Colombe & Serpenti

di Jane

Prima di tornare a parlare di Amore&Dintorni (dalla prossima puntata), oggi ho bisogno di dire una cosa riguardo al comportamento delle persone in generale quando devono dire la loro. Fa molto fondo di Alberoni del lunedì, io sarò meno sintetica, meno strutturata e meno brava (il popolo sia clemente!). In più, non essendo un trattato antropologico, tralascerò le sfumature.

Aristotele diceva che la virtù sta nel mezzo tra due eccessi. Forse è uno degli insegnamenti pratici più difficili da seguire. La sottoscritta ne è un perfetto esempio contrario, ha scritto in fronte “non fate come me”. D’altronde, alzi la mano chi riesce ad essere equilibrato più di mezzo minuto al giorno. Io no. Ognuno ha i suoi punti deboli e i suoi difetti, grazie al cielo, e l’importante è averne una certa consapevolezza. Sennò come si farebbe a migliorarsi?

Infatti, prima di parlare dei veri eccessi è bene spendere due parole sulla categoria rappresentata da quelli che chiamo i carrarmati. Sono una razza molto particolare. Questi, quando hanno qualcosa da dire, la dicono con la delicatezza di un trapano utilizzato nel cuore della notte, infischiandosene delle conseguenze delle loro parole. Essi assumono un atteggiamento da carrarmato/caterpillar, innalzandosi a giudicatori universali dell’umanità e dividendola tra buoni e cattivi, con un’irruenza e una violenza che nemmeno Schwarzenegger nei suoi film migliori. E’ in questa categoria che io mi ritrovo spesso, quando entro in modalità Fuhrer, come mi chiama un mio amico. Per fortuna a questa c’è rimedio (dicono).

La vera distinzione, però, comincia qui.

Da un lato della bilancia c’è l’eccesso rappresentato dagli invasati o fanatici, una razza particolarissima (dicono in via d’estinzione, ma mi sa che è un’altra bufala di qualche statistica dell’università di vattelapesca). Questi rappresentano l’eccesso dell’eccesso, l’atteggiamento drastico di chi ha un pensiero traballante e lo nasconde dietro modi intolleranti. Questi solitamente si servono di un linguaggio non semplice in quanto non proprio, magari condito di miriadi di citazioni, mostrando una finta erudizione e mancando di sana semplicità. Ma è un linguaggio immediatamente riconoscibile e condivisibile solo da chi già la pensa in quel modo. Questi non fanno del bene a nessuno, non servono a niente se non a loro stessi, facendoli sentire vittoriosi e soddisfatti per aver detto quello che pensavano. Peccato che questi non vengano ascoltati da alcuno perché si capisce che non parlano con parole proprie, oppure sono ascoltati e appoggiati da chi la pensa così e non saprebbe esprimersi in modo diverso. Non lo so, e non so spiegarmelo, e non mi interessa nemmeno tanto provarci. Il mondo là fuori è un’altra cosa, e noi nel mondo vogliamo starci, o no?

Dall’altro lato della bilancia ecco l’altro eccesso. Quello rappresentato dalle ex-mosche bianche. Cioè da quelli che hanno paura di esprimere le proprie idee e di essere calpestati, insultati, emarginati. E’ l’atteggiamento di chi non vuole rimanere solo e quindi, alla fine, rinuncia alle proprie idee colorandosi di nero e mescolandosi tra le altre mosche. Dante se non sbaglio questi li chiamava i pusillanimi, li considerava la razza peggiore e li aveva relegati in un girone infernale che te lo raccomando.

Nel mezzo, dunque, sta la virtù. C’è un rischio qui però. Il rischio è di cadere in quel finto atteggiamento equilibrato, il più comune e il peggiore a mio parere, di quelli che chiamo i cerchiobottisti (non mi ricordo dove ho sentito/letto questa parola, ma rende l’idea). Questo ahimè diffusissimo atteggiamento consiste in quel modo pseudo- diplomatico di affermare le proprie idee (vi avviso, sto rientrando in modalità carrarmato, preparate le armature o i cannoni). Quelli che apparentemente vogliono esprimere un’idea ma lo fanno in un modo così fintamente democratico e buonista, così fintamente delicato e ironico, dando “un colpo al cerchio e uno alla botte” per tenersi tutti buoni, che suscitano un prurito di fastidio per quanto sono patetici, irritanti e, a tratti, sconfortanti.

Ci si sconforta quando a comportarsi così sono quelli che rappresentano un pensiero che molti vorrebbero poter condividere. Ma, visti i toni, i modi e la pseudo- prudenza da finti timorati di Dio (perché il timor di Dio è un’altra cosa), fanno quasi venir voglia di discostarsi completamente dall’idea oltre che da chi la pronuncia. Questo modo così privo di carattere e personalità di esprimere i propri pensieri e le proprie idee lasciamolo a chi ha una ragione vacillante e un pensiero debole, a chi basta una spallata per cadere. L’equilibrio e la virtù stanno da un’altra parte.

Nel giusto mezzo ci sta chi ha riflettuto sulle idee facendole proprie, è convinto e sicuro di queste, non ha paura di esprimerle, e lo fa in modo fermo ed equilibrato, ragionevole ed argomentato. Chi salta questi passaggi non può pensare di poter dialogare con chi la pensa diversamente ma può solo aspirare a tanti complimenti, consensi, pacche sulle spalle e buffetti sulla guancia da chi la pensa esattamente così. L’equilibrio non sta nel fare i cerchiobottisti, nel mettere in discussione i contenuti del proprio pensiero per trovare consensi da una parte e dall’altra. L’equilibrio sta nel partire dai principi fermi e nello scegliere un terreno comune per dialogare, e questo terreno comune è quello della ragione. Solo in questo modo si può sperare di stare nel mondo senza auto-emarginarsi, senza rimanere chiusi nel proprio piccolo orticello in cui solo quelli che esibiscono la carta d’identità “la penso come te D.O.C”, possono entrare. No. Mi pare che da Qualche Parte ci sia scritto “siate candidi come colombe e astuti come serpenti”. Questo, per me, è il giusto mezzo. E l’ho detto con la delicatezza di un cararmato. Arrivederci alla prossima puntata di Amore&Merletti.

123 pensieri su “Colombe & Serpenti

  1. DaniCor

    @scriteriato,
    io aggiungerei alla lista:

    V) la pseudo- prudenza da finti timorati di Dio

  2. VI) Questo modo così privo di carattere e personalità di esprimere i propri pensieri e le proprie idee lasciamolo a chi ha una ragione vacillante e un pensiero debole, a chi basta una spallata per cadere. L’equilibrio e la virtù stanno da un’altra parte.

    Un carrarmato, non c’é che dire.
    Il fatto é che chi non conosce che la via diretta per parlare con chiarezza, a volte preferisce tacere per non offendere. Poi ci pensa, ci ripensa, e cerca le parole. A volte le trova, altre no.

  3. Fefral

    “Nel giusto mezzo ci sta chi ha riflettuto sulle idee facendole proprie, è convinto e sicuro di queste, non ha paura di esprimerle, e lo fa in modo fermo ed equilibrato, ragionevole ed argomentato”
    Vero, ma anche vero che, pur non mettendo in discussione i propri principi facendo le banderuole per cercare consenso a destra e a manca nel dialogo si deve essere disposti a cambiare idea, perché nessuno è detentore della verità, è talmente inesauribile la verità che c’è sempre spazio per avvicinarvisi un po’ di più.

  4. Alessandro

    Penso che il “dialogo” (parola oggigiorno gettonatissima) con il non credente o con chi professa un’altra religione, pur doveroso necessario auspicabile, non debba mai sconfinare nell’occultamento nella contraffazione nell’annacquamento dei contenuti della propria fede. Sicuramente ci si attirerà l’accusa di essere integralisti e intolleranti. Peggio: di tradire la propria fede (“ma tu che ti dici cristiano sei così arrogante da pretendere di avere la verità in tasca? Gesù non faceva così, era accogliente e misericordioso. E poi chi sei tu per giudicare gli altri, sei forse perfetto tu?”, e via con questo registro). La risposta a queste accuse insidiose è nel vangelo: Gesù ricordava sempre ai suoi che erano peccatori, ma che ciò non li esimeva dal cercare di esserlo sempre meno e non li autorizzava a vergognarsi di Lui (Egli si vergognerà di chi di Lui si vergogna), cioè a rinunciare a dire a fare ciò che Egli vuole che si dica e si faccia.

    Il post di Laura mi fa venire in mente quello che disse papa Benedetto alla chiusura dell’anno paolino (28 giugno 2009):
    “Paolo desidera che i cristiani abbiano una fede “matura”, una “fede adulta”. La parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. Ma lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi Pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere – una fede “fai da te”, quindi. E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo. È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama una “fede adulta”. È la fede che egli vuole. Qualifica invece come infantile il correre dietro ai venti e alle correnti del tempo. Così fa parte della fede adulta, ad esempio, impegnarsi per l’inviolabilità della vita umana fin dal primo momento, opponendosi con ciò radicalmente al principio della violenza, proprio anche nella difesa delle creature umane più inermi. Fa parte della fede adulta riconoscere il matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita come ordinamento del Creatore, ristabilito nuovamente da Cristo. La fede adulta non si lascia trasportare qua e là da qualsiasi corrente. Essa s’oppone ai venti della moda. Sa che questi venti non sono il soffio dello Spirito Santo; sa che lo Spirito di Dio s’esprime e si manifesta nella comunione con Gesù Cristo. Tuttavia, anche qui Paolo non si ferma alla negazione, ma ci conduce al grande “sì”. Descrive la fede matura, veramente adulta in maniera positiva con l’espressione: “agire secondo verità nella carità” (cfr Ef 4, 15). Il nuovo modo di pensare, donatoci dalla fede, si volge prima di tutto verso la verità. Il potere del male è la menzogna. Il potere della fede, il potere di Dio è la verità. La verità sul mondo e su noi stessi si rende visibile quando guardiamo a Dio. E Dio si rende visibile a noi nel volto di Gesù Cristo. Guardando a Cristo riconosciamo un’ulteriore cosa: verità e carità sono inseparabili. In Dio, ambedue sono inscindibilmente una cosa sola: è proprio questa l’essenza di Dio. Per questo, per i cristiani verità e carità vanno insieme. La carità è la prova della verità. Sempre di nuovo dovremo essere misurati secondo questo criterio, che la verità diventi carità e la carità ci renda veritieri”

    1. Fefral

      Per questo ho scritto “pur non mettendo in discussione i propri principi”
      Alessandro a me è capitato di imparare molto da non credenti, di aggiungere tasselli di verità proprio ascoltando chi la pensa diversamente da me, mi è successo su alcuni temi di cambiare idea rispetto a quello che avevo io in mente e che a me sembrava aderente ai miei principi e al magistero della chiesa.
      Devo dire che questo continuo dire che la chiesa è fuori moda a me lascia un po’ perplessa. In parte è vero ma in parte no. La chiesa ci indica la via, ma demonizzare il mondo non mi piace. Non c’è contrasto tra mondo e chiesa.
      Attenzione anche a paragonare noi (cattolici ferventi e convinti dei nostri principi e difensori della fede) a Gesù: Gesù è la verità, noi no. Noi possiamo solo provare a cercarla questa verità, non la possederemo mai del tutto in questa vita.
      Ricordiamoci che non c’è carità senza umiltà.

    2. Alessandro

      “Attenzione anche a paragonare noi (cattolici ferventi e convinti dei nostri principi e difensori della fede) a Gesù: Gesù è la verità, noi no”; se ti riferisci a me, io non mi sono paragonato a Gesù (né ho invitato a farlo), ho scritto “Gesù ricordava sempre ai suoi che erano peccatori, ma che ciò non li esimeva dal cercare di esserlo sempre meno e non li autorizzava a vergognarsi di Lui”, quindi mi sono paragonato (al massimo, ma proprio al massimo) “ai suoi”, che – scrivo – “sono peccatori”, mentre Gesù non è certo peccatore…

      “non demonizzare il mondo”: bisogna vedere che significa mondo. Nell’accezione giovannea, per intenderci, il mondo è il principato di Satana, e quindi va combattuto, non bisogna conformarvisi. Se per mondo si intende la comunità umana, allora ovviamente nessuno (se non uno “de fori”, come dice Alvi’) vorrà “demonizzare il mondo” nel senso di detestare gli esseri umani: il cristiano starà nel mondo (nella/e comunità umane da cristiano), ma combattendo le logiche del “mondo” nella prima accezione (combattendole anzitutto in sé stesso, nel proprio cuore, perché Satana vuole insediare il suo principato nel cuore di ogni uomo, sloggiandone Cristo)

      “Ricordiamoci che non c’è carità senza umiltà”; sì, purché l’umiltà sia genuinamente cristiana, cioè non sia il calare le brache (non mi riferisco a te, ovviamente) davanti agli errori altrui (e l’essere condiscendenti con i propri), perché l’apologia dell’errore non è un atto di carità, non fa del bene a nessuno.

  5. Miriam

    “Il post di Laura mi fa venire in mente quello che disse papa Benedetto alla chiusura dell’anno paolino (28 giugno 2009):”

    Scusate, ma il post di Laura mi fa venire in mente una excusatio non petita rispetto alle precedenti critiche, alcune delle quali possono anche essere state eccessive.
    Ma la loro concordanza forse dice qualcosa. E mi pare che , anziché trarne motivo di riflessione, Laura riparte con un approccio accusatorio, abile nella dialettica ma sgradevole nella sostanza.
    Tante affermazione possono essere valide; ma l’insieme conferma la mia prima impressione: snobismo e classismo.
    Chiedo perdono se c’è la mia verità e poca carità. So che dovrò ulteriormente interrogarmi anch’io. E molto mi sarà utile quello che leggerò.

    1. Miriam, grazie! Grazie del contributo critico, sagace ed argomentato che dai a questo blog! Ti nomino “metro di giudizio”: quando ti piaceranno i miei post e non li considererai snob e classisti vorrà dire che fanno pena!Finora mi sento lusingata!

    2. Liana

      Il Vangelo di ieri ci invitava a non giudicare, una persona mi ha chiesto come si fa a capire se uno sta giudicando oppure se sta prendendo semplicemente atto di una realtà, se sta esprimendo la sua opinione. Mi scusate se mi intrometto (vi leggo da parecchio), se avessi avuto questa conversazione ieri fra le mani invece di dire il mio parere le avrei mostrato questo esempio pratico. Miriam ha espresso ciò che il post di Laura ha prodotto in lei, sentimenti e impressioni personali su cui tra l’altro si dice pronta a ritornare per una eventuale correzione.
      Mi irrita, e mi spiace davvero, la risposta di Laura, che nel suo desiderio di mostrare la sua “sicurezza” e la sua “libertà” fa il contrario di Miriam, etichetta, classifica e giudica, ma siamo davvero evangelici nel nostro modo di entrare in relazione con l’altro? Cosa significa accogliere l’altro, accogliere la Verità?
      Grazie, Miriam per la tua sincerità, e per la tua umiltà, continua a camminare su questa strada, non ti prometto che troverai rose, spesso dovrai fronteggiare proiettili, ma ricorda, siamo chiamati a seguire uno che è stato deriso, flagellato, crocifisso… per aver detto ciò che pensava

    3. Rodolfo

      Liana, sai leggere?

      Leggo sopra di una persona che ha etichettato l’altra come “snob e classista” senza argomentare e senza arricchire la discussione in atto su questa pagina.

      Vai dall’oculista e risparmiaci le tue lezioni da catechista di periferia.

    4. Miriam,
      appena finito di leggere il post ho pensato: “le osservazioni di Laura sono molto interessanti e mi trovo d’accordo con molte di queste” e poi (malignamente??) ho pensato anche che probabilmente dietro a questo post molto profondo e ben argomentato si annidava un po’ di disprezzo dell’autrice per chi aveva criticato l’altro suo post, quello sul banchiere.
      Quello che ho sentito a pelle è stato proprio lo stretto legame tra il post criticatissimo dell’altro giorno ed il post di oggi. E mi sono persino dispiaciuta di aver pensato questo…perchè non piace essere ingannata dai pregiudizi sugli altri.
      Ma forse alla luce del commento dell’autrice non ci siamo poi troppo sbagliate sai?
      Trovo molto interessante il modo in cui ti ha risposto. Più che modalità Fuhrer a me sembra una modalità coatta. E anche una modalità rabbiosa. Ma sicuramente lei ora proverà pena per me e per te e si sentirà lusingata di queste nostre critiche! Perché lei è di buona famiglia, ha fatto il liceo classico e si sta laureando in filosofia, quindi qualsiasi cosa dica è una affermazione di livello. E chi non la pensa come lei….Achtung… meglio che si stia zitto e vada a commentare le rubriche di novella 2000.

    5. Alessandro

      No scusate ma qui bisogna intendersi ed essere magari un po’ coerenti.

      LIANA dice che non bisogna giudicare, cioè che non bisogna fare come Laura che “etichetta, classifica e giudica, ma siamo davvero evangelici nel nostro modo di entrare in relazione con l’altro? Cosa significa accogliere l’altro, accogliere la Verità?”. Ma cara Liana, tu così facendo non stai giudicando Laura? Non la stai “etichettando, classificando”? Non le stai impartendo lezioni di “accoglienza della Verità, dell’altro?”. Se (come sostieni tu) Laura sbaglia perché sta giudicando, non ti sembra che allora stai sbagliando anche tu che vai giudicando Laura?

      Mariel81: “ho pensato anche che probabilmente dietro a questo post molto profondo e ben argomentato si annidava un po’ di disprezzo dell’autrice per chi aveva criticato l’altro suo post, quello sul banchiere”. Ma vogliamo smetterla di rivangare “l’altro post”, o ‘sto ritornello dell’altro post dovremo sorbircelo (noi e Laura) per settimane… mi sembra che tutti coloro che non gradivano quel post abbiano avuto a tempo debito ampia possibilità di esprimersi; che facciamo, ricominciamo? E poi veramente sarebbe ora di smetterla con questa storia “della ragazza di buona famiglia” ecc. questa sì è proprio un’etichettatura “classista” e pure becera…

  6. alvise

    LAURA: (sarò cerchiobottista?)le cose che dici sono interessanti articolate e hanno dentro la
    “potenza” per suscitare discussioni importantI. 1Partire da principi fermi 2dialogare sul terreno della ragione. Apparentemente semplice. Per es. i cerchiobottisti: ci potrebbe essere il cerchiobottista che forse non avendo un principio solido cerca di barcamenersi e questo lo chiameremo il cerchiobottista in buona fede (ammesso che esista) l’atro cerchibottista (malus)è la natura più spregevole, che non vuole scontentare nessuno e essere magari anche simpatico (un esempio?: alvise). Il problema vero arriva dai principi fermi e dalla ragione. Qui si rischia o di diventare facilmente cerchiobottisti in buona
    fede, cioè di (sentite che bel termine) di “modulare” il proprio pensiero ingranandolo insieme a quello
    degli altri per arrivare a ….Un punto o dei punti in comune ? Ecco, parliamo anche di questo dove arrivare…

    1. Alessandro

      no alvise non sei un cerchiobottista malus (“che non vuole scontentare nessuno e essere magari anche simpatico”), non ti svilire così!!!!!

  7. Mirandolina

    Cara Laura,
    è giusto quel che dici, ma a mio avviso occorre sempre valutare le circostanze. Mi spiego. E’ vero, come diceva il buon Aristotele che “in medio stat virtus”, ma a volte occorre essere carrarmati e altre volte un po’ più diplomatici. Ci sono situazioni in cui è necessario far sentire la propria voce, forte e chiara, anche se irruenta. Altre volte occorre rinunciare all’impeto e all’orgoglio, chiudere un occhio ed essere “delicati”, ma senza finzione e ipocrisia, In tutti gli altri casi, te ne dò atto, si deve mediare la modalità carrarmato con quella di “cerchiobottista”, cercando di essere, ciascuno a modo proprio, “virtuosi”.

  8. Alessandro

    Mi trovo d’accordo con il commento di Mirandolina, nel senso che sicuramente bisogna valutare da situazione a situazione… Non sapete quante volte avrei voluto rispondere a tono a gente che diceva delle complete assurdità (oggettivamente, non parlo di legittime opinioni), però in certi casi non si può…
    Anche perchè c’è modo e modo di dire la propria, altrimenti se si fa con veemenza si rischia che l’altro per reazione e orgoglio non voglia nemmeno prendere in considerazione la tesi opposta/diversa che gli si propone… Credo bisogna dire all’altro le ragioni delle proprie idee, spiegarle, fargli capire, senza però forzare. Anche perchè come dicevo altrimenti si rischia di fare l’effetto contrario…
    Qui, perdonatemi, arriva una nuova citazione cinematografica! 😉
    Dal film “Una vita difficile” di Dino Risi. E’ il 2 giugno 1946. Nella scena c’è Sordi e sua moglie, due ex partigiani, che ovviamente speravano che al referendum vincesse la Repubblica sulla Monarchia. Erano però in forti ristrettezze economiche, non mangiavano da giorni (come si vede nel film, essere stati partigiani non era certo “conveniente”) e vengono invitati a cena da alcuni amici, che però erano dei monarchici sfegatati… E insieme attendono l’esito del referendum alla radio… Si vede tutto il loro imbarazzo, nel non poter esultare visto che erano ospiti, ma allo stesso tempo estremamente convinti delle proprie idee… E’ un film che vi consiglio, seriamente. Anche perchè spiega proprio come non ci sono idee giuste/sbagliate, nè una parte giusta e una sbagliata… Guardate soprattutto il finale del film (si trova su Youtube)!!! Si rifà al tema della “dignità” che dicevo l’altra volta!
    http://www.youtube.com/watch?v=mAIq9SMAUGo
    Sono d’accordo anche con il post sopra che dice che le proprie idee vanno messe in discussione sempre, ma questo lo ha detto anche Laura nel post mi pare quando dice che chi ha un atteggiamento arrogante lo fa proprio a causa delle proprie idee “traballanti”. Più si è convinti di ciò che si pensa, più di dovrebbe essere disposti a metterlo in discussione, senza diventare ovviamente mosche bianche!
    Ma, per restare in tema cromatico, non esiste mai il “bianco” e il “nero”, tutto è complicato, non per questo dobbiamo rinunciare a tentare di comprenderlo, nè tantomeno diventare qualunquisti, spesso come si diceva sopra per “non scontentare nessuno”… Ogni giorno assistiamo alla TV a tutte e tre le categorie sopra, nella loro forma peggiore… E il tema trattato dal post fa riflettere credo tutti noi su un modo errato di comunicare e discutere in cui spesso, troppo spesso, cadiamo…

    1. Paolo1984

      tutto è complesso ok, le cose non sono mai bianche o nere, ci sono le sfumature, tutto giusto.
      Ma nella resistenza la parte giusta e quella sbagliata c’era, i nazifascisti erano la parte sbagliata

  9. Alberto Conti

    Essere ragionevoli a volte non basta agli occhi del mondo: basti guardare il Papa che quando parla di ecologia è la persona più ragionevole e progressista del mondo ma quando fa il discorso di Ratisbona è un oscurantista retrogrado avvelenatore di animi, eppure le ragioni che accompagnavano i suoi pensieri erano in entrambi i casi adeguate e corrette.

    Io; io invece sono un carroarmato :-(.

  10. alvise

    Io non sono capace, per questo, Alessandro, consiglierei anche la scena dove Alberto Sordi fa l’esame di ingegneria!!! Non c’entra col tema, forse, ma è anche quella da antologia!!!!

  11. Roberto

    Come da prima impressione, mi piace questa LGT 😀

    Inviterei a non confondere le opinioni personali e la Verità che ci è stata rivelata. Quest’ultima può ampliarsi, approfondirsi ma non mai contraddirsi o non sarebbe più tale. L’umiltà nel proporre la Verità sta nel riconoscere che essa non ci apparterrà mai del tutto; ma guai a confonderLa con opinioni personali. Che la Verità possa essere un solo elemento soggettivo, personalistico, e quindi non più la Verità, è di fatto il principio della massoneria.

  12. Fefral

    La verità non ci apparterrà mai del tutto. Giusto. Quindi umiltà è anche riconoscere che possiamo sbagliare ritenendo che alcune letture della verità che a noi possono sembrare aderenti alla via che ci indica la
    Chiesa magari risultano, a pensarci bene, sbagliate. L’infallibilità ce l’ha solo il papa e solo in determinate circostanze (che onestamente non ricordo), ma non è del singolo cattolico. Quindi io so che anche quando parlo dei princìpi più importanti della mia fede posso essere in errore, sempre. E potrei trovarmi anche nella situazione che un non credente è piu vicino alla verità di me su qualche tema.
    La chiesa indica la via, e non il singolo cattolico. Io posso provare a camminarci per questa via e invitare il non credente a camminare con me.
    Mi viene in mente che Dio ha chiesto a un persecutore dei cristiani di far ragionare il primo papa, quel Pietro che Gesù stesso ha nominato papa, su alcune interpretazioni sbagliate della verità. Povero Pietro…che lezione di umiltà farsi correggere da Paolo che Gesù non l’aveva neppure mai incontrato in vita!

    1. Alessandro

      Anch’io, Alberto…
      Anche perché (qui il canonista è più ferrato di me, quindi spero di non sbagliarmi)

      1) il magistero infallibile “stricto sensu” è quello di cui CIC canone 750 § 1. “Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata, vale a dire nell’unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti sono tenuti a evitare qualsiasi dottrina ad esse contraria”. Ai contenuti di questo primo grado dottrinale (“fede teologale”, “de fide credenda”) il fedele deve prestare un vero e proprio assenso di fede (“fede teologale”, appunto)
      2) il magistero non definito ma definitivo, e quindi – si badi bene – anch’esso infallibile (irreformabile, non soggetto a errore) è quello di cui CIC canone 750 § 2 ” Si devono pure fermamente accogliere e ritenere anche tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi, quelle cioè che sono richieste per custodire santamente ed esporre fedelmente lo stesso deposito della fede; si oppone dunque alla dottrina della Chiesa cattolica chi rifiuta le medesime proposizioni da tenersi definitivamente”. Anche ai contenuti di questo secondo grado di “costrizione” magisteriale (“fede ecclesiatica”, “de fide tenenda”) il fedele deve prestare un vero e proprio assenso di fede (“fede ecclesiatica”, appunto)
      3) il magistero autentico ma non infallibile (cioè riformabile; anche se dire che una cosa non è infallibile non è dire che sia fallace; può darsi che lo sia, e può darsi che non lo sia; e cmq non è il singolo fedele che può stabilire se sia o non sia fallace, ma solo il magistero può farlo quando si esercita su uno dei primi due livelli) è quello di cui al Can. 752 “Non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell’intelletto e della volontà deve essere prestato alla dottrina, che sia il Sommo Pontefice sia il Collegio dei Vescovi enunciano circa la fede e i costumi, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; i fedeli perciò procurino di evitare quello che con essa non concorda”; quindi, ai contenuti di questo terzo grado non è dovuto l’assenso di fede, ma non li si può certo snobbare, è loro dovuto “un religioso ossequio dell’intelletto e della volontà”, mica pizze e fichi! Perciò, pure le affermazioni del papa che si collocano a questo terzo livello richiedono un religioso ossequio.
      Ecco perché, con una battuta, dicevo che anch’io tendo a dare comunque ragione al papa…

    2. giuliana z.

      intendevo riportare quello che dice strettamente il dogma come lo ha proclamato Pio IX …. ovviamente concordo con te Alessandro! (e non perchè ti voglio dare una pacca sulla spalla, ma veramente condivido in pieno, e a vivere così come indica il magistero, davvero si vive meglio!). mi sembra cmq che dire “fede” e “morale” sia riassuntivo di tutto!

    3. Alessandro

      Sì, Giuliana, non volevo correggerti, è solo entrata in azione la mia inguaribile pignoleria, ma quello che scrivo non è “alternativo” a quello che scrivevi tu, anzi 😀

  13. giuliana z.

    Io mi sento molto carrarmato. Non me ne vergogno affatto, fa parte del mio temperamento. Da quando ho smesso di frequentare l’ambiente universitario e sono entrata nel mondo del lavoro, diciamo che è come se fossi uscita un po’ dalla campana di vetro che mi proteggeva. Intendo dire che finchè non ti scontri col mondo reale, che fa i conti con le difficoltà oggettive, tipo stipendio da portare a casa, colleghi che ti vogliono fare le scarpe, bollette da pagare, famiglia a cui comunque devi rendere conto… prima di tutto questo è come se avessi vissuto in una bolla. E’ stata certo una esperienza memorabile, quella universitaria, dove ho potuto amplificare al massimo la ricerca di corrispondenza tra desiderio e realtà, ma poi è arrivata la mazzata del mondo lavorativo. Prima ci rimanevo male se la compagna di bibliotaca si rifiutava di passarmi gli appunti di storia contemporanea perchè “non me li meritavo” non essendo mai andata alle lezioni. A questo atteggiamento moralistico ho dovuto fare l’abitudine sul lavoro, e dire che era solo un atteggiamento moralistico è un eufemismo, era vera e propria cattiveria quella del collega che volutamente non ti informava su cose essenziali della vita d’ufficio. Ti pare facile fare il panzer cattolico in un ambiente simile? molto più comodo smussare, conciliare, non discutere, dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Poi però non reggi più, cominci a stare stretto nel ruolo di quello che concilia, che appiattisce. E sì perchè poi ad appiattirti sei tu! che fai poi? scavi? eh no! e poi si sbotta! e così poi torni ad essere il carrarmato che si mette a sparare giudizi, a predicare la tua infallibilità, alla collega che ti racconta le sue difficoltà amorose finisci per fare il predicozzo morale perchè hai la verità in tasca e la tiri fuori come il fucile a canne mozze.
    Ha ragione Laura GT, la verità sta nel giusto mezzo. Ma il giusto mezzo lo capisci quando stai davanti alla vita e alle sue circostanze con onestà. Onestà intellettuale e umiltà. Secondo me la condivisione dei bisogni e la com-passione ci fanno stare con verità davanti a noi e agli altri. Da qui nasce un giudizio buono su tutto. No pre-giudizio, ma giudizio. Mica è sbagliato avere un giudizio, sulle cose, sugli avvenimenti, no sulle persone. Oggi ho un sacco di amicizie con persone che non la pensano come me, continuo a non condividere le loro opinioni, continuo ad essere panzer, ma ho imparato l’accoglienza nella condivisione.
    Oggi si celebra san Luigi Gonzaga, grandissimo esmpio di umiltà e obbedienza. Un giorno, mentre giocava coi compagni di seminario, un superiore gli chiese “che faresti ora se un angelo ti preannunciasse che stai per morire?” lui rispose “coninuerei a giocare!”.

  14. Luigi

    Ho capito una cosa, per vedere se Laura ci legge bisogna andarci giù pesante coi commenti. Scherzo Laura. Dopo aver letto il post mi sono chiesto “Ho vinto qualche cosa?”, perché non saprei come classificarmi.

  15. alvise

    Alessandro. chiedo troppo? Sarebbe adatto a quanto scritto da Laura postare (si dice così? mannaggia!)il pezzo dell’Armata Brancaleone dove Gasman dice: “che sia volpe e lione al tempo istesso….”
    Te lo ricordi? Sicuramente sì, c’ hai una capaoccia c’hai che nemmanco….!!!!

    1. Alessandro

      Disambiguazione
      Ci sono due Alessandro ner blogghe, io sono quello viola e sono qui che rompo da tempo, e poi c’è l’Alessandro verde (non nel senso di ambientalista) che è una new entry (approfitto per salutarti, caro omonimo!!!). Quello che sa di film è lui, quindi Alessa’ se ce la fai accontenta Alvi’!!!!

  16. giuliana z.

    Vorrei condividere con voi alcune cose. Ieri pomeriggio noi genitori siamo stati convocati alla scuola materna perchè le maestre volevano salutarci e consegnare i lavoretti fatti dai bambini. Quindi una bella oretta di saluti, complimenti, regalini, ecc. Poco fa, mi sono messa a sfogliare il libro di Ciro per vedere cosa davvero fanno durante l’anno (nota: libro pagato ben euro 9.50!!!!!). Argomenti: i colori composti, Halloween (!), regole igieniche, animali, Natale con Gesù Bambino (sennò di che parli?) e Babbo Natale con Befana, Carnevale, Primavera, favole, e altra metà del libro dedicata a raccolta differenziata e ecolgia varia. Un momento… e Pasqua? dove sta la pagina dedicata alle Resurrezione di Nostro Signore???? torno indietro e trovo solo 2 paginette in cui un bimbo abbraccia un tenero agnellino, affiancato da una bandiera arcobaleno e 3 uova di cioccolata. E voi dite che non bisogna essere carrarmati???? 9.50 euri!!!!

    1. Alessandro

      propongo rimedio drastico, da carrarmato. Cambiare scuola materna, optare per le suore (verificare però che non siano suore ecopacifiste, ecoacquatiche, ecoarcobaleno, altrimenti oltre il danno la beffa, e la bile schizza oltre la soglia di guardia…

    2. giuliana z.

      Ale, qui purtroppo c’è una sola opzione. Nel mio amato paesello della provincia romana c’è solo questa scuola materna, quella di cui ogni tanto si sente parlare nei tg nazionali per i presunti abusi e per i troppo rimandati processi. Devo dire che dopo i “presunti” di cui sopra, ora è una delle migliori scuole della provincia. Il rapporto tra genitori e insegnanti è buono, i bambini sono sereni (troppi per ogni classe ma sereni). Niente di tutto quello che si legge sul Messaggero a firma della Lombardo Pjola corrisponde a verità (lei parla di un paese diviso, lacerato e ipocrita…..). Vero è invece che se ci sono scontri questi riguardano ciò che succede in ogni comune d’Italia, tra chi si vuole spartire questo o quel lavoro e possibilmente prendendo la fetta più sostanziosa. Quindi nulla di nuovo sotto il sole.
      Se volessi andare dalle suore poi, dovrei farmi 15km andare e tornare…. e se le trovo eco-qualcosa? oltre la bile, anche la benzina….

    3. Alessandro

      Ti capisco Giuliana, lo immagino che non ci sono materne a ogni angolo. Comunque son contento che, a dispetto della nomea creata da certa informazione, la scuola “funzioni”, i bambini siano sereni

  17. Mirandolina
    21 giugno 2011 a 09:53 #
    Cara Laura,
    è giusto quel che dici, ma a mio avviso occorre sempre valutare le circostanze. Mi spiego. E’ vero, come diceva il buon Aristotele che “in medio stat virtus”, ma a volte occorre essere carrarmati e altre volte un po’ più diplomatici.

    I) Aristotele è certo IL filosofo, l’Ipse dixit, il ‘padre’ di Tommaso d’Aquino, tuttoquellochevogliamo, MA mi pare difficile parlasse in latino. Lo Stagirita parlava GRECO ANTICO (quello con gli spiriti e gli accenti, vivaddio), e nell’Etica Nicomachea scriveva μέσον τε καὶ ἄριστον.
    II) Non sono d’accordo con la Locandiera: Laura Gotti Tedeschi ha ragione nell’essere carroarmato, come dice un Autore qui poco criticabile, “siano le vostre parole sì sì, no no”, tant’è che, nell’Apocalisse, lo stesso Autore dice di ‘vomitare i tiepidi’.
    III) “quando entro in modalità Führer”: sganasciatio maxima

    1. Mirandolina

      A me non pare che la traduzione latina di quanto detto da un filosofo greco possa in alcun modo offenderlo. Non solo. Non abbiamo tutti seguito gli studi classici (si stupirà, ma anch’io ho perso alcune diottrie sul caro Rocci!) e il latino è una lingua che può essere meglio compresa da chi non mastica greco. Aggiungo, con fare da carrarmato (così s’accontenta anche il precedente commentatore), che questo commento mi pare del tutto fuoriluogo e privo di attinenenza alcuna con l’articolo della signorina Laura.
      Sembra tuttavia che Lei, signor Scriteriato, abbia a cuore la cultura classica, gli accenti, gli spiriti. Ebbene, mi duole comunicarle che il termine “sganasciatio” non è latino e nemmeno italiano… Chi si rivolterà questa volta nella tomba…Cicerone o il Führer?

  18. Fefral

    @Alessandro: non ho detto che tu ti paragonavi a Gesù, è solo un rischio che, magari senza dirlo esplicitamente ma con i nostri atteggiamenti, noi tutti corriamo.
    La parola “mondo” l’ho usata nel senso comune del termine non in quello giovanneo
    Anche io cerco di ascoltare il papa anche nei temi che non ricadono nel dogma di infallibilità. Tante volte peró è facile cadere nell’interpretazione…quindi occhio anche a farsi portavoci degli insegnamenti e delle indicazioni del papa perché il rischio di svarioni è notevole.

    1. Alessandro

      “occhio anche a farsi portavoci degli insegnamenti e delle indicazioni del papa perché il rischio di svarioni è notevole”: è vero, è bene farsi consigliare al riguardo da guide esperte e competenti

  19. Alessandro

    Gente, udite!!!
    Lo trascrivo qui perché di là si perde di vista.
    La nostra Elena86 (ricapitolo: incinta e sposata – non matrimonio riparatore! – con prossimo ingegnere dell’89 un po’ imbranato in cucina ma marito esemplare) scrive:

    “Noi avevamo pensato a 12 [figli]: 4 preti, 4 suore e 4 per la specie….ma non ci va di mettere limiti alla provvidenza!”

    GRANDISSIMA! crescete et multiplicorum! a Cesare e a Dio! alla faccia della CO2!
    Admin, propongo di assegnarle qualche onoreficenza der blogghe. Appoggiate la mia petizione!!!!

    1. Rodolfo

      Punto primo il tuo commento é fuori sede. Hai scelto il post sbagliato per la tua petizione al quanto discutibile.

      Punto secondo. L’intervento di Elena86 voglio sperare sia uno scherzo oppure una provocazione alla quale hai abboccato. Perché quanto riportato da te tra virgolette é un inno al bigottismo più becero.

      Chiedo venia ad Aristotele, alle sue lezioni sul giusto mezzo sarei stato l’ultimo della classe.

    2. Alessandro

      Punto unico: ho capito che il buon Dio t’ha mandato su questo blog anche per mettere alla prova la mia pazienza. Quindi non me la prendo ed esercito la sopportazione. Proverò perfino a darti ragione quando riterrò che tu ce l’abbia. Non mi sembra questo il caso.

    3. Rodolfo

      Ah ah hai una pazienza limitata allora e che diamine.

      Dai su… quando torno lassù da dove mi hanno mandato ti mando una cartolina. Carina e rilassante.

  20. alvise

    Laura: ti porto un esempio dicarrarmato giornalistico umano: Susanna Nirenstein, scrive spesso sui problemi Israele- Palestina-Gaza- Medioriente. Il suo modo di partire da principi fermi è questo: Israele ormai è Israele e chi non l’ha capita è giusto che si pigli lui la responsabilità delle coseguenze di non averla capita. Proviamo a partire da questo principio ben fermo dellla sua anlisi, o posizione o punto di vista, proviamo, con lei, a andare sul terreno del dialogo (cosiddetto) razionale o della ragione, (ammesso che possa esistefre un terreno di questo genere). Credo che il risultao sare3bbe zero.
    Non lo so chi avrebbe “ragione” o “torto”. Questo terreno si rivelerebbe, come si rivela assai spesso in tante altre questioni, non produttivo. Come, anche, per tornare all’esempio delle camariere brutte con i bigodini, difficile dare un giudizio che non sia quello del rifiuto preventivo di questo tipo di manifestazioni come la loro piene a loro volta di pregiudizi preconcetti atteggiamenti che si rifanno a

    loro volta a visoni politiche ideologiche etc…E allora? Ignorabimus

    1. alvise

      Dicevo ignorabimus nel senso in cui lo dice Du BOIS Raymond (mi sembra che si scriva così) nel senso che non ci si arriva a un punto sicuro dell’indagine.
      Lui lo diceva a proposito del momento che scaturisce il pensiero dalla materia:
      IGNORABIMUS (semper)

  21. azzurra

    cito dalla signorina gotti tedeschi:
    “Miriam, grazie! Grazie del contributo critico, sagace ed argomentato che dai a questo blog! Ti nomino “metro di giudizio”: quando ti piaceranno i miei post e non li considererai snob e classisti vorrà dire che fanno pena!Finora mi sento lusingata!”

    ma un pochino di umiltà e anche di rispetto per le opinioni degli altri, no eh?

    1. Rodolfo

      Non c’é rispetto dovuto per un intervento di gratuità severità e scarno in argomentazioni.

      Anche il tuo intervento sopra di rispetto ne merita poco, come del resto la maggior parte dei tuoi interventi. E lo sai perché? Perché i tuoi commenti telegrafici e lapidari con i quali vuoi impartire secche lezioni di buon comportamento sono penosi.

  22. Fefral

    Scusatemi tutti. Vorrei fare un passo indietro e non parlare dei contenuti ma dei toni che avverto rileggendo il post di Laura e i nostri commenti (miei compresi). Si respira un malsano senso di appartenenza, troppo facilmente aggregato attorno a istinti collerici, catalizzati da superficiale presunzione e senso di superiorità ideologico.
    Sottoscrivo l’intervento di Liana in risposta a Laura dopo Miriam.
    Invito tutti, comincio io adesso, a rileggere i dialoghi di Gesù, le parole che ricolgeva ai peccatori e quelle che ha riservato ai farisei. E faccio silenzio per un po’ provando a imitare Maria che serbava nel cuore tutto.

    1. Tasto mi piace per Fefral!!!
      Qui si sta degenerando sul serio…
      Signori direi che è il caso di darsi una calmata.
      I toni, gli argomenti di oggi ( dell’autrice e dei “commentatori”) non sono degni di quanto letto finora nel blog. Sono allibita e delusa da cio’ che vedo.
      Non riconosco più la compagnia di amici che vedevo all’inizio.
      Sarò carrarmato? Forse.
      Però magari pensateci un attimino su.

  23. Mirandolina
    21 giugno 2011 a 14:19 #
    A me non pare che la traduzione latina di quanto detto da un filosofo greco possa in alcun modo offenderlo.
    – Mai detto questo
    Non solo. Non abbiamo tutti seguito gli studi classici
    – Nobody is perfect
    (si stupirà, ma anch’io ho perso alcune diottrie sul caro Rocci!)
    – e perché dovrei stupirmene? Me ne rallegro! Tra l’altro il Rocci era un gesuita!!
    e il latino è una lingua che può essere meglio compresa da chi non mastica greco.
    – masticare il greco non è difficile, il difficile è digerirlo!
    Aggiungo, con fare da carrarmato (così s’accontenta anche il precedente commentatore), che questo commento mi pare del tutto fuoriluogo e privo di attinenenza alcuna con l’articolo della signorina Laura.

    – al contrario: LGT parlava della modalità carroarmato, lei replicò dicendo “…ma a volte occorre essere carrarmati e altre volte un po’ più diplomatici. Ci sono situazioni in cui è necessario far sentire la propria voce, forte e chiara, anche se irruenta. Altre volte occorre rinunciare all’impeto e all’orgoglio, chiudere un occhio ed essere “delicati”, ma senza finzione e ipocrisia, In tutti gli altri casi, te ne dò atto, si deve mediare la modalità carrarmato con quella di “cerchiobottista”, cercando di essere, ciascuno a modo proprio, “virtuosi”. Io ho espresso il mio disaccordo con questo suo commento, motivandolo. Torniamo alla logica aristotelica (ah, quante cose ha sulla coscienza!): se era attinente il suo, lo è anche il mio che commenta il suo.
    Sembra tuttavia che Lei, signor Scriteriato, abbia a cuore la cultura classica, gli accenti, gli spiriti.
    – si nota proprio tanto?
    Ebbene, mi duole comunicarle che il termine “sganasciatio” non è latino e nemmeno italiano
    – ovviamente: trattasi di latino maccheronico, proprio perché il tono generale del mio post era ironico
    Chi si rivolterà questa volta nella tomba…Cicerone o il Führer?
    – Mah! Non lo saccium con sicurezzam, sed penso ciceronem. Adolphus non habebat fattos studia classica.

  24. azzurra

    rodolfo: scrivo di rado e brevemente perché non ho tempo, tenterò di essere meno penosa (ce la farò?). del resto vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi, ecc. non ho da impartire lezioni di vita a nessuno e, a differenza di te, non ho offeso nessuno, ma ho solo espresso la mia scarna e lapidaria opinione sul tono della risposta che laura ha dato a miriam. liana l’aveva fatto meglio di me.
    tu mi insegni che la pagliuzza è sempre più visibile della trave, no?

    1. Rodolfo

      Rileggiti. Post “Shame on me”, secondo commento, firmato Azzurra. Stesso stile lapidario, stessa mancanza di argomentazioni. Bravò !

  25. DaniCor

    Vorrei porre una questione, da chi vi legge tra una voce di capitolato e l’altra non potendo intervenire molto oggi, chi non sa nulla di greco e di latino sa soltanto il rosario…
    Credo che nei commenti si stia facendo un po di confusione tra ciò che uno pensa e crede e la modalità con la quale si esprime questo credere.
    Il mio umile parere è che uno deve sempre essere coerente con quello che crede/pensa, ciò presuppone che uno ne abbia fatto mente locale, che abbia usato la ragione per giudicare il mondo che lo circonda (cosa non scontata nel mondo d’oggi che vive di mode e di slogan). Questo metro di giudizio va applicato alla vita e ai discorsi. Se uno è cattolico ha l’obbligo di crescere nella conoscenza della propria fede, di crescere nello spirito e di PROFESSARE QUESTA FEDE, senza se e senza ma.
    Questo fermo credere e professare con le parole e con la vita a volte sarà in modalità carro armato (o spada laser, o spada Hattori Hanzo, come preferite), a volte con la modalità da mamma con i bambini, con pazienza, affetto e amore.
    Mai e poi mai dimenticare che siamo umani e in quanto creature di Dio siamo buoni, ma che siamo macchiati dal peccato originale. Questa macchia ci offusca la ragione e i sensi e, quindi, l’ascolto della ragione degli altri e continui esami di coscienza sono fondamentali. Non possiamo tuttavia dimenticare che l’errore di Eva è stato quello di instaurare il dialogo con l’ingannatore, colui che semmina dubbio e diffidenza.
    Essere “cerchiobottisti” non è passare dalla bastone a quella carota, ma cercare di accomodare la verità a quella degli altri, di accontentare tutti, di lasciare le porte aperte, di cedere sui principi…
    Quello non si può fare.

    1. D’accordissimo. D’altronde, “se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”

      (Vangelo secondo S. Matteo 5, 13)

    2. Alessandro

      Dani, permettimi di dividere il tuo intervento in tre parti
      1) “Se uno è cattolico ha l’obbligo di crescere nella conoscenza della propria fede, di crescere nello spirito e di PROFESSARE QUESTA FEDE, senza se e senza ma”.
      2) “Mai e poi mai dimenticare che siamo umani e in quanto creature di Dio siamo buoni, ma che siamo macchiati dal peccato originale. Questa macchia ci offusca la ragione e i sensi e, quindi, l’ascolto della ragione degli altri e continui esami di coscienza sono fondamentali”.
      3) “Non possiamo tuttavia dimenticare che l’errore di Eva è stato quello di instaurare il dialogo con l’ingannatore, colui che semina dubbio e diffidenza”

      Dani: sono d’accordissimo con te (sia su 1 sia su 2 sia su 3), e spero che da quello che ho scritto fin qui si sia capito.

  26. azzurra

    rodolfo, e qui chiudo queste insulsa polemica: le argomentazioni ci sono, basta saperle leggere.
    nonostante la lunghezza dei tuoi commenti, mi farò una ragione che lo stile lapidario non si addica alle tue corde.

    1. Rodolfo

      Chiuderei volentieri ma non sopporto le tue provocazioncine scoperte. Scoperte perché la tua é dialettica da quattro soldi.

      Punto primo: riportami per favore i tuoi commenti dove riporti delle argomentazioni.

      Punto secondo: tocca a me. Se vuoi ti riporto tutti i miei commenti dove ho apportato argomentazioni a determinate tesi. Dimmi quando devo cominciare.

  27. Alberto Conti

    C’è dell’ “astice” oggi 🙂

    @Elena86: Complimenti alle intenzioni!! 😀 comunque accogli con gioia i figli che Dio vorrà donarvi ed “ama la loro libertà più della loro salvezza” (è la cosa più difficile) (magari si consacreranno tutti e 12 ;-)), unica raccomandazione: non ambite ad alcuna medaglia di eroismo, la paternità responsabile è uno degli aspetti più importanti della vocazione matrimoniale.
    Con affetto un “inquinatore” impenitente (anche se con la macchina a GPL) 😉

    1. DaniCor

      Alberto,
      se ci fosse veramente dell’astice e in più i tagliolini e una bella bottiglia di vino, poi il falò cuoriforme di Alvi e noi tutti lì, di sicuro i toni sarebbero altri…

  28. alvise

    A me mi dispiace solo di vedere trattare male le persone in maniera brutale o sarcasticamente o
    con aria di suffic(i)enza. Se uno poi fosse stato, anche, guardacaso, provocatoriamente lapidario, conciso, apparentemente umile, ma icastico e perentorio, allora si entrerebbe nel difficile. Uno dice le cose che ha da dire e un altro risponde il suo, lo so, io per primo, non è sempre facile, ma è L’UNICO MODO.
    E TE FEFRAL: non cessare la tua tenerezza verso di me. Mi ci ero abituato.

  29. Luigi

    21 Giugno – Primo giorno d’estate. San Luigi Gonzaga. Compleanno di Michel Le Roi (dedicato a Guido).
    Abbiamo fatto colazione con l’aceto.

    1. DaniCor

      Auguri Luigi!!!!!

      Ricopio qui quanto detto sopra, altrimenti si perde:
      Alberto,
      se ci fosse veramente dell’astice e in più i tagliolini e una bella bottiglia di vino, poi il falò cuoriforme di Alvi e noi tutti lì, di sicuro i toni sarebbero altri…

  30. Luigi

    Grazie Daniela e Fefral e a quelli che me li faranno, ora esco dall’ufficio.
    Daniela, è vero. Un prosecco appianerebbe tutto e anche un po’ di cicchetti o una bella grigliata con il rosso di Alvise. Una bella cantata in una notte di mezza estate.

    1. Alberto Conti

      Prosecchino con i tagliolini all’astice? meglio prima come aperitivo ;-), per i tagliolini preferirei un Corvo Bianco (Velenia ci pensi tu?).

      Concordo invece appieno per il rosso d’Alvise per la grigliata!! 😀

      A proposito Alvise la tua foto in mezzo agli ulivi mi ha commosso, ho uno zio dalle tue parti e tutte le volte che riesco ad andare per la vendemmia o la raccolta delle olive è una festa, adoro quei posti fin da bambino.

      PS: Auguri Luigi ma vacci piano con con i festeggiamenti al prosecchino 😉

  31. giuliana z.

    Alvise mi ha fatto venire in mente una cosa, parlando della Nirenstein, di Israele e Palestina. Anni fa, ma parecchi anni fa, andai alla presentazione del libro di Luigi Amicone “Sulle tracce di Cristo” in cui raccontava del viaggio in Terra Santa fatto con don Giussani; ci si chiedeva quando mai sarebbe terminato il conflitto tra uno e l’altro popolo, e su questo ognuno pootrebbe ancora oggi avere un’opinione sui perchè, sui come. Eppure come vediamo ancora adesso la guerra sembra non finire mai. Quando Amicone espresse a Giussani questa domanda lui rispose “finchè non ci sarà il perdono la guerra continuerà”. Tutti pensano di avere ragioni, che possono essere più o meno condivisibili, grandi o piccole. Ma cosa conta di più? avere ragione o accogliere, amare? La vogliamo finire tutti di dire “tu affermi con la spada!” e mentre lo diciamo stiamo affilando la nostra?

    1. alvise

      GIULIANA; parole sante, ma il mondo purtroppo è così, se tutti si fosse in un attimo tutti davvero in pace si sarebbe tutti davvero in pace, ma non è mai stato così, anche se tutti lo pensano, che sarebbe, se tutti fossero, se tutti si fosse, eccetra…. io ora, comunque, sto affilando la falce per preparare il cuore infuocato per FEFRAL….

    2. giuliana z.

      tramutare le spade in falci…. mica male! la messe è molta e gli operai sono pochi, caro Alvise! se poi gli operai se fanno la guerra (verbale)…. certo il perdono non è cosa di questo mondo, ma almeno aspirarvi…. sarebbe almeno ragionevole!

  32. alvise

    LUIGI: un ABBRACCIONE da aloisius….
    Io considero solo il rosso, del bianco…tralasciamo, eccettuato quei vini mossi e frullanti che dicevi ieri,
    come vino per stasera, per non andare a spendere un patrimonio, che poi sarebbbe inutile, quando un vino è speciale è speciale, non importa che costi più di 25-30 euro, e questo per un occasione straordinaria come il tuo onomastico, io consiglierei un BRUCIATO della zona dell’Ornellaia, o un Avvoltore, di Massa Marittima, o un SASSOALLORO di Scansano, 14 % di alcool davvero ottimo e mi fermo qui……

  33. Fefral

    Alvi’ sto arrivando! Ma festeggi anche tu oggi? Se è così auguri anche a te oltre che a Luigi! Passo, chiudo e mi affaccio dal finestrino tra un po’

  34. vengo da una giornata particolarmente pasticciata (pagelle asilo lavoro parco tata assente, ancora!) e ho potuto leggere poco, diciamo pure niente. Però mi sono arrivate accorate segnalazioni del tenore: “il tuo blog era un delizioso e accogliente salotto, che gli è successo? si è trasformato in un’arena”. Ripeto, non ho letto, ma vi prego, rimaniamo fedeli al principio “fermi e decisi sulle idee, accoglienti e mai giudicanti sulle persone”. Non vorrei essere costretta a chiudere i commenti, perché noi cristiani ci dobbiamo far riconoscere in un altro modo. “La vostra affabilità sia nota a tutti” dice san Paolo.

    1. Carissima Costanza e carissimi tutti, sono giorni che non intervengo perchè trovo che questo commento della “padrona di casa” sia calzante e azzeccato.
      Credo, se posso, che una delle responsabilità di questa “degenerazione” (ma è un termine forte) è che chi posta poi discute poco con coloro che intervengono a commentare, a parte forse Cyrano. La mediazione è importante e gli argomenti sono troppo alti per lasciare così andare …così succede che, senza custode, qualcuno si azzuffi.
      O si abbassano i temi e si torna al delizioso salotto, oppure ci si scanna nell’arena.
      Dò il mio personale contributo, vorrei che così fosse accolto.
      Faccio gli auguri ad Alvise e a Luigi, vi dico che i piccioni sono diventati grandi e hanno un piumaggio morbido e variegato come quello degli anatroccoli, noi stiamo bene, mio figlio ha preso un debito a scuola e un 7 in condotta che spero sia un punto, domani ho uno dei miei controlli poi andiamo in piscina a prendere il sole.
      Torno al mio silenzio ma non manco di leggervi tutti.

  35. angelina

    Grata ad Alessandro che alle 9.31 ha postato le parole di B16 sui cristiani adulti!
    “ Il potere del male è la menzogna. Il potere della fede, il potere di Dio è la verità.” Ne consegue che siamo sempre in ricerca, mai definitivamente esenti da menzogna-male e soprattutto in cammino verso la piena verità-bene-fede (che poi non è un concetto ma una persona, Cristo), perché la verità in noi è chiaroscurale, è continuo disvelamento: la verità su me stesso, sul mondo di oggi, sull’educazione e i valori, sulla parte con cui schierarsi…. Non possediamo la verità, lo avete scritto in molti; per questo, nelle relazioni tra le persone è fondamentale l’amore, l’accoglienza, l’ascolto, la cura compassionevole, il rispetto del briciolo di verità che anche in focose contrapposizioni permane in entrambi gli interlocutori (tra l’altro, penso al “dialogo” datoredilavoro/dipendente, collega/collega, artista/critico, politicoX/politicoY, giornalista/pubblico, e via dicendo tra quelli in bella vista nei media, ma anche marito/moglie, genitori/figli, parroco/catechista, …cos’altro vi viene in mente?)
    Non è questione di giusto mezzo, un cristiano è tutt’altro che ignavo e non può non infuocarsi per amore del vero, del bello, del buono. Personalmente, continuamente oscillo tra il genere ‘Sarebbe il caso di puntualizzare due o tre cosette’ e quello del tipo ‘Vivi e lascia vivere’ (versione annacquata del più poderoso ‘Ama e fa – o dì – ciò che vuoi’). Con chi mi comporto da carrarmato (…non so, ..forse..,vediamo.., magari il coniuge?) e con chi cerchiobottista?
    “Guardando a Cristo riconosciamo un’ulteriore cosa: verità e carità sono inseparabili. In Dio, ambedue sono inscindibilmente una cosa sola: è proprio questa l’essenza di Dio. Per questo, per i cristiani verità e carità vanno insieme. La carità è la prova della verità. Sempre di nuovo dovremo essere misurati secondo questo criterio, che la verità diventi carità e la carità ci renda veritieri”
    P.S. non so voi, ma trovo che B16 sia un eccellente “disvelatore di verità”, davvero grande

    1. Alessandro

      Grato io a te perché hai avuto la pazienza di leggere quello che ho postato e per il tuo splendido commento, Angelina!

  36. Alessandro

    Sto scorrendo di nuovo i commenti odierni, li ho letti tutti e qualcuno l’ho scritto, ma sinceramente questa degenerazione del blog non la vedo, non mi risulta che si “giudichino le persone”, che si vada perdendo lo stile accogliente (forse un po’ meno di prevenzione nei confronti di Laura non guasterebbe, ma questa è una mia percezione). Qualche smarginatura ci sarà, qualche scambio vivace pure, ma niente di eclatante e increscioso. Insomma, ritengo che l’apprensione degli “accorati segnalatori” sia eccessiva; rispettabile ma sostanzialmente ingiustificata (a meno che non ci si voglia appiattire nel buonismo più caramelloso, ma se ciò accadesse il blog – penso – deperirebbe).
    Comunque verifica tu, Costanza, la padrona di casa sei tu, sono ospite in casa d’altri, questo non me lo dimentico certo!
    Buona serata a tutte/i

  37. Luigi

    @Alvise
    Frullanti? Mi hai fatto ridere. La testa frulla ma non il vino. Mi strafido per i rossi.
    Grazie degli auguri. Luigi, nome di origine francofona composto dalle radici Hlode (gloria) vig (battaglia).
    La mia battaglia la devo vincere contro i vizi e le tentazioni come il mio eroico santo Gonzaga.
    @Alberto e Alessandro, grazie

  38. alvise

    RODOLFO: non si deve trattare mai male le persone, non lo fare.
    LAURA: Non si puo “argomentare” contro un modo(il tuo) di presentare le cose certamente supponente e offensivo. Non va bene dire 200 cameriere un po’ racchie (quelle sulla foto sembrano anche un po’ nere). E, te l’ho già detto, se sono racchie? E se hanno i bigodini nei capelli? (DIO MIO CHE ORRORE, con l’erre moscia) dio mio che orrore (sempre con l’erre moscia mentale)queste cameriere che sventolano i loro culoni neri davanti ai maschi e poi vorrebbero anche che non gli saltassero addosso,quelle zoccole. Più o meno suonava così il discorso. E poi la rsposta (che se te ti considerano snob ti senti lusingata) mica tanto argomentativa! Il modo è importante. Impara a starci più
    attenta!!!

    1. Luigi

      Già, è vero dovevi accendere il fuoco a quest’ora ma non qui dentro Alviseeeeee. Dormiamoci su e ognuno faccia mortificazione, me compreso.

  39. admin

    Vai dall’oculista e risparmiaci le tue lezioni da catechista di periferia.

    Non c’é rispetto dovuto per un intervento di gratuità severità e scarno in argomentazioni.

    i tuoi commenti telegrafici e lapidari con i quali vuoi impartire secche lezioni di buon comportamento sono penosi.

    la tua é dialettica da quattro soldi

    Alessandro tu come giudichi il tono di questi interventi? Il non voler essere buonisti giustifica la maleducazione?

    1. Alessandro

      Sì Admin, non mi paiono interventi da lord (e a chi potrebbero sembrarlo?)

      però ti faccio notare che quelle citate sono frasi che vengono tutte dalla medesima penna. Quindi non sono indicative del tono generale del blog. La maggior parte dei commenti non ha questo tono e questo stile (personalmente, come ho detto, trovo sgradevole una certa prevenzione nei confronti di Laura, peraltro non espressa dalla penna in oggetto).
      Comunque – ripeto – io posso esprimere solo una mia personalissima valutazione, per il resto cerco di ricordarmi di essere ospite di Costanza
      Rinnovo l’augurio di buona serata anche a te

  40. DaniCor

    Caspita Alvise=Luigi!!! Mi ero dimenticata Alvise! Auguri!

    Per quanto riguarda il tono del blog, credo che ci sia stata una scivolata che in realtà nasce nel post precedente di LGT. Personalmente la storia delle cameriere non mi è piaciuta. Io parlo per esperienza propria, in Italia, per esempio, spesso le ragazze singole e brasiliane vengono automaticamente identificate come “di vita facile” (per non usare le parole che un vicino di casa aveva usato quando io e la ragazza argentina che con me divideva l’appuntamento avevamo invitato ben 6 persone a cena e costoro rimasero a casa fino all’una di notte!). Spesso mi sono sentita fare battute del tutto fuori luogo, se poi aggiungi che sono quell’attimo esuberante nei modi, allora la frittata è fatta. Quindi al vedere quella foto delle cameriere “latinas” ho capito subito che razza di avance possono subire e ho capito anche che magari fossero lì ad urlare contro un capro espiatorio…
    Avevo lasciato perdere il commento perché alcune persone sono andate oltre nel commentare il post di Laura, passando, secondo me, dalla parte del torto.
    E oggi le stesse persone che accusano Laura di classismo sono classiste loro stesse. Accusare una di essere snob a partire del post di oggi denota che ci sia un preconcetto nei confronti dell’autrice, che avrà ben il diritto di scivolare qualche volta! È una ragazza molto giovane, coltissima e piena di talento. Credo che nella faccenda delle cameriere, pur avendo ragione nei concetti di fondo, abbia peccato di semplificazione e ingenuità, ma credo anche che aspettarla sempre con le pietre in mano non sia un atteggiamento cristiano, e che liquidarla con un”ragazzina snob e ricca e quindi mi sta antipatica per principio” sia altrettanto classista.
    Forse Laura paga per il cognome che porta e questo non è giusto.

  41. Antonio

    E’ vero, oggi è pericoloso portare avanti una posizione. E più si cerca di essere coerenti con essa, più si deve fronteggiare una realtà che condanna chi ci prova. Si potrebbero esaurire fiumi d’inchiostro nel tentativo di studiare questo fenomeno. Mi riferisco a quello per cui si tende a preferire l’omologazione di pensiero all’isolamento.

    Ma forse è vero che se non si realizza appieno questa radicale solitudine, che tutti ci accomuna, la strada per la Verità rimane preclusa. Qualcuno ha giustamente sottolineato come questa Verità non possa e non debba essere a servizio del singolo, pena divenire menzogna. Ed è vero, un cattolico dovrebbe sempre pregare affinché non cominci a disporre di tale Verità come più gli aggrada. A noi è dato parteciparVi, non plasmarLa.

    Tuttavia, in un’epoca di conclamato e lampante relativismo a tutto tondo, siamo portati a credere che non esista Verità, o che ognuno possa fabbricarsi la sua. L’uomo moderno pensa che quella disarmante realtà secondo cui le “vie del Signore sono infinite”, significhi che innumerevoli sono i modi per esserGli fedeli – o comunque, per realizzarsi, che poi dovrebbe pure essere la stessa cosa.

    Eppure ritengo che il primo sintomo di una profonda mancanza di Carità risieda proprio nella sospensione del giudizio. “Siate più umili!”, ci viene ripetuto. “La tolleranza anzitutto!”, incalzano. Più cristiani di Cristo stesso! Lorsignori hanno fatto propri gli aspetti peculiari, nonché più edificanti, di quel nazareno, portandoli agli estremi. Ma costoro dimenticano che dinanzi alla menzogna, Gesù era capace di prendere una verga tra le mani e distruggere un putiferio di bancarelle, mentre inveiva urlando verso quelli “operatori d’iniquità”. Non diceva loro: “pace fratello… ti ho perdonato, d’altronde anche tu hai da campare!”.

    Un giorno chissà se riusciremo ad essere più lucidi valutando quel nefasto periodo di transizione a cavallo tra gli anni ’50 e ’70 del ‘900, quando, checché se ne dica, qualcosa è cambiato. Da allora verrebbe davvero da dire: meno parrocchia, più Parola. Ma non lo faccio, perché certe cose puzzano di zolfo. E poi le chiese evangeliche sono già abbastanza piene.

    Ma se non ci sforziamo di comprendere quale sia il centro della nostra Fede, tutto andrà perduto! Potremmo fare Rosari, digiuni, e astensioni di svariata natura… ma non se non riusciamo a capire per Chi e perché, allora tutto è vano.

    Mi spiace leggere del trattamento riservato a Laura. C’è chi addirittura se l’è presa con la suddetta perché dotata di una buona dialettica e perché di “scuole alte”. Che tristezza! E’ evidente, però, che la Gotti Tedeschi ha toccato un nervo scoperto.

    Voglio dire, a nessuno piace essere “stuzzicato”. Chiunque, o quasi, farebbe fatica a reggere simili sollecitazioni, così fastidiose peraltro. Ma non partiamo per la tangente. Chiediamoci cosa veramente non ci va in certe uscite. E’ davvero la mancanza di umiltà? Oppure è qualcosa di più profondo?

    Mi sto rendendo amaramente sempre più conto che questa sede non è adatta per rivolgere certi inviti. Io però insisto e tento di buttarla lì. Anche a costo di rimanere isolati, si tenti di mettersi in discussione! La via della perfezione è talmente lunga e dissestata che non basterebbero più vite per percorrerla tutta.

    Tuttavia questo accanimento proprio non lo capisco. Se non sbaglio fu Quintiliano a dire che le parole servono per essere usate. E chi misura le parole altrui, misura anche i suoi pensieri. No, questo non deve accadere! Preferisco sentirle certe cose da chi è avverso al cattolicesimo, anziché da se ne dice parte integrante.

    Queste persone, per cortesia, si rendano conto che tale atteggiamento ambiguo, insipido e senza polso è proprio quello che ha reso la Chiesa un lumino buono a malapena per illuminare una stanzetta – quando invece dovrebbe essere un faro abbagliante per viaggiatori che approdano da ogni dove.

    Il cattolico che non prende posizione per paura di “spiacere al mondo”, è bene che lo si dica, non dovrebbe sentirsi a posto con la coscienza. E questo non sono io a dirlo, onde evitare i soliti latrati. Sono secoli di Tradizione, oltre al comune buon senso. Se non ci crediamo noi a determinate cose, chi dovrà farlo al posto nostro?

    Oggi propendiamo più per le mezze verità che per quella “vera”, totale. Siamo inconsciamente tentati a dare ragione ad un contadino (c’è qualche termine più politically correct per dirlo?) di nome Jean-Jeacques , a cui forse bastò vedere lo scempio di Parigi per dire che l’uomo nasce buono e che è la società a renderlo malvagio. Meglio lasciarlo a sé stesso quindi, al naturale – come il tonno. E come il tonno al naturale, difatti, fa cagare!

    Non abbiamo paura di dirlo. L’uomo, lasciato a sé stesso, è una merda! Non si creda che ciò sia frutto di chissà quale estremismo ideologico, e che certe prese di posizione avallino genocidi e stermini di sorta. Aprite un qualsiasi quotidiano vi capiti a tiro, e provate a smentire tale realtà. Qualora non foste contenti, poi, andatevi a prendere un qualsiasi libro di storia (anche quelli poco seri). Lì sì che ci sarà da ridere!

    L’uomo senza grazia è un selvaggio e nulla più. E il massimo a cui può aspirare è ciò che per Napoleone era l’allora suo ministro degli esteri Talleyrand: “une merde dans un bas de soie”, una merda in calza di seta. E’ troppo vero? Troppe male parole? Troppa poca fiducia nel genere umano? Ma non c’era Qualcuno che diceva, “guai a chi confida negli uomini!”?

  42. fefral

    Laura, ci ho pensato tutto il giorno, ho riletto il tuo post, ci ho pensato ancora.
    Ho poco meno del doppio dei tuoi anni, e alla tua età ero decisamente un carrarmato a tempo pieno. Ora ancora ho qualche strascico, ma allora ero davvero terribile. Le tue invettive, che nella sostanza dei contenuti condivido abbastanza (non sempre ma abbastanza) mi suonano molto familiari. Scrivi sicuramente meglio di me, sei decisamente più carina di come ero io alla tua età, ma i toni sono quelli. E i toni dicono molto di quello che c’è dentro una persona. E di quello che ancora manca.
    C’è rimedio alla modalità carrarmato, non penso onestamente che ce ne sia alla modalità Fuhrer, quindi se mi permetti un consiglio un po’ da vecchietta, ti direi di toglierti in fretta di dosso questa brutta etichetta. Il rimedio per il carrarmato sta negli anni, nella vita, nelle ferite inferte e sofferte. Quelle ferite che possono (se accettate umilmente, amate, offerte per amore) fare la differenza fra chi cerca di essere buono e chi fa il buonista. Quelle ferite che io chiamo i segni del parto, quei segni che ogni mamma sa che non riuscirà mai più a togliere (qualche smagliatura, qualche venuzza che prima non c’era sulle gambe, il seno non più così sodo come quando avevi 20 anni, un leggero mal di schiena cronico iniziato durante l’allattamento e mai più passato). Segni che fuori neanche si vedono, ma che tu e chi ti ama davvero sanno contare e raccontare a occhi chiusi. Ferite così ti rendono madre, e le ami anche se ti ricordano i dolori del parto, dolori lancinanti per alcune di noi. E non parlo della maternità fisica, cara Laura. Ma di un modo di amare a cui noi donne tutte, volenti o nolenti siamo chiamate fin dal principio del mondo.
    La canzone di Ligabue che ho postato e che non era (stavolta no) dedicata ad Alvise, racconta un po’ la mia vita. La dedico a te. Non so più citare aristotele nè in latino nè in greco (quanto ero brava a tirar fuori le frasi giuste al momento giusto qualche anno fa)… ma mi pare che anche le canzoni ogni tanto abbiano qualcosa da dirci

    Hai cercato di capire ma non hai capito ancora
    se di capire si finisce mai
    hai provato a far capire con tutta la tua voce
    anche solo un pezzo di quello che sei
    con la rabbia ci si nasce o ci si diventa
    e tu che sei un esperto non lo sai
    perche’ quello che ti spacca e ti fa fuori dentro
    forse parte proprio da chi sei
    metti in circolo il tuo amore
    come quando dici perche’ no
    metti in circolo il tuo amore
    come quando ammetti non lo so
    come quando dici perche’ no

    In bocca al lupo Laura. In bocca al lupo di cuore.

    1. DaniCor

      Quanto è vero!
      Ma se a vent’anni non si è fiamma, a quaranta uno è cenere.
      Tu invece Fefral hai ancora il fuoco dentro, basta muovere un poco le brace.
      Mi unisco agli auguri a Laura!

  43. Costanza Miriano (nome in codice: Genio Cosmico)
    21 giugno 2011 a 19:58 #
    […] rimaniamo fedeli al principio “fermi e decisi sulle idee, accoglienti e mai giudicanti sulle persone”.

    ‘fortiter in re, suaviter in modo’, lo diceva Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della ‘celebre Compagnia’, come la chiamava Bossuet, quella che una volta, tanto tempo fa, era ‘la schiuma della reazione’
    Stasera il Genio Cosmico è in fase ignaziana, tipo Picasso con la ‘fase blu’. Sarà mai passata dietro Borgo Santo Spirito? Chissà se c’è ancora vento!! 😀

  44. Grozino

    Gentili Signori, sono un visitatore del blog da diverse settimane, non ho l’onore purtroppo di fare parte di questa “piccola comunità di amici” che si definiscono cattolici e che improvvisamente si mostrano turbati e fortemente reattivi verso una nuova penna che si cimenta con coraggio e freschezza.
    Non conosco alcuno di voi nè gli autori del blog, conduco una vita ben diversa dalla vostra, che a quanto vedo viene spesa ampiamente su questo blog. Mi chiedo se abbiate il tempo di ottemperare ai doveri della giornata. Ebbene, permettetemi di restare allibito e di prendere le distanze in toto da tanto livore, da tanta ignoranza, da tanta presunzione, da tanto orgoglio, da fiumi di grettezza e beneamata deficienza, tanto bene manifestati – tra gli altri – dai vari miriam, liana, fefral, alvise, sara porcelli, danicor, alessandro, luigi, paola, azzurra.

    1. Ma dime ti…proprio stamattina mi chiedevo con mio marito se per venire insultati, cè bisogno di venire su un blog….
      Io vi risaluto tutti

  45. Roberto

    Alla fine di questo spargimento di parole (non di sangue, quello no, ché non sta bene)ringrazio Laura, e Antonio. Splendido quel che hai lasciato scritto (probabilmente lo copincollerò a futuro uso e memoria, se mi concedi il copyright 😉 )

    1. Antonio

      Cita la fonte e rendimi partecipe del suo utilizzo. Per il resto vai tranquillo… 😀

    2. Alessandro

      Piace pure a me, Antonio. Mi pare che vada a braccetto con l’omelia di Benedetto XVI che ho postato (in parte) sopra…

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