di Paolo Pugni
Le scritture quelle sacre sono come un videogame: quando pensi di essere arrivato in fondo si spalanca un nuovo livello.
E questo lo si dovrebbe sapere, così come che ogni singolo versetto della Bibbia parla in modo personale ad ognuno di noi e poi ce n’è uno in particolare che ti va diretto al cuore e si installa lì e ti tormenta, per tacer di quelli che poi si insinuano nella ragione e scavano dentro di te fino a trovare quel senso, quella lucidità, quel colore che ti rende tutto terso, come una mattina d’estate che il giorno prima ha piovuto a dirotto e il vento ha soffiato in un temporale da aver paura anche adesso, non solo quando eri bambino, e il cielo è bello come quando è bello qui in Lombardia, e vedi le montagne e tutto ti sembra felice, di quella felicità profonda che non finisce mai.
Ecco: lo sai, ma ogni volta che ti si squaderna davanti questa verità la guardi come un bambino sorpreso, con quello stupore che fa saggi e candidi, perché il cuore di pietra è quello di coloro che ormai non sanno più spalancare gli occhi e chiedere scusa al mondo.
Ora io non è che sempre riesca a schierarmi nelle fila di coloro che guardano il mondo con gli occhi puliti, con lo sguardo alla giovane Holden direbbe Baricco, ma spesso anzi me li vedo cisposi questi occhi, avvolti dai miei pregiudizi e più ancora dalle mie presunzioni, di uomo che ha letto, e anche se non è mai stato a Cuneo, il mondo anche quello dei libri un po’ l’ha girato.
Perciò ogni tanto ci vuole una tirata d’orecchi, uno spintone, uno schiaffetto che ti faccia svegliare e gettare via il mantello dell’orgoglio per startene, coi pantaloncini corti –quelli del bambino che eri non quelli del pensionato alla moda l’uomo che ah va sicuro e non si preoccupa che l’ombra sua stagli contro un secco muro l’immagine di una maglietta mimetica di braghette troppo corte e di un borsello- per poter rivedere la vita in filigrana, la realtà in trasparenza come albero e foglia.
Così mi scrive su Facebook un signore che ho visto qualche volta anche nella vita reale e mi propone di leggere un suo libro, che vuole sapere che ne penso. Accetto con riserva, di tempo, e ci diamo appuntamento all’uscita da Messa, come in un romanzo manzoniano. Un incrocio rapido. Secco. Da uomini.
Poi scopri un po’ della sua vita, dalla famosa quarta di copertina, e la prima cosa che salta agli occhi è che ha lo slancio del genio, se si descrive come “autore inedito”, però poi l’umorismo entra nella durezza della vita che passa dalla perdita di tre figli e dall’ultimo che è così gravemente malato da spingerlo a chiedere preghiere.
E allora capisci: capisci da dove nasce quella saggezza che si dispiega nelle pagine del saggio, un criterio temprato nella sofferenza che gli ha dischiuso i sentieri della Scrittura per rivelare a chi accetti di mettersi in gioco cosa nascondono le pieghe tra un versetto e l’altro.
Il Vangelo di Maria si intitola e no, non è una di quelle opere pretenziose e saccenti che ti dicono, alla Dan Brown, cose che solo gli illuminati sanno. È piuttosto la vita vista con gli occhi di Madre, e segnata dai venti misteri del Rosario, pregati prima che descritti, con una luce da far piangere, da sprigionare amore.
Perché qui c’è il segno del mistico avvolto nella sapienza di chi studia e tira fuori l’esegesi che non ti annoia, ma ti spalanca quegli hyperlink che connettono Antico e Nuovo, come lo scriba saggio, e che disvelano quel divino gioco che anticipa e rivela la storia di Cristo.
Leggo e piango, di gioia, di dolenza sana, quella che nasce dal timore, e capisco. Infatti Andrea Torquato Giovanoli, questo il nome dell’autore ma prima ancora del padre dei dolori, ti guida dentro la verità con pennella che spalancano, come quella domanda secca e nuova: come faceva Elisabetta a sapere che Maria era incinta prima ancora che quest’ultima aprisse bocca?
C’è un legame a doppio taglio tra la felicità e il dolore, perché bisogna sempre passare dalla croce. Ma c’è così tanta luce che abbevera il cuore e trabocca sino a colmare anche l’intelletto.
E ve lo dovevo dire per condividere le cose belle e sante della vita.
Ho avuto il piacere, direi anzi l’onore di conoscere più in profondità Andrea Torquato Giovanoli e imparare che la sua lucidità ha radici a forma di croce, così ben piantate nel cuore da far sgorgare fuori quella gioia limpida e senza tremore che è segno distintivo inequivocabile di predilezione.
E questa serena e piagata felicità, che sembra pazzia perversa a chi non conosce Cristo, ci ha contagiati a tal punto da versare preghiere di perdono come solo Pietro dopo il canto del gallo.
E a desiderare che la sua testimonianza, che preferiamo chiamare lezione, dal libro solcato in profondità da questo sguardo penetrante possa sgorgare in mille fontane per portare lontano il soffio dello Spirito che lo avvolge e stritolandolo lo ricolma d’affetto.
Più avanzo nella compenetrazione di queste pagine, leggendo e rileggendo, più ne colgo il dono che ATG ci fa. E vorrei che lo condivideste con me.
Io mi sono commossa a leggere questo post…
Il libro dove lo trovo?
on line qui ad esempio
http://www.libreriacoletti.it/libro/il-vangelo-di-maria.aspx?p=793267
oppure nelle librerie cattoliche cittadine: Paoline, Elledici, Ancora… se hai difficoltà… chiedimi che lo procuriamo. Vale la fatica di trovarlo, credimi.
Grazie Paolo,buona giornata a tutti.
“Ciò che ne risulta è una panoramica dettagliata dell’avvenimento cristiano, considerato sia nel suo aspetto originale, che attualizzato nella quotidianità contemporanea individuale, cosicché qualunque credente possa ritrovare quelle antiche risposte, rivelate da Gesù e trasmesse dalla Chiesa, alle proprie domande esistenziali.”
Admin.
sì, è vero, chiunque lo può trovare da sé, ma non si è capito perché prima c’era e ora non c’è più (nel “blogroll”)
lo straniero, quale realtà si cela dietro a questa scomparsa, o non si cela nulla?
semplicemente nel corso dei mesi ho solo aggiunto nel blogroll. Essendo ormai particolarmente lungo e dispersivo ho pensato di razionalizzare un po’, ho ad esempio tolto Lo Straniero che non ha certo bisogno della nostra segnalazione e che si trova molto facilmente, come ho tolto La Bussola Quotidiana che ormai purtroppo da mesi non pubblica più. Nessun mistero, Socci è sempre tra i nostri preferiti, mi dispiace per te….
Peccato!
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2012/7/18/IL-CASO-Aldo-Trento-ho-visto-brillare-l-eterno-in-un-bimbo-deforme/303065/
WOW!!!
Sara, ma per caso se la mia gemella rapita alla nascita dai pirati? 😀
Grande Padre Aldo. Egregio Alvise, vorrei presentarle – dal più oscuro medioevo – Ermanno lo Storpio (anche detto Hermannus Contractus, Ermanno di Reichenau, Herimannus Augiensis), cronista, matematico, poeta, propagandista dell’astrolabio e beato
http://it.wikipedia.org/wiki/Ermanno_il_contratto
http://www.salpan.org/GRANDI%20TEMI/MEDIOEVO/Ermanno.htm
Beh…………mi avete prorprio incuriosita……andrò sicuramente a comprarlo soprattutto per rendere onore ad Andrea che reputo un uomo degno della massima stima!!
Grazie Paolo, lo cercheró in libreria appena possibile. Bella sfida per me la lettura!
Grazie Paolo!
Provvedo subito!
Grazie Paolo! Arrivo tardi nel post e me ne dispiaccio perché avrebbe potuto accompagnarmi in questa giornata. Grande lezione di vita, contro le nostre paturnie quotidiane e le nostre piccolezze.
“la sua lucidità ha radici a forma di croce”: quanto è vero questo, per tutti! La croce, se vissuto con amore, con Cristo, è fonte di grazie, di saggezza, di amore seminato quotidianamente.
E’ la seconda volta che mi capita di “incontrare” questo libro e non mi ricordo qual è stata la prima: stavolta però non me lo lascio sfuggire! 😉
grazie AngeloXXL credimi il libro rispecchia la persona di cui qui ha scritto un amico caro
spero si riesca a leggere
https://www.facebook.com/andreatorquato.giovanoli/posts/166843560117066
sennò lo copio
vale la pena
p.s. sono spariti 2-3 commenti?
sì , quelli relativi alla A con l’acca
Paolo: cliccando sul link mi dice che la pagina cercata non è stata trovata…
Mi è tornata in mente la prima volta che ho “incontrato” il libro! Paolo, non grazie ma stragrazie. Smack! 😀
dove? a questo punto sono molto curioso!
Dimmi che ricordo bene (altrimenti la mia senilità è in stadio avanzato): o qui o da te, hai linkato, in un post precedente, qualcosa sull’autore e sul libro e la pagina facebook che hai riportato anche oggi.(che non mi si era aperta nemmeno quella volta)… 😉
Paolo: se non sei tu… lo stragrazie resta pechè “casualmente” ho letto stamattina sul Messalino la breve biografia dei Beati Luigi Martin e Zelda Guerin (memoria del 12 luglio)
eccolo qua: è una pagina FB
“Grazie Andrea per la “trasparenza di Cristo” che, per la tua disponibilità al Suo Disegno, si è manifestata ieri sera in “terrazza Pugni”.
Con la tua testimonianza di una storia dolorosissima ma pregna di impressionante e piena umanità ci hai fatto intravedere come può essere “traboccante” del centuplo quaggiù una vita totalmente consegnata a Cristo, pur attraverso prove che a tutti sembrerebbero insormontabili o scelte giudicabili come pura follia umana.
Invece Gesù sconvolge lo scenario e tutto usa, anche il male ed il dolore, per convertirlo in Bene (Omnia ad Bonum, si diceva ieri sera).
Per cui grazie ancora!
Poi, siccome tu parlavi di “Comunione dei Santi” rispetto ai tuoi figli già in Paradiso, io ti suggerirei, se già non la conosci, di approfondire la storia dei coniugi Martin, genitori di Santa Teresa di Lisieux – detta anche S. Teresina del Bambin Gesù – che, già dichiarati Beati, sono proposti dalla Chiesa come modello di santità familiare, ed hanno avuto una storia simile, per certi aspetti, alla vostra.
Chissà mai che, con queste suppliche, e per “simpatia paradisiaca” con i tuoi bimbetti, essi possano sostenervi nell’implorare la Grazia che avete chiesto anche a Medjugorie per Jonathan e Christian.
Un grosso abbraccio, ed un consiglio appassionato a tutti di comprare e leggere il tuo libro “il Vangelo di Maria”!
“Preghiera per ottenere grazie attraverso l’intercessione
dei Beati coniugi Luigi e Zelia Martin e per la loro glorificazione
Dio nostro Padre,
io ti ringrazio di averci donato i Beati Coniugi Luigi e Zelia Martin, che, nell’unità e fedeltà del matrimonio, ci hanno offerto la testimonianza di una vita cristiana esemplare, compiendo i loro doveri quotidiani
secondo lo spirito del Vangelo.
Allevando una numerosa famiglia, attraverso le prove, i lutti e le sofferenze, hanno manifestato la loro fiducia in te ed aderito generosamente alla tua volontà.
Signore,
facci conoscere i tuoi disegni a loro riguardo, e accordami la grazia che ti chiedo (…), nella speranza che il padre e la madre di santa Teresa di Gesù Bambino possano un giorno essere proposti dalla Chiesa come modello alle famiglie del nostro tempo. Amen
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria”
Massimo Casiraghi
Direi che sei convincente… lo cercherò.
Stefano