Una scuola parentale, perché no?

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di Gabro Sartori

Esci dalla tua terra e va dove io ti indicherò…E’ iniziato tutto così, dopo la mia conversione ad Assisi, dopo aver fatto i corsi propostomi; vocazionale, fidanzati…il percorso con il mio padre spirituale, l’illuminato e paziente frà Massimo, ho detto il mio sì al Signore, sono uscito dalla mia terra e Lui non ha mancato di indicarmi la strada da seguire. In testa avevo tanti progetti che avrei potuto realizzare e soprattutto dopo il matrimonio, con mia moglie, cercavamo di capire dove il Signore ci chiedeva di andare…poi sono arrivati i figli, i nostri due meravigliosi bambini, ma non vedevamo ancora bene quale fosse la meta…anche se negli anni abbiamo fatto tante esperienze con gruppi, famiglie, movimenti, parrocchia ma ancora tutto ci risultava annebbiato.

Il Signore ci ha preparato in questi anni a quello che nel nostro cuore c’è sempre stato, mettere le basi solide, granitiche, per il futuro dei nostri figli, il dono più grande che ci ha fatto. Dopo la visita nel 2006 a Nomadelfia, comunità cristiana che vive il Vangelo e lo realizza sotto forma di popolo fondata da don Zeno e di cui ci siamo innamorati al primo istante, abbiamo scoperto una realtà che ci affascinava totalmente: la loro scuola parentale. Una scuola di vita, dove il bambino è messo al centro e ogni suo aspetto viene valorizzato e spronato, dove non esistono voti, giudizi ma solo esperienze che il bambino fa per essere stimolato e motivato ad un interesse vero e personale di apprendimento. Questo sogno l’abbiamo tenuto sempre vivo nel nostro cuore facendo poi i conti con la realtà della scuola statale che i nostri figli iniziavano a frequentare, molto distante da questo purtroppo…Quest’anno inoltre ci siamo scontrati con quello che sapevamo potesse succedere ma che ben speravamo esserne ancora lontani: la teoria del gender, che con un famigerato progetto, titolo e programma dalle belle parole, hanno infidamente propinato a tutti e due i nostri bambini, naturalmente senza esserne informati come genitori, ma che ringraziando il Signore, siamo riusciti a smascherare e successivamente a battagliare per tutelare il nostro diritto di educare e istruire i figli secondo i nostri valori cristiani, affiancati, aiutati dai quei provvidenziali avvocati dei Giuristi per la Vita.

Il Signore, come ho potuto spesso toccare con mano, trasforma la disgrazia in grazia, e dopo questa grande sofferenza ci ha veramente indicato la strada che da sempre cercavamo. Perché non fondare una scuola parentale dove realizzare il Suo Progetto? L’educazione parentale è l’istruzione impartita ai figli dagli stessi genitori o da altre persone scelte dalla famiglia. Si può coinvolgere nell’educazione chiunque abbia la voglia e la capacità di trasmettere conoscenze e abilità, sfruttando tutte le competenze disponibili nell’ambiente circostante la famiglia. Essa è voluta e gestita dagli stessi genitori a taglio prettamente cattolico nella quale viene insegnato ai bambini una sana educazione cristiana volta al bello al buono e al vero, e nello stesso tempo vuol esser scuola di vita (come consiglia papa Francesco).

Creando una rete di scuole parentali, di insegnanti, di famiglie e di associazioni si forma anche un movimento di opinione e di pressione a difesa di una scuola libera e cristiana, dei giovani e delle famiglie, per rifondare un modello scolastico sano e in linea con gli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa. Rifiutando quindi l’introduzione di insegnamenti discutibili, se non inaccettabili, rispondenti a ideologie di matrice ateista, laicista, materialista, concretizzandosi anche nella penetrazione della teoria del gender attraverso programmi volti, a partire dalle scuole materne, a mettere in discussione l’identità biologica e sessuale della persona. Inoltre nella scuola parentale gli attuali percorsi didattici sono molto semplificati con programmi che vadano in una linea di recupero delle materie di insegnamento tradizionali e di eliminazione di tutta una serie di corsi e materie inutili, con evidenti effetti positivi, sia nella selezione di pochi e chiari libri di testo che del tempo disponibile extrascolastico per gli alunni.

Ultimo aspetto, ma non meno importante, cui si tratta di porre rimedio, è l’aumento impressionante dell’impegno di studio richiesto ai giovani, a fronte di un insegnamento sempre più culturalmente scadente. Io sono coordinatore della Scuola Parentale di Schio-Valle Agno-Thiene associata ad Alleanza Parentale il cui fondatore è don Stefano Bimbi (www.alleanzaparentale.it), ed assieme al dott. Pier Luigi Bianchi Cagliesi presidente della FISP (Federazione Italiana Scuole Parentali) (www.fisp.network), apriremo, a Dio piacendo il prossimo settembre insieme ad altri genitori che credono in questo provvidenziale e santo progetto, la nostra Scuola Parentale di Schio, e come Noè, stiamo costruendo l’arca per poi a settembre far salire e salvare i nostri figli dalla deriva della scuola statale. La scuola dell’obbligo non esiste, esiste l’obbligo di istruzione. Vogliamo riappropriarci del nostro diritto di istruire ed educare i nostri figli previsto dalla Costituzione Italiana art. 30 “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”, vogliamo assumerci pienamente la responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri figli di trasmettere loro la Verità, per renderli liberi da ogni indottrinamento perché possano vivere una vita piena e realizzata, come Dio ha pensato per ognuno di noi.

Gabriele Sartori (Scuola Parentale FISP di Schio-Valle Agno-Thiene associata ad Alleanza Parentale)

74 pensieri su “Una scuola parentale, perché no?

      1. Il testo unico sulla pubblica istruzione stabilisce: che le famiglie che ricorrono all’istruzione diretta devono dare comunicazione della loro opzione anno per anno al sindaco e al preside della scuola statale nel cui territorio la famiglia risiede; che i loro figli devono sostenere esami di idoneità presso scuole statali o paritarie per vedere riconosciuto l’assolvimento dell’obbligo.

      2. Marta:

        …nessuna ironia. Sono anni che lo si dice (di abolire il valore legale dei titoli di studio) e però non lo si fa!
        Quale ironia? Per quale ragione?

  1. silvia

    penso che la scelta della scuola parentale debba essere dettata dal desiderio di creare qualcosa di bello non può essere la semplice risposta alle nostre paure. invito a conoscere anche le scuole immaginache, presenti nella provincia di reggio emilia.

  2. vale

    @ giusi

    avevo letto-su riscossa cristiana- tutta la faccenda.gli han dedicato tre articoli,mi pare. deprimente.oltretutto il quotidiano locale, dopo esser stato comprato qualche anno fa dal gruppo repubblica-espresso, indovina da che parte si è schierato?

    oggi altra bella notizia:

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-e-cosi-il-senato-boccio-i-diritti-universali-delluomo-13440.htm

    Resterà scritto a peritura memoria che un’istituzione “democratica” ha deciso di bocciare un ordine del giorno di questo tenore: «Il Senato impegna il Governo a continuare e a rafforzare la tutela dei due diritti fondamentali riconosciuti, garantiti e tutelati dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: la libertà di manifestare isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, i propri valori religiosi nell’educazione, e il diritto di priorità dei genitori della scelta di educazione da impartire ai propri figli; a garantire e tutelare il diritto dei genitori ad educare i propri figli»

    1. Anonimo69

      Ho dei dubbi che soltanto l’esame finale basti, perchè la scuola è lavoro di apprendimento anzi di “assorbimento” giornaliero, ed un mero controllo finale può non bastare.

      Poi la scuola deve seguire le norme generali sull’istruzione stabilite con leggi dello stato (leggi che ovviamente devono essere conformi alla Costituz.), e che si fa se un genitore non aderisce ai valori espressi nella Costituz.? Pensiamo ad un genitore negazionista o ad uno il quale ritenga che i repubblichini fossero uomini d’onore e, giustamente, dalla parte dei tedeschi, o ad uno che insegni al suo rampollo ad essere violento e prepotente…………

      Come si potrebbe fare a garantire che la scuola parentale non fosse affidata ad un genitore come quelli?

      Forse la soluzione sarebbe quella di sottoporre il genitore che vuole adottare, per i figli, questa forma di istruzione, ad un accurato esame da parte di una commissione per valutarne la preparazione ed a 2 o 3 o 4 sedute con una terna di psicologi. Questa mi sembra una buona idea che potrebbe salvare capra e cavoli. A69

        1. Anonimo69

          @ senm_webmrs

          Signora, la prego………..non mi sarei aspettato da lei una tale caduta di stile………..(e lo dico senza ironia).

          Cerchiamo tutti di parlare con quella compostezza, che si addice al blog. Suvvia! educacazione e urbanità sono valori anche cristiani. A69

          1. Anonimo69

            Errata corrige: educazione NON “educacazione” (vi prego di credere che è stato un vero refuso). A69

            1. Anonimo69

              Certo che sono valori cristiani, perchè sono manifestazione di rispetto verso gli altri (e quindi di amore) e di decoro nel parlare, cosa desiderabile quest’ultima, in quanto è raccomandato che tutto avvenga “decorosamente e con ordine” (1 Corinzi, 14, 40). A69

                1. Anonimo69

                  @ anna

                  allora, se ritiene che comportarsi in modo sgarbato e scortese, sia da cristiani, si comporti così……… A69

                  1. Suvvia Anonimo…

                    Non sta scitto da nessuna parte che il Cristiano sia un persona “garbata e cortese”…
                    Ci sono Santi che sono stati tutt’altro.

                    La citazione che riporti ha ben altra valenza e ti ritengo sufficientemente erudito ed intelligente per comprenderlo.

                    Non riduciamo il messaggio di Cristo ad un borghesismo (nonché moralismo) da due soldi…

                    1. Alvise ce n’è tanti di perché senza risposta.. .questo non mi pare il più drammatico…
                      Te non sei mai sgarbato con alcuno? Mai girati i 5 minuti? Mai avuta una giornata no?
                      😉

                    2. Nella solidudine l’è più facile…
                      Ma mi pare tu tenga moglie, forse sarebbe più giusto sentire da lei…

                      La mia so già cosa risponde! 😉 😐

        2. vale

          perché non sottoponiamo a venti o trenta psicologi chi s’inventa cotali pataccate tanto per dire qlcosa?

      1. Luigi

        Sono d’accordo.
        L’esame finale non basta…

        … a garantire l’indottrinamento necessario. Non basta a deformare orrendamente corpi, menti e coscienze.
        Per questo è di tutti i regimi totalitarî il monopolio asfissiante non solo della scuola, quanto più in genere della cultura; che siano il III Reich, l’URSS o l’Occidente anticristiano attuale (che dai primi due ha preso mooolto più di quanto voglia ammettere).

        I bambini e i ragazzi devono invece essere avvelenati poco per volta, giorno dopo giorno, ora dopo ora, fino a renderli automi ebeti, cani pavloviani che si possano eccitare a comando con i due minuti d’odio contro l’Emanuele Goldstein di turno.
        Fino a metterli contro i genitori – come ammetti implicitamente – alla stregua di quanto avveniva del resto sotto Stalin.

        Naturalmente il fatto che, già oggi, la scuola di Stato insegni il negazionismo o la violenza in forme allucinanti e mai conosciute nei millennî, sembra interessare ben poco.
        L’importante è che non si sviluppino menti critiche e libere. Sai il pericolo!

        Marginalmente, fra i valori espressi nella Costituzione c’è anche la libertà di espressione.
        O almeno così mi pareva; ma comincio a nutrire forti dubbî, visti i tempi.

        Ciao.
        Luigi

        1. Anonimo69

          NOn estremizzi tutto, Luigi! Un po’ di moderazione. Io volevo solo dire che, una volta ammessa la scuola parentale (alla quale non mi oppongo di certo), bisognerebbe almeno accertarsi che “il o i” genitore/i abbia, prima di tutto, un minimo di preparazione culturale per insegnare (“nessuno dà quello che non ha”) e che, tale genitore, non esprima valori incompatibili con quelli della costituzione come razzismo esasperato, negazionismo, prepotenza.
          Ma per i valori cristiani non c’è problema: come negare che i valori di amore per il prossimo, fratellanza sono compatibili con la costituzione?!
          Per farle un esempio, vorrei ricordarle il famoso film di D. Risi, “I mostri”, in esso c’è un episodio in cui Tognazzi, insegna al figlio a comportarsi come un furbo, un ladro, un avido e un profittatore (“per il suo bene”), ebbene al termine dell’episodio appare una pagina di un giornale di 10 anni dopo i fatti descritti, che dice: “Uccide il padre per derubarlo” con la foto di Tognazzi!
          Gliela darebbe ad un padre del genere, la facoltà di insegnare nell’ambito della scuola parentale? A69

          1. Luigi

            Lo Stato esiste per le famiglie, non il contrario.
            Lo Stato deve intervenire solo laddove le famiglie non arrivano; invece accade solitamente il contrario.

            Così abbiamo mucchi di laureati prontissimi a espettorare la più becera propaganda anticattolica imparata sui banchi, e che però non sanno leggere e scrivere decentemente.

            Cento, mille volte meglio il peggior padre di famiglia di tanta scuola pubblica, che insegna solo odio e morte. Il primo è indispensabile, la seconda è un di più, un lusso.
            Per altro nè io, nè tanto meno lo Stato abbiamo licenza di fornire patenti a un padre su cosa debba insegnare a un figlio; soprattutto considerato cosa insegnano molti professori…

            Del resto, come canta il poeta,

            Se altero, fiero e immobile veglia il padre sui suoi figli
            non sarà la folla immemore a strapparne i dolci gigli
            non sarà la follia immemore dei fanatici a ghermirli

            E allora, di nuovo, si comprende perché non si vogliono insegnamenti differenti.

            Ciao.
            Luigi

            1. Anonimo69

              @ Luigi

              “Cento, mille volte meglio il peggior padre di famiglia di tanta scuola pubblica, che insegna solo odio e morte”, mi dispiace ma non sono d’accordo, e, per 2 motivi:

              – un padre di famiglia come Tognazzi nel film “I mostri”, non è opportuno che faccia l’insegnante anche parentale;

              – non è vero che tutta la scuola pubblica insegni odio e morte: io ho avuto anche buoni insegnanti (ed alcuni di loro erano persino cattolici!).

              Nessuno impedisce al buon padre di famiglia di accertarsi sulla qualità della scuola pubblica prima di mandarci il figlio e, nel caso questa non sia di suo gradimento, può sempre mandarlo alla scuola privata o attrezzarsi per la scuola parentale.

              Come è giusto che le autorità si accertino che il genitore (che vuole attuare la scuola parentale) abbia un minimo di cultura e non sia un genitore come il personaggio interpretato da Tognazzi.

              Stia tranquillo, un figlio che ha un genitore con la sua fede, difficilmente diventerà anticattolico. A69

              1. Luigi

                Ammetto la mia ignoranza: io conosco solo la ballata.
                Quale è il romanzo?
                Grazie.

                Luigi

                  1. Luigi

                    Incredibile.
                    Parto alla ricerca di cotanto papiro. “E nell’ultima bianca carica / si vedrà svettare l’ombra dello Zar!” 🙂

                    Ciao e di nuovo grazie.
                    Luigi

      2. A69 mi fai sorridere… ( e mi trattengo)

        Come si fa a non essere sicuri che una scuola non insinui a mio figlio maschio che potrebbe essere femmina (cosa che NON può esistere) e per scoprirlo sia invitato a masturbarsi o gingillarsi con le parti intimi altrui?

        Ma di che vai parlando scusa? Piuttosto mi becco i repubblichini revisionati, cha sai quanto la cambiano am io figlio la vita??!!

        1. Anonimo69

          @ Bariom

          nessuno ti vieta di informarti anche sui prof. ed eventualmente di cambiare scuola

          Che io sappia, non credo che ci siano poi tanti insegnanti che insegnino più o meno presunte teorie gender oppure le tecniche della masturbazione (se ciò avvenisse, tali docenti balzerebbero agli onori della cronaca e ci penserebbero i genitori cattolici a creare lo scandalo!).

          Al massimo possono (e debbono) insegnare la piena tolleranza nei confronti degli omosessuali (o nemmen questa vi va bene?).

          I repubblichini revisionati che piacerebbero tanto ai personaggi della destra estrema vicini ai sedevacantisti (che scorrazzano in tanti blog, da qualche tempo a questa parte), la cambiano la vita a tuo figlio, eccome se la cambiano, ed in senso negativo. A69

          1. @A69

            “Che io sappia, non credo che ci siano poi tanti insegnanti …” intanto NON ho parlato di insegnanti, ma di scuola (cerca per cortesia di essere più aderente a quanto uno esprime), infatti – se non lo sai – le ipotesi concrete presuppongono l’invio di non meglio identificati e identificabili esperti.
            Ti dirò anzi che nella malugurata io conto anche sugli insegnanti- genitori anch’essi o non genitori e/o non per forza cattolici, ma semplicemente di buon senso e attendi ai possibili contraccolpi psigcologici sui fanciulli (già ci sono riscontri) per avere un “alleato” in più.

            “(o nemmen questa vi va bene?)” Qui semplicemente presumi (non so in base a quale mia affermazione) e con detta presunzione mi manchi di rispetto… ma va bene uguale.

            Sui “repubblichini revisionati” e il confronto con la IMPOSIZIONE di teorie educative di tipo “gender”, ribadisco il mio pensiero. ùpadronwe di pensarla diversamnente, Ne riparleremo quando avrai figli… a già scusa, tu ti sei chiamato fuori.

            E con ciò gradirei chiudere qui.
            Alla prox.

            1. Anonimo69

              @ Bariom

              si, chiudiamola qui. Solo che non avevo capito che ti riferivi alla “scuola” nel suo complesso, non tanto agli insegnanti, ma, principalmente, ai “compagni di scuola”, “all’ambiente in generale”. Ora ho capito.
              Beh?! Io che sono solito definire le scolaresche, “ignobili marmaglie”, su questo punto non ti posso contraddirre più di tanto. A69

  3. laura

    Semplicemente una notizia fantastica. Sono molto felice di sapere che anche in Italia ci sono genitori che si assumono questa responsabilità invece di appoggiarsi acriticamente ad un sistema scolastico che ormai è alla deriva. Era un nobile veliero nel passato che si proponeva di salvare il popolo naufrago e analfabeta. Pensando di modernizzarlo, via via hanno buttato a mare parti fondamentali e lo hanno ridotto ad una specie di nave fantasma di se’ stessa. Gli insegnanti forse non se ne rendoni conto ma si sono lasciati trasformare anch’essi in sorta di spettri dei loro predecessori. In Olanda dove sto io sono già un passo oltre…

  4. Elena Tinti

    Noi abbiamo scelto questo tipo di educazione per i nostri figli. Siamo liberi di insegnare litro il bene il vero il bello come dice Papa Francesco.è un’avventura a cui partecipa tutta la famiglia.una scommessa bella ed entusiasmante. È meraviglioso vedere come si possa imparare divertendosi nella vita quotidiana, la lettura dai giornali, dal fruttivendolo la matematica e via dicendo.

  5. Lisa

    E’ un peccato,secondo il mio modesto parere,essere ridotti a dover estromettere i propri figli dalla scuola statale. La scuola,statale appunto,come l’ho frequentata io fino a dieci anni fa,è un incubatore di idee,di esperienze,di confronti con persone diverse per cultura ed estrazione,non sempre positivi,ma utili a far crescere. E,sempre per la mia esperienza,è stata un luogo di incontro-scontro con le maestre prima,i professori poi. Persone,prima che personaggi,se non fondamentali comunque importanti per la mia formazione. Figure para-parentali di riferimento,insostituibili,incredibili,che ricordo con passione,affettuosamente perlopiù,con grande amarezza in alcuni casi. E come me i miei compagni,coetanei e amici. Questo a indicare il grande coinvolgimento personale con gli insegnanti,con il loro esempio quotidiano di adulti da cui apprendere materie e non solo.
    Se la scuola parentale riuscisse nell’intento di proporre ad una classe un gruppo variegato di insegnanti,allora i bambini,e i ragazzi,potranno attingere da quante più persone adulte possibile l’esempio e il confronto per decidere che persone diventeranno domani. Invece,e non so se capita questo nella scuola parentale,sarebbe un peccato che un bimbo si ritrovasse a fare lezione con la mamma e lo zio e il nonno,per fare un esempio. Questo ridurrebbe la ricchezza di esperienze utili al suo bagaglio affettivo e conoscitivo.
    Ma comunque,considerando come stanno le cose attualmente,ciò che sta succedendo nella scuola statale,la grettezza dei nostri governanti nell’imporre insegnamenti coatti manco fossimo in un film di fantascienza in cui tutti stanno zitti e sottomessi al grande potere supremo,in considerazione di tutto ciò,ben venga la scuola parentale.
    Aria fresca per tutti,e segnale chiaro per i nostri parlamentari carissimi che pensano di far leva sulla nostra ignoranza in educazione civica per agire a loro comodo.
    Per quando avremo dei figli,se Dio vorrà darcene,mi auguro ci sia una scuola parentale anche dalle mie parti.

  6. cielomarecielomare

    Ho insegnato ai tre figli di miei amici a casa loro. Seguivamo un programma statale; coadiuvato dai nostri valori .Alla fine dell’anno scolastico ci fu l’esame da “privatisti”. Tutto molto semplice e buono!

  7. E intanto il Corriere titola:

    Sfida alle scuole elementari: genitori ultra cattolici fondano classi anti gender negli oratori…</B<

    Belli i termini appositamente utilizzati "sfida" – "anti-gender" – "ultra cattolici"… (riferendosi anche a Schio)
    Urca…io mi ritengo cattolico, ma se questi sono "ultra" bisogna che mi metta al passo o resto indietro! (sic)

    😉 😐

    Il resto si può anche non leggere 😉

  8. M.Cristina

    …e comunque le scuole paritarie, che già esistono, sono nate per lo stesso desiderio di libertà di educazione…e dovrebbero essere sostenute anche dal governo, visto che io le tasse per la scuola statale le pago e non la utilizzo…e invece sarebbero una gran possibilità di libertà per tutti…

    1. M.Cristina:

      …sarebbe come se uno volesse usufruire della medicina privata e non la volesse pagare
      perché lui paga le tasse!

      Bariom:
      In quanto alla scuola in generale (e così cerco di rispondere anche a Bariom) nessuno può essere sicuro di nulla, nella vita, a cominciare dalla scuola, e proprio per questo sarebbe meglio che tutti che ci si abituassero subito, fin da bambini, ai sue (della vita) eventualità multiformi. Come, per esempio, chi non è mai venuto in contatto coi microbi
      al primo microbo cade malato.A’ la guerre comme à la guerre!

      1. Caro Alvise, il microbo ci sta e ci si fanno gli anticorpi, ma tu lasceresti i figli a contatto con l’ebola? O sotto un bombardamento di radiazioni?

        Poi sai che c’è? Cosa è infettivo o meno per i miei figli lo decido io finché la responsabilità è mia.
        La “guerre” caro Alvise, fa più morti che feriti… e tra i feriti ci sono quelli che non giariscono più.

        1. E non mi attaccare la solita solfa, ma voi chi come perché e allora gli altri e la vita e la dignità e compagnia bella che non ne ho voglia…

        2. Bariom:

          …ma ci avete l’ossessione della teoria gender? Del microbo ebola-gender?
          Tenteli a casa allora i figlioli se ci avete paura che cambino sesso o che gli insegnino la masturbazione o che gli facciano toccare parti intime altrui! A me la loro parti (anche sudice) me le hanno fatte toccare preferibilmente
          i preti quando ero a scuola, e sono ancora vivo!

          1. Buon per te…

            Se poi paragoni la tua seppur triste esperienza (quandanche vera) con la problematica gendere, hai capito proprio tutto!

            I miei figlioli per quel che riguarda i miei, sono fuori età per essere coinvolti… semmai lo saranno come genitori.

  9. Bariom:

    …la mia solita solfa si riduce in pratica a questo: che vorrei essere considerato (in quanto anche io essere umano pensante) né da più né da meno che un credente, ma pari, anche senza il suo (del credente) equipaggiamento mentale extra-ordinario!

    1. Vuoi che qualcuno ti consideri come un “credente”? Bon … abbraccia la Fede.

      Che poi che è sta smania, sai che molti i credenti li considerano dei poveri deficienti? (tu pure diciamola tutta…)
      Allora voglio tu mi consideri come essere pensante uguale a te che se io non considerassi te tale, cosa stare i qui a scrivere e rispondere.

      ti saluto.

    2. Perdonate l’intromissione, ma che è sta pretesa?
      La fede non è un abito
      Non è che puoi ridurre l’essere credenti sul piano di un “anch’io che c’ho i jeans strappati voglio essere considerato pari a te che c”hai la giacca e la cravatta” in quanto essere umano pensante
      Essere credenti è una dimensione di vita non una moda o un orpello
      È proprio la riduzione della fede che è inaccettabile e non ti rende pari a me
      ( il tutto, si badi, affermato secondo logica e non secondo la fede)

      1. @Bri,
        sono “schermaglie dialettiche”… per di più è storia lunga…
        Non dargli uno spessore che non hanno…

        Oppure riprendi tu con Alvise… non è un problema. accomodati.
        (Peraltro non troverei del tutto calzante neppure definire la Fede come “una dimensione della vita”) 😉

        1. Più che una definizione voleva essere un’immagine 🙂
          Spero non troppo mal riuscita

          Le vs. schermaglie le seguo con interesse, qui mi è parso di cogliere una falla alla radice della solfa
          Se Alvise, come mi par d’intendere si chiami, è cultore di riflessione … forse ci ragionerà … e … leggeremo

        1. Bri

          @filosofiazzero
          Appunto.
          Quindi da dove nasce la pretesa di parità?
          Sul piano del confronto “fede sì-fede no” non si è affatto (e reciprocamente) pari.
          Si è proprio opposti
          Sul piano umano è un altro discorso

          In sintesi: non confondiamo i piani

            1. Bri

              @filosofiazzero
              Appunto
              Mi pare tu continui a ridurre tutto al piano umano (e qui non c’è nulla da discutere)
              Però, nota che uso il termine ridurre di proposito
              Vuoi una considerazione parziale e solo umana? Siamo uguali, anzi siamo pari
              La vuoi completa? Siam diversi, anzi non siam pari
              O no?
              O forse non ho colto il vero senso di ciò che intendevi (correggimi in caso) e ho scritto a sproposito …

              1. Credo Bri tu abbia colto bene…

                La ratio di fondo di Alvise è sempre quella: non c’è nulla di diverso, siamo tutti uguali. Poi tutti i vari pronomi annessi e connessi (voi, noi, loro, ecc,ecc.)… e sul piano umano come hai detto, siamo d’accordo.

                L’altro leaf motif e in buona sostanza “ma voi chi vi credete di essere?!” (o sbaglio Alvise)

                E qui se si ha voglia, scorrono i “fiumi di commenti/risposte”… non che serva a molto, perché Alvise non è tonto e credo abbia anche ben compresa la differenza… ma è per lui fondamentale tenere il punto e non molla l’osso 😉

                    1. @Bariom
                      No, no 🙂
                      Che apprezzi l’onestà del mio dono per lui
                      La consapevolezza dell’impressione che lascia in chi lo legge

              2. Bri:

                .

                ..non mi sembra tu scriva a sproposito, sono io che, non avendo esperienza che del solo piano umano, sono “ridotto”
                a quello. Non per questo mi sembra giusto essere considerato da meno (e neanche, ovviamente, da più) di chi ha esperienza di altri piani. Se qualcuno ha esperienze di altri piani buon per lui, ma non mal per me! E’ come se qualcuno che ci avesse il talento per la musica (che io certo non ho, come non ce ne ho tanti altri, talenti) mi considerasse, umanamente, da meno che lui!

                1. E deto questo chi ti ha considerato meno?! Non avendo tu talento music… pardon “spirituale”?
                  Dimmelo che lo picchio! 😀

                  Che poi sai che c’è di bello, se sei stonato, come si dice “non ci son santi”, ma per i talenti spirituali qualche Santo che ti veine in soccorso lo trovi certo e… non è mai troppo tardi (finché campi almeno…)

                  1. …ma io personalmente non desidero che nessuno mi venga in soccorso, e nemmeno mi piace che qulcuno pensi che ho bisogno del suo soccorso, o di quello della sua “chiesa”, quale che sia, di nessun genere!
                    Soccorretevi tra voi, se vi pare!

                    p.s

                    1. Era per dire Alvise… era per dire.
                      Dio non voglia che tu abbia bisogno di soccorso… figurati!

                      Infatti il non considerarsi bisognoso di alcunché è sempre un grosso problema… (escluso te ovviamente) 😉

                2. @filosofiazzero
                  Ti correggo, non sei “ridotto” bensì hai scelto di ridurti e non hai intenzione alcuna di riconsiderare questa tua scelta
                  Sottolineo che ho scritto riconsiderare e non cambiare
                  Poi hai la ventura mista ostinazione di frequentare persone che parlano di esperienze diverse dalla tua e, piuttosto che scrutarne l’origine e perscrutarne l’essenza, continui a scegliere di ridurti (nel senso di ridotto) al solo parlare contro
                  Mi permetto?
                  Mi permetto …
                  E osa volare più alto

                  Per quanto attiene al discorso del “non mal per me”, ancora una volta oso correggerti nel paragone che proponi
                  Io la vedo piuttosto come se ci fosse un musicista di ineffabile bravura che tiene concerti a cui sei continuamente invitato da chi lo ha potuto ascoltare e tu ogni volta rifiuti liberamente di partecipare

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