Ancora in piazza per pregare e non solo per Alfie

di Costanza Miriano

C’è almeno una cosa buona nella storia di Alfie: ci ha fatti alzare in piedi in tanti, ha riempito diverse piazze negli ultimi giorni prima della sua morte, quando chiedevamo che l’Alder Hey rilasciasse il bambino, o almeno che non gli sospendesse alimentazione, idratazione e ossigeno  – Milano, Roma, Torino e non solo. E domani, 9 maggio, nel giorno di quello che sarebbe stato il suo secondo compleanno, ne riempirà molte altre, oltre Milano Roma e Torino:

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Non abbiamo molto, ma sappiamo di essere dalla parte della Verità

di Costanza Miriano

Non sono riuscita a leggere per intero le nuove Linee Guida Tecniche internazionali all’educazione sessuale approvate dall’Unesco. Non perché siano in inglese – è quell’inglese piatto e con pretesa di scientificità che non è difficile da capire neppure per me – ma perché mi fanno venire il mal di pancia. A cominciare dal titolo: “un approccio basato sulle prove”.

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Uteri affittati, ritorno alla schiavitù (replay)

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di Costanza Miriano

Quando ho saputo la prima volta di essere incinta ero davvero una squinternata. Ancora più di adesso, dico subito per chi mi conosce bene, e se lo sta chiedendo. Ero ancora più squinternata, e di parecchio. Eppure sapere di avere una vita dentro di me ha cominciato immediatamente – non si vedeva ancora niente, niente era cambiato, apparentemente, ma io sapevo – un cammino di guarigione, un miracolo di allegria, consapevolezza, paura, responsabilità, terrore, coraggio, un cambiamento che io non controllavo in nessun modo, e che mi ha stupita per la sua irruenza. Uno sconvolgimento radicale di ogni cellula, e insieme la certezza inattesa di essere nel mezzo dell’avventura per la quale ero programmata da sempre. Continua a leggere “Uteri affittati, ritorno alla schiavitù (replay)”

Uteri affittati, ritorno alla schiavitù

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di Costanza Miriano

Quando ho saputo la prima volta di essere incinta ero davvero una squinternata. Ancora più di adesso, dico subito per chi mi conosce bene, e se lo sta chiedendo. Ero ancora più squinternata, e di parecchio. Eppure sapere di avere una vita dentro di me ha cominciato immediatamente – non si vedeva ancora niente, niente era cambiato, apparentemente, ma io sapevo – un cammino di guarigione, un miracolo di allegria, consapevolezza, paura, responsabilità, terrore, coraggio, un cambiamento che io non controllavo in nessun modo, e che mi ha stupita per la sua irruenza. Uno sconvolgimento radicale di ogni cellula, e insieme la certezza inattesa di essere nel mezzo dell’avventura per la quale ero programmata da sempre. Continua a leggere “Uteri affittati, ritorno alla schiavitù”

La questione del cognome, un attacco alle radici

di Costanza Miriano 

Adesso, che sia io a difendere l’importanza, il valore, la sacralità del nome è davvero surreale. Io i nomi me li dimentico qualche decimo di secondo dopo averli sentiti, senza battere ciglio. A volte non li sento neanche mentre me li stanno dicendo, tutta presa come sono dall’osservare le facce, per cercare di carpire i segreti più profondi – sarà felice? – da una piega della palpebra, dalla postura. Non mi ricordo un generale, un presidente, una città neanche se mi pagano; attraverso sale piene di gente con un sottile senso di panico, studiando formule generiche e il più possibile vaghe – “eh, che bello, era tanto che mi chiedevo come stessi”; “ti ho pensata” – per prendere tempo nella speranza di ricordarmi come cavolo si chiama quella persona che lo so, ne sono certa, io conosco bene, benissimo. Continua a leggere “La questione del cognome, un attacco alle radici”

Alla fiera dell’assurdo

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di Andrea Torquato Giovanoli

Cioé: fatemi capire una cosa.
Mi volete dire che “più eterologa per tutti” significa che, ad esempio, uno come me, che è sano, bello e intelligente (oltreché simpaticissimo, umile e modesto), potrebbe andarsene in giro a spargere il suo magnifico seme in provette di mezz’Europa e magari verrebbe, in qualche caso, persino pagato per farlo? Continua a leggere “Alla fiera dell’assurdo”

Censurato in Francia il video dei ragazzi Down felici

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di Costanza Miriano

Essersi dati un codice di autoregolamentazione verbale piuttosto rigoroso – ho un bonus parolaccia annuale, ma si sappia che conservo una zona franca in macchina quando guido da sola, e in casi estremi posso insultare automobilisti creativi o anche il destino cinico e baro nei giorni no – ti costringe a uno sforzo espressivo molto maggiore di quello che faresti approfittando del semplice turpiloquio. Ci si mette di più a descrivere il gesto davvero ignobile di quello che salta la fila, se non puoi dire “anvedi sto …” È anche un pelino meno efficace, lo ammetto, dire “trovo opportuno rispettare l’ordine di arrivo”, reprimendo il vaffa che giace sopito dentro di te. Continua a leggere “Censurato in Francia il video dei ragazzi Down felici”

Tre tre, giù giù

marx

di admin

L’ultima frontiera è sparita, l’ultimo muro finalmente abbattuto: la giostra di ovuli venduti, uteri affittati e spermatozoi in comodato d’uso ha sancito la fine del romano principio per cui Mater semper certa est, e ora le donne si ritrovano a condividere l’amletico destino del pater autem incertus. La perfetta parità tra uomo e donna è raggiunta, segno X dunque, non vince nessuno, perde solo il buonsenso, ma tanto era già moribondo. E quasi per un gioco del destino è proprio un caso romano, quello dell’ospedale Pertini, ad aver sbattuto in prima pagina e in faccia agli italiani questa nuova fantastica realtà.

Ma l’ingegneria genetica è già pronta ad offrirci nuovi piccoli passi che diventeranno balzi da gigante per l’inumanità; Continua a leggere “Tre tre, giù giù”

Mio padre si chiama donatore

di Raffaella Frullone  
 «Ho passato anni della mia infanzia a fantasticare su di lui. Costruivo castelli sulle poche cose che sapevo: capelli biondi, occhi azzurri, laureato. Giorni frenetici e notti insonni passate a immaginare il suo carattere, le sue passioni. “Forse era un musicista, come me”, mi dicevo, “forse era un’artista squattrinato, per questo l’ha fatto,  aveva bisogno di soldi”. Poi ho scoperto che il donatore numero 81 era un professionista affermato, un medico che si definisce credente. Il mio padre biologico».