di Costanza Miriano
Un’amica – forse atea forse cattoprogressista, di certo intelligentissima, radical chic – me lo aveva detto due giorni dopo l’uscita del mio primo libro: bello. Dici cose vere anche per me che non sono così allineata alla Chiesa. Ma sta’ attenta, perché tutti ti tireranno per la giacchetta, e cercheranno di farti diventare una bandiera di idee che non avrai mai espresso né pensato. Io, col mio formidabile fiuto strategico, pensavo che si sbagliasse. Figurati, chi mai potrebbe ascoltare o addirittura tirare per la giacchetta una come me, che da giorni cerco invano qualcuno che ospiti una presentazione del mio libro (alla fine la moglie di un collega, nel suo negozio peraltro non di libri, ha avuto pietà di me, e tra i figli, i suoceri, le amichette di scuola e due valorose amiche del mare che hanno valicato l’Appennino abbiamo raggiunto la venticinquina di persone).
Invece in qualche modo è successo. Una bandiera no, ma di tirate per la giacchetta ne ho avute diverse. E così l’altro giorno ho scoperto (da Repubblica) di essere sul punto di partecipare a un convegno omofobo, e (dal Foglio) di avere detto che “i gay vanno curati”. Io in realtà credevo di avere scritto un libro di lettere alle amiche per convincerle a sposarsi, poi un altro sul linguaggio maschile e femminile e la manutenzione del matrimonio, infine uno sull’obbedienza. Non so niente dell’omosessualità e non mi interessa. Chiedo a gran voce che mi siano riportate chiaramente e precisamente le parole in cui ho offeso gli omosessuali, in cui ho detto che è lecito mancare loro di rispetto, in cui li ho giudicati o ho detto che vanno curati.
Nei miei libri il tema non è sfiorato, mentre in altre circostanze l’unica cosa che ho detto – e ripetuto fino alla nausea sul tema – è che i bambini hanno diritto a un padre maschio e a una madre femmina. Se questa è omofobia, be’, allora siete usciti allo scoperto, attivisti lgbt. Se è omofobia dire che abbiamo bisogno di rapportarci all’identità maschile e femminile per definire la nostra (cosa che affermano moltissimi omosessuali per primi), allora siamo davvero alla negazione della realtà.
Un’altra cosa che mi fa sbellicare dalle risate è quando mi definiscono “cattolica di ferro” (Il Fatto), paladina della famiglia tradizionale. Io sono cristiana cattolica, sì, ma di ferro proprio no. Sono così tanto peccatrice e così tanto incoerente e così tanto misera che non basterebbero dieci libri per elencare le mie mancanze e cadute e debolezze. Altro che ferro. Però noi che crediamo nel Vangelo, sappiamo che noi uomini non siamo buoni, da soli, che dal cuore umano escono ogni sorta di schifezze, sappiamo che addirittura Gesù dice di se stesso che nessuno è buono se non Dio solo. Figuriamoci. Figuriamoci se non sappiamo che la famiglia è anche il luogo della nostra miseria, della fatica, delle nevrosi a volte, del sudore delle lacrime. Dello scontro, delle litigate furibonde in alcune, oppure del grigiore. Sappiamo che la famiglia non è mai perfetta, a volte è proprio un disastro, altre volte invece funziona, ma sempre a prezzo di fatica e impegno. Soprattutto di una decisione di fondo.
Noi che andiamo in giro a difendere la famiglia non abbiamo nessuna intenzione di farne un quadretto a tinte pastello. Noi sappiamo che un padre e una madre sono una condizione necessaria ma non sufficiente alla crescita serena dei figli. Ci sono pessimi padri e pessime madri. Però che la condizione è necessaria dobbiamo dirlo, e se questa è percepita come omofobia, non so che farci. Se le lettere in cui dico alle mie amiche che vale la pena sposarsi sono oscurantiste, non so che farci. Se i capitoli in cui scrivo che maschi e femmine sono diversi e parlano due lingue sono considerati stereotipi da bigotta, non so che farci.
Poi a un certo punto grazie ai libri ho incontrato nuovi amici e abbiamo scoperto che stavamo dicendo le stesse cose. Padre Maurizio Botta, Mario Adinolfi, Marco Scicchitano e io abbiamo tenuto diversi incontri a Roma, uno nel cuore della città, gli altri in periferia. Gli incontri, che hanno un format ricorrente, li abbiamo chiamati “Contro i falsi miti di progresso” (video). Anche a Milano faremo lo stesso incontro, e mi piacerebbe che chi ci ha attaccati senza sapere quello che avremmo detto lo ascoltasse, e ci dicesse cosa c’è di sbagliato nelle nostre parole. Noi cerchiamo di ragionare su quello che viene dal pensiero unico considerato progresso e che invece secondo noi è qualcosa che fa male alle persone, tutte. I temi si sono via via definiti insieme ad altri amici davanti a qualche bicchiere di vino, a qualche piatto di cose buone preparate da un altro nostro amico, Gerry, nel suo locale, Est, che è il nostro rifugio. Insieme abbiamo capito, o almeno così a noi è sembrato, che tra i falsi miti i più pericolosi in giro nell’aria oggi ci siano quelli legati all’ideologia del gender, per i loro riflessi sulla vita quotidiana delle persone che ne sono profondamente e spesso inconsapevolmente imbevute, e anche per gli effetti più estremi, che invece riguardano pochissimissime persone: se maschio e femmina sono solo orientamenti e inclinazioni culturali, allora non è necessario che ci siano proprio esattamente un maschio e una femmina per tirar su un bambino, e se la biologia testarda omofoba e oscurantista si ostina a continuare a pretendere che un figlio venga da un padre maschio e una madre femmina, la cosa deve poter essere aggirata in diversi modi. Per esempio iperstimolando donne che producano molti ovuli insieme, nonostante i gravissimi rischi per la salute, e poi pagando altre donne che facciano crescere il bambino prodotto grazie a spermatozoi di varia provenienza (venduti, prestati, donati, prodotti dall’uomo che farà il padre…). Queste e molte altre tecniche per produrre persone, che trasformano esseri umani in cose manipolabili e vendibili, ci preoccupano molto, mentre dal sentire comune vengono completamente rimosse: quando si mettono in copertine patinate foto di omosessuali di successo che stringono un bebè fra le braccia, oppure dichiarano di avere deciso che entro una certa età avranno senz’altro il loro (loro solo in parte) bambino, si omette di dire quanto dolore c’è dietro quella foto.
Ora, io vorrei dire con il cuore in mano e con tutta la sincerità di cui sono capace che capisco benissimo il desiderio di paternità e di maternità di chiunque, e che un bambino che nasce è sempre una cosa bellissima, ma i nostri desideri non sempre possono essere realizzati, l’esperienza del limite la facciamo tutti, tutti i giorni. E se vogliamo superarli facendoci del male siamo liberi, ma quando il male viene fatto ai più piccoli (bambini che non potranno mai conoscere uno o entrambi i genitori, bambini staccati dalla mamma che li ha custoditi nove mesi, bambini con fratelli congelati, e poi bambini che non potranno rapportarsi con la figura del loro stesso sesso o di quello opposto, solo per dire qualche possibilità) chiunque possa deve alzare la voce per difendere chi non può farlo da solo.
Padre Maurizio, Marco, Mario e io abbiamo deciso di farlo come ci è possibile. Ognuno di noi viene da una storia diversa, ognuno ha la sua sensibilità e la sua competenza: un sacerdote oratoriano, uno psicoterapeuta, un giornalista campione di poker e fondatore del Pd. E poi ci sono io, che ho cercato solo di ragionare sulla differenza tra maschile e femminile scrivendo dei libri, perché ho sperimentato nella mia vita di moglie e di mamma che questa differenza non solo esiste, ma è fondamentale. Ognuno di noi nel nostro format mette la propria parte e sensibilità. Nessuno di noi ha mai detto che si possa mancare di rispetto alle persone omosessuali, né che vadano curate. Se quello che diciamo per smascherare le bugie sulla “omogenitorialità” suscita tanto odio e tante accuse false, è perché noi diciamo la verità, e non ci possono controbattere con la ragione. Possono solo urlare.
Infine sul tema “i gay vanno curati”: non l’ho mai detto. Non è vero. Gli omosessuali non vanno curati. Se vivono contenti la loro condizione non hanno bisogno di nessuna cura. Se la loro non contentezza dipende da violenze subite, tali violenze vanno perseguite severamente (e ci sono già le leggi che perseguono ogni violenza contro ogni persona, con l’aggravante dei motivi abietti). Ci sono però persone omosessuali che vivono con dolore la loro inclinazione, e non solo per lo stigma sociale. Se queste persone vanno di loro iniziativa a cercare aiuto, chiedendo l’assistenza di qualcuno, io non trovo niente di offensivo nel fatto che specialisti – psichiatri, psicoterapeuti – provino ad aiutarli.
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energia in relazionee ha commentato:
Consiglio vivamente di leggerlo. riporto due anticipazioni su cui concordo in pieno:
“Noi che andiamo in giro a difendere la famiglia non abbiamo nessuna intenzione di farne un quadretto a tinte pastello. Noi sappiamo che un padre e una madre sono una condizione necessaria ma non sufficiente alla crescita serena dei figli. Ci sono pessimi padri e pessime madri. Però che la condizione è necessaria dobbiamo dirlo, e se questa è percepita come omofobia, non so che farci. Se le lettere in cui dico alle mie amiche che vale la pena sposarsi sono oscurantiste, non so che farci. Se i capitoli in cui scrivo che maschi e femmine sono diversi e parlano due lingue sono considerati stereotipi da bigotta, non so che farci.”
“Ora, io vorrei dire con il cuore in mano e con tutta la sincerità di cui sono capace che capisco benissimo il desiderio di paternità e di maternità di chiunque, e che un bambino che nasce è sempre una cosa bellissima, ma i nostri desideri non sempre possono essere realizzati, l’esperienza del limite la facciamo tutti, tutti i giorni. E se vogliamo superarli facendoci del male siamo liberi, ma quando il male viene fatto ai più piccoli (bambini che non potranno mai conoscere uno o entrambi i genitori, bambini staccati dalla mamma che li ha custoditi nove mesi, bambini con fratelli congelati, e poi bambini che non potranno rapportarsi con la figura del loro stesso sesso o di quello opposto, solo per dire qualche possibilità) chiunque possa deve alzare la voce per difendere chi non può farlo da solo.”
Combattete la buona battaglia: c’è ancora tanto da correre.
Ma non ho capito, vi criticano su qualcosa che ancora dovete dire? Come fanno a fare un articolo giornalistico sul nulla! Chi ha un minimo di onestà culturale (non grandi cose, appena un po’!) e legge l’articolo si rende conto che non c’è alcuna vostra dichiarazione e che nella presentazione dei partecipanti al congresso traspare tutto il pre-giudizio sulle persone: esattamente ciò di cui, ingiustamente, vi accusano. Perché citare solo il primo dei libri della famosa trilogia miraniana (quanto è vicino il pregiudizio spagnolo) o appiccicare l’etichetta ciellino ad Amicone? Lo si fa solo per suscitare nel lettore sentimenti pre-concetti.
Forza Costanza, fregatevene e andate avanti.
P.S. ma come si a diventare giornalisti? Ci sono corsi per corrispondenza?
Credo che molti sedicenti giornalisti abbiano trovato il tesserino in un fustino di Dash…
In casa nostra si direbbe: nell’ovetto Kinder…
Le tue parole sono così chiare e vere che solo chi vuole trovarci del falso apposta,del male apposta,lo può fare.lo può fare solo chi ha paura della verità.avanti allora,perché sappiamo che è la verità che ci renderà liberi.grazie Costanza di essere finita qui,ti abbraccio.
Semplicemente, grazie.
Vai tranquilla che insultavano e calunniavano persino Gesù dopo i miracoli….
E un servo non è mai da più del padrone.
Un abbraccio e preghiere assicurate.
Ci sono. Un abbraccio.
Non ti stancare, continua, ci sono TANTE città italiane che avrebbero un grande bisogno di vedere e sentire dal vivo
( la realtà non è YouTube) i fantastici 4!
Mi ti immagino mentre percorri lo spazio tra lo spogliatoio e il ring, con la vestaglietta di raso con il logo dell’agnello sulla schiena e i guantoni da box tempestati di strass… Poi ti levi il cappuccio…. E con uno sguardo così vinci a tavolino!! (Mi riferisco anche all’articolo..) Scherzi a parte, sapete quanto BENE fa il vostro esserci? Conoscervi mi ha stravolto la vita! Per cui: gamba in spalla e buon cammino! A tutti noi!
Quello che mi stupisce è che Giuliano Ferrara non abbia verificato bene prima di scrivere l’editoriale. Sei anche una collaboratrice del Foglio (non più, da oggi, immagino)!
Non molto tempo fa Giuliano Ferrara era stato invitato dalla NBQ a “battere un colpo” sulla svolta gay-friendly del suo Principe, Sua Emittenza Silvio da Arcore: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-silvio-e-luxuria-ferrara-se-ci-sei-batti-un-colpo-10636.htm
Ferrara aveva risposto in maniera evasiva e un po’ riluttante, invitando però ad accantonare strane velleità, come quelle di rinnovare i fasti del Family Day. Non è aria, a quanto pare: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ferrara-ci-scrive-ma-e-un-elefantino-un-po-riluttante-10686.htm
Successivamente qualche colpo però l’Elefantino l’ha battuto. Ad esempio cominciando a osannare l’astro nascente del “royal baby d’Italia”, il “boy scout della Provvidenza” Matteo Renzi: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11739250/Giuliano-Ferrara—Matteo-Renzi.html
Un altro colpo è il “meraviglioso” campionario di disinformazione e propaganda cui accenna il post di Costanza. E di nuovo Ferrara “invita” amichevolmente a occuparsi d’altro. Forse è ora di cominciare a guardarsi da certi “amici” un po’ troppo ingombranti e, sopratttutto, piuttosto inclini a fiutare dove tira il vento del potere…
Ferrara va dove lo porta il patto del Nazareno, è chiaro.
E in questo cammino trova intese inopinate. Malgrado faccia un giornale “antibergogliano”, si trova d’accordo – ironia della sorta – con l’ultrabergogliano* segretario generale della CEI Nunzio Galantino nell’avversare un sequel del Family Day:
“Lo scorso marzo, nell’ultimo consiglio permanente della CEI, dopo che il cardinale Bagnasco aveva pronunciato parole fortissime contro “la dittatura dell’ideologia del gender”, dopo che vari membri del consiglio erano intervenuti in suo appoggio, e dopo che lo stesso Bagnasco, nella replica, aveva affacciato l’idea di impegnare allo scopo la Chiesa italiana in un secondo “Family Day”, Galantino, appena all’udire una simile proposta e mentre ancora Bagnasco stava parlando, si agitò dando segni visibili di rifiuto.”
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/05/02/tutti-a-roma-col-papa-per-la-scuola-ma-galantino-non-ci-sta/
E l’ultrabergogliano* padre Spadaro, Direttore della prestigiosissima Civiltà Cattolica, non lesina incenso a Renzi come un qualsiasi direttore del Foglio:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-anche-la-civilta-cattolica-incorona-renzi-9554.htm
*Dicesi ultrabergogliano colui che, a prescindere (come diceva Totò), inneggia ad ogni motto passo gesto di Francesco come ad alcunché di “meraviglioso”, “profetico”, rasentando il culto della personalità. Poco manca che questi euforici laudatores di Bergoglio ne assumano la postura, le cadenze, ne replichino perfino buffi solecismi e neologismi: s’appressano ormai alla ecolalia. Tanto zelo sarebbe (involontariamente) spassoso se non puzzasse di adulazione, e se non s’accompagnasse alla squalifica insolente e tonante (con buona pace dei decantati “dialogo” e “misericordia” e “ascolto” e “accoglienza”), all’ostracismo stentoreo e spicciativo nei confronti di chiunque ardisca esprimere riguardo a qualche parola o atto del Papa regnante un bruscolo di perplessità. Il trattamento recentemente riservato a Messori perfino dal direttore di Avvenire è illuminante al riguardo.
Ti/vi “affannate” troppo. Secondo me, anche in modo “discutibile” nel senso buono del termine. La verità non ha bisogno di essere difesa, Costanza. Va semplicemente resa manifesta, testimoniata con la propria vita (in pensieri, parole e opere), senza il bisogno di dover essere contrapposta a nulla. È per questo che non siamo migliori di nessuno, ma diversi si. Questo ci rende “di ferro”. Il resto è solo l’ennesimo tentativo di convincere qualcuno di qualcosa che non crederà mai, come neanche “Gesù dai suoi è stato accolto e riconosciuto” (era il vangelo di ieri), rischiando peraltro di “scadere” nella più vana gloria di questo mondo.
State nella realtà. Vedrai che tutto il resto arriva. In fondo, pensiamo di non essere noi a cambiare le cose, o no?
Comunicato Obiettivo Chaire
Si stanno scrivendo un sacco di menzogne a proposito del Convegno di Regione Lombardia di sabato 17 gennaio. Innanzitutto da parte di Repubblica, che sembra avere dimenticato che il tema del convegno riguarda le unioni civili e la famiglia naturale, non le terapie riparative, e continua a scrivere che gli organizzatori del Convegno vorrebbero “curare i gay”. Questa è una bugia clamorosa. Ma ancora più clamorosa è la pretesa che sembra nascondersi dietro questi attacchi carichi di odio e di risentimento, cioè volere impedire a una persona con tendenze omosessuali non desiderate di chiedere di essere aiutata a recuperare l’equilibrio che non ha a uno psicologo o psicoterapeuta, piuttosto che a un gruppo di persone o a un sacerdote. Si tratta di un disegno liberticida che ricorda il ddl Scalfarotto sull’omofobia: se non la pensi come noi devi andare in galera. E per fare questo si attacca un gruppo come Obiettivo-Chaire che ha sempre aiutato concretamente le persone con tendenze omosessuali a trovare la serenità e l’equilibrio che non avevano. Ma forse è proprio questo amore concreto verso le persone che dà tanto fastidio agli omosessuali ideologici, ai gruppi lgbt.
Pubblichiamo a questo proposito una dichiarazione dell’equipe di Obiettivo-Chaire.
Milano 4 gennaio 2015
In merito agli articoli pubblicati relativamente al convegno sulla famiglia del prossimo 17 gennaio promosso anche dalla nostra associazione, desideriamo chiarire alcuni aspetti sostanziali. Obiettivo Chaire è un’associazione cattolica che non si occupa di psicoterapia ma di accompagnamento pastorale, con particolare attenzione alle ferite della sfera identitaria e sessuale, compresa la omosessualità.La realtà e la ragione ci insegnano che esistono uomini e donne, e che ogni persona non può e non deve essere ridotta ad una “preferenza” o “orientamento sessuale”: non esistono, se non nelle astratte categorie gender, eterosessuali, omosessuali o altre “varianti di genere”, ma uomini e donne che portano inscritto nel loro corpo un dono e una chiamata alla relazione, naturalmente aperta alla generazione e alla accoglienza della vita.
Uomo-donna-vita: in questa triade relazionale fondante è riconoscibile in modo preconfessionale la famiglia naturale. Non vi è nulla di “omofobo” in questa constatazione. Come ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica, ogni persona porta una ferita identitaria e va accolta con delicatezza rispetto e attenzione. In un’ottica di accoglienza e certamente di non discriminazione, Obiettivo Chaire ha sempre agito negli anni nel pieno rispetto della persona, nel confronto con opinioni e scelte differenti. Per tale motivo è del tutto fuorviante che si propongano letture in cui la nostra associazione viene presentata come “quella che vuole curare i gay” o “ripararli”.
Ci sorprende inoltre, come in vari articoli e dichiarazioni, l’accusa di “omofobia” venga lanciata contro Obiettivo Chaire in modo del tutto arbitrario, ideologico e strumentale. La nostra associazione ha sempre proposto una cultura del dialogo e del confronto e si è sempre schierata contro ogni forma di omofobia.
E’ preoccupante che la parola omofobia, usata abbondantemente negli articoli in questione, possa risultare un modo per mettere a tacere una voce differente. La tendenza omosessuale non è da considerarsi una malattia. Non abbiamo mai affermato questa tesi. Tuttavia il disagio per una tendenza omosessuale soggettivamente indesiderata esiste.
Non si capisce quindi come l’interpretazione del disagio debba essere la sola teoria conosciuta come Gay Affermative Therapy (GAT), secondo cui il malessere sarebbe unicamente frutto della omofobia sociale interiorizzata. L’interpretazione che la tendenza omosessuale possa rappresentare una ricerca erotizzata, “riparativa”, messa in atto dal soggetto per riconnettersi con la propria vera identità (maschile, femminile), è una lettura liberatoria in cui molti soggetti hanno ritrovato equilibrio e serenità. Non viene proposta alcuna “cura”, si riflette in un contesto cristiano sul proprio percorso sistenziale.
Le persone che liberamente hanno frequentato Chaire in questi anni sanno che accoglienza e rispetto sono le cifre del nostro impegno.
Equipe Chaire
http://comunitambrosiana.org/2015/01/04/comunicato-obiettivo-chaire/
Mi scusi?: Quel convegno con tali argomentazioni, come si correla ad Expo 2015 ed ai suoi significati? Per quali ragioni è stato sponsorizzato dalla regione Lombardia e per quali motivi il governatore Maroni vi parteciperà? Buona giornata. Jean Paul
Il tema del convegno è “Difendere la famiglia, difendere la comunità”.
La famiglia è la società naturale fondata sul matrimonio, così recita la nostra Costituzione, è normale che sia tema sociale e politico.
Meno normale è che ogni volta che si parla di famiglia le associazioni LGBT vogliano imporre i propri temi.
Mi consenta una nuova replica: cosa c’entra mai un convegno dal titolo: ““Difendere la famiglia, difendere la comunità” con la manifestazione EXPO 2105 di Milano?…e con la famiglia,intesa come quella fondata sul matrimonio?.., naturalmente cattolico (aggiungo io..) Jean Paul.
Mi dicono che per eventi patrocinati dalla Regione Lombardia sia obbligatorio il doppio logo Regione-Expo.
Io comunque non sono nel consiglio Regionale della Lombardia.
Ok..prendo atto che lei non è in regione Lombardia (come, mi permetta, presumevo)..Mi attenderei, comunque, come tante persone, una risposta precisa ai dubbi esposti, da chi potrebbe sapere qualcosa..se ci fosse..Grazie e buona giornata.
Bene, come può vedere dalla locandina riprodotta in alto Costanza , Mario, Marco e padre Maurizio sono ospiti del convegno non organizzatori. I loghi e le scritte li distingue chiaramente quindi faccia delle ricerche e si informi se le sta così a cuore, si stupirà delle incredibili possibilità che offre internet o il telefono.
Io una risposta precisa ai tuoi dubbi ce l’avrei, ma non la posso scrivere.
La risposta corretta per quanto riguarda il logo di Expo 2015 le è stato dato: ogni evento patrocinato da Regione Lombardia (quindi anche un convegno) deve riportare nelle locandine anche il logo di Expo 2015.
Anche per quanto riguarda il tema, la risposta che le stata data è corretta: l’art. 29 e seguenti della Costituzione.
Se ciò non le piace, pazienza, ma non dica che difetti di precisione.
Buona giornata anche a lei.
“Obiettivo Chaire è un’associazione cattolica che non si occupa di psicoterapia ma di accompagnamento pastorale, con particolare attenzione alle ferite della sfera identitaria e sessuale, compresa la omosessualità”
Ma abbiate pazienza…
Non desistere! Abbiamo un bisogno disperato di persone come te!
NON CI FAREMO INTIMIDIRE
di Mario Adinolfi per La Croce – Quotidiano
C’è un risvolto fastidioso della falsa notizia diffusa da Repubblica che sta rimbalzando praticamente su tutti i media (oggi l’ho sentita in radio al Ruggito del Coniglio e ieri l’ho letta persino in un editoriale di Giuliano Ferrara sulla versione on line de Il Foglio) secondo la quale con i miei amici Costanza Miriano, padre Maurizio Botta dei Cinque Passi e Marco Scicchitano daremmo vita sabato a Milano a un convegno che avrebbe come obiettivo quello di “curare i gay”. Il risvolto fastidioso è l’averci messo sulla difensiva: da 48 ore non facciamo altro che giurare e spergiurare di non avere niente contro i gay, di non avere competenze per parlare di teorie riparative, di non essere omofobi. Tutto vero, ovviamente. Ma, francamente, non credo di avere la necessità di ripeterlo ancora. Altrimenti vorrebbe dire che l’obiettivo intimidatorio di chi ha diffuso ad arte una notizia completamente inventata e falsa per la quale dovrebbe solo chiedere scusa, è stato centrato. E noi invece non ci faremo intimidire.
Sabato 17 gennaio alle ore 15 a Milano sono certo che saremo in tanti nel palazzo della Regione a ribadire quel che con i miei tre amici speciali Costanza, Marco e Maurizio andiamo ripetendo da mesi: le persone non sono cose, i figli non si pagano, gli uteri non si affittano, i malati non si ammazzano, le persone senza voce e deboli a partire dai bambini anche nascituri e dai sofferenti si accolgono, si amano, si curano. Saremo in tanti “contro i falsi miti di progresso”. Saremo tanti, tanti di più di quelli che ci vorranno intimidire picchettando l’ingresso, fischiandoci e provando ad infiltrarsi nella sala per impedirci di parlare, provando a metterci in bocca parole che non abbiamo mai pronunciato, secondo lo schema mistificatorio e violento proprio dei fascisti.
E a quell’esponente di governo che ci ha definiti portatori di “arrogante inciviltà” vorrei dire che non ci intimidirà nemmeno lui con il suo potere esibito, con la sua legge che voleva comminare sei anni di galera a chi avesse osato affermare che l’omogenitorialità è un falso mito di progresso e che non esiste nessun diritto degli adulti ad avere figli. Esiste il diritto dei figli ad avere una mamma e un papà. Dicendo queste cose abbiamo bloccato la sua legge, non gliel’abbiamo fatta approvare. Ci siamo alzati in piedi, magari silenziosamente e leggendo un libro, non ci siamo fatti intimidire né dal suo potere né dalla violenza fisica di chi ha spaccato la faccia a ragazzi inermi, mandato all’ospedale anziani preti, mirato anche sui bambini con bottigliate e gavettoni pieni di piscio. Non ci avete intimidito neanche insultando i nostri piccoli, figuriamoci se ci faremo intimidire da un giornale screditato che inventa notizie false e da qualche potente che farà pura strumentalizzazione partitica di un evento pacifico dove parliamo sempre con il sorriso sulle labbra. Ci sono le registrazioni degli eventi passati, guardatevele.
Sorridiamo e ridiamo di gusto, insieme a tutti coloro che ci vengono ad ascoltare. Perché siamo amici e ci diciamo la verità. Non abbiamo facce torve e deformate dalla menzogna e dall’odio. Vogliamo bene anche a voi che ci contesterete per lucrare un po’ di visibilità, conosciamo la miseria umana.
Ma voglio che vi sia ben chiaro che qualsiasi cosa ci farete, qualsiasi cosa vi inventerete per intimidirci ancora, il nostro sorriso e la nostra parola non li spegnerete. Sono il sorriso e la parola dell’anima cristiana e popolare del nostro paese, che sta resistendo all’offensiva antropologica di chi vuole trasformare le persone in cose e varare leggi che renderebbero i figli meri oggetti di compravendita. Ci troveremo in tanti per ribadire questo, solamente questo: viva l’Italia, l’Italia che resiste. Ci vediamo sabato a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza.
“Ci vediamo sabato a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza.”
Ma abbi pazienza, Adinollfi!
Io non comprendo ancora benissimo dove sia il dubbio che vadano curati (quando egodistonicamente ne manifestano il desiderio, e persino in tutta libertà – incredibile, raro, ma accade, e a iosa). Lo dico proprio In schietta psichiatrica sincerità.
Che poi pensavo, tra una portata e l’altra: io sono chiamata ad amare ciascuno, non a mentire sulla natura perversa – e addirritturawowowowow curabile – dell’omosessualità. L solita solfa mal digerita ma a quanto pare poco compresa dell’amare l’omosessuale ma destetare l’omosessualità.
– Pensa te, che audacia, ‘sta ragazzina omofoba qui.
E babe’.
(Costanza, tesoro, ciao!!!)
(Ancora niente correzione di refusi disponibile, eh…? Admiiiiin!!!!)
E tu tesoro dove eri finita? Quanto mi sei mancata….
Sono anni che non compro più Repubblica, l’Espresso e compagnia bella….aspetto con ansia il nuovo quotidiano in edicola dal 13 gennaio. La cosa migliore da fare, secondo me, è scegliere bene come e quando aprire il portafoglio! Certi giornalisti sono molto sensibili a questo particolare punto di vista!
Oh mamma: io una risposta sintetica davvero nun ce l’avrei. Mumble, mumble…: il solito cimitero di blog alle mie spalle, i soliti studi su satanismo etc, qualche indagine in più, tanti soldi di meno, croci sparse latte e sangue qua e là – nella norma, of course – e questa gioia di ritrovarti! Di ritrovarvi tutti! (Senza un filo di stucchevolissimo zucchero di canna di meno, se ricordate… Tipo a dirvi ogni tre commenti “Ti voglio bene!”. Capì?
che vuoi fare Daniela , anno nuovo bug vecchi 😉
Quant si bell!
Ciao Costanza, io, pur avendo grandissimo rispetto x gli omosessuali che so amati dal Padre e fratelli nella fede, condivido in tutto e x tutto gli argomenti e la battaglia in difesa di chi non ha voce x difendersi, i bambini.
Voglio dire a te,a Marco,Mario e padre Maurizio che sono al vs fianco e condivido la vs fatica e sofferenza
Un abbraccio di cuore con tanto tanto affetto. Ciao
Grazie Costanza per quanto stai facendo con grande sacrificio in difesa di chi non ha voce, sull’attuale strada intrapresa dalle elite a sfavore degli interessi della gente comune.
L’ha ribloggato su SrIlariaScarciglia.
Cara Costanza, a volte mi è sinceramente difficile seguirti su tutte le tue posizioni (non è un problema, i primi che hanno difficoltà a non seguirmi ce li ho in casa, ma d’altra parte le famiglie sono naturalmente imperfette), ma queste risposte tue e di Mario mi lasciano una buona sensazione, mi ci ritrovo benissimo e vi ringrazio. Forse perché ho passato tanto tempo alle prese col pensiero unico, che una volta – quando lo facevano gli altri – era un abominio da combattere, e oggi fortunatamente tanti bei personaggi sono condannati dalla storia e dai “ripensamenti” della politica.
Vorrei soltanto ricordarti che esistono anche tantissime persone omosessuali credenti, e ho la fortuna (sì, dico la fortuna) di conoscerne diverse – di persona e soprattutto su internet – perché hanno una sensibilità e una profondità che tanti predicatori di certezze spesso non mi dimostrano. Però spesso sono anche persone che hanno, vorrei dire senza offendere nessuno, una “sofferenza” interiore, un contrasto irrisolto tra ciò che carne e spirito anelano, per parafrasare San Paolo (cosa che tra l’altro ogni “credente in Gesù Cristo” si porta dentro, indipendentemente dall’orientamento sessuale, sempre secondo San Paolo). E come nel nostro ambiente quotidiano l’essere etichettato come cristiano, anzi peggio, cattolico, è talvolta una barriera invisibile che ci cade attorno, forse per questi fratelli è anche peggiore, perché schierati col “nemico”. Queste persone non vanno curate né convertite col cilicio. Però vanno accolte e supportate, devono sentirsi parte di una comunità che è la Chiesa. E come ognuno di noi, hanno bisogno di una guida, non accondiscendente, perché Gesù non lo era in fondo in fondo, ma decisa, sicura.
Lo stesso Giovanni Paolo II un tempo disse che la Chiesa è aperta a tutti, qualunque sia l’orientamento sessuale, e però poneva come condizione “la castità”. Ora, non voglio entrare nel concetto di castità, non ho i titoli e la conoscenza, ma bisognerebbe almeno spiegare che non è il classico “Non fare le cosacce! Che diventi cieco!” (a me è andata meglio, ho perso i capelli). E soprattutto la castità è per tutti, anche per gli eterosessuali… Però voglio ricordare il bel titolo di Repubblica (toh?) “Il Papa: omosessuali all’inferno”, come dire, ho capito tutto….
PS: Se questo per alcuni è curare, anch’io sono malato. E ne sono contento.
“Però spesso sono anche persone che hanno, vorrei dire senza offendere nessuno, una “sofferenza” interiore, un contrasto irrisolto tra ciò che carne e spirito anelano, per parafrasare San Paolo “,
tu scrivi, Massimo.
Carissimo, talmente è una sofferenza, che nel CCC ci viene denominata “croce”, pensa te, a precederci di saggezza, tanto per cambiare, il CCC.
Ergo quanto dici mi vede in stato di adiacente condivisione.
Ma, tangenzialmente mi distraggo un attimo e sciolgo le mie dita dalle tue, lentamente, s’intende: non siamo tutti con la stessa croce – in sbrigatissima e rozza sintesi, giacchè sto scappando -:
ci sono croci da supportare ed altre cui delegarne la guarigione a chi/Chi è in grado di farlo. E sempre, naturalmente, nella libertà di chi desidera essere CURATO (“curato” è in neretto).
Non mi piace, per amor di verità, logica, proprio logica verità, si scambi la malattia suscettibile di guarigione – se solo lo si voglia -, con determinate croci che vanno accolte e basta e in corollarico cammino di soavissima dolcezza, come promesso dal Nostro Ineffabile.
Non giudicabili entrambi i portatori di entrambi i tipi di croce: e occcheei.
Ma non confondiamo la croce curabile osannandola addirittura a molla di immaginifica sensibilità e speciale empatia ad altiora rispetto ai poveri depositari di solo “eterosessualissimo”; non confondiamola, singhiozzavo, con croci che eroicamente alcuni cristiani puntano dritte cattedratiche a scala celeste.
E senza fare una piega.
Per gratia Dei.
Per Daniela.
Ce lo ridici in italiano?
E per Vanni.
E’ arrivato il mio piccione viaggiatore, con quella traduzione ad hoc per te?
“Ma non confondiamo la croce curabile osannandola addirittura a molla di immaginifica sensibilità”.
Scherzavo, naturalmente. Ma mi incuriosiva il brano della molla (?)
…”Sottomissione” si intitola l’ultimo lavoro di Michel Huellebecq. Da quello che ho letto ( uscirà in Italia il 16 Gennaio) è evidente che il libro (palesemente ispirato a “Sposati e sii sottomessa ” della Miriano) sia destinato a un grande successo in Francia. Nemo profeta in patria!
Spero sia meglio di “Piattaforma nel centro del mondo” … quello finisce proprio male.
“Sottomissione” è la traduzione letterale di “Islam” e il libro è un romanzo di fantafuturo sull’islamizzazione dell’Europa. Bello, sembra. Una recensione di E. Carrère sul Corriere della Sera di oggi lo pone addirittura al di sopra di Orwell e Huxley. La supposizione di un riferimento a “Sposati e sii sottomessa” era provocatorio?
Claudio B:
,,,l’un libro segue l’altro, quantomeno!
…come è strano (vero, ma strano che occorra scriverlo, secondo me) trovare scritto:”Vorrei soltanto ricordarti che esistono anche tantissime persone omosessuali credenti, e ho la fortuna (sì, dico la fortuna) di conoscerne diverse – di persona e soprattutto su internet – perché hanno una sensibilità e una profondità che tanti predicatori di certezze spesso non mi dimostrano.”
Costanza, tu che hai salvato il mio matrimonio, parli troppo chiaro per sperare davvero che chi non vuole intendere, intenda..
….insomma, in conclusione, siamo qui (dice la Miriano) per i più deboli. per le creaturine indifese che potrebbero finire preda di cacciatori di adozioni senza scrupoli e senza (soprattutto) i requisiti irrinunciabili all’allevamento delle sopraddette creature indifese (essere un uomo e una donna). Non per la famiglia, dunque, che tanto ormai lo sappiamo in che condizioni che l’è conciata, quanto per gli indifesi, i senza voce (e senza casa e senza tetto e senza nulla)!
Filosofiazzero mio! Che bello ritrovarvi tutti assolutamente identici! Filosofiazzero!, Filosofiazzero amato!
Anche tu sei sempre il solito terremoto….. Dimmi un po’, hai smesso di fumare?
Uff.
Lo prendo come un no……… 🙂
Ehm…
non potevano mancare anche gli uaarini:
http://www.uaar.it/news/2015/01/05/clericalata-della-settimana-1-ischia/
Come si fa a partecipare all’incontro del 17 gennaio? Bisogna registrarsi da qualche parte? Io e mia moglie non vorremmo perdercelo! Grazie!!
Ieri sera sono andata a letto tardi. Colpa del libro che stavo leggendo: Obbedire è meglio.
Tra una risata ed un periodare veramente scorrevole, tante verità. Di quelle quotidiane, apparentemente banali, ma che ti scordi spesso.
E meno male che qualcuno pensa a scriverle, così da ricordarcele.
Grazie mille per ciò che scrivi.
Solo… potresti inserire nel tuo prossimo libro, non so, tipo un allarme? Così dopo un tot di pagine suona ed io mi ricordo di andare a dormire… perché, leggendolo, non mi rendo conto del tempo che passa.
L’ha ribloggato su Beppe Bortoloso.
Approfitto per suggerire all’amministratore e agli amici del blog un proponimento/una regola per l’anno nuovo. Perché non si riducono gli interventi a max 0-15 righe? Ne trarrebbe vantaggio la grande virtù della sintesi e si eviterebbero equivoci del tipo “Nessuno mi risponde, sono tutti d’accordo con me” oppure “Li ho zittiti!”. E magari la lettura è stata abbandonata per sfinimento. Io l’ho detta, poi fate come vi pare: buon anno.
Max 10-15 righe (non esageriamo).
Ma dai Vanni… Io non ci starei (quasi) mai dentro!! 🙂 😐
Battute a parte, su questo blog ho letto post molto estesi, decisamente mooolto interessanti ed esaustivi…
Penso nessuno sia obbligato a leggere sempre tutto e tutti.
Di alcuni interventi, pistolotti (compresi i miei), inutilmente verbosi (compresi i miei), incomprensibili (compresi i miei), ripetitivi (come sopra…) o del tutto assurdi, si fa presto a lasciar lì dopo poche righe…
E’ come cambiare canale, non ti pare? 😉
AIUTO COSTANZA! Ma il 17 è anche giorno di SENTINELLE! I due incontri rischieranno di sottrarsi partecipanti a vicenda….siggh
…io rinuncerò a “sentinellare” e mio marito a voi, ma come partecipare? Basterá arrivare? Farò un bel viaggetto e mi spiacerebbe non assistere. Grazie per le info che mi darete.
Comunque sia, il 17 gennaio avrete un santo protettore con fiocchi e controfuochi.
P.S. Io volevo scrivere “controfiocchi” ma il correttore simultaneo di wordpress me l’ha rigirato in “controfuochi” e in questo caso ho deciso di lasciarlo fare, con fuoco, controfuoco, campanella e porcello.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8b/Piero_di_Cosimo_025.jpg
Dal Prontuario dei Luoghi Comuni Cattolici:
“Sono così tanto peccatrice e così tanto incoerente e così tanto misera che non basterebbero dieci libri per elencare le mie mancanze e cadute e debolezze”
“ma quando il male viene fatto ai più piccoli (bambini che non potranno mai conoscere uno o entrambi i genitori, bambini staccati dalla mamma che li ha custoditi nove mesi, bambini con fratelli congelati, e poi bambini che non potranno rapportarsi con la figura del loro stesso sesso o di quello opposto, solo per dire qualche possibilità) chiunque possa deve alzare la voce per difendere chi non può farlo da solo.”
Così la Miriano!
Ma a parte che non si capisce quali altre possibilità strazianti potrebbero ancora essere escogitate per il male dei bambini e per puro egoismo, perché anche il divieto di adozione (di italiani e stranieri) da parte di coppie omosessuali? Perché negare questa ulteriore possibilità a dei bambini che potrebbero, in definitiva, non averne che del bene (considerando soprattutto le condizioni in cui questi poveri piccoli , anche essi indifesi, si trovano a dover vivere)?
Perché a chi è orfano o abbandonato si dovrebbe cercare di dare il meglio, compatibilmente con le possibilità umane, cioè un padre e una madre.
.Vanni:
….sennò meglio nulla?..
I casi della vita sono tanti: anch’io sono stato allevato da nonna e zie, e sono stato, (compatibilmente…) felice. Ma se rinasco voglio il babbo e la mamma. Non si può istituzionalizzare tutto.
Alessandro:
…citate il vostro blog per avere conferma di quello che di ce il vostro blog?
… o per rimembrare a chi dice su questo blog le stesse cose che sempre dice su questo blog? 😉
Bariom:
…bisogna purtuttavia anche contemplare l’ipotesi, che, grazie alllo stolido veto di Adinolfi e dei suoi eroici moschettieri alle adozioni da parte di omosessuali, qualcheduni bambini possano restare non adottati e sprofondati nella merda ( a Dio piacendo)!
L’ipotesi non regge, è stiracchiata come la grammatica : qualcheduno è un pronome e non ha il plurale.
Tutto da dimostrare rimangano “sprofondati”, come che il non avere per certo e a priori una padre e una madre (che vale per l’adozione di qualunque coppia “omo”) non porti ad ulteriori e/o diversi “sprofondamenti”…. 😐
…Bariom&Vanni:
…stiracchiati in flagrante!
Se lo dici tu… 😜
Alvise, citavo il blog nel quale sei nettamente il più assiduo commentatore da quasi quattro anni…
Vanni:
…appunto: non si può istituzionalizzare tutto (i casi della vita sono tanti) (parecchio tanti).
Caro Fil0, non mi stanco mai di ripeterlo, ormai è quasi una nenia :
Nessuna coppia omosessuale serve alla causa delle adozioni, quelle etero, sommate ai singoli ove è permesso, sono già in numero strabordante rispetto a quello che sono i minori adottabili in Italia e nel mondo.
Fattelo dire da me, che di adozioni ne ho fatte ben due.
Quindi per favore, cerchiamo di evitare nuovi “falsi miti di progresso”. Trova altre scuse per perpetrare questa causa.
Fa anche riflettere pensare a quante coppie si smazzano, spendono fior di fior di quattrini ed esigono leggi ad hoc per poter accedere a varie ed eventuali sistemi di fecondazione “assistita” e non prendano semplicemente in considerazione l’adozione…
Non per “puntare il dito”… ma così, solo per rifletterci un attimo.
Si, dai, il gioco è scoperto, è una richiesta assurda e collaterale a supporto della richiesta di parificazione delle loro unioni con i matrimoni, volti solo alla stepchild adoption (che ormai è quasi sdoganata).
Piano piano questa loro “esigenza” verrà meno, di pari passo con l’aumento delle altre possibilità (utero in affitto ed eterologa), con buona pace di tutti quei bimbi che resteranno (comunque) in orfanotrofio.
@Filippo la mia riflessione era allargata a tutti i “tipi” di coppie, giacché la mia riflessione si adatta a tutte le coppie anche etero, sposate e non…
Direi anche credenti e non… (giusto per chiarire). 😉
Hai chiarito benissimo e ti dirò che nel mio piccolo, quando mi trovo di fronte a certe situazioni, come quelle di chi, dopo aver tentato di tutto, si presenta all’istituto dell’adozione con la faccia di chi : “non ci resta che questa” avrei voglia di dirgli : “guarda, lascia stare”.
Poi ripenso a quanto sono peccatore e mi tocca stare zitto. 🙂
@Filippo 😉
Spesso (e parlo per esperienza, anche se non in questo specifico “campo”), il punto di arrivo, che poi scopri essere ciò che Dio preparava per noi, è preceduto da una marea di umani nostri fallimenti e umane fallaci prospettive…
Certo non si ha sempre occhi per leggere i fatti, anche se a posteriori, ma questo è un altro discorso…
… non si “hanno occhi” (credo sia meglio..) 😉
Alvise, ce l’hai già ammannito in ogni salsa l’ “argomento orfanotrofio” (“piuttosto che lasciarli in orfanotrofio non è meglio che se ne curino le coppie omosessuali”?). Ti abbiamo già risposto per esteso a suo tempo, adesso non ricominciare la solfa…
Vedi ad esempio:
http://costanzamiriano.com/2014/04/13/giu-le-mani-da-tutti-i-bambini/#comment-77637
http://costanzamiriano.com/2014/04/13/giu-le-mani-da-tutti-i-bambini/#comment-77738
Brava Costanza, condivido il tuo post, se vuoi venire a presentare il tuo libro a Figline Valdarno siamo pronti ad accoglierti.
Potremmo pure essere felici noi di San Giovanni e forse perfino qualcuno di Terranuova e Montevarchi 🙂
E’ appena finito il servizio TG3……. quante balle!!!!!!!!
Pingback: E adesso sparate pure | il blog di Costanza Miriano
La famiglia o continuerà a esistere nelle forme fino a ora conosciute o non continuerà.
Cosa volete che possano figure grottesche come Adinolfi eccetra o egualmente balorde come Scalfari e Ferrara o anche peggio!
Ferma perà restando la responsabilità delle microscelte politiche come quella di non permettere adozione agli omosessuali che inevitabilmente come conseguenza diretta lasceranno nella merda (vera) (tanti? pochi?) bambini sfortunati.
Dai su Fil0, dicci la verità, ci stai prendendo in giro? Non leggi? Non ti fidi? Senti, facciamo così, troviamoci in piazza della Libertà, ti offro un caffè e ti porto i dati numerici. Ci stai? Così una volta per tutte vedrai che di bambini in orfanotrofio adottabili in italia praticamente non ce ne sono e che dove ci sono, oltre ad essere già in sovrannumero le coppie attualmente in lista di attesa, quasi tutti i paesi che li ospitano non prendono in considerazione coppie omosessuali.
filippofiani:
…se è come dici te (e non ho nessun motivo concreto per dubitarne) allora chiudo il becco e lascio libero il campo alla vostra lotta contro le più atroci turpitudini contro bambini indifesi (incluso l’essere condannati a avere dei fratellini congelati)!
Non è che “lo dico io”. Basta prendere una qualsiasi pubblicazione annuale di qualsiasi associazione. Vuoi combattere con noi per i bambini in istituto? Allora lotta con noi contro le inadempienze del sistema giuridico italiano.
Non mancano certo le coppie che vorrebbero adottare …
http://www.aibi.it/ita/italia-i-dati-misteriosi-delladozione-nazionale-ogni-anno-300-minori-dichiarati-adottabili-non-vengono-adottati-e-oltre-30-mila-famiglie-aspettano/
E ci vuole molto poco a cercare su internet quali paesi stranieri concedono l’adozione alle coppie omosessuali, anche se l’Italia approvasse tale pratica, dove potrebbero andare?
http://it.wikipedia.org/wiki/Adozione_da_parte_di_coppie_dello_stesso_sesso
Forse in Brasile … ma considera anche che ci sono migliaia di coppie Italiane già in attesa per il Brasile …
.filippofiani:
…e quindi alla fine tanto rumore per quasi nulla: per me perché (da quello che dici) sembrerebbe assai ardua se non impossibile l’adozione di un bambino (anche indipendentemente dal sesso degli adottandi) -per te (anche nel caso venisse permessa l’adozione in Italia da parte di famiglie omosessuali) per la stessa identica estrema difficoltà!
p.s. scusate per il disturbo!
Infatti io ne facevo volentieri a meno di ridire per la milionesima volta la stessa cosa.
…sono un imbecille, lo riconosco!
filippofiani:
…tanti? pochi? pochisimi? (mi riferisco al mio commento qui sopra)
Troppi, perché sono più di zero.
Ma lasciando perdere la demagogia, si parla di qualche centinaio di bambini adottabili che per vari motivi non arrivano immediatamente ad una delle trentamila e più coppie con decreto.
A volte sono bambini con bisogni speciali, per i quali non è facile individuare una coppia adatta.
Altre volte sono già abbastanza grandi e con così tanta sofferenza sulle spalle da scegliere di non volere essere adottati.
Altre volte, purtroppo, il denaro che questi giochi smuove, fa “preferire” una collocazione “temporanea” in casa famiglia.
È un mondo complesso e articolato, con molte ombre, nonostante io reputi buona la legge che regola il rilascio dei decreti e le adozioni, trovo che l’applicazione sia in realtà davvero scadente.
C’e’ un popolo invisibile di gente che sta in piedi e non commenta via Twitter ne’ Fb:
ammalati che offrono in silenzio e guardano ammutoliti le sterili discussioni dei talk show per passare il tempo ospedaliero senza tempo; padri di famiglia nei cantieri di lavoro che si spaccano schiena e mani per sostenere le famiglie; donne che abbracciano nel contempo figli da crescere, marito da incoraggiare e calzini a pile da stirare; barboni; gente sola e dimenticata, cosidetti casi sociali, quelli alla cui porta va a bussar solo l’assistente sociale..e quanti ne potremmo elencare di cosidetti ultimi (ed a quanto pare primi nel cuore di Dio)
? Bene: questa gente semplice ha ben chiaro nel cuore (per desiderio realizzato o ancora in “forse”) l’ideale di famiglia che tu con ironia e semplicita’ da tempo ci vai descrivendo cara Costanza..e questo popolo silenzioso, ma tenace e’ con te, cara Costanza e con chi desidera che la famiglia (=papa’ + mamma + figli) continui ad esser cellula cioe’ parte fondamentale della nostra società!
Avanti tutta!
Siamo con te!
Buonasera a tutti, come si partecipa al convegno del giorno 17? Basta presentarsi? Grazie.
Sì.