di Andrea Piccolo
Mi sembra che oroscopo, previsioni del tempo e sondaggi siano tre elementi che non possono mancare in un sito web che voglia proporsi moderno, accattivante e attento alle piccole esigenze quotidiane dell’utente. Oltretutto l’intrinseca dinamicità dei temi trattati contribuisce in modo efficace all’immagine di un sito dai contenuti sempre aggiornati e al passo coi tempi.
Da un certo punto di vista sono elementi con forti analogie, in quanto si tratta di tre misuratori del clima: quello umorale (giornata “si”, giornata “no”), quello atmosferico e quello sociale, ma la precisione di questi misuratori si differenzia in modo significativo.
L’oroscopo, non essendo fondato né sulla scienza né su altre forme di conoscenza, è privo di attendibilità, le sue conclusioni sono aleatorie e non è in grado di fornire consiglio su nulla. La sua diffusione è giustificata dall’insospettato numero di razionalisti convinti, che non sono disposti a concedere nulla ad idee anche solo vagamente religiose, ma che volentieri indulgono a un momento di evasione a base di luoghi comuni formulati in modo sfumato e generico, in un contesto vagamente arcano ed esoterico. L’uomo razionale e determinista sa che esiste un margine di imponderabilità nella sua giornata, così per cercare di controllare l’imprevedibile istintivamente si affida a tecniche superstiziose che hanno fondamento nella religiosità naturale dell’uomo. La religiosità naturale è quella che, ad esempio, genera in tante persone un bisogno improvviso e incontenibile di pregare nel momento esatto in cui mettono piede su un aereo; il più delle volte se non c’è da volare è sufficiente l’oroscopo.
La meteorologia è invece un ramo delle scienze positive, questo significa che i fondamenti teorici e i modelli di previsione che impiega si rifanno a principi matematici e leggi fisiche, ma l’ambito è uno tra i più ricchi di variabili e, di conseguenza, dei più difficili da simulare. Per questo, nonostante la capacità di prevedere il tempo sia migliorata significativamente negli anni recenti, la possibilità di errore, soprattutto nelle previsioni a più giorni di distanza, è tutt’altro che trascurabile. Nonostante l’imprecisione nelle previsioni, la capillare diffusione dell’informazione e la possibilità per chiunque di accedervi ha favorito una confidenza nella meteorologia al punto che per alcuni questa è diventata il vaticinio dell’oracolo. Così non è raro il caso di chi programma o rinvia una uscita sulla base delle previsioni meteo, e non parlo di attraversare la penisola in auto quando minaccia tempesta, ma di annullare il giovedì la biciclettata del sabato perché si attende pioggia. Alzare gli occhi e cercare le nuvole in cielo a volte è un gesto rispettoso della realtà.
Il sondaggio è uno strumento della statistica; cercando di semplificare al massimo, è un metodo che la statistica usa per raccogliere informazioni su tanti individui interrogandone solo una parte. Anche la statistica è una scienza positiva, e poiché fa ampio uso di calcolo delle probabilità e teoria degli errori, per compensare l’imprecisione e la scarsità di dati disponibili, i suoi risultati sono di gran lunga più attendibili delle previsioni del tempo. Un sondaggio è dunque un sistema molto efficiente per avere informazioni precise quando non è possibile una misura puntuale e capillare. Esiste però un rovescio della medaglia, che può renderne i risultati estremamente ambigui e fa si che, nonostante la statistica sia una scienza precisa, ammorbidendo opportunamente i rigorosi vincoli della scientificità il sondaggio possa diventare l’arte di trovare i numeri giusti a sostegno di una tesi arbitraria.
Esaminiamo più da vicino questo fattore inaspettatamente problematico. La prima difficoltà è data dall’ambiguità semantica di alcune formulazioni,. ad esempio chiedere quale sia il consumo mensile di olio a una massaia o a un meccanico non è la stessa cosa, in quanto la prima penserà all’olio di oliva mentre il secondo all’olio lubrificante. Questa ambiguità si elimina facilmente con opportune precisazioni (d’oliva o lubrificante). Nel caso dei sondaggi di opinione invece, si introduce un elemento soggettivo ed emotivo che rende la risposta meno precisa e può essere anche sfruttato per pilotare il risultato: alla domanda “pensi che un bambino cresca bene in un orfanotrofio?” nessuno risponderebbe “si”, ma sarebbe fazioso usarla per giustificare le adozioni gay dato che ben difficilmente sarebbe contemplata la risposta “no ma il suo sviluppo di persona sarebbe maggiormente devastato crescendo in un ambiente che lo privi anche dei riferimenti naturali fondamentali”.
Tornando al mondo online, da dove eravamo partiti, il sondaggio è esposto anche ad alcuni rischi che non esistono nella modalità tradizionale a intervista. Il primo e più evidente è dato dal fatto che i partecipanti al sondaggio non sono selezionati ma si propongono da sé, per cui è facile che il campione non sia rappresentativo, vale a dire che le risposte non rispecchino il pensiero effettivo della popolazione; il fatto poi che i partecipanti non possano essere identificati fa si che le risposte possano essere inviate più volte dalle stesse persone falsando i risultati, e tutte le contromisure che si possono escogitare per limitare la manipolazione dei risultati nei sondaggi online riescono a bloccare solo chi in realtà non ha un vero interesse ad aggirare le protezioni. Esistono strumenti di sicurezza informatica in grado di risolvere il problema: firma digitale, token, crittografia a chiave doppia, ecc. ma il loro impiego in questi casi è improponibile. Infine, il fatto che risposte e risultati siano archiviati e custoditi da chi commissiona il sondaggio – il webmaster di turno – senza garanzie terze di integrità del dato è un ulteriore motivo di inaffidabilità. Non significa che i risultati siano manipolati, tanto o poco che sia, ma che la mancanza di controllo non permette di escludere questa possibilità. Si noti che in tema di opinioni espresse dalla popolazione, in epoca contemporanea neppure uno stato ha l’autorità per farsi garante di sé stesso, infatti si parla di elezioni democratiche solo se al processo di voto è possibile la presenza di osservatori indipendenti e terzi.
A questo punto, si può concludere che i sondaggi sul web hanno la stessa attendibilità scientifica degli oroscopi.
E’ un consiglio a leggere solo le previsioni meteo? Non proprio. Da un punto di vista propagandistico un sondaggio conserva comunque una certa capacità di persuasione, per quell’impressione che lascia di basarsi su dati reali o presunti tali. Ma anche con la consapevolezza di quanto un sondaggio, specie online, possa essere strumentale a una tesi, non ha senso pensare che sarebbe preferibile non disporne, e non perché in fin dei conti si tratta di uno strumento che correttamente impiegato consente effettivamente di descrivere le opinioni di una popolazione, ma perché di fatto il sondaggio online è entrato a far parte delle nostre abitudini, fa parte degli oggetti familiari coi quali si interagisce spontaneamente e senza troppo pensarci su. Neppure ha senso fare pressioni per invocare attendibilità dei sondaggi online in virtù del fatto che spesso sondano temi caldi del panorama sociopolitico –pressione su chi, poi?
Quando si tratta davvero di far sentire la voce e, se possibile, fare al differenza, dobbiamo abbandonare la rete virtuale per rientrare in contatto con la sola realtà che abbiamo a disposizione e che, bella o brutta, è il solo terreno su cui misurarsi: nel 2007 alcune centinaia di migliaia di partecipanti al Family Day fermarono i DICO, nel 2014 l’Unione Europea ha cestinato le firme, raccolte in gran parte online, di due milioni di cittadini che aderivano alla petizione Uno di noi; sono convinto che “solo” 200.000 persone radunate davanti al Parlamento Europeo avrebbero ottenuto di più. Certo, non è facile come dirlo e ha dei costi, ma la realtà va difesa nella realtà.
Però la realtà non è fatta solo di folle oceaniche. Nel 2013 le Sentinelle in piedi si sono radunate in molte piazze d’Italia per denunciare l’intento liberticida della proposta di legge a firma Scalfarotto, e quello che ci si aspettava fosse un iter a tappe forzate si è improvvisamente e sorprendentemente dilatato, al punto che dopo un anno la legge è ancora ferma al Senato. Avrà pure giocato la congiuntura politica, ma da alcune dichiarazioni stizzite, anche dello stesso Scalfarotto, è ragionevole pensare che se le Sentinelle non fossero scese in piazza saremmo già tutti un po’ meno liberi di parlare. La loro rivendicazione ha addirittura spinto i promotori della legge a concordare col governo una azione diversiva, per introdurre a settembre (o a sorpresa in agosto?) un riconoscimento de facto del matrimonio omosessuale, col doppio intento di togliere mordente all’azione delle Sentinelle in piedi coi loro alleati, e insinuare nell’opinione pubblica l’idea che ulteriori prese di posizione sull’argomento siano spreco di tempo e poco importanti.
La tentazione di pensare che farsi sentire non serva è forte: mentre i giornali raccontano i successi delle forze dell’ordine a difesa dei minori, l’Unione Europea accredita il Kinsey Institute, che promuove e protegge scientemente la pedofilia, per dare una veste di credibilità alle loro perverse iniziative. Ma pochi giorni fa in Francia, per le pressioni della Manif Pour tous e l’iniziativa dei genitori che non mandavano i bambini a scuola nelle giornate di indottrinamento, hanno abbandonato (per ora?) il piano di introduzione della ideologia gender nelle scuole.
Farsi sentire serve, ma deve essere una voce reale. Le frequentazioni online sono fondamentali per fare rete, scambiare contatti, diffondere rapidamente informazioni, ma è tutto vana autocelebrazione se non esce dal mondo virtuale. Continuiamo pure a usare i sondaggi se ci dà l’impressione di essere per un attimo protagonisti e poter dire la nostra, continuiamo a ignorarli se ci infastidisce quello stile finto-democratico. Ma la voce e il silenzio possono imporsi solo nel mondo reale.
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“A questo punto, si può concludere che i sondaggi sul web hanno la stessa attendibilità scientifica degli oroscopi.”
…proprio così!
Chi è interessato a una magistrale lezione di propaganda e strumentalizzazione politica, può trovarla a pag 5 e 6 del Corriere della Sera di oggi. Le due pagine, richiamate in prima, sono interamente dedicate al Sinodo sulla famiglia che si apre a ottobre, e ai temi caldi che vi si tratteranno:divorzio, sacramenti ai divorziati, omosessualità e così via. Centrale il risultato dei questionari inviati al sinodo dalle diocesi che servirà come base di partenza delle discussioni (risultato già ben noto al Corriere, a quanto pare). A metà di pagina 6 una foto di Scalfarotto sorridente e una intervista/articolo in cui si spiega che a settembre le unioni civili (gay)/ di fatto (tutti) saranno in discussione al Senato – evidentemente si tratta di azione propedeutica al Sinodo.
Il tutto è costruito con tale astuzia e bravura che sul giornale non manca l’intervista a un noto personaggio (nella fattispecie Jerry Scotti) divorziato che auspica una apertura della Chiesa sui sacramenti ai risposati.
La PROPAGANDA sta nel mostrare una Chiesa democratica, che accoglie le istanze che provengono dalla base e che, non appena il buon Papa avrà vinto alcune ostinate resistenze interne, procederà veloce sotto la spinta del Francesco-pensiero.
La STRUMENTALIZZAZIONE sta nel fatto che chiunque abbia ascoltato di Papa Francesco qualcosa più del frammento ‘chi sono io per giudicare’ sa che il teorema montato dal Corriere è una colossale pagliacciata.
La STRATEGIA è: vogliamo le unioni civili votate alla Camera prima delle ferie e senza incidenti come l’anno scorso con le sentinelle in piedi. Ci serve un testimonial di prestigio come la Chiesa cattolica.
L’Intrumentum laboris è stato presentato ieri ed è sintetizzato in modo lucido e non propagandistico da Introvigne:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-sinodo-sulla-famigliaquello-dei-vescovi-non-e-quello-dei-media-9579.htm
“Solo se la luna e’ in nettuno”… geniale! E che risate scoprire che e’ (per ora) la risposta con piu’ voti!
ecco, allora leggersi Matzuzzi su “il foglio” di oggi : “verso il vaticano III- situazione drammatica di distacco ed incomprensione registrata nel documento per il sinodo” ( la instrumentum laboris mi pare presentata oggi) dove si dice,nell’articolo, ad un certo punto: tutte le risposte( dei questionarii,nota mia)…Chiusura totale, invece alle nozze tra persone dello stesso sesso.”
ovvero l’esatto contrario di quanto sostiene il corriere della serva….
Pubblicato l’Instrumentum laboris per il doppio sinodo sulla famiglia 2014-2015.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-sinodo-synod-famiglia-family-familia-34919/
Coppie omosessuali. “Tutte le Conferenze Episcopali si sono espresse contro una ‘ridefinizione’ del matrimonio tra uomo e donna attraverso l’introduzione di una legislazione che permette l’unione tra due persone dello stesso sesso. Vi sono ampie testimonianze dalle Conferenze Episcopali sulla ricerca di un equilibrio tra l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia e un atteggiamento rispettoso e non giudicante nei confronti delle persone che vivono in queste unioni. Nell’insieme, si ha l’impressione che le reazioni estreme nei confronti di queste unioni, sia di accondiscendenza che di intransigenza, non abbiano facilitato lo sviluppo di una pastorale efficace, fedele al Magistero e misericordiosa nei confronti delle persone interessate”. A ogni modo, “nel caso in cui le persone che vivono in queste unioni chiedano il battesimo per il bambino, le risposte, quasi all’unanimità, sottolineano che il piccolo deve essere accolto con la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che ricevono gli altri bambini”.
http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/sinodo-dei-vescovi-misericordia-con-divorziati-gay-ragazze-madri/
Vi piacciono i sondaggi?:
NO! E per questo non lo dico con un sondaggio… 😉
Vuoi saper del tuo futuro?
Affidalo a Dio e sarai al sicuro!
Vuoi saper se il tempo sarà bello?
Chiedi il sole e porta l’ombrello!
Vuoi usar sciocchi sondaggi?
Lasciarli perder è da saggi!
Ma siccome va’ di moda
sta mania non si scoda!
Mi è davvero piaciuto questo articolo. Tutto giustissimo. Ma ottimo è in particolare il richiamo alla realtà: sì, “la realtà va difesa nella realtà” ed è nella realtà che dobbiamo vivere.
Sono anche convinta che, per quanto piccolo o apparentemente irrilevante possa apparire il nostro contributo, il nostro metterci la faccia reale (e non solo un avatar o un nickname), sarà comunque prezioso e non andrà sprecato.
Quel che possiamo, secondo il rispetto del nostro status, dobbiamo anche farlo: è una delle lezioni più preziose che il parroco con cui sono cresciuta nella fede mi ha lasciato, quando ci insegnò che, per sapere (e per fare) cosa Dio vuole da noi, bisogna rispondere a 2 domande: 1) quello che vedo è un bene? 2) sono in grado di farlo? Se a tutte e due le domande rispondo in sincerità “Sì”, allora devo farlo (se poi prendo la via sbagliata, vuol dire che entrambe o una di queste 2 condizioni non era soddisfatta e che, dunque, avevo valutato male). Per rispondere affermativamente alla seconda domanda, l’importante è non venire mai meno ai doveri della propria condizione, perché il primo dovere è il proprio stato. E il non venire meno ai doveri del proprio stato garantisce di non cedere alle immaginazioni, poiché i doveri del proprio stato sono REALI ed evidenti. In questo modo, fra l’altro progressivamente scopriamo e/o viviamo la nostra vocazione. Il che è anche il “segreto” della santificazione del quotidiano e del fare tutto per la gloria di Dio.
Mi viene in mente il cardinale e Servo di Dio François-Xavier Nguyan Van Thuan ( http://www.santiebeati.it/dettaglio/88202 ) che nel preziosissimo “Cinque pani e due pesci” afferma: “Non importa se piccolo o grande […] Ma compiere il dovere del proprio stato è la più sicura e semplice forma di ascesi che tu possa seguire”.
Sara:
“il nostro metterci la faccia reale (e non solo un avatar o un nickname)”
…ma tu, chi sei tu? Tu-tu-tuuuu…..
Sara:
….ancora una domanda (abbi pazienza). Ma qual’è il nostro stato REALE? E’ solo quello che è o potrebbe essere quello che potrebbe essere scegliendo che fosse un altro. Come, ad esempio, gli apostoli lasciarono le reti e seguirono Cristo. Che “garanzia” abbiamo che l’accettazione del nostro stato sia la cosa giusta? Se è una accettazione gioiosa? O dolorosa? O che altro?