di Costanza Miriano
Pretendo che da settembre si insegni in tutte le scuole pubbliche, anche in quelle dell’obbligo, il modo di vivere la sessualità proposto dal Vangelo, e tradotto dalla Chiesa, perché è quello giusto. Credo che vivere la sessualità dentro il matrimonio custodisce e salva i nostri cuori, ci rende maturi e fecondi. Pretendo dunque che nessuno possa esigere di essere informato a riguardo, non ce n’è bisogno, perché quella è la Verità, tutti i ragazzi indiscriminatamente dovranno ripetere che la pillola è sbagliata, che l’aborto è un omicidio, che la sessualità buona è dentro un vincolo matrimoniale e aperta alla vita. Pretendo che nessun genitore chieda di essere informato né di firmare un consenso in merito, e che non vengano organizzate attività alternative per chi non voglia ascoltare le lezioni sulla sessualità e sulla affettività che faranno i miei amati sacerdoti, leggendo per esempio in classe Amore e responsabilità di san Giovanni Paolo II invece di descrizioni della fellatio della Mazzucco.
Se un qualsiasi cattolico andasse in giro a dire queste cose verrebbe probabilmente denunciato o minimo preso per pazzo, accusato di essere violento, non rispettoso della libertà di pensiero, gli si direbbe che vuole plagiare le illuminate menti dei cittadini di domani, per rigettarli nell’oscurantismo di noi bigotti cattolici tradizionalisti. Se invece avviene l’opposto, lo si chiama progresso, e i genitori non hanno diritto neanche di essere informati al riguardo, né di autorizzare alcunché. È quello che succede nella maggior parte delle scuole occidentali, è quello che potrebbe succedere in Italia: un indottrinamento sulla sessualità, l’affettività, il genere, senza alcun coinvolgimento delle famiglie.