Ogni giorno, mi rinchiudo in un triplice castello

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La bellissima omelia del cardinale Sarah (dal blog romualdica.blogspot.it), tenuta in occasione del funerale di fr. Vincent-Marie de la Résurrection*, al quale aveva già dedicato il suo libro “Dio o niente”.

Carissimi Fratelli e Sorelle,

Sono emozionato e alquanto felice di essere con voi in questo momento per accompagnare con l’affetto e le preghiere alla sua ultima dimora il nostro fratello Vincent-Marie de la Résurrection. Egli sul suo letto di malato, come Gesù, nei giorni della sua vita carnale, ha trascorso giorni e notti a offrire preghiere e suppliche, con un potente grido di fede, per ottenerci da Dio l’aiuto e le grazie di cui abbiamo bisogno. Oggi siamo noi che preghiamo per lui, onde attirare su di lui la misericordia e il perdono di Dio. Poiché siamo tutti peccatori. Il bambino è simbolo di una purezza che non dobbiamo mai smettere di volere, ma che sappiamo, anche nell’agonia, che non raggiungeremo mai.

Mio carissimo Vincent, ringrazio Dio e la comunità dei Canonici Regolari di sant’Agostino, che ci hanno permesso di conoscerci e di camminare assieme durante un piccolo tratto della nostra esistenza. Ti eri impegnato, e avevi preso la decisione di sostenermi e accompagnare il mio ministero con le tue preghiere e i tuoi sacrifici. Tutti i nostri incontri si sono svolti nel silenzio e nella preghiera. Ogni volta che Dio mi ha permesso di venirti a trovare, abbiamo pregato intensamente il Rosario, sotto lo sguardo della Vergine Maria. E siamo rimasti durante lunghi momenti in silenzio. Tu perché Dio ti chiedeva di essere un’offerta silenziosa per la salvezza del mondo. Io perché diventassi tuo allievo, per apprendere il mistero della sofferenza.

Osservandoti in silenzio, ho sempre considerato che il tuo volto splendeva. Il tuo corpo portava la sofferenza e il dolore. Ma sul tuo viso si poteva vedere una grande gioia, un’immensa pace e un abbandono totale a Dio. Pregando con te e ascoltando il mistero della vita, mi hai insegnato che le sofferenze e le gioie esistono insieme. Mi hai insegnato che la preghiera non asciuga le lacrime. E il silenzio ha insegnato a entrambi che l’unità della sofferenza e della beatitudine, è il segreto di Dio che dobbiamo accogliere nella fede e con una grande serenità. Quando, qualche volta, ti ho telefonato da Roma, la sola parola che tu volevi scolpire nel mio cuore, era: Sì, sì, sì! Eri diventato un Fiat continuo. Eri diventato interamente olocausto per un amore per Dio. Qualche volta non eri più capace di dire Sì, ma sentivo un respiro forte e doloroso. E mi hai rivelato così che l’espressione la più sublime dell’amore, è la sofferenza.

Ciò che Dio mi dava da percepire intuitivamente, tu stesso me ne dai conferma nel momento in cui ci lasci. In effetti, questa notte ho letto nel tuo diario personale questi pensieri di una densità spirituale eccezionale che hanno nutrito la tua vita interiore. Ti cito: “Credo che la sofferenza è stata accordata da Dio all’uomo in un grande pensiero di amore e di misericordia. Credo che la sofferenza è per l’anima la grande operaia della redenzione e della santificazione”.

Sì, la sofferenza è uno stato di felicità e di santificazione delle anime. Ad ascoltarti, sembra di sentire santa Teresa del Bambino Gesù, che scriveva: “Ho trovato la felicità e la gioia sulla terra, ma unicamente nella sofferenza, perché quaggiù ho molto sofferto”.

Ma per arrivare ad assumere in tal modo la sofferenza e per trovare la gioia nella sofferenza, oggi tu ci consegni il tuo segreto. Questo segreto io l’ho trovato nel tuo quaderno:

“Ogni giorno, mi rinchiudo in un triplice castello:

Il primo è il Cuore purissimo di Maria, contro tutti gli attacchi dello spirito maligno.

Il secondo è il Cuore di Gesù, contro tutti gli attacchi della carne.

Il terzo è il Santo Sepolcro, dove mi nascondo vicino a Gesù contro il mondo”.

Questa mattina, la tua camera è vuota come il sepolcro, perché tu sei vivente.

Ti dico nuovamente il mio immenso grazie, Vincent, per ciò che sei stato per me e per noi.

Continua a pregare per i tuoi fratelli, i Canonici Regolari di sant’Agostino, per la Chiesa, per la tua famiglia e per noi. Anche noi preghiamo per te. Dio ci ha separati per un momento, ma restiamo uniti.

Tu sei di più in più profondamente nel cuore di Dio, ma rimani nel più profondo del nostro cuore. Ora che contempli il volto di Dio, prega per noi, per i tuoi fratelli i Canonici Regolari di sant’Agostino. Tu ci hai preceduto presso il Padre per essere nostro protettore. E imploriamo la misericordia di Dio su di te. Ti affido alla Vergine nostra Madre. Lei che invocheremo nell’ora della nostra morte.

Amen!

 

 

frere_vincent*[Domenica 10 aprile 2016 si è addormentato nella pace del Signore – all’età di 39 anni, di cui 12 nella vita religiosa – fr. Vincent-Marie de la Résurrection (Benoît Carbonell), canonico regolare della Madre di Dio presso l’abbazia Sainte-Marie de Lagrasse, una comunità legata alla forma extraordinaria del Rito romano. Da qualche anno fr. Vincent era affetto da sclerosi multipla, che un poco alla volta lo ha completamente immobilizzato. Invitiamo a leggere la bella e toccante testimonianza sulla sua vita resa dai suoi fratelli canonici. La Messa di esequie, celebrata in rito romano antico, è stata celebrata sabato 16 aprile dal R.P. Emmanuel-Marie, Abate di Lagrasse, alla presenza di Sua Eminenza il cardinale Robert Sarah, che ha svolto l’omelia e in seguito benedetto la salma. Da qualche anno si era stretto un forte legame di amicizia e intimità spirituale fra il card. Sarah e fr. Vincent, che portava dentro di sé con un senso di missione di preghiera e di silenzio le intenzioni per la Chiesa che il porporato veniva ad affidargli regolarmente; ha scritto di lui il cardinale africano: “Ho dedicato a fr. Vincent il mio libro Dio o niente perché ho compreso dal nostro primo incontro che Cristo aveva poggiato il suo cuore contro il suo”. 

 

34 pensieri su “Ogni giorno, mi rinchiudo in un triplice castello

  1. Tra i milioni che muoiono ogni giorno soffrendo a letto (o anche fuori) non tutti ci hanno un triplice castello da rifugiarsi, ma solo, magari si agrappano ai ricordi più forti della loro vita, degli amici, delle persone amate, dei luoghi dove fu felice la loro infanzia (che è il momento più bello, se non è quello più brutto). Le quali cose, i tre castelli e l’aggrapparsi ai ricordi, hanno eguale dignità e poesia. . Di certuni i di questi che moiono a letto, viene proclamato che Cristo ha appoggiato il suo cuore contro il loro, dei più altri non verrà proclamato mai nulla.

  2. ettore gotti tedeschi

    Grazie Costanza, il card Sarah non perde occasioni per aiutarci a santificarci. Questa omelia è una vero esempio di “misericordia “. Ettore GT

  3. Giusi

    Questa è la vera gioia dell’amore, quello che salva se stessi e i fratelli. Grazie. Magari il Cardinale Sarah diventasse Papa!

  4. Un altro, invece, inchiodato su una sedia a rotelle, Stephen Hauwking (membro peraltro della Pontificia Università)!

    “Considero il cervello come un computer che smetterà di funzionare quando i suoi componenti si guastano. Non c’è paradiso né aldilà per i computer rotti. È una fiaba per persone che hanno paura del buio.”

    1. Solo che il cervello dell’Uomo (grazie a Dio) è molto più di un computer.
      Chi pensa sia solo quello, si racconta una falsa realtà… per non avere paura dell’ignoto.

    2. Marco

      Il computer non si crea da solo, viene concepito dal cervello umano. Quindi c’è una piccola differenza tra i due. E’ un peccato per Hawking che non si sia accorto di questo dettaglio. Preghiamo per lui, anche se la sua affermazione potrebbe risultare offensiva per chi crede..

  5. perfectioconversationis

    Segnalo inoltre che in quest’occasione per la prima volta il cardinale Sarah, Prefetto per il Culto Divino, ha celebrato pubblicamente nella forma extraordinaria del Rito Romano. Sarebbe bello che non fosse l’ultima…

    1. perfectioconversationis

      Quel gran pignolo (ma santo!) di mio marito mi ha fatto notare che il cardinale Sarah non ha celebrato, ma assistito alla celebrazione. Dunque rettifico.

  6. Giusi:

    …te lo garantisco io, e sai che è difficile che mi sbagli in codeste cose, il Cardinale Sarah sarà il nuovo Papa,
    puoi stare tranquilla!
    (quando quello di ora sarà morto o sarà andato in pensione, ovviamente)

    1. Giusi

      Non lo so Alvise dipende dai numeri. Sono stati creati (uso questa forma impersonale…..) diversi cardinali modernisti…

  7. …resta a vedere cosa può significare “corruzione del matrimonio” e se la società (così come è oggi) non sia digià abbastanza corrotta per ragioni che col matrimonio non ci hanno nulla a che vedere.
    Ma così è sempre stato (che le società si siano corrotte)
    Si, dottoressa webmrs, “oeconomicus”, giusto!

    Mai mai mai e poi mai dare retta a chi ha studiato o peggio ancora insegnato alla Bocconi!
    E nemmeno a chi ha studiato da altre parti, qualunque cosa abbia studiato (se lo avesse davvero studiato)!

  8. cinzia

    “l’espressione la più sublime dell’amore, è la sofferenza.”
    Che grande verità! Altro che “love is love”…..

    Abbiamo bisogno di pastori così. Quanto a che possa divenire papa – cara Giusi – sono d’accordo con te. Per il momento possiamo solo pregare e cercare di rimanere ancorati al Vangelo, senza tentare di “adattarlo ai tempi”!

    1. rosanna

      @cinzia
      saro’ ignorante in materia ma questa frase “l’espressione la più sublime dell’amore, è la sofferenza.” non riesco proprio a capirla.
      Mio nipote è morto a 33 anni dopo una malattia genetica che l’ha costretto in carrozziana da quando aveva 13 anni. la sua intelligenza è rimasta viva e lucida fino alla fine ma il suo coprpo piano piano lo ha abbandonato, fino a non poter più leggere, mangiare da solo, parlare. Era consapevole che non sarebbe invecchiato, quando è morto ci sono state dette le solite frasi di circostanza, che ho odiato caldamente. Arei voluto gridare ” stolti lui voleva vivere, voleva avere un futuro, un amore” La sofferenza nel mondo esiste, tutti prima o poi la sperimentiamo, ci accompagna come un’ombra per tutta la nostra vita terrena,ma non facciamola diventare un’icona.

      1. Scusa Rosanna io non capisco che tu non capisca: qui quasi tutti (tranne Alvise, forse), credono nella vita eterna.
        Che futuro c’è più dell’eternità?

        1. Luigi igiul

          @paul,
          Credo che Rosanna si riferisca al senso della sofferenza, non al dubbio dell’esistenza della vita eterna. Da quanto scrive, sembra parli di una forma di atassia… Per esperienza, so quanto può essere difficile parlare del valore salvifico della sofferenza. Non è scontato che lo si comprenda e, se ciò non succede, umanamente parlando la sofferenza non ha alcun senso…

          1. rosanna

            @ luigi igiul hai ragione mio nipote era affetto da Atassia di Friedreich. Vorrei chiarire che credo ci sia una vita eterna e che mio nipote sia nella pace.
            Ma questo a volte non mi basta, a volte vacillo e nella mente mi rimbomba la telefonata che mi annuciava la sua morte, improvvisa senza la possibilità di salutarlo e di accompagnarlo in questa sua ultima fatica.
            Mia sorella è stata ed è una madre coraggio, ma avrebbe voluto curarlo ancora, coccolarlo.
            Ho accompagnato mia madre, mio padre nella loro ultima ora ma la cosa è stata più lieve, avevano vissuta una vita piena, ma lui no inchiodato come Gesuù alla sua croce e quindi, come dice Luigi, è davvero difficile vedere il valore salvifico nella sofferenza di un ragazzo, di un bambino.
            So ,per certo, che alla fine della mia vita avro’ chiaro tutto, comprendero’ i motivi del dolore innocente. Ma adesso lasciatemi piangere.

  9. Claudio Codeluppi

    Grazie Costanza! E’ una fortuna avere una sponda che rimbalza queste magnificenze! Grazie ancora!!

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