La felicità delle donne, più forte delle bugie

di Costanza Miriano

Al Corriere della sera sono volute 1500 interviste a italiani dai 18 ai 75 anni per scoprire l’acqua calda: “la donna è soddisfatta se ha figli”. E’ questo il primo risultato del lavoro dell’ufficio ricerche del Corriere della sera/ 27Ora che si concluderà a settembre con l’evento il Tempo delle donne, quest’anno dedicato alla felicità. Per me, personalmente, la notizia non è questa: sono certa del fatto che ogni persona trova la sua vita quando la dà, la donna in un modo speciale, rispetto all’uomo, totalmente costitutivo di se stessa.

Lo so perché lo so per me, e lo so perché ho incontrato ormai un’infinità di donne in tutta Italia, e con tante ci siamo aperte il cuore a vicenda. Per me dunque la notizia non è questa, ma il fatto che le donne nonostante decenni di propaganda in senso contrario continuino a riconoscere la propria verità, e che lo dica addirittura il Corriere, ormai fanzine di un certo femminismo militante lgbt (quello che non trova offensivo per le donne l’utero in affitto).

Eppure il femminismo in un certo senso era partito bene. Aveva dato voce al sacrosanto desiderio femminile di libertà – la donna più dell’uomo è insofferente e ribelle alle regole, perché le regole incasellano la vita, e invece la vita che le donne maneggiano con più passione degli uomini, è eccezione, perché è unica -; aveva soprattutto dato voce al desiderio di ogni donna di essere guardata, riconosciuta, valorizzata. Il problema è che la terapia è stata sbagliata, perché sbagliata è stata la diagnosi. Non è che gli uomini siano cattivi, e le donne vittime della loro prepotenza. È che uomini e donne sono entrambi feriti dal peccato, allo stesso modo, e imparare ad amare, per entrambi, è un lungo cammino di conversione irto di ostacoli. Rifiutare la femminilità per cercare di ribellarsi all’oppressione maschile è una bugia talmente grossa che non trovo le parole. Eppure continuo a cercarle, perché nel frattempo le donne occidentali se la sono bevuta. Hanno smesso di fare figli, comunque li fanno sempre più tardi e meno di quanti ne desidererebbero, e scoprono la verità – “sono felici se hanno figli” – solo se fortunate, nonostante siano spinte in senso contrario in tutti i modi, e sin da quando sono piccole. Devono percorrere uno slalom tra gli ostacoli – contraccezione, liberazione sessuale, uomini sempre meno disponibili a fare i padri, obbligo sociale di affermarsi e realizzarsi prima di ogni altra cosa – e se ce la fanno alla fine approdano a quello che le nostre nonne sapevano già.

Certo, a volte il destino era subito passivamente, e io ringrazio le donne che mi hanno aiutata a pensare la mia vita come una libera scelta e non come una condanna. Ma non le ringrazio per tutte le bugie che mi hanno detto, prima di tutto perché hanno parlato del diritto a uccidere i nostri bambini come di una conquista. Chissà, magari qualcuna di loro oggi, da vecchia, sta facendo un bilancio della sua vita. Le più coraggiose avranno il coraggio di ammettere che hanno sbagliato tutto, ma sono pochissime, pochissime eccezioni. Per la maggior parte delle persone ammettere di avere sbagliato tutto nella vita è troppo doloroso. Meglio continuare a difendere l’errore piuttosto che ammettere di avere sbagliato. Meglio dare la colpa alla società patriarcale che dire “sono stata una deficiente, non ho avuto figli, ho abortito, mi sono persa in relazioni che avrebbero potuto essere diverse”. È difficile ammetterlo.

Eppure io l’ho vista Emma Bonino con gli occhi lucidi mentre parlava con la mia caporedattore, prima di una trasmissione, e raccontava di quando aveva avuto, se ricordo bene per un breve periodo, due bambine in affido. Erano passati tanti anni, e ancora si commuoveva a parlarne. Chissà cosa le aveva toccato il cuore in quel periodo di maternità, seppur non biologica, qualcosa di così struggente, seppur durato poco, che ancora la faceva piangere a distanza di anni. Chissà quali bugie si deve raccontare quella donna per non pensare che è responsabile della morte di milioni di bambini, il grande genocidio italiano, solo una parte del più grande genocidio mondiale (a quando un giorno della memoria?). Avevo una collega a cui se dicevo una cosa del genere mi tirava le cassette… eppure io sapevo che quella rabbia nascondeva il dolore di essere stata fregata da una colossale bugia. Meglio arrabbiarsi con me che pensare di avere sprecato la propria vita mancando il bersaglio della felicità.

Il punto è sempre quello: credere che chi ci ha creati ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi, e la chiamata a dare la vita – l’albero della vita nel Giardino dell’Eden – è a nostra disposizione per la nostra felicità, non è una trappola per fregarci, come sostiene il serpente, che ci ha convinti a tenerci stretta la nostra vita, a non darla a nessuno, per lasciarci poi con un pugno di nulla nelle mani chiuse.

48 pensieri su “La felicità delle donne, più forte delle bugie

  1. “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.”….

  2. Luigi

    “Eppure il femminismo in un certo senso era partito bene. Aveva dato voce al sacrosanto desiderio femminile di libertà – la donna più dell’uomo è insofferente e ribelle alle regole, perché le regole incasellano la vita”

    E quindi il femminismo non era partito bene 😀
    Perché va ricordato come il primo atto di insofferenza femminile verso le regole avvenne nel Giardino dell’Eden…
    Lo scrive anche santa Teresa della Croce, come nella donna

    “L’orientamento verso il tutto porta facilmente alla dispersione delle forze, alla ripugnanza per la disciplina concreta richiesta dalle singole attività, alla brama superficiale di interessarsi di ogni campo. […] Un buon mezzo naturale che si oppone a tutti i difetti tipici della femminilità è il lavoro sistematico e positivo. Esso esige di per sé una limitazione dell’esagerato interesse per ciò che è personale; elimina la superficialità, e non solo nell’ambito preciso dell’attività da lei svolta, perché favorisce in genere la repulsione a ogni superficialità; esige la subordinazione a norme oggettive [altrimenti dette regole, nota mia] ed è perciò esercizio di obbedienza.”

    “e invece la vita che le donne maneggiano con più passione degli uomini”

    Non è che gli uomini, in media, abbiano meno passione per la vita delle donne.
    È che la loro passione si estrinseca in altri ambiti e con altre modalità.
    Sempre per dirla con le parole della santa martire di Auschwitz, campo principe dell’agire maschile è non il donare la vita, ma il lottare per essa.
    E nella lotta per la vita gli uomini mettono passione al calor bianco, se mi è concesso dirlo in questi tempi di odio antivirile; ma è passione al maschile, per cui magari può sembrare meno “appassionata”.

    E infine l’ultimo appunto:

    “[Il femminismo] aveva soprattutto dato voce al desiderio di ogni donna di essere guardata, riconosciuta, valorizzata”

    No, su questo proprio non ci siamo 😀
    Il femminismo, di questo desiderio, non sa che farsene; perché il femminismo è odio, e non può accettare nulla che sia buono e dolce.
    Ha infatti parodiato tale desiderio, trasformandolo nell’altro difetto principe delle donne: “vanità, brama di lode e di riconoscimenti, sfrenata smania di intromettersi” (sono sempre parole di Edith Stein).

    Come ammoniva padre Tomas Tyn, ogni donna va riguardata come fosse la santa vergine Maria. Il femminismo ha invece concesso a ogni uomo licenza di fare l’opposto.
    Le prime vittime del femminismo non sono gli uomini, ma le donne.

    Ciao.
    Luigi

    P.S.: io spero si comprenda che non ho il minimo intento polemico. Ma se così non fosse, si cancelli il messaggio senza problemi!

    1. MenteLIbera65

      Luigi non ti viene mai il dubbio che nei secoli gli uomini abbiano contribuito alla nascita del femminismo estremo, abusando della loro posizione dominante e creando i presupposti perchè lo stesso potesse attecchire nella società femminile ?
      E’ possibile che ogni evento sociale e sociologico (siano le varie rivoluzioni, sia il femminismo, etc etc) venga giudicato come “nato da se stesso” , e non invece generato anche in reazione ad una situazione precedente evidentemente squilibrata ?
      Sei proprio sicuro che gli uomini nei secoli abbiano praticato quel rispetto ed amore per la donna ? Stupri, violenze gratuite o psicologiche, ubriacature, esclusione dai gangli decisionali della società, mala sopportazione della cultura femminile, sono una leggenda ?
      Io penso che bisognerebbe essere più seri nell’analizzare la storia e la società, altrimenti certi fenomeni si riproporranno all’infinito, e soprauttto con estremizzazioni contrarie.

      “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
      22Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.
      25E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, 27al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata. 28Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso.”

      Questo brano va applicato TUTTO, sia nella prima che nella seconda parte. Ed amare non significa “possedere”, ma dare la vita per l’altro. Se veramente si pensa che nei secoli gli uomini abbiamo costantemente o correttamente applicato questa parola , allora davvero pensiamo di vivere nel paese dei balocchi….

      1. exdemocristianononpentito

        Beh….io CREDO che la risposta di Luigi, possa desumersi da alcune affermazioni contenute in molti suoi post. Infatti Luigi, lamenta che con il 68 si è contestata anche (e forse sopratutto) l’autorità della logica classica (che per lui è l’unica logica possibile) e, questa, per lui, è stata, in prospettiva_ la cosa più grave di tutte.
        Siccome,poi, per la logica aristotelica_ ossia classica, bisogna scegliere fra bianco e nero, fra si e no, l’ipotesi che colui che si assume aver torto possa avere ragioni e giustificazioni, è inaccettabile, perché, in caso contrario, la ragione, e quindi, la verità, starebbe un po’ di qua e po’ di là, e ciò è inammissibile per la logica classica, rigidamente intesa.
        Si potrebbe obiettare che la logica classica è raccomandata e promossa dalla Chiesa, ma non mi risulta però che il Magistero infallibile l’abbia indicata come parte indefettibile della Fede cristiana, cui obbligatori ma aderire.
        Ma il discorso sarebbe lungo.
        Questa è solo una mia opinione, poi spetta a Luigi rispondere.

        1. Luigi

          Fammi capire, ex DC: il fatto che nell’età borghese le donne siano effettivamente state messe in un angolo (perché prima le cose erano decisamente differenti, in generale) giustifica in un qualche modo l’aborto legale?
          Perché questo è il nocciolo del problema, quali che siano le tue opinioni sulla logica classica e su san Tommaso d’Aquino.
          E non lo dico io, lo dice santa Teresa di Calcutta…

          1. exdemocristianononpentito

            Veramente il discorso non verteva sull’aborto in particolare, ma più in generale, sui ruoli dell’uomo e della donna nell’ambito della famiglia e del consorzio sociale di cui fanno parte.
            Poi non è che solo nell’età borghese il ruolo della donna sia stato subalterno.

            1. exdemocristianononpentito

              PRIMA dell’età borghese non c’è stato solo il medioevo, ma pure l’età antica (che magari è durata un pochino di più).
              E poi anche per il medioevo, è pacifico che debba essere rivalutato, ma le opinioni della Pernoud, a me, sembrano proprio esagerate (mi sembra che ne abbiamo già discusso).

            2. Luigi

              “Veramente il discorso non verteva sull’aborto in particolare”

              Questo lo dici tu, per giunta contraddicendoti.
              Come ricordato, santa Teresa di Calcutta aveva altro pensiero: quando si permette a una madre di uccidere il suo stesso figlio, si permette tutto.
              Tutto.

              Anche ai tempi delle mie ubbie liberali – nessuno nasce imparato – non ho mai considerato lecito e legittimo l’aborto.
              Lo ritenevo, però, un problema fra i tanti.
              È solo con la Rete, una quindicina di anni fa, che ho compreso davvero cosa significhi. Uno può fare tutte le riflessioni di questo mondo, ma quando impatta per la prima volta nelle foto dei corpicini dei bambini abortiti nulla è più come prima.

              L’aborto non è un problema fra tanti: la droga, il gender, la Grande Sostituzione… no, l’aborto è IL problema. Lo diceva anche san Pio da Pietrelcina, se non vado errato: nessun può rendersi conto di quali grazie si avrebbero con un solo giorno senza aborto.
              Uno solo.

              Perché ti contraddici?
              Perché hai scritto: “l’ipotesi che colui che si assume aver torto possa avere ragioni e giustificazioni, è [per Luigi] inaccettabile”

              Ora, l’aborto legale è la massima conquista del femminismo.
              In nessun altro campo la lotta femminista raggiunse la virulenza manifestata nel perseguire questo obiettivo. Emma Bonino, Grande d’Italia, ne è l’esempio.
              Quindi, se tu ritieni che il femminismo avesse delle giustificazioni, io ho tutto il diritto di domandarti se la subalternità femminile nell’età delle rivoluzioni giustificasse l’aborto.
              (En passant, temo che tu non abbia risposto…)

              “PRIMA dell’età borghese non c’è stato solo il medioevo, ma pure l’età antica (che magari è durata un pochino di più).
              E poi anche per il medioevo, è pacifico che debba essere rivalutato, ma le opinioni della Pernoud, a me, sembrano proprio esagerate (mi sembra che ne abbiamo già discusso).”

              Infatti più giù ho scritto: “le prime vittime dell’emancipazione sono state le donne, oggi Infelici come mai nella Storia, dopo la nascita di Cristo.”
              Quanto a Regine Pernoud, continua a ostinarsi a essere una dei più grandi medievisti del Novecento.
              Le sue “opinioni”, in materia, hanno perciò peso forse maggiore delle mie o delle tue.

              Ciao.
              Luigi

              1. exdemocristianononpentito

                Quando mai avevo parlato dell’aborto nei post precedenti? Dov’è che mi sarei contraddetto?
                Io intendevo riferirmi alla condizione della donna in generale ed al suo rapporto con l’uomo. Non pensavo all’aborto in particolare.
                No, la condizione femminile antecdente non giustificava l’aborto, ma la storia insegna che quando parte un moto violento di cambiamento, gli avvenimenti spesso prendono una piega imprevedibile e distruttiva, perché come si è detto la ragione non sovrintende alle determinazioni umane.
                Certamente se colui che è stato lungimirante quando la rivoluzione femminista si è messa moto, lo fosse stato, tanto tempo prima, nell’impostare i rapporti fra i sessi in modo più conforme alle indicazioni dello scritto paolino sopra riportato, i cambiamenti sarebbero avvenuti nel senso migliore del termine, conservando il buono che c’era nel passato.
                Se qualcuno più preveggente avesse detto: “le donne nella società che si sta profilando, non sopporteranno per sempre la situazione in essere. Facciamo qualcosa prima che gli avvenimenti si mettano in moto”
                Ricordiamoci sempre di quello che dice il conte zio,: “principiis obsta”.
                Il miglior sistema di impedire reazioni esplosive ed incontrollate è quello di impedire che si creino i presupposti che daranno origine alla situazione, che a sua volta, darà origine a quelle reazioni.

      2. Luigi

        Se hai qualche obiezione nel merito, esponila.
        Agli “straw man arguments”, siano tuoi o di Exdemo, non ho invece tempo da dedicare.

        Purtroppo rimane alquanto sullo sfondo il fatto – che perfino la “Fanzine della Sera” ha dovuto ammettere, pur a denti stretti – che le prime vittime dell’emancipazione sono state le donne, oggi Infelici come mai nella Storia, dopo la nascita di Cristo.

        Se tu avessi un po’ meno attenzione e riguardo per l’ideologia e un poco di più per la realtà, forse te ne saresti accorto. Forse.

        Non si vive bene, nel livore e nell’odio. E ancora meno bene si vive, venendo meno alla propria missione.
        Infatti, più le donne si immergono nell’odio antivirile e nel dimenticare la propria missione, più stanno male.
        Evidentemente è il tuo obiettivo, questo. Ma non è il mio.

        Ciao.
        Luigi

        1. exdemocristianononpentito

          Che le donne di oggi siano più infelici di quelle del passato, non mi sembra cosa tanto facile da valutare (quali parametri? Abbiamo conoscenze talmente accurate di storia DEL QUOTIDIANO da formulare un giudizio del genere? E per un periodo di tempo così lungo?).
          Ma a prescindere da questo, che le donne siano andate a “star peggio” con il 68, il femminismo, l’emancipazione ecc., lo possiamo dedurre col senno di poi.
          Ma allora, non avendo il dono della preveggenza, le ” interessate” non potevano saperlo e, sicuramente se hanno lottato tanto strenuamente per cambiare lo status quo ante, prima, non dovevano stare tanto bene.
          Certo se avessero potuto saper prima il futuro, avrebbero agito diversamente.
          Ma questa potere non era loro stato dato.

          1. Ma allora, non avendo il dono della preveggenza, le ” interessate” non potevano saperlo e, sicuramente se hanno lottato tanto strenuamente per cambiare lo status quo ante, prima, non dovevano stare tanto bene.
            Certo se avessero potuto saper prima il futuro, avrebbero agito diversamente.
            Ma questa potere non era loro stato dato.

            Veramente è una considerazione fuori dalla realtà: potrebbe essere valida se sulla Terra ci fosse stata l’unanime opinione che le varie rivoluzioni che stavano mettendo in campo sarebbero state il sol dell’avvenir. Ma non è così: perché c’era un sacco di gente che diceva che sarebbe vissuta male, e un sacco di questa gente era nella Chiesa Cattolica. Ovviamente è stata bollata come “retrograda”, “reazionaria”, eccetera, e non è stata ascoltata. Ma lo spirito di profezia c’è stato. Quindi, niente scuse: chi non l’ha ascoltato ne è responsabile.

            Il tuo discorso è incredibilmente assurdo: sembra che i destini degli uomini siano in mano al caso, o al “trial & error”, come se il Padreterno non si preoccupasse mai di mandare persone illuminate a guidare gli altri nelle difficoltà. Ma sei sicuro di essere cattolico?

            1. exdemocristianononpentito

              Ma le interessate non ci si riconoscevano più nella Chiesa cattolica, ma, anzi, la ritenevano responsabile dello stato, non gradito, in cui versavano.
              E il fatto che fossero proprio i cattolici ad opporsi al cambiamento suffragava ai loro occhi la tesi suddetta.
              A freddo e dopo tanti anni si parla bene, ma sul momento_ nella temperie degli accadimenti le decisioni non vengono prese tanto razionalmente.
              Ammesso e NON CONCESSO, che la ragione sovrintenda alle determinazioni umane.
              Il Padreeterno manda gli uomini nel momento giusto a parlare, ma la storia ha dimostrato che vengono ascoltati solo “talvolta” non “sempre”.
              Del resto il Padreterno, tramite s.,Paolo, aveva dato indicazioni precise (già evidenziate da mentelibera) che se fossero state applicate in ogni sua parte, i rapporti fra i sessi sarebbero stato meni conflittuali e non sarebbero sopravvenute “reazioni incontrollate”.
              Stai tranquillo: se c’è una situazione conflittuale che dà luogo a reazioni violente_ qualche errore è stato fatto anche PRIMA nel determinare la situazione a monte.

          2. Luigi

            “Che le donne di oggi siano più infelici di quelle del passato, non mi sembra cosa tanto facile da valutare (quali parametri? Abbiamo conoscenze talmente accurate di storia DEL QUOTIDIANO da formulare un giudizio del genere? E per un periodo di tempo così lungo?).”

            Dimentichi che le nostre chiacchere sono solo i commenti in calce a un post del blog di Costanza Miriano.
            Non vorrei aver dato l’impressione, per averne criticato un breve passo che non mi convinceva, di non aver letto il resto.
            Dove troviamo queste ottime parole:

            “Rifiutare la femminilità per cercare di ribellarsi all’oppressione maschile è una bugia talmente grossa che non trovo le parole. Eppure continuo a cercarle, perché nel frattempo le donne occidentali se la sono bevuta. Hanno smesso di fare figli, comunque li fanno sempre più tardi e meno di quanti ne desidererebbero, e scoprono la verità – “sono felici se hanno figli” – solo se fortunate, nonostante siano spinte in senso contrario in tutti i modi, e sin da quando sono piccole.”

            Come può essere felice un essere che rifiuta la propria natura?
            Come scrive sempre Edith Stein, “la donna è conformata per essere compagna dell’uomo e madre degli uomini.”
            Questa è la natura che il buon Dio le ha dato.
            Non ti accorgi che invece tutto, tutto, nella nostra società è volto a far sì che tale natura venga sistematicamente deturpata? Prima volendole nemiche agli uomini, e poi infanticide di massa.

            Ma le vedi, le donne, in giro? Per la strada, in coda alle poste, sui treni? Non ti accorgi di quale carico di dolore inespresso e incompreso sono gravate? Di quanti piccoli e meschini succedanei – i cosmetici, gli psicofarmaci, la palestra, lo shopping, l’alcool, uozzap, la carriera, il silicone, lo stile da peripato – si droghino per cercare di dimenticare e stordirsi? Ti sei accorto di come quasi non sorridano più, nella maggioranza dei casi riducendosi a mostrare la dentatura, come bestie braccate?
            Ma non avete – tu, Mente Libera, Grasso e tutti gli altri – un po’ di pietà, invece di continuare a confermarle nell’errore che le (e ci) perde?

  3. Orietta Tunesi

    D’accordo con il giudizio sul valore della vita, naturalmente!
    Mi viene però un domanda: qual è la vera vocazione di una donna, una delle vocazioni possibili: la coniugalità, il matrimonio, o la maternità?
    Capita, specialmente nelle riunioni tra donne, che quando ci si presenta si dice il numero di figli, senza che sia chiesto, come se il fatto di aver figli desse uno statuto speciale alla donna. Non mi pare che sia così: la maternità è anzitutto un dono, non un merito!
    E la maternità non coincide necessariamente con la gravidanza e il parto (anche se sono momenti splendidi, i periodi più belli della mia vita, del resto). Pensiamo alle donne consacrate, alle suore o alle monache, che vivono la maternità nei confronti dell’umanità intera, per esempio.

  4. quello che scrivi Costanza è giusto e santo…..quello che però a volte vorrei urlare è che molte ragazze-donne all’inizio della loro vita sessuale non pensano ad avere figli…ti parlo della mia esperienza di uomo che ha avuto donne nella sua vita….donne con cui ha fatto sesso…tutte donne che avrebbero voluto avere figli…si…ma non subito… prima un po’ di libertà e divertimento…poi si mette la testa a posto….ho avuto ragazze che avrebbero voluto tanti bimbi… ma non subito…. ed allora giù con la pillola….giù con il coito interrotto…. se qualche ragazza si trovava incinta, per me era naturale dire : beh che problema c’è? conosco un dottore compiacente che sistema tutto…. e si abortiva… io seguivo Pannella e non credevo… ho votato per il divorzio e per l’aborto… volevo la libertà di essere e fare e per me era naturale pensare così…. non voglio giustificare chi ancora la pensa così …. diciamo che la colpa di questo modo di pensare è nostro…di noi che ci chiamiamo cristiani ma non facciamo nulla per avvicinare gli altri a Cristo…. Quando ero così sballato, nessuno mi ha mai detto che stavo sbagliando…. nessuno mi ha mai detto che non ero libero e quella che io vedevo come libertà era invece una catena che mi legava ai miei vizi…… Ora vorrei tornare indietro per rimediare a tutte le cavolata fatte, ma so che non si può…. però ho imparato una cosa, stando ai piedi di Gesù…..amare tutti , anche con i loro difetti….. anche Emma….già anche lei con tutto i peso dei suoi difetti….e sperare che alla fine cambi ….. è antipatica, brutta, strana, ma Gesù si e’ fatto uccidere anche per lei …ed è preziosa ai Suoi occhi….per cui deve essere preziosa anche ai nostri… Amiamo i peccatori e odiamo il peccato……. mi sa che ho scritto troppo…..scusami…

  5. vale

    risposta a spinola su alfie:

    @spinola
    ma sono quelle stesse agenzie che dipendono da un organismo che ha inventato la sostituzione di popolazioni?
    e come potrebbero attuarla tale sostituzione, che è sostanziale alla cancellazione degli stati-nazione che sono l’unico baluardo ad un governo mondiale e globale ( con pure la nuova religione globale – vedi a.m. valli nel suo ultimo libro “come la chiesa finì” ) se in occidente continuassero a nascere bambini?

    http://www.un.org/esa/population/publications/migration/migration.htm

    1. Antonio Spinola

      @vale (su alfie)
      “ma sono quelle stesse agenzie che dipendono da un organismo che ha inventato la sostituzione di popolazioni?”
      Si, purtroppo sono le stesse. Sono le agenzie che piacciono tanto ai “democratici” – ça va sans dire – perché si occupano solo della fame della sete e della giustizia politicamente corrette…

  6. Procopio

    Non e’ solo la donna ad essere soddisfatta quando ha i figli. Ho compreso solo nel momento in cui sono diventato padre che cosa vogliono dire le parole di S. Giovanni della Croce “e come un bambino stanco ora voglio riposare …e lascio la mia vita a Te”. La famiglia ridona l’alterita’ in un mondo io-centrico. Per questo credo, come il buon Luigi, che il femminismo sia stato una risposta sbagliata ad una domanda sbagliata: concepisce il rapporto uomo donna come conflittuale in una cultura, quella americana, che tende a porre il conflittuale come chiave di volta della societa’.
    Vedo il mio amico che si e’ sposato con una ragazza madre di un figlio disabile ed ad un tratto l’ottimismo torna.

  7. Bene…io penso che la donna va amata…molti uomini non hanno compreso la vocazione della donna, molto per ignoranza oppure per il loro comodi…..ect…..

    La donna è la culla della vita, è tenerezza, compassione, ma non sempre il maschio lo percepisce, ma fa danni, perché pensa solo a lui.

    Non è una bella cosa, e non porta frutti di vita…..se ne senti ogni giorno quanto la donna ancora oggi, è oppressa da questa attitudine maschilista….donne uccise e passo……

    Certo esisti uomini che sanno amare con rispetto la donna vice versa…..ma ahimè non è universale …..ne anche oggi……forze sono andato fuori tema…….pazienza…sono fatta cosi….

    1. Luigi

      “Non è una bella cosa, e non porta frutti di vita…..se ne senti ogni giorno quanto la donna ancora oggi, è oppressa da questa attitudine maschilista….donne uccise e passo……”

      In Italia, per ogni donna uccisa da un uomo ci sono quasi 1000 bambini assassinati dalle loro stesse madri. Non penso che all’estero i dati siano molto diversi.
      Direi perciò che moltissime donne sono le prime, a non aver compreso la propria vocazione.
      Altro che “tenerezza e compassione”!

      Come scrive Costanza:
      “Non è che gli uomini siano cattivi, e le donne vittime della loro prepotenza. È che uomini e donne sono entrambi feriti dal peccato, allo stesso modo, e imparare ad amare, per entrambi, è un lungo cammino di conversione irto di ostacoli.”

      Come è noto, però, il cammino di conversione è profondamente personale.
      Cercare capri espiatori è comodo, soprattutto quando sono porti su un piatto d’argento dal sistema di pensiero dominante, ma serve a ben poco.

      Ciao.
      Luigi

  8. Pingback: La felicità delle donne, più forte delle bugie | Sopra La Notizia

  9. fra' Centanni

    Se mi è consentito… altrimenti pazienza, non ha nessuna importanza.
    https://costanzamiriano.com/2018/03/09/un-importante-e-autorevole-contributo-sulla-vicenda-alfie-evans/#comment-135196

    In effetti mi pareva parecchio strano che BXVI cantasse le lodi di papa Francesco; anzi, addirittura che sottolineasse la continuità tra il suo papato e quello di papa Francesco. Ecco qua, tutto spiegato:
    http://www.lanuovabq.it/it/benedetto-xvi-francesco-e-il-giallo-della-lettera

    Avevo provato a rispondere, ma dopo aver pubblicato la risposta, venivo avvisato che i commenti erano ormai chiusi. Pazienza, mi ero detto, vuol dire che è meglio ch’io taccia. Poi, stamani, ho visto il gustoso articolo di Cascioli e la tentazione di tornare sull’argomento è stata troppo forte.

    1. Resta il fatto che il testo della lettera di Benedetto XVI è questo (e non sto ad evidenziare in grassetto quanto è detto chiaramente):

      Benedictus XVI
      Papa Emeritus

      Rev.mo Signore
      Mons. Dario Edoardo Viganò
      Prefetto della
      Segreteria per la Comunicazione

      Città del Vaticano
      7 febbraio 2018

      Reverendissimo Monsignore,

      La ringrazio per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l’allegato dono degli undici piccoli volumi curati da Roberto Repole.

      Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi.

      I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.

      Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.

      Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente.

      Suo,

      Benedetto XVI

      Poi tu e Cascioli e chi vuole può accodarsi a tutte le dietrologie che volete, ma sul tuo commento d’origine ribadisco quanto ho scritto:
      https://costanzamiriano.com/2018/03/09/un-importante-e-autorevole-contributo-sulla-vicenda-alfie-evans/#comment-135196

  10. vale

    @bariom

    come te non penso che sia “digiuno” di teologia, epperò:
    gli undici libretti non sono teologia scritta dal Papa. ma valutazioni teologiche date da teologi di varii posti che interpretano le linee teologiche del pontificato.

    se le persone che sceglie per vari posti importanti sono come Viganò, possiamo dire, senza incorrere nel delitto di lesa papità , che non ha una mano particolarmente felice visto il servizio che gli rendono?

    .

    1. La questione fondamentale – indipendentemente dall’ultimo “scoop” – è la seguente: se Ratzinger dicesse che il sole è verde, il sole non diventerebbe verde. La situazione della Chiesa è oggettivamente drammatica ed è sotto gli occhi di tutti. Caffarra disse che solo un cieco potrebbe non accorgersene, e pure Ratzinger recentemente lo ha detto con altri termini. E la responsabilità non può non essere di chi ne è al vertice. Questo chiude la questione.

      Per quanto riguarda lo “scoop”, la manipolazione della lettera è evidente, visto che era molto breve e non c’era motivo logico per omettere l’ultimo paragrafo. Ha solo senso commentare sulla figuraccia che ha fatto Viganò (e non lo scrive solo Cascioli). Non è la prima volta che il Minculpop della Santa Sede ci fa una figura barbina e non sarà l’ultima. Il che dimostra solo che non ha senso commentare questi “scoop”. Valgono i fatti e la cronaca giornaliera delle miserie della neochiesa.

      1. Quindi in questo caso, in cui bada bene Benedetto XVI, non ha parlato della situazione della Chiesa, ma della figura di Papa Francesco (e da lì eravamo partiti), è Benedetto che ha le traveggole…

        Per il resto io Viganò non l’ho neppure nominato.

        1. @Bariom
          Benedetto ha semplicemente risposto in modo cortese e formale ad una lettera privata (tra parentesi, vorrei capire se anche la risposta doveva rimanere privata), di fatto declinando l’invito a scrivere una sintesi di quei libri perché non di suo interesse. Non ha praticamente nessuna rilevanza pubblica, dovremmo tutti smetterla di prestare questo livello di attenzione a comunicazioni minime. Ovviamente la colpa è di chi le strombazza (per questo Viganò è l’unica cosa significativa, in negativo, di questo episodio),

      2. MenteLIbera65

        Caro Fabrizio, la tua è una visione tutta umana della situazione della Chiesa.
        Tu, come molti, pensi che la vittoria finale della Chiesa debba venire dalla somma di tante “vittorie” parziali.
        Ignori la storia della salvezza del popolo di Israele, che da quando ha lasciato l’Egitto è passato attraverso mille vittorie e sconfitte e crisi, tutte all’interno di un progetto di costruzione voluto da Dio (esodo infinito nel deserto, terra promessa, esilio in babilonia, etc etc). Tutta pedagogia per quel popolo e per noi oggi.
        Quello che per l’uomo è un momento di crisi, magari per Dio è sempicemente un momento preparatorio per una fase successiva. La fede infatti conta nella azione dello spirito santo, che ti porta magari dove tu non vorresti andare. Siamo disponibili noi a lasciarci trasportare?
        Il nostro compito, più che pensare alla cattolicità della Chiesa o del Papa, è preoccuparci di essere cattolici noi stessi, vivendo le scelte della vita in modo cattolico e dando quella testimonianaza nei fatti concreti di tutti i giorni, più che nelle parole e nei formalismi.
        Il resto non dipende da noi.

    2. @vale.

      io posso anche concordare su varie cose, ma tutte queste a mio giudizio non consentono ad un qualunque Fra’ di esprimersi come si è espresso, ma dato che si è espresso, credo debba essere concesso anche a me di rispondergli come gli ho risposto.
      Punto.

      1. fra' Centanni

        Che papa Francesco potrebbe davvero essere il papa peggiore della storia, questa è la mia opinione che, ovviamente, potrebbe essere sbagliatissima. Però non è un’offesa, è semplicemente la sintesi di una valutazione su ciò che papa Francesco pretenderebbe di insegnare o dire su temi come l’ecologia, le migrazioni, l’omosessualità; in una parola, il suo aperto favore verso il mondialismo.

        Poi però ci sono anche le cose che pretende di insegnare in materia di morale e di fede, che lasciano semplicemente esterrefatti. Qui sotto Marco Tosatti ne da una breve rassegna.
        https://www.marcotosatti.com/2018/03/05/padre-paolo-siano-papa-obbedienza-infallibilita-il-caso-dei-francescani-dellimmacolata/comment-page-1/
        Ecco un estratto.
        Circa l’attuale Pontefice chiediamoci se è infallibile quando ad esempio :
        1) dice ai fedeli argentini che non bisogna andare a convincere qualcuno a farsi cattolico (cf. L’Osservatore Romano, 08 agosto 2013, p. 8);
        2) dice a Eugenio Scalfari che ciascuno ha la sua idea di bene e di male ed è sufficiente indurlo a procedere verso quello che lui ritiene bene (cf. Papa Francesco, Interviste e conversazioni con i giornalisti, A cura di Don Giuseppe Costa SDB, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2014, p. 97);
        3) dice ancora a Scalfari che non esiste un Dio cattolico, esiste Dio e basta, e Gesù è la Sua incarnazione (cf. ivi, p. 109);
        4) dice a giovani cristiani e musulmani (Parrocchia S. Cuore, Roma 19 gennaio 2014) che devono condividere (la fede), gli uni con la Bibbia e gli altri con il Corano… che l’importante è andare avanti e che «uno solo è Dio, lo stesso»;
        5) dice (il 06 gennaio 2016) che dinanzi all’«ampia gamma di religioni, vi è una sola certezza per noi: siamo tutti figli di Dio»;
        6) ritiene che le intenzioni di Lutero «non fossero sbagliate», che era un «riformatore» che «ha fatto una “medicina” per la Chiesa»;
        7) dice, a commento di Gv 8,21-30, che Gesù «si è fatto diavolo, serpente per noi» (Omelia, 4 aprile 2017), riesumando così Lutero il quale affermava appunto che Dio si fa diavolo;
        8) dice che dinanzi alla Croce del Figlio la Madonna ricorda le promesse divine ricevute all’Annunciazione ed essendo umana «forse aveva la voglia di dire “Bugie”, “Sono stata ingannata”… Giovanni Paolo II diceva questo parlando della Madonna in quel momento» In realtà Giovanni Paolo II non ha mai detto questo. Bergoglio presenta la fede di Maria Immacolata come incerta e dubbiosa ?
        Ancora. Chiediamoci se Francesco è infallibile:
        9) quando approva, in forma di «magistero autentico» la lettera dei vescovi argentini che permettono la Comunione anche a divorziati risposati che vivono more uxorio;
        Chiediamoci anche se Bergoglio riteneva queste idee già prima della sua elezione a Romano Pontefice.
        10) Il giornalista Sandro Magister, sempre ben informato, ritiene, con fondamento, che Francesco, nel nome della coscienza, approva e approverà anche il progetto di revisione dell’Humanae vitae e la liberalizzazione della contraccezione. Tra i sostenitori del progetto c’è il teologo moralista Don Maurizio Chiodi, rinomato in ambito CEI e membro della nuova Pontificia Accademia per la Vita.

        1. Ah ecco … adesso la tua affermazione perentoria è diventata “potrebbe davvero essere…”
          ed è “opinione che, ovviamente, potrebbe essere sbagliatissima…” (ma dai).

          E’ non è un’offesa e semplice denigrazione basata sulla tua ineffabile valutazione di sintesi…

  11. admin @CostanzaMBlog

    Vorrei segnalare un evento che si preannuncia molto interessante:

    domani, 15 marzo, ci sarà la presentazione del libro
    di Aldo Maria Valli
    “Come la Chiesa finì”,
    edito da Liberilibri.
    L’incontro sarà alle 18, a Roma, presso la Confedilizia (Sala Einaudi) in via Borgognona, 47. Interverranno Corrado Augias ed Ettore Gotti Tedeschi.
    Modererà Michele Silenzi di Liberilibri.

  12. vale

    @exdemo…

    “…non l’avrà indicata come parte indefettibile. ma ci è andata vicino.

    e Tommaso d’Aquino, quel gran figlio di Domenico, per mezzo del quale specialmente si può dire che « Dio illuminò la sua Chiesa ».

    Perciò quest’Ordine ( dei domenicani,nota mia) fu sempre tenuto in grandissimo conto per il suo insegnamento della verità, e conseguì un altissimo onore quando la Chiesa fece sua la dottrina di Tommaso, salutando questo Dottore con i più insigni elogi dei Pontefici, e lo assegnò alle scuole cattoliche come maestro e patrono.”

    https://w2.vatican.va/content/benedict-xv/it/encyclicals/documents/hf_ben-xv_enc_29061921_fausto-appetente-die.html

    ed in particolar modo le xxiv tesi tomistiche.

    “Nostro Predecessore Sisto V: “Per dono divino di Colui il quale, solo, dà lo spirito della scienza e della sapienza, e il quale nel corso dei secoli ricolma di nuovi benefici la sua Chiesa secondo il bisogno, e la munisce di nuovi presidi, fu trovata dai nostri maggiori, savissimi uomini, la Teologia scolastica, che in modo particolare i due gloriosi Dottori l’angelico San Tommaso ed il serafico San Bonaventura, professori chiarissimi di questa facoltà… coltivarono ed illustrarono con eccellente ingegno, con assiduo studio, con grandi fatiche e con lunghe veglie e la lasciarono ai posteri ottimamente ordinata ed in molti e chiarissimi modi esplicata.

    emerge come duce e maestro San Tommaso d’Aquino, il quale, come avverte il cardinale Gaetano, “perché tenne in somma venerazione gli antichi sacri dottori, per questo ebbe in sorte, in certo qual modo, l’intelligenza di tutti” . Le loro dottrine, come membra dello stesso corpo sparse qua e là, raccolse Tommaso e ne compose un tutto; le dispose con ordine meraviglioso, e le accrebbe con grandi aggiunte, così da meritare di essere stimato singolare presidio ed onore della Chiesa Cattolica.

    e la fede difficilmente può ripromettersi dalla ragione aiuti maggiori e più potenti di quelli che ormai ha ottenuto grazie a San Tommaso.

    Ma a questi giudizi dei Sommi Pontefici su Tommaso d’Aquino mette come una corona la testimonianza d’Innocenzo VI: “La dottrina di questo (di Tommaso) possiede sopra tutte le altre, eccettuata la canonica, la proprietà delle parole, la forma del dire, la verità delle sentenze; così che non è mai capitato che abbiano deviato dalla verità quelli che l’hanno professata, e sempre sono stati sospetti circa la verità quelli che l’hanno impugnata” .

    Gli stessi Concili Ecumenici, nei quali risplende il fiore della sapienza raccoltovi da tutto l’universo, si adoperarono per onorare in modo singolare Tommaso d’Aquino. Nei Concili di Lione, di Vienna, di Firenze e del Vaticano si direbbe che Tommaso abbia assistito e quasi presieduto alle deliberazioni ed ai decreti dei Padri, combattendo con invincibile valore e con lietissimo successo contro gli errori dei Greci, degli eretici e dei razionalisti. Ma somma lode e tutta propria di Tommaso, concessa a nessun altro dottore cattolico, è che i Padri del Concilio Tridentino hanno voluto che nel mezzo dell’aula delle adunanze, insieme con i codici della Sacra Scrittura e con i decreti dei Romani Pontefici, stesse aperta, sull’altare, anche la Somma di Tommaso d’Aquino per derivarne consigli, ragioni e sentenze.

    Con ottima decisione dunque non pochi cultori delle scienze filosofiche, avendo recentemente applicato l’animo a restaurare con profitto la filosofia, attesero ed attendono a far rivivere e ritornare nel primitivo splendore la dottrina di San Tommaso d’Aquino. Abbiamo saputo con grande letizia dell’animo Nostro, come molti dell’Ordine Vostro si siano con pari desiderio messi alacremente nella stessa via. E mentre altamente di ciò li lodiamo, li confortiamo altresì a rimanere fermi nella decisione intrapresa; vogliamo poi che tutti gli altri sappiano non esservi per Noi cosa più cara e più desiderabile di questa: che tutti offriate largamente e copiosamente alla gioventù l’acqua di quei rivi purissimi di sapienza, che con perenne abbondantissima vena scorrono dall’Angelico Dottore.

    Noi dunque, mentre dichiariamo che si deve accogliere con aperto e grato animo tutto ciò che sapientemente è stato detto e che è stato inventato ed escogitato utilmente da chicchessia, esortiamo Voi tutti, Venerabili Fratelli, a rimettere in uso la sacra dottrina di San Tommaso e a propagarla il più largamente possibile, a tutela e ad onore della fede cattolica, per il bene della società, e ad incremento di tutte le scienze. Diciamo la dottrina di San Tommaso.

    http://w2.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_04081879_aeterni-patris.html

    se pare poco…..

  13. exdemocristianononpentito

    Ptomuovere, incoraggiare, approvare non significa imporre come parte di una fede rilvelata.
    Sta tranquillo anche la fede sincera di uno che non abbia alcun interesse per la teologia e non creda molto nelle possibilità della ragione umana, il buon Dio non la butta via, specialmente se quell’uno segue i precetti della chiesa e prende i sacramenti.

  14. Nunzia

    «Ma le vedi, le donne, in giro? Per la strada, in coda alle poste, sui treni? Non ti accorgi di quale carico di dolore inespresso e incompreso sono gravate? Di quanti piccoli e meschini succedanei – i cosmetici, gli psicofarmaci, la palestra, lo shopping, l’alcool, uozzap, la carriera, il silicone, lo stile da peripato – si droghino per cercare di dimenticare e stordirsi? Ti sei accorto di come quasi non sorridano più, nella maggioranza dei casi riducendosi a mostrare la dentatura, come bestie braccate?».
    Accidenti è vero!
    Non avevo mai fatto caso e, me ne dolgo, nell’ambito della mia professione di psicologa, che gli uomini, i maschi, si mostrano invece allegri, sorridenti e soddisfatti perché non gravati da un carico di dolore inespresso e incompreso. Così come mi è sfuggito che i maschi non usano gli psicofarmaci, non si drogano e soprattutto non pensano alla carriera.
    Proprio vero, c’è sempre da imparare.

    1. Luigi

      E chi avrebbe scritto che, invece, gli uomini sarebbero felici etc. etc.?
      Si chiama straw man argument e, sinceramente, è un mezzuccio che ha stufato.
      “Calunniate, calunniate, qualcosa resterà”.

      1. Guendalina d'Alba

        No,vede sig. Luigi…e che se una persona totalmente digiuna di storia (quella che si studia a scuola) leggesse alcuni suoi commenti potrebbe ricavare l’impressione che questo povero mondo solo da 50 anni…da quando,pare,COMANDAMO le femmine… sia un luogo di sofferenza…mentre nei precedenti 5.000 anni,quando COMANDAVANO i maschi…non esistevano lacrime e sangue… ma si viveva bene perché gli uomini comandavano e le donne facevano figli…probabilmente non è nelle sue intenzioni esprimere siffatti concetti… ma io,da donna,così me li sono sentiti addosso. Saluti,Guendalina.

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