La risurrezione di Gesù non è il finale lieto di una bella favola, non è l’happy end di un film, ma è l’intervento di Dio Padre là dove s’infrange la speranza umana. Nel momento in cui tutto sembra perduto, nel momento del dolore in cui tante persone sentono il bisogno di scendere dalla croce è il momento più vicino alla risurrezione. La notte diventa più oscura proprio prima che incominci la mattina, la luce. Nel momento più oscuro interviene Dio e resuscita.
Papa Francesco
Buona Pasqua Costanza e Admin, buona Pasqua a tutti.
che davvero possiamo risorgere anche noi con Cristo che fa nuove tutte le cose e che ci ha così teneramente amati!una Pasqua di Luce cari Costanza Admin e tribù;)!!
Buona Pasqua e auguri di tanta felicita’ in tutte le famiglie
Buona Pasqua a tutti!
Che cos’è la Resurrezione di Cristo? Cristo è risorto da sé, oppure è stato resuscitato da Dio Padre, o che altro?
E’ vero
– sia che Cristo opera la propria Resurrezione (come Papa Francesco fa notare all’inizio dell’udienza da cui sono tratte le parole del post odierno, ricordando che Gesù disse: «io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo» (Gv 10,17-18) ) ,
– sia che Dio Padre ha riscuscitato Cristo (così Papa Francesco: “La risurrezione di Gesù… è l’intervento di Dio Padre… interviene Dio e resuscita”).
Così il Catechismo (648-50):
“Nella risurrezione di Cristo, le tre Persone divine agiscono INSIEME e al tempo stesso manifestano la loro propria originalità.
Essa si è compiuta per la POTENZA DEL PADRE che « ha risuscitato » (At 2,24) Cristo, suo Figlio, e in questo modo ha introdotto in maniera perfetta la sua umanità con il suo corpo nella Trinità. Gesù viene definitivamente « costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti » (Rm 1,4). San Paolo insiste sulla manifestazione della potenza di Dio PER OPERA DELLO SPIRITO che ha vivificato l’umanità morta di Gesù e l’ha chiamata allo stato glorioso di Signore.
Quanto al Figlio, egli OPERA LA SUA PROPRIA RESURREZIONE in virtù della sua potenza divina. Gesù annunzia che il Figlio dell’uomo dovrà molto soffrire, morire ed in seguito risuscitare (senso attivo della parola). Altrove afferma esplicitamente: « Io offro la mia vita, per poi riprenderla… ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla » (Gv 10,17-18) « Noi crediamo… che Gesù è morto e risuscitato » (1 Ts 4,14).
I Padri contemplano la risurrezione a partire dalla Persona divina di Cristo che è rimasta unita alla sua anima e al suo corpo separati tra loro dalla morte: « Per l’unità della natura divina che permane presente in ciascuna delle due parti dell’uomo, queste si riuniscono di nuovo. Così la morte si è prodotta per la separazione del composto umano e la risurrezione per l’unione delle due parti separate ».”
BUONA PASQUA DI RESURREZIONE A TUTTI, anzitutto a Costanza e famiglia!
Sì, la risurrezione avviene quando meno te l’aspetti, quando hai già “il coltello alzato” come Abramo, quando nelle doglie del parto sei al limite della sopportazione, quando il dolore, fisico o morale, è arrivato all’apice: è allora che avviene la risurrezione, non prima. E’ il “perseverare fino alla fine, e sarete salvi”. Per questo preghiamo che Gesù e Maria ci stiano vicino e ci sostengano. Auguri a tutti voi, cari amici di blog, a cominciare da Costanza, Admin e tutti, Buona Pasqua.
Vi racconto un piccolo episodio:
In un paese della Russia comunista, in un mattino di Pasqua, si svolge un’assemblea del popolo, con diversi compagni che si susseguono a parlare del comunismo. C’era anche il pope, che se ne stava zitto in disparte, quando il capo lo invita con un gesto a dire qualcosa. Il pope si alza, si avvicina al microfono e con voce pacata e ferma, annuncia: “Cristo è risorto”, e tutta l’assemnblea si alza in piedi e grida a una sola voce: “E’ risorto, in verità”.
Buona Pasqua a tutti! Mi sembra molto appropriato questo articolo di Antonio Socci.
LA LETTERA D’AMORE PER TE, SCRITTA COL SANGUE
Il 9 aprile scorso, durante l’Udienza generale in Piazza San Pietro, una persona dalla folla ha gridato verso il Pontefice: “Papa Francesco, sei unico!”. Il Santo Padre gli ha risposto: “Anche tu, anche tu sei unico. Non ci sono due come te”.
Con quella semplice battuta ha espresso una verità immensa, che caratterizza il cristianesimo. Infatti per il mondo il singolo è solo un numero, sostituibile con tanti altri, cioè sacrificabile al potere.
Le ideologie moderne poi considerano come protagonisti della storia dei soggetti collettivi (la Razza, la Classe, la Nazione, l’Umanità) o entità astratte come il Mercato, il Capitale, il Partito e lo Stato.
RIVOLUZIONE
Invece con l’avvenimento cristiano accade qualcosa di rivoluzionario: l’unico Dio che scende sulla terra e ha pietà di ogni singola persona, specie del miserabile, del peccatore incallito, del malato, di ciascun uomo.
Per compassione il Figlio di Dio lo abbraccia, lo risana, lo perdona, addirittura si inginocchia davanti a lui e gli lava i piedi (ovvero fa quello che facevano gli schiavi agli ospiti). Fino a morire per lui, per quel singolo essere (insignificante per il mondo).
Davvero una rivoluzione, un totale capovolgimento dell’ordine costituito da millenni, da sempre basato sui sacrifici umani, in molte forme (a partire dallo schiavismo, fondamento delle economie antiche).
Lo colse bene il più fiero avversario moderno del Nazareno, ovvero Friedrich Nietzsche che scrisse: “L’individuo fu tenuto dal cristianesimo così importante, posto in modo così assoluto, che non lo si poté più sacrificare, ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani… La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie – è dura, è piena di autosuperamento, perché abbisogna del sacrificio dell’uomo. E questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo, vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga sacrificato”.
Noi neanche più ce ne rendiamo conto. Ma il cristianesimo è entrato nel mondo proclamando la fine di tutti i sacrifici umani.
In quale modo lo ha fatto? Col sacrificio del Figlio di Dio. L’editto di liberazione è scritto sulla sua stessa carne.
Lo ha spiegato il filosofo René Girard: Gesù è letteralmente “l’Agnello di Dio” (il capro espiatorio) che si offre in olocausto affinché tutti vengano liberati dalla schiavitù del male e nessun essere umano venga più sacrificato agli dèi della menzogna e della morte.
Ma – attenzione – ancora una volta Gesù non si offre a quella morte orrenda per un’astratta Umanità, bensì per ogni singolo, per me che scrivo questo articolo, per te che leggi.
La dottrina cattolica è arrivata ad affermare che, agli occhi di Dio, la salvezza di un singolo essere umano vale più dell’intero creato.
E la mistica ci ha fatto scoprire che – in un modo misterioso – in quelle ore di atroci sofferenze Gesù pensò proprio a ognuno di noi, nome per nome, ai nostri volti. Uno per uno.
Fa impressione accostare questa rivelazione dei mistici alle fasi del supplizio di Gesù.
La Sindone ci dà la perfetta immagine fisica di quelle atroci torture che il Vangelo elenca in modo scarno, quasi freddo. Vediamole.
LETTERA DI SANGUE
Le tante tumefazioni sul volto sono i segni dei pugni sopportati (con gli sputi e gli insulti) nelle fasi concitate dell’arresto. Però il naso rotto, l’occhio gonfio e i sopraccigli feriti (evidenti sulla Sindone) sono anche la traccia della bastonata in faccia subita da Gesù durante l’interrogatorio del Sinedrio (Gv 18, 22-23).
Poi c’è quell’inedita macellazione dei 120 colpi di flagello romano (a tre punte) che gli hanno devastato tutto il corpo strappandogli la carne in più di trecento punti (un supplizio del tutto anomalo anche per i crocifissi).
Ma una delle cose più dolorose per Gesù è il peso ruvido della traversa della croce che, lungo il tragitto del Calvario, letteralmente gli scopre le ossa delle spalle provocando sofferenze indicibili.
Poi Gesù avrà la testa trafitta da circa 50 lunghe spine (la corona beffarda dei soldati romani), qualcosa che non è umanamente sopportabile.
Ma la Sindone mostra anche ferite al volto e alle ginocchia dovute alle cadute mentre andava al Calvario (avendo le braccia legate alla traversa della Croce, non poteva ripararsi la faccia).
Infine le ferite dei chiodi, per la crocifissione, e le ore trascorse a respirare dovendosi appoggiare proprio sugli arti inchiodati.
Bisognerebbe fissare una per una queste atroci sofferenze ricordando che in quel momento Gesù pensava a me e a te, sopportava tutto per me e te, al posto mio e tuo, perché non fossimo sacrificati alle crudeli divinità delle tenebre.
SCOPERTE RECENTI
In questi giorni si è saputo che un’équipe di studiosi veneti, lavorando sulla Sindone, ha scoperto altri particolari impressionanti.
I ricercatori Matteo Bevilacqua, direttore del reparto di Fisiopatologia Respiratoria dell’Ospedale di Padova e Raffaele De Caro, direttore dell’Istituto di Anatomia Normale dell’Università di Padova, hanno lavorato insieme con Giulio Fanti, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Ateneo padovano che già in passato ha pubblicato studi sulla Sindone che ne accreditano l’antichità.
Dunque questi specialisti hanno provato a riprodurre ciò che fu inflitto all’uomo della Sindone: la simulazione ha comportato due anni di lavoro.
Hanno concluso che le mani del crocifisso probabilmente furono bucate dai chiodi due volte, evidentemente perché non si riusciva a fissarle ai solchi già prefissati sulla croce.
“Per i piedi invece la situazione cambia”, spiega Bevilacqua (le sue dichiarazioni sono riportate dal Mattino di Padova). “Il piede di destra aveva sia due chiodi che due inchiodature: era stato infilato un chiodo a metà piede per assicurare l’arto sulla trave, poi è stato infilato un altro chiodo lungo due centimetri per riuscire ad accavallare il calcagno del piede sinistro sulla caviglia del piede destro”.
Atrocità che si aggiungono a quelle già note, riferite dai Vangeli. Del resto la crocifissione, nel caso di Gesù, “è stata particolarmente brutale” affermano questi specialisti “perché fatta su un soggetto paralizzato che aveva perso molto sangue e che era stato abbondantemente flagellato”.
Ma perché l’uomo della Sindone era in parte “paralizzato”?
Questi specialisti spiegano che la traversa della croce, di una cinquantina di chili, in una delle cadute avrebbe provocato un grave trauma al collo, con una lesione dell’innervazione e una conseguenze paralisi del braccio destro.
Per questo i soldati romani costrinsero Simone di Cirene a portare la croce che Gesù non poteva più sostenere. I ricercatori padovani – i quali aggiungono che l’uomo della Sindone aveva pure una lussazione della spalla – spiegano anche le cause cardiache della morte.
PROVA DELLA RESURREZIONE
Tutti dati reperibili sulla Sindone che però porta anche le tracce della resurrezione. Per la connessione di questi tre dati.
Primo: i medici legali che hanno lavorato in passato su quel lenzuolo hanno appurato che esso ha sicuramente avvolto il cadavere di un uomo morto per crocifissione.
Secondo: gli scienziati americani dello Sturp che analizzò la Sindone, con strumenti assai sofisticati, conclusero che quel corpo morto non rimase dentro al lenzuolo più di 40 ore perché non vi è alcuna traccia di putrefazione.
Terzo. Costoro accertarono che i contorni della macchie di sangue provano che non vi fu alcun movimento fra il corpo e il lenzuolo. Il mancato strappo dei coaguli ematici rivela che il corpo non si spostò, né fu spostato, ma uscì dal lenzuolo come passandovi attraverso.
E con il misterioso sprigionarsi, dal corpo stesso, di una energia sconosciuta che ha fissato quell’immagine (tuttora senza spiegazione scientifica).
Arnaud-Aaron Upinsky osservò che “la Sindone porta la prova di un fatto metafisico”. In effetti è la resurrezione di Gesù. Che ha sconfitto il male e la morte per ciascuno di noi. Uno per uno. E ci regala l’immortalità.
Santa Pasqua di Resurrezione a tutti quanti!
I miei personali Auguri a tutti qui: http://wp.me/p20fJu-16x
Un Augurio ai Fratelli Ortodossi che oggi (evento raro), festeggiano la Santa Pasqua nello stesso giorno: Христос воскресе – Χριστός Ανέστη!
E un augurio di Buon Compleanno alla “nostra” Giusi (che bel giorno per compiere gli anni…)! 😉
Grazie Bariom!
Mi associo agli auguri agli Ortodossi!
Auguri Giusi!
Cara Giusi, tanti auguri!
Cristo è risorto! E’ veramente risorto! Per ciascuno, per il suo corpo che formiamo, per i peccatori, che siamo tutti noi! Che non ci manchi mai la fame e la sete di Lui!
Un sentito augurio a tutti voi, che con varie modalitá siete ormai parti del mio cammino e contribuite a darne un significato profondo. Per una vera S.Pasqua di rinascita.
Buona Pasqua a tutti! Smack! 😀
Giusi! Buon compleanno! Smack! 😀
Grazie! Grazie! Grazie!
Gli auguri di Pasqua li avevo già fatti a tutti. Mi mancano gli auguri alla cara Giusi: buon compleanno! Un bacio grande!
Grazie carissima! Le tue intenzioni sono sempre presenti nelle mie preghiere!
Grazie infinitamente: ne ho ancora bisogno, perché la grazia che imploro da tanto, pur necessaria alla mia povera vita, tarda ad arrivare, nonostante novene e preghiere formidabili. Sono sicura che in maniera misteriosa siano servite tutte, ma si vede che ancora c’è un tratto di strada da fare così. Questa croce è per me e la mia famiglia un doloroso ma grande esercizio di fiducia in Gesù, e sono sicura che, pur dopo tanti anni e chissà quanto altro tempo ancora, grazie soprattutto alle preghiere di chi come te ci sostiene fraternamente, Lui risponderà e le Sue promesse si realizzeranno. Grazie!
Che bel video, Giusi! E come è bello ricercare il volto di Gesù!