di Costanza Miriano per IL FOGLIO
Alla Francia si perdona tutto, se non altro in nome di Houellebecq, di Givenchy (ma la mente, Tisci, è italiano), di Santa Teresina e Giovanna e di moltissimo altro. Le si perdonano anche le testate sul petto (soprattutto se poi vinciamo). In più c’è da dire che non riesco a offendermi, ma anzi mi commuovo per questa cosa: attualmente ventiduemila Galli hanno firmato, in pochi giorni, una petizione per chiedere il ritiro dal mercato di due miei libri, Sposati e sii sottomessa e Sposala e muori per lei, appena usciti in Francia per i tipi di Le Centurion (sono consigli alle amiche sul matrimonio, sulla differenza tra noi e quell’essere di un’altra specie che ci troviamo nel letto, e sulla fatica di tenere insieme tutto). Una signora, come racconta il Figaro, ha deciso di chiedere al Segretario di Stato incaricata per i diritti delle donne, Pascale Boistard di vietarne la vendita. Lo considero un enorme biglietto di auguri di Natale, non ne ho mai ricevuto uno con così tante firme – puntano alle venticinquemila – al massimo forse ce n’erano una ventina sul regalo di compleanno dei compagni di classe. Che tante persone si interessino a me mi sembra davvero sproporzionato, emozionante che non si limitino a non comprare i miei libri – come fanno circa sei miliardi di persone nel mondo con la massima tranquillità – ma che si disturbino a firmare una petizione per impedire agli altri di farlo.
Ma prima di parlare della mia personalissima e irrilevante questione, due parole sulla censura. Non so come siano in merito le leggi nel paese che ha fatto della liberté il suo programma esistenziale, nel paese in cui c’è della gente che è morta per non smettere di pubblicare vignette offensive contro le divinità in cui crede un bel po’ di popolazione mondiale, nel paese in cui tutti sono Charlie. So che esiste l’allucinante fattispecie del reato di opinione, perché so che della gente è stata arrestata – ripeto arrestata – per avere indossato una felpa raffigurante un maschio e una femmina con dei bambini nei pressi di una manifestazione dell’orgoglio omosessuale. Il passaggio dalla figura di una famiglia all’offesa contro persone con tendenze omosessuali mi sfugge, ma magari se ci penso molto lo capisco. So anche di gente che è stata arrestata, cioè privata della libertà personale, perché distribuiva scarpine da neonato fuori dalle cliniche abortiste: questo turbava la libera scelta delle madri che andavano a uccidere i loro figli (evidentemente la scelta non era tanto libera se era possibile turbarla con delle scarpine di lana). So che è stata ostacolata la trasmissione di uno spot sulle persone con sindrome di Down, uno spot sul quale ho consumato decine di fazzolettini perché fa vedere ragazzi che dicono “mamma, non avere paura, anche io potrò essere felice, lavorare, fare dei viaggi, avere amici”. Ne è stata ridotta la diffusione per legge perché poteva turbare le madri che quei figli li avevano uccisi, anche se lo spot non toccava minimamente il tema aborto, né voleva in alcun modo essere un atto di accusa contro chi non ce l’aveva fatta a far nascere un bambino con la sindrome di Down. So, infine, che esiste il reato di omofobia, praticamente una contraddizione in termini, perché prevedrebbe che una psicopolizia controllasse se tu hai paura di qualcosa, e nel caso ti sbatterebbe dentro. In realtà l’omofobia è una parola inventata per dire una cosa che non esiste, e la legge è stata fatta in Francia prima della Taubira, la legge sul mariage pour tous, proprio per impedire che si potesse dire pubblicamente che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre, e che i figli non si possono comprare, e che il gigantesco giro di affari dell’utero in affitto, stimato oggi nel mondo, a spanne, in 5 miliardi di dollari, è un crimine contro l’umanità. Lo denunciano anche le femministe francesi, seguite alla buon’ora dalle nostre di Se non ora quando? (magari qualche annetto fa, no? Miriam Mafai lo scriveva nel 1997).
Non so come si dica libertà dei miei stivali in francese, ma mi pare evidente dunque che in Francia stiano messi molto peggio di noi sul fronte della libera opinione. In realtà c’è una sorta di isteria collettiva, un sacro furore, ma solo verso tutto ciò che rimandi al senso del limite, tutto quello che denunci, con il suo solo esistere, che “l’uscita dell’uomo dal suo stato di minorità” (ovviamente la definizione kantiana è scelta da Wikipedia come incipit alla voce sull’illuminismo, ed è per questo che se i miei figli fanno le ricerche copiando da lì, come quasi tutti gli scolari del globo, li minaccio di spaccar loro le falangi in modo che non possano più usare il mouse) è in realtà una gigantesca balla, perché l’uomo di limiti ne ha, e molti. A cominciare dal fatto che, per quanto ci si ingegni in laboratorio, sempre un maschio e una femmina servono per generare una persona, per proseguire col fatto che si nasce senza chiederlo, e quasi sempre si muore anche senza chiederlo, passando per molti altri limiti genetici, economici e culturali. La notizia che l’uomo non sia Dio disturba moltissimo, non solo i francesi a onor del vero, e con questi limiti dobbiamo fare i conti tutti.
In Spagna comunque avevano fatto di meglio: il ministro della sanità e delle pari opportunità Ana Mato mi ha denunciata alla Procura generale, chiedendo anche lì il ritiro del libro perché inciterebbe alla violenza sulle donne. Ogni volta che sono un po’ triste penso al giudice che, alla ricerca di reati, si è dovuto sorbire le storie dei vomiti e dei pannolini dei miei figli, le vicende matrimoniali delle mie amiche, e mi torna subito il buon umore. Ovviamente la denuncia è stata archiviata e chi ha letto il libro sa perché (non c’è manco una vaga ombra di invito a sopportare eventuali violenze, e, ogni volta che qualche donna si è confidata con me in merito, ho sempre detto, per quel poco che ne posso sapere, che la prima cosa da fare è abbandonare il tetto coniugale, per cercare di recuperare una relazione sana). Agli spagnoli però ho sempre dato l’attenuante del fatto che lì all’inizio era uscito solo il primo libro, quello sulla sottomissione femminile, non il secondo che invita gli uomini a morire per le spose. In Francia invece sono usciti insieme, e mi sembra che la sorte dei maschi (secondo San Paolo) non sia più rosea di quella delle femmine. Ma l’idea di morire è meno urticante per l’uomo moderno dell’idea di obbedire a qualcosa. Allora, esattamente, qual è il punto? Cosa mi rimproverano?
Secondo la petizione è nauseabonda e degradante l’affermazione che le donne siano “chiamate in modo particolare a custodire la vita”. Queste orribili, offensive parole le ho prese non ricordo più se da Edith Stein o dalla Mulieris dignitatem, comunque da alcune tra le pagine più belle e gratificanti per noi donne che siano mai state scritte. Secondo i firmatari questa è una minaccia alla libera gestione del corpo femminile, alle libertà sessuali, “alle nostre identità plurali” (? Oddio, io spero di non essere plurale, faccio fatica già a sopportare una sola me stessa), un ritorno al patriarcato e una regressione intollerabile.
I libri, come si è detto all’inizio, basta non comprarli, o non leggerli se ce li regala una vecchia zia che non conosce i nostri gusti. Ma io credo che qui ci sia di più. La questione identitaria femminile qui in Occidente (altrove la storia è diversa) è centrale perché, nonostante tutta la retorica del vittimismo femminile (che anche la francese Badinter ha smascherato) noi abbiamo un potere enorme sulle relazioni, e sugli uomini, e il livello spirituale e morale di un’epoca siamo noi a determinarlo. Innanzitutto abbiamo questo incredibile privilegio di portare la vita e darla alla luce (che ci sarà mai di offensivo?), e ci stiamo rinunciando (le francesi sono messe leggermente meglio di noi a tasso di natalità, comunque sui due figli a testa, cioè crescita zero. Noi invece siamo a tassi di estinzione, ultime al mondo con le giapponesi).
Ci sarebbe da scrivere pezzi lunghi come lenzuola sul perché ci stiamo rinunciando, su quanto ci abbia lasciate infelici e sole la liberazione sessuale, sulla balla che si possa avere tutto, che è quello che ci hanno detto le nostre madri, zie, nonne quando ci incitavano a studiare per prenderci il nostro posto nel mondo. Hanno omesso di dire che alla maggior parte di noi il lavoro di cura sarebbe piaciuto enormemente. Leggevo poco fa anche l’intervista a Giulia Bongiorno (chiusa in bagno, l’unico luogo nel quale mi sento moralmente autorizzata a leggere i femminili con la prole in casa, perché il tempo del lavaggio denti non mi può essere tecnicamente computato come perso), nella quale si rammaricava di avere fatto un solo figlio e di averlo fatto a 44 anni. Invitava le ragazze a fare figli prima dei trenta. È sempre così, le professioniste che quasi fuori tempo massimo incontrano la maternità se ne innamorano perdutamente. Lei dice “la considero una mia sconfitta” e io vorrei baciarla in fronte per questa onestà intellettuale (su molte altre conclusioni poi non concordo con lei).
Sull’amplissimo tema della conciliazione mi limito a dire che a difendere strenuamente i diritti alle quote rosa e ai cda sono sempre solo professioniste che fanno come me lavori gratificanti e tutto sommato ben retribuiti. Guarda caso non ci sono le mie amiche commesse, parrucchiere, segretarie, impiegate. Quelle che hanno venti giorni di ferie all’anno, e saltano recite e pediatre con enormi sensi di colpa, e aspettano per anni, sì, per anni, la possibilità di invitare un’amichetta della figlia a pranzo, e non osano certo fare più di uno o due figli perché già così vivono con un enorme continuo dispiacere. Loro starebbero volentieri a tirar su bambini, a prendere tè con le amiche, a farsi una corsa, un viaggio, a vedere che so una mostra o a leggere un libro con la luce del sole invece che alle tre di notte, solo che non possono perché ci hanno rubato uno stipendio e si sono presi due lavoratori – uomo e donna – al prezzo di uno.
Ma credo che dietro all’avversione a una certa idea di donna ci sia qualcosa di più profondo ancora. È l’idea stessa di essere umano in questione. Noi cattolici non crediamo al mito illuminista del buon selvaggio, ma pensiamo che nell’uomo stesso ci sia qualcosa che non va, una ferita, qualcosa da guarire, da aggiustare. La specifica ferita femminile sta nella sua grande fragilità: che tenerezza gli elenchi dei buoni propositi sui femminili “da oggi penso a me stessa”, “imparo a dire di no”, “mi compro una borsa”. (Bisognerebbe in effetti rammentare che quelli sono giornali fatti per far vendere roba). E la tentazione femminile per eccellenza è quella di usare il suo enorme potere sul maschio in modo seduttivo, per manipolarlo e controllarlo, e quindi per averlo accanto a sé, per il suo bisogno di essere amata che nessuna quota rosa potrà mai cancellare. (Ne ho conosciute tante di donne affermate agli occhi del mondo, e mai nessuna di loro mi ha dato l’idea di essere priva di questa fragilità, del bisogno dello sguardo e del riconoscimento).
Le donne di oggi, che vivono la sessualità liberamente, che rifiutano o almeno rimandano la maternità, sono tendenzialmente infelici e dopo una certa età anche parecchio scombinate, perché quello che desidera ogni donna è una relazione gratificante, stabile ed esclusiva con un uomo, e dei figli, che soddisfino il suo bisogno di dare e che la guariscano dalle sue ferite. Siamo rimaste sole, con pochi figli e spesso nessun uomo perché abbiamo smesso di essere accoglienti, nutrite come siamo di film e libri e giornali che invitano a una falsa indipendenza (nessuno di noi è indipendente, ed è così bello ammettere di dipendere dall’amore degli altri, o per gli uomini dal riconoscimento del proprio saper fare). Se il fatto che si dica questa cosa, che si ricordi alle donne il loro bisogno, dà tanto fastidio, è perché è la verità. Sennò basterebbe non comprarli, i libri.
Cara Costanza tieni duro….siamo tutti e tutte con te. Chiudiamo la bocca a Laura Morante “ma chi parla più di famiglia, la famiglia non esiste più, per carità chi puo’ festeggiare la festa del papa’ , la festa della mamma….”
POVERE DONNINE STRUMENTO DI UNA LOBBY POTENTE CHE LE USA E SE NE SERVE PER I PROPRI SCOPI. DONNE INUTILI CHE NON CI RAPPRESENTANO E CHE HANNO UNA MENTE ASSERVITA ….SONO TUTTE SUBORDINATE AL POTERE CHE E’ SOPRA LE NOSTRE TESTE ….NON SANNO QUELLO CHE DICONO E NELLA DISPERAZIONE DELLA LORO INUTILITA’ BIASCICANO FRASI SENZA SENSO.
CHIUDIAMO QUELLE BOCCHE CHE FANNO SOLO DANNI…IMPEDIAMO ALLA TV E AI MEDIA DI LASCIARE SPAZIO ALLA LOBBY OMOSESSUALE, CHE DA UN CONTINENTE ALL’ALTRO ALLUNGA I SUOI TENTACOLI PIAZZANDO I SUOI UOMINI (UOMINI?) BELLI E FAMOSI E LE POVERE DONNINE AL SUO SERVIZIO LA’ DOVE CI SONO POSTI RESIDUALI LIBERI . …
Meravigliosa Costanza, come sempre! Un abbraccio dall’UK dove attendiamo con ansia i tuoi libri tradotti (ho una lista di amici a cui regarli…. )
che forza sei, Costanza’, non un mito, ma realta’… Ho solo una curiosita’, dopo aver letto qua: quale voto ti dava la maestra quando facevi i riassunti?
Pensavo che dopo la storia con la Spagna negli altri paesi andasse meglio. Che tonti anche quei francesi che pensano di fermare un libro… facendogli pubblicità! A volte i nemici si danno certe zappate nei piedi… roba da camminare zoppi per un bel po’. 😀
Coraggio, carissima Costanza (e famiglia tutta…), coraggio che le beatitudini sono anche queste! Ma i frutti ci sono indubbiamente. A quando un’intervista alla tv francese? Smack! 😉
Poi, come per la Spagna, tutto si trasformerà in un boomerang e i tuoi libri avranno un pubblicità gratuita tale che mai te la saresti potuta acquistare…
Che poi si sa, dire a qualcuno oggi di non leggere o vedere qualcosa perché “fa male” é il modo più sicuro per assicurarsi che lo faccia! 😝
Angela abbiamo avuto lo stesso pensiero con solo 4 minuti di scarto 😉
Mario: non è la prima volta che abbiamo lo stesso pensiero… Smack! 😀
Pingback: Chi ha paura in Francia di libri che parlano di famiglia e figli? | il blog di Costanza Miriano | Duc in altum
Sei fantastica! Da condividere!
Standing ovation!!!
Siamo tutti con te, grazie!
Uniti, restiamo uniti: nell ora di guardia e a Roma!
L’ha ribloggato su kos64.
#jesuisCostanza….e ho detto tutto😊
se bruci i libri sei un nazista. Se ne chiedi il ritiro per impedirne la lettura, sei un democratico progressista.
Dobbiamo prepararci ad un nuovo family day, laico, di popolo, contro chi vuole sferrare l’attacco ideologico finale contro la famiglia: dopo aver fatto di tutto per dividerla e chiuderla alla vita ora vogliono cancellarne perfino l’ontologia, l’essere l’unità padre-madre-figli, per chiamare famiglia qualsiasi tipo di sodalizio. Tutto è famiglia, quindi niente famiglia! Ebrei, cattolici, protestanti, musulmani, ‘marxisti ratzingeriani’, agnostici e non credenti,ma soprattutto: famiglie, e: popolo. Contro il potere neomalthusiano. Un cattolico laico non ha bisogno delle gerarchie per una battaglia laica, dove comunque testimonierà al suo prossimo la bellezza di Cristo e del sacramento del matrimonio offrendo una ipotesi di significato più grande, più vera, più bella di qualsiasi ideologia. Questo è il tempo dei laici, della Chiesa laica militante, come disse profeticamente Jean Guitton. Forza Mario, forza Costanza, forza Gianfranco, forza Kiko!
la realtà, Cara Costanza, è che ti sei messa in un bel pasticcio: ossia tu, con estremo tempismo, stai andando a difendere esattamente il bersaglio grosso che il demonio avrebbe, ha, aveva scelto in questa fase storica per attaccare la Santa Chiesa di Dio. Essi’, perché, il bersaglio oltre a non essere tu (questo è ovvio), non è, in fondo, neppure la Famiglia , ma il bersaglio si chiama Dio e la sua santa Chiesa. Come – pare – disse Maria a suor Lucia negli anni della sua vita monastica, negli ultimi tempi la battaglia finale sarà proprio contro la Famiglia. Di questo, credo (lo dico io ignavo e ai margini della mischia, mi rendo conto), puoi esultare e gioire, in senso evangelico. E andarne parecchio fiera. Oggi, come non mai in senso storico, difendere la famiglia significa semplicemente annunciare Gesù Cristo lui solo, morto e risorto per quelle persone ferite dal proprio peccato (e anche da quello altrui). Non vedo un’altra via attraverso la quale si possa difendere la famiglia e la sua ragionevolezza di essere. Prega per me che vedo agitarsi il demonio anche nella mia famiglia, pur se funziona la Grazia, ma che sofferenza…. (se un giorno ci conosceremo, potrò dire di più) Riguardo poi la mia ignavia: qualcosina si muove. In attesa di avere maggior zelo per desiderare e chiedere la forza di annunciare a chi mi sta intorno (quante persone, colleghi soli e disperati….) abbiamo fondato a dicembre il ns Comitato difendiamo I nostri Figli: si chiama Comitato del Tigullio DNF . Pare che presto andremo tutti a Roma , giusto…? un abbraccioGiuseppe Rabajoli Sestri Levante
Forza Costanza! Grazie a Dio ci sono donne come te! Siamo con te….
Non mi conosci, ma sono con te, più che mai
Carissima, ho un dubbio: Aleteia (che peraltro ti ospita in ben due post) può essere definito un “periodico femminile”?
http://it.aleteia.org/2016/01/05/6-cose-che-una-donna-non-deve-mai-fare-per-luomo-che-ama/
Notare il punto #3…
(Lo so, sono cattivo, e me ne pento ogni volta)
Anathema sit.
Le edizioni galliche dei due libri rispecchiano i più vieti pregiudizî di genere, con le copertine differenziate in rosa e azzurro a secondo del destinatario principale!
😀
Ironie a parte, articolo capolavoro, perché dice con delicatezza tutta muliebre quanto c’è da dire.
Il razzismo femminista ha fatto male agli uomini – ma davvero male – mai però quanto ne ha arrecato alle donne.
Con il corollario che pretendere le quote rosa nei parlamenti e nei CdA, dimenticandosi di inoltrare apposita domanda per le miniere, le piattaforme petrolifere e i campi di battaglia smaschera da subito il mandante… quello padre della menzogna e omicida fin dal principio, per intenderci…
Sursum corda.
Ciao.
Luigi
Ringraziamo la Francia e speriamo che ovunque tu sia perseguitata: da ogni martirio, anche letterario, nascono migliaia e migliaia di conversioni! Il martirio letterario di Costanza Miriano è carburante inesauribile per lo splendore della Verità! Un abbraccio!
Carissima Costanza,
grazie di cuore.. per tutto.
Sei nelle nostre preghiere.
Qui c’è tutto! Questo articolo deve essere stato scritto sotto ispirazione divina (e Pocket Coffee ça va sans dire…). Grazie e ancora grazie.
Guido, parliamo da uomo a uomo, di cose serie: soldi.
Le spese legali chi le paga?
Serve qualcosa?
Oh, beh, se è per questo anche da donna a uomo.
Brava brava
Cara Costanza,
comprendo che tu possa stupirti o essere perplessa di quanto sia successo in Francia.
Io ci vivo da 15 anni e “purtroppo” non mi meraviglio più. E’ il contrario che mi avrebbe sorpresa.
Bisogna vivere qui (e per tanti anni anche!) per cominciare, anche solo in parte, a capire le contraddizioni di questa cultura.
Comunque professare la propria fede cattolica qui é una bella sfida: molto interessante e paradossale per un Paese la cui storia, origini e radici son profondamente cristiane.
Sursum corda et vive la liberté, comunque e sempre.
Cara Costanza, sei proprio sulla strada giusta, per due motivi:
1) secondo Dio “beati voi quando vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di male…”
2) secondo il mondo: …. forse perché il fatto di vietare una cosa la rende ancora più attraente .. (magari è un’invenzione di qualche tuo fan per lanciare il successo strepitoso dei tuoi scritti anche in Francia”
… comunque un’amica stamattina proponeva la campagna “je suis Costanza Miriano”… alla quale aderiremmo volentieri.
Grande Costanza, siamo con te in questa battaglia, con l’affetto e la preghiera.
Elena
L’ha ribloggato su G blog.
L’ha ribloggato su l'ovvio e l'evidentee ha commentato:
…non c’è altro da aggiungere…
… Non smettere mai di scrivere Costanza… Tu dici quello che ognuno di noi sente dentro e lo scrivi con una umiltà e una saggezza impressionanti… E hai ragione… a loro basterebbe non comprarli i tuoi libri, ma è la verità che c’è dentro che non possono tollerare… Ringrazio il Signore che ti illumina e te che guardi avanti con coraggio. Siamo con te!!
Il cristiano è chiamato ad assomigliare a Gesù Cristo. Cominciare con l’essere rifiutato è un buon inizio. Tanti auguri Costanza.
…mi ricordo quando (sono abbastanza vecchio ) in Italia a qualcuno (non so chi) chiese il sequestro
del film “La dolce vita” !
Sempre è stato e sarà così persone che si scandalizzano e vorrebbero che si pigliassero provvedimenti, contro libri film commedie eccetra, e altre no.
non si sapeva? Interessa solo quando tocca ai nostri beniamini?
“non si sapeva?”
Cos’è, un goffo tentativo di fare umorismo?
“Interessa solo quando tocca ai nostri beniamini?”
No. Personalmente, a me interessa far presente che i benpensanti che cinquant’anni fa si scandalizzavano contro i reazionari della censura una volta andati al potere hanno iniziato a censurare a comodo loro. E che quindi è il caso di rispedirli a calci da dove sono arrivati.
…lucidissimo Fabrizio Giudici!
“…rispedirli a calci da dove sono arrivati” …e ricominciare con la vecchia buona censura di una volta, e così di seguito…
(che poi ogni censura funziona come ha sempre funzionato, cioè zero)
(salva tamen asseriscono, nella Corea del Nord)
(che bellezza sarebbe una bella Corea del nord Cattolica!)
Avendo tu poche idee e confuse, cerchi di colmare la lacuna con un senso dell’ironia che fa quasi sempre cilecca, oppure interpretando male quello che ti dicono. Quelli che verranno rispediti a calci sono coloro che hanno criticato la censura per imporre la propria.
…e ne verranno altri (scrivevo) (dopo quelli che verranno rispediti a calci) che vorranno imporre la loro, e di seguito.
(ah se solo potessi avere un briciolo del tuo cervello!)
E magari comanderanno per un po’, e poi verranno di nuovo rispediti a calci.
…proprio così!
Come cattolica mi sono sentita offesa da certe vignette di Charlie…ma come DONNA mi sento ancora più offesa da quanto scrivi qui, pur non avendo neppure mai sentito nominare i tuoi libri. Fin dalla più tenera età non ho mai sentito il bisogno di “usare il mio potere sul maschio in modo seduttivo per manipolarlo e controllarlo” , bensì il bisogno di entrare in un rapporto alla pari, contraddistinto dalla stima e dal rispetto reciproco; senza pretendere che i ragazzi fossero “pronti a morire per me” ma senza neppure sentirmi tenuta ad obbedire (i bambini obbediscono ai genitori;fra adulti si dialoga).Desidererei un figlio ma non mi sento una fattrice,e se non dovesse arrivare mi sentirei comunque realizzata nel mio essere Persona; nella mia famiglia, nel mio lavoro, fra i miei amici, molti dei quali uomini uomini che non manipolo,ma con cui mi confronto. E’ sbagliato comunque censurare dei libri, ma penso sia sbagliato anche inquadrare un’intera categoria in uno schema a mio parere assai limitante per poi stupirsi che tante donne si ribellino.
“Pur non avendo mai sentito nominare i tuoi libri”….e provare ADDIRITTURA a leggerli??? Troppo???
Infatti io ho commentato l’articolo,che mi basta e avanza…Esatto,leggere i libri x me sarebbe decisamente TROPPO
Non c’era bisogno che lo dicesse. Chi ha certezze non ha bisogno di controllarle, vero?
Purtroppo è vero…mi hai tolto le parole di bocca….
Ma davvero Maria? Ma tu pensa che se avessi letto magari i libri prima non avresti sicuramente scritto una parola di questo tuo commento. 😉
…gentile signora Maria, a parte il fatto che le consiglio di leggere i libri in questione prima di emettere sentenze lapidarie basate su due-righe-due di post, vorrei anche farle notare che – come ben sa chi ha letto i libri in questione – la storia delle “mogli che obbediscono” e dei “mariti che danno la vita per le mogli” non se l’è mica inventata la Miriano, ma la suggerisce addirittura San Paolo nella Lettera agli Efesini. Aggiungo che nella “sottomissione” così intesa non c’è niente di infantile e di bambinesco. Ma appunto, bisognerebbe aver letto… Saluti, cordialmente
“nella “sottomissione” così intesa non c’è niente di infantile ”
… e neanche niente di islamico, tanto per evitare altri fraintendimenti.
Anche molte donne islamiche affermano di sentirsi valorizzate dal proprio ruolo nell’Islam e addirittura dall’indossare il velo.Quindi non colgo il senso della tua affermazione….
“Anche molte donne islamiche affermano di sentirsi valorizzate dal proprio ruolo nell’Islam e addirittura dall’indossare il velo.”
Pero’per fortuna noi invece sappiamo gia’a priori che questo non può mai essere vero per nessuna donna, giusto?
Eh, dipende. Serracchiani docet.
Mai detto questo…Per molte donne sarà anche vero,per altre no.È la signora Costanza che ha generalizzato,io detesto le generalizzazioni
Mai detto questo..Per molte donne sarà così.. per altre no.È la signora Costanza che generalizza,non certo io
ah si? interessante, e dove esattamente viene generalizzato?
Nessuna sentenza lapidaria,ho soltanto espresso il mio personale disappunto x essere stata compresa,in quanto donna,nel discorso scritto in questo blog.È la signora Costanza che non ha formulato il suo pensiero come personale ma come verita’ assodata(se avesse messo un “A mio parere” o un “Secondo me..” non avrei avuto nulla da ridire) proprio come fa S.Paolo nell’epistola che citi.La differenza sta nel fatto che S.Paolo scrive in un’epoca purtroppo ancora maschilista,in cui un compromesso fra obbedienza femminile e dedizione maschile poneva già un freno allo strapotere maschile.Poi ci sono stati secoli di Storia che non si possono ignorare…
“Anche molte donne islamiche affermano di sentirsi valorizzate dal proprio ruolo nell’Islam e addirittura dall’indossare il velo.Quindi non colgo il senso della tua affermazione….”
Sì, mi sono reso conto che non hai colto… Il senso del mio commento è che il termine “sottomissione” è fondamentale nel cattolicesimo, ma ha un significato diverso rispetto a quello che ha nell’islam.
Per esempio, dal Catechismo:
“143 Con la fede l’uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà. Con tutto il suo essere l’uomo dà il proprio assenso a Dio rivelatore. 170 La Sacra Scrittura chiama « obbedienza della fede » questa risposta dell’uomo a Dio che rivela.”
“144 Obbedire (« ob-audire ») nella fede è sottomettersi liberamente alla parola ascoltata, perché la sua verità è garantita da Dio, il quale è la verità stessa. Il modello di questa obbedienza propostoci dalla Sacra Scrittura è Abramo. La Vergine Maria ne è la realizzazione più perfetta.”
Questo non è storicizzabile, perché è il Catechismo valido ancora oggi.
Entrambi a modello di Cristo Nostro Signore che
“pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì”
Ebrei 5,8
Guardate cosa dice questa capra! Pur di non ammettere che la loro politica migratoria è stata un fallimento che ci porterà alla rovina sono pronti ad affermare qualsiasi cosa!
Pinotti usa San Paolo per difendere l’islam “La Bibbia sottomette la donna”
http://www.ilgiornale.it/news/politica/pinotti-usa-bibbia-difendere-lislam-anche-bibbia-sottomette-1212101.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content=Pinotti+usa+San+Paolo+per+difendere+l%27islam+%22La+Bibbia+sottomette+la+donna%22+-+IlGiornale.it&utm_campaign=Facebook+Ghost
I dogmi sono validi ancora oggi…e non mi sembra che la sottomissione della donna all’uomo sia un dogma…
Non entro nel merito di come si possano conciliare fede cattolica e rigetto dell’insegnamento di san Paolo; questo oltrepassa le mie possibilità.
Sulla base della mia modesta esperienza, dico però che il tempo è galantuomo (lo so, è un’espressione sessista; motivo per cui mi piace oltremodo).
Vedremo perciò alla prima Colonia in terra italiana, quante femministe saranno così coerenti da non implorare la presenza di un uomo vicino, pur che sia disposto a morire per difenderle.
Per altro nessuno si stupisce che tanti, uomini come donne, si ribellino; essendo la ribellione il segno distintivo di Lucifero…
Ciao.
Luigi
Il fatto è che, in questo articolo politicamente scorretto di Blondet, è dimostrato perfettamente come abbiamo ammazzato il maschio buono che dovrebbe difenderci e proteggerci e rischiamo di rimanere vittime del maschio bestia. Dov’erano infatti in quella notte i cavalieri teutonici?
http://www.maurizioblondet.it/i-siriani-hanno-capito-lue-e-femmina/
Da leggere in relazione con questi altri due articoli: uno recente:
La prevalenza del maschio in molti paesi diventa rito di umiliazione per le donne
Tra i migranti arrivano in Europa soprattutto uomini soli. Che mettono in squilibrio il bene pubblico del rapporto tra sessi
http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/01/08/la-prevalenza-del-maschio-in-molti-paesi-diventa-rito-di-umiliazione-per-le-donne___1-v-136791-rubriche_c287.htm
E uno del 2007 ma attualissimo:
Il femminismo radicale spiana la strada all’immigrazione islamica (vedesi la sboldrina….)
http://www.miradouro.it/node/14639
“Dov’erano infatti in quella notte i cavalieri teutonici?”
Le ultime tracce dei Cavalieri Teutonici si perdono tra le brume del fiume Isonzo, un secolo fa, nei ranghi del K.u.K. Infanterie-Regiment nr. 4 “Hoch- und Deutchmeister”; uno dei soli cinque reggimenti della fanteria imperiale che avesse come insegna lo stendardo personale dell’Imperatore.
Poi è l’oblio.
I cavalieri (teutonici o meno che fossero) sono stati relegati nel ripostiglio delle cose rese inutili, quando non odiose, dai “secoli di Storia che non si possono ignorare” (cit.).
Se ne stanno a coprirsi di polvere, insieme ai giochi dei bimbi, ai sorrisi delle donne, alle albe sui monti, alle poesie mandate a memoria, al lavoro dei campi e ai concerti di Vivaldi.
Del resto a che servirebbero?
Le donne sono uguali agli uomini, secondo il dogma del politically correct; possono dunque arrangiarsi da sole, come ovviamente dimostrato dai fatti (hanno perfino scritto un libro per condannare il sessista e retrogrado “prima le donne e i bambini”).
Del tutto fuori luogo, perciò, domandarsi (come fatto dai Buttafuoco e dalle Magli) dove fossero gli uomini la notte sul primo gennaio…
“Quando ebbero sete d’amore intravisto come un volto, sfoderarono le spade. Ed ecco che piangevano di gioia accarezzando le spade. Nelle loro armi dimenticate, arrugginite, svilite vedevano come una virilità perduta, poiché soltanto le armi permettono all’uomo di creare il mondo. Questo fu il segnale della ribellione, la quale fu bella come un incendio. E morirono tutti da uomini!”
(da Antoine de Saint-Exupéry, “Cittadella”)
Buona domenica a tutti.
Luigi
Cara Maria ti consiglio di leggere i libri e poi commentarli, forse rimani della stessa idea #maancheno
Cara Costanza, abbaiano perché hanno paura. Sono frastornati, non hanno più punti di riferimento. Si attaccano alla bandiera del nulla. Sono assediati da belve feroci e credono che il nemico da combattere sia l’agnello. Ululano alla luna tutta la loro miseria.
Sei troppo forte Costanza, e sono troppo comiche le galline ( nel senso “femmine dei galli” 🙂 ), ma mi farebbe piacere firmare io stesso la petizione, anzi faccio un appello a tutti i tuoi sostenitori, cerchiamo il sito e firmiamo tutti.. facciamole diventare un milione di firme!! al ridicolo non c’è mai fine. Continua così!
Brava Costanza! Lo so che l’hanno già scritto, ma è la verità:brava e coraggiosa! … Non sei tutte noi, ma molte si!…
Questo è ciò che io chiamo παρρησία
Bravá bravà …..anche io non permetto ai miei alunni di fare ricerche utilizzando Wikipedia! Andiamo avanti
Bene! E possiamo sapere quale è la prossima nazione dove ti stai preparando a pubblicare? Perché, dico la verità, a leggere dello scompiglio provocato dai tuoi libri, ci sto prendendo gusto.
Pingback: Chi ha paura in Francia di libri che parlano di famiglia e figli? | Suore Francescane Alcantarine
Acquisterò il tuo libro, ma anche l altro; é un piacere leggerti.
Dio la illumini e la Madonna la protegga sempre, gentile e coraggiosissima Signora! Avanti così, non si stanchi!
Grazie carissima Costanza!
Pingback: Chi ha paura in Francia di libri che parlano di famiglia e figli? | Buseca ن!
“In Europa c’è grave limitazione della libertà di opinione. Non si dice: ciò che sostieni è falso. Si dice: questo non lo puoi sostenere! Non ci si chiede se sia vero o no, ma se sia politicamente corretto o meno. E ciò che è politicamente corretto lo decide chi ha il potere” (Robert Spaemann)
…perché? le varie censure non hanno sempre cercato di censurare quello che non gli andava bene a loro?
una donna o un uomo nudi erano “falsi”?
certo hanno sempre cercato di censurare quello che gli andava bene ma non volevano contemporaneamente pretendere di essere paladini delle libertà. E’ questa l’ipocrisia (o forse la schizofrenia) del mondo occidentale.
… e cioè la nostra ipocrisia! O noi non siamo occidentali? O siamo nel mondo occidentale, ma non siamo del mondo occidentale?
Non so cosa si intenda per “noi”… in ogni caso, diciamo che basta leggersi la “Quanta cura” e l’annesso “Sillabo” per comprendere l’inconciliabilità di fondo tra Occidente e Cattolicesimo.
Non è un giudizio, solo una semplice constatazione.
Ognuno poi scelga la sua parte, tanto Dio riconosce i suoi 😉
Ciao.
Luigi
Le parole di Spaemann rieccheggiano ciò che già aveva intuito il grande e malcompreso Alexis de Tocqueville:
“In America, la maggioranza traccia intorno all’opinione un cerchio formidabile. All’interno di questo limite lo scrittore è libero; ma guai a lui se osa varcarlo. Non già che abbia da temere un autodafè, ma è esposto a ripulse d’ogni genere e a persecuzioni quotidiane. La carriera politica gli è preclusa: egli ha offeso l’unica autorità che avrebbe la facoltà di aprirgliela. Gli viene negato tutto, anche la gloria. Prima di rendere pubbliche le sue idee credeva di avere sostenitori: ora che si è rivelato a tutti, gli pare di non averne più: chi lo biasima si esprime ad alta voce, mentre chi la pensa come lui, senza avere il suo coraggio tace e si allontana. Alla fine cede, si piega sotto gli sforzi quotidiani e rientra nel silenzio, come se provasse il rimorso di avere detto il vero”
Nessuno illuse mai un Giordano Bruno sulla liceità o meno di esprimere determinate idee.
Mentre oggi, in teoria, si può dire e fare qualsiasi cosa, salvo scoprire che se parole e azioni vanno in una certa direzione le cose sono moooolto più semplici…
Ciao.
Luigi
…se uno scrittore è uno scrittorucolo, non sarà mai perseguitato, ma gli scrittori più bravi e con la potenza “eversiva” (rispetto al pensiero dominante) della Miriano, lo saranno sempre avversati e messi al bando specialmente dalla massa degli scrittorucoli conformisti (cioè a dire tutti gli altri) per non parlare della impossibilità di fare carriera!
E’ sempre stato lo scotto che i grandi, almeno da vivi, hanno dovuto pagare alla “gente zotica e vil”:.
Occorre fiutare il vento e prendere quella direzione lì. Il che non fanno i cattolici (ovviamente)!
Quanti più cattolici (statisicamente) hanno dovuto lasciare il loro posto ai loro omologhi leccaculisti!
Salvo poi magari tutti convertirsi ai movimenti per la famiglia quando un domani tornasse comodo!
E così di seguito…
Involontariamente ti hanno fatto una bella pubblicità. Tieni duro Costanza. Io aspetto il prossimo libro. Grazie ancora.
Stefano
http://m.facebook.com/story.php?story_fbid=482378148615046&substory_index=0&id=456629424523252
Mi rendo conto di aver contribuito alla vivacità di questo blog con una voce di contrasto…e non era certo questo il mio intento…Quindi vi saluto,adios!
Secondo la petizione è nauseabonda e degradante l’affermazione che le donne siano “chiamate in modo particolare a custodire la vita” ?
Peggio per i miseri firmatari. Tu invece Costanza ti meriti una “Standing Ovulation” di tutte le tue lettrici, alla facciaccia loro…
Hai tutta la mia stima, per la verità ce l’hai dall’uscita del tuo primo libro, che alla fine diceva cose quasi banali, in quanto umanamente, addirittura biologicamente, ancor prima che cristianamente, coerenti (se mai, a tratti quasi femminista, ma d’altronde sei pur sempre di parte, no?).
Ma erano “ovvietà” che pochi avevano avuto il coraggio di dire, Il perché lo hai capito sulla tua pelle. E queste assurde reazioni dimostrano purtroppo quanto molta parte di questo nostro mondo si sia non solo allontanata dalla spiritualità, ma abbia continuato a decadere superando anche il limite dell’umanità fino ad arrivare a voler sconvolgere anche la biologia (lgbtxy?).
In altre parole, Costanza, la tua era acqua fresca, ma buttata su un substrato di (s)odio ha provocato una reazione violenta quanto chimicamente prevedibile.
Una reazione che ti ha portato, penso tuo malgrado, a voler tentare una soluzione (tampone) quale quella del secondo libro, non sentito, non necessario, non voluto… ma dovuto. Qui mi hai perso dei punti, ma ti capisco. Era un tentativo, che il caso della Francia ha dimostrato poco efficace.
Ragazzi… dopo l’ultima ignobile vignetta di CH (di cui parla il Washington Post, poi penso arriveranno anche i giornali italiani) ho idea che saranno ben pochi a dirsi CH… Che in realtà già quattro gatti erano rimasti, ma riuscivano a metter su qualche teatrino commemorativo per fare un po’ di fuffa. Non vedo l’ora di leggere i commenti di Hollande e Valls domani.
Quelli un pelino più attenti e meno supinamente succubi del pensiero imposto sapevano già quali schifezze pubblicasse CH anche prima dell’attentato. Per questo già all’indomani proclamavo, insieme a pochi altri, io NON sono charlie
Sì, ho seguito la cosa con attenzione, sin dall’anno scorso. Quello che cambia, secondo me, è che andranno in tilt gli stessi progressisti, nel momento in cui vengono toccate corde sacre per loro. Traparentesi, CH già è stato scaricato, nei mesi scorsi, da ampi settori di aficionados, anche se più per vigliaccheria che altro. Ora seguirà la consueta pantomima di chi è duro e puro sino in fondo, portata al parossismo.
Pingback: Qui a peur de livres sur la famille et les enfants? | il blog di Costanza Miriano
Che poi non ho mai capito perché un vocabolo tanto bello come illuminare sia stato appioppato ad una corrente filosofico-umanistica così intrippata. Voglio dire,questa è una mente illuminata, la mente che ha il dono di farti scrivere cose che toccano il centro di un qualche organo nel nostro petto, e ci pongono interrogativi, e ci fanno intravedere la stessa luce. Perciò grazie, ancora. E poi, non so, ma io più vedo video sulla maternità surrogata, più vedo spot e fiction con donne libere di amare a tutte le ore chi gli pare cambiando partner a super velocità, che manco lo show dei record, più vedo gente agitarsi in piazza per cause come quella per il ritiro dei tuoi libri, più provo una tenerezza infinita. Non so per quale motivo, non so sulla base di quale area associativa della mia corteccia cerebrale, ma io guardo loro che si strapazzano tanto per qualcosa in cui evidentemente credono, e vedo tanti piccoli, ingenui bambini, che urlano e strepitano e si congestionano fino alle lacrime per un capriccio assurdo ( tipo comprare il cono gelato da 5€ 9 gusti, in inverno, o mettere i doposci per andare a scuola) perché è il loro desiderio, vogliono quello, ne sono convinti, senza vedersi realizzati nel bisogno di fare infattibile si sentono persi, potrebbero morirne. E così vediamo approvata la legge sull’utero in affitto, e così capita di vedere a maggio, senza costrutto logico apparente, una bimbetta che corre con i doposci. Loro chiedono, e qualcuno (un po’ per sfinimento, un po’ perché fa comodo) dà. E sarebbero tutti contenti. Ma non è così, e i genitori più stoici e fighi che conosco me l’insegnano. Perché dietro quel capriccio, dietro quella protesta sgolata, c’è un bisogno altro. Di amore, di ascolto, di guarire una ferita, di sentirsi considerati, accettati, pensati. E perciò io davvero, ho un’immensa tenerezza per tutto questo delirio che ci circonda, e spero ci sia un Padre davvero tanto amorevole da perdonarci tutti, e darci non ciò che chiediamo, ma ciò di cui abbiamo bisogno.
ça y est! I tuoi libri in francese sono finalmente chez moi…accanto a quelli in italiano. Vivo con mio marito e otto figli in Francia, da sette anni e mezzo, là dove il Signore ha voluto per noi. I libri en français sono il regalo di un carissimo fratello che dall’Italia ci sostiene nella “lotta”, e che sapeva bene che sarei andata subito a comprarli, ma non ha voluto farmi rischiare di non trovarli più in libreria. Li ho voluti avere per due motivi: perché in questo “regime” laico in cui siamo immersi quotidianamente qui, nel “totalitarismo” travestito da tolleranza col quale ogni giorno i nostri figli devono fare i conti a scuola ( se non ci credete andate a leggere, anche e soprattutto tra le righe, i programmi didattici…ma basterebbe semplicemente un mese di scuola qui per capirlo!), la censura contro i cattolici è l’attacco più sfacciato alla liberté égalité fraternité (per dirla con parole loro).
Il secondo motivo è che…morivo dalla voglia di leggerti in francese, per vedere se riuscivo a “sentire” la tua voce tra le righe, come quando leggo in italiano. Beh…i traduttori sono stati super, ma alcune cose citazioni tue sono tipicamente italiane, nello spirito e nell’intenzione e…sono felice di essere italiana!
Grazie per quello che fai…che Dio benedica te e la tua famiglia!
Ps: sai perché secondo me non hanno voluto i tuoi libri? perché un francese è “toujours supérieur” e già solo il fatto di vedere scritto ” sois soumise” o “meur pour…” in copertina li fa inorridire!!!