“Scritto con cristallina semplicità, in un italiano piano e pulito, è il racconto senza pretese di una vita ordinaria, e proprio perché ordinaria capace di costringere il lettore ad un paragone serrato con la propria vita, così che leggendo mi sono ritrovato a commuovermi, ad avere paura, a piangere e a ridere, tanto per la sua storia quanto per la mia. E questo, l’ho imparato negli anni, accade solo davanti a parole che dicono la verità, parole che ti leggono mentre le incontri, parole che ti fanno sobbalzare perché avresti voluto scriverle tu.
Ma ciò che mi ha conquistato è che fin dalle prime pagine, quasi ad intermittenza ma sempre più insistente e più chiara, una luce appare tra le righe, un brillìo di fondo impedisce di disperare, un presentimento di bene è già dentro le ferite e le lacrime della vita di Beatrice adolescente e giovane.
E piano piano ciò che sembrava ordinario si rivela straordinario. Ecco, forse è il segreto di questo racconto: svelare lo straordinario in ciò che viviamo ordinariamente, svelare la Bellezza in ciò che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno.”
Franco Nembrini
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Con una sincerità che sorprende, Beatrice Fazi – la Melina di Un medico in famiglia – racconta il suo incontro con Gesù e la conversione religiosa che l’ha salvata da un profondo stato di disordine emotivo e alimentare, anche a seguito di un aborto praticato a vent’anni.
Beatrice racconta del suo cuore diventato di pietra, incapace di provare sentimenti, e di quel pozzo senza fondo in cui era caduta, tormentata da una fame inestinguibile, fisica e psichica, che non riusciva a saziare in alcun modo.
Dopo un periodo difficile in cui aveva persino iniziato a fare uso di stupefacenti, l’incontro casuale con una compagna di università la riavvicina a Dio.
La catechesi sui Dieci Comandamenti, l’inserimento in una comunità del Cammino Neocatecumenale, un pellegrinaggio a Medjugorje e l’incontro con Pierpaolo, poi diventato suo marito, l’aiuteranno a recuperare un ritmo di vita regolare e un ordine nella quotidianità scandito dalla preghiera.
In questi anni ha stretto legami con gli amici del Rinnovamento nello Spirito Santo, e si ritrova spesso nelle diocesi di tutta Italia per celebrazioni liturgiche e testimonianze. Il Presidente del Rinnovamento, Salvatore Martinez, l’ha soprannominata Catecumena Rinnovata, con il compito di annunciare quella misericordia di Dio che abbraccia tutti coloro che tornano a Lui con cuore sincero.
Ora, per tutti noi, e’ il tempo propizio per la nostra salvezza eterna a noi aprofffffittttttanre. Avvenga come avvenga la nostra conversione lo Spirito Santo e’ sempre operante con la sua Pentecoste sopra ognuno di noi: sta a noi non spegnere la sua Fiamma. Cordiali saluti Paul
“Beatrice racconta …di quel pozzo senza fondo in cui era caduta, tormentata da una fame inestinguibile, fisica e psichica, che non riusciva a saziare in alcun modo.”
A ben guardare quel “pozzo” senza fondo in cui credo credo ognuno di noi può cadere o trovarsi in questo momento…
Quel pozzo senza fondo che è anche la nostra “sete di infinito” che quel pozzo appunto, impedisce di riempire, perché non c’è riposo, non c’è sazietà, non c’è sorgente che disseta, sinché non è riempito da Dio…
Solo che alle volte di questo pozzo non si è ancora toccato il fondo o non lo si è colmato con il liquame dei nostri peccati e così ci si inganna attingendo alle cose, alle persone, ai sentimenti, tormentati “da una fame inestinguibile, fisica e psichica”, che non riusciamo a saziare in alcun modo, per poi trovare nemici cose, persone e sentimenti, quando ci rendiamo conto che questi (e altro) non potranno MAI riempire il “buco nero” del nostro cuore.
Così si potrebbe dire benedetta colpa, benedetto precipitare, se questo ci ha aperto gli occhi sulla nostra misera realtà, se questo ha fatto si che gridassimo aiuto e ancora gridassimo da quel buco profondo, perché Dio SEMPRE ascolta quel grido e Lui solo da quello sprofondo può trarci in salvo.
Per lo più però si crede di non essere poi “caduti tanto in basso” e ci si adatta, ci si ingegna, ci si accontenta di mendicare amore qui o là, cercando con tutti i nostri sforzi di non cadere più giù.