5 aprile 2014, Roma, Piazza del Pantheon – Domitilla, 7 anni, mano nella mano con suo papà, si sta godendo il suo cono al cioccolato e al pistacchio appena conquistato con tanta fatica dopo un’interminabile fila al bancone della gelateria, dietro a spagnoli e americani sudati. Un attimo prima che un insidioso rivoletto di cioccolato finisca fuorigioco tra i lacci delle sue nuove scarpine rosa, la piccola è attratta da uno spettacolo insolito che sta avendo luogo nella piazza, proprio di fronte al Pantheon, e immediatamente esclama:
“Papà, perché ci sono tutti quei signori in piedi a leggere? Non è più comodo se si siedono? E perché stanno tutti zitti zitti?”
“Tilla, evidentemente avranno i loro buoni motivi, non ti pare?”
“Andiamo a vedere? Dai! Vieni!”
Mario, il papà di Domitilla, ha evidentemente intuito che non si tratta di un raduno di Accademici della Crusca, né di un incontro letterario per amanti della poesia ermetica, altrimenti, come già ha notato sua figlia nel candore dei suoi 7 anni, sarebbe davvero inspiegabile. Ovviamente Mario non fa neanche in tempo a pensare tutto questo, che la piccola Tilla già corre verso la “scacchiera”. Eh già, infatti si tratta proprio di un’enorme scacchiera umana: 400 persone circa sono ferme in piedi distanziati di due o tre metri l’uno dall’altro a leggere un libro davanti al Pantheon.
Mario, ormai non meno curioso di sua figlia, si avvicina ad un giovane che indossa una vistosissima pettorina giallo fluo ed è circondato da un gruppetto di turisti, che vogliono saperne di più
“…siamo fermi in piedi in difesa della libertà d’opinione, messa in pericolo dal ddl Scalfarotto sull’omofobia. Questa veglia serve proprio a ricordare alle persone quanto è bello poter esprimere liberamente le proprie idee senza incorrere in denunce o intimidazioni…”
Di fronte alle crescenti domande, il ragazzo spiega che lui fa parte del servizio d’ordine di quella che ormai Mario ha capito essere una sorta di manifestazione, sebbene diversa dai tipici eventi di piazza, spesso violenti e rumorosi; per le domande e le informazioni sono a disposizione i portavoce delle “Sentinelle”, che girano tra i veglianti.
La piccola Domitilla non solo ha finito il suo gelato, ma ha anche capito che il raduno di piazza non è un gioco, e che, restando lì, non si vincerà alcun premio, perciò mette il broncio. Suo padre Mario, invece, sembra incuriosito e, scavalcando i turisti, arriva dal portavoce, che ha appena terminato un’intervista.
“Buongiorno, ho sentito che questo raduno è una sorta di manifestazione per la libertà d’opinione, però francamente non ho capito molto.”
Giovanni, 29 anni, faccia pulita e aspetto allegro, non sembra il classico attivista politico uscito da un film di Marco Tullio Giordana, quanto piuttosto un giovane padre di famiglia. Fa un sorriso a Domitilla e, notando i lacci delle scarpine rosa tutti sporchi di cioccolato, le chiede se il gelato era buono e, dopo un rapido scambio di battute, il buonumore torna sul viso della piccola. Poi si rivolge a Mario e inizia a spiegare:
“Io sono uno dei portavoce del movimento Sentinelle in Piedi Roma. Siamo qui oggi per manifestare in difesa della libertà d’opinione, minacciata dal ddl Scalfarotto sull’omofobia. In breve, questa legge introduce il reato di discriminazione e istigazione alla discriminazione per omofobia, ma non chiarisce cosa si intenda per omofobia e quali siano i limiti del decreto. E’ chiaro che nessuna categoria deve essere discriminata, e che siamo contrari a qualunque forma di violenza nei confronti degli omosessuali, ma purtroppo il decreto non si limita a questo. Di fatto, se questa legge entra in vigore, sarà punibile chiunque dichiari pubblicamente che è contrario ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, oppure sostenga che i bambini debbano essere adottati da un papà e da una mamma, o affermi che la teoria Gender non ha fondamenti scientifici. Posso essere almeno libero di esprimere la mia opinione senza rischiare il carcere?”
“Carcere?! Addirittura? Ma le pare? In Italia non verrà mai applicata una legge così!”
“Le assicuro che in Francia è successo di peggio. Le parlo della Francia perché questa forma di protesta è nata lì. Le Sentinelle sono un movimento apartitico e aconfessionale che prende spunto proprio dall’esperienza dei Veilleurs Debout, che hanno ideato le cosiddette veglie, cioè questi raduni di persone che, silenziose e ordinate, si ritrovano in piedi a leggere un libro, simbolo della propria libertà di pensiero. E sono stati costretti a farlo, proprio perché per legge questi raduni non possono essere considerate manifestazioni. A Parigi le manifestazioni classiche sono state tutte represse con violenza e i manifestanti arrestati senza motivo…”
Domitilla è stanca e tira la giacca del papà, che, con la promessa di un altro gelato, riesce a farsi concedere dalla sua principessa il tempo per un’altra domanda:
“Quando ci sarà la prossima veglia?”
“Ormai ci sono veglie in moltissime città d’Italia e le Sentinelle sono attive su tutto il territorio. La prossima veglia a Roma sarà prima dell’estate. E speriamo che nel frattempo non venga approvato il ddl Scalfarotto così possiamo ancora scendere in piazza liberamente per difendere una libertà che riguarda tutti.”
A Mario basta questo, ora ha le idee più chiare, saluta e ringrazia il portavoce e si allontana, mano nella mano con la piccola. Verso la gelateria, lei guarda il papà con occhi sognanti e spensierati, e Mario ricambia con uno sguardo d’amore e di paura, consapevole che la società nella quale la sua Tilla, da grande, si troverà a vivere, la deve costruire anche lui.
Ormai l’estate è arrivata, e il decreto di legge Scalfarotto è ancora in discussione in Senato. Perciò Mario, Domitilla e chiunque voglia unirsi a noi, potrà farlo nella veglia di
VENERDI 27 GIUGNO alle 21, in Piazza san Silvestro, a Roma.
Devi solo portarti un libro (che sia un romanzo, un saggio, un libro di cucina o Diabolik non importa) e dotarti di buona volontà per stare un’oretta in piedi a leggere.
Non sono le Sentinelle a chiedertelo, ma la tua sete di libertà!
Fabrizio, Sentinelle in Piedi Roma
Io e la mia famiglia saremo invece alla veglia sabato 29 giugno alle 17.30 in Ivrea.
Buona veglia, Sentinelle Romane! Noi vi accompagneremo a distanza con la preghiera!
“Giovanni, 29 anni, faccia pulita e aspetto allegro, non sembra il classico attivista politico uscito da un film di Marco Tullio Giordana, quanto piuttosto un giovane padre di famiglia. Fa un sorriso a Domitilla e, notando i lacci delle scarpine rosa tutti sporchi di cioccolato, le chiede se il gelato era buono e, dopo un rapido scambio di battute, il buonumore torna sul viso della piccola. Poi si rivolge a Mario e inizia a spiegare”
(sic!!!)
Un po’ di maniera, eh?
Avevo fatto una scommessa con me stessa e l’ho vinta 😉
Tema della scommessa era l’esatto minutaggio necessario prima che qualcuno (a caso) insorgesse in nome della sobrietà, dell’eleganza e dello stile contro la bondieuserie o Schwärmerei o cristianucceria di chi scrive in questo blog.
Ora riscommetto con me medesima sull’attesa necessaria prima che venga distillato il prossimo «ma abbiate pazienza!» 🙂
Viviana: come direbbe la pubblicità, ti piace vincere facile, eh!
Ebbene sì…
http://www.nickcarter.it/stanislao/img/01_10dollari.gif
Viviana, il tuo humour è sempre sottile e ben affilato: una vignetta che, direi, calza a pennello!
SMACK!
Ma lei si sente più Carmen Gutierrez (falsa contessa polacca) o più Stanislao Moulinski (falso barone spagnolo)? 🙂
Viviana: Alvise con i tacchi a spillo e le gioiellose collane al collo? Per la delicatezza dei suoi modi dire più Stanislao…
No, Alvise coi tacchi a spillo no …
Casomai in toga da Censore 😉
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8e/Capitoline_Brutus_Musei_Capitolini_MC1183.jpg
….mi sento e non mi sento!
A Como, sabato 28 alle 18.00 in piazza del Duomo, per la nostra terza veglia!
a Milano ci sono le sentinelle questo weekend?
SE SIAMO OGGETTI
di Mario Adinolfi
Se diventiamo un prodotto anziché persone tutto è perduto. Se siamo oggetti, anziché soggetti di diritto e di diritti, l’umanità nega se stessa. Ragioniamoci. Vi scongiuro in ginocchio, ragioniamoci. Solo un ragionamento ci salverà.
Un giorno è il divorzio breve, un giorno è la dematrimonializzazione della società con il progetto di legge sulle unioni civili, un giorno è la stepchild adoption, un giorno è sull’aborto il divieto di obiezione di coscienza fascistissimo e infame, un giorno è il registro del testamento biologico per dire un sì mascherato all’eutanasia. Ogni giorno una. Una grandinata di provvedimenti che raccontano una sola visione del mondo: siamo oggetti, siamo prodotti, non più persone. E’ una visione ideologica, lontanissima dalla realtà dei fatti e dell’umanità, che si fa avanti: una narrazione di individui e di individualismo, non di persone in relazione tra loro.
Il bambino? E’ un oggetto. Un mero diritto altrui, peraltro incoercibile. Il “diritto incoercibile ad avere un figlio”, ha scritto in una sentenza incredibile la Corte costituzionale. Senza spiegarci in quale punto della Costituzione si legge questo passaggio. Cancellando tutte le sanzioni presenti nella legge 40 contro chi opera al di fuori di essa. E di fatto aprendo il terreno a un nuovo far west procreativo italiano, dove la vita umana è mero prodotto, dunque con le logiche produttive applicate: efficienza, standardizzazione, scarti. Siamo come mattonelle: quella sbeccata si butta, quella che non ha mercato resta ferma in magazzino, come un embrione, come migliaia di embrioni. Persone, non prodotti da banco surgelati di un supermercato.
E poi quell’embrione se cresce appena un po’ e mostra di non essere adatto agli standard di chi ha comprato un figlio, magari dopo una diagnosi post-impianto, via, nella pattumiera. E guai al medico che dovesse dichiararsi obiettore di coscienza, dice il presidente della Regione. Non osi. Ma la legge 194 prevede il diritto all’obiezione? Non osi obiettare, signor medico. E’ la logica del prodotto, qui non siamo più persone. Il prodotto imperfetto si getta.
E l’anziano, malato, in ospedale che magari mentre era giovane e sano aveva firmato un generico foglio chiamato pomposamente “testamento biologico” per dire che avrebbe rifiutato cure troppo invasive e dolorose in caso di malattia grave e potenzialmente mortale? Anche lui, prodotto che non serve più, vita “non degna di essere vissuta”, vedete, c’è scritto pure il suo assenso alla soppressione sul testamento biologico ben conservato nei neonati appositi registri del Comune di Roma. Registri, sia detto, inventati da un sindaco che si proclama pure cattolico per far contenta l’associazione radicale di turno, totalmente avulsi dai bisogni e dalle richieste della realtà. A Rimini, dove li hanno istituiti perché settecento firme le chiedevano, ne hanno depositati sette di testamenti biologici.
E la “stepchild adoption”, cioè l’utero in affitto legalizzato? Processo produttivo perfetto. La coppia gay non può avere figli? Che problema c’è, si seleziona la donna in un catalogo, si mescola lo sperma dei due aspiranti genitori in modo che al figlio sia negata la possibilità di conoscere sia chi è sua madre che chi è suo padre, si mette in cottura nel forno prescelto per nove mesi, ed eccolo là il “diritto incoercibile” che diventa realtà. E il figlio-oggetto che va ad abbellire la casa della coppia che figli non ne poteva avere. Ma ogni oggetto si può comprare, basta avere i soldi. Il diritto ad avere una mamma e un papà? Roba superata, roba medievale, roba da persone, da soggetti di diritto e di diritti. Se siamo oggetti, altri decidono per noi.
E’ qui il punto. Se siamo oggetti altri decidono per noi. Decidono se possiamo nascere e quando dobbiamo morire, se possiamo avere una mamma e un papà o se dobbiamo allegramente farne a meno, se possiamo coscienziosamente obiettare e se possiamo sopravvivere a una malattia grave. Se sconnettiamo i fili che tengono insieme una società (mamma e papà, marito e moglie, genitore e figlio, medico e paziente, insegnante e allievo, uomo e donna) siamo una serie di monadi che si aggirano nel mondo alla ricerca di un senso che non può essere trovato. Gli oggetti sono inanimati. Questo stanno facendo: vogliono che perdiamo l’anima. Ci sarà un modo per opporsi alla quotidiana dose di veleno che sta rendendo imbevibile l’acqua dei pozzi?
“si mette in cottura nel forno prescelto per nove mesi”
….no Adinolfi, no, abbi pazienza!
Infatti Adinolfi non lo vuole!
Abbi pazienza dillo ai gay che si comprano gli uteri!
…allora spieghi Adinolfi come fosse possibile che esistesse un soggetto ancor prima dello stesso eventuale concepimento di questo soggetto. Certo, un soggetto non solo è inanimato, ma non è nemmeno un soggetto, né un oggetto, prima di esserlo. E diventa soggetto (o anche oggetto, purtroppo, da piccino e da grande) attraverso il concepimento (quale che sia) e la nascita. Non sarebbe più serio concentrasse (Adinoldi) i suoi sforzi nella lotta contro l’aborto, ad esempio (se è una lotta in cui crede) invece che pontificare sui soggetti e gli oggetti animati o inanimati che siano e la vita e la morte e i diritti e i non diritti e i pozzi avvelenati eccetra?
A parte che non mi pare abbia parlato solo di embrioni ma anche se fosse il considerare un embrione un oggetto non è cosa che si limiti alla condizione di embrione perchè ha poi anche conseguenze sul nato e sul nato adulto quando si ritroverà ad essere figlio di nessuno perchè la madre non la può sapere e il padre è un ibrido tra i due gay. Nella lotta contro l’aborto è fondamentale considerare l’embrione come un soggetto. E’ proprio perchè lo si considera un oggetto che lo si può buttare via a piacimento altrimenti avrebbe dei diritti a cominciare da quello fondamentale di nascere.
Invito Filosofiazzero a rileggersi il suo commento al pensiero di Adinolfi proposto da Giusi. Anche le bischerate vanno scritte un po’ meglio.
Alvise prima decide di contestare a prescindere e poi contesta. Quello che esce esce!
…
“un ibrido tra i due gay” (sic!!!) (ma abbi pazienza!!!)
Abbi pazienza lo dici ai due gay che mescolano lo sperma non a me!
webmrs:
….cosa ne dice lei, che l’è anche laureata, che gli va bene a lei il vocabolo “ibridi”?
….
webmrs: correggo “ibrido”.
http://www.notizieprovita.it/notizie-dallitalia/monza-a-scuola-serie-dvd-di-storie-di-bambini-trans-e-cartoni-animati-gay/
Giusto per capire con chi abbiamo a che fare!
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