Benedetti o maledetti !

di Dom Louis-Marie Geyer d’Orth*
Beati i poveri in spirito! Sì, beati quanti si riconoscono poveri di luce e sentono il bisogno di essere istruiti dalla verità che viene dall’alto, e che non pretendono di fabbricarla per mezzo di leggi false. Beati quanti cercano la legge inscritta nella natura umana e nel cosmo. Beati, perché il regno dei cieli sarà loro dato dalla luce che divinizza! Maledetti, al contrario, i ricchi in spirito che si considerano degli dei, poiché chi si esalta sarà umiliato.
Beati i dolci! Sì, beati coloro i quali agiscono rispettando la natura delle cose. Costoro cercano l’armonia fra il cielo e la terra, fra l’anima e il corpo, fra l’uomo e la donna. Beati quelli che, rispettando l’alterità feconda, partecipano al mistero dell’unità. Beati perché essi possederanno la terra dei loro corpi, della loro famiglia e della loro città. Maledetti, al contrario, i dittatori che a mani levate forzano la natura. Chi semina la violenza raccoglierà il caos.
Beati quelli che piangono! Sì, beati quanti vedono il male davanti a sé e ne rimangono emozionati fino al più profondo della loro coscienza. Sono capaci di dire «no» con forza e di ricevere dei colpi.
Beati quelli che piangono a causa dei gas lacrimogeni, perché saranno consolati dalla soavità della missione compiuta e da queste parole di Dio: «Entra nella gioia del tuo Maestro!». Maledetti gli insensibili al bene e al male, soprattutto quando riguarda i più piccoli, giacché tutti i sofismi non basteranno a calmare il fuoco eterno della loro coscienza.
Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, quanti operano per difendere i diritti fondamentali, in particolare quelli dei più deboli: gli embrioni, i bambini e gli anziani. Come san Benedetto, essi vogliono che questa giustizia sia inscritta nella legge. Sì, beati, perché riceveranno una giusta ricompensa che supera tutto ciò che è asceso al cuore dell’uomo. E maledetti quelli che costruiscono la città sulle sabbie mobili delle passioni disordinate. Riceveranno il castigo delle proprie azioni e di tutte le loro conseguenze.
Beati i misericordiosi, quelli che amano il proprio fratello e detestano i vizi. Essi prendono su di sé il peccato del mondo, a imitazione di Gesù Cristo. Beati quelli che vegliano, che cantano la speranza nelle tenebre, perché sarà loro fatta misericordia, a loro e a tutto il mondo. Maledetti quelli che spronano la legge del più forte, poiché verrà uno molto più forte di loro.
Beati i cuori puri. Sì, beati quelli che hanno buon senso, che possiedono ciò che il Papa Giovanni Paolo II chiamava la grammatica universale della morale. Essi lasciano trasparire nella loro vita e nei loro atti la luce della legge superiore. Beati perché vedranno Dio, Luce eterna e beatificante. Maledetti i cuori ottusi e opachi, perché saranno sprofondati nelle tenebre esteriori.
Beati i pacifici! Sì, beati quelli che danno al mondo la pace costruita sulla base della filiazione e non su un preteso diritto alla figliolanza. Beati, perché saranno chiamati figli di Dio ed entreranno nella grande fratellanza dei santi. Maledetti quelli che profanano questo legame, perché finiranno nella solitudine eterna.
Beati, infine, quelli che soffrono la persecuzione, i colpiti, gli insultati, i disprezzati, gli ignorati. Beati, perché il regno dei cieli appartiene loro. Non perdono nulla di ciò che è grande, e giudicheranno il mondo alla destra del Signore. Maledetti i persecutori, perché saranno perseguitati dai demoni.
*[Dom Louis-Marie Geyer d’Orth O.S.B., abate del monastero Sainte-Madeleine di Le Barroux, editoriale di Les amis du monastère, n. 146, 30 maggio 2013, pp. 1-2, trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B.]

12 pensieri su “Benedetti o maledetti !

  1. perfectioconversationis

    Ho letto questo brano più volte, sempre trovando nuovo nutrimento.
    Grazie Costanza per la pubblicazione!

  2. 61Angeloextralarge

    Post profondo, da leggere, rileggere e leggere ancora. Grazie. Smack! Anche per l’immagine. 😀

  3. Sara

    Un brano stupendo!
    A proposito delle Beatitudini, se non lo conoscete, leggetevi al più presto “Le beatitudini” di Luis Maria Martinez, un libriccino di poco più di 100 pagine, ma di rara bellezza: una perla preziosa!
    Ora vi saluto, perché domani parto: breve sosta di un paio di giorni a Roma e poi partenza per Medjugorje (è la terza volta che vado, ma non vedo l’ora! E’ così bello laggiù, si ha la sensazione dei discepoli sul Tabor: non si vorrebbe ripartire!): non vi leggerò per un po’, ma porterò con me tutte le vostre intenzioni di preghiera! Ciao!

  4. Alessandro

    “Appartiene al simbolismo dell’olio anche il fatto che esso rende forti per la lotta. Ciò non contrasta col tema della pace, ma ne è una parte.
    La lotta dei cristiani consisteva e consiste non nell’uso della violenza, ma nel fatto che essi erano e sono tuttora pronti a soffrire per il bene, per Dio.
    Consiste nel fatto che i cristiani, come buoni cittadini, rispettano il diritto e fanno ciò che è giusto e buono. Consiste nel fatto che rifiutano di fare ciò che negli ordinamenti giuridici in vigore non è diritto, ma ingiustizia. La lotta dei martiri consisteva nel loro “no” concreto all’ingiustizia: respingendo la partecipazione al culto idolatrico, all’adorazione dell’imperatore, si sono rifiutati di piegarsi davanti alla falsità, all’adorazione di persone umane e del loro potere.
    Con il loro “no” alla falsità e a tutte le sue conseguenze hanno innalzato il potere del diritto e della verità. Così hanno servito la vera pace.
    Anche oggi è importante per i cristiani seguire il diritto, che è il fondamento della pace. Anche oggi è importante per i cristiani non accettare un’ingiustizia che viene elevata a diritto”

    Benedetto XVI, Omelia nella Santa Messa del Crisma, 1 aprile 2010

  5. vale

    a alessandro
    mah, in altre circostanze un Santo ed un Beato, Giovanni da Capestrano e Marco d’Aviano, la pensarono in modo differente, sulla guerra. che è violenza.
    ed anche S Francesco , al sultano: ““I cristiani giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato, perché bestemmiate il nome di Cristo e allontanate dal suo culto quelli che potete..”FF(fonti francescane). 2690-2691( ma riportato anche dalla “cronaca di Ernoul):

    IL SULTANO: II vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuol togliervi la tonaca, dunque voi cristiani non dovreste imbracciare armi e combattere i vostri nemici.

    FRANCESCO: Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Il perdono di cui Cristo parla non è un perdono folle, cieco, incondizionato, ma un perdono meritato.

    Gesù infatti ha detto: “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino”. Infatti il Signore ha voluto dirci che la misericordia va dispensata a tutti, anche a chi non la merita, ma che almeno sia capace di comprenderla e farne frutto, e non a chi è disposto ad errare con la stessa tenacia e convinzione di prima.

    Altrove, oltretutto, è detto: “Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da te”. E, con questo, Gesù ha voluto insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell’occhio, dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di allontanarci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Proprio per questo, i cristiani agiscono secondo massima giustizia quando vi combattono, perché voi avete invaso delle terre cristiane e conquistato Gerusalemme, progettate di invadere l’Europa intera, oltraggiate il Santo Sepolcro, distruggete chiese, uccidete tutti i cristiani che vi capitano tra le mani, bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla sua religione quanti uomini potete.

    Se invece voi voleste conoscere, confessare, adorare, o magari solo rispettare il Creatore e Redentore del mondo e lasciare in pace i cristiani, allora essi vi amerebbero come sè stessi.

    1. Alessandro

      vale

      Tutto gira intorno alla parole “violenza”. Mi pare che il Catechismo, trattando dell’uso della forza, lo legittimi in alcuni casi, quando non scada in violenza. In sostanza mi pare che chi per legittima difesa infligga un colpo mortale non sia dal Catechismo considerato un violento, e quindi nemmeno un omicida (condizione necessaria perché si dia omicidio essendo che l’atto omicidiario sia violento)

      “2264 L’amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. È quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale:

      « Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita […]. E non è necessario per la salvezza dell’anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l’uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui ». (San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q. 64, a. 7, c)”

      Mi pare che analogo sia il ragionamento per quanto riguarda la legittima difesa esercitata da pubblico potere. Il n. 2309 elenca “le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale”.

      E aggiunge “Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della « guerra giusta».”

      In sintesi, mi pare che il Catechismo non neghi che una guerra possa essere giusta, ma dica che lo è a condizione che l’atto bellico configuri una legittima difesa, la quale – proprio in quanto legittima – non è violenta: chi vi si impegna esercita senza violenza l’uso della forza, anche se impiega armi. Stante l’insegnamento del Catechismo, mi pare dunque che occorra rendersi conto che una guerra può essere giusta senza essere violenta.

      Va segnalato pure che le condizioni di cui al n. 2309 sono molto rigorose e restrittive (e sinceramente anche di difficile accertamento: ad es. non è semplice valutare se “ il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare”), tanto da rendere rara e poco probabile la giustificazione di un caso concreto di “guerra giusta”, cioè di legittima difesa con la forza militare. A rendere sempre più di rado giustificabile (anche se non ingiustificabile) per il Magistero la legittima difesa armata è inoltre “il grandissimo peso” che ha sulla valutazione delle condizioni suddette la “potenza dei moderni mezzi di distruzione”.

      Tuttavia va segnalato che, dopo la promulgazione del Catechismo e durante la sua elaborazione, Giovanni Paolo II s’è pronunciato con forza contro “i tentativi di eliminazione di interi gruppi nazionali, etnici, religiosi o linguistici”, tanto da affermare che al riguardo “gli Stati, in quanto parte di una Comunità internazionale, non possono restare indifferenti: al contrario, se tutti gli altri mezzi a disposizione si dovessero rivelare inefficaci, è « legittimo e persino doveroso impegnarsi con iniziative concrete per disarmare l’aggressore » (Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2000, 11). Il principio della sovranità nazionale non può essere addotto come motivo per impedire l’intervento in difesa delle vittime. (Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico (16 gennaio 1993), 13: AAS 85 (1993) 1247-1248; Id., Discorso pronunciato in occasione della Conferenza Internazionale sulla Nutrizione, organizzata dalla FAO e dall’OMS (5 dicembre 1992), 3: AAS 85 (1993) 922-923; Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004, 9)” (Compendio della dottrina sociale della Chiesa, n. 506).

      Mi pare pertanto che Giovanni Paolo II abbia esplicitato l’estensione della tradizionale dottrina della “guerra giusta” all’ingerenza umanitaria armata “per disarmare l’aggressore” intento a massacri “di interi gruppi nazionali, etnici, religiosi o linguistici”.

  6. vale

    a alessandro:
    sì, la disquisizione sia ai sensi del ccc che del puro buon senso era scontata. avendo visto ciò che scrivi -solitamente parli di ciò che conosci,e non è poco- non mi aspettavo , per esteso, la quaestio.
    è che oggi, come riportato dal “Giornale” pag. 30, c’è il richiamo all’Angelus istituito- e si recita tutt’ora a mezzodì- da papa Callisto III per la vittoria di Belgrado del 1453(vedi che ti combina la rassegna stampa del mattino….) e mi ha offerto il destro per ricordare un qualcosa di poco politicamente corretto a intendere che molti “cristiani” dimenticano……

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