41 pensieri su “L’orso siberiano

  1. Giancarlo

    http://costanzamiriano.com/2014/04/16/auguri-benedetto-il-custode-di-dio/#comment-77927

    Un altro “punto fondamentale” da cui, noi cattolici, dobbiamo ripartire: l’essere umano è PERSONA.

    Noi esseri umani abbiamo una dignità che deriva dal fatto che siamo amati da Dio. Avere dignità significa avere un valore infinito, non acquistabile, indipendente da quello che facciamo, da quello che sappiamo fare. Questo significa che la nostra persona è INTOCCABILE. Nessuno, per nessun motivo, può uccidere, ma neanche modificare (cambio di sesso) una persona.

    Solo l’uomo è persona. GLI ANIMALI NON HANNO DIGNITA’. Il rispetto che è dovuto alle persone, NON E’ DOVUTO AGLI ANIMALI. Questo non significa che non dobbiamo rispettare la creazione; dobbiamo rispettare la creazione, quindi anche gli animali, ma non perchè abbia un valore in sè, ma perchè è indispensabile alla nostra vita. Ripettare gli animali non significa che non possiamo ucciderli: POSSIAMO UCCIDERLI. Naturalmente l’uccisione degli animali è lecita, da un punto di vista morale, quando dall’uccisione degli animali deriva un bene per l’uomo. Quindi LA COSIDETTA “VIVISEZIONE” E’ LECITA. GLI ALLEVAMENTI DI ANIMALI DA CARNE O DA PELLICCIA SONO LECITI. LA CACCIA E’ LECITA. LE TRADIZIONI POPOLARI CHE COMPORTANO L’UCCISIONE DI ANIMALI SONO LECITE. MANGIARE L’AGNELLO A PASQUA E’ LECITO.

    Su questo argomento CONSIGLIO VIVAMENTE di leggere http://www.enzopennetta.it/2014/03/veganismo-lalba-di-un-movimento-intrinsecamente-intollerante/

    Buona pasqua di resurrezione a tutti.

  2. sara s

    A un uomo che si faceva scrupoli sullo pescare con esche vive , un sacerdote rispondeva distinguendo tra lecito e meglio. Non c’è peccato nella pesca, anche se probabilmente un san Francesco non l’avrebbe praticata, nè lui stesso. Ma è lecita.
    Credo che ci sia un livello di coscienza e di sensibilità per cui anche uccidere una mosca diventa una nota stonata: per quanto fastidiosa, piccola e insignificante, quella è una creatura voluta da un Creatore, e soltanto l’entrata del peccato ha rovinato l’armonia primigenia esistente nel creato. C’è come una nostalgia che i più puri, per esempio i bambini, conservano, del tempo in cui agnello e leone pascolavano insieme, e insieme un desiderio che ciò riaccada. E infatti sarà così, pur nella doverosa e ragionevole distinzione di valore tra creature.
    Secondo me un cristiano mangia in santa pace l’agnello, ringraziando Dio della sua esistenza e bontà, senza cedere a fanatismi ecologisti. In odio ai quali, però, non può diventare o mostrare di essere un indifferente e crudele tiranno verso le creature a lui soggette, ma donate. Come sempre, anche il giusto rapporto tra uomo e creato non è slegato alla concezione che si ha di Dio e di sè, è una conseguenza. Diventa ridicola se non dannosa quando parte da presupposti a sè stanti, come le mode o la sensibilità del momento.
    Buona Pasqua a tutti!

  3. BELLISSIMO video… mi sono fatto una gustosa risata.
    Certo si poteva anche dire che quell’anno in Siberia a fatto così caldo, ma così caldo, che l’orso ha dovuto cambiare la pelliccia con una un po’ più leggera !! 😀 😛

    Ma “quelli” (i bambini) il cervello ce l’hanno… a voler citare Nembrini 😉

    Per venire ad un commento più serioso, condivido quello qui di Sara e mi sento di precisare, pur condividendo il succo di quello di Giancarlo, che la vivisezione (cosiddetta o meno) è una cosa sola, come la parola indica: il sezionamento da vivo di un corpo, animale o umano che sia.

    Nel caso dell’umano è stata ed è anche oggi purtroppo, tra le peggiori torture applicate all’uomo, quindi, non si vede perché non dovrebbe esserlo per un animale – che pur non avente un’anima – fisicamente non soffre certo meno. Quindi ammesso e non concesso che la vivisezione praticata su un animale abbia dei risvolti positivi per il bene dell’uomo, o che non vi sia in assoluto altro mezzo per conseguirli, la stessa non può certo considerarsi moralmente accettabile, ne più ne meno come lo spezzare la schiena ad un cane a bastonate perché abbaia.

    Questo dico da assolutamente non-animalista… fossi in Siberia in calzoncini e maglietta, non ci penserei due volte a cavar le pelle all’orso (ammesso di esserne capace) per evitare a me o a un mio simile di morire assiderato…. e per dirla tutto, vorrei vedere quanti pii animalisti non farebbero lo stesso in quelle condizioni ;-), perché come si sa: “Mia difender le pelle dell’orso, prima di averne avuto bisogno!” 😀

    1. Giancarlo

      @ Bariom

      In realtà si usa la parola vivisezione per indicare una cosa che, con la vivisezione, non ha niente a che vedere. Infatti con questa parola si intende fare riferimento alla sperimentazione animale, cosa assolutamente indispensabile per il progresso della medicina.

      Ma, aldilà della manipolazione delle coscienze che si ottiene usando il termine “vivisezione”, c’è un punto fondamentale che noi cattolici dobbiamo ribadire e difendere a vantaggio dell’uomo: la sofferenza degli animali, laddove necessaria ad ottenere un bene per l’uomo, non solo è lecita, ma doverosa. E’ doveroso, da parte dei ricercatori, utilizzare in qualunque modo gli animali, anche se questo comporta una grande sofferenza per loro, se tutto questo è necessario per testare farmaci o tecniche chirurgiche o qualunque altra cosa.

      Poi non capisco come fai ad accostare la sperimentazione animale, indispensabile per il progresso della medicina, allo spezzare la schiena di un cane a bastonate. Dalla sperimentazione animale deriva un bene per l’uomo, dal bastonare un cane deriva un male per l’uomo.

      1. A me Giancarlo non interessa un bel nulla di come si usa in maniera distorta un termine, perché se si parte dal presupposto di accettarne l’uso distorto, non si arriva a capo di nulla.
        La “vivisezione” e la “sperimentazione” sono due cose diverse e io non le accosto per nulla!

        Per la sperimentazione leggi sotto ciò che riporta Alessandro dal Catechismo.. quello è il mio pensiero.

  4. Giancarlo

    @ sara s

    Non so di quando “l’agnello e leone pascolavano insieme”, nè di quando torneranno a farlo, se torneranno a farlo. So che uccidere un animale è PIENAMENTE LECITO, se da questa uccisione deriva un bene per l’uomo. Tutto il resto sono sentimenti, leciti, ma sentimenti. Non ragione.

    1. Però Giancarlo dovresti saperlo:

      Isaia 11

      1 Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
      un virgulto germoglierà dalle sue radici.
      2 Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
      spirito di sapienza e di intelligenza,
      spirito di consiglio e di fortezza,
      spirito di conoscenza e di timore del Signore.
      3 Si compiacerà del timore del Signore.
      Non giudicherà secondo le apparenze
      e non prenderà decisioni per sentito dire;
      4 ma giudicherà con giustizia i miseri
      e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese.
      La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento;
      con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.
      5 Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia,
      cintura dei suoi fianchi la fedeltà.
      6 Il lupo dimorerà insieme con l’agnello,
      la pantera si sdraierà accanto al capretto;
      il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
      e un fanciullo li guiderà.
      7 La vacca e l’orsa pascoleranno insieme;
      si sdraieranno insieme i loro piccoli.
      Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
      8 Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide;
      il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.
      9 Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
      in tutto il mio santo monte,
      perché la saggezza del Signore riempirà il paese
      come le acque ricoprono il mare.
      10 In quel giorno
      la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli,
      le genti la cercheranno con ansia,
      la sua dimora sarà gloriosa.

      …e il testo di Isaia prosegue ed è una profezia, una profezia del tempo della Parusia, del trionfo del Servo di Javhe e, come tutta la Parola di Dio un parola che si compie.
      Quindi NON “sentimenti” o sentimentalismi e tendere già oggi al compimento di questa Parola è cosa buona e giusta e il “se torneranno a farlo” è fuori posto.

      A volte voler ribadire a priori la propria visione delle cose, fa prendere delle cantonate… (capita anche a me).

      1. Giancarlo

        Si, Bariom. Però vorrei che qualcuno mi spiegasse il significato del testo che citi. Faccio fatica a credere che “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello…” in senso letterale.

        Poi, comunque, c’è un discorso di fondo che tanti cattolici non comprendono, quando si parla di animali: gli animali non hanno alcun valore (figuriamoci dignità) che non sia quello che deriva loro dall’essere a nostra disposizione. Cioè, gli animali non hanno alcun valore in sé; solo in quanto facenti parte della creazione e quindi utili all’uomo hanno un valore. Il che non significa affatto che l’uomo può farne quello che vuole. L’uomo, ad esempio, non può torturare un animale per ricavarne un piacere di tipo sadico; tuttavia il divieto di torturare gli animali non è a tutela degli animali ma a tutela dell’uomo che, attraverso un piacere perverso, rischia di perdere se stesso.

        Insistere, invece, nel voler riconoscere agli animali un qualunque valore, sia pure inferiore a quello dell’uomo, che prescinda all’essere un bene prezioso per l’uomo (un dono di Dio all’uomo), significa, in realtà, relativizzare il valore dell’uomo che è infinito.

        1. “Insistere, invece, nel voler riconoscere agli animali un qualunque valore, sia pure inferiore a quello dell’uomo, che prescinda all’essere un bene prezioso per l’uomo (un dono di Dio all’uomo), significa, in realtà, relativizzare il valore dell’uomo che è infinito.”

          Non necessariamente…

          Voglio dire che non necessariamente dare valore a qualcosa significa diminuire il valore a qualcos’altro…
          Per iperbole sarebbe come dire che dare valore all’Uomo, sminuisce il valore di Dio.
          Così pure se correttamente vogliamo ricordare che tutta la Creazione è stata messa a servizio e beneficio dell’Uomo, a lui subordinata, dobbiamo ricordare che ” La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto..” (Rom 8)
          In questo si può inserire la visione di Isaia un Creazione “restaurata”, rinnovata in cui appunto “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto;
          il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà (come si vede resta intatta in quest’ultima frase la supremazia dell’Uomo).

          Credo sia anche giusto ricordare che Dio al termine di ogni fase della Creazione ” Dio vide che era cosa buona..” e lo era in sé, in quanto cosa da Lui creata, indipendentemente da ciò a cui ha destinato ciò che è stato creato.
          Ogni cosa da Dio creata merita rispetto in quanto Opera Sua e questo, ribadisco, NON diminuisce il valore di nessuna delle sue Opere Create ma semmai ne pone unicamente i valori subordinati secondo quanto da Lui stabilito.
          I valori che oggi diamo sono però legati anche alla realtà decaduta causa del peccato (potremmo giustamente dire che la Creazione geme a causa nostra, del peccato dell’Uomo). Come nella Vita Eterna non vi saranno più ordini di subordinazione o sottomissione tra gli Uomini ( i libri di Costanza non avranno più ragione d’essere 😉 ) così l’intero Creato sarà in armonia e,se ritorniamo alla creazione, non v’è neppure ragione che un leone si cibi di un agnello:
          “Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

          1. Il fatto poi che noi si fatichi ad immaginare le cose diversamente dalla realtà che conosciamo, non po’ portare il nostro limite a unico parametro di riferimento di una qualsivoglia (nostra) verità.

    2. sara s

      Bariom ha spiegato benissimo il mio punto di vista, correggendo indirettamente la mia citazione approssimativa di Isaia (non il leone, ma il lupo con l’agnello:)).
      Giancarlo, capisco quello che vuoi dire e lo condivido, però anche stupirsi della bellezza e dell’utilità di una creatura inferiore, stupirsi della propria superiorità di uomini su di essi e della disponibilità che ci è stata data; avvertire un disagio nella sofferenza di un coniglio scuoiato o nell’appassire di un fiore (senza perciò evitare di godere di un buon arrosto o di un centrotavola pasquale di fiori freschi) e cogliere persino in queste vicende di esperienza elementare delle analogie con la propria condizione di finitudine; e perciò amare e rispettare il creato in ogni sua forma… tutto ciò non fa parte del sentimento – più o meno accentuato ed educato negli individui- ma di ragione vera e propria.

      Colgo un rischio nell’antipatia (che anche io condivido appassionatamente)nei confronti di vegani, animalisti ecologisti e fanatismi del genere: e cioè che si finisca per amor di paradosso o di contrapposizione mettersi su posizioni opposte e magari irragionevoli. Penso che lo scorso blog di Costanza abbia sfiorato questa posizione, suscitando incomprensioni legittime. Vorrei poter dire di amare un cagnolino e soffrire per la sua morte e desiderare di rivederlo in paradiso come tutte le cose che ho amato su questa terra, senza dover puntualizzare che mai lo porterei da uno psicologo per cani o lo reputerei di mia pari o addirittura superiore dignità. So che purtroppo è proprio nella perdita di senno di quest’epoca, la causa del dover ribadire le ovvietà, ma almeno tra di “noi”, vi prego, cerchiamo di capirci!

      1. Giancarlo

        Ora mi sento di poter condividere pienamente quelli che, secondo me, restano sentimenti. Tra l’altro ho due cani di grossa taglia che mi amano (a loro modo), mi servono e mi fanno sentire il loro padrone, per cui non potrei non nutrire anch’io dei sentimenti verso di loro.

  5. Alessandro

    Così il Catechismo a riguardo degli animali (2416-18):

    “Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria.
    Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d’Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali.

    Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a Sua immagine.
    È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al NUTRIMENTO o per confezionare INDUMENTI.
    Possono essere addomesticati, perché aiutino l’uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi.
    Le SPERIMENTAZIONI mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane.

    È contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita. È pure indegno dell’uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate, prioritariamente, a sollevare la miseria degli uomini.
    Si possono amare gli animali; ma non si devono far oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle persone.”

  6. Giancarlo

    @ Bariom
    Alla fine non capisco come ti poni, da cristiano, di fronte agli animali.
    1) Gli animali non hanno dignità, cioè hanno un VALORE RELATIVO, cioè hanno un valore acquistabile, spendibile, utilizzabile.
    2) Il valore degli animali è relativo all’utilità dell’uomo. Questo vuol dire che uccidere o utilizzare in qualsiasi modo (ad esempio attraverso la sperimentazione) gli animali per il bene dell’uomo non costituisce alcun problema di ordine morale.
    3) Dare sofferenza agli animali non è lecito se è inutile, cioè se non produce alcun bene per l’uomo.
    4) Far soffrire inutilmente (cioè senza alcun vantaggio per l’uomo) gli animali non è lecito perché è male per l’uomo (non per l’animale).
    Siamo d’accordo su questi punti fondamentali? Se siamo d’accordo su questi punti, siamo a posto. Ti faccio notare che nessuno di questi punti è in contrasto con quanto dice il CCC.

    La tesi essenziale che mi preme sottolineare è che non possono essere applicati agli animali gli stessi criteri che si applicano alle persone. Noi siamo persone, per nessun motivo possiamo essere utilizzati a favore dell’uomo. NESSUNO DI NOI PUO’ ESSERE UTILIZZATO O SACRIFICATO PER NESSUN MOTIVO. Al contrario, GLI ANIMALI POSSONO SEMPRE ESSERE UTILIZZATI O SACRIFICATI per il bene dell’uomo.

    1. Perché ho detto qualcosa di diverso?
      O qualcosa che mi allontanerebbe da quanto afferma il CCC?

      Com’è che fai tanta fatica e sembra ti crei grande problema, capire come come mi pongo come cristiano di fronte agli animali? Se siamo d’accordo siamo a posto e se non lo fossimo?

      A me fa problema invece che a volte fai affermazioni e le difendi a spada tratta, anche quando mostrano una conoscenza relativa della Scrittura… al che mi verrebbe da chiederti: di fronte a questo, come ti poni (come cristiano o anche no)?
      Ma considerala una domanda pleonastica, non esige risposta…

      1. Giancarlo

        Sai Bariom, è che sono molto limitato, soprattutto nell’intelligenza; per questo faccio fatica a seguirti. Sulle mie affermazioni, spesso imprudenti, hai pienamente ragione: spesso sono costretto a fare marcia indietro con grande vergogna. Non di rado devo anche chiedere scusa perché, incapace di dominare il mio carattere impulsivo, mi spingo a dire cose di cui, poi, mi pento.
        Sulla tua domanda: come mi pongo (come cristiano ma anche no) di fronte alle mie affermazioni, che mostrano una con conoscenza relativa (io direi nulla) delle scritture? Un pover’uomo sono, un misero peccatore. Confido nell’infinita Misericordia.

        1. Forse fai fatica a seguirmi perché non sono a te chiari i miei passaggi logici (passaggi logici soggettivi, non è detto lo siano in senso oggettivo).
          Non credo affatto tu manchi di intelligenza, sull’imprudenza (talvolta) delle affermazioni penso tu possa lavorare aiutato dal mezzo (lo scrivere aiuta la riflessione…) e riconoscendo agli altri un pizzico di credibilità in più, a priori (sembri sempre chiedere a tutti un “patentino” di cattolicità).

          La conoscenza che tu dici nulla (mi auguro sia un’iperbole) non può essere una scusante… non ci si può abbeverare al solo Catechismo, né un buon cristiano ed un cattolico, può dirsi tale senza un minimo di questa conoscenza.
          Non è un cammino semplice o che si compie semplicemente leggendo la Bibbia “tutto d’un fiato”, ma è un cammino che va fatto aiutati dalla Sapienza della Chiesa ed è un cammino, ti assicuro, ricco di meraviglie!
          “Un pover’uomo sono, un misero peccatore. Confido nell’infinita Misericordia.” E qui siamo credo in tanti… in due sicuramente! 😉

          Ti scrivo questo in spirito di sincerità e senza alcuna animosità.
          Un abbraccio.

  7. Roberto

    Per aggiungere una chiosa alla discussione che si è sviluppata, aggiungerei che la morte entrata nel mondo a seguito del peccato è la morte che colpisce noi esseri umani. Anche senza il peccato originale, la morte per gli animali vi sarebbe stata comunque, perché per essi (come per i vegetali, peraltro!) la morte è “male di natura”.
    Ciò non significa che il peccato, una volta scatenato, non abbia creato una deformazione rispetto al progetto originario di Dio, a causa della quale tutti i viventi soffrono – in aggiunta alle sofferenze che avrebbero sopportato comunque, e perciò a escludere l’uomo, che sofferenza non avrebbe conosciuto.
    Così, il testo profetico di Isaia può essere inteso, nel passaggio citato, come un’immagine poetica usata per descrivere la futura pace, senza necessariamente dover essere inteso letteralmente.

    1. E anche questa è una corretta chiave di lettura… anche se poi la “futura pace”, in qualche modo si dovrà “letteralmente” tradurre 😉

    1. Giancarlo

      E’ proprio questo il grande pericolo, di cui tanti cattolici non si avvedono, quando sono tentati di riconoscere agli animali diritti e dignità, dimenticando che diritti e dignità appartengono alle persone, non agli animali.

        1. Poveretta…
          A me queste “cose” provocano un tristezza e una compassione infinita. Tu pensa che vita miseranda può fare un persona che vive così… anche ammesso vinca tutti i “grande fratello” di questo mondo. 😐 🙁

        2. Alessandro

          Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Evangelium Vitae:

          “Con l’autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi, dichiaro che l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente.
          Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale.” (n. 62)

          “Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all’aborto…
          Se ancora non l’avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione.
          Allo stesso Padre e alla sua misericordia potete affidare con speranza il vostro bambino.
          Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere con la vostra sofferta testimonianza tra i più eloquenti difensori del diritto di tutti alla vita. Attraverso il vostro impegno per la vita, coronato eventualmente dalla nascita di nuove creature ed esercitato con l’accoglienza e l’attenzione verso chi è più bisognoso di vicinanza, sarete artefici di un nuovo modo di guardare alla vita dell’uomo.” (n. 99)

    1. Baldo

      Per amore di verità: di quella sentenza non c’è traccia sul sito della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e sembra una notizia fasulla, anche sulla base di quanto riportato su altri siti.

      La Corte non ha nulla a che fare con l’Unione Europea.

      1. Giusi

        Beh insomma: interpreta il diritto dell’Unione Europea perchè venga applicato nello stesso modo in tutti i paesi membri….. Se la notizia è falsa tanto meglio, ma io voglio uscire lo stesso!

        1. Baldo

          Scusami la puntualizzazione, ma credo che non ci sia bisogno di notizie esagerate, ma non accertate (mi riferisco ai giornalisti), per ribadire quanti guasti stia facendo il “giuridicamente corretto”, anche dopo le recenti sentenze creative su eterologa, uteri in affitto, “matrimoni” fra persone dello stesso sesso.

          A sentire in giro non sei l’unica a voler uscire dalla UE 🙂

          La Corte EDU vigila sul rispetto degli Stati, anche non UE, firmatari della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
          Per quello che ci può interessare, andando OT e riferendomi al contrasto della teoria del gender nelle scuole, la Convenzione ha parole chiare:
          :art. 2
          “Diritto all’istruzione
          Il diritto all’istruzione non può essere rifiutato a nessuno. Lo Stato, nell’esercizio delle funzioni che assume nel campo dell’educazione e dell’insegnamento, deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere a tale educazione e a tale insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche”.
          (dal Protocollo addizionale alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali
          sottoscritto a Parigi il 20 marzo 1952).

          Ma mi rendo conto che quando è stata firmata la convenzione erano altri tempi.

  8. Sara

    Ottimo video! Un aneddoto davvero istruttivo e un Nembrini come sempre eccezionale.
    L’ho sempre sostenuto che per noi insegnanti il problema più grande è costituito da certi genitori che dovrebbero invece essere i nostri più grandi e preziosi alleati. Nostri e soprattutto dei loro figli, alla cui crescita sia noi che loro siamo al servizio.

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