di Costanza Miriano
Se la vita è il prodotto delle scelte che progressivamente facciamo, e io lo so che è così, immagino il pallottoliere a me collegato nella torre di controllo – credo che ci sia san Pietro lì a sorvegliare le palline – abbastanza mal messo: molti settori attivi, ma pochi punti ciascuno. Il problema è che per me scegliere è un dramma, e vorrei sempre fare tutto (nel frattempo, tanto che, mentre): tenere insieme, incastrare, accumulare, e soprattutto mai, mai e poi mai dire di no a niente.
Infatti quando la redazione di RAI1 che preparava la puntata di A sua immagine su di me – dopo che avevamo già registrato i servizi con i miei figli e con tre cari amici milanesi molestati all’uopo – mi ha chiesto di scegliere un oggetto che mi rappresentasse, da illustrare in studio, ho detto: “no, mi dispiace, cancelliamo tutto. Non vengo più. Non ce la faccio a scegliere un oggetto solo. Scegliere è terribile, non ne sono capace.”
Poi per fortuna mi è venuto in mente di chiedere se avessi potuto portare la mia borsa al piombo, carica di una quantità inimmaginabile di cose, dalla a di Avila (santa Teresa) alla z di zanzare (crema per punture), passando per tutto l’alfabeto, per un totale di quattordici chili.
La borsa – che tiene insieme tutto, pesa molto e non mi permette mai di trovare quello che mi serve quando mi serve – effettivamente mi rappresenta piuttosto bene.
A questo punto chiedo però le attenuanti generiche. Innanzitutto sono una donna, e il multitasking è la mia vocazione. Inoltre sono una mamma che lavora, e il multitasking è la mia condanna. Infine sono una contemporanea, e il multitasking è la mia tentazione: vivo cioè nell’epoca in cui il flusso di informazioni e comunicazioni e possibilità che si apre o sembra aprirsi ai nostri occhi e sotto le nostre mani è continuo e abbondantissimo, a volte quasi ingestibile.
Proprio per questo imparare a scegliere sarebbe ancora più fondamentale in questo tempo. Il mio prezioso parroco don Ignazio, che mi ha insegnato il catechismo da piccola, dice sempre: “quando metti al primo posto Dio, poi tutto prende il posto che deve avere, e tutte le cose della giornata riescono meglio.” Che è poi quello che tra l’altro dice il Vangelo, per inciso (per esempio in Matteo 6, 24-34, il brano ansiolitico per l’uomo moderno).
In effetti la trovo un’ottima linea guida, fatto salvo che a volte occorre tutta la nostra intelligenza e volontà per applicarla (d’altra parte è Dio che ha creato il cervello, quell’utensile che non sta lì per bilanciare la testa o separare le orecchie, quindi conviene usarlo). Non sempre infatti si può praticamente e concretamente mettere, per dire, la preghiera al primo posto, se c’è una riunione e due festicciole e una piccola truppa da sfamare e tre persone da richiamare (è un aiuto che cercano? O solo familiarità? Puoi essere utile, o sono solo chiacchiere? Puoi dare vera amicizia?). I criteri per il discernimento purtroppo vanno trovati di volta in volta.
Lo stesso panico da eccesso di stimoli mi assale nelle librerie, e anche, nel mio piccolo, davanti allo sterminato scaffale di libri comprati ma non letti. Ho una serie pressoché infinita di libri che ho messo da parte con zelo, e che stanno lì a prendere polvere. Mio marito sostiene che è perché non li voglio davvero leggere, visto che Nora Ephron come ce l’ho per le mani è già finita (neanche riesco ad arrivare a casa) ma questo credo dipenda dalla leggerezza della lettura.
Comunque, quest’estate ho deciso di tuffarmi nella lettura della Parola di Dio, e anche se attualmente sono affetta da letargismo – come mi siedo russo istantaneamente – vorrei tenere fede al proposito. Accetto suggerimenti in merito.
Intanto mi è capitato per le mani un bellissimo libro di Bruno Maggioni, che esce in questi giorni per la Lindau: Il volto nuovo di Dio. Detti e gesti di Gesù. L’ho considerata una lettura propedeutica, perché fa venire voglia di tuffarsi nei testi, letti e riletti, e ogni volta più ricchi. L’autore ha 80 anni, e da tutta la vita praticamente si occupa di Vangeli, eppure non hanno smesso di stupirlo, scrive, e lo stupore arriva al lettore. Gesù è il vero volto di Dio, e chi lo cerca non può non guardare a lui: a come ha parlato, al suo sguardo, ai miracoli che ha fatto e al suo modo di pregare, e infine a come è morto. La croce, dice Maggioni, non è solo un gesto di salvezza, ma un gesto di rivelazione.
Qualcosa che ci mostra Dio. La rivelazione passa attraverso le precise modalità storiche e concrete che Dio ha scelto per dirci chi è. In quel tempo, in quel luogo. Tutto di quella scelta ci parla di Dio, ed è importante raccogliere tutto di quella rivelazione, senza lasciar cadere a terra neanche una briciola, perché tutto ci può parlare, in un dato giorno o in una data situazione della nostra vita.
A me per esempio oggi ha parlato la lettura delle beatitudini che fa Maggioni. Beati i misericordiosi. Ma cos’è la misericordia, si chiede. Un amore ostinato, gratuito, e fedele. Un amore che si fa carico. A me l’idea di avere un Dio ostinato nell’amarmi oggi ha messo una particolare allegria.
Sarà che temo di incontrare una Nora Ephron qualunque sul mio percorso da qui allo scaffale, e di tradire i miei buoni propositi.
Grazie, un bel modo per iniziare una delle settimane più intense dell’anno!
Consiglio di un bibliofilo: continua a comprare libri, anche se non puoi leggerli subito. Ho perso delle bellissime occasioni che non ho più trovato il libreria. E’ vero che spesso non li ritrovo nemmeno nella mia, di libreria, ma questo è un altro problema 😉
Mi sa che siamo membri dello stesso ordine cavalleresco 😉
Il dramma è che con il libro dovrebbero dare anche il tempo per leggerlo..
Paolo: questa è carina! 😀
Drammaticamente vero 😉
La mia borsa è sempre piena e non c ‘è mai quello che mi serve.Le mie amiche tedesche hanno sempre uno zainetto minuscolo con una mela, dell ‘acqua,un coltellino svizzero e un bel libro e non gli manca mai niente.
Riguardo allo scegliere è sempre davvero un disastro .un sabato organizzato da me è un incubo per tutta la famiglia perché vorrei fare tutto :al mattino rasare il prato, spuntare gli alberi e passare al marcato, poi magicamente il pranzo che accontenterá tutti apparirà sul tavolo per poi passare alla festa di compleanno di qualche
Alessandra, non è un problema di borsa: basta avere la tovaglia, le forbici e il fiaschetto di cui si parla qui
http://www.paroledautore.net/fiabe/classiche/asbmoe/valemon_orsobianco.htm
amichetto e, infine, preparare la pizza per una decina di amici per cena.
Forse sarebbe tanto meglio scegliere l ‘Amore per prima, quello di cui tu parli. Sarebbe meglio preparare un buon caffè a mio marito e passare 10 minuti davanti allo specchio a farmi bella per lui. Mettere mio marito e le nostre pesti al primo posto della lista invece delle mie manie di far tutto e bene.
Tutto ci potrà essere nella borsa e nella vita di Costanza Miriano, ma Gesù l’ho sempre detto, ci sta appiccicato, non dentro, almeno così non appare, cronache e sensazioni di una vita qualunque, con le buffezze di maniera dei tempi nostri, e un brano di Vangelo o un nome di prete, così, messo là, per partito preso
le buffezze di maniera dei tempi nostri sono appunto come dici tu, di maniera. Sono maniera espressiva, un linguaggio . Ma non sono il fulcro del messaggio. Qui dissento dal tuo commento, quando dici che il Vangelo è appiccicato lí. Non credo lo sia. Come messaggio di evangelizzazione quello di Costanza è molto efficace, il che dimostra che Gesú è “dentro”, altrimenti non arriverebbe nulla, altro che blog da unmilione di contatti, caso editoraile ecc. Sulla consistenza cristiana della vita di Cstanza non sta a noi giudicare, e secondo me nemmeno tentare di indovinare “come veramente ecc..”. Costanza espone generosamente al suo pubblico la propria vita vera – fino a un certo punto, come é giusto! – per dare vita al suo messaggio. Non credo sia un vezzo stilistico nè narcisistico. Io lo vedo come un dono e di questo la ringrazio. È il suo modo per dirci: guardate che é tutto vero!!!Guarda ti assicuro che – da donna piú o meno con le idee e la situazione di vita di Costanza e di molte delle blggers qui – qualche volta è davvero una ventata di aria fresca leggere cose che ti fanno pensare: non sei sola, non sei la sola che fallisce quotidianamente (perfezionismo nemico dei nostri tempi!), non sei sola nel riprovarci di nuovo e magari meglio, non sei sola a cercare Gesù ogni giorno. Questa è evangelizzazione…anche se talvolta travestita un po’ da sit-com! 🙂
“Nuovi semi di contemplazione” Thomas Merton edizioni Lindau
Chiara: ottimo consiglio! Smack! 😀
Siamo noi Alvise fatti così, un po’ frizzoli, siamo figli del nostro tempo, siamo cresciuti con i cartoni di Candy e di Mazinga, non abbiamo fatto la guerra come te, non abbiamo sofferto abbastanza la fame, i valori autentici in cui crediamo si mescolano al nostro stile di vita dettato dai ritmi frenetici. Viviamo nel mondo e mangiamo cibo adulterato. Non siamo irreprensebili. La stradina irta della santità è sempre più difficile da scovare. Affidiamo la nostra miseria a Dio. La seconda lettura di ieri mi sembra appropriata:
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli,/ affinché io non monti in superbia,/ è stata data alla mia carne una spina,/ un inviato di Satana per percuotermi,/ perché io/ non monti in superbia.//
A causa di questo/ per tre volte ho pregato il Signore/ che l’allontanasse da me.// Ed egli mi ha detto:/ «Ti basta la mia grazia;/ la forza infatti/ si manifesta pienamente/ nella debolezza».//
Mi vanterò quindi ben volentieri/ delle mie debolezze,/ perché dimori in me/ la potenza di Cristo.// Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze,/ negli oltraggi,/ nelle difficoltà,/ nelle persecuzioni,/ nelle angosce sofferte per Cristo:// infatti quando sono debole,/ è allora/ che sono forte.
Alvise, abbi pazienza, dai. Te offro un ombra de bon.
WOW!!!
ma da quando lgt si chiama jane? Quante cose sono cambiate qua dentro! Raga’ mi sento un po’ confusa, sarà colpa di minosse.
Alvise, anche a me queste buffezze come le chiami tu ogni tanto infastidiscono un po’, ci casco anche io per carità, ma lo stile da sit-com esasperato mi stanca. Però non credo affatto che per Costanza Gesù Cristo sia qualcosa di appiccicato. A volte ho questa sensazione di posticcio leggendo alcuni commenti nel blog, ma mai sentendo o leggendo Costanza. Non lo dico per piaggeria, ci sono tanti punti su cui con Costanza non sono d’accordo. Ma lei è autentica, è fatta così, a volte un po’ troppo pia per i miei gusti, ma non posticcia.
Ho letto in due giorni “Preferisco il Paradiso” di Pippo Corigliano da voi consigliato… davvero una lettura gradevole e accessibile a tutti.
Lo consiglio a chiunque, credente e non…
L’ho ordinato stamattina su Unilibro
Costanza: grande Mons. Maggioni! 😉
Un consiglio del Santo Padre della scorsa estate, ma sempre valido.
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2011/documents/hf_ben-xvi_aud_20110803_it.html
BENEDETTO XVI
UDIENZA GENERALE
Piazza della Libertà, Castel Gandolfo
Mercoledì, 3 agosto 2011
L’uomo in preghiera (8)
La lettura della Bibbia, nutrimento dello spirito
Cari fratelli e sorelle!
Sono molto lieto di vedervi qui in piazza in Castel Gandolfo e di riprendere le udienze interrotte nel mese di luglio. Io vorrei continuare con il tema che abbiamo iniziato, cioè una “scuola di preghiera”, e anche oggi, in un modo un po’ diverso, senza allontanarmi dal tema, accennare ad alcuni aspetti di carattere spirituale e concreto, che mi sembrano utili non solo per chi vive – in una parte del mondo – il periodo delle ferie estive, come noi, ma anche per tutti coloro che sono impegnati nel lavoro quotidiano.
Quando abbiamo un momento di pausa nelle nostre attività, in modo speciale durante le vacanze, spesso prendiamo in mano un libro, che desideriamo leggere. E’ proprio questo il primo aspetto, su cui oggi vorrei soffermarmi. Ognuno di noi ha bisogno di tempi e spazi di raccoglimento, di meditazione, di calma… Grazie a Dio che è così! Infatti, questa esigenza ci dice che non siamo fatti solo per lavorare, ma anche per pensare, riflettere, oppure semplicemente per seguire con la mente e con il cuore un racconto, una storia in cui immedesimarci, in un certo senso “perderci” per poi ritrovarci arricchiti.
Naturalmente molti di questi libri di lettura, che prendiamo in mano nelle vacanze, sono per lo più di evasione, e questo è normale. Tuttavia, varie persone, particolarmente se possono avere spazi di pausa e di relax più prolungati, si dedicano a leggere qualcosa di più impegnativo. Vorrei allora fare una proposta: perché non scoprire alcuni libri della Bibbia, che normalmente non sono conosciuti? O di cui forse abbiamo ascoltato qualche brano durante la Liturgia, ma che non abbiamo mai letto per intero? In effetti, molti cristiani non leggono mai la Bibbia, e hanno di essa una conoscenza molto limitata e superficiale. La Bibbia – come dice il nome – è una raccolta di libri, una piccola “biblioteca”, nata nel corso di un millennio. Alcuni di questi “libretti” che la compongono rimangono quasi sconosciuti alla maggior parte delle persone, anche buoni cristiani. Alcuni sono molto brevi, come il Libro di Tobia, un racconto che contiene un senso molto alto della famiglia e del matrimonio; o il Libro di Ester, in cui la Regina ebrea, con la fede e la preghiera, salva il suo popolo dallo sterminio; o, ancora più breve, il Libro di Rut, una straniera che conosce Dio e sperimenta la sua provvidenza. Questi piccoli libri si possono leggere per intero in un’ora. Più impegnativi, e autentici capolavori, sono il Libro di Giobbe, che affronta il grande problema del dolore innocente; il Qoèlet, che colpisce per la sconcertante modernità con cui mette in discussione il senso della vita e del mondo; il Cantico dei Cantici, stupendo poema simbolico dell’amore umano. Come vedete, questi sono tutti libri dell’Antico Testamento. E il Nuovo? Certo, il Nuovo Testamento è più conosciuto, e i generi letterari sono meno diversificati. Però, la bellezza di leggere un Vangelo tutto di seguito è da scoprire, come pure raccomando gli Atti degli Apostoli, o una delle Lettere.
In conclusione, cari amici, oggi vorrei suggerire di tenere a portata di mano, durante il periodo estivo o nei momenti di pausa, la santa Bibbia, per gustarla in modo nuovo, leggendo di seguito alcuni suoi Libri, quelli meno conosciuti e anche quelli più noti, come i Vangeli, ma in una lettura continuata. Così facendo i momenti di distensione possono diventare, oltre che arricchimento culturale, anche nutrimento dello spirito, capace di alimentare la conoscenza di Dio e il dialogo con Lui, la preghiera. E questa sembra essere una bella occupazione per le ferie: prendere un libro della Bibbia, così avere un po’ di distensione e, nello stesso tempo, entrare nel grande spazio della Parola di Dio e approfondire il nostro contatto con l’Eterno, proprio come scopo del tempo libero che il Signore ci dà.
ha ragione Alvise: costanza pare una che sotto sotto se la tira dandosi un’aria svagata, ma questo ci può stare. Non capisco invece il “costanzamirianismo”: Costanza qui, costanza là, genio cosmico ecc… ma de che??? E’ una persona normale, non un genio cosmico…