Quello che le donne non dicono

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di Costanza Miriano

Qualche tempo fa mi ha chiamato fra Pasqualino. Non mi ricordo bene di lui, ma mi conquista subito, perché la telefonata esordisce con “prego spesso la tua preghiera…” Mi inorgoglisco. Finalmente qualcuno scopre e valorizza le mie doti di mistica (il fatto che appena mi metto nel mio angoletto a pregare mi addormenti, la sera, non le inficia assolutamente, quella è estasi, non sonno). “Ah, e quale sarebbe la mia preghiera”. “Signore, ti chiedo la pace nel mondo e delle cosce toniche”. Ecco, io non ricordavo di averla mai formulata, ma comunque sono d’accordo con me: mi sembrano due richieste essenziali.

Sarà per questo che mi dispongo benevolmente all’ascolto, e dico incautamente di sì alla proposta pazza che mi fa Fra Pasqualino. E così finisce che il 30 gennaio dovrò parlare a un incontro organizzato ad assisi dai Frati minori a un consesso di soli uomini che si riuniranno per discutere di sesso, unica donna ammessa. Il mio intervento si chiamerà “Quello che le donne non dicono”.

Il problema è questo: io non so se ci sia qualcosa che le donne non dicono, ed è per questo che scrivo qui, sul blog, nella speranza che le donne che vorranno avere pietà verso di me, o che siano interessate a far arrivare agli uomini dei messaggi me ne scrivano, o tra i commenti o alla mail del blog (prometto se richiesto l’anonimato più totale).

Io personalmente credo di dire anche troppo a mio marito sul tema, la mancanza di comunicazione non è il mio problema, ma gradirei conferme. Credo casomai possa essere degli uomini, il problema del silenzio, ma di questo parlerà, già lo so, meravigliosamente, il mio amico Roberto Marchesini, autore tra l’altro del fondamentale libro “Quello che gli uomini non dicono”.

La mia idea del sesso e degli uomini è questa: che gli uomini pensano al sesso in modo molto diverso dalle donne, più spesso e con modalità di funzionamento diverse. L’eccitazione maschile passa dallo sguardo, per questo è importante la mia crociata contro le mutande ascellari lanciata anche dai microfoni di Radio Maria, e benedetta anche dal Cardinal Bagnasco. È molto importante curare il nostro aspetto nell’intimità, e anche imparare a tacere a volte: non c’è niente di meno erotico che andare a letto e mettersi a parlare della rata del mutuo, dei figli da accompagnare, delle consegne in scadenza. Per quello ci sono altri luoghi e momenti. Ma queste alla fine non sono neanche le indicazioni più importanti.

Quella proprio fondamentale è questa: credo che un uomo soprattutto desideri sentirsi accolto. Non giudicato, non criticato, non continuamente “brontolato”, e neanche, orrore, sopportato. Quanto a noi donne, è fondamentale stimare un uomo: mentre l’eccitazione maschile passa dalla vista, quella femminile dal cuore… Si dice che le donne guardino i film porno solo per vedere se alla fine si sposano. Scherzo, ovviamente. Io non ne ho mai guardati, e non perché sia brava, ma perché davvero non è questa la nostra modalità di funzionamento, se siamo donne “ricompattate” nelle nostre contraddizioni.

Una donna quindi non può essere trascurata tutto il giorno, e poi sedotta all’ultimo minuto. Mi dispiace, lo so, siamo un po’ pesanti, ma siamo fatte così. Abbiamo bisogno di stimare la persona che abbiamo accanto, e di sentirci stimate da lui. Di vedere gesti di servizio, di vedere che provvede a noi e alla nostra prole. Se siamo nella fiducia totale, possiamo lasciarci andare. A volte gli uomini non si accorgono neanche di quanti siano i piccoli gesti con cui feriscono le donne, le disattenzioni, le incurie, le rispostacce, le dimenticanze. Può succedere allora che tante donne si ritirino dalla relazione, magari senza tanto clamore, con stanchezza, un po’ per l’abitudine, spesso perché sono arrivati dei figli che assorbono tutte le energie e che trasformano l’amante in mamma al cento per cento. E così entrambi smettono di parlare il linguaggio del sesso: è difficile a volte dire chi abbia cominciato prima, se lui trascurando il bisogno di condivisione di lei, oppure chiudendosi nelle sue ferite, smettendo di chiedere, smettendo di stimare, smettendo di accogliere.

Ci sono poi tantissime altre cose che vorrei dire. Soprattutto che credo che in un rapporto sessuale che funzioni sia necessaria la generosità, cioè fare attenzione ai gusti e ai bisogni dell’altro. Credo che serva dedicare del tempo, magari anche creando diversivi alla routine (un posto o un orario che cambiano, uno scherzo, un regalo), credo molte altre cose che un po’ mi imbarazza dire, un po’ devo ancora puntualizzare prima dell’incontro… Aspetto le vostre risposte (soprattutto quelle femminili). Grazie!!!!

144 pensieri su “Quello che le donne non dicono

  1. blue bet

    Ma che Dio ti benedica Costanza! A te è stato fatto il dono di dire cose impegnative con un linguaggio leggero…e certo non ti farà mancare il Suo sostegno quel giorno.

  2. Io penso che lei e sulla viva di santita’. Solo, se le aggrada e certamente lo sa, il tempo propizio per la nostra salvezza e’ ora. Quanto ce n’e’ concesso non lo sappiamo, ma ci fu detto siate sempre preparati perche’ non sapete quando lo Sposo arriva=essere in stato di grazia. Buon Natale, Paul

  3. Rita

    Credo che noi donne abbiamo innato il dono della comunicazione, a volte accade però che dopo tanti anni di tentativi andati a vuoto o quasi, dopo tante ripetizioni, una donna cominci a sentirsi inascoltata, di conseguenza non rispettata, amata, valorizzata, poi a sera arriva lui e si ricorda magicamente che esistiamo, possibilmente nella versione mogliettina sexi. Accade come tu hai giustamente osservato che preferiamo dedicarci a chi si accorge di noi, quasi sempre i figli finché anno 12 anni…o alle amiche dalle quali ti senti ascoltata e capita. Ma poi , allora cosa ti sei sposata a fare ? Allora riprovi perché ci credi e lo desideri con tutto il cuore, il dialogo, la capacità di comprendersi, dura per un po’…poi quelle per lui impercettibili, quasi inesistenti disattenzioni ( ” chi io ? Ma tu esageri ! Vedi problemi dove non ci sono !”) tornano alla carica ed ogni volta ti privano di un po’ di energia, capita che allora noi donne cominciamo a stare zitte, pensiamo così di accogliere ed accettare lui per quello che è, ma è realmente così? Se la nostra anima ci suggerisce il contrario prima o poi dovremo farci i conti.ciao Costanza .

    1. Anonimo 69

      Si, ma che c’entra la foto di Mel Gibson (che non mi piace nè come attore nè come regista), con le osservazioni della sig.ra Miriano? A69

      1. Giusi

        Perchè girò un film: quello che le donne non dicono dove interpretava un uomo che aveva il dono di leggere nel pensiero delle donne. Questo nel film lo portò ad amarle e a rispettarle di più, succedesse nella realtà non saprei…..

      2. elisa

        Perché è la scena del suo film “quello che le donne non dicono” (titolo originale “What Women want”).
        Un po’ di elasticità mentale non fa mai male….

  4. Condivido quello che leggo e mi è capitato anche con il tuo libro di fare un’analisi di “celo celo manca” tra i comportamenti. Prima la stima reciproca, la condivisione, l’attenzione. Mi sento fortunata nella mia relazione e probabilmente siamo anche entrambi bravi, perché attenti all’altro. E’ anche vero che il dialogo, la comunicazione, la capacità di fare richieste ed offerte sono fondamentali per costruire una comunicazione leale anche in quell’ambito. Amare la propria insicurezza, dichiararla all’altro, e vivere il sesso come una relazione che ha dei bisogno specifici che, prima di essere fisici, sono emotivi. Mi piacerebbe ascoltare quell’incontro per soli uomini, ci sarà un riassunto, un elenco puntato, un estratto..? Ad ogni modo, in bocca al lupo per il 30.

  5. giusef

    Interessante disamina. È molto vero nell’uomo la componente visiva è fondamentale, mentre nella donna la seduzione è più mentale. Detto questo, ritengo che in una coppia si smetta di parlare il linguaggio del sesso quando lo decide la donna. Generalmente ciò accade con la nascita del primo figlio. E se per un certo periodo (diciamo almeno 6 – 12 mesi) è giusta e fisiologica l’astinenza, dopo diventa più problematica e più si protrae nel tempo più sarà complicato riprendere questo linguaggio. Infatti, se per l’uomo non vi è alcun problema nell’interpretare il ruolo di padre e di amante, per la donna è molto difficile incarnare questo dualismo e inevitabilmente sceglierà l’istinto più potente, ossia la maternità. È una scelta inconsapevole, quasi naturale. Ed è una così naturale ed inconscia che porta la donna a considerare il compagno che “ci prova” come un porco qualsiasi, denigrando il suo desiderio ed umiliandolo: “pensi sempre solo a quello!!”. Una volta un sacerdote si notò come da temp non sentiva nelle confessioni da parte delle donne il peccato di aver negato il debito coniugale, a riprova del fatto che per la donna, una volta madre, negarlo è cosa naturale. Ciò è pericoloso, perché se l’astinenza non è condivisa come percorso di amore vissuto nella castità coniugale, l’uomo inevitabilmente volgerà il suo sguardo da un’altra parte. Ricordo una vecchia zia (saggezza popolare) che diceva sempre che se uno ha fame arriva a casa trova la dispensa vuota, inevitabilmente andrà all’osteria.

    1. giusef

      Di contro l’uomo dovrebbe imparare a non trattare la donna come oggetto del proprio piacere, ma come complemento di sé (bellissima in questo senso l’immagine biblica della creazione di Eva)

  6. Marcello Teofilatto

    Articolo interessante, come sempre. Si dice che i romanzi Harmony siano per le donne quello che il porno è per l’uomo. 🙂 Per Anonimo 69: la foto di Mel Gibson credo sia stata scelta perché ha fatto un film (“What Women Want”), nel quale il protagonista, in seguito a uno shock, riesce a capire cosa vogliono le donne. E’ una divertente commedia che ti consiglio, anche se l’attore non ti piace.

  7. Carla

    L’amore coniugale funziona se si mantiene un ritmo, come una danza.
    Lui sopporta, contro natura, di allevare i figli però deve essere motivato a restare, solleticando il suo lato maschile.
    Sono d’accordo con la vecchia zia; al languorino si resiste ma alla fame no!
    Un uomo santo può sopportare l’astinenza ma si intristisce moltissimo.
    Io ho fatto corsi per i fidanzati e ho sempre suggerito, riguardo al ritmo della vita coniugale, il ritmo della genesi: sei giorni lavori ma il settimo è per il riposo e dedicarsi reciprocamente a far felice l’altro.
    Ognuno troverà il suo stile ma non dobbiamo rinunciare alla nostra vocazione, cioè donarsi all’altro senza riserve. Chiudete a chiave la porta!
    I figli non subiranno danni permanenti, anzi avranno due genitori che si amano!

    1. Luigi

      Leggo:
      “Lui sopporta, contro natura, di allevare i figli”

      Ma per favore… addirittura la crescita e formazione dei figli sarebbe un comportamento contro natura per un uomo?!?

      Ciao.
      Luigi

      1. giusef

        Beh naturalmente l’uomo è poligamo. Per l’uomo è innaturale rimanere accanto alla medesima donna x tutta la vita (tanto che richiede la grazia del sacramento)

        1. Luigi

          A Giusef: forse – spero! – ho capito male.

          Ma stai sostenendo che Santa Romana Chiesa avrebbe avallato un comportamento contro natura?
          Perché la frase di partenza non lascia adito a dubbio: “Lui sopporta, contro natura, di allevare i figli”… e non serve cambiare i termini del discorso con il tema “poligamia”.

          L’istinto paterno è connaturato all’uomo come quello materno alla donna.
          Che poi il peccato porti entrambi ad allontanarsi da questa natura è un fatto; da qui la “necessità” dei munera sovrannaturali.

          Ciao.
          Luigi

          1. giusef

            No non è che allevare figli sia contro natura. Rimanere con la stessa donna lo è. Tanto che gli sposi per mantenersi fedeli necessitano della grazia sacramentale. A fronte della dichiarazione di indissolubilità persino gli apostoli si scandalizzano ed affermano che “non conviene sposarsi”.

      2. Paul Candiago

        Signor Luigi, Buon Natale. Non la voglio capire. Che bei ricordi aver sudato una vita di dedicazione per allevare i figli formarli, educarli, farli Uomini/Donne il piu’ bel dono che la mia vocazione matrimoniale mi ha dato come frutto del mio matrimonio cristiano dove il sacrificio giornaliero non e’ mai stato ” contro natura” ma atto d’Amore per un fine cosi’ grande e nobile. Sia chiaro questa la mia vita, di quella di altri no comment. Paul

  8. Luigi

    Premessa la grandezza di Mel Gibson sia come attore – fin dai tempi di “Mad Max” e dello struggente “Gli anni spezzati” – sia come regista, per cui la foto (immagino tratta da “What women want”) ci sta più che bene; premesso ciò mi permetto una piccola, modestissima osservazione, relativa al tema “luci rosse”.

    Nemmeno gli uomini funzionano così, quando sono “ricompattati”.
    Immagino sia difficile da credere; ma anche questo è solamente un caposaldo di quella subdola forma di razzismo che è il femminismo.

    Purtroppo vige questa “leggenda nera”, per cui gli esseri umani di sesso maschile non sarebbero altro che un’accolita di – se mi è concessa la schiettezza – porci psicopatici, dediti solo al vizio, alla crapula e alla prevaricazione nei confronti della una volta detta “altra metà del cielo” (e già questa definizione mi classificherebbe come “sessista”; nonché omofobo, etc.).

    Negativo.
    Dimenticate che un uomo consapevole di sè e del mondo si dia alla visione di simili oscenità; allo stesso modo per cui dovreste dimenticare la leggenda per cui gli uomini, nelle donne, siano colpiti prima di ogni altro particolare dalle “forme”.

    Sono gli uomini “scissi”, coloro che declinano solo il lato zoologico di sè, a tenere particolari comportamenti; così come sono le donne non consapevoli di sè a praticare l’aborto, asfissiando la loro vera natura, che porta inscritta la maternità nel suo codice interno.

    Ciao.
    Luigi

    1. Complimenti Luigi: mi hai tolto le parole di bocca. Non tutti gli uomini sono bestie, e quelli che non lo sono hanno bisogno di una fortissima personalità (certamente non scissa e quindi sottomessa al pensiero dominante) per non cambiare e allo stesso tempo non farsi emarginare.

  9. Federico Fugnoli

    Ciao Cost! Bellissimo articolo come sempre… Mi intrufolo, sono uomo… Quello che le donne non dicono = quello che gli uomini non capiscono! Voi donne comunicate a 360 gradi in continuazione, con silenzi, parole, non verbale, paraverbale, gesti, ecc….tutto con dei doppi/tripli significati, intrecci, riferimenti, allusioni…. ma il nostro filtro biologico, strutturale,.. riesce solo a captare l’1% del vostro esprimervi, quando va bene! Per voi dite tanto, ma dal nostro punto di vista percepiamo il nulla…. Così poi arrivate alle parole e all’essere esplicite (col nostro linguaggio) come ultima spiaggia!! Noi ovviamente dovremmo imparare a leggervi di più….è un percorso…ma si può imparare.. (quante ne potrei dire a me e a tutti i miei amici uomini!!), voi dovreste imparare a considerarci meno femmine e più ‘cerebrolesi’…siamo dei poveracci che capiamo poco… verbalizzateci i messaggi, con calma, scandendo le parole, con dolcezza…. oppure fateci dei disegni… A volte non basterà una volta… Esprimere i vostri bisogni e farvi bisognose anche nelle più piccole cose non costa nulla, anzi ne saremmo fieri! Questo affascina! Quello che hai scritto nel tuo secondo libro vale sempre: gli uomini sono disposti a dare la vita perché attratti dalla bellezza che vedono nella propria donna… La cosa più importante che deve fare una donna più di tutto è essere bella, fuori, dentro…affascinare…sedurre il proprio uomo…il che non vuol dire essere perfette ma nella propria debolezza far sentire all’uomo che avete accanto che lui vi può sostenere, vi può rendere felici….avete bisogno di lui…..fiducia….dare fiducia, sempre!
    Federico Fugnoli

    1. Luigi

      No, per favore 🙂

      Adesso pure “cerebrolesi” soltanto perché, avvicinandosi a un mondo – quello femminile – che non è il loro, gli uomini manifestano una certa (tenera) goffaggine?

      Quindi, per converso, si devono trattare le donne da “cerebrolese” perché, accostandosi a un mondo che non è il loro (quello maschile) manifestano un’analoga, tenera, goffaggine?

      Ciao.
      Luigi

      1. Paul Candiago

        Signor Luigi speriamo che con il tempo esca dalla sua mentalita’ e cultura e veda la donna per quello che e’ in tutta la sua dignita’ e capacita’ eguaglianza sociale. Non le do nessuna colpa per come vede la donna: riflette una formazione secolare sbagliata che ha relegato storicamente la donna alla “cucina” e l’ha tenuta ignorante solo perche’ donna, ma non dovrebbe essere stato cosi’ . Storia e’ storia non si puo’ cambiare, ma far vivere tutte le donne nel loro mondo e nel mondo contemporaneo e’ sempre tardi per farlo. Abbiamo estremaente bisogno della donna al nostro fianco come compagna in dignita’ e totale partecipazione sociale e non di serve “schiave” di tradizioni di sfruttamento e servitu’ come ancora vige in moltissimi aspetti nel nostro Paese. Paul

        1. Luigi

          Bontà divina… ora pure la fesseria – con rispetto parlando – della “formazione secolare sbagliata che ha relegato storicamente la donna alla “cucina” e l’ha tenuta ignorante solo perche’ donna, ma non dovrebbe essere stato così”.

          Tranquillizzati, Paul: non è mia intenzione lasciare le donne in cucina e nell’ignoranza 😀

          Soltanto riaffermo la mia dignità, per cui non mi va di essere trattato da “cerebroleso” solo perché – fuori dal mio mondo – non sono così “sveglio”.
          Cosa che, del resto, succede – lo ripeto – anche alle donne fuori dal loro, di mondo.

          O davvero pensi, come temo altri, che solo le donne lanciano messaggi non compresi?

          Ciao.
          Luigi

          1. @Luigi, tutti lanciamo messaggi che restano incompresi, perché tutti abbiamo la presunzione di credere che siano sempre comprensibili e che gli altri debbano agire di conseguenza 😉

            1. Luigi

              Ovviamente Bariom.
              È proprio quello che sostengo. Nessuno è sempre efficace nella comunicazione, non per questo è una specie di minus habens.

              O, per dirla terra terra, come insegna Costanza gli uomini non vedono il barattolo delle olive in frigorifero; ma poi le donne non si accorgono un capo di selvaggina nemmeno se ci mettono su i piedi.
              Oh, non ci sono doppi sensi nell’esempio 🙂

              Ecco, forse – se un errore maschile può trovarsi – è che negli ultimi decenni gli uomini hanno frequentato un po’ troppo i frigoriferi e un po’ troppo poco i campi e i boschi.
              Opinione mia, sia chiaro.

              Ciao.
              Luigi

            2. Paul Candiago

              Alla Bacheca del:

              Signor Bariom alla sincerita’ del suo scirvere ci credo ad occhi chiusi. Veda se puo traslare in realta’ che il Territorio Nazionale reproduce praticamente a tutti i livellli formativi la prova che sigilli una volte per tutti che esiste parita’ di educazione scolastica/accademica/universitaria nel Sistema Istituzionale Statale uguale per entrambi i sessi da Tre Palle Sodrio a Marsala Sicilia (che fanno anche buona marsala).(Correva l’anno 2015) Good luck=buona fortuna . Cordiali Saluti, Paul

              1. Caro Signor Paul, lei mi titola di poteri che non ho, come il traslare il realtà ecc. ecc.
                Per di più mi perdonerà ma mi sfugge il nesso tra il mio commento e ciò che mi propone…
                Buona giornata e che il Signore l’accompagni.

          2. Paul Candiago

            Signor Luigi, abbiamo le Donne che abbiamo prodotto avendole lasciate/negata l’educazione come ai “maschi”: lascandole ingoranti e assoggettandole ad una vita al nostro torna conto. Ora, piu’ indietro di altre societa’ di 200 anni, cominciamo a dirci mea culpa, cosa abbiamo combinato a non capire il potenziale e valore della donna al nostro fianco come una dignita’pari/libera secondo sua natura e non una servente per non dire “schiava”. Se mi sbaglio la colpa e solo e tutta mia. Codiali saluti, Paul

  10. Luciana

    Quello che andrai a fare è delicatissimo. Quello che le donne o gli uomini non dicono è meglio che non lo dicano e quando lo dicono siano sempre sotto i influsso dello Spirito Santo. Pace bene

  11. Lalla

    L’uomo devirilizzato non aiuta il desiderio della donna. Le donne che lo vogliono casalingo, materno (apposta non ho scritto paterno), sensibile e tutto il bla bla odierno…poi non si ritrovano un uomo desiderabile, magari anche avendo accanto un uomo bellissimo. In più, magari non ne riconoscono o rispettano nemmeno più l’autorevolezza in questioni familiari, lavorative, sociali…Non parlo di casi estremi, ma di uno stillicidio nel quotidiano di tutte le coppie del nostro tempo, una lenta e magari inconscia perdita di stima, e quindi di desiderio. Il rischio c’è per tutti, perché è un’erosione lenta dei ruoli e, a lungo andare, della tensione sessuale, che quasi si assorbe per osmosi dalla società se non si fa attenzione.
    Un atteggiamento alla “sposati e sii sottomessa” e “sposala e muori per lei” è il più salutare per il sesso. Alla faccia di tutte le possibili teorie e terapie.

  12. Lucia

    La cartina al tornasole è “il dopo”: quando hai ottenuto quello che vuoi, uomo, che fai? Attenzione perché la donna ha memoria lunga e conserva nel cuore i gesti di tenerezza ricevuti nella gratuità e nella riconoscenza, molto più di quelli ottenuti sull’onda della passione. E qualche piccolo sforzo di comunicazione non guasterebbe. Una volta ho chiesto a mio marito di dirmi qualcosa di dolce e lui se ne è uscito con la più classica delle battute: zucchero. Ovviamente mi sono astenuta dal domandare oltre.

  13. Giusi

    A mio avviso quello che “attizza” veramente una donna è il modo di comportarsi dell’uomo. Per quanto riguarda il sesso sono d’accordo con l’insegnamento del mio vecchio professore di liceo, bravissimo, che faceva vivere gli autori sotto i nostri occhi con le sue spiegazioni, felicemente sposato e con una carrellata di figli. Quando arrivò ad Ovidio disse: Ovidio scrisse l’ars amatoria. Come se ci fosse bisogno di insegnarla. Punto.

  14. Bruno Rossi

    L’uomo impara a conoscere la sua sessualità attraverso la sessualità della donna, e non viceversa. Da un punto di vista del “segno”, infatti, il sesso maschile è una rappresentazione imperfetta del significato della sessualità, esso si completa solo nell’unione con la donna, di per sé invece è qualcosa di esterno che sembra indicare un’alienazione della persona nell’oggetto. Il sesso femminile invece è nascosto, intimo, segreto, protetto da un pudore “oggettivo”, e tutto il corpo della donna diventa, per questo, qualcosa “che avvolge” il suo sesso (anche per questo, di riflesso, tutto il “visibile”, del sesso femminile, diventa indirettamente tutto il corpo), e costringe il sesso dell’uomo ad essere avvolto nello stesso modo e così a ricevere lo stesso significato interiore e personale che ha nella donna, per natura; l’uomo che così conquista e “possiede” la donna, in verità è vinto e sottomesso (come la Grecia conquistata dai Romani). C’è come una compenetrazione tra il sesso femminile e tutto il corpo della donna. Questo fa sì che conseguentemente a tale intrinsecità si passi da quel nascondimento originario ad una esposizione “fragile” di sé affidata al solo rispetto dell’altro sesso, il corpo della donna infatti avendo un tale significato manifesta al di fuori una possibilità di fraintendimento dal quale invece l’uomo apparentemente è più difeso, proprio perché il sesso maschile è “esposto” e quasi appendice al corpo, esso stesso decentra dal corpo maschile la sessualità e il suo significato, e ciò (come possibilità negativa) permette all’uomo di non avvedersi (almeno come tentazione) del significato teologico dell’unione sessuale e di viverla come una “distrazione da sé”. Per la donna invece il suo stesso sesso le indica la sua interiorità, il suo essere persona, il suo cuore, proprio nello stesso “luogo”, fisico e semantico, dove crescerà il bambino, quasi a suggellare ancora una volta “oggettivamente” tale significato spirituale. L’uomo è messo in crisi dalla bellezza e dalla attrattiva della donna perché essa suscita anche nell’animo più brutale e superficiale il senso di una profondità nuova, ma anche antica, “originaria” che l’uomo riscopre con un senso indefinibile di mistero qualcosa che è più vicino alla nostalgia che ad un desiderio fisico-biologico, e qui in questo carattere quasi nostalgico (non per un passato perduto ma per un “lontano” presente di sé a se stesso) e in questa forma di epifania, e di attesa, attesa di resurrezione (nel senso esistenziale, etico, spirituale), egli si innamora e scopre il senso profondo della sua sessualità. Ma a questo punto se non aspetta se non sa aspettare tutto svanisce di colpo e si banalizza, ritornando indietro, conformandosi alla sua sessualità incompleta e potenzialmente alienata. Perché quando si scopre questo senso profondo della relazionalità uomo-donna si scopre anche che essa è come un alibi, qualcosa che sta al posto di un’altra, ma non è una semplice metafora perché più intrinseco della metafora, è una rappresentazione che però ripete e rende visibile davvero la realtà da cui è superata e da cui è significata, quasi come un’azione liturgica. Ecco perché la scoperta, anche da parte di quell’uomo brutale e superficiale, sconvolge. Quell’uomo si stupisce che ora che è innamorato “non vuole più portarla a letto”, e allo stesso tempo vuole farlo per uscire dallo “stallo” e normalizzare la coscienza. Quando lo fa si accorge di non aver ottenuto ciò che voleva (e allora cercherà altre esperienze intestardendosi come i topi di Skinner nel “comportamento coatto”), in un vicolo chiuso e disperato. Ma può anche retrocedere, auto-criticarsi e recuperare l’inizio della via da cui si è allontanato per percorrerne un‘altra che lo porta al riferimento ultimo del suo desiderio più profondo: Dio.

  15. Bell’argomento… che coinvolge due diverse psicologie che si approcciano a più temi e tematiche passando anche per la sessualità.

    Spesso Costanza ne ha parlato (delle due diverse psicologie), nel suo modo ironico ma vero e si potrebbe partire anche solo dall’approccio a come si vive la “casa” per arrivare poi al “talamo” (nuziale possibilmente).

    Ma per restare a bomba e per la mia esperienza e ad una educazione alla sessualità che fosse condivisione e reciproca donazione, formatasi proprio nel Matrimonio, potrei dire che è pur vero che la sessualità maschile parte da stimoli molto sensoriali, la vista, il tatto (non per forza in chiave erotica), l’udito (vogliamo escludere quello che una moglie può sussurrare o meno al marito), ma anche il ricordo, la fantasia, una “pulsione del cuore” più che di altri organi e in questo direi potremmo trovare un comune sentire con la donna.

    Poi, proprio perché l’uomo fa l’esperienza di essere “accolto” nell’amore fisico che la donna gli dona, entrano in gioco spinte che apparentemente non si identificano come “spinta erotica”, ma che non necessariamente debbono essere tali o assolutamente necessarie, nell’atto coniugale.
    Sto parlando della “conferma fisica” (potrei definirla così) dell’essere appunto amato, accolto, confortato, rassicurato e perdonato(!)

    Forse queste sono le cose “che gli uomini non dicono”, perché non amano rivelare i propri sentimenti profondi, quando questi poi li mostrano in uno staro di debolezza (o almeno questo l’uomo pensa di sé).
    La necessità di sentirsi confortati e confermati nella propria mascolinità che passa anche dal rapporto fisico, ma va oltre… Confermati come l’unico uomo che la moglie, desidera e ama, desidera e accetta, desidera e appunto accoglie.
    Rassicurati quando magari per le umane vicende, tutto il resto sembra mettere in dubbio le loro capacità, il riconoscimento della loro figura, magari di capo famiglia o altro anche al di fuori dell’ambito famigliare.
    Insomma il sapere che, indipendentemente da quel che succede al di fuori della coppia, per tua Moglie, tu resti il migliore… l’unico.

    E’ in fondo una porzione tangibile di quell’Amore di Dio, che solo può bastare all’uomo (e alla donna), per sentire che la tua vita ha un senso… quell’Amore che dice al nostro spirito: “tu vali, per me sei unico, sei l’amato e io ti amo così come sei!. Non cambierei nulla di te.”

    L’atto coniugale, che diviene sigillo, esperienza concreta di questo “ti amo, perciò mi dono totalmente a te”, ha in questo e nella sua relazione con il Divino, un che di mistico… l’orgasmo come l’estasi (e spero nessuno si scandalizzi).

    Quello che le donne non dicono, al di là del come arrivino a desiderare anch’esse la conferma “tangibile” di questo nella sessualità, è forse una cosa tanto diversa?
    Lo chiedo a voi donne… a me verrebbe da dire di no.
    A volte quello che non dicono, per stare su un piano più prosaico, è che anche loro sono suscettibile e soggette a stimoli più visivi ed eroticamente tangibili, quasi che riconoscere il loro questo aspetto più mascolino, facesse di loro delle “poco di buono”, delle “predatrici”…

    Vero è anche che per una donna, sono molteplici i fattori che possono spingere la sessualità in una zona di quasi limbo dimenticato.
    Della gravidanza e del post gravidanza già si è detto, e questa è situazione per l’uomo più facilmente comprensibile, dove la “rinuncia” (che di per sé non c’è motivo sia protratta per lunghissimo tempo) può essere compensata dal partecipare del nuovo evento, ma altre dinamiche di tipo spiccatamente psicologico possono incidere pesantemente.
    E’ stato detto giustamente che la donna vive la sessualità, come culmine di una affettività, di un amore, che necessità essere confermato PRIMA dell’atto coniugale: “mi dono a te, perché sento quanto mi ami…”. E siccome questo “quanto mi ami”, per la donna passa spesso per tanti piccoli gesti, piccole attenzioni che non sono propriamente connaturali all’uomo (alcuni più, altri meno – io ahimè sono uno di quelli meno-meno), ecco che le cose si complicano. Ed infatti, sia per situazioni banali, sia per altre decisamente più serie, la donna è generalmente la prima che si sottrae alla “comunione sessuale”.
    Questo diviene un problema, perché spesso è il modo con cui la donna, fa pagare all’uomo i suoi errori (veri o presunti).
    Banalmente il marito che ha “messo su il muso” alla moglie, capitolerà in ben poco tempo alle avances della moglie, ma NON ESISTE che possa accadere il contrario! 😐 😉
    E’ per questo che ho accennato anche all’aspetto del perdono (vale ovviamente in entrambi i sensi) e non c’è modo migliore di visibilizzare il perdono nella coppia, del “fare l’amore” dopo una seria litigata o un tempo di rottura della comunione.

    Le donne hanno tra gli altri, un serio compito in questa sfera del vivere la sessualità nel Matrimonio: quello di educare il marito all’uscire da sé, ad uscire e maturare la propria “genitalità”, dalla tendenza al possesso, dalla naturale inclinazione (parliamo sempre della natura decaduta che conosciamo e sperimentiamo) alla poligamia o sarebbe meglio dire poliginia. Chi agisce principalmente in questo è ovviamente lo Spirito Santo, il serio cammino di conversione, il Sacramento, ma la donna ne diviene importante strumento.
    Hanno la responsabilità (magari mi si dirà che da uomo “tiro l’acqua al mio mulino”) di non protrarre per troppo tempo il negarsi al proprio marito, specie se per questioni di “conflitto”, perché così facendo lo espongono alle tentazioni e al modo al vivere la sessualità non elevata dallo Spirito, che li relega alla sfera dell’Eros venendo a mancare l’Agapè (così come per il consacrato sarà impossibile vivere la castità se verrà a mancare il suo intimo rapporto con Dio).

    Quindi al Marito, allo sposo che rimane? “Solo” dare la propria vita per la Moglie… come Cristo per la Sua Chiesa.

    1. Perdonate la lunghezza e anche la ripetizione di concetti già ben espressi qui sopra da Bruno (mentre io ero impegnato nelle mie elucubrazioni…) 😐

      1. Paul Candiago

        Culturismo speriamo che a corpo sano corrisponda mente sano e stato di grazia. Mia opinione non dateci peso se vivete/mo come le saggie Vergini che sapevano di non perdere il treno : ma cerano i treni a quei tempi non mi ricordo che si. Paul

        1. D’altronde non mi pare che fosse un “treno” quello che aspettavano (o forse che sì…)
          Fare la metafora della metafora può portare ad un “deragliamento”, caro Paul 😉

      1. Paul Candiago

        Signori Ola e Bariom, qualita’ pregiata di proteine catechetiche per l’aiuto al cammino verso la santita’ e il prossomo santo Natale: medicina spirituale per l’Avvento. Paul

        P.S.: si trova nei codici e vangeli la parola psicologia o l’equivalente non e’ mai troppo tardi perche’ mi aggiorni. (speriamo che psicologia non abbia preso il posto di coscienza)

        1. Caro sig. Paul, non crede sia Dio che ci abbia fatti creature dotate anche di una psicologia che indagata oggi con la luce catechetica che illumina la coscienza, può di molto aiutare l’Uomo nel suo cammino di conversione e nel rapporto con gli altri?
          Vogliamo allora parlare anche di medicina? O dovremmo continuare a chiamare “carri” le nostre autovetture?
          Eppure se le nostre autovetture ci portano più speditamente laddove possiamo compiere la Volontà di Dio, benedetto Dio, il Suo Nome …e le nostre autovetture 😉

          1. Paul Candiago

            Signor Bariom devo dire che questa volta il suo scrivere sa di buon sale sano da non calpestare sotto i piedi. Non solo, ma come diceva in un suo scritto, sante persone=dottori della Chiesa per l’aiuto delle anime. Con queste esplosioni giornaliere di persone/ecclesiastici per l’aiuto delle anime abbiamo perso la catechisi della Chiesa per il fai da te morale interpretando con questi superbi aiuti spirituali di ogni erba un fascio la via all’apostasia che diventa sempre piu’ generale ( profezie che si avverano). Ripetendomi le chiese sono vuote. Si pensa di sapere molto=razionalismo e intanto questa volta non solo si perde il treno ma la vera Fede. Paul

            1. Che dire sig. Paul… a forza di dai e dai, a volte ci si prendere.
              Certo che se è lei l’ago della bilancia, l’impresa sembra piuttosto ardua 🙂

              1. Paul Candiago

                Signor Bariom, altro che ago, doppio ago: ago elettronico e anche lui soggetto alla Legge la quale non e’ mia opinone o interpretazione ma ci e’ stata Rivelata cosi’ com’e’

                . Quando il diavolo mi mette dubbi ci sono fonti di ortodossia catechetica secondo santa romana Chiesa che mi informano, spiegano da che parte la bilancia elettronica della mia coscienza cambia i numeri. ……Girando pagina: …ma allora Santa Monica non ha capito nulla del matrimonio?….dimenticavo, oggi uomini e donne sono differenti, cambiati fisicamente, moralmente, diversi nel pensare il bene e il male per cui la Legge deve essere letta in codice binario: i vecchi numeri da 1a 10,troppi comandamenti, per l’era moderna 0 e 1 batstano: 0=Ama adora Dio, 1=Ama il prossimo tuo come te stesso. Come vediamo l’interface fra i due sistemi produce gli stessi risultati . A noi non prendere queste “trasformazioni” razionali e adattarle in modo sbagliato alla vera Fede che non accetta algoritmi. A risentirci, Paul

                1. “…ma allora Santa Monica non ha capito nulla del matrimonio?”

                  E chi dice il contrario?
                  E quindi? Io o altri qui dovremmo parlare sempre e solo con le parole di Santa Monica, o solo con quelle del Catechismo?

                  Io o altri qui, illuminati dalla Grazia di stato che il Signore ci concede attraverso il Sacramento della Sua Chiesa, chiamati al Matrimonio per Vocazione e ai quali è donato come strumento di santificazione, non possiamo aver capito nulla del Matrimonio e quindi ogni nostro discorso e vano e vacuo?

                  Perché è questo che io colgo dal tenore dei suoi continui commenti…

                  1. Paul Candiago

                    Signor Bariom, e bravo comincia a vederci chiaro, se non fosse per Catechesi di Fede da parte della Chiesa il suo scrivere e quello di tanti altri diventerebbe la base per una vita di confusione e di dubbio a pie sospinto( cercheranno la Parola e non la troveranno). A ogni Legge/Rivelazione divina un se e un ma, a ogni precetto forse che si forse che no, ad ogni situazione vado a destra o vado a sinistra. No luce, no Verita’ assoluta, no principio no fine , no Io sono l’alfa e l’omega: solo penombre, relativismo, razionalismo, umanesimo: cosa ci sia venuto poi Cristo a fare su questa terra a perfezionare la legge se tanto mi da tanto?. (aggiungo a santa Monica anche la miriade di santi/martiri che non hanno capito niente del Mondo per voler servire/adorare Dio secodo la Sua Legge). Come sempre chi legge il libro alla giusta maniera e chi alla rovescia: avranno occhi e orecchie e non capiranno …a noi scegliere: evviva il libero arbitrio? Paul.

                    1. Sig. Paul, mi permetta contraddirla.

                      Lei scrive: “aggiungo a Santa Monica anche la miriade di santi/martiri che non hanno capito niente del Mondo per voler servire/adorare Dio secondo la Sua Legge”.
                      Io invece penso proprio che tanti (ma direi tutti) i Santi e Martiri che hanno scelto di “servire/adorare Dio secondo la Sua Legge”, hanno capito più loro del Mondo che tutti gli altri supposti sapienti del Mondo.

                      Piccola notazione sul modo di porsi in un commento (forse è sempre un problema di lingua e di grammatica diversa), ma esordire con un “e bravo comincia a vederci chiaro”, suona un po’ presuntuoso e presuppone che colui a cui lei si rivolge, sino ad ora (o sino al precedente commento) non ci vedesse chiaro affatto e che lei lo sottolinei vedendoci chiaro da molto prima dell’interlocutore.
                      Ora questo può anche essere e può essere per la mia persona, ma questo modo di porsi risulta quanto meno fastidioso e chi non fosse dotato di un minimo di umiltà, potrebbe giustamente risponderle: “ma chi è lei per dire se ci vedevo chiaro o meno prima o se ci vedo più o meno chiaro adesso?!”

                      Spero almeno in questo di essere stato chiaro 😉

                    2. Paul Candiago

                      Signor Bariom, non io dico questo e la sua stessa fede/dottirna glielo dice. Io insignificante portavoce di cio che sa e lei deve confermare a se stesso ed evangelizzare altri perche’ lei, io ed e tutti gl’altri cristiani cattolici siamo parte viva ed operante del corpo mistico di Cristo nella nostra funzione reale di partecipanti alla Chiesa Pellegrina. Il mio dire/scrivere solo assecondare/proclamare la Sua dottrina/Catechesi della Chiesa Cattolica come obbligo battesimale di tutti noi. Lo scrivere solo una penna spuntata : ma il concetto e’ sempre quello di unissino di vivere, praticare e compiacersi con chi lo condivide e non direttamente o indirettamente annebbiare la Luce della Rivelazione con convoluzioni mentali e sofismi. Paul

                      P.S.: Non distilli parola per parola, pensiero per pensiero: beva di buon gusto un saporito bicchier di vino nostano sano e naturale fa sempre bene al corpo e rallegra lo spirito.

    2. Caro Bariom, sottoscrivo al 100%. E credo che per una donna dovrebbe essere confortante sapere di avere questo potere nei nostri confronti… il potere di mettere una pietra sul passato che in molti casi risolve le situazioni più complicate. Ma lo vogliono usare? Molte, credo di no. La vivono come una sconfitta, un cedimento, più che un potere. Peccato.

    1. Beh, sai Alvise, bisogna vedere quale il suo piano di “funzionamento” e soprattutto quale è per l’appunto la sua “funzione” 😉

  16. Bariom:

    …mi riferivo specialmente alla banalità della prosa contemporanea (la quale è lo specchio della nostra pochezza mentale) (forse l’inizio di tutto fu Chesterton?)

  17. Emanuela

    Come sempre hai già detto tutto.. Un pensiero che mi è talvolta balenato, e che il tuo accenno al porno mi ricorda, è proprio relativo a un approccio ” pornografico” alla sessualità coniugale. Intendo con questo riferirmi a una sessualità frettolosa, malamente influenzata dai suddetti film, spesso scuola dei giovani e quindi retaggio degli adulti, priva di ascolto del linguaggio del corpo, e non solo, dell’altro. Uno spunto che poi ti butto lì è relativo alla , a quanto pare diffusa tra le donne quanto pessima per entrambi, abitudine a fingere il piacere. Rientra in quel concerto di ” tollerare ritirandosi” che hai espresso? Lascio a te le riflessioni e spero di leggerle presto sul tuo blog!
    E.B.

  18. Per un tempo di “5000” anni come hanno vissuto gli antenati della nostra razza umana senza sapere di che sesso erano, ma oggi noi educati e a grande avanzamento intellettuale AD 2015, glielo diremo noi cosa significa essere uomo e donna. Spiace pensare che tante generazioni siano vissute senza sapere a che sesso appartenevano o come comportarsi per il sesso a cui appartenevano…epprure hanno sempre avuto famiglie e figliato e prodotto civilizzazioni. Va tu a capire cosa cerchiamo di sapere a come Madre Natura di fa nascere fra le due meraviglise possibilita’ di maschio e femmina. Buon Natale : “concepirai un figlio maschio ….” Paul

    1. @Sig Paul, forse anche secolo fa almeno di che sesso erano lo sapevano (direi meglio di oggi) e figliare non è che ci volesse una gran “scienza”…
      Lei non crede che soprattutto gli uomini lo vivessero (non tutti s’intende) in modo più “animale” e che le donne per lo più fossero oggetto e possesso dell’uomo?
      Ma per lei, soprattutto oggi, pare che il parlarne e parlarne in una chiave spirituale, sia superfluo… Sempre secondo la logica “parliamo solo di Dottrina Cattolica e relativo Catechismo che tutto il resto é superfluo…”
      Come se il parlare qui di ciò di cui si sta parlando, dalla sana Dottrina e dal Catechismo di Santa Romana Chiesa, fosse così distante e non piuttosto il suo incarnarsi in ogni aspetto della vita concreta.

        1. Paul Candiago

          Gentile Signora Valenia, penso converra’ con me che chi ci ha creato sa darci un “manuale”=Rivelazione per uomini/ donne che funziona in modo sovrabbandondante in tutti gli aspetti e casi della sua /e creature. Saremo bestemmiatori solo a pensare che Dio ha fatto principi e principesse difettosi. Il Suo modo di vedere le creature non il nostro limitato modo di vedere (come il cielo e’ al di sopra di noi cosi’ i suoi pensieri sono al di sopra dei nostri) e nonostante ci si provi da sempre e’ sempre una vista/indagine/ curiosita’ molto piccola, superba e limitatissima per comprendere il “fare” divino…ecc. Buon Natale. Paul

  19. medicialberto

    Cara Costanza, permettimi di “alleggerire” un po’ questa dotta discussione con una “massima” cinese:

    “Dice il saggio:

    Donna pensale bianco, dile gligio e volele nelo;
    Uomo pensa patata, dice patata e vuole patata”.

    Potrebbe essere un buon esordio alla relazione dei frati… 😉

    In realtà, sembra scema, ma contiene più di una verità: la donna è capace di pensieri e parole diverse, di comportamenti che, alla mente semplice (e animale, dite voi donne e tutto sommato vi dò ragione) dell’uomo risulta del tutto incomprensibile. Ecco, partendo dalle differenze forse si è sulla strada giusta per disarmarsi di preseunzione e, con umiltà, provare a mettersi un pochino anche nei panni dell’altro.

    Buona conferenza!!!!

  20. Signor Bariom, mettiamo come cornice di dottrinaCristiana, da sempre e per sempre volute da Dio e perfezionata da Cristo, purezza e modestia del corpo/pensieri/ comportamento come virtu’ a vita per onorare il tempio dello Spirito Santo di cui renderemo conto a Dio. Progredisca sempre conoscenza, scienza ed aiuto anche nel campo della intima relazione umana includendo catechesi Cristiana su tutti gli aspetti del nostro essere maschile e femminile e il “saranno una sola carne”. Le regole del “gioco’ non le ho stabilite io ma chi ci ha creato e confermate, sotto tutti i punti di vista,con la Rivelazione, che continua sotto l’educazione nel Magisterio Ufficiale della Chiesa. No trucchi, no aggiornamenti, accomodamenti, no razionalismo, no teologia di liberazione o altre fandonie/sporcherie dell’ ordine del giorno: solo purezza di cuore, di corpo, di azione sia personale di compagnia e societa’: ovviamente secondo il nostro stato di lecito ed illecito, di santo e mondano, di vita virtuosa o peccaminosa. ( Mi rifersco a Cristiani Cattolici..per altri credi, religioni no comment…) Siamo in questo mondo, in modo molto temporaneo, a servire ed adorare Dio secondo la sua Legge: chi la fa sua e chi pensa a modo suo di come gli piace vivere la sua “carne”. Paul

    1. E siamo d’accordo sig. Paul, ma mi sfugge il nesso tra il senso del suo primo commento delle 20:15, il mio dio risposta e questo suo secondo…

      Ma fa lo stesso… sarà il solito problema di lingua-grammatica-strumento.

      Buona Festa dell’Immacolata sig. Paul, che se tutti vivessimo come Maria, avremmo meno problemi spirituali, mentali ed anche pratici, nella “carne” come nello spirito

      1. Paul Candiago

        Signor Bariom, telepatia cristiana la penso come lei …nella mia vita mi dico sempre: la Santissima Vergine come si sarebbe comportata…? Chi capisce il significato di aiuto al momento della necessita’ si affida alla Madre Celeste per un aiuto a mantenerci puri e casti… Paul

  21. Signor Medicialberto,la mia esperienza di vita mi dice che alla moltitudine di persone: uomini/donne, usando solo a titolo di generalizzazione, sono superficiali..corrisponde anche una minoranza da entrambi i sessi di persone che sono riflessive,conpunte, saggie indipendentemente da chi sono nel impasto sociale o la loro posizione. Come lei sa sta a noi “trovare il tesoro” che non sta solo nella reazione dei sensi di fronte alla mutua attrazione, qualsiasi essa sia, ma richiede una “costruzione” spirituale e reale piu’ profonda che sara’ il cemento e legame a una relazione duratura. Amicizie vanno e vengono, ma quando si parla di legami di tipo famiglia “certi giochi e’ meglio non giocarli sotto tutti i punti di vista: “ne va della vita” e ne abbiamo una sola da vivere. Penso non piacia a nessuno inoltrarsi nella vecchiaia e dirsi con moltisssssima segretezza a se stesso ho fallito/ho rovinato la mia vita. Buon Natale. Paul

  22. Non ho il tempo di leggere gli altri commenti, quindi forse ciò che aggiungo è stato già detto. Dopo dieci anni di matrimonio, considerando un figlio che non dorme mai e una relazione coniugale piena di litigi, il rapporto sessuale arriva ad avere le sue difficoltà. Non il rapporto in sè, ma ciò che lo crea, lo genera, lo nutre. E qui si capisce che sono una donna……..Noi donne si resta, come lei ha già detto, donne-mogli-madri anche nell’intimità, ma soprattutto si resta donne ferite e stanche. Difficile lasciarsi andare. Ma anche lui resta uomo-marito-padre, solo che diviene amante più in fretta, e a volte….ha proprio ragione! L’intimità è un dono immenso che il matrimonio ha e che la vita talvolta svaluta o appesantisce. Ma è un dono prezioso, perchè è un momento in cui si può tornare ad essere quelle ragazze innamorate e fisicamente felici che eravamo spesso qualche anno fà ;-). Quando la stanchezza o la tristezza rendono difficile avvicinarsi fisicamente, per noi diviene prezioso il gioco. Non fraintenda, parlo di gioco e non giochetti secondo me perversi……Il corpo di lui torna ad essere tenero, e dalla tenerezza si passa al divertimento, al desiderio, a quelle carezze che trasformano un corpo conosciuto in una meraviglia. Nell’amare il corpo del mio lui io amo lui, uomo appesantito dalla vita ma ammirabile, e mio, fisicamente mio. Devo ricordarmi di amarlo, quando si avvicina e non vorrei, perchè per lui l’amore fisico è più facilmente realizzabile, ma dopo…dopo, come ne sono felice anch’io! E poi, non è anche questo l’amore? Lasciarsi andare perchè si perdona i propri errori e i suoi, perchè anche se faccio fatica a perdonare nel momento dell’intimità è al corpo che devo dare spazio ed importanza, e un pò meno a pensieri e fatiche. Perchè è questo che è, in fondo, il rapporto sessuale nel matrimonio: amore “mentale” incarnato, realizzato; è preghiera coniugale vissuta nella tenerezza, è amore donato attraverso poesia fisica, è gioco prezioso. Ce n’è bisogno, perchè è una forma d’amore che placa, sazia, riempie, nutre la nostra autostima e il nostro tenero legame a volte ferito. Il rapporto sessuale talvolta è amore là dove ci sono ferite e sentimenti difficili, o anche solo annullante stanchezza; allora diviene amore salvifico, amore fisico che sana l’animo. Ammettiamolo senza timore, ricordando il Cantico dei Cantici: il rapporto sessuale è santificazione del corpo.

    1. Lalla

      L’ho letto solo oggi. Complimenti! Hai detto tutto, e con quale delicatezza e partecipazione!

  23. Ne ho parlato con mio marito.
    Secondo lui mi lascio andare quando mi sento “avvolta”, e ha ragione. Mi prendo cura di mille cose e dei bambini per tutto il giorno. Quando lui mi manda il messaggio “ci penso io a te”, aiutandomi coi bambini con le faccende e poi a letto, beh… È irresistibile. Mi dà un luogo, un momento, in cui non devo difendermi, non devo pensare, non devo preoccuparmi. È riposante. Ed è vero che è impegnativo e un po’ intellettuale. Quello che le donne non dicono ma che desiderano forse è proprio questo: prenditi cura di me!
    Al contrario, mi smonta se fa qualche casino, o se è distratto da qualcosa che per me è una scemata (per esempio al pc). Mi sento insicura, non protetta, vado in allerta su tutto il resto e mi spengo su quel lato lì.
    Un’altra occasione che mi accende è quando lo vedo scoraggiato o preoccupato. Perché non sono una gran crocerossina, ma so che io e solo io ho il “potere” di alleviare i suoi pensieri. Mi piace esercitare questo potere e farlo stare bene. E mi piace che sia una cosa esclusiva fra di noi, solo nostra. Viceversa, quando io sono presa da qualche cosa che mi preoccupa, o che mi impegna molto, le sue proposte in questo senso mi irritano e le trovo fuori luogo. “Sai pensare solo a quello?” È una frase che le donne dicono tanto, tanto…
    “Siamo così, dolcemente complicate…”
    Ps: grazie dell’occasione con mio marito ;-P

    1. “Sai pensare solo a quello?” È una frase che le donne dicono tanto, tanto…

      E che mortifica l’uomo… tanto tanto… 😐 😉

      1. Paul Candiago

        I sensi e I loro tradimenti quanto sono solo senzazioni e lo spirituale non ha vita. Evviva la liberta’ evviva o peccato per i risultati di un matrimonio solo di senzazioni. Paul

      2. La diciamo troppo, lo ammetto! Ecco forse peró a nostra discolpa, se gli uomini affinassero un attimo la tecnica e fossero più accorti sui tempi, aiuterebbe a non farci sbottare così ;-P

        1. Cara polliceverdolino, non per polemica ma per un divertito (quanto inutile direbbe il caro sig. Paul) scambio di battute, io in più di 22 anni di esperienza matrimoniale penso le “tecniche” di averle provate tutte :-D, ma non ne esiste una che funzioni per ogni occasione (di certo così non ci si annoia).

          Tornando al supposto pensiero monotematico dell’uomo, si sa che la donna è più spiccatamente multitasking, ma il problema sta proprio nel fatto che quando il “pensi solo a quello” (a che altro dovrei in quel momento se a “quello” penso??) si scontra con il “sto pensando a tutte le altre cose che ho da fare” (e o è troppo tardi o è troppo presto, o è troppo caldo o è troppo freddo, ecc. ecc.), ne deriva che una miriade di altre cose sono più importanti dell’amore con tuo marito…

          E questo è un po’ avvilente, non trovi? 🙂

          Ovviamente qui stiamo su di un piano ben più banale (o forse no) rispetto il non cogliere i sentimenti della propria moglie, che magari poco prima sono stati feriti, anche se inconsapevolmente.

          1. Veramente io mi riferivo ai momenti in cui certe proposte sono proprio fuori luogo, fuori contesto, fuori dall’orizzonte, e credo che su questo ogni marito debba lavorare con la propria moglie, ma ci siamo capiti.

  24. Sara

    Io mi stupisco ancora (dopo 11 anni di fidanzamento e 13 di matrimonio ) quando verbalmente io e mio marito discutiamo e minimamente mi ferisce lui alla sera o già il giorno dopo mi “cerca” . Io non sono così meccanica, anzi come ha detto lei noi donne siamo cuore,passione.. Io mi ritraggo, mi passa la poesia! Si innesta un circolo vizioso ancor più pericoloso poiche mio marito neanche si rende conto di aver urtato i miei sentimenti…e pensa di essere rifiutato.
    È un tema molto delicato ma importante …grazie

    1. Anonimo 69

      Osservazioni tutte interessanti. C’è da dire che, in effetti, l’elemento esteriore e puramente estetico, nel giudizio dell’uomo, riguardo alla donna, ha un peso maggiore che nell’immaginario femminino. Ho visto donne molto belle attratte da uomini brutti che, però, esse giudicavano “affascinati ed interessanti”.
      Questo è vero, in linea generale, perchè, anche la bellezza maschile, nel primo approccio e nel breve periodo, ha il suo peso.
      Ricordo che, all’università ero diventato un po’ amico di un mio collega studente, bellissimo e col fisico atletico, e notavo che le studentesse gli correvano dietro. Poi naturalmente si trattava di infatuazioni destinate a non durare, comunque, nell’immediato, anche la bellezza maschile conta.

      @ Luigi
      ovviamente io NEGO la grandezza di M. Gibson sia come attore sia come regista (“come persona”, poi, non ne parliamo nemmeno!). A69

      PS: riguardo alle “infatuazioni” di cui ho scritto sopra, mi è venuta in mente una battuta di W. Thackeray (mi pare), che così recita: “L’unica differenza fra un capriccio ed un’eterna passione e che il primo, di solito, dura un po’ di più”.

      1. Thelonious

        @A69: non per difendere Mel Gibson, ma per curiosità, a te piace qualcosa di diverso dal gusto “radical-chic”?
        Nel senso: Mel Gibson no, Guareschi fa pietà, gli scrittori e studiosi che siano quelli diversi dal suddetto mainstream non sarebbero all’altezza, eccetera… ho notato che hai questo atteggiamento di “puzza sotto il naso” un pò di frequente.
        Ti chiedo: questa puzza sotto il naso sei sicuro che non ti sia stata indotta?.
        Perché a volte l’indottrinamento è talmente pervasivo (soprattutto per le persone intelligenti quale tu senz’altro sei) che il nostro istinto culturale si modifica, e allora si ritiene istintivamente “fastidioso” qualcosa o qualcuno solo perché questo fastidio ci viene imposto…pensaci e un caro saluto.

          1. Giusi

            Ma anche chi se ne frega? La foto di Mel Gibson è stata messa là perché ha girato un film in tema. Dare dei giudizi sulle persone basandosi sul gossip poi….. Forse legge Novella 2000, mi pare in linea con le battute di Tiberio Murgia.

        1. Anonimo 69

          @ Theloniuos

          beh a me piacciono i classici: la grande letteratura francese, inclese, russa ecc., mi piace la grande musica di Rossini, Beethoven, Haydn, Wagner, Donizetti, Bellini ecc. (ma NON le opere veriste di Puccini e Mascagni, di cui pur riconosco l’importanza). Guareschi non mi piace, però Leo Longanesi, cjhe pure era di destra, si.
          Apprezzo gli storici cattolici come Cardini, quelli seriamente revisionisti come Cobban, Furet, (in ordine alla Rivoluzione francese),e altresì Kamen ed Henningsen (in ordine all’inquisizione).
          No, apprezzo anche anche le opere di chi non la pensa come me, purchè ne cònstati l’afflato scientifico, l’analisi problematica della realtà, ma diffido degli apologeti (anche se anticattolici come KH Deschner)
          Come fai a dire che ho la puzza sotto il naso? In campo cinematografico amo la commedia all’italiana e non disdegno nemmeno Alvaro Vitali e Tiberio Murgia. Mi pare, dunque……..?! A69

  25. Lalla

    Oltre a “Prenditi cura di me” aggiungerei “Guardami!”. Alle donne piace essere guardate, sapere di piacere. Come a volte noi donne, sbagliando, ci dimentichiamo di essere al meglio per il nostro uomo, talvolta gli uomini, sbagliando, si dimenticano di guardarci, di farci sapere che ci stanno guardando e di dirci che quello che vedono gli piace…molto!

    1. Paul Candiago

      Dettagli e bricciole ma molto lontani dalla sostanza per una vocazione matrimoniale, per quanto validi riguardo la donna o l’uomo, ma ci dovrebbero ben piu’ sonstanziosi ideali/valori per sposarsi per una vita. Paul

      1. Lalla

        La vocazione matrimoniale si porta avanti giorno dopo giorno dopo giorno con gesti molto reali e concreti.

      2. Anonimo 69

        Ha ragione senor Candiago, per una vita in comune ci vogliono basi più solide che la semplice attrazione fisica.

        In un certo senso, lei riprende una battuta di “ferribbotte” il personaggio siculo de “I soliti ignoti” (quello sì un grande film di un grande regista, altro che M. Gibson!); orbene “ferribbotte”, interpretato dall’indimenticabile Tiberio Murgia, ad un certo punto dice: “Fimmina piccante, pigghiala per amante, fimmina cuciniera, pigghiala per mugghiera” (femmina piccante, pigliala per amante, femmina cuoca, pigliala per moglie).A69

        1. Giusi

          La fiera delle banalità. Ecco un uomo che parla come te rappresenta la negazione dell’eros.

          1. Anonimo 69

            No, non fraintendetemi, la mia era una battuta scherzosa in risposta a Paul Candiago. Il sesso nell’ambito del matrimonio (almeno fino a quando i coniugi, non sono anziani) conta, non lo nego di certo. A69

          2. Paul Candiago

            Gentile Signora Lalla, nel matrimonio tutto fa “brodo” . Per capire che tipo di brodo e’ necessario tutte le spiegazioni sono date nel libro di Tobia e nulla e’ cambiato o puo’ cambiare per una persona di fede cristiana cattolica, per altri credi e appartenenenze religiose come al solito no comment. Paul ..ah Buon Natale

    2. Giusi

      ” La donna non ha autorità sul proprio corpo, ma l’ha il marito; e parimenti il marito non ha autorità sul proprio corpo, ma l’ha la moglie”
      Non l’ha detto né Maometto, né Kant, né Voltaire, né Marx, né Gino Strada.
      L’ha detto San Paolo (I Corinti, 7) e fonda l’uguaglianza tra uomo e donna nell’amore reciproco e nel comune amore per Dio.

    3. Luigi

      Mi permetto una pacata osservazione a partire da questo commento di Lalla, con la speranza di non essere ripreso da Paul perché voglio far tornare le donne a “pizzi e crinoline” 🙂

      Una cosa di cui ci si accorge ogni giorno, semplicemente passeggiando per le vie di una qualsiasi media città italiana, è la terrificante decadenza dei costumi.
      Non intendo quelli morali – altrettanto evidente, comunque, anche questa decadenza – ma proprio di quelli materiali, di vestiti e atteggiamenti.

      Donne che vestono sempre a lutto, il viso contrassegnato da un broncio perenne; dimentiche come un sorriso abbia su un uomo più potere di un metro quadro di carne esposta.
      Indumenti che spesso hanno la femminilità di una tuta da meccanico dopo un giorno di officina.
      Occhiali da sole sempre e dovunque, anche alle 10 di sera nella più fitta nebbia padana.
      Salvo poi lamentarsi con un trito “non ci sono più gli uomini di una volta” se qualcuno si presenta a un appuntamento con maglietta e pantaloni stazzonati.

      La evidente de-virilizzazione di molti uomini va insomma di pari passo con la evidente de-muliebrizzazione di molte donne.

      Ciao.
      Luigi

      1. Il dimenticato e vetusto “charme” (che può essere anche maschile ma era tipicamente femminile).
        Un fascino femminile che non ha bisogno appunto di esporre la “mercanzia” al vento… che il corpo (come ci ricordava Giusi attraverso San Paolo) è anch’esso per Dio e per il nostro Sposo/Sposa.

      2. Giusi

        Vero. Le donne non sono più donne e gli uomini non sono più uomini. Però ho potuto constatare che quando l’uomo fa l’uomo la donna cade ancora come una pera cotta……….

        1. Anonimo 69

          Sarà come dici te, però io, come vicina d’ufficio, ho un’impiegata che, in teoria dovrebbe essere mia subordinata, ma mi risponde! ribatte su tutto! gira le frittate quando gli conviene!……………. e fa lo stesso anche col marito (che ho avuto modo di conoscere).

          L’unico aspetto positivo e che è più anziana di me e fra non molto se ne va in pensione. A69

          1. Giusi

            Nutro qualche dubbio, sulla base delle tue esternazioni, che tu abbia capito come si fa l’uomo…. Anche da questa osservazione ne fai una questione di potere…

            1. Anonimo 69

              Non posso saperlo fino in fondo come “si fa l’uomo”, perchè non sono sposato. D’altronde, come avrei potuto,in coscienza, imporre ad una donna giovane (che, naturalmente, si sente realizzata con la maternità) di NON avere figli, sulla base delle convinzioni che vi ho esposto in altre occasioni?
              Per questo, con gentilezza e garbo (e, attribuendo a ME, la colpa) ho dovuto declinare le occasioni che mi sono capitate, fra l’altro, all’università me ne capitò una particolarmente buona.
              Però, tornando a noi, mi sembra che l’espressione: “quando l’uomo fa l’uomo la donna cade ancora come una pera cotta……….”, sotto un certo profilo, riverberi in una questione di potere……….almeno mi sembra……………A69

              PS: la mia collega e “nemica” è cattolica praticante e catechista in una parrocchia……..sarà un caso………….

              1. Cosa si potrà poi intendere per “particolarmente buona” ??

                No, non è certo un caso… Quindi se caso non è cosa mi sta a significare?

                1. Anonimo 69

                  @ Bariom

                  Beh, era una ragazza intelligente, sensibile, non brutta, a cui ero particolarmente simpatico (mi trovava “surreale”) e da, ultimo, era ricca. Lo so, non bisognerebbe badare al vil denaro, però non si può negare che quello fosse un elemento a suo favore.
                  Ricordo che adorava le mie lettere di auguri, piene di nonsense, paradossi e stravaganze al limite dell’assurdo.

                  Riguardo al 2° punto: come temevo: non è un caso.
                  Non vorrei significasse che devo guardarmi dai cattolici in linea generale…..spero?! A69
                  .

                  1. @A69 la ricchezza a volte é la peggiore delle sciagure…

                    Quanto al “non caso”, significa che un avvenimento ha un preciso senso e significato.
                    A te trarre le conclusioni. Quella di evitare i cattolici in generale può essere una (invero piuttosto puerile e superficiale…), ma ve ne possono essere di molto diverse (non chiedere a me ipotesi, la vita è la tua).
                    Questo chiamasi discernimento.

                  2. Giusi

                    Appunto surreale. Ti poni come un trastullo. L’uomo secondo me è colui che trasmette solidità, una persona su cui poter contare e di cui fidarsi. Il potere è una brutta parola sa di imposizione preferisco autorità che non è imposta è riconosciuta in chi la emana. Cadere come una pera cotta l’ho usato nel senso di lasciarsi andare.

                    1. Anonimo 69

                      Non polemizzo, perchè non essendo sposato, non ho adeguata conoscenza dell’universo femminile. Non credo che fossi semplicemente un “trastullo” (non è amichevole nè cortese, tale definizione nei miei confronti) perchè, nel caso di specie che ho narrato,, dagli sguardi, dalle parole e dagli inviti a casa sua che mi faceva, tutto lasciava presumere che interessassi, PER DAVVERO alla mia collega universitaria. Poi, cara amica, IO C’ERO, IO HO SENTITO le parole della persona in questione, e per un periodo di tempo prolungato, quindi posso parlare con cognizione.
                      D’altra parte anche se tu, cara Giusi, mi giudichi una persona indegna, quella che ho raccontato non sarebbe stata la prima volta che una donna si sia innamorata di una persona reputata “indegna”. A fortiori, io so di molte donne innamoratesi di omosessuali…………..
                      Una cosa che ho capito dell’amore è che esso non obbedisce alla logica. A69

                    2. Giusi

                      “Ricordo che adorava le mie lettere di auguri, piene di nonsense, paradossi e stravaganze al limite dell’assurdo”. Sono parole tue. Cose simpatiche per carità. Ma tu mi hai chiesto cosa intendessi per uomo e io te l’ho detto. Se tu a una donna offri il tuo surrealismo anche simpatico, le tue letterine divertenti, la tua non voglia di diventare padre diventi oggettivamente un trastullo. Non ho detto che lei ti considerava tale ma se non c’è altro il rapporto è inevitabilmente destinato a finire, Certo che si possono innamorare di te, l’innamoramento è una proiezione dei propri desideri ma poi? Arriva un momento che o si quaglia o si chiude.

                    3. Paul Candiago

                      Gentile Signora Giusi, grazie della soap opera …forse per chi l’ha vissuta non tanto da indagare quando sono in gioco sentimenti di chichessia: ho sempre il massimo rispetto per le questioni di “cuore” …. pensando potrebbero essere i miei. Buon Natale, Paul

                    4. Anonimo 69

                      Ed infatti ogni rapporto fini’ con il finire dell’università. Cosi, come analogamente avvenne, nel periodo in cui ero praticante avvocato; e sono finite, quelle relazioni, sopratutto per il bene di quelle 2 donne, perchè io non avrei potuto renderle felici.. Ci sono persone destinate alla solitudine ed è segno di grande saggezza, accorgersene per tempo e non cercare “l’impossibile” con danno proprio e di altri.
                      Solitudine “relativa” s’intende, perchè io ho una vita sociale abbastanza intensa. A69

                    5. Paul Candiago

                      Dall’altro lato invece e in senso generale mai personale: …se le basi di formazione spirituale, morale, e di vita pratica, qualsiasi essi siano i nostri stati di vita sono al di fuori della Verita’= 10 comandamenti datoci da Dio che ci ha creato come manuale perfetto per chiunque, donne, uomini, bambini e vecchi, i risultati che otteniamo saranno sempre frutti acerbi. Corollario: se non fosse cosi’ va il caso che si potrebbe vivere al di fuori della Verita’= Legge= Luce ed avere abbondanti raccolti di frutta gustosa e saporita e cio’ sarebbe un’ antitesi verso la Verita’ e Giustizia, per amor di far quadrare la Logica. Si raccoglie dalla nostra vita quello che si semina e l’autore del nostro Manuale ci informa al riguardo dicendoci, zenza mezzi termini: “senza di Me non potete far nulla”. ..e lo vediamo ….Paul

                    6. Giusi

                      Lo vedi che mi dai ragione? Sei tu che hai il dovere di essere chiaro. Del resto oggi come oggi ci sono un sacco di fanciulle che si aggirano alla sex and city: l’importante è che peschi là. Sulle valutazioni morali sorvolo… Del resto: chi sono io per giudicare? Dicono quelli che interpretano ad capocchiam…

                    7. Anonimo 69

                      @ Giusi

                      Dunque tu, da buona cristiana, mi consigli cristianamente di andare a p…..e? Dunque posso procedere nel senso da te indicato con serena coscienza? Ti ringrazio. A69

                    8. Giusi

                      Non erano p…… quelle di sex and city, erano fanciulle disinvolte che contemplavano i rapporti a termine. Ma insomma cosa vuoi dalla vita? Non ti vuoi impegnare, non vuoi figli mi pare chiaro che per onestà tu debba escludere le ragazze che vogliono formarsi una famiglia!

                    9. Giusi

                      Io entro nella tua logica è inutile che ti faccia la predica. E’ ovvio che non sono d’accordo col tuo modo di pensare ma poiché quello è ti invitavo a limitare i danni….

                    10. Anonimo 69

                      @ Giusi

                      non posso darti torto (anche se dici le cose con una certa brutalità).

                      Però vorrei precisare che non voglio figli e non accetto il tipo ordinario di matrimonio (un matrimonio senza figli, in tarda età per reciproco aiuto e conforto, potrei prenderlo in considerazione) per amore dei miei stessi figli e della mia stessa, ipotetica, moglie: è un atto di altruismo il mio. A69

                    11. Anonimo 69

                      Non è forse mostrarsi “uomini”, avere la consapevolezza dei propri limiti ed, in particolare, quello di non saper essere buoni genitori e buoni mariti, ed agire di conseguenza? A69

                    12. Paul Candiago

                      Cari Signori non e’ cosi’, non e’ stato creato cosi’ ne l’universo, ne l’uomo, ne la donna sotto la schiavitu’ di tali premesse : crescete e moltiplicatevi… e vide che era cosa buona, anzi cosa molto buona. (Genesi) . Abbiamo tutti i talenti necessari per essere capaci di assolvere le nostre vocazioni, qualsiasi esse siano, dipende solo da noi. O in altre parole, usare il libero arbitrio che ci e’ stato donato a fin di bene o a fin di male. Sarebbe veramente una vita grama e di continuo dubbio di doversi ripetere non so che fare, che strada prendere, e’ giusto fare questo o quello: in breve. Mi ricordo il ripetuto dire di un “nonnino” 90enne : male non fare paura non avere: in semplicita’ e purezza il giorno brilla sempre di Luce vera e d’aiuto. Paul

                    13. Anonimo 69

                      @ Giusi

                      ” Bah! A quel punto è meglio una badante”

                      Vero anche questo.

                      Ah! peccato che, a quel che mi sembra, tu non sia una studentessa, perchè ti avrei consigliato la carriera diplomatica: ci sei proprio portata! A69.

                    14. Anonimo 69

                      Ah, per te evitare un’impresa (alla quale nessuno ci obbliga) che si sa essere probabilmente destinata a finir male, con danno anche di altri, è soltanto una FUGA? Non saggezza e prudenza? Allora, non solo abbiamo idee diverse, ma anche una logica formale, un MODO un CRITERIO diverso di ragionare. Teniamone conto nelle nostre future discussioni. A69

              2. Paul Candiago

                Signor Anonimo69, se la leggo correttamente non e’ parte del suo essere interiore e reale desiderare la paternita’( vocazione alla Paternita’ come da catechesi Cattolica). No le so rispondere: ognuno di noi e’ una persona differente, ma personalmente penso e’ una sua prerogativa personale verso la quale non vedo nessuna obbiezione (escluso l’egoismo= #). Sullo stesso soggetto penso ci siano anche donne che non vogliono diventare madri (#). Fin qui tutto quadra moralmente e praticamente (#). Non entro nel dettaglio “barare al gioco”: e’ un altro discorso per il quale la mia posizione, sua o di altri non mi trova a mio agio parlarne perche’ la mia formazione e’ Cristiano Cattolica con un indottrinamento del comportamento del corpo=Tempio dello Spirito Santo con norme chiare e ben precise e da non trasgredire (mantenermi/si puri e casti) nelle relazioni di carattere intimo al di fuori/dentro il matrimonio. In Fede osservo questa condotta per essere ubbidiente alla Dottrina di Cristo e la sua Chiesa …brevemente. Cordiali saluti, Paul

                1. Essere ubbidiente e trarne giovamento mi auguro sig. Paul…
                  Che vivere solo sotto la “legge” non procura né gioia, né libertà, né salvezza, come San Paolo ricorda.

      3. Paul Candiago

        Signor Luigi se le va legga Tobia….e’ gia stato scritto tutto chi siamo uomini e donne 3000 anni or sono . Pensi solo che il nostro Creatore ci disse: andate e moltiplicatevi …e vide che era cosa buona …anzi molto buona. Lei pensa che doveva dirci di piu’ ??? o siamo noi che non capiamo anche quando le “cose” sono chiare e tonde se l’Amore reciproco di chi si sposa capisce il perche’ lo fa in tutte le sue dimensioni= vocazione Amorosa per una vita. Buon Natale e buone Feste, Paul

  26. Clo

    Una delle poche volte che mi trovo in linea con un suo articolo.
    Un recente articolo di una rivista americana parlava di una ricerca sulle coppie sposate e sulla probabilità che lo rimanessero. Alla fine i due elementi comuni delle coppie solide erano generosità e gentilezza.
    In altre parole, si deve essere attenti verso quello che è importante per il proprio partner, prestare attenzione, rispettare, stimare l’altro/a.
    E poi la gentilezza. Il parroco che ci ha fatto il corso prematrimoniale diceva di ricordarsi di ringraziarsi, di non farsi prendere dalle abitudini, ma di conservare quelle gentilezze e cortesie tra persone. È troppo facile dopo una giornata di lavoro essere bruschi e dare per scontato tutto. Ma nonè così, mai.
    Personalmente la comunicazione non è un problema, e con mio marito parliamo di tutto.
    Sono anche molto (molto) consapevole dell’importanza del sesso per cementare la coppia. La connessione fisica è fondamentale perché ha un impatto anche psicologico, su se stessi e sull’altro.
    A volte, prese dal quotidiano, si dimentica. L’amore dei figli colma e soddisfa, e sentirsi ancora desiderate implica un minimo sforzo.
    Ma è una pessima idea “lasciarsi andare”. A volte bisogna fare un minimo sforzo per ripartire. Soprattutto dopo la nascita di un figlio, che porta così tanti cambiamenti.
    Ecco, qui penso sia fondamentale il ruolo di entrambi: l’uomo deve “chiedere” che la donna rimanga anche la sua compagna, e non solo madre, e non allontanarsi pensando che lui è escluso. Anzi, secondo me l’uomo dovrebbe trascorrere più tempo a casa dopo la nascita e aiutare – ovviamente per quanto può fare. Così non sarà escluso e soprattutto allevierà i compiti della moglie e madre, alla quale potrà quindi chiedere attenzione per la coppia e mantenere un po di intimità.
    Le donne, da parte loro, dovrebbero capire che non devono necessariamente fare tutto da sole, che lasciare una parte di incombenze e responsabilità al marito (senza criticarlo su ogni cosa o pretendere faccia come fareste voi) è importante e non diminuisce il loro ruolo di madre. Anzi, lascia loro tempo ed energia per essere anche donne e non farsi assorbire totalmente dal resto.
    Pensavo a mio marito, a come all’inizio la notte, dopo che avevo allattato, rimetteva lui la
    Bimba nella culla. Se lui si fosse disinteressato, probabilmente io l’avrei tenuta con me, per comodità e stanchezza. Il suo rimetterla nella culla era un modo per poter, almeno di notte, avere un momento per un abbraccio. Senza pretesa di altro. Sicuramente questo mi ha consentito di mantenere il giusto equilibrio, e non perdere il nostro rapporto.
    Infine, si, il minimo sforzo da parte nostra riguarda anche l’apparenza. Non giro per casa in negligé di pizzo, ma cerco di vestirmi sempre in modo decente, per rispetto per lui, ma anche per me. E cerco anche di mantenermi in forma, perché mi piace pensare alla mente, ma il corpo ha la sua importanza. E anche lui non si trascura. Niente di eclatante, ma il minimo per sentirsi bene e avere piacere nella reciproca vicinanza.
    Quindi, uomini, non sparite, non allontanatevi, ma siateci, pretendete il vostro posto, fornendo il supporto necessario affinché lei non sia lasciata sola. È facile, di fronte a un compagno assente o scortese, rifugiarsi nell’amore dei figli. Ma è una strada dalla quale è difficile tornare indietro

    1. Simone

      Complimenti Clo!
      Il suo racconto odora di vita vissuta e mi permetto di dirlo con la cognizione di chi vive da trent’anni un matrimonio ricco di soddisfazioni.
      Dal mio punto di vista Lei ha centrato il problema: «Ecco, qui penso sia fondamentale il ruolo di entrambi: l’uomo deve “chiedere” che la donna rimanga anche la sua compagna, e non solo madre, e non allontanarsi pensando che lui è escluso».
      Il segreto è proprio racchiuso in quella sua frase. Il ruolo della madre è sicuramente importante, ma viene dopo e non è tutto in una relazione. Io mi sono innamorato della donna che ho subito considerato amica, compagna e amante e che soltanto dopo è diventata moglie e poi madre e a quei ruoli iniziali non ho mai rinunciato, facendole comprendere anche tra un’allattata e un cambio di pannolini quanto fossero importanti e insostituibili per noi due.
      L’amore dei figli colma e soddisfa, ma non è tutto e oggi che i figli sono autonomi e lontani ci ritroviamo nel nuovo ruolo di nonni indubbiamente felici, ma ancora innamorati e pieni di reciproche attenzioni proprio grazie a quei tre ruoli mai abbandonati. Anche così si costruisce la fedeltà negli anni, un valore che di certo non discende dal cielo.

      1. Clo

        Grazie Simone,
        È esattamente così anche per noi, e spero di arrivare anch’io a essere “nonni” felici e sempre insieme.

  27. Giusi

    La fedeltà coniugale
    “La prima cosa che salta all’ occhio è che questa fedeltà va contro la corrente dei valori venerati oggi da tutti. Essa rappresenta il più profondo NON CONFORMISMO. Nega la comune credenza del potere rivelatore della spontaneità, immediatezza e molteplicità delle esperienze. Nega che l’essere amato debba riunire, per essere o per restare amabile, il più gran numero possibile di qualità. Nega che lo scopo della fedeltà sia la felicità: afferma scandalosamente che prima di tutto è l’obbedienza a una Verità a cui si crede, e in secondo luogo la volontà di fare un’ opera. Poiché la fedeltà non è affatto una sorta di conservatorismo. È piuttosto una costruzione. “Assurda” almeno quanto la “passione” dalla passione si distingue per un costante rifiuto di subire i suoi estri, per un costante bisogno di agire per l’essere amato, per una costante presa sul reale, che cerca non di fuggire, ma di dominare”.
    … Persona, opera e fedeltà: le tre parole non sono separabili né concepibili isolatamente. E tutte e tre presuppongono un partito preso, una fondamentale attitudine di creatore …
    Ma siamo ancora capaci di d’immaginare una grandezza che non abbia nulla di romantico? E che sia il contrario di un esaltato ardore?”.
    Denis de Rougemont, L’amore e l’Occidente

  28. Vorrei ricordare a tutti che l’autrice aveva chiesto alle donne che avessero letto il suo post di commentare aiutandola a trovare argomenti per la sua serata solo uomini.
    Tutti gli uomini che sono intervenuti, le dispute accademiche e i dibattiti su mel gibson sono in più. Cerchiamo di stare sul pezzo? Di collaborare in modo intelligente rispondendo alla richiesta di Costanza? Sarebbe anche più interessnate. Poi, fate vobis, nel regno dell’iternet sembra sempre che sia tutto concesso.

      1. Paul Candiago

        A chi interessa l’uomo e la donna e la loro posizione ….legga Tobia e’ tutto spiegato per chi vuol capire di come sia l’essere una sola carne…andate e moltipilicatevi….perche e’ cosa buona’ anzi molto buona. Paul

  29. Gianna

    Cara Costanza,
    mi permetto di consigliarti alcune letture, se non le hai già fatte: “Il comportamento intimo” di Desmond Morris, “I cinque linguaggi dell’amore” di Gary Chapman e “La sfida dell’amore” di Alex e Stephen Kendrick. Quest’ultimo puoi sostituirlo con il bellissimo film “Fireproof”, di cui consiglio la visione a tutte le coppie di sposi.
    In bocca al lupo!

  30. Ah, ma allora c’è ancora qualcuno che conosce il “debito coniugale”? Meno male.
    Argomento interessante e spinosino, cara Costanza, e soprattutto non clonabile da coppia a coppia, perché Dio ci ha fatto unici anche nell’unione tra marito e moglie.
    Io soprattutto ho fatto esperienza che la sessualità affonda le sue radici nell’io, e per questo ogni riduzione mercificatoria come la pornografia o banalmente sentimentale come la favola del principe azzurro la espropria della sua vera natura di introduzione alla scoperta della relazione e (lo so, è forte) di terra di pacificazione.
    E siempre que viva la tua crociata contro i mutandoni: non c’è cosa peggiore di una donna sciatta. Anzi, c’è: una donna sciatta che non ride più.

    Un caro saluto!

  31. CinziaC

    Cara Costanza, dopo soli 5 anni di matrimonio non posso aggiungere molto all’esperienza delle tue amiche, ma qualcosa vorrei condividerla. Tutto quello che concorre a generare il desiderio dell’incontro con lo sposo, il dialogo, la fiducia, l’attesa, la stima, non può prescindere da un particolare: il potenziale di vita nascosto in quell’incontro. Sia che si cerchi, sia che si tema l’arrivo travolgente di una nuova creatura, la consapevolezza della propria fecondità è per la coppia una spinta, a volte inconsapevole, oserei dire “afrodisiaca”.
    La scoperta della sterilità è la morte del proprio corpo prima del tempo, è rifiuto fisico di un gesto che non può donare la vita ma anzi rinnova il dolore dell’assenza. Il dialogo resta e si approfondisce, ma il corpo non vuole “sentire storie” e si ritrae. Spero che l’amore, la stima, la delicatezza possano fare sentire mio marito “perdonato” per una mancanza di cui non ha colpa. Mai come in questa situazione mi è stato chiaro quello che intuivo nei primi mesi di matrimonio leggendo il tuo “Sposati e sii sottomessa”: di quanto il marito cerchi riflesso negli occhi della propria moglie il suo valore, e nella gioia che riesce a donare alla propria moglie trovi il senso della sua vocazione. Prego che altre strade di fecondità spirituale, che anche la Chiesa suggerisce alle coppie sterili, siano per noi vita nuova…anche nell’intimità.

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