Splendidamente viziosi

di Cyrano

Quando Roxy si mette in mente di organizzare una gita fuori porta due cose sono sicure: la prima è che, in un modo o nell’altro, ci riuscirà; la seconda è che si sarà costretti ad ammettere, magari mascherando l’imbarazzo sotto una risata, che l’idea era felicissima e che «sì, è stata proprio una magnifica giornata».

Comunque non è che avessi fatto storie senza un motivo… la staffetta delle pulci c’era veramente quel pomeriggio soltanto! «Va bene, allora facciamo un altro giorno»: Roxy conosce il suo pollo che, per quanto poetico e spadaccino, davanti a lei resta sempre (anche se non solo) un pollo. Seconda parata sulla seconda data: «No, ti avevo detto che sabato devo vedere Marco!». Ho capitolato quando ha detto: «Perfetto, e che devi fare lunedì?» – «Lunedì? Lunedì niente, ma…» (frattanto m’è venuto in mente l’escamotage di don Abbondio, che m’illudevo di poter usare felicemente) «…ma su, in fondo è Quaresima: non possiamo rimandare a dopo Pasqua? In fondo i Castelli senza porchetta sono un cielo senza stelle!» – «Lunedì è san Giuseppe, dolcezza: digiuni interrotti». Set-Match-Game.

Urge un’apologia, soprattutto ad onore di Roxy, perché non si dica che l’ardito spadaccino di Guascogna (che poi sarei io, per servirvi), ami tanto le serenate da disdegnare le abboffate… Voglio dire, in realtà, perché non si creda che mi pesi uscire con Roxy: quello che cercavo di evitare, a dirla tutta, era la compagnia della sua amica Anna, tedesca in Freisemester da queste parti che Roxy aveva già incluso nel progetto-fuoriporta.

Non precipitiamo le conclusioni: non è per le presunte parentele degli uomini con gli ursidi (che certe penne emergenti oggidì divulgano come pane) che avrei preferito evitare la situazione. Anna è persona di bella presenza e ottima conversazione, ma studia teologia. Ed è luterana. Sarebbe senz’altro finita in una noiosa disputa sulla grazia e sulla predestinazione, e io l’avrei condotta con una dose di accondiscendenza, date le circostanze, poco cavalleresca: per di più, Roxy si sarebbe certamente annoiata, e quando avessi visto il suo sguardo smorto rimproverarmi mi sarei trovato da solo a metà del guado. No, meglio evitare, e «fuggire le occasioni prossime di peccato», come avevo recentemente ripromettendomelo promesso.

Roxy lo sapeva bene, il motivo reale, e per questo non s’innervosiva per il mio rimpiattino: anzi sospetto che ne provasse un sottile piacere. Eccoci dunque su strada, e subito s’annuncia il tormentone teologico “dal basso”, anzi direi “dalla strada”. «Perché non ti sei fermato sulle strisce?», chiede Anna – «Beh, quelli erano scesi dal marciapiede ma se ne stavano impalati a cincischiare tra di loro… si vede che non avevano voglia di attraversare, no?» – «Ah, voi Italiani! Il codice della strada non dice anche in Italia che il pedone attiva col suo solo stare sulla zona delle strisce l’obbligo d’arresto per tutti i mezzi, esclusi i soli veicoli d’emergenza quando hanno sirene e lampeggianti accesi?!» – «Sì, vabbe’, ma lì dovevano scrivere una cosa chiara e generalmente valida: t’immagini se c’avessero pure inserito la raccomandazione di accertarsi della reale intenzione dei pedoni? Che avrei dovuto fare? Accostare e chiedere: “Mi scusino, i signori intendono attraversare? No, perché avrebbero diritto…”? Pensa poi se non fossero neanche stati stranieri: avrei riascoltato uno di quei coloritissimi apoftegmi nostrani con cui sovente ci s’invita a vicenda, nell’Urbe, a “curare il proprio orticello”!»

Risata di Anna. Ce l’ho fatta, il primo colpo è schivato; sorride anche Roxy. La tedesca, però, torna alla carica: «Eh, ma allora che le fate a fare, le leggi, se poi volete sempre e comunque regolarvi come vi pare meglio là per là?» – «Aridàje…» m’è partito proprio così, «…amori’, ma voi volete fa’ i tedeschi o i protestanti? No, perché tutta ‘st’insistenza sulla legge sarà pure teutonica, ma non sa né di Paolo né di Lutero. Scherzi a parte, non è curioso che noi, che passiamo per quelli che devono “lucrarsi il paradiso”, poi sbozziamo la legge con un colpo d’occhio alle presumibili intenzioni di un paio di pedoni… mentre voi, che vorreste riceverlo “per sola grazia e per sola fede”, continuate a ossessionarvi coi più cavillosi commi di ogni legge?»

Forse avevo esagerato, così ho continuato: «E poi su, stàmo leggeri: “Pecca fortiter, sed crede fortius”, “S’annamo a diverti’… Nannì, Nannì…”» (lo dicevo a lei, ma lo raccomandavo a me).

Quando Roxy ha osservato che ancora non aveva sentito la teologia delle strisce pedonali ho precisato che «ci sarebbero pure diversi casi dibattuti, come ad esempio quello del matto che resta fermo in mezzo alla strada, o come quella di chi pare intendere la “zona delle strisce” in senso molto lato, fino a venti metri fuori dalle “strisce visibili”». E che vogliamo fare? Quando incontri gente carismatica non puoi mica pretendere… La teologia, poi, nasce dallo stupore (come la filosofia e come l’arte – le tre cose migliori prodotte dagli uomini), e per strada c’è spesso di che stupirsi. Prendi oggi, ad esempio, che ho frenato con la bici davanti a un ragazzino che attraversava con la nonna: «Grazie», ha detto lui, «Grazie» ha ripetuto lei. Stavo per mettermi a piangere, volevo offrir loro da bere e invitarli a cena una sera di queste: invece mi sono limitato a un maschio cenno del capo, di quelli che divinità come John Wayne ci hanno comandato di fare in questi casi.

«Piuttosto – mi richiama Anna – Roxy mi ha detto che oggi mi fate scoprire la porchetta… posso capire cos’è?» – «Povero te se glie lo dici!» (questo non ero io, come avrete capito). E mi sono limitato, così caldamente invitato a conservare il segreto iniziatico, a rassicurarla: «Non fa ingrassare» (o sì?).

Non sono più i tempi di una volta, e trovare ristoranti dalle porchette attraenti dopo le due del pomeriggio non è stato semplice. Una volta fatta l’ordinazione, Anna è tornata ad accucciarsi nella trincea teologica: «Ma per voi va bene, mangiare cose così succulente in Quaresima?» – «Guarda, abbiamo scelto “il giorno giusto”, perché il giorno di san Giuseppe è una solennità, e tutti i digiuni si allentano nelle solennità: ovviamente questo non vuol dire che la Quaresima è il tempo della virtù e la solennità quello del vizio, ma che è un buon momento per riassaporare rapidamente la gioia della condivisione» – «Ah, e perché hai messo il vino solo a noi? Non ti piace questa bottiglia?» – «No, la bottiglia mi pare ottima, ma preferisco tenermi di fronte un segno che la Quaresima non è del tutto interrotta: difatti oggi nelle chiese si canta il gloria, ma non ancora l’alleluja…». So che per questo dovrò portare il cappellaccio ben calcato in fronte per del tempo, ma le due dame mi hanno costretto (e chi può resistere a certe violenze?) a brindare con loro, ancorché il mio bicchiere non contenesse che acqua! Questa è materia da confessione, e devo stare attento al prete cui vado a raccontarla!

Il convegno sull’ascesi è stato interrotto dall’arrivo della porchetta: la cerimonia d’iniziazione giungeva al culmine, e Anna intuiva di aver fatto bene a fidarsi di noi. A cerimonia avvenuta, neanche a chi il dolce l’avrebbe preso entrava più niente nello stomaco, ma la dolcezza non è mancata: Roxy faticava a finire il suo bicchiere, e così Anna le ha chiesto come mai se lo stesse centellinando così goccia a goccia, quel vino. «Perché a dire il vero – sbottò a ridere la bella Rossana – a me il vino non piace, e l’ho preso giusto per far compagnia a te mentre ci godiamo la gioia del Signore. Come dice Paolo, no? “Chi si preoccupa di che giorno sia, se ne preoccupa per il Signore; chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio”. Non è contraddittorio: se si tiene il cuore rivolto a Dio niente è peccato, tutto è sacrificio, e ogni sacrificio è piacere».

Ecco, sono mesi che devo rispondere a quel mio amico luterano che accusa la morale cattolica di essere doppia e scivolosa: non sarei mai stato tanto sintetico, nel ricordare che anche l’ascesi più eroica può ripiegarsi su se stessa e diventare “uno splendido vizio”.

Ci voleva la porchetta. E ci voleva Roxy.

57 pensieri su “Splendidamente viziosi

  1. Beatrice

    A me mi piace!!!! Contravvenedo le leggi della grammatica per rafforzare il concetto e poi son toscana…..
    bravo Cyrano a volte perdiamo il vero senso dell’essere cristiani trincerandosi dietro tante leggi!

    1. Una tosHana che si chiami Beatrice (o Laura, o Fiammetta) è tosHana al quadrato, è un τόπος, un archetipo. 🙂 Sono le leggi della grammatiHa a reHarsi in TosHana per imparare come si debbano comportare, vengono a risciacquare i panni in Arno, come il milanese Manzoni.

  2. Fk

    Bah! Ormai con Cyrano mi sento come Fefral quando scrive LGT… e dire che mi piaceva tanto come scriveva quest’uomo!

    Comunque prima che l’ascesi possa diventare uno splendido vizio, occorrerebbe viverla… l’ascesi, dico! Passo e chiudo!

    1. Cerchiamo di accontentare un po’ tutti, Fk: non è giusto che solo a Fefral siano offerte certe occasioni! Ovviamente tornerei volentieri a scrivere come ti piaceva tanto, anche se non me n’ero mai accorto, ma ci sono evidentemente periodi più o meno fortunati, per le penne come per ogni cosa.
      Quanto all’ascesi, invece, non colgo il senso della tua puntualizzazione, ma immaginavo che da qualcuno sarebbe arrivata. Chi ha parlato dell’abolizione delle pratiche ascetiche? La domanda, però, è: che cos’è, una pratica ascetica, se non si preoccupa fin da subito di non involversi in uno splendido vizio?

      1. Fk

        Allora grazie per questo sforzo di accontentare un po’ tutti! Per quanto riguarda il post diciamo che da quel poco che sono riuscito a capire (ma non è che sei tu a non esserti spiegato… sono io che non ho capito!) mi sembra che ci sia un livellamento del discorso sulle pratiche ascetiche come quando si dice della preghiera: beh, in fin dei conti tutto è preghiera, il lavoro, il tempo libero, le amicizie… la strada è quella che porta a dire che, alla fin fine, se tutto è preghiera non c’è bisogno di pregare!

        Poi che cosa sia una pratica ascetica dovresti spiegarmelo tu!

        Tuttavia la mia recente insofferenza nei tuoi confronti è più legata allo STILE dei tuoi post… farraginosi, con la voglia di stupire sempre a tutti i costi, ridondandi, ecc… sono solo mie impressioni, per carità!
        Del resto non si è sempre detto che OGNUNO la può pensare come vuole? 😉

        1. Naturalmente, ognuno può pensarla come vuole, almeno su cose come queste.
          Però io non ho livellato il “discorso sulle pratiche ascetiche” più di quanto l’abbia fatto Roxy, e lei non l’ha fatto più di quanto l’abbia fatto il Paolo della Lettera ai Romani: ricorderai forse che dell’inesaurita opportunità di pratiche penitenziali avevo già parlato chiaramente; restava soltanto da tirare un colpo dall’altra parte, perché quelli che credono di acquistare meriti tramite un digiuno non sono, di per sé, migliori di quelli che pensano che la fede non abbia bisogno di digiuni.
          Il fatto è che se uno non è rinato dall’acqua e dallo Spirito anche i suoi digiuni non possono venire che dalla carne, e se vengono dalla carne non servono a niente, perché quello che viene dalla carne è carne, ed è solo lo Spirito che dà vita. Se poi queste cose non sono chiare, abbiamo già la domanda che fa per noi: «Ma come, siete maestri di dottrina, spiegate ai cristiani cosa è giusto e cosa è sbagliato… e ignorate queste cose?»

          1. Fk

            Rispondo come ha risposto l’altro giorno Joe a chi gli spiegava cosa sono i corsi pre-matrimoniali: Ok, grazie, non lo sapevo…

            1. Ironia malriposta, caro Fk: non fare domande elementari su cose che ritieni di aver già ben compreso, o ti troverai in cambio risposte didascaliche, finché avrai davanti uno che intende cor-rispondere. Ti ricordo che contro insofferenza, malumore e stizza che ti vengono dai miei post hai sempre a portata di mano l’antidoto sicuro. Ti esorto a farne buon uso.

              1. Fk

                Ecco, così mi piaci! Mettiamo da parte tutta questa diplomazia e torniamo ad una buona e sana litigata “vecchia maniera”! … quella a chi dice l’ultima parola per intenderci! Ciao Cyrano, non te la prendere dai! 🙂

          2. lidiafederica

            Io non ce la faccio a leggere i tuoi post perché 1) mi scoccia lo stile che per arrivare a dire una cosa ci gira intorno, 2) in questo periodo preferisco evitare le storie d’amore 8e questo, evidentemente, esula dal tuo scrivere :)).
            però leggo i riassunti, e da ciò che ho capito: BRAVO Cyrano! Bel post, sono certa che nella discussione si rimpinguerà e si smusseranno i punti dolenti.
            smack!

  3. a me è piaciuto tantissimo questo post! forse perchè a San Giuseppe ero a Napoli e non potevo esimermi dalle zeppole….anche quelle sono un dono di Dio!

  4. ho appena letto questa frase di Chesterton che secondo me non è del tutto OT con l’argomento di oggi:
    “THE truth is, of course, that the curtness of the Ten Commandments is an evidence, not of the gloom and narrowness of a religion, but, on the contrary, of its liberality and humanity. It is shorter to state the things forbidden than the things permitted: precisely because most things are permitted, and only a few things are forbidden.”

    1. Ma Chesty credeva che fosse “forbidden” anche concupire la propria moglie, o no?
      Di sicuro avrà scritto qualche arguzia anche su questo tema!!!

  5. “Non è contraddittorio: se si tiene il cuore rivolto a Dio niente è peccato, tutto è sacrificio, e ogni sacrificio è piacere”
    Io direi piuttosto, sefossi credente, “niente è peccato, tutto è gioia” come del resto stao già detto dal fior fiore dei
    Santi, non che tutto è sacrificio, ma che IL sacrificio stesso è piacere, non esite il sacrificio come sacrificio, e questo è importante. Il sacrificio lo sentro io (ancora io) che non credo e lo sentivano i Santi e anche Gesù quando sentivano che vacillava la fede. Ma ce l’avete la fede o no?

    1. pensa Alvise che Guido ha nel cassetto un mio post che dice suppergiù la stessa cosa… se e quando lo pubblicherà son curioso di veder cosa dirai

  6. 61Angeloextralarge

    Cyrano, mi piace il tuo post ipocalorico! Va bene, lo ammetto: mi piace la porchetta. Dalle parti nostre la fanno veramente bene… Uhm! Grassottella il giusto, con la crosta crrrrrocccante… Mannaggia! E come si fa? Da noi la si “porta dietro” specialmente per Pasquetta e per il Primo Maggio: è una specie di rito propiziatorio pagano. Ci si aggiunge la fava ed il pecorino fresco… uhm… un buon vino rigorosamente rossssso…uhm… uhm! Il Primo Maggio rigorosamente con le fragole, non quelle della serra, però!
    Okay: solo scrivendo queste righe ho preso già un kg!
    Tanto per continuare a scherzare… ma non troppo… aggiungo questo “avviso parrocchiale” (è autentico e fa parte di una raccolta di un sacerdote che non mi ricordo bene chi è):
    “II costo per la partecipazione al Convegno su “PREGHIERA E DIGIUNO” è comprensivo dei pasti” 😀

    1. 61Angeloextralarge

      N.B.: la teoria la conosciamo ma abbiamo bisogno anche della pratica! 😉

  7. Alvise,
    a volte credo che tu, in fondo, questa fede la desideri un sacco…
    a volte credo che tu sia un gran integralista dentro e che, per questo, tu abbia una paura immensa di averla questa fede e di professarti cristiano…
    perché a quel punto dovresti cambiare…
    tutto dovrebbe cambiare…
    In fondo i tuoi richiami sono sempre “Ma ce l’avete la fede o no?”…
    Perché nel tuo continuo affermare che “è tutto uguale”, con o senza la credenza, io leggo anche una critica. Non una critica brutta, ma un richiamo del tipo “Siate diversi! Siate migliori!”
    Noi, in effetti, siamo chiamati ad essere “il sale della terra”, “il lievito”, ad essere “nel mondo ma non del mondo”. Invece non c’è differenza…
    Ma quello che io ti dico, a scusa mia, lo so, da povera vigliacca e incapace, è che siamo tutti in cammino, verso la SANTITA’, quella deve essere l’aspirazione. Io e tu, in cammino. Ed in questo cammino, ci assomigliamo tutti, con o senza credenza, perché a certe cose si arriva con la ragione tranquillamente. La differenza sta nell’obiettivo che uno si dà, nella consapevolezza di questo e nell’impegno nel raggiungerlo, secondo il propri mezzi e, soprattutto, affidandosi alla Grazia. Forse è proprio in quest’ultimo aspetto il punto: nello spazio che do a Dio nel mio cuore, nella misura che lo lascio operare e sgombero il campo del mio io, delle mie convinzioni, dei miei limiti. Nella misura in che capisco che in Lui, tutto posso.
    Quello che ti invito a fare è non guardarci come “degli arrivati” e non pensare che avere la fede sia l’arrivo di un processo di radicale trasformazione al quale siamo stati chiamati, ma che sia l’inizio. E mentre te lo scrivo, in realtà, lo dico a me, perché io non cada in quella tentazione molto comune di credersi arrivati e non mi dimentichi di essere sale.
    Grazie.

  8. Alessandro

    “Nel Nuovo Testamento, Gesù pone in luce la ragione profonda del digiuno, stigmatizzando l’atteggiamento dei farisei, i quali osservavano con scrupolo le prescrizioni imposte dalla legge, ma il loro cuore era lontano da Dio.
    Il vero digiuno, ripete anche altrove il divino Maestro, è piuttosto compiere la volontà del Padre celeste, il quale “vede nel segreto, e ti ricompenserà” (Mt 6,18). Egli stesso ne dà l’esempio rispondendo a satana, al termine dei 40 giorni passati nel deserto, che “non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4).
    Il vero digiuno è dunque finalizzato a mangiare il “vero cibo”, che è fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34).

    Se pertanto Adamo disobbedì al comando del Signore “di non mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male”, con il digiuno il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella sua bontà e misericordia.”

    (Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2009)

  9. Erika

    @Cyrano: con un post così leggero e allegro, hai risposto a tutte le domande sulle differenze tra cattolicesimo e protestantesimo “che non avevo mai osato porre”…
    Grazie
    🙂

    P.S. Come mai a Roxy non piace il vino? Come può accadere? Perché? Perchéééé?

    1. Erika… quella di Roxy e del vino è una storia lunga, magari prima o poi ci scrivo un post 😀
      Sono sicuro di non aver risposto a tutte le domande, ma se anche ho solo smosso qualche luogo comune sono contento.

  10. 61Angeloextralarge

    Cyrano @
    “quelli che credono di acquistare meriti tramite un digiuno non sono, di per sé, migliori di quelli che pensano che la fede non abbia bisogno di digiuni”: hai ragione! E’ sempre una questione di equilibrio, di trovare la “giusta” posizione lontano dagli estremi. 😉

  11. 61Angeloextralarge

    Il digiuno che piace al Signore

    Digiuna dal giudicare gli altri:
    scopri Cristo che vive in loro.
    Digiuna dal dire parole che feriscono:
    riempiti di frasi che risanano.
    Digiuna dall’essere scontento:
    riempiti di gratitudine.
    Digiuna dalle arrabbiature:
    riempiti di pazienza.
    Digiuna dal pessimismo:
    riempiti di speranza cristiana.
    Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
    riempiti di fiducia in Dio.
    Digiuna dal lamentarti:
    riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.
    Digiuna dalle pressioni e insistenze:
    riempiti di una preghiera incessante.
    Digiuna dall’amarezza:
    riempiti di perdono.
    Digiuna dal dare importanza a te stesso:
    riempiti di compassione per gli altri.
    Digiuna dall’ansia per le tue cose:
    compromettiti nella diffusione del Regno.
    Digiuna dallo scoraggiamento:
    riempiti di entusiasmo nella fede.
    Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù:
    riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
    Spirito Santo, che hai condotto Gesù nel deserto,
    dove Egli ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti,
    per l’intercessione di Maria Santissima,
    Madre di Gesù e Madre mia,
    aiutaci a digiunare così come Tu vuoi.

    (non ne conosco l’autore)

  12. 61Angeloextralarge

    Non rendere inutile il digiuno

    Digiunando dai cibi, anima mia, senza purificarti dalle passioni, invano ti rallegri per l’astinenza, perché se essa non diviene per te occasione di correzione, sei in odio a Dio come menzognera e ti rendi simile ai perfidi demoni che non si cibano mai. Non rendere dunque inutile il digiuno peccando, ma rimani irremovibile sotto gli impulsi sregolati, facendo conto di stare presso il Salvatore crocifisso, o meglio di essere crocifisso insieme a Colui che per te è stato crocifisso, gridando a Lui: “Ricordati di me Signore, quando sarai in Paradiso”.

    (Tropario della terza settimana della pre-quaresima (tradizione bizantina)

  13. Danicor:
    no, non lo penso nemmeno che siate o vi consideriate già arrivati, la strada comporta fatica e dubbi
    e riprese eccetra. Per tutti. Riesco forse anche a intuire cosa voglia dire cercare la santità. Non è il mio caso.
    A volte riaffiorano, appena, anche in me, degli impulsi, dal profondo della mia famiglia di morti, dei
    richiami alla serietà all’impegno, all’onestà alla dignità alla costruzione di sé eccetra.
    Ma solo riaffiorano, e poi via.

    1. Alessandro

      Povero Totò, impastoiato in uno dei film più confusi e pretenziosi di Pasolini…

  14. avrei riascoltato uno di quei coloritissimi apoftegmi nostrani con cui sovente ci s’invita a vicenda, nell’Urbe, a “curare il proprio orticello”!»

    ahahahahahahahahahahahahahahahah mi ha fatto troppo ridere.

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