di Giovanni Fighera La Bussola Quotidiana
Se andremo nelle librerie in queste settimane e vedremo le classifiche dei romanzi più letti scopriremo che Fabio Volo occupa da tempo il primo posto. Incuriosito, intendo scoprire quale parte dell’uomo Fabio Volo intercetti. Quando uno scrittore vende così tanto senz’altro solletica alcune corde dell’uomo. Ma quali? Mi avventuro nella lettura del suo ultimo libro Le ultime luci del mattino, non conoscendo nulla degli altri che ha scritto e che hanno riscosso notevole successo.
Un motto latino di sant’Ambrogio recita «Ubi fides, ibi libertas» ovvero dove c’è la fede, lì c’è la libertà. Recuperiamo il significato della parolafides che nel latino precristiano significa lealtà, parola data, fiducia, insomma un rapporto e una virtù grande già nel mondo classico, in cui lafides insieme alla pietas (rapporto di riverenza nei confronti dei genitori e delle divinità) e alla gravitas(dignità, serietà, …) costituiva la base del civis romanus. Nel latino cristiano il termine ha acquisito il significato di fede, una virtù che unisce la fiducia in un testimone credibile, un’esperienza presente di letizia e l’attesa e speranza di un compimento certo.
Ecco, proprio la fedeltà, la fiducia, la speranza non solo mancano nel romanzo, ma addirittura vengono disprezzate e presentate come certezze da cui disancorarsi. Nulla è, infatti, durevole, l’amore ancor meno, e nel momento in cui non appaga più e mostra la sua fragilità è bene che l’uomo se ne disfi in piena libertà.
In questo libro la protagonista, che racconta la sua vita, ad un certo punto esclama una frase che può essere emblema del romanzo: «Ho imparato che nel mio piacere c’è la mia libertà». La scoperta del proprio io coincide con l’esplorazione delle proprie possibilità di piacere, e aggiungiamo qui sessuale, che lei può vivere e scoprire dopo tanti anni, dopo che il tempo trascorso in compagnia del marito l’ha demoralizzata, svilita, deprivata della sua vitalità e del suo entusiasmo. Nel tempo il loro matrimonio ha perso la complicità e l’amore di un tempo, mentre falsità e menzogna si fanno strada nella loro condivisione. La donna inizia a percepire una sorta di estraneità nei confronti del marito, così cerca una fuga nelle uscite con i colleghi, nel bere. Cerca di parlare della sua situazione con le amiche, ma, invece, di essere aiutata a capire quanto le stia capitando è spronata a cambiare vita, a vivere nuove emozioni («Che palle con questo giusto e non giusto. […] Per una volta fa’ quello che ti va! Non sei curiosa di scoprire perché un uomo entra dentro nella tua vita solo con uno sguardo?». E ancora: «Per una volta concediti un errore»).
L’incontro casuale con un uomo ad un meeting di lavoro accende in lei la tentazione di un’avventura che viene caldeggiata dalla sua più cara amica. Domina, così, il desiderio di liberarsi dal matrimonio, dalle responsabilità, da un impegno che ora non sente più. La donna si sente sempre più vitale, nel senso che cerca sempre di più lo spazio per andare a letto con un uomo che rimane durante tutta la storia uno sconosciuto, di cui non conosce quasi nulla, di cui non condivide nulla, i desideri, le aspirazioni, ma solo la voglia di orgasmi. Scusate la volgarità, ma non faccio che ripetere una delle parole più frequenti del romanzo. Lei lo cerca nei modi più diversi che l’autore si diverte a raccontare (amore di coppia, a tre, nell’esperienza omosessuale, …) in maniera che il sesso diventa addirittura fastidioso e ingombrante. Lo scrittore, poi, inserisce tra le diverse e ripetitive descrizioni degli incontri e degli amplessi qualche frase pseudo sapienziale: «Per anni ho aspettato che la mia vita cambiasse, invece ora so che era lei ad aspettare che cambiassi io». Ora ritorno alla domanda di partenza.
Quale io intercetta Fabio Volo? Lo scrittore parla di un uomo ridotto a piacere e soddisfazione del piacere: il piacere deve diventare diritto, mentre il destino, il bene, il giusto non esistono. L’uomo non è fatto per un’esperienza di bellezza, di verità, di giustizia, di bontà, ma per liberarsi delle costrizioni, delle convinzioni, delle certezze con cui è cresciuto. L’esperienza di libertà è un processo di autonomia, ma non alla scoperta della propria interiorità, delle proprie domande di senso e di significato. C’è l’esaltazione della istintività pura, della libido, dell’irrazionale, della ribellione e della fuga dalla realtà. Si invoca l’emozione profonda vissuta nell’istante per l’istante, come abbiamo già visto in tanti film odierni, come ad esempio in Notte prima degli esami (dove un professore afferma: «Per Leopardi non importa quello che troviamo alla fine della strada, ma l’emozione che proviamo al momento»; evidentemente il professore si sbaglia sul Recanatese) oppure L’ultimo bacio.
In quei film, però, direi che c’è comunque uno sguardo più umano rispetto a questo libro in cui l’emozione è ridotta esclusivamente alla seduzione e al piacere erotico con un’attenzione ai particolari della descrizione del rapporto sessuale che desta l’impressione del voyeurismo. Forse, molti lettori troveranno piacere nella lettura del romanzo per questo motivo. Altri lo leggeranno perché lo scrittore intercetta il desiderio dell’uomo contemporaneo di fuggire dalla realtà, incapace a viverla, a starci di fronte: di qui la ricerca di una seconda vita parallela, di forme di alienazione e di dimenticanza del proprio io (droga, alcool, sesso sfrenato, …). La stessa protagonista spesso afferma che si era dimenticata chi fosse dopo quelle forti esperienze erotiche. Amore qui coincide con piacere o, forse, ancor peggio con libido. Se amore e piacere coincidono, ha ragione D’Annunzio a scrivere in una delle sue poesie più note, «La pioggia nel pineto», dedicata all’amata Eleonora Duse: «Piove […]/ su la favola bella/ che ieri/ m’illuse, che oggi t’illude,/ o Ermione». Anche le storie più importanti sono favole belle, illusioni che possono persistere solo per il tempo in cui perdura la soddisfazione del piacere. Anche l’idolo del piacere mostra, però, tutta la sua inconsistenza.
Così, alla fine del romanzo quando la protagonista si aspetta qualcosa di più dalla relazione con quell’uomo, tutto finisce, perché lui non è disposto a cambiare il tipo di relazione. Lei, allora, troverà il coraggio di lasciare il marito e, dopo tempo, di iniziare una nuova relazione. Così scrive sul diario: «Non sto andando a vivere con lui perché penso che il nostro sarà un amore eterno. Vado a stare con lui perché adesso è la persona con cui voglio addormentarmi la sera». Quando muore l’homo religiosus, quando si dimentica il vero desiderio dell’uomo, che è un desiderio immenso di Infinito, muore in realtà l’uomo stesso, che viene trattato come mezzo di soddisfazione o come ingranaggio di un sistema che deve funzionare. L’uomo perde così di vista il proprio fine e collabora inconsapevolmente ad un fine diverso. Questa è la radice dell’alienazione. La protagonista che pensa di scoprirsi si allontana sempre più da sé, in fuga dal proprio passato, dal proprio io più profondo e dal proprio presente. La donna non riesce più a vivere la realtà se non in funzione del soddisfacimento del proprio desiderio sessuale.
Il romanzo è lo specchio di un fenomeno oggi molto diffuso, quello per cui la corporeità dell’uomo è trattata come mezzo per conseguire l’obiettivo agognato. Si assiste alla mercificazione del corpo maschile e femminile, alla sua strumentalizzazione, all’oscena separazione dell’interiorità dalla esteriorità. Nell’uomo ridotto a sola materia il principio economico diventa idolo assoluto. È necessario premettere che intendiamo qui il termine «economico» proprio nella sua accezione di «pertinente alla economia», ovvero alla soddisfazione di bisogni materiali illimitati con beni che sono invece limitati. Quando affermiamo che il principio economico è diventato un idolo, intendiamo dire che qualsiasi bisogno materiale viene assunto come esigenza imprescindibile per l’uomo, da soddisfare ad ogni costo. Diventa, cioè, diritto e in quanto tale deve essere rispettato, anche a costo di utilizzare mezzi non propriamente buoni. Nel contempo qualsiasi desiderio umano può diventare bisogno da soddisfare e, quindi, diritto.
Nasce la società in cui si godono solo dei diritti e mancano i doveri e le responsabilità. In una cultura siffatta è anche facile indurre bisogni che in realtà non siano tali. Il sistema di potere (non solo politico, ma anche economico) controlla, gestisce e sfrutta più facilmente uomini che non siano coscienti del proprio cuore e, quindi, della propria domanda di verità e di felicità infinita. Il fatto che il libro di Fabio Volo sia il più letto ci dice molto sulla riduzione dell’umano a cui si assiste oggi. Non si può leggere questo libro senza sentire un peso, un fastidio, una tristezza che in me, lo confesso, sono divenuti addirittura disgusto nel vedere che si possa parlare dell’uomo in questi termini, che si possano affrontare sentimenti e legami come quelli tra marito e moglie con questo sguardo sadico e cinico.
Vorrei ricordare che nel canto V dell’Inferno Dante chiama al banco degli imputati la letteratura e, quindi, gli scrittori. Quando Francesca risponde alla domanda «A che e come concedette amore che voi conosceste i dubbiosi disiri», dice: «Noi leggiavamo un giorno per diletto/ di Lancialotto come amor lo strinse;/soli eravamo e sanza alcun sospetto./[…] ma solo un punto fu quel che ci vinse./ Quando leggemmo il disiato riso/esser basciato da cotanto amante,/ questi, che mai da me non fia diviso,/la bocca mi basciò tutto tremante./ Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse». La storia di Lancillotto e Ginevra era di ben altra delicatezza e dai toni ben più cortesi e galanti. Eppure, Dante riconosce che una storia raccontata può avere un peso determinante nelle vicende di chi legge.
Lo scrittore ha una responsabilità incredibile. Dico sempre ai miei studenti e ai loro genitori: «Di solito a scuola si spronano i ragazzi a leggere, a vedere film, a frequentare coetanei (socializzare). Invece, dovete pensare a cosa leggete, a cosa vedete, a chi frequentate. Lettura, amicizie, film e programmi TV ci formano ed educano».
fonte: La Bussola Quotidiana
Senza scomodare Dante che scusatemi, non c’entra, penso che questo libro sia semplicemente un romanzo da leggere come tale. Io non l’ho letto, ma ho letto tutti gli altri di Fabio Volo che, pur raccontando una realtà molto diversa dalla mia, mi sono piaciuti in quanto tali. Non capisco perchè da un romanzo, da una lettura di evasione si debba per forza trarre un insegnamento morale.
Io rimango la donna sposata con il pensiero che il matrimonio sia una cosa seria, che ha il massimo rispetto per se stessa e credo che i valori della vita siano ben diversi da quelli trattati nel libro. Ma proprio perchè ho delle incrollabili certezze posso tranquillamente leggere un libro che non sposta affatto il mio punto di vista, me ne fa solo vedere un altro.
in questo blog non ci sono più regole! Non toccava al nasone oggi?
vero ma Cyrano ha dato forfait per ottimi motivi
perché qui NEVICA! :))))
Questo sarebbe un ottimo motivo, sì, ma la neve esco a godermela solo ora, e mi regalerò un itinerario storico da cartolina! 🙂
Il romanzo di Volo… ma anche no! E figurati la mia angoscia, quando a catechismo una delle mie ragazzine m’ha detto che parlo come lui! «Noooooooooooooooo…»
(comunque immagino che da parte sua fosse un complimento: solo, quando glie lo insegniamo il senso critico a questi fanciulli? E con ciò vi ho pure parzialmente rivelato il mio prossimo post… che c’è già, in mente mea…)
ho capito, sta leggendo il romanzo di volo
è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago… che Cyrano legga Volo
Admi! A volte hai delle uscite proprio carine! Smack! 😀
«Percutiat me iustus in misericordia, et increpet me!
Oleum autem peccatoris non impinguet caput meum…»
@Rosenuovedalmondo
Tu hai delle incrollabili certezze e forse nel dopoguerra le avevano tanti le tue incrollabili certezze ma evidentemente non erano poi tanto incrollabili. Beata te che tutto ti scivola via. Allora tu metti in discussione il fatto che i libri possano fare cultura? Fabio Volo non crede neppure lui a quello che dice, fa la parte come la fanno tanti, come ho detto l’altro giorno, per i soldi, il successo. Ha successo? La gente è stupida. Molto più onesta la letteratura erotica che almeno ambisce a quello ma senza pretendere di intaccare il modus vivendi, si sa che fa parte del proibito, dell’illecito ed è finita lì. Penso invece che i libri di Volo siano più moralistici, nel senso che vogliano creare una morale al contrario.
Ho quarantotto anni e sono arrivata molto dopo il dopoguerra.
Alcuni libri fanno cultura alcuni si leggono per passare il tempo. Non criminalizzerei i secondi. Grazie per avermi dato della stupida per aver contribuito, leggendo i suoi libri al successo di Fabio Volo. Incasso e proseguo. Ma trovo ancora più stupido permettersi di giudicare in modo così reciso gli altri. La “gente” è stupida??? E chi è la gente? Anche tu, carissimo, sei la “gente” E stupido è chi lo stupido fa diceva una volta qualcuno in un bellissimo film (oddio adesso ho contribuito anche al successo di Forrest Gump) Non leggo e non leggerò letteratura erotica “onesta” per principio. Ma non giudico stupido chi lo fa. Tu lo stai facendo con un atteggiamento da censore super partes che non appartiene a nessuno a questo mondo.
E tu hai bisogno di Volo per trovare la tua morale? Hai bisogno di un libro??? Acc… siamo caduti in basso. E qui chiudo. E non risponderò ulteriormente,
Credo Rose che tu abbia un concetto troppo ottimista del mondo, probabilmente basato su una personalità molto forte e una grande sicurezza. Il che è tanto un complimento quanto una qualità oggi rara.
Sono anche convinto che le opinioni si formino assorbendo, anche solo per osmosi, i messaggi, specie quelli morbidi, non forti. E così ci si intossica lentamente, ci si avvelena.
Così come rifiuteremmo di mangiare il fungo di Biancaneve, ma finiremmo per avvelenarci sorbendo torte nelle quali sia disciolta piccola quantità di cianuro.
Libri, canzoni, spettacoli televisivi minano le convinzioni di chi non le ha granitiche.
Si scivola nel.. se lo dice lei/lui al… se lo fanno tutti…
E così senza accorgersene si distorce la realtà, la verità.
Non tutti hanno sufficiente standing per opporsi sempre e comunque. Se tu ce li hai, sembra di sì, complimenti… chapeau..
Io mi ritengo più fragile, combatto anche rifiutando le piccole volpi che rovinano le vigne, i serpentelli che si intrufolano nelle crepe….
Tolkien distingueva la fuga del disertore da quella del coraggioso soldato che cerca di tornare a casa dalla prigionia.
Perlatro che la letteratura plasmi la vita non è una scoperta di oggi, né di nonpuoi… né mia… la storia lo insegna…
Grazie e buona giornata.
Bisognerebbe, allora, o stare chiusi in una trappa, o simili, o avere sempre accanto (considerato l’impossibilità di non captare tutti i “messaggi” che circolano dappertutto)avere sempre accanto, fino a 30-40,minimo, anni un adulto formato alla cultura cattolica e alla critica della cultura del sesso dell’egoismo e del nulla)che segnali ogni volta al
“piccolo” in formazione i pericoli e le trappole ovunque nascoste, neanche tanto (come quei film dove c’è scritto:consigliabile la presenza di un adulto durante la visione). Ad libitum Tolkien, Chesterton, Tommaso d’Aquino e pochi altri
Non ho letto questo libro di Fabio Volo, ma ne ho sentito parlare e comunque in “gioventù” ne avevo letto uno e mi aveva fatto abbastanza arrabbiare.
Una sequela di luoghi comuni, pessima letteratura.
Sono assolutamente d’accordo con Nonpuoiessereserio: sarebbe meno ipocrita leggersi un onesto romanzo erotico (tra l’altro esiste anche letteratura erotica di qualità migliore di quella di Volo) senza pretese moraleggianti.
Ma ho l’impressione che signore e signorine preferiscano sentirsi trasgressive in modo addomesticato…alla Volo, insomma.
Io ho letto solo stralci di un libro di Volo, non mi ricordo quale. Cmq la storia era di un trentenne che fa carriera ed è divorato dai sensi di colpa nei cconfronti del padre (non ho capito perché, quasi che con l’aver fatto carriera l’avesse tradito), con una fidanzata amatissima che lo molla per un altro, salvo tornare ad andare a letto con lui un’ultima volta prima di tornare dall’altro, che sta per sposare. E qui finisce il libro.
A me la lettura ha posto due interrogativi: 1) ma la gente ci tiene a sentire storie tristi? Forse è tipo catarsi: dopo la storia lacrimevole di questo trentenne persino la mia tesi di dottorato mi sembra il non plus ultra della cultura e della realizzazione… 2) il libro lo leggevamo mio cugino o sua moglie, persone di un buon livello culturale ma non altissimo, non particolarmente interessati alla lettura. Cosa ci sarà mai di Volo che attrae persino chi non legge mai? Forse, a parte la catarsi, il fatto che la scrittura è facile, stile Facebook o Novella2000 (pochi pensieri pseudo-filosofici qua e là, narrazione “quotidiana”: mi alzo, apro il frigo, mi manca lei che mi dice “prendi il latte ché è finito” etc., tutte cose in cui ci ritroviamo). è questo dire “ehi, questo succede anche a me!” che attira, probabilmente. Ma non come nelle belle opere di letteratura, che ti fanno risuonare corde insospettate: è semplicemente come un articolo di giornale contro la casta, in cui tu dici “oh finalmente qualcuno lo dice!” e poi finisce lì.
Io per una volta sono d’accordo con il post: i libri di Volo, indipendemente da che idee si hanno o non hanno, meglio non leggerli. Se si vuole leggere qualcosa di “contrario” alle idee cristiane, scusate, ma preferisco Sartre, Camus, e persino l’Hesse di “Siddartha”. Li ho letti tutti e non mi hanno fatto male, anzi, mi hanno convinto delle mie idee. Almeno era bella letteratura…
Invece Volo, col suo strisciante pseudo-moralismo, mi ha lasciato una sensazione appiccicosa e fastidiosa, di qualcosa di profondamente sbagliato e stupido. E non parlo solo dei sedicenni, che non dovrebbero leggerlo: quelli almeno hanno ancora i begli ideali della prima giovinezza. Penso invece ai venticinquenni-trentenni, che fra disoccupazione, delusioni d’amore ed emigrazione forzata si sentono spinti alla disperazione..meglio Sartre che Volo, davvero.
Ma è sempre stato così, pensate ai libri di Moravia, di Colette, di Simenon, di Americani, Inglesi, Tedeschi, Italiani
da cinquanta anni a ora, dieci libri buoni, ogni anno, per migliaia di spazzatura semi-erotica, banal-psicologica-familiare- o -di-coppia, pseudo-esistenzialista, micro-cinica, social-provincial-diarroica, migliaia di migliaia di libri solo per vendere alla “gente zotica e vil “che siamo noi, che siamo sempre stati noi, Leopardi, Manzoni, Tommaseo e D’Azeglio e don Giussani a parte (nel settore filosofico-teologizzante)
(Simenon, un grande scrittore)
O sennò la prosa esaltante della Pizia di Medjugorje, obbligatoria, per legge, nei Licei Classici, Scentifici, Turistici, Agrari, etc.etc.
concordo su Simenon. Un grande scrittore, a parte i gialli del commissario Maigret, noioisissimi per me… tutto il resto mi piace: consiglio vivamente “Il primogento dei Ferchaux” e “In caso di disgrazia”, crudi e cinici ma scritti divinamente!
@filosofiazzero: la Pizia di Merjugorje?!
L a “VOCE” , come Franck Sinatra….
te fai bene a prenderla così,visto ke credi a nulla tranne che il caso. però,scrivendolo qui,rischi di -quantomeno-offendere qualcuno.sapendo già che verrà perdonata la tua linguaccia toscana.
però non è un buon motivo per essere recidivi: ne hai scritte due di fila. pensa se poi è tutto vero…..
su volo(volutamente minuscolo) niente. mi stava sui… già ai tempi della radio e delle prime comparsate in tv.l’ho “battezzato”in un nanosecondo e non me ne sono più interessato.quel che stupisce non è che sia seguito da torme di più o meno giovani,ma che un guitto d’avanspettacolo -come altri, Celentano non è diverso- sia osannato anche da gente che si definisce “intellighenzjia”( se poi per utilità politico-sociale, o per il fatto che ,mediamente ,l’Intellig. non lo è poi così tanto….)
l’intellighenzia esiste solo nelle teste degli intellighenti (cosiddetti)!!!!
e che dire di Alvise sputasentenze?
Comunque tra i libri “in classifica”, almeno fino a poco tempo fa, ho amato molto l’ultimo di Murakami Haruki, ma lì più che di tristezza, parliamo di angoscia cosmica.
Nessuno è più triste di un giapponese triste…
🙂
@rosenuovedalmondo
questo libro non l’ho ancora letto, ne ho letti altri di Volo. Sono come la serie tv Sex and the city, raccontano una realtà che molti vivono, e siccome è di molti, finisce per sembrare vera e buona per tutti. il guaio è che chi legge spesso non ha l’educazione al giudizio, non ha esempi da guardare per interrogarsi, per chiedersi se è proprio in quella “libertà” che sta la felicità. In fondo le amiche di sex and the city, guardate da vicino, sono delle sfigate con un armadio pieno di scarpe (che invidia!) che stanno invecchiando senza aver costruito nulla di buono, se non una collezione di relazioni a scopo sessuale dove al primo malumore si cambia, in fondo è quello che accade a molti in questa società basata sul “sentimentalismo” dove fare fatica per costruire qualcosa non è contemplato, dove non esistono doveri, ma solo diritti. Ieri sera una suora finta, di una fiction TV ha spiegato bene, a un marito in crisi, cos’è il matrimonio. Non tutta la TV nuoce gravemente alla salute e se dev’essere una suora finta a dire certe cose “Che Dio ci aiuti”
oh santo cielo mi hanno anche ribattezzata!!! Rosenuovedalmondo!!! Non sono mica il gazzettino padano!!!
Ma mamma mia come giudichiamo male gli altri… Gli altri non hanno l’educazione al giudizio, gli altri non hanno esempi da guardare… ma chi sono queste persone così prive di ogni senso morale, educazione e giudizio???
Quella suora finta, prima di iniziare le riprese della fiction, è andata a “stare” per un po’ di tempo con delle monache vere che vivono nella città dove è ambientata la storia (monache che conosco personalmente), per riuscire ad entrare bene nella parte che doveva fare. I giornali, per questo motivo, hanno parlato di una sua “conversione”: glielo auguro di cuore perché è una bellissima, anche se difficile, esperienza!
comunque il discorso è sempre quello: è ovvio che si può scrivere di tutto e leggere di tutto, quello che mi fa rabbia è il cambiare nome alle cose come ad esempio trasformare l’egoismo in libertà
Capisco che abbiamo bisogno tutti più o meno bisogno di un po’ di evasione.
Personalmente odio Sex and the city (non capisco come le donne possano amarlo tanto, visto che vi sono dipinte come degli esseri vacui e futili, interessati quasi esclusivamente a cercarsi un uomo ricco e/o superdotato e ad ampliare la collezione di scarpe), ma ho una passione per i filmetti horror di serie Z che non mi consente di fare la moralista.
Il punto è che però, se mi dedico a una lettura, o a un film, che anche se più impegnativi, hanno qualcosa da dire, il piacere magari è meno immediato, ma di certo più duraturo…
Non ho letto il libro, né altri di Volo. non mi ha mai “attirato” come “personaggio-che-ha-qualcosa-di-dirmi-per-poter- crescere-nella-vita”. Che dire? Forse che i giovani sono attirati a queste letture perché il modello di vita è quello della “le-libertà-è-mia-peggio-per-chi-mi-sta-accanto”, cioè l’egoistico? Forse! ma di quali giovani stiamo parlando? non è che l’età dei suoi lettori, in realtà è un po’ più alta? Dubbi che mi vengono, consderati quei giovani che conosco e che di Volo se ne fregano.
Lo invitano pure all’Università Cattolica, ‘sto imbrattacarte o imbrattafogli che dir si voglia
http://www.cattolicanews.it/2691.html
Il tema del post di oggi è un tema di tutti i tempi. Orwell ci scrisse su un articolo nel 1945 (http://www.netcharles.com/orwell/essays/good-bad-books.htm).
Penso che ognuno abbia la sua lista di «good bad books» e penso che non mi troverei a mio agio con chiunque non avesse un debole per questo tipo di letteratura. Ad Antonio Gramsci si potranno certo rimproverare molte cose ma a me la peggiore sembra la sua definizione di Carolina Invernizio («onesta gallina»).
Il punto è distinguere tra «good bad books» e «bad bad books». Per me il discrimine è la qualità artigianale (invenzione, lingua, stile, immaginazione e ortografia corretta).
Da onesta gallina qual sono, non ho mai letto Fabio Volo e non sono mai stata tentata di farlo ma sono pronta a far la fine di Muzio Scevola se i suoi personaggi non dicono «c’ho fame». E allora, Fabio Volo si mangi pure il fegato ma io ho di meglio (il meglio del meglio e anche il meglio del peggio) da leggere. 🙂
Hai ragione Angela! il target dei lettori di Volo è quello della fascia 30-40 anni. Conosco molte coetanee che lo leggono, sposate e non, e molte separate. E posso dire che danni ne fa eccome! posso dire che conosco in particolare una donna separata che legge assiduamente il volo in questione e sta facendo parecchi scivoloni esistenziali, dal lancio del marito, alle relazioni sbagliate, al disimpegno nei confronti della figlia adolescente che molla da svariate parti per andare a casa di colleghi e amici alle ore più improbabili, o per uscire a bere una birra. E’ desolante…. Ovviamente non si può imputare ai libri questo comportamento ma di certo la lettura di “romanzi” che fanno tendenza, o almeno che giustificano e portano le persone ad identificarsi, creano un humus per la condotta di vita. E’ come se leggendo e riconoscendoti trovassi un avallo al tuo modo di vivere, e anzichè accorgerti di essere impantanato, ci sguazzi dentro pensando che alternative non ce ne sono, che ti puoi muovere solo in orizzontale, senza un limite ma pur sempre in orizzontale e senza mai alzare lo sguardo.
Si potrebbe fare un panegirico sul valore della letteratura, ma ho l’impressione che questi romanzetti (non definiamo il libro in tema “letteratura”… ma cartaccia di uso comune) siano frutto di una mentalità che circola e allo stesso tempo l’alimento stesso di certo costume. Se uno perde il suo tempo a leggere robaccia evidentemente se la merita. Non credo che la consideri lettura di livello, ma ci si adegua perchè è di moda e fa chiacchiera da bar. Il disimpegno è attraente anche quando sappiamo che vale poco. Un po’ come gli ingenui che vanno a farsi leggere le carte : sanno bene che è tempo e denaro perso, ma si fanno volontariamente gabbare.
certo adesso è colpa di un libro se le donne fanno scivoloni esistenziali….Non del proprio giudizio
infatti non ho detto che è “colpa” dei libri, ma quando uno non ha un proprio giudizio di solito si affida a quello delle letture che fa, cercando conferme….
ma conoscete così tanta gente che non ha giudizio???? Io no sapete… o sono ottimista io o molto ma molto pessimisti voi…
Dimenticavo il meglio. Il concetto di «good bad books»è di Chesterton. E devo precisare un’affermazione precedente:
per me il discrimine è la qualità artigianale E un certo non so che indefinibile, che mi permetta di captare l’esistenza di una consonanza etica, di un’empatia di fondo con l’autore, la storia e i personaggi. Capisco che sono paroloni e che dato il contesto sembreranno sprecati ma quel che conta è che sia il Bene che vince e il Male che perde
Da adolescente seguivo molto volo e i sui libri. Mi piaceva la trama, sostanzialmente sempre uguale; cioè ragazzo normale che vive una vita che reputa scontata e noiosa. Relazioni fuggiasche inconsistenti non profonde. Scelte di vita scadenti fatte a metà senza una ragione solida. L’unica relazione davvero seria l’amicizia, in particolare una con un amico. In ogni libro c’è sempre l’amico del cuore con cui si fa tutto. Poi ad un certo punto c’è sempre un colpo di scena. E il protagonista cambia, inizia a scegliere una ragazza davvero, di starci, di scommettere. Di andare un pò controcorrente, di cercare il perchè dellle cose di andare in profondità. Di pretendere la verità! Insomma un’uomo che finalmente decide di crescere.
Uno in particolare mi piacque, quello in cui il colpo di scena è la morte del migliore amico. Forse mi ci rivedevo molto proprio per il colpo di scena. Mi ritrovavo in quei pensieri, in quel dolore a cui vuoi trovare un senso. Ma proprio in quel libro ho capito il problema di Volo ed è proprio suo, dello scrittore. Io li leggevo e avevo 16 anni. Leggevo le parole scritte da un trentenne che racconta la vita, le scelte di un trentenne. Questo tipo si poneva le mie stesse domande, aveva gli stessi problemi ma aveva 15 anni in più di me. Era un’adolescente! E infatti tutti i suoi libri sono abbastanza inconcludenti. Lui cerca cerca ma poi alla fine trova delle soluzioni che non sono molto diverse da quelle degli altri e neanche tanto originali. Fa un miscuglio di chiesa gesù (senza nominarli) filosofie zen e robette varie. Conclude i libri con delle ovvietà e banalità da 3 media. Il problema però è che tanti suoi coetanei sono messi così.
Parlandone con la mia guida spirituale arrivammo alla conclusione che la differenza tra me e lui (io non volevo arrivare a conclusioni banali del perchè del mio dolore) era che lui pretendeva di fare da solo, doveva capire lui come cambiare le cose,non aveva nessuno davanti che gli diceva; “guarda passa da qui, fidati”. Tutto il suo cambiamento era dato da un suo pensare estemporaneo di scelte fatte sul secondo me. Io scelsi un’altra strada, mi fidai di qualcuno che mi stava davanti, qualcuno che non solo mi disse il tuo dolore un senso ce l’ha, ma mi invitò ad entrare in un’altra relazione per comprendere quel dolore, quella sottrazione che reputavo un’ingiustizia.
Alla fine Fabio Volo parla della sua generazione, parla di se, i primi libri sono molto autobiografici, Generazione paurosa superficiale che giocherella per 30 anni, si lamenta e poi a un certo punto si scopre insoddisfatta.
Che vuole forse anche di più ma continuando a far poca fatica. Che cerca per forza l’originalità. Mi fa molta tenerezza leggerlo ora, a trent’anni e sembri un 15enne. Che peccato, quanta bellezza sprecata, quante parole sprecate,tempo energie.
“Vi è forse bisogno di dire che un editore cattolico non si attiene se non a ciò che è buono? Mentre l’interesse commerciale potrebbe indurlo a venire a patti con la morale, egli respinge qualsiasi arrendevolezza a quel che la sua coscienza riproverebbe. Ma inoltre egli ha la massima cura della qualità. Non accetta che un libro onesto nella sua linea, accurato e corretto; e a questo fondo solido si studia di dare una forma degna. Non ignora la somma di cognizioni e di lavoro che ciò richiede, e non risparmia fatica per conseguire la perfezione che i suoi mezzi gli consentono. La carta e i caratteri saranno scelti con la più grande attenzione; quindi la composizione, che è l’opera d’arte propriamente detta, presenterà il testo nelle migliori condizioni di armonia, di chiarezza e di eleganza; la stampa stessa avrà tutta la finitezza e la precisione desiderabili, di guisa che tutti i mezzi e gli espedienti della tecnica e della tradizione saranno messi al servizio del gusto e della invenzione, per fare dell’opera più modesta un lavoro di stile, una cosa bella, fonte di gioia perenne.
Da questi elementi dipende la riputazione di una Casa editrice; ma soprattutto l’editore cattolico ama di offrire a Dio il pieno impiego dei suoi talenti. Non sembra che sia un diminuire la parabola evangelica il vedere in essa anche l’elogio del lavoro ben fatto. La legge del lavoro è stata infatti imposta dal Creatore all’uomo per la sua perfezione. Chiunque invero si studia di compiere eccellentemente le sue azioni quotidiane, adempie la volontà di Dio e rende onore al Padre che è nei cieli; in tal modo si prepara a ricevere da Lui lume e forza per incamminarsi verso la perfezione dell’anima, fine ultimo della sua vita.”
(Pio XII, Discorso agli Editori cattolici, 7 novembre 1954)
l’argomento è Volo, ok…. ma tempo fa ho letto “La solitudine dei numeri primi” di Giordano e “Non ti muovere” della Mazzantini (e vorrei leggere anche “Nessuno si salva da solo”) e mi sono piaciuti entrambi. Che ne pensate?
A Cavalleri (Avvenire) Giordano è piaciuto molto:
http://www.avvenire.it/Rubriche/Pagine/Leggere,%20rileggere/Giordano%20%20fra%20i%20%C2%ABnumeri%20primi%C2%BB%20manca%20Dio%20_20080709.aspx?Rubrica=Leggere,%20rileggere
Non mi è piaciuta granchè la solitudine dei numeri primi ma ho amato molto Non ti muovere. Ma forse il primo l’ho letto in un momento sbagliato e lo rileggerò.
leggi l’ultimo di d’avenia, merita davvero!
@Giuly, mi spiace, ma non ho letto questi due libri, quini non giudico.
Volevo dirti però che sono d’accordo con te: gli scivoloni esistenziali, certo, non nascono dai libri, ma i libri, i film, il senso comune, contribuiscono a stendere su tali scivoloni la patina del “socialmente accettato”.
Ora, a me non è mai importato molto di ciò che la società giudica accettabile, non per snobismo, ma perché la società cambia e a volte prende sonore cantonate.
La disonestà di certi modelli però, come dice Joe, sta nel falsare la realtà: come te anch’io ho avuto delle amiche che si sono lasciate andare a questa pseudo libertà e non le giudico.
Però oggettivamente non sono felici.
Mi faccio però una domanda riguardo a quello che scrivi: tu dici che se la gente si fa infinocchiare è colpa sua.
Ora, se io andassi a farmi fare le carte, o considerassi i libri di Volo buona letteratura, sarei certo una sciocca irrecuperabile.
Ma io ho avuto una buona educazione, cultura universitaria, due genitori che hanno sempre fatto lavori altamente qualificati intellettualmente.
Non tutti hanno la mia fortuna. E’ vero anche che c’è gente che ha dovuto faticare più di me nella vita, non ha avuto i miei vantaggi, ma ha comunque una capacità di discernimento superiore alla mia.
Però mi sono sempre chiesta: se una persona non possiede un’intelligenza superiore e non le sono nemmeno offerti degli strumenti di difesa decenti (una buona istruzione, ad esempio), cosa possiamo fare?
Gli “sciocchi” e gli ingenui meritano aiuto?
E, se s’, come possiamo darglielo?
Sai Erika, io conosco tanti che hanno studiato e che arrivano da famiglie di un certo livello, ma che leggono Volo (così “popolare”) e che leggendo Dan Brown si convincono di conoscere realmente la storia e la religione. Forse chi non ha studiato non ha alcuni strumenti utili al discernimento, ma anche chi ha studiato ha spesso un’arroganza e una sicumera che lo annebbiano. Non so, il discernimento non dipende dal livello di istruzione, ma dalla semplicità di cuore: che uno cerchi sempre ciò che è vero, non ciò che fa figo al momento… qualcuno l’ha già detto qui sopra, di sicuro molti leggono Volo e affini giusto perchè va di moda, e perchè così c’è qualcosa di cui parlare coi colleghi , a parte il tempo.
la solitudine dei numeri primi mi ha lasciato incazzata quando l’ho finito: quei due non sono stati capaci una, una sola volta, di scegliere di voler bene.
è la stessa sensazione che ha lasciato a me! hai detto benissimo Fefral!
condivido… un libro spietato : non esiste la speranza! neanche un barlume. Anzi, alla fine neppure il desiderio di una speranza. Quindi io lo giudico un libro violento, in ultima analisi.
Erika… hai ragione… sono terribilmente antipatica… però quando vedo le persone in difficoltà che si attaccano a cose palesemente false mi ingrifo! dovrebbe essere evidente a tutti che andare dalla cartomante è una colossale cretinata. Leggere un libro invece sembra già un gradino sopra. Dipende però da cosa si legge. Leggere Volo è quanto di più simile possa esserci dall’andare dalla fattucchiera a farsi confezionare un filtro d’amore o un talismano della felicità.
Come ha detto sopra il buon nasone Cyrano… ma un po’ di senso critico a quando? di certo non possiamo contare sulla scuola, visto che sono (anche) fior fiore di laureati a leggere zozzerie filosofeggianti, e che per giunta guardano come depravati quelli che più onestamente leggono romanzi erotici onesti…..A questo punto mi farei una domanda: chi chiama l’uomo per nome e gli dice di cercare dove sta la sua dignità? chi dice all’uomo “tu non puoi morire” ? ecco, io per meno di questo non mi accontenterei di nessun’altra domanda, tantomeno di una parziale risposta.
vabbè leggerò volo, poi vi dico che ne penso.
sì, anche io… però me lo faccio prestare da chi ce l’ha già. Non mi garba che incassi altri euro per causa mia….
Carina, Giuliana! Smack! 😀
Personalmente non ho letto i libri di Volo, ne ho solo sentito parlare e non mi hanno interessato mai granchè,,ma sono caduta in altri modi, non è solo Dio a conoscere le nostre debolezze purtroppo… Ma se si cade, l’importante è capirlo e cercare i mezzi per rialzarsi, e il libro di Costanza per me è stato un ottimo appiglio, e cosi’ ora lo consiglio a chiunque mi capiti a tiro e mi chiede risposte (a me, mah!); di solito è gente che ha letto i libri suddetti o che mi parla in continuazione di oroscopo e cavolate varie e invece che placare la sua sete di verità ce l’ha ancora più forte. Stranamente, mi danno ascolto; i riscontri per ora sono stati positivi, speriamo bene!
“La bocca parla per l’abbondanza del cuore”!Di che cosa abbonda il nostro cuore? Purezza,semplicità,rettitudine,castità ,dignità,fede, speranza,carità se abbonda di questo di questo scriveremo.
Mai letto Volo, ma ovviamente ne ho sentito parlare: e sapete che anche all’estero vende bene?!?
Comunque il discorso é il solito, non tutte le letture sono buone per la nostra mente o anima.
A me piace molto leggere. Da quando ho imparato a leggere non mi sono mai fermata.Ma purtroppo nella mia adolescenza, a causa di cattivi consigli (della commessa della libreria o magari di qualche amica) sono finita a leggere libri che sicuramente ero ancora troppo piccola per affrontare, e che non solo non mi hanno dato nulla di buono, ma che anzi mi hanno fatto male.
elisonda: guarda il lato positivo! Adesso sai che ti hanno fatto male e non li consiglierai a nessuno.
O.T. Gwyneth Paltrow la pensa come Costanza Miriano…questa poi!
http://tempi.it/gwyneth-paltrow-la-pensa-come-costanza-miriano-sposati-e-sii-sottomessa
Marcia Cross ha avuto figli dopo i 40 e non lo consiglia (come racconta Raffaella su La Bussola quotidiana):
“Quando la giornalista le ha chiesto se si sentisse di assumere il ruolo di donna immagine per le mamme “adulte” Marcia ha risposto «Sta scherzando? Posso considerare un miracolo il fatto di avere avuto le bambine. Ha funzionato e adoro essere madre, ma 40 anni non è il tempo giusto per pensare a una gravidanza. Mi piace portare le bambine sul set, ma il giorno dopo sono esausta, alla mancanza di energie supplisco con la maturità».”
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-i-40-non-sono-gli-anniper-la-gravidanza-4386.htm
Gwyneth Paltrow for president
Naaaaa! Non facciamo scherzi! Voto Costanza for president! 😀
Uffa!
1) https://costanzamiriano.wordpress.com/2011/11/01/ognissanti-vs-halloween/#comment-18721
2) https://costanzamiriano.wordpress.com/2012/01/23/maschio-femmina-e-lego/#comment-27337
Mi ricordavo! Appunto: Genio Cosmico president for ever! Che ci fa Gwyneth Paltrow?
Rectius: Gwyneth Paltrow GME
God save the Cosmic Genius!
God Save our gracious Cosmic Genius!
Long live our noble Cosmic Genius,
God save the Cosmic Genius!
Send her victorious, happy and glorious,
long to reign over us,
God save the Cosmic Genius!
O Lord, our God, arise,
scatter her enemies,
and make them fall.
Confound their politics,
frustrate their knavish tricks,
on thee our hopes we fix,
God save us all.
Thy choicest gifts in store
on her be pleased to pour,
long may she write!
May she defend our laws,
and ever give us cause
to sing with heart and voice,
God save the Cosmic Genius!
Allora. c’è persone, cattive e avide di danaro, che anche scrivono libri, e questi libri, spesso, si vede, che piacciono, perché a tanti gli piace libri con sesso, disperazione, crisi, angoscia, senza via d’uscita, solo fare altro sesso, più tradimenti, più egoismo, lussuria, ira, violenza, eccetra, e la gente (chi non forte mentalmente di suo) è portata facilmente sulla via inculcata da questi libri, e quindi, sarebbe, l’unica 1) che non fosse consentito di venderli 2) che i cosiddetti scrittori di questi libri non gli fosse permesso nemmeno di scriverli3) che le famiglie, i babbi, le mamme, i parroci, le suore i frati eccetra, sorvegliassero che i figlioli non entrassero in possesso di queste opere perniciose 4) che nelle scuole, negli oratori, nelle famiglie, nella società tutta, si diffondessero valori positivi tali da neutralizzare la forza negativa di questi prodotti 5) naturalmente molta attenzione anche al cinema, alla televisione alla radio 6) Fabio Volo fosse messo, obbligato, alla rieducazione obbligatoria 1 anno (uno)da Paolo Pugni e “Famiglie felici” .
no è tutto in un unico punto
1) che si possa criticare un libro e il modello di vita proposto da quel libro senza doversi per questo giustificare
si può criticare liberamente qualsiasi libro ma non ci si può arrogare il diritto di giudicare “gente stupida” chi lo legge. e la pensa diversamente questo è decisamente sentirsi superiori e peccare di superbia
oh bella, e quando avrei detto “gente stupida”?
# filosofiazzero 3 febbraio 2012 alle 18:04
Parlando di cose più terra terra, non è che nella sua biblioteca c’è una copia del “Calendar of State Papers Domestic: Charles II, 1668-1669” (Mary Anne Everett Green, editor 1894)? Mi farebbe davvero comodo, or ora 🙂
Mai sentito nominare. Mi dispiace.
Ma mi incuriosisce. Di che si tratta?
Joe Turner.
No, nessuno si deve giustificare di nulla, è vero.
Ma un libro, o un flm, o teatro o altro, secondo me, bisogna giudicarli,
o belli o brutti, non se morali o immorali o amorali, va giudi cato se sono scritti bene,
se sono intelligenti, se stupidi, sono presuntuosi, spocchiosi, meschini, pallosi,
i modelli di vita possono essere buoni o cattivi e il libro bello o brutto o viceversa,
o il contrario. allora, per esempio, anche l’Iliade dovrebbe essere letto con cautela….
no scusa non sono d’accordo non sono un critico teatrale o letterario, sono un lettore, spettatore etc e giudico a tutto tondo.
Per quanto riguarda Volo poi visto che non parliamo di Kafka che altro ci rimane da giudicare?
Arrivo buon ultimo e provo a rilanciare una conversazione che, a quanto mi sembra, sta diventando un po’ ripetitiva.
Credo che la domanda di fondo del buon Fighera (ma a voi ‘sto nome non fa pensare in modo irresistibile al “trio”?) sia in realtà un’altra. Assodato che Volo è uno scrittore di bassissimo livello e che le sue tematiche parlano dalla cintola in giù, perché piace così tanto?
Probabilmente il Volo è un gran comunicatore (non lo so, mai letto né sentito), ma in effetti non comunica nulla. E allora io mi interrogo, perché non si riesce a scrivere qualcosa di altrettanto comunicativo ma che comunichi però qualcosa? Stiamo attenti a non richiuderci in una torre d’avorio a dirci da soli che siamo intelligenti e bravi, perché in questo modo avremo fallito la nostra missione fondamentale (euntes docete).
Perchè non è facile, tutt’altro!!!
Joe Bratter ha ragione, uno un libro lo “giudica” dal punto di vista che gli pare, e essendo il blog inclinato a questioni morali, dall’inizio, è anche giusto che qui lo si giudichi da quel punto di vista, dei buoni e cattivi maestri, però, senza (per favore)strafare, senza, come dice don Fabio, dargli troppa importanza. O dico male anche ora?
“senza dargli troppa importanza”
sono d’accordo
Pensavo che vendesse molti libri perché più che essere un buon comunicatore fosse un personaggio della tv: correggimi se sbaglio, ma mi pare che altri “scrittori” al suo livello vendano molti libri perché personaggi televisivi.
Al 3:30 c’è Bella Figheira
Sono d’accordo che non è facile, ma qualcosa in giro c’è, anche valorizzando i good bad books, come li chiama emidia. Ad esempio un paio di settimane fa Cyrano citava Brian di Nazareth che certo nessuno di noi suggerirebbe ai ragazzi del catechismo epperò ne valorizzava degli spunti…
Ecco, questo mi sembra lo stile, tirar fuori il buono dove c’è e dargli spazio. Sennò a forza di dar tanta attenzione ai volo e ai Castellucci e ai sex & city provochiamo due effetti negativi: 1) gli facciamo pubblicità indiretta 2) ci convinciamo noi stessi che quello che il mondo produce sia tutto qui, quando invece in giro ci sono anche cose che val la pena di vedere e leggere e ascoltare
Però dai per scontato che sia Fabio Volo a scrivere i suoi libri, ne sei così sicura?
Ciao!
http://squadraecompasso.wordpress.com/
# filosofiaa0 3 febbraio 2012 alle 18:58
“Mai sentito nominare. Mi dispiace. Ma mi incuriosisce. Di che si tratta?”
In questo contesto di una citazione buttata là tanto per fare l’intellighente 🙂 Anche se mi sarebbe servito davvero.
Sono riassunti dei documenti della Segretario di stato britannica. Ce ne sono parecchi volumi in rete ma per disgrazia non quello del 1669 che serviva a me. A chi gli piace il genere storico http://www.british-history.ac.uk/
Questo Volo qui è abbastanza simpatico (certo il copione non è roba sua….)
A proposito di cose che val la pena di vedere e leggere e ascoltare….
Una cosa come questa (incontro giovanissimi con film) mi sembra carina.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Finalmente in commento intelligente e di senso ai libri della nostra epoca soprattutto quelli rivolti ad un pubblico giovane, infatti “la verità illumina l’intelligenza e informa la libertà dell’uomo” VS . Quindi, grazie!!!!
Federica M
Nel mio percorso scolastico ho avuto la sfortuna di incontrare insegnanti portavoce di Verità assolute.Nella tasca destra: sfoggio di cultura suprema uguale sensibilità superiore alla norma e nella tasca sinistra una morale per ogni occasione.Senza offesa ,questo articolo mi ha ricordato una di queste personalità.Prima di tutto potrebbe prendere in considerazione che i suoi allievi non siano contenitori vuoti in cui versare le sue certezze assolute ma esseri capaci di intendere e di volere ,dunque di scegliere cosa leggere e farsene un opinione.Credo che nella società di oggi prima del problema di essere influenzati da un libro ce ne siano aimè ben altri di problemi!
Beati tutti coloro che sono così certi di aver fatto le scelte giuste nella loro vita ,in campo sentimentale,familiare,lavorativo e che sanno che niente e nessuno li porterà all’errore.
Mi fa poi sorridere chi afferma che persone, dopo aver letto questo libro hanno lasciato la propria vita,trascurato figli e scelto la “strada del peccato”!!!anche un bambino capirebbe che se una persona arriva a tanto non è certo per aver letto un libro in cui la protagonista tradisce il marito ma evidentemente insiti in lei risiedevano dei conflitti che non è stata in grado di risolvere e che nessuno intorno a lei è stato capace di aiutarla ,compresa “l’ amica” che porta in questo blog questa testimonianza piena di giudizio.
Non ho visto nel profilo della protagonista la ricerca di una sessualità come unica soddisfazione materiale ma come forse un conflitto tra quello che si era e quello che non si è più,passato e presente del percorso vitale.Un conflitto che coinvolge molti uomini e donne,l’esigenza di essere una persona e non un ruolo come si può sperimentare nella fase adolescenziale.Si! per fortuna si cresce ma non neghiamo di non aver rimpianto almeno una volta quel periodo della vita in cui ci si sente realmente padroni di se stessi e del mondo!Ad ogni modo la protagonista non ne esce inizialmente certo vincitrice ciò a prova del fatto che il coinvoglimento non era prettamente fisico.
Per la cronaca ,ho letto tutti i libri di Fabio Volo come ne leggo anche altri di diversa impronta e stile,questo è quello che mi è piaciuto meno più che altro per la ridondanza dello stesso concetto fino a 3/4 del libro.Nonostante abbia letto il libro in questione, la storia con il mio compagno non è finita!! sebbene io mi ritenga un essere pensante cioè in grado di pormi domande su me stessa e chi mi circonda e mettere se è necessario in discussione tutto senza per questo ritenere tutto UN CAPRICCIO.
Perchè vede Sig.Fighera interrogarsi perennemente , mettersi in discussione non può far altro che bene e per fortuna io come spero i suoi allievi non si limitino ad assorbire nozioni senza porsi domande e senza avere uno scambio che non sia “comandato”come succedeva nella mia classe.
Si Fabio Volo è semplicemente un bravo comunicatore,parla In Modo Semplicedi ciò che succede o può succedere nella vita di chiunque. Forse al di là di ciò che si deve imparare a scuola dovrebbe prendere in considerazione di comunicare anche lei con i suoi allievi, non solo (con tutto il rispetto per un mostro sacro della storia della letteratura) tramite citazioni di Dante .
Se Volo è in cima alle classifiche è lo stesso motivo per cui il film con il maggior guadagno della storia del cinema italiano è “Che bella giornata”. L’Italia è un popolo povero di cultura, le persone leggono e guardano cose per passare il tempo, non per apprendere. Siamo ignoranti e tali resteremo… del resto, il nostro stolto parlamento ci rappresenta perfettamente!
A me i romanzi annoiano. Preferisco la saggistica. Ultimi libri letti 2 libri di cinema. Uno su Hitchcock e un altro sul cinema (o genere) Melo. Devo finire un libro che spiega come lavorare meglio in un azienda e altri di informatica. Pensavo di rileggere un classico. In libreria mi ero interessato ad una raccolta di tutti i racconti di Edgar Allan Poe. Insomma a me di Volo interessa poco….ma chi e’? io mi ricordo che era uno simpatico che faceva televisione,una “iena”. Da quando e’ scrittore? 🙂
@GiulioL
hai letto l’intervista di Truffaut a Hitchcock?
Letta l’intervista pero tempo fà. La rileggerei volentieri. non mi ricordo se ho il libro. Al limite me lo compro dai.