di Costanza Miriano
Siccome sono convinta che Dio non funzioni come noi, ma in un modo in qualche modo contrario – secondo la logica del Vangelo il re muore in croce, il capo lava i piedi ai servi – sono certa che oggi, per la festa di tutti i santi, Dio e i suoi figli prediletti i regali li fanno a noi, che siamo i non festeggiati, i non (ancora?) santi.
Che regalo chiedo, stavolta? – mi arrovello da un po’, perché quando si tratta di chiedere regali io mi applico coscienziosamente. Voglio chiedere proprio qualcosa di preciso, a parte le solite cose, quelle che lui sa già (Dio, dona al mondo la pace, e a me delle cosce toniche).
Signore, aumenta la mia sete. La mia sete di te. La voglia di cercarti sempre. La nostalgia della tua presenza in ogni circostanza, perché non c’è niente che non abbia a che fare con te. E se uno ha sete, ma proprio una sete tremenda, il tempo e il modo di andare a bere lo trova per forza. Se uno ti cerca davvero, come uno che sta affogando cerca l’aria, il tempo per respirare lo trova. Anzi, respirare è tutto quello che fa.
Fratelli maggiori, santi che mi avete preceduto in cielo, vorrei la vostra stessa sete, e il vostro coraggio di non cercare di togliermela con altro che non sia l’acqua che disseta veramente. Vorrei che mi spiegaste come avete fatto a non stancarvi di cercare, a pregare con la vostra vita quello che io dico solo con le labbra, con le parole del salmo 62 O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua.
Quando uno prega così davvero, orienta a questo tutta la sua vita. Ogni vita senza Dio è una terra arida, senza acqua, ma la maggior parte di noi fa finta di non saperlo, e non ci pensa perché la ricerca è faticosa, ed esige anche disciplina (la preghiera all’inizio è soprattutto disciplina). Si distrae,non usa la parte migliore delle proprie risorse – creatività, intelligenza, fantasia, determinazione, impegno, concentrazione – per cercare seriamente l’unica cosa che vale. Anche io, cari fratelli più grandi, cari Giuseppe e Paolo e Pietro e Giovanni e Antonio e Francesco e Benedetto e Tommaso e Giovanni (un altro) e Piergiorgio e Filippo e Carlo e Pio e Charbel e Giovanni Paolo, e care Elisabetta, Maddalena, Agnese, Chiara, Caterina, Teresa (tutte e quattro), Bernadette e Lucia, e tutte le infinite schiere che mi si affollano alla mente, all’aurora a dir la verità dormo, non è che mi alzo spinta dal desiderio, a cercare Dio. Spesso mi organizzo la vita come pare a me, poi metto Dio come ciliegina sulla torta. Ma così non solo non sono santa, che va bene, si sapeva, ma non sono manco cristiana. Perché se non hai sacrificato il tuo tutto, il tuo Isacco, non sei cristiano.
Essere santi, cioè essere cristiani realizzati, è avere così tanta sete di Dio, è avere intravisto così tanta bellezza, che anche una cosa molto molto bella, come Isacco per Abramo – il figlio a lungo desiderato – diventa meno importante di Dio. Ma non per dovere o forza di volontà, per un principio o per dei valori; piuttosto perché si è intuita una bellezza senza la quale manca l’aria, senza la quale non si è niente. Perché niente è più bello di quella bellezza. Essere santi è riconoscere questa sete, alzare lo sguardo alla ricerca di una fonte, e lasciarsi guardare da Dio: scoprire che alla fonte non ci arriviamo da soli, fidarci di lui che ci darà da bere dell’acqua che toglie la sete per sempre. La samaritana andava al pozzo; è vero, ci andava quando non c’era nessuno in giro, si vergognava della sua storia, dei suoi mariti, ma ci andava. Gesù la guarda, e lei si lascia salvare. Era sgangherata, era peccatrice, ma andava al pozzo.
Vi chiedo, fratelli e sorelle maggiori che oggi ci farete dei bei regali – vero che ce li farete? – di aumentare la nostra sete e di insegnarci le vie segrete che avete percorso voi per cercare quest’acqua. Di dirci come si arriva al pozzo. Di non permettere che ci accontentiamo del nostro benessere, chi ne può godere (è per questo che chi sta sulla croce cerca Dio, perché non può fare a meno di riconoscere il suo bisogno). Insegnateci dunque a benedire le nostre croci piccole o grandi, perché ci fanno vedere la verità su di noi, cioè il fatto che siamo bisognosi.
Ogni santo è stato pienamente se stesso, e pienamente somigliante a Dio: cioè ha realizzato il progetto di Dio su di lui (dice un mio amico sacerdote che uno a quaranta anni ha la faccia che si merita, e che il progetto di Dio su di noi ce l’avevamo stampato in faccia il giorno della prima comunione…). Seguire tutte le vie che hanno seguito tutti i santi non è possibile, perché ognuno è stato, appunto, pienamente se stesso, calato nel suo tempo e nella storia. Però possiamo imparare qualcosa da ognuno di loro. Leggendone le biografie o gli scritti, pregando come faceva lui o lei.
Suggerisco a chi non lo abbia fatto di scegliere, come fanno in tanti, un santo come speciale compagno di cammino per un periodo, per esempio un anno. Io a volte ho scelto i miei preferiti, a volte mi è capitato che mi siano stati affidati, ed è stata un’occasione per conoscere spiritualità di cui sapevo pochissimo (la fedeltà alla Chiesa di San Giovanni Bosco o di san Josemaria Escrivà, la notte oscura di Madre Teresa, il fuoco di Caterina). Oppure potreste mandare un messaggio a un amico e affidarlo a un santo in particolare, e chiedere che lui (o lei) faccia lo stesso. O ancora andare in uno dei siti – come questo – che suggeriscono questo modo per intrecciare nuove amicizie celesti. Io, se c’è un posto ancora vicino a Teresa d’Avila, le volevo chiedere se me lo tiene (ormai lo sa, bevo coca light, mangio pocket coffee e pane e salame). E magari per questo anno intanto mi cerco anche un nuovo amico, che mi sa che Teresona è un po’ sold out.
Come sempre…superlativa!!! anch’io gradirei un posticino vicino a Teresona….
Faccio mie le tue parole, i tuoi desideri, le tue aspirazioni, il consiglio di scegliere un santo seguito anche in passato. Grazie ed auguri…..di santità.
Grazie Costanza! Senza saperlo hai toccato uno dei miei recenti punti deboli: stimolo della sete spirituale in fase calante. Troppo facile se no!
Non sapevo come fare ad “avere” il Santo fino al prossimo primo novembre e non potendo andare dove so che si può pescarne uno dal cestino francescano… e non avendo nessuno che poteva “pescarlo” per me, ieri sera, lì per lì sono andata in crisi. Poi mi son detta che era ora che me lo sceglievo da sola… poi, per non offendere nessuno di quei Santi ai quali sono devota da sempre (perché no uno di loro? forse perché sono quelli che considero fissi?)… ieri sera mi sono un attimo “raccolta” in me stessa e ho deciso: “Scriverò la parola “Santa” su google (fino ad ora solo uomini? Basta, voglio una donna!). La prima Santa che mi scriverà google sarà la mia!”. Santa Rita da Cascia, terremotata pure.
A parte questo… posso raccontare con certezza matematica che i Santi degli anni passati mi hanno veramente aiutato, prima di tutto a conoscerli meglio. Li ho sentiti molto utili, pratici anche, veri compagni quotidiani. Grazie a ognuno di loro: San Massimiliano Maria Kolbe, Sant’Agostino d’Ippona e San Patrizio d’Irlanda. Mi mancava la Santa dei casi impossibili… è arrivata nella compagnia, sì, perché poi non ne ho lasciato nessuno: con che coraggio? Santi usa e getta, no! Lo so, non sono permalosi… ma un minimo di rispetto dopo quello che hanno dovuto sopportare per un anno… Quindi: tutti insieme.
n.b.: ho cliccato per “prova” il Santo per me sul sito che hai consigliato… di nuovo Santa Rita. Ero indecisa se farlo o no, ma adesso mi viene da ridere dalla contentezza!
Grazie per la chiarezza, cara compagna di cammino…la sete infinita, l’unica evidenza in ogni uomo per cui la Chiesa, con tutti i suoi santi, santa meretrix (grande in questo senso il libro di p. Botta…), è la mano tesa a cui ci afferriamo, la barca di Pietro su cui saltiamo (perché c’è dentro Gesù, anche quando sembra dormire..)…qualsiasi altra visione della fede e della chiesa, che non sia la risposta a questa sete inesauribile, è parziale…
Mi piacerebbe trovare una bibliografia su questo blog, in cui sono elencati i libri piu’ utili/belli sulle vite dei Santi. So che e’ impresa titanica ma vivendo all’estero posso solo ordinare on line libri in lingua italiana ma senza averli sfogliati prima e’ difficile decidere… Grazie di questo articolo e dell’idea di scegliere un Santo, per quest’anno mi e’ stato affidato Don Carlo Gnocchi.
Potresti ordinare le Vite dei santi di padre Sicari di Jaca Book. Sono volumi singoli e anche raccolti in voumoni. consigliatissimi.
Sia S. Agostino il mio compagno di vita in questo pellegrinaggio terreno irto di ostacoli, incomprensioni e delusioni ma anche segnato dalle orme di Cristo Risorto.
Come vorrei anche io avere la tua fede, Costanza! Enrico Venturoli
Come condivido il tuo pensiero e le tue parole, e come mi sento un’assetata che invece di bere mangia caramelle (lo faccio davvero!). Mi é molto vicina la frase, se non sacrifichi il tuo tutto non sei cristiano, ma se qualche volta riesci a farlo ti dona una serenità che nient altro ti sa dare. A giugno sono andata a Cascia e la vita di S.Rita é diventata un mio compagno di viaggio, mi piace l’idea, non l’ho mai fatto ma sarà lei la mia santa di questo mio primo anno in compagnia.
Ciao Costanza !!! grazie per l’articolo bellissimo…..i Santi sono un insegnamento continuo, amo molto la vita di Santa Bernadetta…..povera, umili, e nessuno allora credeva in lei quando disse ho visto la Bella Signora, L’immacolata Concessione….la sua obbedienza sofferta , per annunciare a tutti La nostra mamma celeste, che chiede pregate, pregate…..Ma anche San P.Pio che sapeva vedere nelle anime durante le confessione ogni sorte di errore umana, ma la sua sincerità per portare ogni anime sulla via della Salvezza.
Io personalmente penso che tutto è possibile se credi in Dio e alla Sua Potenza, siamo tutti bisognoso di grazia, e nulla possiamo senza la grazia che viene da Dio …e non da noi….
Grazie Costanza per le tue parole e per aver segnalato il sito. Il santo che si prenderà cura di me in questo primo anno è San Giovanni Evangelista
…Io mi affido a santa Monica…forse mi piace vincere facile (speriamo…), ma sui figli mi sa che dopo la Madonna (fuori classifica) c’è lei…
@M. Cristina
Ottima scelta ( si festeggia il 27 agosto ), l’importante è optare per un santo che abbia avuto esperienze comuni a te ,in vita, così da sentirlo particolarmente vicino sul piano umano.
“All’aurora ti cerco, ha sete di te l’anima mia”.
Vi confido un mio piccolo segreto. Ho scoperto che le prime ore del mattino, quelle dell’aurora appunto, sono ore privilegiate. Tutte le cose che nel corso della mia vita il Signore e sua Madre mi hanno fatto capire me le hanno spiegate all’alba, appena sveglio e neanche tanto sveglio. Svegliatevi presto, non vi alzate subito e statevene buoni buoni in ascolto: Certo, non ogni giorno, ma vedrete che qualcosa succederà. Non avrete dubbi di nessun genere perché la voce, quando c’è, è inconfondibile. Lo capirete dalla grande pace che sentirete dopo.
Per quanto riguarda i santi particolarmente amici…li ho contati, sono 14 (qualcuno neanche santo riconosciuto), ma ho il pudore dei miei sentimenti e non ve li dico.
Anche la preghiera nella notte porta a grandi benefici e ad un “colloquio privilegiato”… 😉
ot.
ma se interessa…
Per la prima volta in oltre due secoli è stata riaperta la tomba di Gesù all’interno della basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, il luogo in cui, secondo la tradizione, è stato deposto il corpo dopo la crocifissione. La prima volta fu aperta nel 1810, e prima di allora solo nel 1555.
http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-3893938/Jesus-Christ-s-tomb-opened-time-centuries-Limestone-burial-shelf-engraved-marble-slab-revealed-amazing-discovery.html
Oppure in italiano:
https://ilfattostorico.com/2016/10/29/aperta-per-la-prima-volta-dopo-secoli-la-tomba-di-gesu/
E’ vero, Bariom, lo so, Ma con tutti i miei sforzi non riesco a non dormire….
Gianfranco, non era certo una critica 😉
Anche a me piace dormire, ma come ben sai, ci sono momenti che val bene la pena di combattere contro il proprio sonno, la propria stanchezza, per entrare in una preghiera veramente speciale.
Lo sperimentiamo solitamente quando la croce comunque il sonno ce lo toglie…
Grazie Costanza, come è vero quanto scrivi…
Ultimamente a me fa molta compagnia il calendario dell’anno liturgico (quello piccolo con i foglietti staccabili, per capirci), che ricevo sempre in dono a Natale, oramai da anni, dalla mia cara zietta.
Guardare ogni giorno i tanti santi che la chiesa ci dona mi permette al tempo stesso di: pregarli, commuovermi e stupirmi per alcuni loro pensieri che vi sono riportati (e che magari poi conservo nelle Libretto delle Ore e condivido con marito e amici) e, da ultimo ma non meno importante, ricordarmi di tutti gli amici/parenti/colleghi che prendono il loro nome (assistendo anche a simpatici messaggi di risposta agli auguri, del tipo: “Grazie, non ricordavo neppure che oggi fosse il mio onomastico!” oppure “Sei stata l’unica a ricordarsi”).
A parte il lato buffo di certe situazioni, i santi sono davvero sempre di più una compagnia familiare e quotidiana alla mia vita.
Grazie!
@Sara
…che bella idea….me lo prendo anch’io…
L’ha ribloggato su kos64.
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