Se gli vuoi veramente bene digli la Verità

di Costanza Miriano

La quantità di commenti ricevuti al post sugli auguri fatti ai buddisti per una loro festa dal pontificio consiglio interreligioso mi ha fatto venire voglia di tornarci su. Non per rispondere a tutti perché non riesco, anche perché molti commenti contenevano spunti interessantissimi e di alto livello, alcuni certamente più alto del mio testo iniziale. Non riesco, dicevo, per motivi di tempo, energie, competenze.

Ma vorrei tornare a ragionare sul tema. C’è stato un tempo, non lontano, in cui un gesto come quello di fare gli auguri ai buddisti è stato prezioso. Era il tempo in cui la Chiesa sedeva sull’alto scranno di un vero peso culturale, non un’egemonia, questo no, ma una grande autorevolezza sì. Un tempo in cui l’Occidente era fondatore di senso, anche e soprattutto grazie alla Chiesa e alla cultura cristiana. Riconoscere che anche nelle altre religioni c’è un riverbero della verità era una mano tesa, un gesto di umiltà molto eloquente.

Oggi – in questi quaranta anni sono cambiate più cose che in tre secoli – siamo in un’epoca liquida, in cui solo dentro la Chiesa non ci siamo resi conto di quanto poco significativi, cioè facitori di senso, siamo fuori. Le chiese sono vuote, e anche i loro frequentatori hanno le idee abbastanza confuse sugli elementi base, ma proprio base base, non si parla di alta teologia. Fuori della Chiesa la maggior parte della gente ci ignora, e non perché veda muri, ma perché proprio è disinteressata, totalmente indifferente. La colpa è mia, è di ognuno di noi che non si è reso abbastanza attraente. È mia per ogni volta che non ho sorriso, che non ho amato e non ho dato qualcosa oltre al livello base minimo richiesto dalla convivenza civile. La colpa è delle mie mancanze umane, non di certo dei muri ideologici, perché questi muri non ci sono più da tempo, e anzi la gente – come dei ciechi che non sanno cosa c’è intorno, se un baratro o un incendio o un lago limaccioso – cerca muri a cui appoggiarsi, per non perdersi, non liquidità. Non commettiamo l’errore di arrivare a saldi finiti, come spesso capita agli uomini di Chiesa, molti dei quali magari cresciuti in un clima culturale diversissimo,in un altro momento storico, e forse non consapevoli di come vive la gente fuori, qui, oggi. Non facciamo che ci sforziamo di aprire varchi quando la gente se ne sta già tutta fuori da un pezzo, e se gli parli di non farsi condizionare dal giudizio cattolico non sa neanche di cosa stai parlando. Andiamo a ricercarla questa gente, uno per uno, conquistando un cuore alla volta, ma una volta riconquistato, con un amore di carne, che ci costi qualcosa, riportiamoli dentro i muri, perché i muri custodiscono e proteggono. I muri sono la casa, i muri impediscono di seguire le emozioni del momento, di fare cavolate, di prendere decisioni senza l’orientamento dei punti cardinali. E obbedire, si sa, è meglio.

Tornando agli auguri per la festa buddista, di per sé non sono sbagliati, ma, ecco, esattamente, sono l’ultima cosa di cui c’è bisogno oggi. È un gesto di apertura totalmente irrilevante, come dire a un compagno delle medie che, sì, va bene, dopo molto meditare per questa volta invitiamo pure lui alla festa. Peccato che lui, no grazie, non ci pensa proprio a venire. Tutte queste aperture verso il mondo, al mondo non servono a niente perché il mondo oggi è un posto dove le mamme portano le figlie adolescenti o poco più a farsi prescrivere la pillola dalla ginecologa, e non solo non avvertono le posizioni della Chiesa come ostili, ma le ignorano totalmente, contribuendo alla rovina di una generazione intera, privata di sogni e desideri e obiettivi alti. Il mondo è un posto dove a riunioni di cattolici seri e impegnati in un cammino da quaranta anni ci si chiede seriamente se sia il caso di lasciare la moglie per la donna che “finalmente ci corrisponde”, perché “rimanere per costrizione non è vero amore”, e non c’è nessuno che si alzi e sbatta al muro quell’uomo prendendolo a schiaffi, che a volte custodiscono più delle carezze. Il mondo è un posto dove le aristocrazie finanziarie lavorano per impoverirci e renderci individui senza appartenenza, lavorano per sfruttare la povertà dei paesi poveri e il nostro rammollimento, lavorano per farci credere che un paese in cui tutti i down vengono sterminati è civile, lavorano contro la famiglia e a favore dell’ammore libero e dell’utero in affitto, in cui dei magistrati della repubblica prima che la repubblica emani leggi in merito dicono che £il suicidio assistito non viola il diritto alla vita” e che due maschi possono comprare figli all’estero e sono genitori legittimi, invece quella che compra un bambino a Latina per 22mila euro viene perseguita (com’è, c’è il tariffario? 22mila erano pochi?), e noi mentre la marea ci travolge ci preoccupiamo di non scandalizzare il mondo con le nostre porte chiuse. Il mondo se ne infischia se noi apriamo, perché è girato dall’altra parte, e ci considera irrilevanti. Se ne sbatte delle aperture ecumeniche, perché tanto anche chi si dice cattolico lotta per il divorzio e l’eutanasia, paga a spese dei cittadini l’eterologa, e allora dei cattolici così sono perfetti, non danno fastidio a nessuno. Fanno anche la differenziata. Non sporcano e non fanno rumore. Più ecumenici di così si muore.

E quindi torniamo lì, la colpa è mia che non ho amato abbastanza, ma mentre amo devo continuare ad annunciare la ragionevolezza della fede, “e da ultimo la ragione stessa della Chiesa nel mondo”. Altrimenti “la Chiesa diventerebbe così non protagonista ma cortigiana della storia culturale, sociale e politica”. (don Luigi Giussani) Noi non vogliamo una Chiesa cortigiana. Serva degli uomini sì, ma non delle loro idee cattive, e soprattutto non cortigiana. Se dimentichiamo che c’è una rottura profondissima tra essere del mondo ed essere cristiano, non serviamo più a niente. Se ci preoccupiamo di sottolineare ciò che ci unisce quando da tempo non ci divide più nulla dagli altri non è ecumenismo, è frullato. Se dimentichiamo che la salvezza è qui, oggi, e che la fede salva la vita anche terrena delle persone, non serviamo a niente.

Io a un buddista direi: sono convinta che nella tua fede ci sia una scintilla di verità perché il cuore dell’uomo è creato da Dio, e porta la sua immagine, quindi tutte le persone di buona volontà che cercano sinceramente Dio trovano qualcosa di buono. Vorrei anche sapergli dire che può contare su di me, umanamente. Però certo gli direi che la Verità tutta intera è Gesù Cristo, unito al Padre e allo Spirito Santo, e vorrei dargli la buona notizia: che non deve cercare una buona reincarnazione, ma il battesimo, cioè l’unica cosa che lo può introdurre alla vita di Cristo. Che Cristo è Dio, morto per amore nostro, di chiunque voglia accoglierlo, ed è risorto, cioè ha vinto la morte. Questa è la buona notizia, perché la morte è il problema ultimo di tutti gli uomini, l’ultimo nemico. Se voglio veramente bene a quel buddista, non posso non dirglielo.

117 pensieri su “Se gli vuoi veramente bene digli la Verità

  1. Fabio

    Concordo pienamente. Gesu’ e gli apostoli, quando incontravano i pagani, annunciavano direttamente il regno, la buona novella. Cioe’ non si mettevano a misurare le parole, a fare attenzione a non urtare il loro “paganesimo”. Allora al fratello buddista diciamo senza giri di parole chi e’ Cristo, che e’ anche suo creatore e suo salvatore, persona viva che lo ama sempre. Forse un giorno quando la meditazione non lo rendera’ piu’ appagato si ricordera’ dell’annuncio che gli e’ stato fatto, o del cristiano che glielo ha rivelato.

  2. Manuela Attanà

    Grazie!
    Non dimentichiamo di chiedere a Gesú la Grazia di operare in noi, per non rischiare di credere di poterci riuscire da soli.
    E sono certa che Cristo grazie anche al mio SI, con le mie mani, la mia mente ed il mio cuore questo mondo lo cambierà!

  3. Paola D.

    Cara Costanza, continui deludermi. Questa tua continua lotta contro il Papa non credo porti proprio a nulla, se non a dividerci ancora di più.

    1. Thelonious

      @Paola D.

      ” Questa tua continua lotta contro il Papa…”
      Ma che stai a dì?????

      1. Francesca

        STA A DI che gli articoli di Costanza contengono spesso più o meno velate critiche alle presunte “aperture” della Chiesa (e se non ricordo male il Papa è il Capo della Chiesa). Ora magari potrebbe essere utile un pò di vera umiltà e un pò di obbedienza da parte del popolo della Chiesa…
        Magari leggere l’omelia del Papa della Messa di ieri può “aprire i cuori”….
        http://it.radiovaticana.va/news/2017/05/02/papa_francesco_a_s_marta_dio_capace_di_dare_cuore_di_carne/1309456

      2. admin @CostanzaMBlog

        Thelonious lascia perdere, ogni tanto qui capitano persone che accusano Costanza di essere contro il papa e troppo favorevole al papa, per lo stesso identico articolo. In questo caso il papa non è mai neanche nominato.

        1. Paola D.

          Vorrei precisare che io non sono “capitata qui per caso” ma seguo questo blog da anni. Ho anche sentito con le mie orecchie Costanza a “Beati voi” dire che non c’era proprio bisogno che il Papa scrivesse un’enciclica sull’ambiente, Alla faccia dell’umiltà. Avevo anche provato a scrivere personalmente a Costanza sulla sua mail, per potermi confrontare in privato con lei, ma non ho ricevuto risposta. Le mie considerazioni non erano riferite in specifico a questo articolo ma alla sua linea di pensiero che si può chiaramente dedurre dai vari articoli che via via vengono pubblicati. Comunque mi piacerebbe sapere cosa pensano i lettori di questo blog dell’omelia, secondo me bellissima e illuminante, citata da Francesca.

          1. Cara Paola sto faticando molto ultimamente con questo papa, per questo cerco di non leggere più le quotidiane omelie di santa Marta.

          2. vale

            @paola d.

            per quel che mi riguarda, come ho postato nel grande cocomero, quando sento riportato a proposito del nuovo libro in uscita su Papa politico, ( dal libro di George Neumayr “The Political Pope: How Pope Francis Is Delighting the Liberal Left and Abandoning Conservatives” pubblicato da http://www.spectator.org ) frasi tipo:

            ” ….Il “capo” a cui Papa Francesco fa riferimento è Esther Ballestrino de Careaga che descrive non solo come una fervente paraguaiana comunista ma anche una delle sue grandi mentori.

            “Lei spesso leggeva libri rossi e poi li passava a me così come testi sui principi di un’America Latina comunista.

            Leggere queste dottrine mi ha aiutato a realizzare questioni sociali che poi avrei ritrovato nella dottrina cattolica.”

            faccio come paul bratter. smetto di interessarmi a quel che dice il pontefice.

            idem per quella sul creato e l’ecologia dove avendo interpellato quanto di meno attendibile vi è su piazza ha scritto- e se gliela ha scritta qualcun altro come si vocifera -quantomeno per alcune parti – l’ha controfirmata- delle cose senza senso.

            non mi occupo di vaneggiamenti pseudo comunisti o di fondamentalismo ecologista. neppure se li pronuncia il Papa.

            che,mi pare, fino a prova contraria ,non risulta essere specialista in materia.e se ne ha consultati ha scelto quelli sbagliati ( certo, se ti riempi la testa di teorie marxiste poi si capisce che scegli “politicamente” e non secondo scienza)

            fo’ notare che le sue comprensioni dei fenomeni sociali alla luce del marxismo sono le medesime interpretazioni con le quali chavez e maduro hanno distrutto il venezuela.

            di ritorno dall’egitto, in conferenza stampa sull’aereo, ne ha parlato. parlando anche di una mediazione effettuata da 4 presidenti.

            beh, la mediazione non ha portato a nulla. la situazione peggiora. forse doveva accorgersene prima che la teologia della liberazione e le interpretazioni marxiste delle questioni sociali avrebbero portato allo sfacelo.

            ma tant’è….

          1. Paola D.

            Scusa Costanza: stavolta non lo è in specifico (vedi mio commento delle 13.12) Approfitto della tua presenza. Ti prego: non fomentare questa situazione di contrapposizione dentro la Chiesa. Io ci soffro proprio perchè non ricordo sia mai avvenuta in passato. Eravamo attaccati da fuori ma non da dentro. Io ho assistito su questo blog ad affermazioni violente. E’ a questo che mi riferivo quando dicevo “contro testimonianza”. Io penso che noi dobbiamo favorire intorno a noi l’incontro delle persone con Gesù: Lui è la Verità e attraverso il Suo Spirito ci continua a guidare verso la Verità tutta intera. Vorrei che fossimo uniti in questo intento. Una casa divisa in sè stessa va in rovina. Il mio timore è questo. E’ vero, intorno a noi non vediamo alcun interesse per la fede. Ma crediamo che non ce ne sia bisogno? i muri che ci contengono li abbiamo: i dieci comandamenti e nessuno vuole abbatterli.

            1. Vanni

              @Paola D.

              “Ti prego: non fomentare questa situazione di contrapposizione dentro la Chiesa. Io ci soffro proprio perchè non ricordo sia mai avvenuta in passato. Eravamo attaccati da fuori ma non da dentro.”

              Mi scusi, ma si ricorda male. La Chiesa ai tempi di Paolo VI, Giovanni Paolo e Benedetto era attaccata aspramente da fuori e da dentro. Quella di Papa Francesco, per ora, solo dall’interno e, al confronto, piuttosto blandamente.

          2. Alberto Cicala

            Beh, indirettamente lo sembra. Comunque l’articolo è molto bello e non posso che condividerlo

      3. Ormai non ci si chiede se una cosa e per Cristo o contro Cristo ma se è per il papa o contro il papa.
        A tv2000 tempo fa intervistavano padre Raniero Cantalamessa che a domanda “qualìè il volto della misericordia?”, ha risposto così: “esiste un volto antico della misericordia che è il volto di Gesù, e poi esiste il volto nuovo della misericordia che è quello di papa Francesco.”
        Senza commento.

        1. Thelonious

          @PaulBratter: concordo!
          E la causa di questo è che si confonde la fede con il sentimentalismo, l’amore alla Chiesa con il clericalismo, la moralità con il moralismo, la misericordia con un generico colpo di spugna.
          I primi sono le grazie di Dio, i secondi i regali del Diavolo (la scimmia di Dio, che tenta di imitarlo ma ovviamente non ci riesce).

  4. Paola D.

    Le prime comunità cristiane erano attraenti perchè da fuori dicevano “guarda come si amano”. Non penso ora possano più dirlo della nostra Chiesa. Io non voglio essere responsabile di queste “contro testimonianze”. Vi prego di pensarci. E qui chiudo. Buona giornata a tutti.

    1. Beatrice

      @Paola D.
      «Le prime comunità cristiane erano attraenti perchè da fuori dicevano “guarda come si amano”.»

      Le prime comunità cristiane erano attraenti perché erano talmente fedeli alla Verità rivelata loro da Cristo da morire nei modi più orribili e immaginabili. I pagani quando si trovavano di fronte ai martiri cristiani si chiedevano da dove traessero quella forza e quel coraggio sovrumani tali da accettare una morte cruenta piuttosto che rinnegare Cristo. Oggi, invece, molti cristiani occidentali, sia laici che consacrati, sia ai livelli alti che bassi della società, rinnegano Cristo e la Sua Verità per molto ma molto meno. Gli uomini sono alla disperata ricerca di qualcosa per cui morire, perché solo allora avranno anche qualcosa per cui valga davvero la pena di vivere.
      O dimostriamo con le nostre azioni e con le nostre parole che crediamo davvero a ciò che ha detto Cristo, che vale davvero la pena vivere e morire per ciò che ha detto Gesù, o non convinceremo mai nessuno a seguire il Vangelo. La gente penserà “ma se non ci credono più neanche loro a quelle cose vecchie come l’indissolubilità del matrimonio o la transustanziazione perché dovremmo crederci noi?”
      E comunque anche nelle prime comunità cristiane c’erano lotte e divisioni, descritte bene da Paolo nelle sue lettere, perché la Verità divide e sarà sempre così fino alla fine dei tempi. La scelta non è tra Verità e Carità, la scelta è tra Verità e Menzogna, la Carità opera sempre all’interno della Verità altrimenti non è Carità, “Veritatem facientes in Caritate” dice giustamente San Paolo in Ef 4,15, concetto paolino confermato anche nell’inno alla Carità, dove dice che quest’ultima “si compiace della Verità”.

    2. Thelonious

      @Paola D. “Le prime comunità cristiane erano attraenti perchè da fuori dicevano “guarda come si amano”.”

      Le prime comunità cristiane certamente si amavano,ma si facevano anche sbranare dai leoni, piuttosto che rinnegare Cristo e inchinarsi all’Imperatore. Te lo ricordi, vero?
      Invece ora dire la verità sarebbe una “contro-testimonianza”.
      Se Gesù ci ha stato chiesto di essere il sale della terra, e non lo zucchero ci sarà una ragione oppure no?

      1. E il sale sulle ferite brucia! Ma in compenso le cauterizza e le sanifica…
        Oltre a dare sapore o se vogliamo esaltare il sapore di ogni cosa, la salatura è da sempre utilizzata per evitare l’imputridire degli alimenti.

        Nel Rito del Battesimo, uno dei segni che pare ormai perduto, poneva un granello di sale in bocca al battezzando.

        Notare la formula:
        ……………………………
        Benedizione del sale

        «Ti esorcizzo, sale, creatura di Dio, nel nome di Dio + Padre onnipotente, nell’amore di Gesù + Cristo nostro Signore, e nella forza dello Spirito + Santo. Ti esorcizzo per il Dio + vivo, per il Dio vero + il Dio + santo per il Dio + che ti ha creato a difesa dell’uomo, e ha ordinato ai suoi ministri di benedirti a vantaggio di coloro che sono chiamati alla fede, perché nel nome della santa Trinità tu divenga un segno di salvezza che tiene lontano il nemico. Perciò ti preghiamo, Signore Dio nostro: + santifica e + benedici questo sale, tua creatura: a tutti quelli che lo ricevono sia vero spirituale rimedio nel nome di Gesù Cristo nostro Signore che verrà a giudicare i vivi e i morti, e il mondo, col fuoco.» Amen.

        L’officiante mette un po’ di sale in bocca al bambino, dicendo:

        «Ricevi il sale della sapienza; ti giovi per la vita eterna.» Amen.
        ……………………………..

        Celiando (ma fino ad un certo punto), il “sale della sapienza”, dal che, avere anche un po’ del famoso “sale in zucca”. 😉

  5. Christina

    Trovo questo articolo pieno di spunti interessanti.
    Trovo che e` anche colpa mia che nn trasmetto al prossimo la Vera Luce di Cristo. Lui ci incoraggia ad essere Sale e Luce del mondo. Spesso ci dimentichiamo cosa vuole dire veramente e veniamo assorbiti dal mondo senza neanche accorgercene.
    Ho imparato che i muri servono, sn un appiglio fondamentale quando stai per affogare..
    E` proprio nel momento piu` buio che Cristo ti prende x mano e ti risolleva inserendoti nel Suo gregge…
    Noi cristiani abbiamo l’obbligo di far vedere al mondo il Vero Volto di Cristo attraverso le nostri azioni, attraverso l’annuncio del Vangelo che e` Verita` e Vita.

  6. michela72

    Brava Costanza, bravissima. Sottoscrivo ogni parola. Bisognerebbe leggerlo in tutte le parrocchie, in tutti i gruppi di cui eventualmente ciascuno di noi fa parte. Ciascuno di noi deve fare di più per portare il prossimo a Cristo e l’unico mezzo che abbiamo … siamo noi stessi, con l’indispensabile aiuto dall’ alto. Non c’è altro modo che il nostro amore autentico e la preghiera. Gli altri, credo, devono sentire che a noi importa di loro e che solo perché li amiamo offriamo loro anche una verità dura, ma che è l’unica che salva. Grazie

  7. Ora, Costanza, ritrovo un po’ più di concordia con te e ne sono lieto. Consentimi di ricordarti però che, una volta ferma e chiara la testimonianza, è vero che trovarci solidali con chi ancora non comprende il Vangelo fino all’adesione del cuore sul fatto che la violenza religiosa sia un abominio non è una perdita di tempo, né cortigianeria, perché non lo facciamo per piacere a qualcuno o essere accettati nella nuova Babele o per esservi più “mediaticamente” competitivi, ma perché sappiamo che dal bene nasce il bene e molto più, che dalla nostra fede nel Salvatore, dalla nostra speranza radicata nel Cristo, possiamo parlare e muoverci sapendo chi siamo e a chi apparteniamo e che per questo possiamo farci prossimi con amore e una libertà disinteressata. Se in non credenti in Cristo o in Dio (per cui preghiamo nella preghiera universale nella liturgia dell’adorazione della Croce) imparano a conoscerci e ad aprirsi a noi, ciò che portiamo (e di cui la nostra esistenza diventa segno) si trasmetterà. Sai bene che non dobbiamo condizionare nessuno, perché non sono i verbi a salvare ma il Verbo che si fa carne e sangue e si fa compagnia a noi. La rilevanza del saluto non sta nell’autorità che lo pone, ma nella commozione del cuore che suscita, che porterà a riconoscerne la credibilità, l’affidabilità e quindi la verità. Al fondo di ogni desiderio di religione degli uomini c’è il Cristo che salva, a noi non sta fargli la lezione in un linguaggio da iniziati ma mostrargli e annunciargli la salvezza a partire dal linguaggio religioso e umano col quale è possibile comunicare con loro. L’ecumenismo non è quindi una preoccupazione a trovare elementi comuni fine a se stessi (verso un Grande Cocomero che nessuno conosce veramente ma che tutti assumono sotto forma di “frullato”) o a farci accettare per essere riconosciuti membri paritari della nuova Babele ma da una parte è una volontà in qualche modo “pedagogica” nel far progredire gli elementi buoni che ci sono nell’esperienza religiosa altrui e ancor più, nell’esigenza di farci prossimi nella loro vita concreta. Non c’è bisogno di una (nefasta) apertura dottrinale a buddhismo, modernismo, islamismo, o altro, ma proprio di quell’apertura del cuore, di quella prossimità a cui stavolta hai fatto riferimento.

    1. Fabrizio Giudici

      Al fondo di ogni desiderio di religione degli uomini c’è il Cristo che salva, a noi non sta fargli la lezione in un linguaggio da iniziati ma mostrargli e annunciargli la salvezza a partire dal linguaggio religioso e umano col quale è possibile comunicare con loro.

      Questo è vero, ma bisogna capirsi bene. Ricordo uno scambio sullo stesso tema di qualche settimana fa con Bariom, conclusosi “per timeout”. Quindi qui prendo solo spunto dalla frase di Luca Gentili per riprendere un vecchio discorso, comunque pertinente.

      È vero che non dobbiamo fare lezione con un “linguaggio da iniziati”. Tuttavia, chi va in giro per il mondo con atteggiamento missionario deve sapere cosa sta facendo.

      Per esempio. Se si incontra uno in un brutto momento della sua vita, mettiamo una ragazza madre incinta o un malato terminale, che si fa?

      L’amore di Cristo dice che bisogna aiutare la ragazza a partorire (anche se poi non potrà/vorrà tenere il bambino) ed evitare che il malato terminale cada nella disperazione e si suicidi.

      Tuttavia, molti protestanti (e purtroppo oggi anche un gran numero di cattolici), millantando di agire “per amore di Cristo” diranno che alla fine “è la ragazza che decide”, o “il malato che decide” e magari li accompagneranno da Planned Parenthood o in una clinica in Svizzera. Ma l’amore di Cristo non può tradursi in certe opere e pure il loro contrario: certe cose sono un male intrinseco, sempre e indipendentemente dal contesto.

      Dunque, se vogliamo in verità portare l’amore di Cristo al prossimo, non possiamo prescindere dalla verità. Qualcuno ci riesce per puro istinto, diciamo così, altri non dico per mezzo del linguaggio da iniziati, ma per mezzo della conoscenza ragionevole della dottrina. Purtroppo molti per istinto prendono anche vie sbagliate: quindi alla fine la dottrina è il metro fondamentale per capire cosa si sta facendo.

      La dottrina, poi, va gestita e manutenuta da persone con il “linguaggio da iniziati”.

      Ritornando alla frase sopra: non faremo lezione in linguaggio da iniziati, ma la maggior parte di noi, per fare le cose bene, dovrà averlo senz’altro in mente.

      1. Concordo! Meglio conoscer bene la dottrina e averla a mente, poi bisogna anche saperla declinare. E se uno non riesce ad averla chiara e se ne accorge, è bene che chieda aiuto e consiglio. A volte nel cercare di fare il bene si rischia di nuocere. Lasciare il disperato solo a suicidarsi con la sua disperazione o la partoriente sola con le sue responsabilità e il suo fardello di angosce, non è esaltarne la libertà (come parecchi vogliono farci credere) ma una pilatesca connivenza con il male.

      2. Concordo Fabrizio…

        Ricorderei che ci sarebbe una terza via (ammesso siano solo tre…): per puro istinto; con un linguaggio da “iniziati” (?) e per esperienza esistenziale.

        Cosa voglio dire? Possiamo forse aver tutti fatto esperienza di essere incinta e pensare di abortire (per stare al tuo esempio)? Certo che no… ma facilmente se abbiamo esperienza di vivere ogni cosa e ogni rapporto alla luce di Cristo, abbiamo una testimonianza di chi ci è passata scegliendo poi per Dio, fidandosi di Lui.

        Abbiamo esperienza della resurrezione di Cristo nella nostra vita? Ci ha il Signore “tratto dalla morte”, una esperienza di morte, di peccato, di estrema sofferenza, dove tutto sembrava perduto?
        Allora non è questione né di istinto, né di linguaggio iniziatico…

        Perché la morte e la sofferenza possono avere molte “facce”, ma se hai fatto esperienza che Dio salva, che Cristo ha distrutto la morte in te, questa esperienza è una.

        Per esperienza poi posso dire che il Signore non sceglie a caso le persone che incrociano il tuo cammino e così, non è raro che la tua esperienza di morte, non sia affatto dissimile da quella della persona a cui il Signore ti invita a dare testimonianza.

  8. Concordo, come ho già detto credo nell’ “intolleranza”, cioè se io credo a Cristo risorto è ovvio che ritengo un’altra religione incompleta o addirirttura sbagliata e ho il dovere di dirtelo perchè ti voglio bene. Non solo, mi aspetto che tu buddhista, islamico, ebreo, ateo, etc. mi dica “No, la tua è sbagliata” e me lo dici perchè mi vuoi bene. E si discute BASANDOSI sulle differenze cercando qualcosa che accomuna ma senza fare un miscuglio.

    E’ chiaro che per fare questo, noi cristiani, dobbiamo essere “Pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in noi”.
    1Pt 3,15

    1. Fabrizio Giudici

      Applausi a Costanza e applausi a Alèudin.

      Più sotto applausi a Cinzia.

      @Pema
      Sia una buona cristiana, e se il karma, o volontà di Dio, è che la Chiesa diventi cortigiana, chi è lei per opporsi?
      Dio si presenta agli uomini razionalmente e non cambia idea. Non cambia idea perché è eterno ed immutabile. Siccome si è incarnato e ci ha detto molte cose su di sé e cosa si aspetta da noi, tra queste cose c’è che la Chiesa non diventi cortigiana. E avendolo detto una volta, questo non può più cambiare.

      C’è anche poca logica nella sua osservazione. Potrei rispondere: ma se il karma, o volontà di Dio, è che i buddisti diventino cristiani, chi è lei per opporsi?

      Inoltre, noto che i più papalini del Papa ripetono sempre lo stesso schema: sono in disaccordo, non sanno spiegare perché è poi “chiudono”. Chiudere? Ma come? E il dialogo dove lo mettete?

  9. Pema

    Ma perchè lei non pensa a fare la brava cristiana e non augura invece a un buddhista di essere un buon buddhista, invece che cercare di nientificare quello in cui crede?
    Lei è arrivata a dire che il Buddha non esiste! Parla di reincarnazione, senza sapere che è un concetto estraneo al buddhismo dove si parla piuttosto di rinascita.
    E pensare che, tolta la parte religiosa, sono in tutto e per tutto d’accordo con lei sulle deficienze, debolezze e, mi consenta, perniciose coglionerie , della nosta società attuale.
    Sia una buona cristiana, e se il karma, o volontà di Dio, è che la Chiesa diventi cortigiana, chi è lei per opporsi?
    Cordialmente suo, Pema ( in tibetano loto, nome che si può dare sia a maschi che femmine, ma la prego di non inorridire: non c’è scandalo! )

    1. cinzia

      @Pema
      Certo non posso rispondere per Costanza, ma se da cristiano ti auguro solamente di essere un bravo buddhista …. non sono un bravo cristiano.
      Perché chi rifiuta Cristo si pone fuori e sceglie l’inferno, e quindi da cristiano devo metterti in guardia!

      1. Pema

        Ma chi ha detto che i buddhisti rifiutano Cristo? Io non lo rifiuto, anzi sono convinto che mi ami e io amo Lui.
        E ancora con questa storia dell’inferno!
        Mi faccia sentire qual è la sua risposta a questo, che mi impedisce non di accettare Cristo, ma questa dottrina della esclusione totale:
        Come fa un Dio di misericordia, un Dio che è Amore ( Ratzinger) a starsene tranquillo con miliardi di anime che bruciano all’inferno, senza muovere un dito?

        1. Luigi igiul

          @Pema, lei ha in parte ragione: un buddhista potrebbe tranquillamente essere cristiano e credere in Cristo. Peccato che la cosa non è reciproca: un cristiano non può definirsi buddhista. Una commistione in questo senso per un cristiano non è possibile (citerei volentieri l’ottimo Williams, ma non ho tempo per farlo).

          Posto questo, il resto è una naturale conseguenza del credere IN CRISTO.

          Tenga anche presente che l’idea della retribuzione per le proprie colpe e quindi azioni non dovrebbe essere difficile da comprendere per uno che si definisce buddhista: Dio non “muove un dito” perché lo ha fatto prima che un’anima arrivasse all’inferno (inteso nell’ottica cristiana)

          1. Luigi igiul

            e aggiungo che non dovrebbe essere difficile tale comprensione, soprattutto se è cresciuto in Occidente con tutto quello che ne consegue nell’impostazione del pensiero occidentale.

          2. Non è poi solo questione di “retribuzione” è anche questione del rispetto sino alle estreme conseguenze da parte di Dio della libertà dell’Uomo.

            Quella libertà che porta l’uomo ad odiare Dio, a rifiutarlo per tutta l’eternità.

            Fiamme o non fiamme, fisiche o metafisiche, l’eterna oscurità, l’eterno odio che non conosce comunione neppure neppure tra i dannati è la (auto)condanna che si è scelta.

          3. Pema

            Non pretendo che un cristiano si definisca buddhista. Però mi viene da pensare che quando un cristiano si incaponisce a “evangelizzare”, ad annunciare la buona novella a sproposito, non fa un buon servizio a Cristo, prima di tutto.
            Lei pensa che il Papa, incontrando l’imam in Egitto, gli abbia detto di cercare il battesimo e convertirsi?
            Per quanto riguarda la retribuzione per la responsabilità dei propri atti/pensieri/parole ( colpa è un concetto cristiano) nel buddhismo appunto si paga per quello che si è fatto ma in proporzione. Secondo la dottrina cristiana non c’è proporzionalità: 100 anni di vita peccaminosa ( al massimo) contro l’eternità della dannazione.
            Ma secondo me Dio e Cristo e lo Spirito Santo muovono un dito, anzi muovono tutto quello che possono per ricondurre la pecorella all’ovile: la dannazione eterna non esiste.
            Ma a lei non sta bene, credo, perchè pensa che la dannazione eterna è prevista nelle scritture, è stata testimoniata dalle visioni dei Santi etc…
            Ma che ne direbbe di interpretare questa eternità della dannazione come puramente soggettiva, come quando diciamo: è un’eternità che ti aspetto! Immagino che un minuto di inferno possa apparire come una eternità, ma non è una letterale eternità.

            1. @Pema una cortesia: o indirizza la sua risposta al soggetto (es. @ Tizio) o almeno citi una frase di riferimento, diversamente si fatica (io almeno) a capire a chi è indirizzato il commento/risposta…

              “Secondo la dottrina Cristiana non c’è proporzionalità…”??

              Ezechiele 18

              20 Colui che ha peccato e non altri deve morire; il figlio non sconta l’iniquità del padre, né il padre l’iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità.
              21 Ma se il malvagio si ritrae da tutti i peccati che ha commessi e osserva tutti i miei decreti e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. 22 Nessuna delle colpe commesse sarà ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticata.
              23 Forse che io ho piacere della morte del malvagio – dice il Signore Dio – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
              24 Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette l’iniquità e agisce secondo tutti gli abomini che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.
              25 Voi dite: Non è retto il modo di agire del Signore.
              Ascolta dunque, popolo d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? 26 Se il giusto si allontana dalla giustizia per commettere l’iniquità e a causa di questa muore, egli muore appunto per l’iniquità che ha commessa. 27 E se l’ingiusto desiste dall’ingiustizia che ha commessa e agisce con giustizia e rettitudine, egli fa vivere se stesso. 28 Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà. 29 Eppure gli Israeliti van dicendo: Non è retta la via del Signore. O popolo d’Israele, non sono rette le mie vie o piuttosto non sono rette le vostre?
              30 Perciò, o Israeliti, io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà più causa della vostra rovina. 31 Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o Israeliti? 32 Io non godo della morte di chi muore. Parola del Signore Dio. Convertitevi e vivrete».

              “Ma secondo me (lei) Dio e Cristo e lo Spirito Santo muovono un dito, anzi muovono tutto quello che possono per ricondurre la pecorella all’ovile: la dannazione eterna non esiste.”

              Lei può credere a tutti i “secondo me” che vuole, solo che valgono, come usava dire, “come il due di picche”.

              Quanto alla dannazione eterna o all’inferno se vogliamo, Cristo stesso cita la Geenna per 12 volte nei Vangeli…
              Lei sa cosa era la Geenna è perché Cristo parla di “fuoco inestinguibile”.

              La Geenna era una piccola valle dove si tramanda si facessero sacrifici cruenti al dio Moloch per sgozzamenti e roghi, ma soprattutto il luogo dove venivano raccolte tutte le immondizie di Gerusalemme, dove le stesse venivano date alla fiamme e bruciavano per l’appunto con “fuoco inestinguibile”.

              Cristo sapeva bene che gli astanti non potevano avere dubbi sulla metafora e secondo lei ne parlò come una sorta di favola nera per incutere paura a dei bambini?

              1. Questo per dire che anche quello che “non sta bene a me” (se a me era rivolto il commento/risposta o l’invito a interpretare diversamente secondo sua idea o d’altri, vale sempre la stessa cifra di cui sopra e così ogni altra congettura che si allontanasse in buona sostanza da quanto la Chiesa ci insegna illuminandoci il senso della Scritture.

                Che queste poi abbiano trovato nei secoli “liberi interpretatori”, non è un novità.

        2. Fabrizio Giudici

          Come fa un Dio di misericordia, un Dio che è Amore ( Ratzinger) a starsene tranquillo con miliardi di anime che bruciano all’inferno, senza muovere un dito?

          Come hanno risposto Luigi e Bariom, Dio ha fatto tutto per quelle anime. Le ama anche dannate all’Inferno. Ma perché l’amore si compia, deve essere reciproco: purtroppo quelle anime non amano Dio.

          1. Pema

            Ma potrebbero amarlo una volta o l’altra se ne avessero l’occasione! E credo che Dio gliela dia, eccome.

            1. Luigi igiul

              Mi erano sfuggiti questi commenti!
              E leggo abbastanza imprecisioni ed errori. Un aspetto che mi pare sia stato totalmente taciuto qui e nell’altro articolo dedicato al buddhismo è quello della consapevolezza dell’unicità della condizione umana. Nella forma Mahayana – ma credo sia uguale nel buddhismo Hinayana (quello di un praticante che punta solo alla propria fuoriuscita dal ciclo karmico, a differenza, lo ripeto, di quello Mahayana che vive e opera per il bene di tutti gli esseri senzienti)- è ben chiara la convinzione che la nascita nella condizione umana sia un fatto talmente eccezionale che non è possibile sciuparlo. Oltre ad essere quasi impossibile rinascere una seconda volta in tale condizione, l’unicità è data dal fatto che SOLO ED ESCLUSIVAMENTE nella condizione umana si può operare per rompere il ciclo karmico e giungere alla salvezza del non dover più rinascere. Siccome poi i buddhisti amano parlare di ere cosmiche ed eoni (non saprei quantificarli), non sarei così superficiale nel liquidare l’argomento come se nel buddhismo possano darsi infinite possibilità.

              1. Luigi igiul

                Aggiungo un altro motivo per cui la sua idea è inconciliabile con il Dio cristiano: se avesse ragione lei nel dire che possono esserci più rinascite umane per uno stesso individuo, alla fine dei tempi quando ci sarà la risurrezione dai morti, in quale corpo risorgeranno se ne hanno avuto più d’uno?

    2. “Sia una buona cristiana, e se il karma, o volontà di Dio, è che la Chiesa diventi cortigiana, chi è lei per opporsi?”
      Non mi pare un gran ragionamento… caro Loto.

      A meno che non rientri in qualche filosofia dove tutto è già scritto e nulla possiamo fare per opporci ad un karma o volontà di un dio che tutto ha preordinato.
      Ma non è l’agire di Dio Padre di Gesù Cristo, così come non è il ragionare e l’agire del Cristiano.

      1. Pema

        Ha ragione, Bariom, era più che altro un finale di alleggerimento. Che ci sia poi una volontà di Dio contro la quale poco si può fare, basta leggersi il libro di Giobbe, libro straordinario dal quale si apprendono anche strane cose:

        [6]Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro. [7]Il Signore chiese a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra, che ho percorsa». [8]Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male». [9]Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? [10]Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. [11]Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!». [12]Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui». Satana si allontanò dal Signore.

          1. Navigare necesse est

            Alla radice di questa generale alienazione (Costanza usa l’espressione “liquidità”) vanno cercati la degenerazione, la corruzione e poi lo smarrimento del senso del Sacro e del Mistero. La rescissione dei nessi simbolici, la sovversione dei piani gerarchici, l’adulterazione della forma, l’oblio di fondamenti e principî, e tutti gli altri tratti della profonda notte in cui le cosidette società postcristiane si trovano confitte, sono dovuti anzitutto a questa perdita.

            È un discorso che ci condurebbe lontano (anche lontano dalle standing ovations e dall’applausometria), ma che infine ciascuno di noi (“la colpa è mia che non ho amato abbastanza”) è chiamato ad affrontare.

          2. Pema

            Che satana si presenta tranquillamente davanti a Dio, e contratta con Lui di tormentare un uomo pio e Dio gli dà il permesso. E questo accade non una volta, ma alcune volte nel libro di Giobbe. Ma allora satana ha bisogno del permesso di Dio per operare e Dio glielo da?
            Credevo che satana operasse in proprio. Oppure Dio si serve di satana per mettere alla prova qualcuno….
            Ma tant’è: il libro di Giobbe è considerato un capolavoro letterario tra i libri sapienziali e, come dicevo altrove in questo thread, tante cose non vanno prese alla lettera.

        1. @ Pema,
          infatti il Libro di Giobbe, ci insegna (tra le tante altre cose) che Satana non può agire impunemente come crede. E’ sempre sottoposto alla Volontà di Dio anche se a Satana stesso e ai suoi adoratori, accecati nel loro orgoglio, sembra di dominare la Storia e di ottenere vittorie o successi.
          E che il Giusto per quanto provato (la Fede si prova con il fuoco) sempre ottiene Giustizia.

          Se Satana avesse anche solo intuito la sconfitta eterna derivata dalla ben orchestrata morte in croce e dalla conseguente resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, che vincerà per sempre la Morte (pungiglione del peccato), lei crede avrebbe portato avanti il suo stolto piano?

          1. Fabrizio Giudici

            Se Satana avesse anche solo intuito la sconfitta eterna derivata dalla ben orchestrata morte in croce e dalla conseguente resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, che vincerà per sempre la Morte (pungiglione del peccato), lei crede avrebbe portato avanti il suo stolto piano?

            Infatti, se non erro secondo San Tommaso, come parte della punizione subita da Satana ed altri angeli ribelli c’è stata una diminuzione delle loro capacità conoscitive (beninteso, pur rimanendo molto superiori alle capacità umane). Non sono più in grado di contemplare Dio, ovviamente, ma neanche di conoscere la sua volontà e i suoi disegni; e quindi, credo, di conoscere per pre-scienza l’evoluzione delle cose umane (detto rozzamente, non possono conoscere il nostro futuro). La loro ostinazione, stolta come dice Bariom, è inevitabile perché è parte della loro condizione definitiva di ribelli a Dio; ma destinata sempre a fallire anche a causa del loro diminuito intelletto.

            1. @Fabrizio, la diminuzione della loro capacità conoscitiva (che come dici giustamente supera le nostre umane – quindi estrema prudenza ma non paura se i nostri alleati sono Dio e Maria vergine), può essere vista come “punizione”, ma di fatto è anche la semplice conseguenza dell’aver rotto la comunione con Dio, esattamente quello che capita all’Uomo che ne fa esperienza anche qui in terra.

              Vi può anche essere una “luciferina intelligenza” che Lucifero (portatore di luce) dona ai “suoi” e parlo di esseri umani, ma questa sempre comunque verrà sconfitta come per Satana e i suoi demoni, oltre a creare maggior danno a chi se ne fa strumento.

              1. Navigare necesse est

                Quella del male, con tutte le sue implicazioni (anzitutto in relazione all’onnipotenza divina e alla giustizia divina), è una questione di enorme complessità. Molto dipende da come il problema viene impostato. Dell’onnipotenza divina, per esempio, esiste più di una concezione: ricordo almeno i due estremi di quella teonomica – che nelle sue forme più spinte pone il volere divino al di sopra della logica, della fisica, dell’etica e delle loro leggi – e quella razionalistica, secondo cui al di sopra di tutto vige la legge logica, cui il volere di Dio non si sottrae, ma semmai si identifica (la maggior parte delle concezioni adottate dai contesti teologici cristiani risponde a una ragionata mediazione fra questi due estremi).

                Premesso poi che per i cristiani, e per i cattolici in particolare, l’Antico Testamento, le sue vicende, le sue figure e le sue indicazioni vanno lette, interpretate e comprese in lumine Christi, cioè alla luce della metabasi spirituale segnata dal Vangelo di Gesù, anche sulla vicenda di Giobbe le spiegazioni sono più d’una (fra le altre la funzione di mostrare cosa sia la vera fede: servire Dio per puro amore, e non per la brama di lucrare ricompense).

                1. Signori,
                  siamo fuori strada, (Papa Francesco I )per secoli e secoli le Sacre Sritture sono sempre state la Luce che da cui santi e sante, confessori e martiri hanno attinto la Verita’ contenuta nella Parola Divina e in modo piu’ che sovrabbondante per servire ed adorare Dio nelle loro esemplari vite di fedeli alla Dottrina di Cristo e la Sua Chiesa Cattolica Romana.

                  Imitiamoli: non c’e’ altro da capire se non siamo diventati apostati a causa di correnti razionaliste di : Cercheranno la Parola e non la troveranno, il Cielo e la Terra passeranno ma le mie Parole non passeranno.

                  Tutto il resto che ci circonda solo Vanita’ delle Vanita’ a cui oggi si aggiunge la prevaricazione al deposito della Fede :…ma prima La Grande Apostasia ( San Paolo). Cordiali saluti, Paul

  10. parsifal

    ciao Costanza, complimenti per l’interessante articolo. Penso comunque che sia più semplice testimoniare la propria fede verso un fedele di un’altra religione che verso un ateo. Nel primo caso il “terreno” è comune.
    Una cosa, però: il fine del buddismo (ammesso poi che di fine si possa parlare) non è cercare una buona reincarnazione ma proprio l’opposto, uscire dal ciclo delle rinascite e raggiungere il Nirvana.

  11. Nunzia

    «Fuori della Chiesa la maggior parte della gente ci ignora, e non perché veda muri, ma perché proprio è disinteressata, totalmente indifferente. La colpa è mia, è di ognuno di noi che non si è reso abbastanza attraente…».
    Applausi certo, dovuti alla diagnosi rispondente all’attuale realtà. E tuttavia la colpa non è di nessuno, men che meno dei cattolici che non si sono resi, o che non si rendono, abbastanza attraenti, perché sorridono poco o perché non offrono nulla oltre il minimo richiesto dalla convivenza civile. L’indifferenza e il disinteresse nascono laddove diventa difficile o non si “può” più credere a fantasiosi scenari la cui descrizione si affida a supposizioni, a dogmi o a infiniti se.
    È altrettanto vero che oggi il mondo è un posto dove le mamme portano le figlie adolescenti o poco più a farsi prescrivere la pillola dalla ginecologa ma ahimè non accade sovente. Da mamma di due figliole, e oggi da nonna, oltre che da psicologa, aggiungo che va bene educare al rispetto di alcuni fondamentali principi, tra cui il rispetto di sé e della vita, ma è imperativo far conoscere ciò che si cela là fuori e le conseguenze al fine di evitare di dover poi maledire un errore frutto di una sempre possibile leggerezza giovanile, che potrebbe stravolgere e non con leggerezza l’intera esistenza.

  12. parsifal

    @viola:
    eh eh, ma la teoria dello spaghetto cosmico fa il paio con quella dell’unicorno rosa, sempre di atei burloni parliamo 🙂

  13. cinzia

    Rimane un problema di base, ossia la nostra profonda ignoranza sulla nostra religione. Più vado avanti, più parlo con persone che vanno anche regolarmente in chiesa, non posso fare a meno di notare una profonda ignoranza,
    Senza pensare a tutti coloro che vanno a Messa e fanno la Comunione e non credono alla transustanziazione…. ma continuano a credere che sia un semplice ricordo, qualcosa di simbolico ma per nulla vero!
    Il problema è che a molti cattolici manca la fede!

    1. La Fede e la conoscenza spesso vano di pari passo.
      Ma la Fede si può trovare anche in persone ignoranti di teologia o altro.

      Quindi profonda ignoranza o mancanza di Fede? O anche tutte e due?

      Poi nel caso di ignoranza, si può farne una colpa a chi comunque va in Chiesa o il probema è la mancanza di una sistematica forma di catechesi e di istruzione? O magari malfatta talvolta quando c’è?
      Naturalmente ci sarà anche chi con il migliore dei maestri, ignorante vuole restare… 🙁

      1. cinzia

        “Ma la Fede si può trovare anche in persone ignoranti di teologia o altro.”

        Verissimo. Per conoscenza non intendevo la conoscenza della teologia, ma proprio le cose di base.
        Visto che siamo vicino all’anniversario di Fatima, non credo che i pastorelli avessero grandi conoscenze teologiche, ma di certo credevano in “Gesù nascosto”…. tanto per usare una loro espressione… sapevano le preghiere e sapevano che in quel pezzo di pane c’era davvero Gesù, e quindi ne avevano un grande rispetto.

        “Poi nel caso di ignoranza, si può farne una colpa a chi comunque va in Chiesa o il problema è la mancanza di una sistematica forma di catechesi e di istruzione? O magari malfatta talvolta quando c’è?
        Naturalmente ci sarà anche chi con il migliore dei maestri, ignorante vuole restare…”

        Fermo restando che nulla si può fare per chi decide di rimanere nella sua ignoranza, sul fatto che manchi una sistematica forma di catechesi e di istruzione, e che spesso – ovviamente non sempre – quando c’è sia malfatta è indubbio…. e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti!

      2. fra' Centanni

        Cinzia ha colto bene il problema. Quando uomini che sono ai vertici della Chiesa Cattolica mettono le (presunte) parole di Budda accanto alle inesistenti parole di Gesù Cristo sulla non-violenza, c’è, eccome se c’è, un gigantesco problema di fede nella Chiesa Cattolica. E’ tutto lì il problema. La grande maggioranza di noi non crede più nelle verità fondamentali che da sempre insegna la Chiesa. Per questo si abbattono i muri, per questo si ha paura di fare proseliti, per questo si invita i musulmani a restare musulmani e gli ebrei a restare ebrei: perché si pensa che non ci sia più niente da custodire e da trasmettere nella Chiesa Cattolica, più niente da insegnare e da annunciare.

        E’ la mancanza di fede il problema, non altro.

  14. Matteo

    Perfetto, sottoscrivo in toto!

    E per avvalorare quanto già magistralmente espresso invito alla lettura dell’ultimo articolo di p. Scalese (http://querculanus.blogspot.it/2017/05/meglio-atei.html) che chiama direttamente in causa la “tendenza autolesionistica” della Chiesa (e qui sì che possiamo dire “è colpa nostra che abbiamo permesso tutto questo” e smetterla una buona volta di tirarci da soli le mazzate addosso!!) con cui ci siamo auto-ammorbati negli ultimi anni dentro un falso-ecumenismo che sta asfissiando tutti!!

    Grazie di cuore cara Costanza!

  15. Siamo statisticamente irrilevanti perché siamo statisticamente ignoranti. Oh! quanto vorrei un papa che finalmente ritirasse fuori Atti 6,2-4 dove S.Pietro – me lo immagino così – batte il pugno sul tavolo e dice “Cavolo! Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense… Noi, invece, ci dedicheremo… al ministero della parola”. Invece il nostro scarso clero è (costretto?) a occuparsi di tutto meno che predicare. Ri-alfabetizziamo la Chiesa.
    Io sono molto contento che questo papa smonti una quantità di sovrastrutture legali che nulla hanno a che fare col vangelo. Quello che però sto aspettando da quando ero bambino (ai tempi del Concilio) è un papa che ponga finalmente in agenda il problema della catechesi.

    Ho girato tante parrocchie e conosciuto tanti catechisti e tanti insegnanti di religione nelle scuole. Una percentuale irrilevante è all’altezza del compito: tra i catechisti la massa è formata da: anziane suore, massaie, ragazzine ignoranti,… spesso gente frustrata impegnata essenzialmente in una attività di “parcheggio” dei ragazzi. Discorso analogo si potrebbe fare per la scuola. Ci sono ovviamente delle eccezioni ma sono solo eccezioni.

    Cento anni fa quando l’analfabetismo (scolastico) era diffuso la gente conosceva le vite dei santi, i racconti della Bibbia e il catechismo di S. Pio X. Oggi invece che (dicono) l’analfabetismo è sconfitto la formazione dei cosiddetti praticanti è in genere più bassa di allora. Di conseguenza la disparità tra quello che uno sa (o crede di sapere) in materia di biologia, psicologia, storia, astrofisica e il quasi niente che sa della propria religione è drammaticamente schizzato alle stelle. E ad ogni generazione abbiamo catechisti sempre più ignoranti e frustrati che non sanno più cosa dire a una scolaresca dalla quale verranno scelti i catechisti della generazione seguente.

  16. Elisabetta

    Condivido pienamente. Ed è proprio perché amo la Chiesa e il Papa, vorrei che qualcuno, per amore, dicesse al pontefice che sta traghettamdo la sposa di Cristo verso la distruzione. Ma forse non c’è bisogno che qualcuno lo avverta o lo corregga fraternamente: abita sullo stesso pianeta mio, e se me ne sono accorta io, senza alcun titolo, figuriamoci lui! Se avesse a cuore i suoi figli risponderebbe ai dubia per fare chiarezza e dare una direzione. Forse è troppo occupato nei lavori di ingegneria: abbattere muri, costruire ponti. E creare slogan.

    1. elisa

      L’omelia del Papa in Santa Marta ieri sembra detta apposta per le persone come lei…. Ci rifletta e provi ad essere un pochino più umile.

  17. Analisi chiara, lineare, efficace. Ma soprattutto testimonianza della Verità che oramai viene nascosta o velata per non turbare chi questa Verità non la può accettare.
    Questo articolo andrebbe fatto leggere in ogni gruppo parrocchiale per far comprendere quali sono le priorità di un cattolico mettendo ordine tra esse. Raccolta differenziata? Ecumenismo? Ci stanno ma non sono le priorità per la Salvezza. Grazie di cuore

  18. vito ciaccio

    COSTANZA sei bravissima. Non a caso ti chiami COSTANZA. Possa rimanere “costante ” la tua fede in NOSTRO SIGNORE GESU CRISTO.
    CRISTO e’ la VERITA’ ,la VIA ,la VITA !
    Chi non crede in queste parole legga attentamente ogni parola del VANGELO.
    […]
    Chi non crede nella transustanziazione vada a leggersi tutti i miracoli eucarestici avvenuti negli ultimi mille anni.
    Chi non crede nella indissolubilita’ del matrimonio vada a leggere cosa ha detto GESU sul matrimnio.
    Chi non crede che GESU e’ nel PADRE e che il PADRE e’ in GESU legga Gv 14,6-14.
    Chi non condanna l’omosessualita’ vada a leggersi la lettera di SAN PAOLO ai Romani.

  19. M. Cristina

    Ma di cosa stiamo parlando??????
    Per conto mio, non intendo entrare in queste disquisizioni che mi sembrano francamente assurde.
    Continuo e continuerò a leggere e rileggere e regalare i libri sul matrimonio di Costanza, ma, consapevole magari della mia pochezza e della mia incapacità a dare a volte ragioni persuasive, mi chiamo fuori da questo dialogo tra sordi e da questo blog, vi saluto, e ringrazio tutti per gli spunti di bene.
    Buona continuazione.

  20. Giacomo

    Meh, questo è un articolo che lancia spunti, ma non mi viene da definirlo proprio bello. Se il cattolico ha difficoltà ad identificarsi e a trasmettere un “messaggio cattolico” è anche perché non c’è una linea guida chiara alla quale appoggiarsi. E il problema non sta nelle mani dei papi o dei laici, ma dei vescovi che permettono ad un sacerdote di rispondere ad un quesito morale dicendo A mentre nella chiesa affianco un altro risponde B.
    Per questo mi sembra oltremodo fuori luogo andare a dire che non è totalmente corretto fare gli auguri ai buddisti. Prima di pensare di convertire fedeli di altre religioni convertiamo e reindirizziamo noi stessi. Questo è un periodo religioso internamente complicato, al mondo esterno ci abbiamo già pensato in passato e ci torneremo a pensare in futuro, ma non facciamolo ora.

  21. alessandra

    ripenso a Don Milani di cui in questi gg è ripubblicata l’opera e credo che questi fiori , grandezze cristiane ci fanno andare avanti per aiuto dello spirito santo , dei secoli e anche dei loro errori che per qlc sono stimoli a cambiare a progredire, a illuminare.
    Grazie a tutto, fede in Dio nella chiesa nei papi anche quelli che hanno operato in errore al mondo e nell’alchimia della storia sono serviti. Grazie alla modestia di Barbiana e alla fierrezza di Lorenzo, in fondo parlando scrivendo lottando soffrendo però lui sì ha potuto dire in punto di morte da piccolo prete toscano… :

    .

    1. alessandra

      …:” non riesco più a parlare ma non importa, la verità sa farsi strada da sola…”
      don Lorenzo Milani
      un ricco che è passato dalla cruna dell’ago….

  22. nikolaus

    Sì Costanza, la colpa è nostra e non ci piove. MA NULLA POSSIAMO contro le parole confusionarie e distruttive di chi dovrebbe essere nostro pastore. Immagino sia dura per te, ma la verità la conosci anche tu.
    Nic

  23. Fabio

    Bellissimo articolo Costanza, grazie.
    Aggiungo una cosa necessaria, che già in un messaggio privato (girato) avevo accennato. Alle basi basi del cristianesimo ci sono i due “comandamenti dell’amore”. Amore, amore, ma cosa è? Anche tantissimi tra chi si professa cristiano ha dimenticato il significato. Non è il miele, non il romanticismo, non l’attrazione, non … Amare è perseguire il Bene dell’amato, e porre questo obiettivo al di sopra di tutto, anche delle proprie necessità.
    – Riuscirci è un altro paio di maniche.
    – Il Bene di una persona è immutabile, anche per i non credenti. Non è una moda, non è un capriccio.
    – l’amato può essere chiunque: noi stessi, il prossimo, I prossimi. Chi AMA una sola persona è davvero sfortunato (e non è un invito alla poligamia).
    Per un credente, quel Bene è la strada che porta a Dio, la via, la Via, Gesù.
    Amare il nostro prossimo ed il nostro stesso nemico è portargli Gesù, non il “rispettare le sue convinzioni”. Le uniche due cose da rispettare sono la dignità umana (tra cui la vita) e, come Dio stesso fa, la libera scelta di seguire o non seguire Dio, essere o non essere realmente amati. Ma prima di desistere bisogna provarci.

    1. Non dimentico. E ho molto apprezzato i suoi scritti, per quanto sono stato in grado di capire. E anche la persona, servitore umile dellla Chiesa per lo più chiamato a compiti poco gratificanti. Ma la questione che io ho posto resta insoluta: la maggioranza dei praticanti ha nozioni incomplete e incerte sulla propria fede, insufficienti per far fronte al mondo d’oggi. Per molti è impensabile che possano spiegare al lavoro, in fabbrica o in ufficio o anche davanti ai TDG cosa esattamente credono e perché il nostro è preferibile a qualsiasi altro credo. Questa situazione diventa catastrofica quando è unita all’atteggiamento da “volemmose bbene” che la Chiesa propone nei confronti dei non-cattolici. Posso rapportarmi con gli altri solo se so chi sono.

  24. Alessandro

    Cardinale Giacomo Biffi:

    “In ogni epoca della sua storia (e più ancora nella nostra epoca) la cristianità è stata infestata da troppi falsi profeti, che del messaggio di Cristo hanno colto solo alcuni aspetti (quelli che potevano essere graditi alla mentalità mondana) e hanno sistematicamente ignorato ciò che nell’insegnamento di Gesù poteva apparire urtante, amaro, o anche solo troppo impegnativo. E così hanno finito per proporre un cristianesimo senza vigore, senz’anima, così modernizzato da essere sostanzialmente inutile per l’uomo d’oggi.

    Perché l’uomo di oggi che ha smarrito Cristo non ha bisogno di carezze, ha bisogno di Cristo; l’uomo che si sta distruggendo con le sue mani non ha bisogno di approvazioni, ha bisogno di essere salvato.

    Vediamo allora, alla luce della parola del Signore, quali sono le caratteristiche di questi falsi profeti, o almeno del loro evangelo riveduto, corretto, addolcito.

    Una prima caratteristica è quella di supporre e di insegnare che il cristiano – sul piano delle certezze e dei principi – possa e debba andare d’accordo con tutti, sempre e in tutto, anche con quelli che esplicitamente rifiutano il messaggio di Gesù e hanno una concezione della realtà e della vita assolutamente diversa: l’importante, dicono, è evitare la lotta, la polemica, la discussione; l’importante è non passare per intolleranti, per fanatici, per retrogradi; l’importante è la pace a qualunque costo, anche a costo di rinunciare alle proprie convinzioni o di nasconderle…

    Gesù dice: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, vi dico, io sono venuto a portare la divisione.”
    Questo infatti è sempre il destino della verità: da qualcuno è generosamente abbracciata e difesa, da qualche altro è respinta e combattuta.

    Un cristiano che in tutte le questioni che contano, in tutti i problemi morali e sociali, si trova sempre d’accordo coi non cristiani, deve chiedersi seriamente se sia davvero un discepolo fedele del Signore.
    Per questo, invece delle verità amare, i suoi [del falso vangelo] annunciatori sono inclini ad annunciare le falsità dolci…

    In genere l’opinione pubblica, i giornali, i mezzi audiovisivi, le forze economiche, politiche, sindacali, coloro insomma che hanno in mano il potere del mondo, tendono a parteggiare per i falsi profeti contro la vera Chiesa di Dio, e sono sempre pronti a esaltare coloro che sembrano rendere più facile, più moderna (e più inutile) la religione, si fregino essi delle qualifiche di psicologi, di sociologi, di teologi.
    Noi invece chiederemo la grazia al Signore di saper ben giudicare, cioè di giudicare secondo verità e non secondo comodità. Chiederemo la grazia di saper leggere, come vuole Gesù, i segni dei tempi.

    Perché è arrivato un tempo, ed è questo, in cui occorre avere il coraggio di essere contro il mondo e contro tutte le sue aberrazioni; in cui, senza preoccuparsi delle critiche, degli scherni, delle incomprensioni, bisogna essere totalmente fedeli all’Evangelo e alle sue esigenze.”

    (Stilli come rugiada il mio dire. Omelie per le Domeniche del Tempo Ordinario. Anno C. pp 106-109)

  25. Fabrizio Giudici

    “esiste un volto antico della misericordia che è il volto di Gesù, e poi esiste il volto nuovo della misericordia che è quello di papa Francesco.”

    Be’, questo è quello che ha dichiarato monsl. Scicluna, arcivescovo di Malta:

    “He must ask the Pope and the bishops who are in communion with the Pope,” he added. “Whoever wishes to discover what Jesus wants from him, he must ask the Pope, this Pope, not the one who came before him, or the one who came before that. This present Pope. “

    Chiaro, no? _Questo_ Papa: non il precedente o quello ancora prima. Quelli non contano più niente. Almeno è stato onesto e chiaro, e non ha fatto finta che AL non è in contraddizione con Familiaris Consortio, eccetera.

    Questo invece succede in Brasile, a quanto pare:

    https://www.youtube.com/watch?v=XN8HAFMwzB4

    Ma forse non c’è bisogno che qualcuno lo avverta o lo corregga fraternamente: abita sullo stesso pianeta mio, e se me ne sono accorta io, senza alcun titolo, figuriamoci lui!

    Esatto. E se si fosse distratto, in molti glielo hanno fatto presente: per esempio con i Dubia. Ma lui fa finta di non vedere.

    Ora magari potrebbe essere utile un pò di vera umiltà e un pò di obbedienza da parte del popolo della Chiesa…

    La vera umiltà presumerebbe di sapere che l’obbedienza non è cieca e incondizionata. La vera umiltà presumerebbe anche che, visto che il tema dell’obbedienza nei commenti qui è stato affrontato un gran numero di volte, quelli che arrivano con il ditino alzato, ma senza saper andare un millimetro sotto la superficie, dovrebbero sapere che non è la prima volta nella storia della Chiesa che i fedeli sono posti dinnanzi ad un dilemma di obbedienza. Se pensi che non sia vero o sia male interpretato, puoi sempre farcelo sapere. Ma perché, ogni volta che si parla di quelle cose con cognizione di causa, nessuno obietta? Forse perché non c’è niente da obiettare? O cosa?

    non mi occupo di vaneggiamenti pseudo comunisti o di fondamentalismo ecologista. neppure se li pronuncia il Papa.

    E fossero solo cose politiche, economiche o ecologiste… Ma la lista delle cose problematiche in ambito dottrinale e pastorale è ormai lunghissima.

    Comunque mi piacerebbe sapere cosa pensano i lettori di questo blog dell’omelia, secondo me bellissima e illuminante, citata da Francesca.

    Non l’ho ancora letta. Facciamo per esempio che sia bellissima. E allora? La vera umiltà, tanto per continuare il tormentone, sarebbe anche leggersi le encicliche dei papi del passato. E nella “Pascendi Dominici Gregis” San Pio X faceva presente che i modernisti sapevano scrivere anche pagine molto belle e ortodosse, ma appena le giravi trovavi le pagine piene di eresie.

  26. Sabino

    Paola. Ho letto la sintesi del discorso del Papa nella fonte da te indicata. Parte dal martirio di S.Stefano, indicando il martire come un vero ascoltatore dello SpiritoSanto e ricorda che aveva chiamato incrconcisi ( cioe’ pagani dice il Papa) gli ebrei che non accettavano Cristo. Lo presenta quindi, forse involontariamente, come una persona poco portata al dialogo, ma poi, secondo una logica che non riesco a capire, ne trae lo spunto per condannare che i rigidi dal cuore di pietra che non sanno vedere che la legge è che giudicano solo in base alla legge. Ora il punto è’ questo: tu vedi una Chiesa, o almeno una parte rilevante di essa, attaccata ai principi “astratti” e incapace di misericordia verso l’errante, o ha ragione Costanza che vede una Chiesa liquida che sembra conformarsi al mondo? E poi quella minoranza che non vuole rinunciare ai principi e’ fatta di persone che giudicano senza carita’ oppure sanno ben distinguere tra errore ed errante?
    La mia personale esperienza mi porta a ritenere esatta la diagnosi di Costanza. In chiesa e non da ora si fanno in genere discorsi molto generici e si ha pudore, o vergogna, di parlare dei nuovissimi o di toccare temi come aborto, divorzio, castita’ prematrimoniale. Inoltre non ho mai visto discriminazioni, condanne, o anche critiche verso le persone divorziate e risposate civilmente. E allora che senso ha di parlare continuamente di cuori duri o di mentalità’ legalistiche, addirittura di cuori di pietra? Certo tutti siamo peccatori, ma il peccato più’ grande e’ se mai l’indifferenza. E poi perché’ giudicare, dandone una connotazione morale negativa coloro che egli ritiene in errore e che avevano ricevuto, nelle loro iniziative, ampia approvazione dai precedenti pontefici. La misericordia non vale anche per loro? Che nella Chiesa ci siano divisioni e’ un fatto, ma la cosa grave è’ se mai che non si esercita la carita’ verso chi la pensa diversamente. S.Stefano era deciso a difendere la verità’ ma ha perdonato morendo ai suoi uccisori. Con questo non voglio dire che tutti coloro che esprimono critiche verso l’attuale papa sono sereni e non acrimoniosi. Ma questo non e’ certo il caso di Costanza che ha sempre mostrato grande rispetto verso di lui.
    .

  27. PUPI

    Cara Costanza,
    ecco il mio sondaggio su anni di esami universitari: quanti erano i vangeli? (Non so) In che lingua erano scritti (ebraico???), Che lingua parlava Gesù Cristo (latino???). Ma insomma, mi dica il nome degli evangelisti (non ho fatto il catechismo!).
    Ops, qualcosa è fallito completamente.

    1. Navigare necesse est

      Alla radice di questa generale alienazione (Costanza usa l’espressione “liquidità”) vanno cercati la degenerazione, la corruzione e poi lo smarrimento del senso del Sacro e del Mistero. La rescissione dei nessi simbolici, la sovversione dei piani gerarchici, l’adulterazione della forma, l’oblio di fondamenti e principî, e tutti gli altri tratti della profonda notte in cui le cosidette società postcristiane si trovano confitte, sono dovuti anzitutto a questa perdita.

      È un discorso che ci condurebbe lontano (anche lontano dalle standing ovations e dall’applausometria), ma che infine ciascuno di noi (“la colpa è mia che non ho amato abbastanza”) è chiamato ad affrontare.

  28. Elisabetta

    grazie Costanza: questa è una rara e preziosa testimonianza al vero, e come tale benefica per tutti

  29. Regressista

    Non avrai altro Dio fuori di me
    Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso. Es 34,14

  30. Gianfranco Falcone

    “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.
    Tuttavia essa annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo che è “Via, Verità e Vita (Gv. 14,6)” in cui tutti gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose.” (Nostra aetate, 2). “Nostra aetate” è una dichiarazione conciliare del Concilo Vaticano II sulle relazioni della Chiesa con le religioni non-cristiane (1965)

    1. Alessandro

      “Alla luce dell’economia di salvezza, la Chiesa non vede un contrasto fra l’annuncio del Cristo e il dialogo interreligioso; sente, però, la necessità di comporli nell’ambito della sua missione ad gentes.

      Occorre, infatti, che questi due elementi mantengano il loro legame intimo e, al tempo stesso, la loro distinzione, per cui non vanno né confusi, né strumentalizzati, né giudicati equivalenti come se fossero intercambiabili.

      Ho scritto recentemente ai Vescovi dell’Asia: «Anche se la Chiesa riconosce volentieri quanto c’è di vero e di santo nelle tradizioni religiose del buddismo, dell’induismo e dell’islam riflessi di quella verità che illumina tutti gli uomini, ciò non diminuisce il suo dovere e la sua determinazione a proclamare senza esitazioni Gesù Cristo, che è “la via, la verità e la vita”… il fatto che i seguaci di altre religioni possano ricevere la grazia di Dio ed essere salvati da Cristo indipendentemente dai mezzi ordinari che Egli ha stabilito, non cancella affatto l’appello alla fede e al battesimo che Dio vuole per tutti i popoli». [Giovanni Paolo II, Lettera ai Vescovi dell’Asia in occasione della V Assemblea plenaria della Federazione delle loro Conferenze episcopali, 23 giugno 1990].

      Cristo stesso, infatti, «inculcando espressamente la necessità della fede e del battesimo, ha confermato simultaneamente la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il battesimo come per una porta» [Conc. Ecum. Vat. II, cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 14].

      Il dialogo deve esser condotto e attuato con la convinzione che la Chiesa è la via ordinaria di salvezza e che solo essa possiede la pienezza dei mezzi di salvezza.”

      (Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, n. 55)

      Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Dominus Iesus (2000):

      “Certamente, le varie tradizioni religiose contengono e offrono elementi di religiosità, che procedono da Dio, e che fanno parte di «quanto opera lo Spirito nel cuore degli uomini e nella storia dei popoli, nelle culture e nelle religioni» [Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, n. 29]. Di fatto alcune preghiere e alcuni riti delle altre religioni possono assumere un ruolo di preparazione evangelica, in quanto sono occasioni o pedagogie in cui i cuori degli uomini sono stimolati ad aprirsi all’azione di Dio [Cf. Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, n. 29; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 843 ].

      Ad essi tuttavia non può essere attribuita l’origine divina e l’efficacia salvifica ex opere operato, che è propria dei sacramenti cristiani [Cf. Conc. di Trento, Decr. De sacramentis, can. 8, de sacramentis in genere: Denz., n. 1608]. D’altronde non si può ignorare che altri riti, in quanto dipendenti da superstizioni o da altri errori (cf. 1 Cor 10,20-21), costituiscono piuttosto un ostacolo per la salvezza [Cf. Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, n. 55]” (n. 21)

      “Con la venuta di Gesù Cristo salvatore, Dio ha voluto che la Chiesa da Lui fondata fosse lo strumento per la salvezza di tutta l’umanità (cf. At 17,30-31) [Cf. Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 17; Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, n. 11 ].

      Questa verità di fede niente toglie al fatto che la Chiesa consideri le religioni del mondo con sincero rispetto, ma nel contempo esclude radicalmente quella mentalità indifferentista « improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l’altra” » [Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, n. 36].

      Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici [Cf. Pio XII, Lett. Enc. Mystici corporis: Denz., n. 3821].
      Tuttavia occorre ricordare « a tutti i figli della Chiesa che la loro particolare condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di Cristo; se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più severamente giudicati » [Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 14].

      Si comprende quindi che, seguendo il mandato del Signore (cf. Mt 28,19-20) e come esigenza dell’amore a tutti gli uomini, la Chiesa « annuncia, ed è tenuta ad annunciare, incessantemente Cristo che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6), in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e nel quale Dio ha riconciliato a sé tutte le cose » [Conc. Vaticano II, Dich. Nostra aetate, n. 2].

      La missione ad gentes anche nel dialogo interreligioso « conserva in pieno, oggi come sempre, la sua validità e necessità» [Conc. Vaticano II, Decr. Ad gentes, n. 7].

      In effetti, « Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità ” (1 Tm 2,4): vuole la salvezza di tutti attraverso la conoscenza della verità. La salvezza si trova nella verità. Coloro che obbediscono alla mozione dello Spirito di verità sono già sul cammino della salvezza; ma la Chiesa, alla quale questa verità è stata affidata, deve andare incontro al loro desiderio offrendola loro. Proprio perché crede al disegno universale di salvezza, la Chiesa deve essere missionaria» [Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 851].

      Il dialogo perciò, pur facendo parte della missione evangelizzatrice, è solo una delle azioni della Chiesa nella sua missione ad gentes [Cf. Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris missio, n. 55].

      La parità, che è presupposto del dialogo, si riferisce alla pari dignità personale delle parti, non ai contenuti dottrinali né tanto meno a Gesù Cristo, che è Dio stesso fatto Uomo, in confronto con i fondatori delle altre religioni.

      La Chiesa infatti, guidata dalla carità e dal rispetto della libertà [Cf. Conc. Vaticano II, Dich. Dignitatis humanae, n. 1], dev’essere impegnata primariamente ad annunciare a tutti gli uomini la verità, definitivamente rivelata dal Signore, ed a proclamare la necessità della conversione a Gesù Cristo e dell’adesione alla Chiesa attraverso il Battesimo e gli altri sacramenti, per partecipare in modo pieno alla comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
      D’altronde la certezza della volontà salvifica universale di Dio non allenta, ma aumenta il dovere e l’urgenza dell’annuncio della salvezza e della conversione al Signore Gesù Cristo.” (n. 22).

  31. Marina

    Veramente un’ottima analisi Costanza!
    Fa ripensare all’esortazione ad essere sale della terra
    e luce del mondo, detta da Qualcuno che di Chiesa ne capisce…

    Un saluto.

    Marina

  32. blaspas59

    Mi piacerebbe esprimere qualche riflessione per centrare un pó di piú i rimedi. Per piú che ci sforziamo ad essere buoni la media dei cattolici non é piú buona della media dei non cattolici. Forse abbiamo proporzione di sante persone, ma media contro media non facciamo differenza. Una volta i cristiani si occupavano dei bisognosi, ed era una novitá, oggi anche i non cattolici sono d´accordo con quell´idea e lo fa lo stato, Una volta i cristiani si occupavano dei malati, ed hanno creato gli ospedali, oggi anche i non cattolici sono d´accordo con quell´idea e lo fa lo stato, Una volta i cristiani si occupavano di educar la gente, ed hanno creato le universitá, oggi anche i non cattiloci sono d´accordo con quell´idea e lo fa lo stato. La societá di oggi ha accettato, forse male, i valori cristiani é non trova differenza fra essere cattolico e no. Anzi come questi valori gli accetta ma senza fondamento finisce per rivoltarli contro noi cattolici quando ci accusa di intolleranza e mancanza di caritá verso gli altri.
    Mi pare che l´unica battaglia che ci resta é quella di offrire la Veritá, ma per questo la Chiesa come tutti noi dovrebbe conoscere bene questa Veritá e non parlo di teologia semplicemente le basi di catechismo, apologetica e morale.

    1. Giancarlo Belli

      Io credo che la fede cattolica vissuta migliori eccome le persone. Un cattolico che si confessa regolarmente, va alla messa e prega è certamente molto migliore di un “cattolico” che non coltiva la propria fede. Il problema è che oggi quasi nessuno si confessa più, o molto raramente. La crisi della fede nella Chiesa Cattolica si traduce in un abbassamento, direi un livellamento generale dei cattolici sul livello dei non credenti. Ma chi coltiva la propria fede è certamente migliore, sul piano morale, di un non credente. Ci mancherebbe.

      1. Oggi si vede una bella fila in chiesa che prendono L’Eucarestia……nel confessionale pochissima gente o quasi nessuno e mi dico ma qui c’è qualcosa che non va……sbaglio ????….non credo…(.oppure una chiesa vuota )…..

      2. Non credsia questione di essere “migliori” (o quanto meno il termine sa di moralismo)…

        Chi “coltiva” la propria Fede e si lascia “coltivare” da Dio, risplende della Sua Luce riflessa e assimila se stesso sempre più e in modo sempre più vero e concreto a Suo Figlio Gesù Cristo (la Santità in una sola parola).

        Da ciò deriva una grazia, un “vantaggio” (se vogliamo dire così) per tutti.

    2. Fabrizio Giudici

      Una volta che si offre la Verità, come dici, in realtà si vede che le cose non sono come sembrano. Infatti

      Una volta i cristiani si occupavano dei bisognosi, ed era una novitá, oggi anche i non cattolici sono d´accordo con quell´idea e lo fa lo stato.

      Ma come lo fa lo stato? Creando masse di sovvenzionati? Illudendo masse di non europei che hanno il diritto di trapiantarsi in Europa? Sobillandoli con idee marxiste?

      Una volta i cristiani si occupavano dei malati, ed hanno creato gli ospedali, oggi anche i non cattolici sono d´accordo con quell´idea e lo fa lo stato.

      E come lo fa lo stato? Convincendo i malati terminali, ma non solo, a terminarsi? O eliminando i feti “difettosi”?

      Una volta i cristiani si occupavano di educar la gente, ed hanno creato le universitá, oggi anche i non cattiloci sono d´accordo con quell´idea e lo fa lo stato.

      E come la educano? Intanto, direi, malissimo proprio anche nel senso della cultura generale, a quanto pare, specialmente da quando si è deciso di “rivoluzionare” la scuola. Lasciamo perdere poi il discorso della Verità: più che educare si indottrina alla statolatria.

      La societá di oggi ha accettato, forse male, i valori cristiani é non trova differenza fra essere cattolico e no.

      Non li ha accettati male: li ha stravolti in senso antricristico, questo perché in primis la Chiesa li ha presentati come “valori”, e non per quello che sono, ovvero la naturale conseguenza dell’amore per Cristo; e non capisce la differenza, anzi proprio l’opposizione, con i valori cristiani.

      1. Luigi

        “E come lo fa lo stato? Convincendo i malati terminali, ma non solo, a terminarsi? O eliminando i feti “difettosi”?”

        Non che sia solo una questione “quantitativa”, certamente importante.
        È che proprio l’idea di fondo è differente.
        La sanità attuale soggiace alla logica di “medicalizzazione dell’esistenza” di cui scrisse – e bene – Andreas Hofer mesi addietro. Nè potrebbe essere diversamente, visto che nega a priori qualsiasi trascendenza.

        Lo stesso vale per la scuola:

        “Non li ha accettati male: li ha stravolti in senso anticristico”

        Ecco, appunto.

        Ciao.
        Luigi

      2. blaspas59

        Vero, la societá ha assunto i valori cristiani, ma non l´ordine dei valori cristiani che é qullo che definisce la cristinitá. Ma “ordine” é una parloa proibita che nemmeno la Chiesa pronuncia.

  33. Grazie Costanza !! sei stata molto chiara in questa analisi ……..Voglio aggiungere una cosa…quando una persona a fatto l’esperienza di Dio nella sua vita, non può più stare zitta, …..(sarebbe una grande offesa a Dio)…

    Parlare di Cristo Gesù è un doverò …annunciare Cristo Risorto, anche se vieni prese in giro, non importa….il contrario è ipocrisie, allora è meglio stare zitti.
    E chiedere una conversione sinceri a Cristo e a Maria che Gesù nulla nega a Maria Ss…..parlo anche per me che ogni giorno chiedo questa grazia.

  34. Trovo ottimo l’articolo di Costanza Miriano. Ho anche visto alcuni commenti. In uno si fa carico a Costanza d’aver detto, in altra occasione, che “non c’era proprio bisogno che il Papa scrivesse un’enciclica sull’ambiente”. Uhm… L’ho sempre pensato anch’io: non mi pare che Gesù agli apostoli abbia dato un incarico del genere, ma piuttosto quello d’annunciare il vangelo.
    Certe cose, magari anche giuste in qualche caso, nel mondo c’è già chi le fa. A ciascuno il suo mestiere: a un uomo di chiesa si chiede che guidi il gregge all’incontro con Dio, non che segua le correnti del mondo. Diceva G. K. Chesterton: occorre una chiesa che muova il mondo, non una che si muova col mondo.

  35. Signori e Signore,

    il Gregge di Cristo non e’ non sara’ mai una confederazione di credenze e religioni o un ecumenismo inteso come parlamento religioso.

    Pazzesco cio’ che leggo ma, in formazione e al tempo di Cristo, un solo ovile con un Unico Pastore: piccolo o grande che sia con Cristo Re Universale.

    Solo dal punto un di vista di razionalismo umano, cosi’ tanto superficiale e in voga ai nostri giorni, la viziata mentalita’ di prevaricazione al deposito della Fede Cristiana Cattolica Romana, questa mentalita’ rimane sempre e solo la manifestazione tangibile del dilagare della “grande apostasia” di cui ci avverte San Paolo.

    Per quale finalita’ sarebbe venuto al mondo Cristo e per quale Valore il suo sacrificio cruento di morte sulla croce quando anche al suo tempo terreno c’era gia’ un supermercato di religioni per tutti i gusti?.

    Sritti che mi danno laa certezza , da parte di molti, che la profezia evangelica si avvera:

    Cercheranno la Parola e non la troveranno,
    sorgeranno falsi profeti e ne seduranno moltissimi,
    con me o contro di me,
    il cielo e la terra passeranno ma le mie Parole non passeranno.

    Cordiali saluti e ricordiamoci che ora e’ il tempo propizio per la nostra salvezza e non e’ una salvezza di opinioni democratiche o federalistiche ma di fare la Volonta’ di Dio secondo i suoi dieci Comandamenti.
    Paul

  36. Marco Gesi

    “Cos’è la verità?” Si domandava Ponzio Pilato. Faceva bene a chiederselo. Un po’ di sano relativismo non farebbe male ai credenti. Io credo. Credo perché so di non sapere. Credere significa avere dei dubbi. Io non CREDO che quest’anno sia il 2017, io SO che siamo nel 2017. Credere è il contrario di sapere. Chi crede si affida alle proprie intuizioni, si aggrappa all’inconiscibile. La reincarnazione non è più inverosimile dell’incarnazione del Verbo. Non so se sia più difficile credere nella reincarnazione o nella risurrezione. Siamo sul terreno di ciò che non sappiamo. Se la fede non riconosce i limiti del proprio conoscere e non si specchia nel dubbio, allora diventa indistinguibile dal cieco fanatismo. La fede può essere cieca e può accecare. I credenti dovrebbero specchiarsi gli uni negli altri, perché tutti cercano la Verità, quella che si può a volte vedere, se si è fortunati, ma mai conoscere. “Io sono la Verità” – è la risposta taciuta di Gesù a Pilato. La Verità è Cristo. Noi possiamo vedere e mangiare la Verità ma non abbiamo strumenti per poterla conoscere. Per i cristiani la Verità è Comunione eucaristica, non è matematica, non è la logica di Aristotele. I buddhisti, quelli illuminati, intuiscono qualcosa di diverso, nel senso di distinto (non opposto). Esiste un non-luogo in cui Dio coesiste con il Nulla. Cristo è il Verbo, la Parola: una Parola infinita che non può essere racchiusa in nessun libro (per questo non ne ha scritti), una parola che non può essere preferita ma solo ascoltata. Non possediamo un solo Vangelo ma quattro (e più di quattro): ogni Vangelo è un’interpretazione. Anche il buddhismo è un’interpretazione della Verità altrettanto legittima.

    1. Pema

      Condivido, e se ci sono 4 e più evangeli, ci sono almeno tre correnti buddhiste principali, quattro scuole tibetane, due Zen, e mi pare che tra Ebrei, Musulmani e Induisti sia tutto un fiorire di interpretazioni!
      Non si dice forse che le vie del Signore sono infinite?

      1. Fabrizio Giudici

        “Non si dice forse che le vie del Signore sono infinite?”

        “Vie” nel senso di “religioni” è quello che dice la Massoneria.

      2. Kosmo

        “Condivido, e se ci sono 4 e più evangeli,”

        Che assurdità.
        Intanto, i vangeli sono SOLTANTO 4, e in più dicono le stesse cose, tanto che tre di loro vengono chiamati SINOTTICI, il quarto pone l’accento su altre cose accadute…

    2. Luigi igiul

      @Marco Gesi
      “La Verità è Cristo. Noi possiamo vedere e mangiare la Verità ma non abbiamo strumenti per poterla conoscere. Per i cristiani la Verità è Comunione eucaristica, non è matematica, non è la logica di Aristotele. I buddhisti, quelli illuminati, intuiscono qualcosa di diverso, nel senso di distinto (non opposto). Esiste un non-luogo in cui Dio coesiste con il Nulla”.

      Mah, mi lascia molto perplesso questo modo di intendere la conoscenza: certamente, se in tesa nel senso di una certezza scientifica, ok, ma non riduciamo la conoscenza solo a questa. Sarebbe fare un torto alla nostra intelligenza e affettività. Se la Verità si fa cedere e mangiare, allora si fa anche conoscere e questa conoscenza derivante dalla relazione interpersonale è altrettanto valida di una conoscenza scientificamente intesa.
      Quanto al nulla, è un paradosso dire che Dio ci coesista: il nulla non può essere pensato e immaginato nè teorizzato. Semplicemente perché Sarebbe qualcosa dove non esiste l’Essere e quindi anche lo spazio e il tempo mancherebbe. E se esistesse qualcosa del genere, allora avrebbe un certo grado di essere e quindi non sarebbe più il nulla ma qualcos’altro.

      Buona giornata

    3. @Marco Gesi (e Pema che condivide…).

      Mi pare tu faccia un po’ di confusione a vantaggio del tuo teorizzare.

      I 4 Vangeli NON sono “interpretazioni”, per nulla proprio.
      Sono semmai “testimonianze” o se vogliamo usare un termine ancora più semplice, sono il racconto di fatti realmente avvenuti, così come lo sono gli Atti degli Apostoli.

      Al di là dei tempi e dei modi in cui sono stati redatti Essi sono testimonianza della Verità che è il Cristo e della Sua Resurrezione.

      “… una Parola infinita (il Cristo Verbo) che non può essere racchiusa in nessun libro.”

      Affermazione personale del tutto opinabile a cui senza addentrarmi in altrettante interpretazioni personali, contrappongo ciò che la chiesa insegna dal CCC:

      I. Il Cristo – Parola unica della Sacra Scrittura

      101 Nella condiscendenza della sua bontà, Dio, per rivelarsi agli uomini, parla loro in parole umane. « Le parole di Dio, infatti, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al linguaggio degli uomini, come già il Verbo dell’eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell’umana natura, si fece simile agli uomini ».

      102 Dio, attraverso tutte le parole della Sacra Scrittura, non dice che una sola Parola, il suo unico Verbo, nel quale esprime se stesso interamente.

      “La fede può essere cieca e può accecare.”I credenti dovrebbero specchiarsi gli uni negli altri, perché tutti cercano la Verità, quella che si può a volte vedere, se si è fortunati, ma mai conoscere.”

      Certo qualunque fede se “cieca” può divenire fanatismo e “accecare”, ma le storture di qualsivoglia fede e di quelle dell’Uomo accecato, non stanno a dimostrazione di nulla in questo caso.
      La Fede in Cristo NON è “fede cieca”. Nella Fede in Lui, “Fede e Ragione”, “Fede e Conoscenza” non sono affatto in contrasto, anzi! Le Seconde corroborano e fortificano la Prima.

      La Fede poi è ESPERIENZA nel senso di un vissuto confermato. Si fa esperienza della propria Fede, che cioè ciò che credo è Vero. Che il mio rapporto con Dio (dai Sacramenti alla Preghiera, al confidare, all’affidarsi) ha concreti risvolti nella mia concreta vita.
      Non sono né “intuizioni” (che Dio anche concede ma parliamo d’altro), né filosofie, né tanto meno utopie.

      “I credenti dovrebbero specchiarsi gli uni negli altri, perché tutti cercano la Verità, quella che si può a volte vedere, se si è fortunati, ma mai conoscere.”

      Altra idea piuttosto confusa e che non rispecchia in alcun modo la realtà delle cose.
      I credenti, i Cristiani, uno nell’altro vedono il Volto di Cristo, si “specchiano” in Lui e NON perché cercano la Verità… la Verità si è fatta conoscere ed Essi compartecipano, vivono in Comunione grazie a quella stessa Unica Verità (partecipano e compartecipano alle Grazie che ne derivano).

      La “fortuna” poi, che è roba da pagani o idolatri, non centra un bel nulla!

      Contraddittoria poi la tua affermazione finale “Anche il buddhismo è un’interpretazione della Verità altrettanto legittima.” visto che hai sostenuto che la Verità è inconoscibile, quindo come “interpretare” qualcosa che non si conosce??
      Tutt’al più si può parlare di una via di “ricerca”, ma lì ci fermiamo.

      Non stupisce quindi che tu possa affermare “Non so se sia più difficile credere nella reincarnazione o nella risurrezione.”…

      Infine che “I buddhisti, quelli illuminati, intuiscono qualcosa di diverso, nel senso di distinto (non opposto). Esiste un non-luogo in cui Dio coesiste con il Nulla.” scusa la brutalità, ma a vendo avuto la Grazia di Dio fatto Uomo morto e risorto per la mia salvezza che si è voluto far conoscere e incontrare, non vedo come la cosa potrebbe avere per me un qualche minimo interesse…

      Ammesso e non concesso che sapere che “Esiste un non-luogo in cui Dio coesiste con il Nulla.” possa vere una concreta ricaduta sulla vita di un Uomo, sia dal punto di vista fisico che spirituale (che per il Cristiano è un tutt’uno).

      1. Marco Gesi

        I vangeli non sono interpretazioni? Dissento. Perché Giovanni inserisce la cacciata di Gesù dal Tempio all’inizio del suo Vangelo mentre Matteo la colloca alla fine? Perché il Gesù di Matteo dice “beati i poveri in spirito” mentre quello di Luca dice semplicemente: “beati i poveri”? . Perché il Gesù di Giovanni dice: “io e il Padre siamo una cosa sola” mentre una frase così impegnativa manca nei sinottici? Perché Giovanni inserisce Maria, madre di Gesù, ai piedi della croce, mentre la stessa scena non è presente negli altri vangeli? Secondo Giovanni, le ultime parole di Gesù prima di spirare furono : “Tutto è compiuto”; secondo Matteo le ultime parole furono “Dio mio perché mi hai abbandonato? “. Perché esistono i vangeli apocrifi, alcuni dei quali sono coevi a quelli canonici? Perché a quasi tutti i discepoli di Gesù viene attribuita la stesura di un vangelo? Perché, riguardo genealogia di Gesù, Matteo si ferma ad Abramo, mentre Luca prosegue fino ad Adamo? Perché Gesù non ha dettato le sue memorie? Io rispondo: perché ha voluto così. Egli ha voluto che l’incontro di ciascuno con il Cristo fosse personale. Gesù non ha impedito a Giuda di seguirlo. Non impedisce a nessuno di seguirlo (né di scrivere un Vangelo). Gesù ha voluto che ognuno dei suoi discepoli coltivasse un proprio rapporto con la Verità. Nei racconti delle mille e una notte sta scritto: la Verità non è in un solo sogno ma in tanti sogni. La Bibbia è un insieme di libri. Il vero volto di Gesù è quello della trasfigurazione: anche i discepoli più prossimi stentano a riconoscerlo. “Voi chi dite che io sia?” Questa è la domanda che Gesù rivolge a ciascuno di noi. Di una cosa sono sicuro: la risposta non sta nei nostri libri ma nel nostro cuore. L’interpretazione è tutto. Conoscere è trasformare la realtà, non è rispecchianento. Ti ho risposto solo su questo punto, sennò scriverei un libro (noioso). Buona serata

  37. Signor Marco Gesu,

    non so che concetto umano abbia sviluppato in se stesso dell’ eterna esistenza di Dio Onnipotente e Onnivegente per cui penso che sia daccordo che e’ libero, nei Suoi Infiniti Attributi, di usarli come e’ suo Piacere e Volonta’. Scelse il Popolo Ebraico e con Abramo decise si usare la sua Divina Pedagogia: cosi’ come gli parve piu’ addatta alla Sua escatologia. Non penso ritenga che Dio debba saper scrivere per rendere di ispirazione Divina le Sacre Scritture. Mi ricordo che con il suo “dito” sul monte Sinai scrisse i dieci comandamenti e Gesu’ Cristo si nota che scrisse qualcosa per terra. Non so ora se Dio e Gesu’ Cristo si sono aggiornati e sanno scrivere via telecomunioni e uso del computer. Cordiali salut e buon divertimento. Paul

I commenti sono chiusi.