda atto…

            Naturalmente ci sarà chi è pronto a segnalare che mi starei contraddicendo, visti i miei precedenti commenti riguardo all’abbigliamento, ma così non è… chi vuol capire sa che c’è un modo e una misura, un modo di essere dignitosi e un modo di essere indecenti, volutamente provocanti o giustamente femminili (se parliamo di donne), luoghi e tempi diversi, senza arrivare a dover misurare il cm il senspo del pudore, anche se spesso qualche cm in + o in – fa la differenza, chi non vuol capire… si tenga i suoi parametri.

        2. Enrico

          Ora il manuale di educazione sessuale si trova in rete in italiano. Io mi sono limitato ad andare a controllare, sul sito in inglese, in che contesto si parla di Elton John e le immagini indicate di sesso esplicito. Non riesco a copiaincollare qua, chi è interessato può andarle a vedere. Non posso dare un giudizio sul manuale perché andrebbero lette tutte le schede, ma posso dire che usando il metodo di chi ha scritto l’articolo io riuscirei a stroncare anche il Vangelo.

                1. Enrico

                  Grazie ad Alessandro anche da parte mia. Per l’inglese io mi riferivo all’articolo linkato da Fabrizio: nell’articolo ci sono i link per andare direttamente a vedere alcuni punti contestati.

              1. Luigi

                Ho dato un’occhiata molto veloce al “Programma” segnalato.
                Non entro perciò nel merito della discussione, perché non ho sufficienti elementi di valutazione.

                A dimostrazione però che il caso non esiste, sono capitato giusto su questa osservazione (unità 6, scheda 3-ragazzi, pagina 15):

                “Le ragazze devono curare il modo di vestire per non confondere gli uomini. Il messaggio che
                mandano è che il meglio che possono offrire è il loro corpo”

                che toglie ogni possibilità di equivoco, cattolicamente parlando, alla discussione sorta nei giorni scorsi.
                La responsabilità femminile nel vestire esiste.
                Non puoi lamentarti troppo se, abbigliandoti e atteggiandoti da “professionista”, così vieni poi trattata; con il sovrappiù di colpa, di aver contribuito a confondere gli uomini (come se ne avessero bisogno…).

                (Per altro noto una lampante contraddizione con la foto d’apertura dell’unità 1, che ricorda le didascalie alle foto delle squadre di calcio: “scosciata da destra, scosciata da sinistra…”. Per non parlare dei “ragazzi”…)

                Questo osservato, temo ci sia un difetto di fondo.

                Al di là, cioè, del messaggio che viene effettivamente trasmesso – su cui, come detto, non emetto giudizio – è proprio il modo, la forma, con cui esso viene trasmesso che secondo me non ha alcuna possibilità di successo.
                Se a un ragazzino somministrate questa sbobba, ottenete quasi certamente un solo effetto: noia e disinteresse.

                Di pseudo-presentazioni multimediali con test di controllo e percorso guidato ne ha le tasche piene. Per giunta puzzano di scuola lontano un miglio.
                Hanno iniziato all’asilo nido, con questa roba. Non ne può più, e non solo a livello “consapevole”.
                Anche il suo encefalo non ha le capacità di quello di un ragazzino “pre-digitale”.
                Volete continuare a rovinarlo? Spero di no.

                Come ha osservato giustamente qualcuno – Bariom, mi sembra – non solo il messaggio deve essere dirompente.
                Anche il modo in cui viene trasmesso deve essere del tutto originale, di rottura con tutto ciò che il ragazzino ha intorno.
                Di irrealtà virtuale ne ha già anche troppa.
                Dategli la realtà, allora.

                Ad esempio, non fategli vedere la foto di due anziani ancora innamorati.
                Portateglieli davanti, con le rughe, gli occhiali spessi e le parole che incespicano.
                Fate loro raccontare tutta una vita trascorsa insieme.
                E il primo che si appisola, usa il cellulare o chiacchera lo fate alzare in piedi e lo lasciate così fino a quando la fatica non avrà contribuito a schiarirgli le idee…

                Ciao.
                Luigi

    2. Piero

      Che si sia scelta la “madrina” sbagliata, e’ fuor di dubbio…
      Quanto ai centimetri esposti, c’e’ molto di peggio, non avete mai visto Britney Spears, Christina Aguilera (e sono rimasto agli anni ’90) & co?
      Io pero’ credo che, invece che una volonta’ precisa di corrompere i giovani, si sia trattata invece di un piu’ banale tentativo di fare i patetici giovanilisti… Intendiamoci, non ho il minimo dubbio sulla strada che ha intrapreso il clero, nostrano e non, che si allontana sempre di piu’ dal Vangelo, ma qui e’ prevalso, a mio parere, un semplicissimo SCIATTO tentativo di “marketing ecclesiastico”. I gggggggggggiovani vogliono vedere i loro idioli? E noi ce li mettiamo, sperando che accorrano in massa… Sul solito sito che non nomino leggevo di commentatori che chiedevano di “modernizzare” la Messa in modo da “attrarre” sempre di piu’ i gggggggiovani… Eh si’, mo’ mettiamo il 3×2… Confessi due peccati e hai l’assoluzione anche del terzo…
      Sulle pressioni dell’ambiente: ma scusate le avete viste le ragazzine come si conciano?
      E questi discorsi?
      http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/06/sesso-a-14-anni-unadolescente-racconta-se-non-ti-fai-sverginare-sei-una-sfigata/904665/

      1. E se questa era o è stata la ratio Piero, è stata un gran st….ta.

        Ma davero si può pensare i gggggggiovani , i “nostri” giovani, i nostri figli, così imbecilli da farsi tanta strada per una “madrina” sbagliata o meno??!!

        Che se proprio hanno idoli come come quelli che imperano nelle “hit”, certo se li vanno a vedere e fanno la fila e notte d’attesa per questi, non certo per arrivarci attraverso un GMG!
        O qualcuno veramente pensa che prima di scegliere se partire o meno (e la cosa non si organizza la settimana prima) i ragazzi quardino l’elenco degli “ospiti” o “guest star” invitati?

        Ribadisco, insulto all’intelligenza d’altri, da parte di chi pensa di averne da vendere…

        1. Rosanna

          Volevo portare la mia esperienza sui giovani della mia parrocchia che stanno partecipando alla Gmg di Cracovia. Sono partiti in 45 e il Don che li segue, alle 16 di domenica scorsa, in pullman . Il viaggio prevede la visita al campo di sterminio di auschwitz -birkenau, incontri con le comunità locali. Sono tutti ospiti di famiglie in un paese intorno a Cracovia. Seguono le catechesi loro proposte. Questo viaggio e’ stato preparato da lungo tempo, quasi tutti sono stati educatori dell’Oratorio estivo per la durata di 5 settimane. Non saranno dei santi, ma incoraggiamoli a vivere questo momento con serenità e con la freschezza della loro età.
          Mia figlia ha partecipato alla Gmg di Colonia, nel campo, dove hanno passato la notte di veglia, oltre al freddo e al terreno bagnato avevano come graditi ospiti dei graziosi topi che facevano capolino tra i sacchi a pelo, il luogo non era proprio un prato in fiore. Ma questo non ha reso meno bello,importante e formativo il ricordo di quei giorni.

    3. Luigi

      Buongiorno Fabrizio,

      il sole è caldo, il cielo è limpido e l’Europa assediata ancora resiste.
      Assodato perciò come le cose importanti siano ancora lì, mi concedo il lusso di qualche pacaterrima osservazione.

      La prima è che non esiste alcuna discussione “Beatrice” vs. “Luigi+Bariom”.
      Questo per il semplice motivo che io, come Bariom, rispondo delle mie idee; e lì mi fermo.
      Del resto con lo stesso Bariom su certi argomenti sono in pacifico contrasto.

      Esiste soltanto il mio disaccordo con la “visione” emergente da talune frasi di diversi commentatori/trici, nonché da alcuni passi dell’intervista a Thérèse Hargot riportata su questo stesso blog.
      “Visione” che tanto chiaramente quanto – presumo – inconsapevolmente indica nelle sole donne le vittime della “rivoluzione sessuale” e nei soli uomini i responsabili (magari appoggiati dalle “femministe”, che non si capisce bene se siano un terzo sesso o degli extra-terrestri).
      Femminismo 2.0, appunto.

      Questo pensiero emerge senza possibilità di dubbio da non poche frasi, alcune delle quali – ahimè 🙂 – avevo citato a modo di esempio nell’intervento costatomi le reprimende di Beatrice.
      Dico “senza possibilità di dubbio” perché l’italiano scritto, grazie al Cielo, ha delle regole precise.
      Una certa frase ha cioè un suo senso compiuto anche se il pensiero di chi la formula è magari opposto. Solo che io posso basarmi sulla frase e non sul pensiero effettivo, a me ignoto.

      Non esiste per altro alcuna contrapposizione reale.
      Io ho solo completato il discorso, fondamentalmente dicendo: attenzione, non solo le donne affrontano ricatti e problemi.
      Visto che nessuno vi aveva fatto il minimo cenno, anzi implicitamente li aveva messi nell’elenco dei “cattivi”, ho ricordato semplicemente che esistono anche uomini non declinati secondo la contemporaneità anticattolica.

      Il mio accenno al “ricatto femminile” non intendeva perciò negare il “ricatto maschile”.

      Esiste il ricatto di molti maschi verso le donne – molti, sottolineo, non tutti: questo distinguo mancava chiaramente negli interventi di Ale e Beatrice, come nell’intervista a madame Hargot – così come esiste il ricatto di molte femmine nei confronti degli uomini.
      Invece di accalorarsi senza causa sarebbe bastato riconoscere, come ha fatto Cacciatrice: sì, è così.
      Poi è ovvio che ognuno tenda a illustrare ciò che gli è più vicino, più famigliare; ma appunto per questo non bisognerebbe aver così fretta di avventurarsi su terreni non pienamente conosciuti.

      Perché questo è l’aspetto veramente surreale della discussione.
      Si considerano quattro fesserie scambiate nei commenti a un blog come un’ordalia da cui dipenda il futuro dell’umanità.
      Si arriva a scrivere – con non molto senso del ridicolo, secondo me – che io ce l’ho con un altro commentatore, a me del tutto sconosciuto. Ora, a me sembra stupido “avercela” con un uomo per una discussione su internet; figurarsi con una donna.

      A controprova, ho avuto scambi di opinioni telematici ben più “caldi” di questo.
      Quando mi sono incontrato nella realtà – sottolineo: nella realtà – con alcuni di questi interlocutori, non è che li abbia passati a fil di spada 😀
      Invece ci siamo seduti davanti a una birra.
      Vero è che eravamo tutti uomini e che tutti avevamo servito, per cui esisteva un “codice” comune; ma del resto, per quanto ne so, non mi pare che i rapporti fra Elizabeth e mr. Darcy fossero inizialmente così idilliaci.

      Quanto alla tua osservazione sulle “ragazzi fragili, con possibili carenze famigliari”, osservo: verissimo, ma quanti sono i ragazzi fragili, sommersi dalla propaganda antivirile, “cresciuti” in ambienti dove il padre non c’è o, se c’è, nulla ha di paterno?
      È questa la mentalità pericolosa, subdolamente pericolosa: per le donne c’è sempre una mezza scusa che le conferma troppo spesso nell’errore, per gli uomini solo la riprovazione che – similmente – troppo spesso li conferma nell’errore.

      È facile ad esempio, troppo vigliaccamente facile, sottostare alle lusinghe delle signore dalle camelie che farneticano di “femminicidio”; molto più difficile ricordare come, per ogni donna uccisa in Italia da un uomo, ci sono mille bambini assassinati dalle loro stesse madri.
      Come però ricordava Costanza qualche tempo fa, sono le donne a dare il tono a un’intera epoca…

      Ciao.
      Luigi

      P.S.: Beatrice, ho notato che non sei abituata a scrivere su Internet. Mi permetto perciò un consiglio: inserisci ogni tanto, nei tuoi interventi, una riga di spazio bianco. Questo minimo accorgimento rende più facile la lettura, e quindi la comprensione, di quanto scrivi.

      1. Beatrice

        @Luigi
        “Esiste soltanto il mio disaccordo con la “visione” emergente da talune frasi di diversi commentatori/trici, nonché da alcuni passi dell’intervista a Thérèse Hargot riportata su questo stesso blog.
        “Visione” che tanto chiaramente quanto – presumo – inconsapevolmente indica nelle sole donne le vittime della “rivoluzione sessuale” e nei soli uomini i responsabili (magari appoggiati dalle “femministe”, che non si capisce bene se siano un terzo sesso o degli extra-terrestri).
        Femminismo 2.0, appunto.”

        Questo era uno dei punti che non capivo proprio del tuo intervento, ora che l’hai spiegato ti esprimo il mio punto di vista e ti dico quello che secondo me hai frainteso del pensiero della Hargot. Penso che sia assodato il fatto che la liberazione sessuale delle donne degli anni ’60 sia stata voluta dalle femministe appoggiate dalla sinistra. Therese Hargot non dice che sono stati gli uomini a promuovere la liberazione sessuale delle donne perché volevano avere “il latte delle mucche gratis” per usare l’espressione di Cacciatrice di stelle, ma dice che sono state le femministe a volerla perché pensavano così di liberare la donna dalla schiavitù patriarcale del passato al grido di “l’utero è mio e ci faccio quello che voglio”. Il problema è che le donne non solo non sono state liberate, ma sono state poste sotto una schiavitù peggiore perché mascherata subdolamente da libertà, gli uomini hanno semplicemente beneficiato del “latte gratis” giunto a quintali dopo quegli anni. In pratica la Hargot sostiene che le femministe (bada bene: le femministe e non gli uomini!) abbiano danneggiato le donne invece di aiutarle, basta vedere quante sono quelle che soffrono di trauma post-aborto e come adesso si stia commercializzando il corpo della donna attraverso l’utero in affitto, tutte queste sono ulteriori conseguenze di quella stessa schiavitù travestita da libertà.
        Poi occorre sottolineare una cosa: le femministe non sono nate dal nulla, ma perché in passato le donne erano davvero discriminate, cioè trattate in modo differente rispetto agli uomini. Nelle opere di Karen Blixen troviamo diverse istanze femministe, ma lei odiava le donne che militavano nel movimento perché ne aveva alcuni membri in famiglia e sapeva bene quanto potessero essere pesanti e ideologicamente ottuse.
        Ritornando al problema della discriminazione delle donne: perché gli uomini non dovevano essere liberati sessualmente? Perché lo erano già: una volta un anziano possidente terriero di mia conoscenza mi ha raccontato che ai tempi del fascismo l’uomo poteva avere le prime esperienze sessuali all’interno delle case chiuse e che le prostitute servivano proprio a preservare l’onore delle ragazze perbene, invece le donne ovviamente dovevano assolutamente arrivare vergini al matrimonio, tanto che in alcune regioni dopo la prima notte di nozze veniva esposto il lenzuolo per mostrare che era macchiato di sangue. Nel romanzo dell’800 di Hardy “Tess dei d’Urbervilles”, il protagonista maschile Angel confessa alla neo-sposa, Tess, di avere fatto un’orgia e questo è accettato come normale per un uomo, invece lei gli racconta di quando è stata stuprata e apriti cielo, lui incomincia a dire “ti lascio, perché credevo fossi pura ma non è così, sei stata disonorata da un altro quindi io non ti voglio più”. Capisci che queste cose accadevano veramente in passato? Perché esistono mille varianti della parola “prostituta” per insultare una donna e non succede lo stesso per l’uomo? Sempre il solito frate carmelitano in un’altra omelia, commentando il famoso passo del “scagli la prima pietra chi è senza peccato”, sottolineò il fatto che la donna accusata di adulterio aveva peccato insieme a un uomo e perché volevano lapidare solo lei e lui no? Forse che l’uomo poteva commettere adulterio e la donna no? Gesù ha ridato dignità anche alla donna in quanto donna e non solo al peccatore in generale. E Gesù non era di certo femminista, era semplicemente giusto.

        “Esiste il ricatto di molti maschi verso le donne – molti, sottolineo, non tutti: questo distinguo mancava chiaramente negli interventi di Ale e Beatrice, come nell’intervista a madame Hargot – così come esiste il ricatto di molte femmine nei confronti degli uomini.”

        Ribadisco: io ho riportato la testimonianza di un frate carmelitano, che ha detto di aver visto piangere tante ragazze in confessionale perché dicevano di essere state spinte a fare cose che non volevano fare coi loro fidanzati. Questo frate non ha minimamente parlato di ragazzi traumatizzati per aver avuto lo stesso problema, è forse colpa mia? Io ho semplicemente riportato i fatti. Tra l’altro, in una frase del mio discorso che tu hai criticato in più parti e con toni anche duri, io ho proprio dato ragione a Bariom su un punto, riconoscendo che effettivamente anche gli uomini nel volere rimanere casti correvano dei rischi, questa è la frase: “Se per un uomo è dura manifestare certe idee e certi atteggiamenti sull’affettività pena il rischio di essere considerati dell’altra sponda, vi assicuro che per una donna è difficilissimo rimanere sola agli occhi di un mondo che la vuole accoppiata a tutti i costi, mentre l’uomo solo è lo scapolone che si gode la vita più che può!”. Qui chiaramente io osservavo che l’opinione comune tende a vedere la donna sola come una triste zitella e l’uomo solo come uno scapolo libero da impegni e spensierato.
        Ora, se tu da una frase del genere mi dici: “Riluce quindi in tutta la sua delicatezza l’osservazione, sempre di Beatrice, “mentre l’uomo solo è lo scapolone che si gode la vita più che può!””, io penso che tu mi voglia attaccare a tutti i costi, perché hai tagliato dal mio discorso una frase singola sganciandola dal contesto in cui era inserita per farmi dire qualcosa che non ho detto. Da qui deriva il “ce l’hai con me!”. Le critiche sensate le posso accettare, quelle gratuite e ingiuste no. Tanti mi criticano in questo blog e io a volte rispondo, altre volte vedo che ha già risposto qualcun altro e perciò lascio perdere, quindi il mio problema non è venire criticata, ma il modo in cui ciò avviene e i contenuti della critica.

        “Invece di accalorarsi senza causa sarebbe bastato riconoscere, come ha fatto Cacciatrice: sì, è così.
        Poi è ovvio che ognuno tenda a illustrare ciò che gli è più vicino, più famigliare; ma appunto per questo non bisognerebbe aver così fretta di avventurarsi su terreni non pienamente conosciuti.”

        A Cacciatrice di stelle non l’hai criticata pesantemente e in maniera esplicita come hai fatto con me, quindi il minimo che potevi aspettarti era che ti rispondessi per difendermi o per spiegare quello che avevo scritto, visto che era stato da te travisato, tra l’altro su un appunto che mi hai fatto ti ho anche dato ragione, cosa che tu non hai fatto con me! Hai detto che alcune cose che ho scritto le condividevi, potevi anche indorare la pillola dicendo in cosa eri d’accordo con me oppure usando toni diversi per le tue critiche!
        Poi capisco che tu volessi portare il tuo punto di vista di uomo e hai fatto bene perché presentare diverse prospettive può solo arricchire il confronto, però se nel presentare la tua visione critichi la mia, nel caso in cui tu abbia ragione te lo dico anche, come ho effettivamente fatto su un punto, ma nel caso in cui tu travisi il mio pensiero io cerco di spiegartelo meglio per amore di verità.
        Comunque da parte mia nessun rancore! Non preoccuparti, neanch’io ti passerei a fil di spada se ti incontrassi! Se dei cristiani non si perdonano dei piccoli scambi accesi, allora è finita!

        1. Luigi

          Buongiorno Beatrice,

          grazie per avermi risposto.

          Prima di esternare critiche nei confronti della Hargot ho letto più volte la sua intervista. Ne consegue che ho presente cosa abbia detto.
          Uno dei punti malfermi è proprio che accusa sempre le femministe (e anche gli uomini, implicitamente, perché non fa alcuna differenza nel loro insieme. Parla solo del “maschile”, in forma del tutto indifferenziata), evitando però di ricordare che moltissime donne “normali” sostenevano fattivamente tali tesi.
          Ci sono poi altre sue affermazioni palesemente smentite dai fatti, ma mi limito a questo punto.

          Ricordo perciò, a te come a tutti, che in Italia tanto il divorzio quanto l’aborto sono stati sottoposti a referendum abrogativo.
          Falliti entrambi, perché la maggioranza ha votato contro.
          E dal ’46 c’è il suffragio universale – purtroppo! – quindi anche le donne hanno votato in maggioranza contro l’abolizione di quei due istituti di abiezione (il mio “purtroppo” discende dal fatto che io avrei tolto il diritto di voto agli uomini, altro che concederlo pure alle donne).

          Ritorno ad un mio precedente intervento: c’è sempre una tendenza di fondo a minimizzare le responsabilità femminili.
          Per giunta questa, se non te ne sei accorta, è una posizione profondamente maschilista, poiché sottintende insidiosamente che voi non siate in grado di rispondere delle vostre azioni.

          Un altro punto non condivisibile, perchè non rispondente a realtà, è l’accettazione supina della leggenda nera sulla “società patriarcale”.

          Basta leggersi i racconti guareschiani de “Il mondo piccolo” per comprendere come, alle soglie del ’68, l’Italia profonda fosse ancora un’altra cosa (altrimenti non sarebbe stata necessaria, la rivoluzione sessuale).
          Non confondiamo i comportamenti di pochi con la realtà della massa contadina e cattolica, anche fra gli uomini.
          Solo per ricordare un aneddotto della mia famiglia, uno dei miei bisnonni passò qualche problema perché nel 1942, sul trasporto che lo riportava in Italia dopo la fine della Campagna di Grecia, ebbe una violenta lite con alcune camicie nere che si vantavano dei loro amorazzi con le sventurate ragazze locali.
          Assalì quei ragazzi a colpi di “Sporcaccioni!” – insulto pesantissimo, per lui – cercando di buttarli in mare.

          Basta del resto conoscere quale fosse l’esistenza giornaliera della maggioranza della popolazione maschile italiana, per concludere tranquillamente che la “mitologia del casino” iniziatore al sesso era, appunto, una mitologia.
          Del resto ancora negli anni Cinquanta un Fausto Coppi ebbe qualche problema, per certi suoi comportamenti.

          Ecco, diciamo che gli uomini erano in media un passo “avanti” alle donne (avanti sulla strada della perdizione, intendo) e che tale rivoluzione non poteva che colpire, in primis, le donne; similmente, nel Paradiso terrestre il serpente era andato prima da Eva, sapendo che, convinta quest’ultima, il più era fatto.
          Ma che la “rivoluzione sessuale” non abbia colpito duramente anche i maschi, questo no, non può essere credibilmente sostenuto.
          Osservo fra l’altro che certe “maggiori” convenzioni sociali, un tempo vigenti per le donne, non possono essere giudicate che positivamente, visto che contribuivano a tenerle più lontane dal peccato.
          Quindi, al limite, sarebbe stata necessaria non una “rivoluzione sessuale” per loro, ma una controrivoluzione per i maschi.

          Dimentichi inoltre un altro fatto: il “ridare dignità alla donna” da parte di Gesù non è roba di qualche anno fa.

          Sono passati venti secoli, da allora, e in mezzo c’è stata la “millenaria civiltà cristiana”, che fu appunto “cristiana” perchè – pur con moltissime ed umane mancanze – mise in atto l’annuncio evangelico. Furono quelli i secoli in cui il Vangelo informava gli Stati, come mi sembra scrisse un Papa.
          Ci sono, ad esempio, pagine di san Bernardo di Chiaravalle davvero stupende, laddove invita le spose a non lesinare sul farsi belle per i loro mariti; potrebbe averle scritte Costanza, e sono invece vecchie di secoli.
          Anche qui, perciò, lasciamo le varie leggende nere ai loro estensori anticattolici.

          Sulla testimonianza del frate carmelitano: appunto, una testimonianza. Se ne potrebbero portare altre di segno opposto.
          Non si può trarre una legge generale da un caso.
          C’è stata invece una vera e propria incomprensione sulla “delicatezza”.
          Avevo capito che riferivi la voce dell’opinione pubblica e non c’era sarcasmo, nelle mie parole; o, meglio, non era rivolto a te.
          Considero davvero una delicatezza, infatti, ritenere che per la società occidentale l’uomo che cerchi di seguire la strada della virtus sia “solo lo scapolone che si gode la vita più che può” (fra l’altro mi sembra ci sia un po’ di contraddizione, in queste parole).

          Perché non è così.
          La realtà è molto, molto più pesante.
          Cacciatrice di stelle ha scritto, più su:

          “Lo sappiamo, Luigi, lo sappiamo. Gli uomini che resistono infatti, sono eroi, uomini veri. Andrebbero trattati da tali, invece no, sono gli sfi*ati.”

          Molto pacatamente dico: no, non lo sapete (come del resto io non conosco, non posso conoscere, cosa provi una ragazza di fronte al tragico “se non ti concedi non mi ami”).
          Non è questione di battute più o meno crudeli. Queste sarebbero niente.
          Non mi interessa essere creduto o meno, tanto la realtà rimane tale.

          (Fine primo tempo)

          1. Luigi

            (Inizio secondo tempo)

            Passiamo quindi agli argomenti “leggeri” 🙂

            “A Cacciatrice di stelle non l’hai criticata pesantemente e in maniera esplicita come hai fatto con me […]”

            Ah, le donne 😀
            Cacciatrice non ha scritto quello che hai scritto tu. E, ripeto, le tue frasi erano prese più come esempio che come contestazione “ad personam”.
            Io criticavo una visione di fondo che si coglieva negli inteventi tuoi, di Ale, nell’intervista all’Hargot… comunque sorvolo sull’orripilante anacoluto, per cui siamo pari 😉

            “Hai detto che alcune cose che ho scritto le condividevi, potevi anche indorare la pillola dicendo in cosa eri d’accordo con me oppure usando toni diversi per le tue critiche!”

            Beatrice, concedimi l’ironia: io mi firmo “Luigi” perché tale sono all’anagrafe e tale sono stato battezzato!
            Lo preciso perché, visti i tempi, non si sa mai… 🙂
            Quello che intendo è che non puoi chiedere a un uomo di discutere con modi femminili.
            Meglio, puoi anche chiederlo. Se però l’interlocutore accetta, non è “uomo” ma “quaquaraquà” (se hai notato, i modi di Bariom o Fabrizio non sono poi così diversi dai miei. Magari loro sono un po’ imborghesiti… :-D).

            (Adesso arriva la mazzata)

            Perché devi sapere che si incomincia dalla richiesta di “indorare la pillola” e si finisce con l’allucinato “uomini, diventate tutti femministi!”.
            Salvo poi lamentarsi sdegnate se, nella notte oscura di Colonia, non se ne trova uno, di uomo… dico in generale, non mi riferisco a te.
            Però osservo che, come non ho indorato la pillola, così non ho praticamente risposto alla tua frase sulla “giustificazione degli strupri”.
            Fosse venuta da un uomo, non sarebbe stato così.
            (a proposito: hai letto quel passo della Pontificia Commissione sulla Famiglia che ho riportato? Quello sull’abbigliamento femminile, sai…)

            Più in generale non è proprio fattibile, che i maschi siano “maschi” a comando.
            Per secoli siamo stati formati negli accampamenti militari, nel silenzio dei chiostri, sulle navi a vela e nelle foreste da disboscare, lungo le piste delle carovane come sulle piattaforme di trivellazione… era il nostro onore, poter servire Dio, il re, una donna… ci tenevamo tanto che spesso, in mancanza di meglio, ci siamo ritrovati a servire falsi dei, re felloni e femmine depravate… però era il nostro onore, onore di uomini, e ce lo hanno tolto.

            Ce lo hanno tolto e in cambio ci hanno dato la pornografia, i centri commerciali, i talk shows, le droghe, lo spread, i sondaggi, i partiti politici, le discoteche, il viagra, lo sport, i sexy shops, i libri da supermercato…
            Le perline di vetro in cambio dell’oro.

            E mi vieni a dire, mi venite a dire anzi – ripeto: nulla di personale – che tutto quanto successo negli ultimi cinquant’anni non avrebbe cambiato nulla per noi maschi?
            Business as usual, insomma?
            Lo scrivete perché non sapete cosa significhi vegliare nella notte, fucile in mano e la pioggia che scivola lungo l’elmetto, spalla contro spalla a coloro che si (e ci) riconoscono come “fratelli”. O cosa voglia dire, in un mondo dove massima ambizione per un uomo è fare il tappabuchi, mantenersi fedeli fino all’ultimo a colei che si sia scelto di amare e onorare ogni giorno della propria vita.

            Per carità, non voglio minimamente negare le brutture, le sozzure, le storture, il male che anche prima esistevano.
            Ma lo sai anche tu – pur con il piglio e le letture da suffragetta 😉 – che il “prima le donne e i bambini” non era solo un espediente retorico per mantenere in vita la tanto dileggiata “società patriarcale”.
            Noi, sotto sotto, ci abbiamo creduto, creduto davvero.

            Ora invece ci vengono a dire che la fedeltà, in una coppia, è “retaggio maschilista” (Monica Cirinnà, la mamma dei quattro figli non umani).
            Che noi maschi dobbiamo “diventare tutti femministi” (l’inarrivabile Laura Boldrini).
            Che perfino il “prima le donne e i bambini” è bieco sessimo (Elena Gianini Belotti ha scritto un ponderoso tomo, sull’argomento).
            Lasciateci almeno le discussioni su Internet, ecco, per spurgare quel residuo di virilità che ancora, colpevolmente, abbiamo conservato.

            Facciamo così.
            Quando ci incontriamo, per farmi perdonare i modi bruschi offro io la prima birra 🙂

            Ciao.
            Luigi

            1. La prima birra e un buon toscano! (o la cara vecchia pipa…?)

              Però quella che magari sarò un po’ imborghesito, non so Fabrizio, ma io me la lego al dito!!

              😛 😐 😀

  22. Fabrizio Giudici

    “ripetere le stesse menzogne degli atei clericali?”

    Il Papa ripete spesso vari slogan anticlericali, dai “figli come conigli” ai “confessionali camere di tortura”. Ci dà l’esempio, non dobbiamo seguirlo?

    Fuor di battuta, non mi pare abbia molto senso andare a pignolare su espressioni evidentemente iperboliche come “montagne di preservativi”, ma badare al succo delle cose nel valutare queste manifestazioni. Per esempio, RossoPorpora ha intervistato Padre Joāo, un prete direttamente impegnato (e sostenitore) delle GMG:

    http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/614-padre-joao-gmg-un-pellegrinaggio-che-incide-sulla-vita-cristiana.html

    Per il momento non sono ancora a disposizione dati precisi… forse si deve attendere ancora qualche anno. In Australia qualche tempo fa è stata un’indagine molto complessa – presentata dal vescovo Anthony Fisher – sull’incidenza della GMG (in particolare di quella di Sydney del 2008) sulla vita dei giovani australiani. E’ emerso ad esempio che in media più del 70% degli intervistati riteneva la GMG una delle esperienze più intense della propria vita, esperienza pervasa di grande spiritualità. Tra i minori di 18 anni più della metà diceva di aver accresciuto il proprio impegno in parrocchia, il 70% di apprezzare la preghiera, oltre il 40% esprimeva la voglia di andare a messa e quasi il 30% di confessarsi. Sono dati per niente scontati in una mondo secolarizzato.

    “Esperienza pervasa di grande spiritualità” non vuol dire niente, visto che la parola ha perso il significato corretto. Andando sul concreto, i dati dicono che il 60% non esprimeva la voglia di andare a messa e il 70% non esprimeva la voglia di confessarsi. Queste le intenzioni, eh, che poi della loro messa in pratica non sappiamo. È ben ipocrita dire che “non sono dati scontati in un mondo secolarizzato”, perché la base statistica non sono tutti i minorenni, ma quelli cattolici _e_ che vanno alla GMG. Peraltro, ora vado a cercarmi il documento originale e approfondire.

    1. Piero

      “ripetere le stesse menzogne degli atei clericali?”

      Il Papa ripete spesso vari slogan anticlericali, dai “figli come conigli” ai “confessionali camere di tortura”. Ci dà l’esempio, non dobbiamo seguirlo?
      Ovviamente, volevo dire ANTIclericali, ma forse forse e’ un lapsus freudiano, visto che nella NeoChiesa 2.0 non saprei distinguere un prete “moderno(-ista)” da un ateo… 🙁
      Non sono uno di quelli che idolatrano e divinizzano il presente pontefice, mi sembrava fosse assodato cio’, per cui non tutto quello che dice lo prendo per oro colato e imbocco senza profferire parola.

      Fuor di battuta, non mi pare abbia molto senso andare a pignolare su espressioni evidentemente iperboliche come “montagne di preservativi”, ma badare al succo delle cose nel valutare queste manifestazioni.
      Per intanto, questi preservativi, che siano montagne, tappeti, mucchietti, o invisibili, non ne ho ancora visti.
      Ma come ho gia’ detto, non posso escludere, visti anche i numeri, che possa essersi verificato qualche sporadico caso.
      Io credo che stiamo dicendo tutti la stessa cosa, non credo che Bariom abbia giurato in Tribunale sul Vangelo che non si sia mai verificato un solo caso del genere dalla fondazione della GMG ad oggi!
      “Esperienza pervasa di grande spiritualità” non vuol dire niente, visto che la parola ha perso il significato corretto. (…)
      Non mi dici niente di nuovo. Ne’ credo che tutta ‘sta manfrina sia da addebitare esclusivamente a Bergoglio. Certo, Bergoglio ne e’ semplicemente un frutto, di una “mentalita'” che va avanti ormai da 60 anni.
      Sulla pagina facebook de La Bussola Quotidiana, se vai a vedere oggi, c’e’ l’invettiva di un prete “moderno(-ista)” che chiama “cattolici bigotti” tutti quelli che non si appecoronano al nuovo corso…

      Ormai e’ il trionfo del sentimentalismo. Su altri blog sono stato zittito e cacciato in malo modo (dai “misericordiosi”) perche’, cito, non possedevo la verita’ in tasca ed erano tutte soltanto mie opinioni
      È ben ipocrita dire che “non sono dati scontati in un mondo secolarizzato”, perché la base statistica non sono tutti i minorenni, ma quelli cattolici _e_ che vanno alla GMG.
      E io invece non credo sia ipocrita, i “cattolici” sono allo sbando, ma non da oggi. Il Catechismo e’ insegnato come qualcosa che “insomma fate un po’ voi”, e naturalmente mai nessuna procedura disciplinare viene presa nei sempre piu’ frequenti preti “eterodossi”, ma solo a quelli che celebrano Messa per Mussolini…
      Insomma un cattocomunismo nel pieno significato della parola, condito da “libertarismo sessuale” (mai pero’ un minimo accenno di liberalismo economico, ma tutto socializzato e statalizzato) e sentimentalismo da telefilm americano con in sottofondo gli “oooooohhhhhhhhhh!” quando accade qualcosa di commovente…

      1. Giusi

        Piero sarò più chiara: lascia stare le montagne (sono iperbolica di natura), i rapporti sessuali tra i giovani, cattolici e non, non sono casi sporadici, sono la norma e nessuno gli parla più di castità…..

        1. E questo sì è un problema… parliamo di questo quindi (eventualmente) e lasciamo perdere frasi banali, iperboliche e di dubbio gusto che non sembrano aprire un discorso, che certo sarebbe da approfondire, ma messe lì solo a screditare altro.

        2. Piero

          NOn ho mai affermato il contrario, quello che si contesta, io e Bariom (mamma che coppia! 😉 ) che lo abbianof atto alla GMG la notte della Veglia.

  23. Fabrizio Giudici

    @Piero “Spears, Aguilera […] I gggggggggggiovani vogliono vedere i loro idioli? E noi ce li mettiamo, sperando che accorrano in massa… ”

    Ho presente come si vestono le cantanti, lo dicevo ieri. Facciano come credono, ma almeno sappiamo che non sono modelli cattolici. Ben diverso è scegliere una persona che guida un evento cattolico. Ovviamente è come dici, è marketing. Ma la GMG dovrebbe essere un pellegrinaggio. Che senso ha un pellegrinaggio con l’esca? Risposta: poter esibire numeri significativi, che però sono farlocchi.

      1. L’errore semmai – che non è “marketing” – è la vecchia idea sparsa a tutti i livelli ecclesiatici, che i giovani come qualunque altra “categoria umana” la si “attira” dandogli anche quello con cui il mondo li attira o gli propone o li lega a sè, per cui con un passaggio ardito potremmo parlare del fenomeno dei “preti operai (politicizzati)”, piuttosco che dei nostri incontir post-cresima dove devi dargli il film (anche film discutibili con la scusa di discuterli). la pizza, il calcietto e magari attualizzaimoci con una bella caccia la pokemon! Poi magari dopo, parliamo di Gesù Cristo… 😐

        Non hanno capito che i giovani vogliono sentire parlare di Verità, di Libertà, di Pienezza, quelle che vengono da Gesù Cristo e da Lui soltanto… poi semmai cisarà la pizza e il film e il gioco (che non sono mica mummie), ma che nascono anche questi momenti dalla condivisione e dalla comunione che lega anche amicizie e sentimenti umani.

  24. Alessandro

    Penso che l’istituzione delle GMG sia stata un’illuminata iniziativa pastorale di Giovanni Paolo II.

    Personalmente non ho preso parte ad alcuna GMG. Conosco giovani “marchiati” dall’esperienza, che dal parteciparvi hanno tratto evidente profitto nel loro cammino di santificazione. Debbo francamente riconoscere che ne vedo altri i quali sembrano non aver capito granché di cosa comporta essere cattolici e sembrano aver vissuto la cosa come una entusiasmante festa tra amici con un generico movente “spirituale”.

    Va detto che i ragazzi che partecipano alle GMG non sono monadi insensibili agli influssi ambientali, ma sono figli della catechesi ricevuta. Senza generalizzare, va obiettivamente riconosciuto che MEDIAMENTE il livello di catechesi in Italia è mediocre. Come meravigliarsi dunque se alla GMG si presentano ragazzi che su Cristo hanno idee parecchio confuse, molto inquinate da logiche mondane? Fermo restando il libero arbitrio: ma chi riceve una formazione inadeguata dovrà fare quadrupla fatica per scoprire che significa essere cattolici… insomma, in genere, salvo sempre possibili eccezioni, chi riceve catechesi cattiva si convince che i contenuti (?) della catechesi cattiva siano validi…

    Il livello della formazione catechetica non è basso da oggi, è tendenzialmente in costante calo da cinquant’anni a questa parte, e coincide con il generale scadimento del livello del clero. Vedendo la triste situazione in cui versa la CEI oggidì (mons. Galantino non può essere segretario generale di nessuna conferenza episcopale minimamente seria), non mi meraviglio che questi anni non siano i più favorevoli a ritemprare una catechesi sfiatata ed esangue.
    Ho fiducia in un clero, di cui conosco alcuni esponenti, che ha maturato una forte e profonda vocazione alla scuola di Giovanni Paolo II e anagraficamente non ha vissuto la folle sbornia degli anni Sessanta e Settanta, che anzi che gli ripugna. Non sto dicendo ovviamente che tutto il clero ordinato negli anni Novanta e Duemila sia così (la sbornia è tremenda, ha effetti pesantissimi e diffusi che si fanno sentire massicciamente ancora oggi: tanto più che mi pare che in questa stagione sia largamente in voga un grottesco revival…), ma la santità di Giovanni Paolo II non ci ha visitati invano (il che non significa che tutti i singoli atti pastorali pastorali di questo grande uomo di Dio siano state ineccepibili… ma nesseno dai santi si chiede l’infallibilità, l’impeccabilità stricto sensu…)

    1. Grazie Alessandro, sempre puntuale ed equilibrato (certo più anche del sottoscritto).

      Quindi torniamo a discutere di ciò che c’è da discutere, ma in modo fattivo e costruttivo, senza inutili cupe critiche: la formazione e la catechesi (anche solo dei giovani se vogliamo).

      Le miopie e gli errori – che sono certamente anche della Chiesa come istituzione (vedi l’ultimo mio commento sopra) – ma non solo. Io ritorno di nuovo alle famiglie – che pure hanno necessità di essere formate e non sempre sono loro culla di formazione – ma troppo spesso delegano o hanno ben altri obiettivi mondani sui figli, per poi accorgersi amaramente che non hanno dato (o cercato di dare) loro l’unica cosa che conta veramente: la Fede.

      Ultima nota su quanto dici sulla GMG e le tue constatazioni.
      Come sempre nell’agire della Spirito in una Azione Pastorale non sono i numeri che contano, è la conversione dei cuori… lo sperimento personalmente quando sono coinvolto in azioni di pastorale o catechesi. Certo sarebbe bello, anche umanamente gratificante, vedere “le masse”, il “gruppone”, muoversi, aderire, entrare in conversione, ma cosa sia realmente necessario secondo lo Spirito Santo, difficile dirlo e bisogna spesso accontentarsi di fare al meglio ciò che si è chiamati a fare con la logica del “servo inutile”.
      E torno a bomba: quanti tornano “marchiati” (come dici) da una esperienza come la GMG? Difficile dirlo, certo sarebbe bello saperlo – almeno in percentuale… ma è veramente importante? E’ importante sapendo che baste un’anima infiammata dell’Amore per Cristo, di Santità per cambiare il mondo? E se invece di una, fossero due o venti o duecento su quanti possono essere i ragazzi lì, non sarebbe valsa la pena di tutto quell’ambaradan (perfettibile nei modi e nelle situazioni sinché si vuole)?
      O la pretesa (assurda) è che lì si presentino solo dei santi per tornare più santi di prima?

      Anche io ne ho conosciuti tanti a cui una GMG (come altri pellegrinaggi non sto invocando un’esclusiva…) ha cambiato la vita, anche solo con un incontro che ha poi dato vita ad una Famiglia fondata su Cristo (di me ho già detto…), quindi che facciamo? Buttiamo tutto allo sfascio per una madrina sbagliata? Per una dubbia scelta di marketing? Come se lo Spirito non andasse oltre le nostre castronerie se ci sono?
      Che triste logica umana… allora si è meglio che ci mettiamo a studiare campagne di marketing e comunicazione infallibili e cerchiamo di non toppare mai, che abbiamo un prodotto da vendere…
      Certo il miglior “prodotto” al mondo, ma non mi pare sia questa la logica del Vangelo.

      1. Alessandro

        Grazie a te, Bariom!

        Mi pare giusta la tua sottolineatura sulla famiglia (su questo tema non mi ero soffermato).

        Certo, le tante persone per le quali, in questi anni, la GMG è stato un provvidenziale incontro con il Signore giustificano l’esistenza delle GMG, quand’anche (come è probabile) il loro numero sia minoritario rispetto alla totalità dei partecipanti.

        Ciò non toglie – ma su questo siamo d’accordo, se non erro – il dovere da parte di tutti i credenti (famiglie, catechisti, sacerdoti…) di impegnarsi perché le GMG (incluse tutte le fasi preparatorie all’evento vero e proprio) diventino sempre più ciò che sono nate per essere, cioè pellegrinaggi in cui si scopre e si riscopre che la mia giovinezza assume senso e bellezza imparagonabili solo se la vivo nell’amicizia senza ombre con il mio unico Signore, e che le logiche mondane sono attraenti ma alla fine mi ingannano, mi immiseriscono, mi involgariscono, mi tolgono dignità e gioia.

      1. Giusi

        Eh si purtroppo tante cose vengono considerate stronzate dai giovani e non per colpa loro…….

  25. Fabrizio Giudici

    “Ma davero si può pensare i gggggggiovani , i “nostri” giovani, i nostri figli, così imbecilli da farsi tanta strada per una “madrina” sbagliata o meno??!!?
    E cosa intendi per “nostri giovani”? Quelli cattolici, o quelli della società intera. Nel secondo caso; ma scusa, ieri le ragazzine erano un disastro, e oggi invece non possono essere così imbecilli?

    Contraddizione a parte, non è (solo) quello il punto. Certamente chi organizza le GMG ritiene che la presenza dell’idolo degli adolescenti abbia un impatto: sennò non lo inviterebbe. Secondariamente, c’è un altro problema: anche se chi va alla GMG non è interessato all’idolo, se lo ritrova e – come dice la Bussola – certi accostamenti di immagini pesano più di molte catechesi. Per cui si trova in mezzo ad uno spettacolo che gli viene presentato come completamente ortodosso, ma passano messaggi confusi, se non eterodossi.

    “che i giovani come qualunque altra “categoria umana” la si “attira” dandogli anche quello con cui il mondo li attira o gli propone o li lega a sè, per cui con un passaggio ardito potremmo parlare del fenomeno dei “preti operai (politicizzati)”
    Ecco, ma vedo che qui ci capiamo. Non capisco però come sta in piedi questa frase assieme a quella di prima.

    “Ho fiducia in un clero, di cui conosco alcuni esponenti, che ha maturato una forte e profonda vocazione alla scuola di Giovanni Paolo II e anagraficamente non ha vissuto la folle sbornia degli anni Sessanta e Settanta, che anzi che gli ripugna. ”
    Anch’io, anche se io aggiungo “in una parte di quel clero” e quel fortunatamente lungo pontificato ci ha lasciato questa cosa come una specie di anticorpo per questa fase critica.

    “giustificano l’esistenza delle GMG, quand’anche (come è probabile) il loro numero sia minoritario rispetto alla totalità dei partecipanti.”
    Qui va fatta una distinzione: le GMG originali e come sono diventate oggi. La GMG è parte di quella strategia comunicativa di GPII basata sul suo forte carisma personale e sulla “presenza di scena”. È stata provvidenziale, visto che quel papa è arrivato dopo un Paolo VI ombroso e schivo. GPII è stato in grado di rimettere la Chiesa sotto i riflettori. Tuttavia, quello che in un certo momento è una buona soluzione non è detto che lo resti a lungo. Le GMG sono degenerate nel tempo. Anche le GMG originali avevano falle, dovute al fatto che GPII si fidava troppo dei collaboratori (questo è provato e confermato in altri ambiti: per esempio l’incontro di Assisi del 1986); almeno però c’era GPII e il suo messaggio arrivava con poche distorsioni. Oggi che i messaggi sono tutti distorti, lo scenario è totalmente diverso. Riporto un intervento che sta girando altrove, se non lo condivido nei dettagli, comunque lo condivido nel senso generale:

    Seguo questa GMG in modo annoiato, perché mi sembra di vedere i soliti copioni sbandierati dalle omelie a braccio, dei colpi di scena (rigorosamente studiati dai registi di regime) di Lesbo e dei video mensili delle intenzioni di preghiera. Videoclip che sembrano andare a cercare ciò che non esiste se non in una specie di fobia da collezionismo di sacche di povertà originali. (Questo mese ci sono gli indigeni per protagonisti [vedi]).
    Le solite menate sui ponti e sui sostegni umanitari e sono molto lontane quelle straordinarie parole di GP II che, rivolgendosi ai giovani e alla loro inquietudine rispondeva “È Gesù Cristo che in realtà cercate!” E i cuori ardevano.
    Poi i pastrocchi e i pasticci biblici.
    Le bastonate etiche… ai cattivi!
    E le altre clip sulla shoah che, con tutto rispetto (autentico), è storia di 70 anni fa, che rivive nel dramma di alcuni silenzi di Francesco nel non saper parlare della shoah in corso dei cristiani e non cristiani che perdono la vita senza aver avuto un solo ponte o un parcheggio per scampare ad un tagliagole.
    Per fortuna c’è Maria!
    Devo riferire perché è un miracolo vero, di come a Lourdes io abbia visto, oltre alle solite folle di giovani aiutare i malati, folle di giovani e basta!
    Centinaia e centinaia in silenzio, di ogni età e coi loro sacerdoti (moltissimi in talare), scendevano sotto la grotta a pregare in ginocchio.
    Lo sottolineo: in ginocchio sul cemento.
    Da ogni parte del mondo, famiglie e bambini. Uno di soli tre mesi immerso nella vasca. Ho visto cosa riesce a fare la Vergine Maria! Le uniche bandierine monocromatiche che si vedevano erano quelle dei capigruppo per radunare il “gregge dei piccoli”.
    Ho pensato a Bernadette, 14 anni appena, cioè la stessa età, circa, dell’ annuncio dell’ Angelo a Maria.
    E lì vedevo pregare. Pregare. Pregare.
    E poi?
    Adorare. Adorare. Adorare.
    E poi?
    Fare la via crucis recitando rosari.
    E poi?
    E poi ho pensato: “i prossimi risparmi che avrò saranno per mandarci i miei figli”.
    Ci stanno bellissimi ponti sul Gave e bellissimi cancelli all’ ingresso di una porta Santa in carne, ossa e Assunzione che continua a partorire Figli di Dio e a insegnare a stare in ginocchio.
    Centinaia in continuazione… fanno migliaia in un solo giorno.
    Senza meccanismi e senza telecamere.
    E senza cellulari e selfie!
    Gli adulti magari si!
    Ma i ragazzi no. Obbedivano.
    Per amore della Mamma.
    Ho visto più giovani che malati.
    E ho detto tutto.
    Laura Fabbricino su Fb

    A Lourdes c’è un vero pellegrinaggio. Non dico che tutti i pellegrinaggi debbano essere cloni, perché è giusto variare lo stile del messaggio per ampliare la ricezione. Ma non si dovrebbe andare oltre un certo livello. Una GMG più sobria attirerebbe meno ragazzi: ma quelli convinti ci andrebbero lo stesso. In compenso, sarebbero sottoposti a meno messaggi ambigui.

    ” ma posso dire che usando il metodo di chi ha scritto l’articolo io riuscirei a stroncare anche il Vangelo.”
    E le stagioni non ci sono più e le benzine sono tutte uguali. Io, come ho scritto ieri notte, non ho avuto modo di approfondire (oggi neanche). Tuttavia, il “metodo” consiste in affermazioni puntuali e precise, come “non ci sono riferimenti ai comandamenti, ai peccati mortali, all’inferno”. Oppure “si propone di usare media con scene esplicite”. Sono affermazioni in stile evangelico “sì sì no no”. Ora, o sono vere o sono false. Sono false?

    1. Enrico

      Fabrizio,
      ecco, vatti a vedere le scene esplicite. Alcune rispetto a quello che vedono abitualmente i ragazzini sono ridicole, l’unica discutibile è una foto di nudo in bianco e nero dietro ad una coppia di anziani seduti ad un tavolo che, se non ricordo male si guardano negli occhi e si tengono la mano se non ricordo male. Non riesco a descrivere efficacemente la scena, bisogna vedere per capire. Dire che c’è questo nudo senza dire in che contesto è posto (oltretutto la scena è da discutere in gruppo) rivela che si era già partiti con l’intento di screditare queste schede.
      Riguardo a Elton John, c’è una lista di persone (conosciute dai ragazzi) che ha delle doti (Spielberg per i film, Tolkien per la scrittura, Elton John per la musica, ecc.) e si deve discutere sulle doti particolari che ha qualcuno e quelle che hanno o possono avere tutti. Si sono scelte persone arcinote, ma la discussione stimolata dalla scheda era sulle doti, non su di loro, se fosse ad esempio meglio l’uno o l’altro.
      Riguardo a quanto postato da Laura Fabbricino su FB che dire? E’ un paragone che non regge in quanto sono due cose diverse che tra l’altro non sono affatto alternative. Poi se scrive cose come:

      ”nel dramma di alcuni silenzi di Francesco nel non saper parlare della shoah in corso dei cristiani e non cristiani che perdono la vita senza aver avuto un solo ponte o un parcheggio per scampare ad un tagliagole.”

      non mi pare si possa dare la colpa al Papa, o al suo vescovo, o al suo parroco se lei è un’ignorante. Anzi, mi correggo, lei non ignora, visto che prima aveva scritto:

      ”Le solite menate sui ponti e sui sostegni umanitari”

      A questa Francesco non piace, poche storie, e la confusa è lei, altro che il Papa o lo scenario.

  26. Fabrizio Giudici

    “Scusa se mi inserisco. ”

    Alessandro, auspico che tu ti inserisca ogni volta che lo ritieni utile. Per ogni risposta esauriente che scrivi tu sulla AL ne risparmi una scritta molto peggio da me.

    1. Fabrizio Giudici

      Enrico, grazie per l’autogol. Minimizzare perché in confronto lo sconcio che il mondo ci offre è ben peggio è una dimostrazione che il tuo criterio di giudizio è relativo, non assoluto, e che la Chiesa sta abbassando l’asticella su pressione dell’esterno. Che non la abbassi tanto quanto la abbassa il mondo è irrilevante, perché riduce il problema a una questione di tempi.

      Quanto alle foto, chi si prenderà la briga di andarle a vedere (spero tutti, e che non abdichino ad altri il giudizio) ce ne sono molte. Una mostra un pettoruto torso maschile con una mano femminile che spunta dal basso e sta per togliergli le mutande (o forse le mutande già non ci sono). Il tipo di rapporto che questa foto sottintende è piuttosto esplicito e se quella foto fosse la pubblicità di un profumo – peraltro la foto probabilmente è presa proprio da una pubblicità – persino la Boldrini si scandalizzerebbe (con molte ragioni). La possibile scusa, ridicola, che questa foto sarebbe messa come esempio negativo, ha poco fondamento: vuol dire che per insegnare la morale ai bambini dai 9 ai 12 anni (ripeto: dai 9 ai 12) bisogna fargli vedere foto porno e poi dirgli che non bisogna fare così? Che per spiegare il “non uccidere” bisogna fargli vedere la foto esplicita di un uomo sgozzato? Nel medioevo qualche prete fantasioso metteva in scena rappresentazioni dall’allusivo allo spinto durante le omelie, proprio per questo scopo. Queste geniali iniziative finivano in modo boccaccesco e poi furono proibite. È anche vero che su varie opere d’arte, dai capitelli a certi quadri, sono rappresentate scene peccaminose proprio per essere messe in negativo. Ma non sono foto e c’è un’astrazione della rappresentazione; difficilmente uno potrebbe essere spinto a pensieri pruriginosi guardandole. Inoltre, visto che la maggioranza della popolazione era analfabeta, l’immagine era l’unica alternativa. Oggi non è così.

      Per quanto riguarda la spiegazione su Elton John… è notoriamente l’unico musicista di successo esistente al mondo, vero? È stato scelto “casualmente” tra una lista di nomi e non ci hanno pensato che è l’icona vivente di “matrimonio” gay ed utero in affitto, vero?

        1. Rosanna

          Ho letto quanto scrive la sig.ra Elisabetta Frezza e mi sembra pura follia chiudere l’articolo con ….. “Perché i ragazzi di cracovia queste cose le conoscono bene (parla del sesso X intenderci) e sono andati fino lì proprio per praticarle all’ombra del palco e delle bandiere papali “. Perché’ svilire, insudiciare in questo modo centinaia di ragazzi? Ma vi sembra normale che uno aspetti queste occasioni per darsi al sesso sfrenato sotto il palco del Papa? Mi viene da ridere. Ho dato un’occhiata all’opuscolo incriminato, onestamente bisognerebbe leggerlo tutto per giudicarlo, compresi gli spunti per i ragazzi e gli educatori, i film che vengono suggeriti, ma vi assicuro non è’ il Kamasutra in versione clericale.
          Ci sono delle ingenuità che potevano risparmiarsi? Forse si.

          1. Enrico

            Rosanna,
            quell’articolo è una schifezza dall’inizio alla fine ed è offensivo non solo per i ragazzi ma per la Chiesa tutta.
            Quando scrivi ‘ho dato un’occhiata all’opuscolo incriminato’ intendi che hai sottomano qualcosa di cartaceo o sei andata sul sito del corso?
            Mi pare che il materiale (tra l’altro non ce n’è anche multimediale?) sia troppo per stare su di un opuscolo per cui credo sia falso che sia stato distribuito ai ragazzi, al massimo avranno dato loro un volantini informativo, non certo un corso che dovrebbe essere fatto da un educatore (sacerdote, catechista, genitore) e non da soli.

            1. Rosanna

              Enrico,
              Sono perfettamente in linea con te nel reputare l’articolo della sig.ra Frezza una schifezzzzzzzzza. Per quanto riguarda “l’opuscolo” me lo sono letto da internet e hai ragione che non può’ essere stato distribuito in forma cartacea perché è’ lunghissimo ed è’ presentato come un corso.

        2. fra' Centanni

          Perchè ci preoccupiamo di cosa insegna la scuola ai nostri figli, soprattutto per quanto riguarda l’educazione sessuale? Per un motivo molto semplice: perchè noi siamo i genitori e pensiamo di essere gli unici ad avere il diritto, oltre che il dovere, di insegnare ai nostri figli cosa è bene e cosa è male. Se è bene o male avere, ad esempio, rapporti prematrimoniali, oppure un rapporto sessuale occasionale, se è lecito ed intelligente usare il preservativo oppure è meglio di no… tutte queste cose ed anche molte altre (teoria gender) voglio essere io, con mia moglie, ad insegnarle ai miei figli. Nessun altro si deve permettere, nè a a scuola nè altrove.

          Bene! Mio figlio maggiore s partecipando alla GMG Cracovia. Dopo essere riuscito ad evitare le insidie della scuola, non ha potuto evitare quelle della chiesa.

          Ma chi gliel’ha detto! Ma come si sono permessi!

          Tanto perchè sia chiaro, d’ora in poi sarò costretto a dover guardare al papa, (perchè lui è il primo responsabile) come a persona da cui dover difendere la mia famiglia.

          1. Enrico

            Te l’ha detto tuo figlio o ti fidi di certi siti? Nella presentazione su Zenit il segretario del Consiglio autore del sussidio dice esplicitamente che il corso è rivolto a ragazzi/adolescenti e che gli educatori che lo fanno possono essere anche i genitori. Il faidate è escluso e del resto lo si capisce dal gran numero di spunti e domande per discussioni (cosa discute uno da solo?)

      1. Enrico

        Fabrizio,
        abbiamo idee diverse su come debba essere un corso e può darsi che sbagli io, comunque la vedo così.
        Siccome questo corso è indirizzato a ragazzi/adolescenti (non bambini di 9-12 anni, per i quali sarebbe assurdo), credo che al giorno d’oggi sia importante mostrare loro che l’educatore (che può essere anche un familiare) conosce la realtà, non vive in un suo mondo superato e che la sua proposta è valida anche oggi.
        Alle mie figlie non farei vedere quelle foto perché a casa mia non si guardano nemmeno due che si baciano e perché loro sanno che seguo i loro interessi (so di youtubers, di shippare ecc), ma se dovessi fare il corso a degli adolescenti della mia parrocchia quasi sicuramente sì. Perché avrei di fronte ragazzi che se a scuola guardano Troy senza scossare (se vogliamo parlare di sesso esplicito reale) a casa guardano di peggio, perché avrei bisogno di dirgli che io so cosa vedono, anche a livello di pubblicità, cosa il mondo propone loro e che la mia proposta è più soddisfacente. Certo non passerei ore con quelle immagini davanti ai loro occhi e nemmeno darei loro le foto come ricordo, del resto non sono nemmeno il centro del corso.
        Su Elton John potrei proporti delle alternative: Mika, Ariana Grande, Laura Pausini. Temo che però il rimedio sarebbe peggiore del male. Ripensandoci però effettivamente Elton John stona: davanti a degli adolescenti a quel punto puoi dire Bach, qualcuno di loro li potrebbe ritenere quasi coetanei. E allora mi sorge il dubbio che sia stato messo lì apposta quale spunto per l’educatore che ritenesse opportuno accennare ad omosessualità e teoria gender.
        Non si è arrivati a presentare il corso che questi qua l’avevano già bocciato irrevocabilmente: non prendiamoci in giro, ne avevano già l’intenzione, l’hanno passato al setaccio e ne hanno preso un tot di pezzetti per giustificare l’operazione.
        Finora si era usato il cap.8 della AL per screditare tutta l’esortazione. Ora che si è fatto un sussidio che parte dalla AL, ma da altri capitoli, non potendo parlar male di quei capitoli si cerca di screditarne i frutti.
        Dicono che non parla del sesto comandamento. Sarà così, voglio fidarmi, se per sesto comandamento si intende la frase che tutti conosciamo, non lo è affatto se andiamo a vedere il senso profondo del comando del Signore. Al paragrafo 208 della AL si suggeriscono incontri personalizzati per i fidanzati ‘dato che l’obiettivo principale è aiutare ciascuno perché impari ad amare questa persona concreta, con la quale si desidera condividere tutta la vita’. Imparare ad amare la persona concreta con cui vuoi passare il resto della vita. Io credo che a tutti i giovani piacerebbe questo e se tu gli mostri un cammino per arrivarci e le falsità di quanti ti invitano ad una felicità fatta di piaceri effimeri alla fin fine insoddisfacente, hai già spiegato pienamente il sesto comandamento.

    1. Fabrizio Giudici

      Hai ragione che è da brividi, ma non è una novità. Questa eresia non solo era stata già accennata in AL e in qualche documento precedente, ma deriva dritta dritta da un’errata idea del solito Kasper a proposito del rapporto tra Chiese locali e Chiesa Universale, che per decenni fu contrastata dal solito Benedetto XVI. Da un articolo di Magister:

      La disputa tra i due era iniziata nel 1983, culminò con la pubblicazione nel 1992 di una lettera della congregazione per la dottrina della fede di cui Ratzinger era prefetto, dal titolo “Communionis notio”, ed è proseguita fino al 2001, con un ultimo scambio di stoccate sulla rivista dei gesuiti di New York, “America”.

      Ma divenuto papa, Ratzinger è tornato a ribadire la sua tesi nell’esortazione apostolica postsinodale “Ecclesia in Medio Oriente” del 2012:

      “La Chiesa universale è una realtà preliminare alle Chiese particolari, che nascono nella e dalla Chiesa universale. Questa verità riflette fedelmente la dottrina cattolica e particolarmente quella del Concilio Vaticano II. Introduce alla comprensione della dimensione gerarchica della comunione ecclesiale e permette alla diversità ricca e legittima delle Chiese particolari di articolarsi sempre nell’unità, luogo nel quale i doni particolari diventano un’autentica ricchezza per l’universalità della Chiesa”.

      Oggi invece papa Francesco auspica, nella “Evangelii gaudium”, che le conferenze episcopali diventino “soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale”, poiché “un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria”.

      E in pieno sinodo, lo scorso 17 ottobre, ha ribadito “la necessità di una salutare decentralizzazione”, cioè l’affidamento agli episcopati nazionali “del discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nel loro territori”.

      La disputa è tutt’altro che astratta, se si bada a ciò che ha detto la scorsa primavera il cardinale Marx, numero uno dei vescovi di Germania:

      “Non siamo una filiale di Roma. Ogni conferenza episcopale è responsabile della cura pastorale nel proprio contesto culturale e deve predicare il Vangelo nel proprio modo originale. Non possiamo aspettare che un sinodo ci dica come dobbiamo modellare qui la cura pastorale del matrimonio e della famiglia”.

      Il sinodo ora c’è stato, ma in Germania – e non solo – già da tempo si fa ciò che si vuole, a proposito della comunione ai divorziati risposati.

      E siamo all’altro punto dello storico scontro tra Kasper e Ratzinger.

      Chi già iniziò a vedere il pericolo nella Evangelii gaudium fu regolarmente bollato come Cassandra; e, ovviamente, ecco che il problema è qui davanti a tutti. Ovviamente questa eresia è saltata fuori ai due round del Sinodo, supportata dalla maggioranza dei vescovi tedeschi.

      Ha voglia il povero Caffarra, riportato più volte da Alessandro, a usare l’argomento delle decisioni contrastanti tutte basate su AL come prova dell’incertezza con cui è scritta l’esortazione apostolica; in realtà il problema è a monte, è che il fatto che vari parti della Chiesa sostengano cose opposte sarebbe perfettamente lecita. Dopotutto, non comanda più Dio, comandano gli uomini e le relative culture. Non a caso è quello che sempre hanno fatto i protestanti, e dunque se dobbiamo protestantizzarci bisognerà ben arrivare anche noi a quel punto, no?

      PS Ma ridurre la AL ai divorziati risposati non era “un’ossessione dei giornalisti”? E allora perché Francesco ci torna su sempre?

      1. Alessandro

        Purtroppo sembra proprio che AL traduca in pratica una “coriandolizzazione” del Magistero e della Pastorale che, a ben vedere, mette in discussione l’unità stessa della Chiesa.

        E in fondo, a leggerla con attenzione, in più punti AL incoraggia a questo frazionamento. Quella continua enfasi sulle situazioni particolari, individue, soggettive che non si lasciano ricomprendere sotto una norma universale e astratta a che conduce, se non alla delega a ciascuna conferenza episcopale, anzi a ciascuna diocesi, anzi a ciascun sacerdote, anzi a ciascun fedele in ascolto della propria individua, concreta, irripetibile e inconfrontabile coscienza a decidere se il peccato ci sia o non ci sia, sia grave o non sia grave, se l’Ostia possa essere ricevuta o no?

        Emblematico in tal senso questo passaggio:

        “Se si tiene conto dell’innumerevole varietà di situazioni concrete, come quelle che abbiamo sopra menzionato, è comprensibile che non ci si dovesse aspettare dal Sinodo o da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi. E’ possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari… ” (n. 300)

        1. Alessandro

          In opposizione alla spinta disgregatrice e particolaristica che mira a lasciar decidere a ogni conferenza episcopale o a ogni diocesi se dare o no l’Ostia ai divorziati risposati, vanno ricordate con molta nettezza e semplicità – in questo tempo di confusione e di sviata complicazione – alcuni dati incontestabili:

          1) il divorziato risposato perseverante nel convivere more uxorio che non si astenesse dal ricevere l’Eucarestia (e chi, impartendogli l’assoluzione sacramentale, lo autorizzasse a riceverLa) violerebbe il canone 915 del Codice di diritto canonico, il quale stabilisce appunto che il divorziato risposato convivente more uxorio non possa accedere all’Eucarestia.
          Ciò vale ovviamente sia in Italia, sia nelle Filippine, sia a Chicago, sia a Roma… insomma in TUTTO l’orbe cattolico.

          Non violano questo canone del Codice i divorziati risposati che “non potendo per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – «soddisfare l’obbligo della separazione, assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi» (Familiaris consortio, n. 84), e che sulla base di tale proposito hanno ricevuto il sacramento della Penitenza. Poiché il fatto che tali fedeli non vivono more uxorio è di per sé occulto, mentre la loro condizione di divorziati risposati è di per sé manifesta, essi potranno accedere alla Comunione eucaristica solo “remoto scandalo”.”
          (Pontificio consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione circa l’ammissibilità alla santa comunione dei divorziati risposati, 24 giugno 2000)

          2) quand’anche sembrasse che Amoris laetitia autorizzi in certi casi i divorziati risposati conviventi more uxorio a ricevere l’Eucarestia, va segnalato quanto ineccepibilmente ricorda il cardinal Caffarra:

          “Chi versa in uno stato di vita che oggettivamente contraddice il sacramento dell’Eucaristia, non può accedervi. Come insegna il Magistero precedente, possono invece accedervi coloro che, non potendo soddisfare l’obbligo della separazione (ad es. a causa dell’educazione dei figli nati dalla nuova relazione), vivano in continenza.

          Questo punto è toccato dal Papa in una nota (la n. 351 di Amoris laetitia). Ora, se il Papa avesse voluto mutare il Magistero precedente, che è chiarissimo, avrebbe avuto il dovere, e il dovere grave, di dirlo chiaramente ed espressamente. Non si può con una nota, e di incerto tenore, mutare la disciplina secolare della Chiesa. Sto applicando un principio interpretativo che in Teologia è sempre stato ammesso. Il Magistero incerto si interpreta in continuità con quello precedente.”

          http://www.caffarra.it/intervista250516.php

          Parimenti, il prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede cardinal Muller precisa:

          “Alcuni hanno affermato che la “Amoris laetitia” ha eliminato questa disciplina e ha permesso, almeno in alcuni casi, che i divorziati risposati possano ricevere l’eucaristia senza la necessità di trasformare il loro modo di vita secondo quanto indicato in Familiaris Consortio 84, cioè abbandonando la nuova unione o vivendo in essa come fratello e sorella. A questo bisogna rispondere che se la “Amoris laetitia” avesse voluto cancellare una disciplina tanto radicata e di tanta rilevanza l’avrebbe detto con chiarezza e presentando ragioni a sostegno. Invece non vi è alcuna affermazione in questo senso; né il papa mette in dubbio, in nessun momento, gli argomenti presentati dai suoi predecessori”.

          http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351295

          In conclusione: considerato quanto affermato limpidamente e inoppugnabilmente da Caffarra e Mueller, indipendentemente da quanto possa sembrare che Amoris laetitia dica al riguardo va TENUTO FERMO che sulla comunione ai divorziati risposati VALE e continuerà a valere SENZA ECCEZIONI E DEROGHE quanto affermato da Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica “Familiaris consortio” al n. 84:

          “La Chiesa ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall’Eucaristia.
          C’è inoltre un altro peculiare motivo pastorale: se si ammettessero queste persone all’Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio.

          La riconciliazione nel sacramento della penitenza – che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico – può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio.
          Ciò comporta, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione, «assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi» (Giovanni Paolo PP. II, Omelia per la chiusura del VI Sinodo dei Vescovi, 7 [25 Ottobre 1980]: AAS 72 [1980] 1082).”

          1. Alessandro

            A proposito dei molti passi di Amoris laetitia che oggettivamente, cioè nel loro senso manifesto, sembrano proprio contrastare con il Magistero della Chiesa, 45 teologi ne hanno stilato un elenco (che loro stessi dicono non essere esaustivo).

            Il testo inglese si trova qua:

            http://2n613ar7ekr056c3upq2s15c.wpengine.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2016/07/45-theologians-censure-AL.pdf

            La richiesta di questi teologi al Papa è quella di condannare in modo definitivo le proposizioni censurabili di Amoris laetitia da costoro rilevate.

            Qui l’identità dei firmatari:

            http://2n613ar7ekr056c3upq2s15c.wpengine.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2016/07/cardinal-letter2.pdf

            1. @alessandro
              Solo una nota di colore mascherata da domanda senza pretesa di risposta
              Notando tra i firmatari Roberto De Mattei, che suppongo essere il direttore di “corrispondenza romana”, agenzia di informazione cattolica, mi domando perchè abbian presentato la notizia di questa lettera solo due settimane dopo l’evento e sotto forma di una rivelazione di Edward Pentin

              Che “brutto” modo di fare le cose

              1. Alessandro

                @Bri

                non ci vedo nessuna particolare scorrettezza: è una lettera inviata ai cardinali per far presente quello che i firmatari ritengono un gravissimo problema per la Chiesa, cioè le molte affermazioni censurabili (nel loro senso manifesto) di Amoris laetitia, che stanno seminando confusione tra i fedeli.
                Che il contenuto del documento sia diventato di dominio pubblico non meraviglia, perché non si può pretendere realisticamente che rimanga totalmente riservata una lettera inviata a tutti i cardinali su un tema così scottante.

                In ogni caso, davanti al documento dei 45 la reazione più costruttiva non è quella di almanaccare polemicamente sulla tempistica della sua notificazione e divulgazione; molto più rilevante e saggio è leggere il documento e chiedersi se, nei loro rilievi, quei 45 hanno torto. Personalmente, pur non avendo ancora letto tutto nel dettaglio, ritengo che ci sia ben poco da obiettare nel complesso sul contenuto di quel documento. Sono convinto, insomma, che almeno la gran parte delle proposizione di Amoris laetitia presentate come censurabili se il loro senso è proprio quello manifesto siano davvero censurabili se il loro senso è proprio quello manifesto.

                Di alcune di queste proposizioni (le più vistosamente censurabili) ho cercato di mostrare su questo blog – come sa chi mi ha letto – che il loro senso manifesto è appunto incompatibile con il Magistero, e quindi ho ripetutamente auspicato che il Papa intervenisse per far chiarezza e riprovare il senso manifesto di tali proposizioni di Amoris laetitia.

                Nella sostanza, non ha chiesto niente di diverso il cardinal Caffarra.

              2. Fabrizio Giudici

                “Che “brutto” modo di fare le cose”

                Ma anche se non la pretendi, la risposta te la dò volentieri.

                Noto che è una costante: chi difende questo papato quando arrivano critiche puntuali e regolarmente si trova senza argomenti spara senza pensarci troppo bordate velenose su chi muove le critiche. Dev’essere il modo di applicare l’insegnamento bergogliano di evitare le “chiacchiere”.

                Se ti fossi informato meglio, avresti appreso che i 45 firmatari hanno preparato un documento, l’hanno firmato con nome e cognome e l’hanno spedito a tutti i cardinali del Sacro Collegio. Detto in modo chiaro: il documento che i cardinali hanno ricevuto sono firmati esplicitamente. Questo modo di fare è perfettamente in linea con lo spirito evangelico, per cui prima di andare in pubblico si tenta una correzione davanti a testimoni. Tutto il contrario di un’azione “sottotraccia”. Il motivo per cui è stato deciso di non rendere pubblici i nomi in un primo momento era di evitare polemiche personali e ritorsioni (visto il clima di “misericordia” che aleggia in Santa Sede). Tutto ciò è stato doviziosamente spiegato da Pentin.

                Quanto a Corrispondenza Romana, De Mattei è uno dei firmatari, non il capo dell’iniziativa. Quindi si è semplicemente conformato alla modalità operativa che evidentemente è stata concordata con gli altri. Questo evidentemente vale per tutti gli altri firmatari: tra gli italiani ci sono nomi noti, alcuni dei quali scrivono nel loro blog personale.

                Anche a me, come Alessandro, non sorprende che la lista sia uscita prima del tempo. D’altronde, così andò anche per i 13 cardinali che durante l’ultimo round del Sinodo si rivolsero al Papa in modo riservato, ma furono subito sottoposti al pubblico ludibrio su tutti i giornali. Come da copione ieri il Corriere della Sera, per la penna di Massimo Franco, ha iniziato a sparare cacca sui “pericolosi tradizionalisti”.

                PS Bri, ovviamente non ti è manco venuto in mente di apostrofare con “che brutto modo di fare” un Galantino che addirittura storpia la Bibbia in modo significativo in una sua predica. Quella è cosa buona e giusta.

                1. Alessandro

                  E non è solo il Corrierone a insultare chi esprime critiche ad Amoris laetitia.

                  Anche tutto l’apparato informativo ecclesiale “ufficiale” (da Tv2000 ad Avvenire all’Osservatore romano alla Civiltà Cattolica…) silenzia sistematicamente ogni voce critica su Amoris laetitia ed esalta in modo acritico l’esortazione apostolica.

                  In questa censoria congiura del silenzio e degli osanna obbligatori, a dare voce alle critiche ad AL motivate e argomentate (non pretestuose, speciose, peregrine) sono rimaste poche benemerite testate non ufficiali (per intenderci: La nuova bussola quotidiana, Il Timone e poco altro).

                  Debbo rilevare che su questo blog al sottoscritto e non solo è stata garantita ampia facoltà di discutere nel merito le magagne di AL senza censure preventive. Credo che questo sia uno dei non meno ragguardevoli meriti del presente blog.

                  1. Luigi

                    “Debbo rilevare che su questo blog al sottoscritto e non solo è stata garantita ampia facoltà di discutere nel merito le magagne di AL senza censure preventive. Credo che questo sia uno dei non meno ragguardevoli meriti del presente blog.”

                    È l’aspetto che, fin dalle prime letture, colpì anche me.
                    La rete è piena di siti cattolici dove però, al primo accenno di “smarcamento” dalla linea ufficiale del sito, si viene irrimediabilmente cassati.
                    Non parliamo poi dei siti da “liberi pensatori”…

                    Qui davvero, con un minimo sindacale di educazione e onestà, si può dibattere in piena libertà.
                    Che continui così a lungo!

                    Ciao.
                    Luigi

                  2. @alessandro @fabrizio
                    1. Almanaccare è un termine delizioso
                    2. Non ho le qualità per entrare nel merito del dibattito. Leggo, medito e taccio. Rispettate questa posizione?
                    3. Il modo brutto di fare è quello di pubblicare la notizia come se non se ne sapesse nulla quando comunque in trasparenza la posizione di DeMattei era già palese (ad es. http://www.corrispondenzaromana.it/lesortazione-post-sinodale-amoris-laetitia-prime-riflessioni-su-un-documento-catastrofico/). Perchè? Non può essere per riservatezza se una posizione pubblica l’hai già presa e con rispettabile merito. Quando inevitabilmente il tuo nome verrà conosciuto non ti dovresti sorprendere se qualcuno storce il naso davanti a questo modo di fare in contrasto con una schiettezza che ti vien riconosciuta.
                    4. Non attacco mai nessuno. Al più difendo. Galantino soffrirà di suo per la sua topica. Spiace per lui.

      2. @fabriziogiudici
        Credo di conoscere la risposta alla domanda del tuo post scriptum: semplicemente perchè glielo chiedono

        “… and the Pope listened to their concerns, the president of the Polish bishops’ conference has said.

        One of those concerns relates to ambiguous passages in his post-synodal apostolic exhortation Amoris Laetitia and the need for their clarification — a matter that the bishops raised with the Pope, according to sources.”

        https://www.ncregister.com/blog/edward-pentin/head-of-polish-bishops-pope-francis-listened-to-us

    2. Enrico

      Giusi,
      Tosatti scrive:

      ‘Nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia il Pontefice aveva scritto che non tutte le discussioni su temi di dottrina, morale e pastorale hanno bisogno di essere risolti da un intervento del Magistero, ma che ogni Paese o regione possono trovare soluzioni che si adattino meglio alla sua cultura e siano sensibili alle sue tradizioni e ai bisogni locali”. Questo passaggio ha creato perplessità.’

      Ma nel paragrafo 3 della AL oltre a questo c’è scritto anche: ‘naturalmente, nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi’ e più sotto ‘ogni principio generale […] ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato’. Saltando queste frasi chiave, sembra che il Papa con la AL abbia aperto ad un magistero fai da te da parte delle Conferenze e quindi la presunta uscita sull’interpretazione delle encicliche sembrerebbe la logica prosecuzione.
      Ma siccome il Papa nella AL ha confermato l’unità nella Chiesa di dottrina e prassi ecco che quanto avrebbe riferito il vescovo polacco sembra un po’ strano

  27. cinzia

    Mi inserisco in forte ritardo sui commenti ma non ho potuto farlo prima, ma voleva fare qualche osservazione.

    Credo abbia ragione chi sostiene che certi problemi della Chiesa che ora risultano così palesi in realtà abbiano in realtà origine nel CVII, quando, per dirla con le parole di paolo VI, “è entrato il fumo di Satana”!

    Non provengo da una famiglia “praticante” ma sono stata per tanti anni in parrocchia, dove ho seguito il catechismo fino a circa 16 anni (anni ’80).
    La maggior parte dei miei catechisti ha fatto “matrimoni riparatori” in giovane età, e solo negli ultimi anni ho sentito parlare seriamente di metodi naturali. Ovviamente non ne ho sentito parlare nemmeno al corso prematrimoniale, dove eravamo solo 2 coppie non conviventi (su 24!).
    Purtroppo solo recentemente, grazie ad un cammino che mi ha portato ad una profonda conversione (ma c’è ancora tanto da fare!) ho capito l’importanza di certe cose, in particolare della castità. Ma perché nessuno me l’ha spiegato prima? Quanta sofferenza mi sarei risparmiata? Per fortuna però Dio “scrive diritto anche sulle righe storte”.
    Al corso prematrimoniale non sono state dette tante cose importanti. Perché non dire di Santa Teresa di Calcutta, che parlando dei matrimoni che falliscono chiede: ma queste coppie, pregavano insieme? Perché nessuno ha parlato dei metodi naturali?
    In molti ambienti cattolici si fa troppa sociologia e si parla troppo poco delle cose importanti! E purtroppo noto che proprio sulle cose importanti siamo divisi anche tra cattolici. Ora va tanto di moda l’ecumenismo, ma qual è la Via, la Verità, la Vita? La Chiesa sembra essere diventata una torre di Babele…. ognuno la pensa a suo modo, il Vangelo va aggiornato e reinterpretato…. E questo non succede solo tra noi del popolo, perché mi sembra che anche tra cardinali ci siano diverse fazioni. I nemici esterni non sono riusciti a distruggere la Chiesa, ma vedo che dall’interno stanno ottenedo più successo!

    Quanto alla GMG credo che per molti giovani sia una esperienza importante di crescita nella fede, ma come rimanere indifferenti a questo a cui faceva riferimento anche Giusi?
    http://www.riscossacristiana.it/sex-and-the-church-lamoris-laetitia-invade-cracovia-di-elisabetta-frezza/

    Quanto al 6° comandamento devo ammettere che parlarne al catechismo a bambini di 9 anni non è facile, e a dire il vero risulta complicato anche parlare della verginità di Maria. Da una parte ancora in parecchi non sanno come “nascono i bambini”, dall’altra mi sono sentita chiedere che male c’è se due uomini si vogliono bene e “stanno insieme”.

  28. Fabrizio Giudici

    “È l’aspetto che, fin dalle prime letture, colpì anche me.”
    Sottoscrivo.

    “Perchè? Non può essere per riservatezza se una posizione pubblica l’hai già presa e con rispettabile merito. ”
    Come ho scritto prima, probabilmente perché così hanno deciso insieme. Se decidi di fare una cosa insieme ad altri poi non puoi andare di testa tua. Altri firmatari non si erano ancora espressi – e in particolare i religiosi sono in una posizione delicata, visto che sono soggetti all’autorità dei superiori.

    “Come dire che si ritiene il Papa capace di mettere sue ipotetiche idee davanti al Magistero. E questa è un’offesa molto grave.”
    A parte che ora tocca a me dire che questa è una tua interpretazione delle intenzioni di Caffarra… Prendiamo piuttosto l’argomento in astratto. Dove sta scritto che non sia possibile? È già successo (Giovanni XXII fu sottoposto alla Santa Inquisizione), quindi è possibile. E quindi: quale articolo del Codice Canonico o quale insegnamento del Magistero vietano di sostenere una cosa simile?

    1. Enrico

      Fabrizio,
      rispondo alla parte che mi riguarda del tuo commento delle 00:01
      Ho scritto che o la domanda è inutile (ossia mons. Caffarra non si è accorto che lì non si parla di divorziati risposati) o ha fatto una domanda offensiva. Non ho optato per nessuna delle due possibilità.
      Se è possibile che il Papa metta le sue idee davanti al Magistero, lo si accuserà quando le idee saranno messe nere su bianco. Ripeto, il Papa lì non parla di divorziati risposati e quindi non dice nulla al di fuori del Magistero, chiedergli di escludere esplicitamente di essersi riferito a loro o è distrazione o è mancanza di fiducia.

  29. Fabrizio Giudici

    “Siccome questo corso è indirizzato a ragazzi/adolescenti (non bambini di 9-12 anni, per i quali sarebbe assurdo),”
    Effettivamente è stato un mio errore di traduzione. L’inglese è “grades 9-12”, che non sono età ma classi scolastiche.

    “Ho letto quanto scrive la sig.ra Elisabetta Frezza e mi sembra pura follia chiudere l’articolo con ….”
    Credo che gli articoli della Frezza siano il più delle volte controproducenti. Corretti nell’insieme, quasi sempre contengono espressioni fuori portata che danno l’avvio a polemiche inutili.

    Detto questo…

    “Ci sono delle ingenuità che potevano risparmiarsi? Forse si.”
    Mi sembra già grave, visto che siamo già in una situazione di emergenza.

    ” vi assicuro non è’ il Kamasutra in versione clericale.”
    Oltre all’impressione generale di alcune persone, LifeSiteNews ha riportato anche critiche puntuali enumerate e ben definite. Io ne ho tradotto una manciata quando ho linkato l’articolo. Sarebbe interessante verificare se sono corrette o no.

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