da un commento di TWENTYREX al post La verità sull’amore
Ho sempre pensato che il vero ed unico Amore fosse quello che ci ha lasciato Cristo. La prova della verità di questo assunto sta nel fatto che ti rende totalmente libero e forte, mentre quello umano e terreno molto spesso ti rovina la vita e, sempre, ti rende ansioso e ti procura sofferenze. La folta schiera dei martiri che segna la storia del cristianesimo ci da la misura della trasformazione straordinaria che avviene anche negli uomini più semplici ed umili rendendoli sereni e privi di qualsiasi debolezza dinanzi alla morte e, frequentemente, alla tortura ed alle più efferate crudeltà.
L’amore umano ha una gradazione diversa e, quindi, non è unico. C’è la semplice amicizia e, poi, l’amore verso i genitori, quello verso i figli, quello verso i parenti e quello coniugale. In tutti c’è sempre il rischio di essere traditi o, quantomeno, di restare delusi. Come padre non ho difficoltà a confessare la mia ansia e le sofferenze patite ancora adesso quando i miei figli hanno problemi e, persino, quando non si fanno sentire. Ed in un certo senso questo amore mi rende schiavo perchè mi provoca timore.
L’Amore di Cristo, invece, non provoca e non conosce paura! Come marito non ho difficoltà a dire che ormai convivo con mia moglie, in una casa che è di sua proprietà dove mi sento ospite (spesso non gradito o tollerato), in uno stato di quasi totale silenzio. Come diceva Filumena Marturano si va a letto la sera senza dire buonanotte e ci si rivede la mattina senza dire buongiorno. Anni fa, quando all’inizio ne parlai con il mio padre spirituale, egli mi disse in maniera chiara ed inequivocabile: “Il Signore te l’ha affidata e tu ci devi badare”. E quotidianamente mi sforzo di badarci, ma, dovendo in qualche modo evitare frizioni e situazioni di rottura (purtroppo, sono un misero e fragile uomo), mi sono trovato una occupazione che mi tiene fuori casa per qualche ora, malgrado qualche acciacco anche serio che spesso mi rende difficile uscire. Ora non comprendo come possa essere assimilato l’Amore di Cristo con quello umano. Il messaggio di amore che Egli ci ha dato non è un ordine e, come è stato rilevato, mitiga il senso del comandamento. Dinanzi a certi comportamenti è giusta una reazione, come la cacciata dei mercati dal tempio. E non credo che chiedere rispetto per le proprie convinzioni religiose dinanzi a certe azioni di intolleranza e, persino, di violenza da parte di poveri fratelli succubi di credenze false ed innaturali costituisca peccato.
Ma tornando all’amore coniugale non vedo come questo possa essere “imposto” dall’Amore che ci ha lasciato Cristo. In nome di questo e nella concreta realizzazione di esso, oltre che nel rispetto del sacramento, si può e si deve accettare la sofferenza dell’assenza di un vero sentimento. Se poi avviene che si incontra qualcuno che te lo suscita e te lo ricambia, ecco una ulteriore prova di sofferenza alla quale sei chiamato ed alla quale non puoi sottrarti. E finisce che perdi la speranza e ti chiedi spesso quando il tuo calvario avrà fine e subisci talora anche la tentazione di lasciarti andare e ti vengono idee strane come quella di non prendere più farmaci o di salire in macchina e partire senza meta e senza telefonino fin quando dura……
Non posso che ripetere quello che avevo già detto allora:
twentyrex, ti sono vicino della preghiera, fatti guidare da un direttore spirituale esperto e ricorda che il dolore sofferto in unione a Cristo non è privo di senso. Dio ama sconfinatamente ogni sofferente: cerca di sentirlo, di gustarlo questo amore di Dio per te, in modo da recuperare speranza e autostima (se non ci rinserriamo in noi stessi possiamo assaporare fino in fondo l’amore di Dio per noi, e allora nessuna contrarietà, per quanto amara e lacerante, può abbatterci).
La Madonna a Medjugorje ha spesso detto di pregare fino a quando non sentiamo la gioia del pregare.
Credo che tutte le risposte siano lì, in quell’incontro profondo con se stessi e Dio, la preghiera.
Poi arriva anche la luce, la forza, l’intuizione, il coraggio, la salita di un gradino ancora …
Pregare fino a quando non sentiamo la GIOIA di pregare! Che bello! Sì, le risposte si trovano qui!
Twentytrex, mi hanno intensamente colpita le tue parole così intimamente intrise di sofferenza e la tua indefettibile fedeltà all’impegno che ti sei assunto dinanzi a Dio. Sei migliore testimone tu dell’indissolubilità del vincolo coniugale di quanto non siano tante coppie felici della loro unione.
Non credo, però, che Dio ci chiami a inaridirci in un’unione sterile che finisce per seccarci il cuore. Se tutto è stato tentato, esiste anche la possibilità di separarsi, pur mantenendosi fedeli alla promessa fatta.
Un abbraccio sincero e una preghiera per te.
>Marina wrote
>Se tutto è stato tentato, esiste anche la possibilità di separarsi, pur mantenendosi fedeli alla promessa fatta.
???
Ma nemmeno per idea!
Un conto e’ quando si viene lascati dal proprio marito o dalla propria moglie e chi e’ lasciato rimane fedele al matrimonio non andandosi a cercare un’altra relazione.
Altra cosa e’ lasciare.
Signor Marco, il Catechismo della Chiesa Cattolica la contraddice: ” 1649 Esistono tuttavia situazioni in cui la coabitazione matrimoniale diventa praticamente impossibile per le più varie ragioni. In tali casi la Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi e la fine della coabitazione. I coniugi non cessano di essere marito e moglie davanti a Dio; non sono liberi di contrarre una nuova unione.”.
Ciò detto, mi eclisso. In questo blog, si utilizzano toni troppo “vivaci” per i miei gusti.
Marina:
SMACK!!!
Marina, certo il Catechismo dice questo, ma va ribadito con vigore e chiarezza che la separazione va considerata un rimedio veramente estremo, da applicare solo ed esclusivamente quando non resta altra possibilità: “Nella convinzione che il matrimonio comporta una convivenza duratura nel tempo e che la separazione deve essere considerata come estremo rimedio, la comunità cristiana «deve fare ogni sforzo per aiutare i coniugi in difficoltà ad evitare il ricorso alla separazione, anche attraverso l’opera di consulenza e di sostegno svolta dai consultori di ispirazione cristiana» (Decreto generale sul matrimonio canonico, n. 54).” (Direttorio di Pastorale Familiare della Chiesa italiana, n. 207).
Inoltre, i separati devono essere sempre “pronti al perdono e disponibili a interrogarsi […] sulla opportunità o meno di riprendere la vita coniugale” (La pastorale dei divorziati risposati e di chi vive in situazioni matrimoniali irregolari o difficili, n. 45).
Questo è giusto in una situazione comunitaria cristiana ideale ma purtroppo nell’ ipocrisia, nella superficialità e nel pragmatismo della nostra società, è molto difficile.
Rispondo in fondo.
Molto toccante e umana questa tua confessione. Non si riesce però a capire da dove sia nato questo disamore coniugale. Oltre al padre spirituale esiste anche la mediazione coniugale per cercare di capire e superare i conflitti personali più reconditi ( leggi Jacqueline Morineau).Non arrenderti se puoi, il Paradiso può rinascere anche su questa terra.
La vita è dura per tutti. Tocca patire e lottare e resistere, quando è il caso di resistere.
Altre volte può essere meglio, anche, penso, per gli altri, non resistere tanto per resistere.
Ma questo nessuno le può sapere meglio di te.
Admin non potevi scegliere titolo più efficace per questo commento diventato post: Vero amore! Anche io come Alessandro ripropongo la stessa risposta data in quella circostanza… (purtroppo il tempo è sempre tiranno! Questa notte avremo la chiesa aperta fino all’alba per un’adorazione eucaristica notturna in preparazione alla Solennità del Corpus Domini):
“TWENTYREX grazie per aver condiviso qui la tua vita, quella che hai adesso, così come è, non come dovrebbe o potrebbe essere, con una franchezza disarmante. Mi associo ai saggi consigli di Alessandro e Lidia; mi preme anche sottolineare una cosa: guardare al Crocifisso per imparare ad amare significa proprio scoprire che lì, da quel posto, dalla croce, non si vive l’amore sentimento, quello con un ritorno emotivo, per intenderci, quello che mi appaga (umanamente parlando non credo che Gesù possa aver pensato: “Quanto si sta bene qui”); ecco, forse anche tu adesso non ti senti di dire: “Quanto si sta bene qui”… adesso il tuo dono nei confronti di tua moglie è veramente gratuito, adesso è veramente totale! Questo non toglie che non bisogna fare del tutto per chiarirsi, per capire come si è arrivati ad un certo punto, per sanare… Non vado avanti con la predica perché in certe situazioni bisogna starci… come dicevo, conosco tanti “inferni domestici” che io dovrei solo tacere e pregare. Lo faccio di cuore per te! In particolar modo con la preghiera del Rosario… ti abbraccio!
Ti consiglio anche di leggere, circa il “Comandamento” (non il consiglio..) dell’amore la prima enciclica di Papa Benedetto XVI: Deus caritas est. Se vuoi e se puoi. Ciao”
Coraggio TWENTYREX, nulla è impossiblie a Dio! E in quanto “Suo figlio” Dio vuole che tu sia felice… Un giorno della mia vita, sei anni fa, ho ricevuto una grazia da Dio. Mi volevo separare da mio marito, ero già stata dall’avvocato; non avevo più niente da dirgli, non riuscivo nemmeno a guardarlo neglio occhi… Poi una sera sono tornata a casa e in quel momento qualcosa è successo dentro di me: per la prima volta dopo diversi anni, ho provato una grande tenerezza per mio marito, si, insomma ho provato amore per lui… E tutto quello che fino ad un istante prima ci aveva diviso, è scomparso. Non ero più arrabbiata con lui… E da quel momento, lentamente, è ricominciato qualcosa di nuovo e di bello. Ora siamo ancora insieme; si, a volte mi domando ancora perchè cavolo mi sono sposata con lui, ma mi consola moltissimo la consapevolezza che il nostro matrimonio è prezioso agli occhi di Dio e che Dio ha il potere di fare nuove tutte le cose. Prometto di ricordarti nelle mie preghiere!
L’Amore e’ infatti quello di Cristo, non ve ne sono altri.
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.” (Gv 13,34-35)
E la paura ce l’ha avuta anche Cristo.
Ha addirittura sudato sangue per la paura.
Anche i martiri hanno avuto paura, avevano la gioia nel cuore per la certezza di Cristo risorto, ma cio’ non toglie che la paura e le preoccupazioni ce l’avessero anche loro.
Un cristiano non e’ rassegnato e non desidera la morte per porre fine alle sofferenze.
Ed incontrare un’altra donna che pare mostrare interesse e comprensione e’ una tentazione.
Per questo siamo tutti quotidianamente invitati alla conversione.
“Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere.
Perciò, miei cari, state lontani dall’idolatria.” (1 Cor 10, 12-14)
E possiamo fare questo solo se restiamo aggrappati alla sua Chiesa.
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2012/june/documents/hf_ben-xvi_spe_20120602_festa-testimonianze_it.html
VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE
FESTA DELLE TESTIMONIANZE
INTERVENTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Parco di Bresso
Sabato, 2 giugno 2012
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2. SERGE RAZAFINBONY E FARA ANDRIANOMBONANA (Coppia di fidanzati dal Madagascar):
SERGE: Santità, siamo Fara e Serge, e veniamo dal Madagascar.
Ci siamo conosciuti a Firenze dove stiamo studiando, io ingegneria e lei economia. Siamo fidanzati da quattro anni e non appena laureati sogniamo di tornare nel nostro Paese per dare una mano alla nostra gente, anche attraverso la nostra professione.
FARA: I modelli famigliari che dominano l’Occidente non ci convincono, ma siamo consci che anche molti tradizionalismi della nostra Africa vadano in qualche modo superati. Ci sentiamo fatti l’uno per l’altro; per questo vogliamo sposarci e costruire un futuro insieme. Vogliamo anche che ogni aspetto della nostra vita sia orientato dai valori del Vangelo.
Ma parlando di matrimonio, Santità, c’è una parola che più d’ogni altra ci attrae e allo stesso tempo ci spaventa: il «per sempre»…
SANTO PADRE: Cari amici, grazie per questa testimonianza. La mia preghiera vi accompagna in questo cammino di fidanzamento e spero che possiate creare, con i valori del Vangelo, una famiglia «per sempre». Lei ha accennato a diversi tipi di matrimonio: conosciamo il «mariage coutumier» dell’Africa e il matrimonio occidentale. Anche in Europa, per dire la verità, fino all’Ottocento, c’era un altro modello di matrimonio dominante, come adesso: spesso il matrimonio era in realtà un contratto tra clan, dove si cercava di conservare il clan, di aprire il futuro, di difendere le proprietà, eccetera. Si cercava l’uno per l’altro da parte del clan, sperando che fossero adatti l’uno all’altro. Così era in parte anche nei nostri paesi. Io mi ricordo che in un piccolo paese, nel quale sono andato a scuola, era in gran parte ancora così. Ma poi, dall’Ottocento, segue l’emancipazione dell’individuo, la libertà della persona, e il matrimonio non è più basato sulla volontà di altri, ma sulla propria scelta; precede l’innamoramento, diventa poi fidanzamento e quindi matrimonio. In quel tempo tutti eravamo convinti che questo fosse l’unico modello giusto e che l’amore di per sé garantisse il «sempre», perché l’amore è assoluto, vuole tutto e quindi anche la totalità del tempo: è «per sempre». Purtroppo, la realtà non era così: si vede che l’innamoramento è bello, ma forse non sempre perpetuo, così come è il sentimento: non rimane per sempre. Quindi, si vede che il passaggio dall’innamoramento al fidanzamento e poi al matrimonio esige diverse decisioni, esperienze interiori. Come ho detto, è bello questo sentimento dell’amore, ma deve essere purificato, deve andare in un cammino di discernimento, cioè devono entrare anche la ragione e la volontà; devono unirsi ragione, sentimento e volontà. Nel Rito del Matrimonio, la Chiesa non dice: «Sei innamorato?», ma «Vuoi», «Sei deciso». Cioè: l’innamoramento deve divenire vero amore coinvolgendo la volontà e la ragione in un cammino, che è quello del fidanzamento, di purificazione, di più grande profondità, così che realmente tutto l’uomo, con tutte le sue capacità, con il discernimento della ragione, la forza di volontà, dice: «Sì, questa è la mia vita». Io penso spesso alle nozze di Cana. Il primo vino è bellissimo: è l’innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire un secondo vino, cioè deve fermentare e crescere, maturare. Un amore definitivo che diventi realmente «secondo vino» è più bello, migliore del primo vino. E questo dobbiamo cercare. E qui è importante anche che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma che sia coinvolta anche la comunità della parrocchia, la Chiesa, gli amici. Questo, tutta la personalizzazione giusta, la comunione di vita con altri, con famiglie che si appoggiano l’una all’altra, è molto importante e solo così, in questo coinvolgimento della comunità, degli amici, della Chiesa, della fede, di Dio stesso, cresce un vino che va per sempre. Auguri a voi!
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http://www.retrouvaille.it/news/retrouvaille-in-udienza-privata-da-papa-benedetto-xvi.html
Twentytrex, mentre noi preghiamo per te (e la tua sposa) tu fatti aiutare da degli amici che sappiamo farti compagnia in questa dura prova e donarti quell’abbraccio di tenerezza di Gesù.
Mi hai commosso…
Twentyrex, la tua situazione e’ straziante e commovente.
Non penso che nessuno di noi poveri esseri umani abbia una risposta.
Credo davvero, pero’, che nessun essere umano, per quanto poco amabile, sia impossibile da amare.
Credo che, con uno sforzo immane, ci si possa estraniare dalla situazione contingente e cercare di “ri-conoscere” quella persona.
Non la madre dei tuoi figli, non la proprietaria della casa in cui vivi, non l’ostacolo fra te e un nuovo amore.
Solo una persona.
Che cosa pensa? Cosa desidera? Cosa le fa paura? Cosa l’ha trasformata in una megera?
Sotto tutto questo c’è ancora una persona.
Io non conosco il compimento dell’amore, quello lo conoscono solo pochi esseri umani.
Ma credo davvero che il primo passo dell’amore sia l’interesse.
In ogni caso ti abbraccio.
Coraggio.
Io dico che sei nato libero. Libero di scegliere fin dove le tue scelte non ledono gli altri. Se vuoi partire, vai. Non affidarti a mille santoni. Tanto comunque il nostro destino è soffrire. Sei libero. Sei libero. Sei libero. Di soffrire dove e quando tu vuoi.
Un brocardo latino: nemo beatior fuit mutando loca. Nessuno è stato più felice perché ha cambiato posto. Non sarà il luogo fisico o terreno a promettere la felicità. La felicità comporta dei sacrifici sublimi. Ma intanto puoi sempre accontentarti, e quindi arrivare alla serenità.
Se sei pronto al sacrificio e a triplicare le tue sofferenze, allora sei pronto per la felicità.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica e’ ammessa in taluni casi anche la guerra.
Ma sia questa che la separazione, sono da considerarsi rimedi estremi per casi veramente estremi.
E poi ci vuole il consenso dell’Ordinario del luogo a meno che non ci sia pericolo di vita nell’attesa.
Mi viene in mente il passo del Vangelo Mc 10, 4-9:
“Dissero: “Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla”. Gesù disse loro: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola.Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.”
Cordialmente.
TWENTYREX: mi permetto di consigliarti (se lo trovi) questo film israelo-egiziano. E’ un piccolo capolavoro e come tutte le opere d’arte può aiutare a capire il mondo e noi stessi. Spero che lo trovi!!!
Io sono scandalizzato dall’abuso dell’annullamento del matrimonio cristiano. Sto assistendo ad una situazione che ha del ridicolo.
hai ragione
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2010/january/documents/hf_ben-xvi_spe_20100129_rota-romana_it.html
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO
DEL TRIBUNALE DELLA ROTA ROMANA
Sala Clementina
Giovedì, 29 gennaio 2010
Cari Componenti del Tribunale della Rota Romana!
… omissis …
La carità senza giustizia non è tale, ma soltanto una contraffazione, perché la stessa carità richiede quella oggettività tipica della giustizia, che non va confusa con disumana freddezza. A tale riguardo, come ebbe ad affermare il mio Predecessore, il venerabile Giovanni Paolo II, nell’allocuzione dedicata ai rapporti tra pastorale e diritto: “Il giudice […] deve sempre guardarsi dal rischio di una malintesa compassione che scadrebbe in sentimentalismo, solo apparentemente pastorale” (18 gennaio 1990, in AAS, 82 [1990], p. 875, n. 5).
Occorre rifuggire da richiami pseudopastorali che situano le questioni su un piano meramente orizzontale, in cui ciò che conta è soddisfare le richieste soggettive per giungere ad ogni costo alla dichiarazione di nullità, al fine di poter superare, tra l’altro, gli ostacoli alla ricezione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Il bene altissimo della riammissione alla Comunione eucaristica dopo la riconciliazione sacramentale, esige invece di considerare l’autentico bene delle persone, inscindibile dalla verità della loro situazione canonica. Sarebbe un bene fittizio, e una grave mancanza di giustizia e di amore, spianare loro comunque la strada verso la ricezione dei sacramenti, con il pericolo di farli vivere in contrasto oggettivo con la verità della propria condizione personale.
… omissis …
Pertanto, in caso di dubbio, esso si deve intendere valido fino a che non sia stato provato il contrario (cfr CIC, can. 1060). Altrimenti, si corre il grave rischio di rimanere senza un punto di riferimento oggettivo per le pronunce circa la nullità, trasformando ogni difficoltà coniugale in un sintomo di mancata attuazione di un’unione il cui nucleo essenziale di giustizia – il vincolo indissolubile – viene di fatto negato.
…. omissis …
Marco De rossi:
…allora secondo te nonpuoiessereserio è un demente?
…omissis
Non ho detto nulla di simile.
Anche il Papa esorta i giudici ad avere un serio discernimento e a non dichiarare nulli i matrimoni con troppa facilita’.
Allora sarò demente io!!!
Alvise, Marco sta dando ragione a nonpuoiessereserio (che lamenta che si sta largheggiando nelle dichiarazioni di nullità), infatti ha citato un intervento del Papa nel quale Benedetto XVI invita a “rifuggire da richiami pseudopastorali che situano le questioni su un piano meramente orizzontale, in cui ciò che conta è soddisfare le richieste soggettive per giungere ad ogni costo alla dichiarazione di nullità”.
Ho capito, avevo capito, ma il fatto è sempre lo stesso, si dice e non è eseguito, come in tutti i discorsi (di facciata) che fanno i politici, e poi le cose sono altro. Ma non vi potete voi sempre riferire e giustificare tutto coi discorsi del Papa!
Sarebbe come se noi italiani si citasse contrapposte al merdaio politico le parole edificanti del presidente Napolitano.
Per amare Dio, è necessario amare ogni altro essere umano ed in particolar modo coloro che soffrono.Dio è l’Amore Assoluto che vive solo nel cuore di chiunque sia capace di dare senza mai volere nulla in cambio. Chi non conosce Dio conosce solo il verbo avere : Potere,Denaro,Sesso,Tutto. A qualsiasi costo.
Certamente l’amore coniugale come ogni amore terreno non è facile. Io non ne so molto per la mia giovane età ma mi è stato insegnato di accettare la mia croce che da lei un giorno troverai gioia. Inoltre mi è sempre stato detto “aiutati che Dio t’aiuta”. In altri post qui sopra ho letto che ti hanno dato consigli di libri e del consulente coniugale se non erro e io sono sempre convinta che abbandonarsi all’amore di Dio è la cosa più rasserenante ma vivendo su questa terra ci si deve anche dar da fare per superare i brutti momenti! Consigli e confronto con la persona causa del tuo disagio o dolore sono sempre la migliore cura!
una preghiera per te!
Ciao Twentyrex, soffro per questo post perchè riecheggia situazioni di amici intorno a me…
Abbi fiducia in Dio, sempre, e segui anche il consiglio di Mario G., gli amici!!! :-)) mai chiudersi…